Riflessi d’argento
Autore: Ida59 (3/19 ottobre 2008 + 3/10 settembre 2009)
Beta: nessuno
Tipologia: flash-fic
Rating: per tutti
Genere: drammatico, introspettivo, romantico
Epoca: 7° anno HP
Personaggi: Severus Piton, Personaggio Originale
Pairing: Severus/ Personaggio Originale
Avvertimenti: AU
Riassunto: Riflessi d’argento sul nero cristallo, intrisi d’amore e di dolore.
Parole-Pagine: 393 - 2
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Il personaggio originale, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Raccolta: Lo scrigno dei sogni.Si tratta di 12 brevi storie scritte per rispondere alle domande di un intrigante test elaborato dalla mia cara amica Mariacarla (DamaVerde) sul suo Forum.
Questa è la decima storia della raccolta e risponde alla domanda: E se il tuo uomo una sera tornasse a casa sporco di sangue? Cosa faresti? E se subito dopo lui ti sorprendesse a scoprire in un suo cassetto la maschera ed il pugnale dei Mangiamorte?
Ecco l’elenco delle storie della raccolta.
1) Il vento della sera
2) Ovunque e in nessun luogo
3) Arcobaleno
4) Ossessione
5) Solo una promessa
6) Sogno di una notte di mezza estate (VM14)
7) L’impossibile magia
8) Inganno d’amore
9) Vapori scintillanti
10) Riflessi d’argento
11) Retrogusto
12) Delizie d’amore (VM14)
Riflessi d’argento
Lo so, non dovrei essere qui.
Severus non se lo aspettava.
Le sue mani sono sporche di sangue, come il suo mantello.
Come la sua anima.
E nei suoi occhi neri il dolore brucia, impetuoso e incontrollato.
Non voleva che io lo vedessi così.
E’ solo una sofferenza in più, per lui.
Lo so, e per questo mi dispiace.
Il suo sguardo è duro, tagliente, mentre, senza dire una parola, mi gira le spalle e si dirige verso la porta.
Ha sempre cercato di proteggermi da questa orribile realtà che da troppo tempo è la sua vita.
L’acqua della doccia scorre, forte e insistente, per togliere un sangue che mai lascerà le sue mani.
E la sua anima.
In silenzio entro nella sua camera. Vedo chiare le tracce del suo recente passaggio: il mantello abbandonato a terra, scomposto, gli stivali sporchi di fango, poi i pantaloni e la veste.
Neri.
Tutti neri.
Come la disperazione dei suoi occhi.
E’ il sangue, che brilla rosso sul pavimento sulla scia del suo rapido cammino, che mi guida alla cassettiera.
Poi, quella goccia che scende, in una lenta agonia, mi indica il luogo esatto.
Apro lentamente il primo cassetto.
Sono lì.
La maschera e il pugnale. D’argento.
Macchiati di sangue innocente.
Intrisi del suo dolore.
Li prendo in mano: voglio toccarli, saggiare la loro consistenza, sentire sulle mani lo stesso gelo che attanaglia l’anima del mio uomo, sporcarmi dello stesso sangue che brucia la sua coscienza.
Un brivido mi percorre a fondo la schiena quando sento la sua voce profonda, dolce e amara:
- Ti amo.
Anch’io ti amo.
Ti amo anche per questo: per il coraggio di questa tua sofferenza, per la tua devozione a un tremendo dovere, perché sai fare ciò che ogni altro uomo rifuggirebbe.
In silenzio. Odiato da tutti.
Rischiando ogni giorno la vita per chi non ha mai creduto in te e solo ti disprezza.
Ti avvicini alle mie spalle ed io rabbrividisco.
Sento il tuo dolore, ma percepisco, forte, anche il tuo amore.
Lentamente mi togli dalle mani la maschera e il pugnale e lasci che cadano con un tonfo attutito nel cassetto, dove vorresti che si dissolvessero nelle tenebre che, sole, dovrebbero avvolgerli.
Poi mi baci, piano, dolcemente, con tutto il tuo profondo amore che nulla, mai, potrà soffocare.
Neppure i riflessi d’argento nei tuoi occhi di nero cristallo.
