Il Calderone di Severus

Rileggiamo e commentiamo insieme HP 5, I brani relativi a Piton in italiano e inglese

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view post Posted on 4/5/2016, 20:32
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I ♥ Severus


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Aaaaaaaaaaaaaaaarg! Mi sa che mi ero persa il messaggio di aggiornamento della discussione!!!!!
 
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view post Posted on 8/5/2016, 17:35
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I ♥ Severus


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Niente male come scoperta: non solo non avevo visto l'ultimo aggiornamento della discussione... ma ancora dovevo rispondere a quello precedente!!! Sono un vero disastro da alcuni mesi a questa parte a causa di un sacco di lavoro in studio!

Bene, recupero almeno l'aggiornamento più vecchio.

CITAZIONE
Piton e la Umbridge, gli insegnanti che odiava di più. Difficile decidere quale dei due voleva veder trionfare sull'altro.

Già... peccato che tra i due, in realtà, corre una differenza immensa e che, naturalmente, Piton finirà per proteggere Harry anche dalla Umbridge, negandole il Veritaserum quando gleilo chiederà e approfittando altresì per prenderla per il culo, così come ha già fatto con la sua sarcastica frase di apertura definendola "ospite"... poco gradita!

CITAZIONE
«La classe sembra molto avanzata per il suo livello» disse brusca la Umbridge alla schiena di Piton. «Ma mi stavo chiedendo se sia il caso di insegnare loro una pozione come la Soluzione Corroborante. Credo che il Ministero preferirebbe che fosse esclusa dal programma».
Piton si raddrizzò lentamente e si voltò a guardarla.

Frase molto interessante dalla quale si evince che, checchè molti suoi detrattori dicano, Piton è un ottimo insegnante che ottiene anche ottimi risultati dai suoi allievi: è infatti proprio la rompiscatole della Umbridge ad asserire spontaneamente che la classe sembra molto avanzata, dal che si deduce che il professore è sicuramente molto esigente con i suoi allievi, ma anche che insegna loro molto bene.
Poi, invece, c'è un accenno pericoloso della Umbridge: l'esercitazione è sulla Pozione corroborante, senza dubbio una pozione molto utile, magari soprattutto per chi combatte e si difende da Voldemort, mentre la Umbridge insinua che forse il Ministero la preferirebbe esclusa dal programma. A questo punto, non posso fare a meno di "vedere" Severus (interpretato da Alan Rickman :cry: ) che lentamente si volta a guardarla lanciandole in silenzio una delle sue proverbiali occhiatacce assassine! Stupendo! :lovelove:

Poi... be', c'è il finale, reso immortale dal film con la battuta "Obviously" stupendamente pronunciata in modo indimenticabile da Alan. :lovelove: Così bella che vale la pena di risentirla: Obviously.

Inutile, invece, perdere ancora il tempo a dibattere perchè Silente non abbia mai assegnato a Piton la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure, con il "balletto" fatto da Piton che gliela chiede ogni anno e Silente che gliela negherebbe per non correre rischi e tenerlo lontano da supposte tentazioni di ricaduta nelle Arti Oscure, rischio che Albun sa benissimo che Severus non corre affatto; la questione, ormai da tutti risaputa, è che la cattedra ha subito la maledizione di Voldemort e nessuno dei professori che l’ha detenuta è durato in carica per più di un anno (Prova 161 Lettera A e deduzione n. 565 di Niky). E’ quindi più che ovvio che Silente non abbia mai voluto mettere a rischio la sua spia.
A questo riguardo, ecco il link alla prova 161 del processo a Piton in cui Silente spiega in modo chiaro (almeno per chi lo ha voluto comprendere) a Harry (Harry Potter e il Principe Mezzosangue - Pag. 406-7-8) perchè la cattedra è maledetta e per quale motivo.
Molto interessante è anche la deduzione 565 di Niky, con la sua interessante ed originale "pena del contrappasso" nell'accezione dantesca, secondo la quale, altresì, la maledizione agisce sulle peggiori paure di chi occupa la cattedra maledetta, concretizzandole. Infatti, (di seguito il riassunto, maggiori spiegazioni sono QUI):
CITAZIONE
1 - Raptor temeva i “parassiti” ed andò incontro al suo peggior timore, perché Voldemort entrò nel suo corpo.
2 - Allock voleva la fama imperitura e, temendo che qualcuno lo sbugiardasse, oltre ad appropriarsi delle altrui gesta “rubava” loro anche la memoria e finisce senza più alcuna memoria di sé e della sua fama.
3 - Lupin temeva da sempre che la sua natura di Lupo Mannaro venisse svelata, e il suo timore è stato avverato da Piton.
4 - Moody aveva timore della vendetta dei Mangiamorte, di essere catturato da loro, e alla fine lo è stato.
5 - Dolores Umbridge aveva paura delle altre razze magiche e fu rapita dagli esponenti di una di queste: i Centauri.

E su Piton, quale è stato l'orribile "pena del contrappasso" per lui?
CITAZIONE
Piton che non vuol più morti sulla coscienza, che teme di macchiarsi di altro sangue innocente e magari amato, si sarebbe trovato in una situazione tale da uccidere o essere causa della morte di qualcuno, presumibilmente di qualcuno cui vuol bene (il che avrebbe logicamente anche il solito effetto collaterale della Maledizione: impedire che il docente resti in carica per più di un anno)
Cosa che, infatti, è puntualmente accaduta, quando la cattedra gli è stata assegnata e la Maledizione ha agito su di lui: Piton si è trovato, suo malgrado, a dover uccidere; ad uccidere proprio Silente, il suo mentore, l’unica persona che l’ha aiutato e accolto, che si fida di lui e che per questo è assai cara all’imputato (e Piton si è visto costretto a fuggire, lasciando la scuola. Dunque anche il termine di scadenza annuale della cattedra è rispettato).

Infine, la deduzione 550 di Ida59 sulla prova 51 afferma che Silente ha assegnato la cattedra a Piton solo al 6° anno, dopo che Piton gli ha riferito di aver fatto il Voto Infrengibile:
CITAZIONE
Silente sa che la cattedra è maledetta e che nessun professore di Difesa contro le Arti Oscure dura per più di un anno (vedi Lettera E di questa prova e la prova n. 161, lettera A dell’imputazione 4 e relative deduzioni a difesa), ma sa anche che Piton, entro la fine dell’anno, o lo avrà ucciso o sarà morto per aver infranto il Voto (le probabilità che Draco possa riuscire ad uccidere Silente sono così infime che possono tranquillamente essere ignorate): in entrambi i casi, Piton l’anno successivo non potrà più insegnare ad Hogwarts (proprio come dice anche Harry: vedi Lettera C della prova 161).



Edited by Ida59 - 6/10/2018, 18:53
 
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view post Posted on 17/5/2016, 20:10
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ecco, uffa, avevo dimenticato questo pezzetto.

CITAZIONE (chiara53 @ 14/9/2015, 17:33) 
«Un altro non classificato, Potter» disse Piton maligno, vuotando il calderone di Harry con un tocco di bacchetta. «Voglio che tu scriva un tema sulla corretta composizione di questa pozione, indicando dove e perché hai sbagliato, e me lo consegni alla prossima lezione, è chiaro?»

In apparenza (quella vista tramite la Pottervisione, come il solito) è la solita odiosa cattiveria di Piton contro il PPP (Povero Piccolo Potter). E invece... se fose il tentativo dell'insegnante (ormai esecrato), nell'unico modo che gli è possibile, di cercare di far apprendere al ragazzo una pozione che potrà essergli molto utile, quasi vitale, direi?
Pensateci... e rivalutatelo come insegnante...
 
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view post Posted on 11/8/2016, 13:58
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Ripropongo il brano a cui sono molto affezionata. Qui potete leggere e esaminare il rapporto tra Sirius e Piton.
Fatelo alla luce delle cose che sappiamo oggi e leggete nelle parole di Severus ed in quelle di Sirius il passato e il dolore di entrambi. :lovelove:
Spero che qualcuno si faccia vivo!

CITAZIONE (chiara53 @ 9/2/2016, 18:00) 
Pagg, 489-494 Piton va a Grimmauld Place per comunicare a Potter che gli farà lezioni di Occlumanzia. Ha uno scontro con Sirius.

Sirius_Black_and_Severus_Snape_harry_potter_1956
www.taringa.net/posts/imagenes/1039...rius-Black.html



Poi, l'ultimo giorno di vacanza, accadde qualcosa che gli fece davvero pensare con terrore al ritorno a scuola.
«Harry, caro» disse la signora Weasley, affacciandosi nella camera dove lui e Ron giocavano a scacchi magici, mentre Hermione, Ginny e Gratta-stinchi stavano a guardare. «Puoi venire giù in cucina? Il professor Piton
vorrebbe parlarti».
Harry non registrò immediatamente l'informazione; una delle sue torri era impegnata in una violenta rissa con un pedone di Ron e lui la stava aizzando con entusiasmo.
«Schiaccialo... schiaccialo, è solo un pedone, idiota. Scusi, signora Weasley, stava dicendo?»
«Il professor Piton, Harry. In cucina. Vuole parlarti».
L'orrore gli fece spalancare la bocca. Si voltò verso Ron, Hermione e Ginny, che gli restituirono lo stesso sguardo. Grattastinchi, che Hermione tratteneva con difficoltà da un quarto d'ora, saltò felice sulla scacchiera e seminò il panico tra i pezzi, che corsero a nascondersi urlando.
«Piton?» domandò incredulo Harry.
«Il professor Piton, caro» ripeté la signora Weasley in tono di rimprovero. «Muoviti, dice che non può restare molto».
«Che cosa vuole da te?» chiese nervosamente Ron, quando sua madre lasciò la stanza. «Non hai fatto niente, vero?»
«No!» rispose indignato Harry, cercando di ricordare che cosa potesse aver fatto perché Piton lo inseguisse fino in Grimmauld Place. Forse il suo ultimo compito aveva meritato una 'T'?
Un minuto o due dopo spinse la porta della cucina e trovò Sirius e Piton seduti al lungo tavolo, che guardavano in cagnesco in direzioni opposte. Il silenzio tra loro era carico di reciproco disprezzo. Sul tavolo davanti a Sirius c'era una lettera aperta.
Harry tossì per annunciare la propria presenza.
Piton si girò verso di lui, il volto incorniciato dagli unti capelli neri.
«Siediti, Potter».
«Sai» disse Sirius a voce alta, dondolando sulle gambe posteriori della sedia e parlando al soffitto, «preferirei che non dessi ordini qui, Piton. È casa mia, capisci».

Uno sgradevole rossore fece avvampare il volto pallido di Piton. Harry sedette accanto a Sirius.
«Dovevo vederti da solo, Potter» cominciò Piton, con la solita piega beffarda sulle labbra, «ma Black...»
«Sono il suo padrino» intervenne Sirius, a voce ancora più alta.
«Sono qui per ordine di Silente» proseguì Piton, la cui voce, per contrasto, si faceva sempre più bassa e stizzosa, «ma ti prego di restare, Black, so che ti piace sentirti... coinvolto».

«E questo che cosa vorrebbe dire?» sbottò Sirius, lasciando ricadere la sedia in avanti con uno schianto.
«Soltanto che sono certo che per te dev'essere... ah... frustrante, non poter fare nulla di utile...» Piton sottolineò delicatamente la parola «...per l'Ordine».
Fu il turno di Sirius di arrossire. Le labbra di Piton erano incurvate in un sorrisetto di trionfo quando si rivolse a Harry.
«Il Preside mi ha mandato a dirti, Potter, che desidera che tu studi Occlumanzia il prossimo trimestre».
«Che studi cosa?» chiese Harry.
Il ghigno di Piton si fece più pronunciato.
«Occlumanzia, Potter. La difesa magica della mente contro la penetrazione esterna. È una branca poco nota della magia, ma è assai utile».
Il cuore di Harry cominciò a battere all'impazzata. Difesa contro la penetrazione esterna? Ma lui non era stato posseduto, su quello erano tutti d'accordo...
«Perché devo studiare Occlu...cosa?» borbottò.
«Perché il Preside ritiene che sia una buona idea» replicò soave Piton. «Riceverai lezioni private una volta alla settimana, ma non dirai a nessuno che cosa stai facendo, meno che mai a Dolores Umbridge. È chiaro?»
«Sì» rispose Harry. «Chi mi insegnerà?»
Piton inarcò un sopracciglio.
«Io» disse.
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Harry ebbe l'orribile sensazione che le sue viscere si sciogliessero. Lezioni supplementari con Piton... che cosa aveva fatto per meritare questo? Si voltò in fretta verso Sirius in cerca di appoggio.
«Perché non può farlo Silente?» chiese Sirius, aggressivo. «Perché tu?»
«Perché il Preside ha il privilegio di delegare i compiti meno piacevoli, immagino» rispose Piton, suadente. «Ti aspetto lunedì alle sei del pomeriggio, Potter. Nel mio ufficio. Se qualcuno te lo chiede, stai prendendo ripetizioni di Pozioni. Nessuno che ti abbia visto durante le mie lezioni potrebbe dubitare che ne hai bisogno».
Fece per andarsene, con il nero mantello da viaggio che ondeggiava alle sue spalle.
«Aspetta un momento» lo chiamò Sirius, raddrizzandosi sulla sedia.
Piton si voltò a guardarli con lo stesso sorriso di scherno.
«Vado piuttosto di fretta, Black. Al contrario del tuo, il mio tempo libero non è illimitato».

«Arrivo subito al punto, allora» disse Sirius, alzandosi. Era decisamente più alto di Piton che, notò Harry, strinse il pugno nella tasca del mantello, sicuramente attorno all'impugnatura della bacchetta. «Se vengo a sapere
che usi queste lezioni di Occlumanzia per rendere la vita difficile a Harry, dovrai risponderne a me».
«Che cosa commovente» sogghignò beffardo Piton. «Ma avrai notato che Potter assomiglia molto a suo padre, vero?»
«Certo» disse Sirius con orgoglio.
«E quindi saprai che è tanto arrogante che le critiche gli rimbalzano addosso» proseguì Piton mellifluo.
Sirius spinse da parte la sedia e fece il giro del tavolo diretto verso Piton, estraendo la bacchetta. Piton fece balenare la sua. Rimasero a squadrarsi, Sirius furente, Piton all'erta, con lo sguardo che saettava dal viso di Sirius
alla punta della sua bacchetta.
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«Sirius!» esclamò Harry, ma il suo padrino parve non sentire.
«Ti ho avvisato, Mocciosus» ringhiò Sirius, il volto a pochi centimetri da quello di Piton, «non mi interessa se Silente crede che ti sia ravveduto, io la so più lunga...»
«Oh, ma perché non glielo dici?» bisbigliò Piton. «O temi forse che potrebbe non prendere molto sul serio il consiglio di uno che sta nascosto da sei mesi in casa di sua madre?»
«Dimmi, come sta Lucius Malfoy in questi giorni? Sarà contento che il suo cagnolino lavori a Hogwarts, non è così?»
«A proposito di cani» disse dolcemente Piton, «sapevi che Lucius Malfoy ti ha riconosciuto l'ultima volta che hai arrischiato una gita? Idea furba, Black, farti vedere in un bel posto sicuro... ti ha dato una scusa inattacabile
per non uscire più dalla tana, vero?»
Sirius levò la bacchetta.
«No!» urlò Harry, e balzò al di là del tavolo frapponendosi tra i due. «Sirius, non farlo!»
«Mi stai dando del codardo?» ruggì Sirius, cercando invano di spostare Harry.
«Be', sì» disse Piton.

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«Harry, stanne - fuori!» scandì Sirius, spingendolo via con la mano libera.
La porta della cucina si aprì e apparve l'intera famiglia Weasley più Hermione, tutti molto felici, con il signor Weasley che avanzava orgoglioso in mezzo al gruppo, vestito con un pigiama a righe e un impermeabile.

«Guarito!» annunciò lieto. «Sono completamente guarito!»
Lui e tutti gli altri rimasero bloccati sulla soglia di fronte alla scena che si presentò, anch'essa sospesa a metà: Sirius e Piton si erano voltati verso la porta, con le bacchette sempre puntate l'una contro l'altra, e Harry era rimasto immobile tra loro, con le braccia aperte nel tentativo di separarli.
«Per la barba di Merlino» disse il signor Weasley, mentre il sorriso gli si spegneva, «che cosa succede qui?»
Sia Sirius che Piton abbassarono le bacchette. Harry spostò lo sguardo dall'uno all'altro. Entrambi ostentavano un'espressione di puro disprezzo, tuttavia l'ingresso inaspettato di tanti testimoni parve ricondurli alla ragione. Piton ripose la bacchetta e attraversò la cucina, passando davanti ai
Weasley senza una parola. Sulla soglia si voltò.
«Lunedì sera alle sei, Potter».
E se ne andò. Sirius restò a guardare la porta con aria cupa, la bacchetta al fianco.
«Che cosa succede?» chiese ancora il signor Weasley.
«Niente, Arthur» rispose Sirius, che respirava affannosamente, come dopo una lunga corsa. «Solo una chiacchierata amichevole tra due vecchi compagni di scuola». Con quello che parve uno sforzo enorme, sorrise.
«Allora... sei guarito? È una notizia fantastica».
«Vero?» disse la signora Weasley, accompagnando il marito a una sedia. «Il Guaritore Smethwyck ha fatto la sua magia, alla fine, e ha trovato l'antidoto a qualsiasi cosa ci fosse nelle zanne di quel serpente. Arthur ha im-
parato la lezione e non farà più pasticci con la medicina dei Babbani, non è così, tesoro?» aggiunse, in tono alquanto minaccioso.
«Sì, Molly, cara» rispose lui, mite.
La cena di quella sera avrebbe dovuto essere un'occasione allegra, con il ritorno del signor Weasley. Harry vide che Sirius si sforzava di renderla tale, eppure, quando non si costringeva a ridere forte alle battute di Fred e
George o a offrire cibo, il suo viso tornava cupo e meditabondo. Tra lui e Harry erano seduti Mundungus e Malocchio, che erano passati per fare le congratulazioni al signor Weasley. Harry voleva parlare con Sirius, dirgli
che non doveva ascoltare nemmeno una parola di Piton, che lo provocava apposta, e che nessuno di loro credeva che lui fosse un codardo perché obbediva a Silente e restava in Grimmauld Place. Ma non ne ebbe l'opportu-
nità, e guardando l'espressione di Sirius si chiese se avrebbe mai osato sollevare l'argomento. Invece sussurrò a Ron e Hermione che avrebbe preso lezioni di Occlumanzia da Piton.

«Silente vuole che tu la smetta di fare quei sogni su Voldemort» commentò subito Hermione. «Be', non ti dispiacerà, vero?»
«Altre lezioni con Piton?» disse Ron atterrito. «Io mi terrei gli incubi!»


In inglese
Then, on the very last day of the holidays, something happened that made Harry positively dread his return to school.
"Harry, dear," said Mrs Weasley, poking her head into his and Ron's bedroom, where the pair of them were playing wizard chess watched by Hermione, Ginny and
Crookshanks, "could you come down to the kitchen? Professor Snape would like a word with you."
Harry did not immediately register what she had said; one of his castles was engaged in a violent tussle with a pawn of Rons and he was egging it on enthusiastically.
"Squash him - squash him, he's only a pawn, you idiot. Sorry, Mrs Weasley, what did you say?"
"Professor Snape, dear. In the kitchen. He'd like a word."
Harry's mouth fell open in horror. He looked around at Ron, Hermione and Ginny, all of whom were gaping back at him. Crookshanks, whom Hermione had been restraining with difficulty for the past quarter of an hour, leapt gleefully on to the board and set the pieces running for cover, squealing at the top of their voices.
"Snape?" said Harry blankly.
"Professor Snape, dear," said Mrs Weasley reprovingly. "Now come on, quickly, he says he can't stay long."
"What's he want with you?" said Ron, looking unnerved as Mrs Weasley withdrew from the room. "You haven't done anything, have you?"
"No!" said Harry indignantly, racking his brains to think what he could have done that would make Snape pursue him to Grimmauld Place. Had his last piece of homework perhaps earned a T?
A minute or two later, he pushed open the kitchen door to find Sirius and Snape both seated at the long kitchen table, glaring in opposite directions. The silence between them was heavy with mutual dislike. A letter lay open on the table in front of Sirius.
"Er," said Harry, to announce his presence.
Snape looked around at him, his face framed between curtains of greasy black hair.
"Sit down, Potter."
"You know," said Sirius loudly, leaning back on his rear chair legs and speaking to the ceiling, "I think I"d prefer it if you didn't give orders here, Snape.
It's my house, you see."
An ugly flush suffused Snape's pallid face. Harry sat down in a chair beside
Sirius, facing Snape across the table.
"I was supposed to see you alone, Potter," said Snape, the familiar sneer curling his mouth, "but Black -"
"I"m his godfather," said Sirius, louder than ever.
"I am here on Dumbledore's orders," said Snape, whose voice, by contrast, was becoming more and more quietly waspish, "but by all means stay, Black, I know you like to feel… involved."
"What's that supposed to mean?" said Sirius, letting his chair fall back on to all four legs with a loud bang.
"Merely that I am sure you must feel - ah - frustrated by the fact that you can do nothing useful," Snape laid a delicate stress on the word, "for the Order."
It was Sirius's turn to flush. Snape's lip curled in triumph as he turned to
Harry.
The Headmaster has sent me to tell you, Potter, that it is his wish for you to study Occlumency this term."
"Study what?" said Harry blankly.
Snape's sneer became more pronounced.
"Occlumency, Potter. The magical defence of the mind against external penetration. An obscure branch of magic, but a highly useful one."
Harry's heart began to pump very fast indeed. Defence against external penetration? But he was not being possessed, they had all agreed on that…
"Why do I have to study Occlu— thing?" he blurted out.
"Because the Headmaster thinks it a good idea," said Snape smoothly. "You will receive private lessons once a week, but you will not tell anybody what you are doing, least of all Dolores Umbridge. You understand?"
"Yes," said Harry. "Who's going to be teaching me?"
Snape raised an eyebrow.
"I am," he said.

HP5_035_2

Harry had the horrible sensation that his insides were melting.
Extra lessons with Snape - what on earth had he done to deserve this? He looked quickly round at Sirius for support.
"Why can't Dumbledore teach Harry?" asked Sirius aggressively. "Why you?"
"I suppose because it is a headmaster's privilege to delegate less enjoyable tasks," said Snape silkily. "I assure you I did not beg for the job." He got to his feet. "I will expect you at six o'clock on Monday evening, Potter. My office. If anybody asks, you are taking remedial Potions. Nobody who has seen you in my classes could deny you need them."
He turned to leave, his black travelling cloak billowing behind him.
"Wait a moment," said Sirius, sitting up straighter in his chair.
Snape turned back to face them, sneering.
"I am in rather a hurry, Black. Unlike you, I do not have unlimited leisure time."
Til get to the point, then," said Sirius, standing up. He was rather taller than
Snape who, Harry noticed, balled his fist in the pocket of his cloak over what
Harry was sure was the handle of his wand. "If I hear you're using these
Occlumency lessons to give Harry a hard time, you'll have me to answer to."
"How touching," Snape sneered. "But surely you have noticed that Potter is very like his father?"
"Yes, I have," said Sirius proudly.
"Well then, you'll know he's so arrogant that criticism simply bounces off him,"
Snape said sleekly.
Sirius pushed his chair roughly aside and strode around the table towards Snape, pulling out his wand as he went. Snape whipped out his own. They were squaring up to each other, Sirius looking livid, Snape calculating, his eyes darting from
Sirius's wand-tip to his face.
"Sirius!" said Harry loudly, but Sirius appeared not to hear him.
"I"ve warned you, Snivdlus," said Sirius, his face barely a foot from Snape's,
"I don't care if Dumbledore thinks you've reformed, I know better -"
"Oh, but why don't you tell him so?" whispered Snape. "Or are you afraid he might not take very seriously the advice of a man who has been hiding inside his mother's house for six months?"
Tell me, how is Lucius Malfoy these days? I expect he's delighted his lapdog's working at Hogwarts, isn't he?"
"Speaking of dogs," said Snape softly, "did you know that Lucius Malfoy recognised you last time you risked a little jaunt outside? Clever idea, Black, getting yourself seen on a safe station platform… gave you a cast-iron excuse not to leave your hidey-hole in future, didn't it?"
Sirius raised his wand.
"NO!" Harry yelled, vaulting over the table and trying to get in between them.
"Sirius, don't!"
"Are you calling me a coward?" roared Sirius, trying to push Harry out of the way, but Harry would not budge.
"Why, yes, 1 suppose 1 am," said Snape.
"Harry - get - out - of - it!" snarled Sirius, pushing him aside with his free hand.
The kitchen door opened and the entire Weasley family, plus Hermione, came inside, all looking very happy, with Mr Weasley walking proudly in their midst dressed in a pair of striped pyjamas covered by a mackintosh.
"Cured!" he announced brightly to the kitchen at large. "Completely cured!"
He and all the other Weasleys froze on the threshold, gazing at the scene in front of them, which was also suspended in mid-action, both Sirius and Snape looking towards the door with their wands pointing into each other's faces and
Harry immobile between them, a hand stretched out to each, trying to force them apart.
"Merlin's beard," said Mr Weasley, the smile sliding off his face, "what's going on here?"
Both Sirius and Snape lowered their wands. Harry looked from one to the other.
Each wore an expression of utmost contempt, yet the unexpected entrance of so many witnesses seemed to have brought them to their senses. Snape pocketed his wand, turned on his heel and swept back across the kitchen, passing the Weasleys without comment. At the door he looked back.
"Six o'clock, Monday evening, Potter."
And he was gone. Sirius glared after him, his wand at his side.
"What's been going on?" asked Mr Weasley again.
"Nothing, Arthur," said Sirius, who was breathing heavily as though he had just run a long distance. "Just a friendly little chat between two old school friends." With what looked like an enormous effort, he smiled. "So… you're cured? That's great news, really great."
"Yes, isn't it?" said Mrs Weasley, leading her husband forward to a chair.
"Healer Smethwyck worked his magic in the end, found an antidote to whatever that snake's got in its fangs, and Arthur's learned his lesson about dabbling in
Muggle medicine, haven't you, dear?" she added, rather menacingly.
"Yes, Molly, dear," said Mr Weasley meekly.
That night's meal should have been a cheerful one, with Mr Weasley back amongst them. Harry could tell Sirius was trying to make it so, yet when his godfather was not forcing himself to laugh loudly at Fred and George's jokes or offering everyone more food, his face fell back into a moody, brooding expression. Harry was separated from him by Mundungus and Mad-Eye, who had dropped in to offer Mr
Weasley their congratulations. He wanted to talk to Sirius, to tell him he shouldn't listen to a word Snape said, that Snape was goading him deliberately and that the rest of them didn't think Sirius was a coward for doing as
Dumbledore told him and remaining in Grimmauld Place. But he had no opportunity to do so, and, eyeing the ugly look on Sirius's face, Harry wondered occasionally whether he would have dared to mention it even if he had the chance. Instead, he told Ron and Hermione under his voice about having to take
Occlumency lessons with Snape.
"Dumbledore wants to stop you having those dreams about Voldemort," said
Hermione at once. "Well, you won't be sorry not to have them any more, will you?"
"Extra lessons with Snape?" said Ron, sounding aghast. "I"d rather have the nightmares!"
 
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view post Posted on 20/11/2016, 15:53
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CITAZIONE (chiara53 @ 4/5/2016, 16:55) 
Da molto tempo questa discussione e il brano che ho proposto langue.

E' un brano piuttosto lungo durante il quale emergono tutti i sentimenti dei vari personaggi. Persino Piton perde alla fine il suo controllo ferreo: solo Sirius riesce a muovere le montagne, o meglio a scalfire la gelida armatura che Severus si è imposto da anni.
Ma prima c'è la sorpresa di Harry, nonostante tutto quello che sa di Piton il suo primo infantile pensiero è:
CITAZIONE
«Che cosa vuole da te?» chiese nervosamente Ron, quando sua madre lasciò la stanza. «Non hai fatto niente, vero?»
«No!» rispose indignato Harry, cercando di ricordare che cosa potesse aver fatto perché Piton lo inseguisse fino in Grimmauld Place. Forse il suo ultimo compito aveva meritato una 'T'?

Harry non matura mai, meglio, la sua creatrice non gli permette mai di maturare, di riflettere, di pensare che se Piton è venuto fin lì la ragione deve essere davvero importante, qualcosa di grave e impossibile da rimandare.
Certo è una cosa strana e improbabile, ma i commenti dei ragazzi sono estremamente fuori luogo, o meglio, in linea con la Pottervisione spinta all'eccesso che valuta Severus sempre e comunque come un bastardo cattivo e maligno, pronto a far loro soltanto del male.
Eppure Harry sa che Piton fa parte dell'Ordine della Fenice, quindi dovrebbe - almeno adesso - fidarsi e affidarsi al suo insegnante. D'accordo, Severus non è gioviale né affettuoso e simpatico, ma vediamo le battute di dialogo successive.
CITAZIONE
l cuore di Harry cominciò a battere all'impazzata. Difesa contro la penetrazione esterna? Ma lui non era stato posseduto, su quello erano tutti d'accordo...
«Perché devo studiare Occlu...cosa?» borbottò.
«Perché il Preside ritiene che sia una buona idea» replicò soave Piton. «Riceverai lezioni private una volta alla settimana, ma non dirai a nessuno che cosa stai facendo, meno che mai a Dolores Umbridge. È chiaro?»
«Sì» rispose Harry. «Chi mi insegnerà?»
Piton inarcò un sopracciglio.
«Io» disse.
Harry ebbe l'orribile sensazione che le sue viscere si sciogliessero. Lezioni supplementari con Piton... che cosa aveva fatto per meritare questo? Si voltò in fretta verso Sirius in cerca di appoggio.
«Perché non può farlo Silente?» chiese Sirius, aggressivo. «Perché tu?»
«Perché il Preside ha il privilegio di delegare i compiti meno piacevoli, immagino» rispose Piton, suadente. «Ti aspetto lunedì alle sei del pomeriggio, Potter. Nel mio ufficio. Se qualcuno te lo chiede, stai prendendo ripetizioni di Pozioni. Nessuno che ti abbia visto durante le mie lezioni potrebbe dubitare che ne hai bisogno».
Fece per andarsene, con il nero mantello da viaggio che ondeggiava alle sue spalle.
«Aspetta un momento» lo chiamò Sirius, raddrizzandosi sulla sedia.
Piton si voltò a guardarli con lo stesso sorriso di scherno.
«Vado piuttosto di fretta, Black. Al contrario del tuo, il mio tempo libero non è illimitato».

Valutando la situazione, emerge chiaramente che Harry, sembra non essere in grado di comprendere a pieno la gravità di quanto sta vivendo. Quel Occlu…cosa come sarà suonato alle orecchie di Piton? Lui che sull’Occlumanzia ha basato la possibilità di adempiere al proprio compito di spia senza farsi scoprire e ammazzare, quindi dall'Occlumanzia dipende la sua vita stessa.
Ma Severus glissa, quasi non ci fa caso, piuttosto ribadisce la necessità di fare tutto di nascosto e suggerisce anche la scusa a Harry per poter seguire le lezioni senza dare nell’occhio… un vero bastardo, non vi pare? ;)
Anche Severus rischia nell’insegnare a Harry e lo vedremo quando poi si svolgeranno le lezioni, eppure accetta, perché sa di essere la persona adatta, Silente non potrebbe per le ragioni che verranno spiegate ad Harry alla fine. Silente sa che Voldemort cerca il contatto attraverso Harry:
CITAZIONE
“ Temevo ti usasse, Harry che si impadronisse di te. E credo di aver avuto ragione, perché le rare volte che io e te ci siamo trovati a stretto contatto mi è parso di scorgere la sua ombra fremere dietro i tuoi occhi…
Harry ricordò la sensazione che un serpente assopito si risvegliasse in lui ogni volta che incrociava lo sguardo di Silente.
“ E come ha dimostrato stanotte, lo scopo di Voldemort non era la mia distruzione, ma la tua[…]”
“[…]Così nel tentativo di armarti contro i suoi assalti mentali, ho chiesto al professor Piton di darti lezioni di Occlumanzia”

Quindi la sarcastica spiegazione che Piton fornisce non corrisponde a verità. Ancora una volta Severus passa per il “cattivo” che non è, che non è mai stato…
CITAZIONE
«Perché non può farlo Silente?» chiese Sirius, aggressivo. «Perché tu?»
«Perché il Preside ha il privilegio di delegare i compiti meno piacevoli, immagino» rispose Piton, suadente.

Diversa la valutazione dello scambio violento di battute con Sirius che arriva ad apostrofarlo con il vecchio soprannome di Mocciosus per ottenere il risultato di farlo esplodere...
CITAZIONE
«Ti ho avvisato, Mocciosus» ringhiò Sirius, il volto a pochi centimetri da quello di Piton, «non mi interessa se Silente crede che ti sia ravveduto, io la so più lunga...»

Sirius e Severus in questo scambio esprimono il loro vissuto ed anche il loro presente. Sono due uomini soli e strapazzati dalla vita entrambi. Nessuno dei due dimentica chi è stato e chi è ora. Se Sirius aveva, a suo tempo, una posizione di superiorità, ora le parti si sono invertite e nulla trattiene Severus da sfogare anni di soprusi in poche parole pronunciate con il tono tanto più basso quanto si alza quello di Sirius.
Nessuno dei due può vincere, nessuno dei due è soddisfatto di quello che sta vivendo e se Sirius, almeno, conserva il ricordo di lontani giorni felici, non è così per Severus.
Egli ha sofferto negli anni giovanili, è caduto nel buio e si è rialzato certo che nessun perdono avrebbe mai potuto esserci per gli errori commessi; è così che trascorre la vita solo e vestito di nero, lui davvero black, tristemente black.

CITAZIONE
Sia Sirius che Piton abbassarono le bacchette. Harry spostò lo sguardo dall'uno all'altro. Entrambi ostentavano un'espressione di puro disprezzo, tuttavia l'ingresso inaspettato di tanti testimoni parve ricondurli alla ragione. Piton ripose la bacchetta e attraversò la cucina, passando davanti ai
Weasley senza una parola. Sulla soglia si voltò.
«Lunedì sera alle sei, Potter».

Questa discussione è stata abbandonata proprio su una scena tra le più belle.
L’occasione è più unica che rara. Un incontro tra Sirius e Severus, senza intermediari, senza paraventi, senza… rete.

Esiste una discussione approfondita, nella quale i due personaggi vengono analizzati e descritti a fondo paragonandoli e distinguendoli. “Severus e Sirius: Pianeti distanti o diverso risvolto di una stessa medaglia?”
Rileggete il brano e apprezzate il dialogo fatto di botta e risposta senza respiro.

Ciascuno rispetta il proprio ruolo: sono sarcastici, pungenti, arroganti, orgogliosi e testardi...

Diversi, eppure dolorosamente e tragicamente entrambi dalla stessa parte della barricata, non si direbbe ascoltandoli, ma ricordiamo che sotto l'astio di certe battute c'è nascosto un passato pesante e indimenticabile per entrambi.
Con Sirius, Severus è meno trattenuto, meno freddo perchè sono troppo vivi i tredici anni in cui lo ha creduto colpevole, troppo vivo ancora il ricordo del bullismo e l'arroganza che lo hanno aiutato a commettere l'errore imperdonabile che gli ha rovinato per sempre la vita e tolto la pace, c'è troppo James in Harry in questa scena particolare.
Sirius li confonde spesso, nella mente e nel cuore, ed anche Severus, ma l'uno vive di passato perchè è l'unico che lo rende felice, l'altro si dilania rivivendo il passato che non può cambiare e che lo strazia.
 
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view post Posted on 20/11/2016, 16:13
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I ♥ Severus


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E, soprattutto, non dimentichiamolo mai, per tanti, troppi anni, Severus ha creduto che Sirius fosse il maledetto che ha tradito Lily e ne ha causato la morte. Credo che per Severus sia davvero difficile dimenticare tutto l'odio dirompente e lacerante che per quei lunghi anni ha provato per Sirius.

Sei adorabile, Chiara, a riproporre ancora, per la terza volta, questo brano. Ancora sono messa molto di merda, senza eufemismi - purtroppo - ma cercherò di rispondere quanto prima.
Per intanto, grazie. :wub: :Streghetta:
 
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view post Posted on 20/11/2016, 16:16
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Pozionista sofisticato

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E' troppo bello questo brano.
Riportarlo all'attenzione è davvero un piacere.
Fa niente se adesso non puoi :) :wub:
 
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view post Posted on 4/12/2016, 16:37
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Pozionista sofisticato

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Eccoci arrivati ad un lungo brano, da commentare per diversi motivi: la Pottervisione imperante, il disvelarsi dei concetti di Occlumanzia e Legilimanzia, l’evidenza del legame tra Harry e Voldemort collegato alla cicatrice e altri ancora.
Vi giganteggia un grande e sdegnoso Severus, solo lui sa quanto potrebbe costargli un’incursione di Voldemort nella mente di Potter, per questo è duro, sprezzante e quasi superbamente disinteressato al bene di Harry... che ne pensate?


497-507 La prima, memorabile lezione di Occlumanzia. (dalla quale, personalmente, ho tratto un infinito numero di informazioni su Piton e ho veramente capito che stava indossando una maschera e che faceva realmente la spia di Silente presso Voldemort perché era incredibilmente in grado di mentirgli.)

Lupin e Tonks li aiutarono a scaricare i bagagli, poi scesero per salutarli. Harry guardò i tre piani dell'autobus: tutti i passeggeri li fissavano, i nasi schiacciati contro i finestrini. «Una volta dentro sarete al sicuro» disse Tonks, lanciando un'occhiata guardinga nella strada deserta. «Passate un buon trimestre, ok?»
«Abbiate cura di voi». Lupin strinse le mani a tutti e arrivò da Harry per ultimo. «Ascolta...» disse abbassando la voce, mentre gli altri salutavano Tonks. «So che non ti piace Piton, ma è un Occlumante straordinario e tutti noi, compreso Sirius, vogliamo che impari a proteggerti, quindi lavora sodo, d'accordo?»
«Sì, d'accordo» rispose Harry serio, guardando il viso prematuramente segnato di Lupin. «Ci vediamo».
I sei ragazzi risalirono il viale scivoloso verso il castello, trascinando i bauli. Hermione parlava già di sferruzzare altri berretti da elfo prima di
andare a dormire. Quando furono davanti alle porte di quercia, Harry si guardò indietro: il Nottetempo se n'era andato, ma quasi quasi, visto che cosa lo aspettava la sera dopo, avrebbe preferito trovarsi ancora a bordo.
*
Harry passò gran parte del giorno seguente aspettando con terrore la sera. La doppia lezione di Pozioni del mattino non dissipò per nulla la sua trepidazione, visto che Piton fu più sgradevole che mai. Il suo umore peggiorò ancora perché vari membri dell'ES continuavano ad avvicinarsi per chiedergli se quella sera ci sarebbe stata riunione.
«Vi farò sapere nel solito modo» ripeté Harry a tutti quanti, «ma stasera non posso, devo andare... ehm... a un recupero di Pozioni».
«Tu prendi ripetizioni?» gli chiese Zacharias Smith in tono sdegnoso, dopo averlo incastrato nella Sala d'Ingresso alla fine del pranzo. «Santo cielo, devi essere un disastro. Piton di solito non dà ripetizioni, se non sbaglio».
Mentre Smith si allontanava fastidiosamente compiaciuto, Ron lo guardò storto.
«Glielo faccio, un incantesimo? Da qui lo becco ancora» disse, levando la bacchetta e puntandola tra le scapole di Smith. «Lascia stare» rispose Harry, cupo. «È quello che penseranno tutti, no? Che sono un defi...»
«Ciao, Harry» fece una voce alle sue spalle. Harry si voltò e si trovò di
fronte a Cho.

[….]

Alle sei, tuttavia, persino l'euforia di essere riuscito a invitare Cho Chang non poté alleviare i sinistri presagi che si addensavano a ogni passo verso l'ufficio di Piton. Si fermò un istante davanti alla porta, desiderando di essere in qualunque altro posto, poi trasse un profondo respiro, bussò ed entrò.
Le pareti della stanza in penombra erano occupate da scaffali carichi di centinaia di barattoli di vetro, in cui viscidi pezzi di animali e piante erano sospesi in pozioni di vari colori. In un angolo c'era l'armadio pieno di ingredienti che Piton una volta aveva accusato Harry - non a torto - di aver saccheggiato. L'attenzione di Harry fu però attratta dalla scrivania, sulla quale era posato un bacile di pietra poco profondo, coperto di rune e simboli incisi, immerso nella luce delle candele. Harry lo riconobbe all'istante: era il Pensatolo di Silente. Si chiese che cosa ci faceva lì, e sobbalzò quando la fredda voce di Piton comandò dal buio: «Chiudi la porta, Potter».

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Harry obbedì, con la terribile sensazione di chiudersi in trappola. Quando si voltò, Piton si era spostato alla luce e indicava senza parlare la sedia di fronte alla scrivania. Harry sedette e Piton fece altrettanto, fissandolo con i suoi freddi occhi neri, il disprezzo inciso in ogni ruga del volto. «Bene, Potter, sai perché sei qui» disse. «Il Preside mi ha chiesto di insegnarti l'Occlumanzia. Posso solo sperare che ti dimostrerai più portato che per Pozioni».
«Bene» replicò rapido Harry.
«Questa non è una lezione normale, Potter» disse Piton stringendo gli occhi con malevolenza, «ma sono sempre il tuo insegnante e perciò devi chiamarmi 'signore' o 'professore'».
«Sì... signore» rispose Harry.
«Dunque, l'Occlumanzia. Come ti ho detto nella cucina del tuo caro padrino, questa branca della magia chiude la mente alle intrusioni e alle influenze esterne». «E perché il professor Silente crede che ne abbia bisogno, signore?» domandò Harry, guardando Piton dritto negli occhi e chiedendosi se avrebbe risposto. Piton ricambiò lo sguardo per un momento, poi disse, sprezzante: «Dovresti esserci arrivato anche tu, a questo punto, Potter. L'Oscuro Signore è molto abile nella Legilimanzia...»
«Che cos'è? Signore?»
«È la capacità di estrarre emozioni e ricordi dalla mente di un'altra persona...» «Sa leggere il pensiero?» chiese in fretta Harry, sentendo confermare le sue peggiori paure. «Tu non hai acume, Potter» rispose Piton, con i neri occhi che scintillavano. «Non capisci le sfumature. È uno dei difetti che ti rendono un pozionista così scadente».
Piton fece una pausa prima di continuare, a quel che pareva per assaporare il gusto di insultare Harry.
«Solo i Babbani parlano di 'lettura del pensiero'. I pensieri non sono un libro che si possa aprire ed esaminare a piacimento. Non sono incisi all'interno del cranio in modo che qualunque intruso possa leggerli. La mente è qualcosa di complesso e stratificato, Potter... o perlomeno, la maggior parte delle menti lo sono». Sorrise, beffardo. «È comunque vero che chi padroneggia la Legilimanzia è in grado, in condizioni particolari, di scavare nella mente delle sue vittime e interpretare correttamente ciò che vi trova. L'Oscuro Signore, per esempio, sa quasi sempre se qualcuno gli sta mentendo. Solo chi è abile in Occlumanzia è in grado di escludere i ricordi e le emozioni che contraddicono la bugia, e può così mentire in sua presenza senza essere scoperto».

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Checché ne dicesse Piton, a Harry la Legilimanzia sembrava proprio la lettura del pensiero, e non gli piaceva affatto. «Quindi lui potrebbe sapere che cosa stiamo pensando ora? Signore?» «L'Oscuro Signore si trova a una considerevole distanza e le mura e i terreni di Hogwarts sono protetti da molti incantesimi antichi che garantiscono l'incolumità fisica e mentale di coloro che vi abitano» rispose Piton. «Il tempo e lo spazio sono importanti nella magia, Potter. Il contatto visivo spesso essenziale per la Legilimanzia».
«Be', allora perché devo imparare l'Occlumanzia?» Piton guardò Harry, passandosi un lungo dito magro sulle labbra. «A quanto pare le abituali regole non valgono per te, Potter. La maledizione che non ti ha ucciso sembra aver creato una sorta di connessione fra te e l'Oscuro Signore. Le prove suggeriscono che a volte, quando la tua mente è più rilassata e vulnerabile - durante il sonno, per esempio - tu condividi i suoi pensieri e le sue emozioni. Il Preside ritiene che questo non debba continuare. Desidera che io ti insegni a chiudere la mente all'Oscuro Signore».
Il cuore di Harry batteva forte di nuovo. I conti non tornavano.
«Ma perché il professor Silente vuole che smetta?» chiese all'improvviso. «A me non piace, ma è stato utile, no? Voglio dire... se non avessi visto quel serpente che attaccava il signor Weasley, il professor Silente non avrebbe potuto salvarlo, vero? Signore?»
Piton fissò Harry per qualche istante, sempre passandosi il dito sulle labbra. Quando parlò di nuovo, lo fece con deliberata lentezza, come soppesando le parole.
«A quanto pare l'Oscuro Signore non si era reso conto del vostro legame. Finora sembra che tu abbia provato le sue emozioni e condiviso i suoi pensieri senza che lui lo sapesse. Tuttavia, la visione che hai avuto poco prima di Natale...» «Quella del serpente e del signor Weasley?» «Non interrompermi, Potter» mormorò Piton con voce minacciosa. «Come stavo dicendo, la visione che hai avuto poco prima di Natale ha rappresentato un'incursione così potente nel pensiero dell'Oscuro Signore...»
«Io ero nella testa del serpente, non nella sua!»
«Non ti ho appena detto di non interrompermi, Potter?»
Ma a Harry non importava che Piton fosse arrabbiato; finalmente gli sembrava di venire a capo della questione; senza rendersene conto si era spostato sull'orlo della sedia, teso come per spiccare il volo.
«Perché vedevo con gli occhi del serpente se condivido i pensieri di Voldemort?»
«Non pronunciare il nome dell'Oscuro Signore!» sbottò Piton. Calò un silenzio sgradevole. I due si scambiarono un'occhiataccia sopra il Pensatoio. «Il professor Silente lo pronuncia» disse Harry piano. «Silente è un mago di grande potere» mormorò Piton. «Se lui si sente sicuro a usare quel nome... il resto di noi...» Si strofinò l'avambraccio sinistro, a quel che pareva inconsciamente, nel punto dove Harry sapeva che il Marchio Nero era impresso a fuoco nella pelle.
«Volevo solo sapere» riprese Harry, sforzandosi di essere gentile, «perché...» «A quanto sembra sei stato nel serpente perché l'Oscuro Signore si trovava lì in quel momento» ringhiò Piton. «Stava possedendo il serpente, e quindi tu hai sognato di essere lì». «E Vol... lui... ha capito che c'ero anch'io?» «Così pare» rispose gelido Piton. «Come fate a saperlo?» chiese Harry, concitato. «È solo un'idea del professor Silente, o...?» «Ti ho detto» disse Piton rigido, gli occhi ridotti a fessure, «di chiamarmi 'signore'». «Sì, signore» si corresse Harry con impazienza, «ma come fate a sapere...?»
«Lo sappiamo e basta» tagliò corto Piton. «L'importante è che l'Oscuro Signore ora è a conoscenza del fatto che tu hai accesso ai suoi pensieri e sensazioni. Ha dedotto che il processo probabilmente funziona anche al contrario; vale a dire che potrebbe avere accesso ai tuoi pensieri e sensazioni...»
«E potrebbe cercare di farmi fare delle cose?» chiese Harry. «Signore?» si affrettò ad aggiungere. «Potrebbe» rispose Piton, in tono freddo e noncurante. «Il che ci riporta all'Occlumanzia».
Piton estrasse la bacchetta da una tasca interna e Harry s'irrigidì sulla sedia, ma Piton si limitò ad avvicinarsi la bacchetta alla tempia, la punta affondata all'attaccatura dei capelli unti. Quando la ritrasse, venne via anche una sostanza argentea, tesa fra la tempia e la bacchetta come uno spesso filo di ragnatela, che si spezzò e cadde con grazia nel Pensatoio, dove turbinò, né gassosa né liquida. Ancora per due volte Piton avvicinò la bacchetta alla tempia e ripeté l'operazione, poi, senza alcun commento, sollevò con cautela il Pensatoio e lo ripose su uno scaffale lontano, tornando a fronteggiare Harry con la bacchetta puntata.
«Alzati e prendi la bacchetta, Potter». Harry si alzò, nervoso. Erano uno davanti all'altro, con la scrivania in mezzo. «Puoi usare la bacchetta per tentare di disarmarmi, o difenderti in qualunque altro modo» disse Piton. «E lei che cosa farà?» domandò Harry, guardando con apprensione la bacchetta di Piton. «Cercherò di forzare la tua mente» rispose Piton soave. «Vediamo quanto sei in grado di resistere. Mi hanno detto che hai già mostrato attitudine a opporti alla Maledizione Imperius. Scoprirai che per questo ci vuole un potere simile... ora concentrati. Legilimens!»
Piton colpì prima che Harry fosse pronto, prima che avesse anche solo cominciato a raccogliere le forze. L'ufficio fluttuò davanti ai suoi occhi e svanì; le immagini si susseguivano veloci nella sua testa, come un film tremolante, così vivido da abbagliare.
Aveva cinque anni, e guardava Dudley sulla sua nuova bicicletta rossa col cuore gonfio di invidia... aveva nove anni, e Squarta il bulldog lo aveva costretto a scappare su un albero, con i Dursley che ridevano nel prato... era seduto sotto il Cappello Parlante, che gli diceva che sarebbe stato bene a Serpeverde... Hermione era a letto in infermeria, col viso coperto di folti peli neri... un centinaio di Dissennatori lo circondavano sulla riva del lago scuro... Cho Chang gli si avvicinava sotto il vischio... No, disse una voce nella testa di Harry, mentre il ricordo di Cho si faceva più vicino, questo non lo vedi, non lo vedi, è una cosa personale... Sentì una fitta al ginocchio. L'ufficio di Piton era di nuovo visibile e si rese conto di essere caduto a terra; aveva sbattuto dolorosamente contro una gamba della scrivania. Guardò Piton, che aveva abbassato la bacchetta e si massaggiava il polso, dove si era aperta una brutta piaga, simile a un'ustione. «Volevi scagliare una Fattura Pungente?» chiese Piton, gelido. «No» rispose Harry in tono amaro, alzandosi. «Lo immaginavo» commentò Piton, sprezzante. «Mi hai permesso di andare troppo a fondo. Hai perso il controllo».
«Ha visto tutto quello che vedevo io?» chiese Harry, anche se non era sicuro di voler sentire la risposta. «Delle immagini» rispose Piton, stringendo le labbra. «Di chi era il cane?» «Di mia zia Marge» mormorò Harry, odiandolo. «Bene, per essere un primo tentativo non è poi troppo scarso» disse Piton, alzando di nuovo la bacchetta. «Alla fine sei riuscito a fermarmi, anche se hai sprecato tempo ed energia per urlare. Devi rimanere concentrato. Respingimi con la mente e non avrai bisogno di ricorrere alla bacchetta».
«Io ci provo» ribatté Harry con rabbia, «ma lei non mi spiega come fa-e!» «Modera il tono, Potter» disse minaccioso Piton. «Ora voglio che tu chiuda gli occhi».
Harry gli scoccò uno sguardo obliquo prima di eseguire. Non gli piaceva l'idea di stare lì a occhi chiusi davanti a Piton con la bacchetta puntata.
«Svuota la mente, Potter» ordinò la sua voce fredda. «Liberati di ogni emozione...»
Ma la rabbia nei suoi confronti continuava a pulsare nelle vene di Harry come veleno. Liberarsi della rabbia? Era più facile tagliarsi le gambe... «Non lo stai facendo, Potter... serve più disciplina... ora concentrati...»
Harry cercò di svuotare la mente, cercò di non pensare, o ricordare, o sentire...

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«Ricominciamo... al mio tre... uno, due, tre... Legilimens!» Un grande drago nero ruggiva davanti a lui... suo padre e sua madre lo salutavano da uno specchio incantato... Cedric Diggory giaceva a terra con gli occhi sbarrati, fissi su di lui... «Nooooooo!»
Harry era di nuovo in ginocchio, il viso tra le mani, la testa che doleva come se qualcuno avesse cercato di strappargli via il cervello. «In piedi!» ordinò Piton aspro. «In piedi! Non ci stai provando, non fai nessuno sforzo. Mi lasci libero accesso ai ricordi che temi, mi offri delle armi!»
Harry si alzò di nuovo, il cuore in gola come se avesse davvero visto Cedric morto al cimitero. Piton era più pallido e arrabbiato che mai, anche se nemmeno lontanamente furioso quanto lui. «Io... mi... sto... sforzando» disse a denti stretti. «Ti ho detto di liberarti delle emozioni!»
«Sì? Be', in questo momento lo trovo difficile» ringhiò Harry. «Allora sarai una facile preda per l'Oscuro Signore!» gridò Piton. «Gli sciocchi che portano il proprio cuore con orgoglio sul bavero, che non riescono a controllare le emozioni, che si crogiolano nei ricordi tristi e si lasciano provocare così facilmente... gente debole, in altre parole... non hanno alcuna possibilità contro il suo potere! Entrerà nella tua mente con una facilità inverosimile, Potter!»
«Io non sono debole» disse Harry a voce bassa, mentre la furia montava così rapida che avrebbe potuto aggredire Piton da un momento all'altro. «Allora dimostralo! Controllati!» sbottò Piton. «Misura la rabbia, disciplina la mente! Proviamo di nuovo! Preparati! Legilimens!»

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Vide zio Vernon che chiudeva a martellate la buca delle lettere... cento Dissennatori attraversavano il lago fluttuando e venivano verso di lui... correva lungo un corridoio senza finestre insieme al signor Weasley... si stavano avvicinando alla porta nera e liscia alla fine del corridoio... Harry si aspettava di entrare... ma il signor Weasley lo guidava verso sinistra, giù per una rampa di scale di pietra... «LO SO! LO SO!»

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Era di nuovo a quattro zampe sul pavimento dell'ufficio di Piton; la cicatrice bruciava in modo spiacevole, ma la voce che era uscita dalle sue labbra era trionfante. Si rialzò e vide che Piton lo fissava, la bacchetta levata.
Ma stavolta sembrava che avesse interrotto l'incantesimo prima ancora che Harry tentasse di resistere.
«Che cos'è successo, Potter?» chiese, guardandolo intensamente. «Ho visto... ho ricordato» ansimò Harry. «Ho appena capito...» «Capito cosa?» sibilò Piton.
Harry non rispose subito; stava ancora assaporando quel lampo accecante di comprensione, mentre si passava le dita sulla cicatrice...
Per mesi aveva sognato un corridoio senza finestre che terminava con una porta chiusa a chiave, senza mai capire che si trattava di un luogo vero. Ora, rivedendo quel ricordo, capiva di aver sempre sognato il corridoio percorso insieme al signor Weasley il dodici agosto, mentre correvano ver-
so la sala udienze del Ministero; era quello che portava all'Ufficio Misteri, ed era lì che il signor Weasley si trovava la notte in cui era stato attaccato dal serpente. Alzò lo sguardo su Piton.
«Cosa c'è nell'Ufficio Misteri?»
«Che cosa hai detto?» chiese Piton a voce bassa, e Harry vide, con profonda soddisfazione, che era innervosito.
«Ho detto cosa c'è nell'Ufficio Misteri, signore?» ripeté Harry. «E perché» chiese a sua volta Piton, lentamente, «mi fai una domanda del genere?»
«Perché» rispose Harry, guardando Piton in attesa della sua reazione, «il corridoio che ho appena visto, che sogno da mesi... l'ho appena riconosciuto... porta all'Ufficio Misteri... e credo che Voldemort voglia qualcosa da...» «Ti ho detto di non pronunciare il nome dell'Oscuro Signore!»
Si guardarono storto. La cicatrice diede un'altra fitta, ma Harry non vi badò. Piton sembrava agitato; ma quando parlò di nuovo, cercò di apparire freddo e distaccato.
«Ci sono molte cose nell'Ufficio Misteri, Potter, poche alla portata della tua comprensione e nessuna che ti riguardi. Sono stato chiaro?» «Sì» rispose Harry, massaggiandosi la fronte che bruciava sempre più forte.
«Voglio che torni qui mercoledì alla stessa ora. Continueremo a lavorare». «D'accordo» disse Harry. Non vedeva l'ora di uscire e cercare Ron e Hermione. «Devi sgombrare la tua mente da ogni emozione tutte le notti prima di dormire; svuotala, rendila piatta e calma. Hai capito?» «Sì» rispose Harry, che ascoltava appena. «E ti avverto, Potter... lo capirò, se non ti sei esercitato...»
«Bene» borbottò Harry. Prese la sua borsa e corse alla porta. Mentre la apriva si voltò a guardare Piton, che gli dava le spalle: stava raccogliendo i propri pensieri dal Pensatoio e se li rimetteva con cura dentro la testa


In inglese

Lupin and Tonks helped them off the bus with their luggage, then got off to say goodbye. Harry glanced up at the three decks of the Knight Bus and saw all the passengers staring down at them, noses flat against the windows.
"You'll be safe once you're in the grounds," said Tonks, casting a careful eye around at the deserted road. "Have a good term, OK?"
"Look after yourselves," said Lupin, shaking hands all round and reaching Harry last. "And listen…" he lowered his voice while the rest of them exchanged last-minute goodbyes with Tonks, "Harry, I know you don't like Snape, but he is a superb Occlumens and we all - Sirius included - want you to learn to protect yourself, so work hard, all right?"
"Yeah, all right," said Harry heavily, looking up into Lupin's prematurely lined face. "See you, then."
The six of them struggled up the slippery drive towards the castle, dragging their trunks. Hermione was already talking about knitting a few elf hats before bedtime. Harry glanced back when they reached the oaken front doors; the Knight
Bus had already gone and he half-wished, given what was coming the following evening, that he was still on board.
*
Harry spent most of the next day dreading the evening. His morning double-Potions lesson did nothing to dispel his trepidation, as Snape was as unpleasant as ever. His mood was further lowered by the DA members constantly approaching him in the corridors between classes, asking hopefully if there would be a meeting that night.
Til let you know in the usual way when the next one is," Harry said over and over again, "but I can't do it tonight, I"ve got to go to - er - remedial
Potions."
"You take remedial Potions!" asked Zacharias Smith superciliously, having cornered Harry in the Entrance Hall after lunch. "Good Lord, you must be terrible. Snape doesn't usually give extra lessons, does he?"
As Smith strode away in an annoyingly buoyant fashion, Ron glared after him.
"Shall I jinx him? I can still get him from here," he said, raising his wand and taking aim between Smith's shoulder blades.
"Forget it," said Harry dismally. "It's what everyone's going to think, isn't it? That I"m really stup—"
"Hi, Harry," said a voice behind him. He turned round and found Cho standing there.
[….]
By six o'clock that evening, however, even the glow of having successfully asked out Cho Chang could not lighten the ominous feelings that intensified with every step Harry took towards Snape's office.
He paused outside the door when he reached it, wishing he were almost anywhere else, then, taking a deep breath, he knocked and entered.
The shadowy room was lined with shelves bearing hundreds of glass jars in which slimy bits of animals and plants were suspended in variously coloured potions.
In one corner stood the cupboard full of ingredients that Snape had once accused
Harry - not without reason - of robbing. Harry's attention was drawn towards the desk, however, where a shallow stone basin engraved with runes and symbols lay in a pool of candlelight. Harry recognised it at once - it was Dumbledore's
Pensieve. Wondering what on earth it was doing there, he jumped when Snape's cold voice came out of the shadows.
"Shut the door behind you, Potter."
Harry did as he was told, with the horrible feeling that he was imprisoning himself. When he turned back into the room, Snape had moved into the light and was pointing silently at the chair opposite his desk. Harry sat down and so did
Snape, his cold black eyes fixed unblinkingly upon Harry, dislike etched in every line of his face.
"Well, Potter, you know why you are here," he said. The Headmaster has asked me to teach you Occlumency. I can only hope that you prove more adept at it than at
Potions."
"Right," said Harry tersely.
This may not be an ordinary class, Potter," said Snape, his eyes narrowed malevolently, "but I am still your teacher and you will therefore call me "sir" or "Professor" at all times."
"Yes… sir," said Harry.
Snape continued to survey him through narrowed eyes for a moment, then said,
"Now, Occlumency. As I told you back in your dear godfather's kitchen, this branch of magic seals the mind against magical intrusion and influence."
"And why does Professor Dumbledore think I need it, sir?" said Harry, looking directly into Snape's eyes and wondering whether Snape would answer.
Snape looked back at him for a moment and then said contemptuously, "Surely even you could have worked that out by now, Potter? The Dark Lord is highly skilled at Legilimency -"
"What's that? Sir?"
"It is the ability to extract feelings and memories from another persons mind -"
"He can read minds?" said Harry quickly, his worst fears confirmed.
"You have no subtlety, Potter," said Snape, his dark eyes glittering. "You do not understand fine distinctions. It is one of the shortcomings that makes you such a lamentable potion-maker."
Snape paused for a moment, apparently to savour the pleasure of insulting Harry, before continuing.
"Only Muggles talk of "mind-reading". The mind is not a book, to be opened at will and examined at leisure. Thoughts are not etched on the inside of skulls, to be perused by any invader. The mind is a complex and many-layered thing,
Potter - or at least, most minds are." He smirked. "It is true, however, that those who have mastered Legilimency are able, under certain conditions, to delve into the minds of their victims and to interpret their findings correctly. The
Dark Lord, for instance, almost always knows when somebody is lying to him. Only those skilled at Occlumency are able to shut down those feelings and memories that contradict the lie, and so can utter falsehoods in his presence without detection."
Whatever Snape said, Legilimency sounded like mind-reading to Harry, and he didn't like the sound of it at all.
"So he could know what we're thinking right now? Sir?"
The Dark Lord is at a considerable distance and the walls and grounds of
Hogwarts are guarded by many ancient spells and charms to ensure the bodily and mental safety of those who dwell within them," said Snape. Time and space matter in magic, Potter. Eye contact is often essential to Legilimency."
"Well then, why do I have to learn Occlumency?"
Snape eyed Harry, tracing his mouth with one long, thin finger as he did so.
The usual rules do not seem to apply with you, Potter. The curse that failed to kill you seems to have forged some kind of connection between you and the Dark
Lord. The evidence suggests that at times, when your mind is most relaxed and vulnerable - when you are asleep, for instance - you are sharing the Dark Lord's thoughts and emotions. The Headmaster thinks it inadvisable for this to continue. He wishes me to teach you how to close your mind to the Dark Lord."
Harry's heart was pumping fast again. None of this added up.
"But why does Professor Dumbledore want to stop it?" he asked abruptly. "I don't like it much, but it's been useful, hasn't it? I mean… I saw that snake attack
Mr Weasley and if I hadn't, Professor Dumbledore wouldn't have been able to save him, would he? Sir?"
Snape stared at Harry for a few moments, still tracing his mouth with his finger. When he spoke again, it was slowly and deliberately, as though he weighed every word.
"It appears that the Dark Lord has been unaware of the connection between you and himself until very recently. Up till now it seems that you have been experiencing his emotions, and sharing his thoughts, without his being any the wiser. However, the vision you had shortly before Christmas -"
The one with the snake and Mr Weasley?"
"Do not interrupt me, Potter," said Snape in a dangerous voice. "As I was saying, the vision you had shortly before Christmas represented such a powerful incursion upon the Dark Lord's thoughts -"
"I saw inside the snake's head, not his!"
"1 thought I just told you not to interrupt me, Potter?"
But Harry did not care if Snape was angry; at last he seemed to be getting to the bottom of this business; he had moved forwards in his chair so that, without realising it, he was perched on the very edge, tense as though poised for flight.
"How come I saw through the snakes eyes if it's Voldemort's thoughts I"m sharing?"
"Do not say the Dark Lord's name!" spat Snape.
There was a nasty silence. They glared at each other across the Pensieve.
"Professor Dumbledore says his name," said Harry quietly.
"Dumbledore is an extremely powerful wizard," Snape muttered. "While he may feel secure enough to use the name… the rest of us…" He rubbed his left forearm, apparently unconsciously, on the spot where Harry knew the Dark Mark was burned into his skin.
"I just wanted to know," Harry began again, forcing his voice back to politeness, "why -"
"You seem to have visited the snake's mind because that was where the Dark Lord was at that particular moment," snarled Snape. "He was possessing the snake at the time and so you dreamed you were inside it, too."
"And Vol— he - realised I was there?"
"It seems so," said Snape coolly.
"How do you know?" said Harry urgently. "Is this just Professor Dumbledore guessing, or -?"
"I told you," said Snape, rigid in his chair, his eyes slits, "to call me
"sir"."
"Yes, sir," said Harry impatiently, "but how do you know -?"
"It is enough that we know," said Snape repressively. The important point is that the Dark Lord is now aware that you are gaining access to his thoughts and feelings. He has also deduced that the process is likely to work in reverse; that is to say, he has realised that he might be able to access your thoughts and feelings in return -"
"And he might try and make me do things?" asked Harry. "Sir?" he added hurriedly.
"He might," said Snape, sounding cold and unconcerned. "Which brings us back to
Occlumency."
Snape pulled out his wand from an inside pocket of his robes and Harry tensed in his chair, but Snape merely raised the wand to his temple and placed its tip into the greasy roots of his hair. When he withdrew it, some silvery substance came away, stretching from temple to wand like a thick gossamer strand, which broke as he pulled the wand away from it and fell gracefully into the Pensieve, where it swirled silvery-white, neither gas nor liquid. Twice more, Snape raised the wand to his temple and deposited the silvery substance into the stone basin, then, without offering any explanation of his behaviour, he picked up the
Pensieve carefully, removed it to a shelf out of their way and returned to face
Harry with his wand held at the ready.
"Stand up and take out your wand, Potter."
Harry got to his feet, feeling nervous. They faced each other with the desk between them.
"You may use your wand to attempt to disarm me, or defend yourself in any other way you can think of," said Snape.
"And what are you going to do?" Harry asked, eyeing Snape's wand apprehensively.
"I am about to attempt to break into your mind," said Snape softly. "We are going to see how well you resist. I have been told that you have already shown aptitude at resisting the Imperius Curse. You will find that similar powers are needed for this… brace yourself, now. Legilimens!"
Snape had struck before Harry was ready, before he had even begun to summon any force of resistance. The office swam in front of his eyes and vanished; image after image was racing through his mind like a flickering film so vivid it blinded him to his surroundings.
He was five, watching Dudley riding a new red bicycle, and his heart was bursting with jealousy… he was nine, and Ripper the bulldog was chasing him up a tree and the Dursleys were laughing below on the lawn… he was sitting under the
Sorting Hat, and it was telling him he would do well in Slytherin… Hermione was lying in the hospital wing, her face covered with thick black hair… a hundred
Dementors were closing in on him beside the dark lake… Cho Chang was drawing nearer to him under the mistletoe…
No, said a voice inside Harry's head, as the memory of Cho drew nearer, you're not watching that, you're not watching it, it's private ."
He felt a sharp pain in his knee. Snape's office had come back into view and he realised that he had fallen to the floor; one of his knees had collided painfully with the leg of Snape's desk. He looked up at Snape, who had lowered his wand and was rubbing his wrist. There was an angry weal there, like a scorch mark.
"Did you mean to produce a Stinging Hex?" asked Snape coolly.
"No," said Harry bitterly, getting up from the floor.
"I thought not," said Snape, watching him closely. "You let me get in too far.
You lost control."
"Did you see everything 1 saw?" Harry asked, unsure whether he wanted to hear the answer.
"Flashes of it," said Snape, his lip curling. To whom did the dog belong?"
"My Aunt Marge," Harry muttered, hating Snape.
"Well, for a first attempt that was not as poor as it might have been," said
Snape, raising his wand once more. "You managed to stop me eventually, though you wasted time and energy shouting. You must remain focused. Repel me with your brain and you will not need to resort to your wand."
"I"m trying," said Harry angrily, "but you're not telling me how!"
"Manners, Potter," said Snape dangerously. "Now, I want you to close your eyes."
Harry threw him a filthy look before doing as he was told. He did not like the idea of standing there with his eyes shut while Snape faced him, carrying a wand.
"Clear your mind, Potter," said Snape's cold voice. "Let go of all emotion…"
But Harry's anger at Snape continued to pound through his veins like venom. Let go of his anger? He could as easily detach his legs…
"You're not doing it, Potter… you will need more discipline than this… focus, now…"
Harry tried to empty his mind, tried not to think, or remember, or feel…
"Let's go again… on the count of three… one - two - three -Legilimens!"
A great black dragon was rearing in front of him… his father and mother were waving at him out of an enchanted mirror… Cedric Diggory was lying on the ground with blank eyes staring at him…
"NOOOOOOO!"
Harry was on his knees again, his face buried in his hands, his brain aching as though someone had been trying to pull it from his skull.
"Get up!" said Snape sharply. "Get up! You are not trying, you are making no effort. You are allowing me access to memories you fear, handing me weapons!"
Harry stood up again, his heart thumping wildly as though he had reallyjust seen
Cedric dead in the graveyard. Snape looked paler than usual, and angrier, though not nearly as angry as Harry was.
"I - am - making - an - effort," he said through clenched teeth.
"I told you to empty yourself of emotion!"
"Yeah? Well, I"m finding that hard at the moment," Harry snarled.
Then you will find yourself easy prey for the Dark Lord!" said Snape savagely.
"Fools who wear their hearts proudly on their sleeves, who cannot control their emotions, who wallow in sad memories and allow themselves to be provoked so easily - weak people, in other words - they stand no chance against his powers!
He will penetrate your mind with absurd ease, Potter!"
"I am not weak," said Harry in a low voice, fury now pumping through him so that he thought he might attack Snape in a moment.
Then prove it! Master yourself!" spat Snape. "Control your anger, discipline your mind! We shall try again! Get ready, now! Legüimens!"
He was watching Uncle Vernon hammering the letterbox shut… a hundred Dementors were drifting across the lake in the grounds towards him… he was running along a windowless passage with Mr Weasley… they were drawing nearer to the plain black door at the end of the corridor… Harry expected to go through it… but Mr Weasley led him off to the left, down a flight of stone steps…
"I KNOW! 1 KNOW!"
He was on all fours again on Snape's office floor, his scar was prickling unpleasantly, but the voice that had just issued from his mouth was triumphant.
He pushed himself up again to find Snape staring at him, his wand raised. It looked as though, this time, Snape had lifted the spell before Harry had even tried to fight back.
"What happened then, Potter?" he asked, eyeing Harry intently.
"I saw - I remembered," Harry panted. "I"ve just realised…"
"Realised what?" asked Snape sharply.
Harry did not answer at once; he was still savouring the moment of blinding realisation as he rubbed his forehead…
He had been dreaming about a windowless corridor ending in a locked door for months, without once realising that it was a real place. Now, seeing the memory again, he knew that all along he had been dreaming about the corridor down which he had run with Mr Weasley on the twelfth of August as they hurried to the courtrooms in the Ministry; it was the corridor leading to the Department of
Mysteries and Mr Weasley had been there the night that he had been attacked by
Voldemort's snake.
He looked up at Snape.
"What's in the Department of Mysteries?"
"What did you say?" Snape asked quietly and Harry saw, with deep satisfaction, that Snape was unnerved.
"1 said, what's in the Department of Mysteries, sir?" Harry said.
"And why," said Snape slowly, "would you ask such a thing?"
"Because," said Harry, watching Snape's face closely, "that corridor'I"ve just seen - I"ve been dreaming about it for months — I"ve just recognised it - it leads to the Department of Mysteries… and I think Voldemort wants something from —"
"I have told you not to say the Dark Lord's name!"
They glared at each other. Harrys scar seared again, but he did not care. Snape looked agitated; but when he spoke again he sounded as though he was trying to appear cool and unconcerned.
There are many things in the Department of Mysteries, Potter, few of which you would understand and none of which concern you. Do I make myself plain?"
"Yes," Harry said, still rubbing his prickling scar, which was becoming more painful.
"I want you back here same time on Wednesday. We will continue work then."
Tine," said Harry. He was desperate to get out of Snape's office and find Ron and Hermione.
"You are to rid your mind of all emotion every night before sleep; empty it, make it blank and calm, you understand?"
"Yes," said Harry, who was barely listening.
"And be warned, Potter… I shall know if you have not practised."
"Right," Harry mumbled. He picked up his schoolbag, swung it over his shoulder and hurried towards the office door. As he opened it, he glanced back at Snape, who had his back to Harry and was scooping his own thoughts out of the Pensieve with the tip of his wand and replacing them carefully inside his own head. Harry left without another word, closing the door carefully behind him, his scar still throbbing painfully.
 
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view post Posted on 4/12/2016, 16:52
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Insieme alla scena in cui mostra il Marchio e poi se ne va ad affrontare Voldemort, quella in cui non vuole uccidere Silente e quella in cui lo uccide, seguita dal duello con Harry, questa è tra le mie scene preferite: Severus in modo grandioso afferma di fare fesso Voldemort. E' semplicemente sublime! :lovelove: :lovelove: :lovelove: :lovelove:
 
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view post Posted on 23/4/2017, 18:14
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CITAZIONE (chiara53 @ 9/2/2016, 18:00) 
Vi propongo oggi un primo breve brano, quasi umoristico, in cui ci sono Minerva e Severus sportivamente contrapposti.

Pagg. 382-3 Quidditch e Serpeverde

I Direttori delle Case in campo, malgrado tentassero di esibire un decoroso equilibrio, erano determinati a veder vincere la propria parte. Harry si rese conto di quanto la professoressa McGranitt tenesse a battere Serpeverde quando lei si astenne dall'assegnare compiti la settimana prima dell'incontro.
«Credo che abbiate abbastanza da fare al momento» disse, altera. Nessuno riuscì a credere alle proprie orecchie finché lei non guardò Harry e Ron negli occhi e aggiunse con aria truce: «Mi sono abituata ad avere la coppa nel mio ufficio, ragazzi, e non ho proprio voglia di cederla al professor Piton, perciò usate il tempo libero per allenarvi, intesi?»
Piton non era meno partigiano; aveva prenotato il campo di Quidditch per gli allenamenti di Serpeverde così spesso che Grifondoro aveva difficoltà ad andare a giocare. Faceva anche orecchie da mercante alle varie testimonianze di fatture scagliate dai Serpeverde sui giocatori di Grifondoro nei corridoi. Quando Alicia Spinnet si presentò in infermeria con le sopracciglia così folte che le oscuravano la vista e le finivano in bocca, Piton sostenne che doveva aver tentato un Incantesimo Parruccone su se stessa e rifiutò di ascoltare i quattordici testimoni oculari che dichiaravano di aver visto il Portiere di Serpeverde, Miles Bletchley, colpirla alle spalle con un incantesimo mentre studiava in biblioteca.

Con l'infinito ritardo di oltre un anno... riprendo a commentare.
Visto il tempo intercorso, ripropongo per forza anche il brano, che è davvero carino e mostra che sia Minerva sia Severus sono davvero tifosi sfegatati della propria squadra. Piton certo non scherza e finge di ignorare anche l'evidenza, ma di Minerva non dimenticherò mai che:
- nel primo anno ha violato la ferrea regola della scuola che prevede che i ragazzi del primo anno non possono entrare in squadra (ancora stanno imparando a volare sulla scopa...)
- nel quarto (?) anno ancora ha permesso che le regole della scuola fossero violate permettendo a Harry di usare la sua scopa personale, la Nimbus 2000 regalatagli da Sirius. Ok, i Serpeverde "pareggiano" con Malfoy che "compra" al figlio il posto in squadra rifornendola di scope nuovissime.

Per il resto, Severus e Minerva sono davvero deliziosi quando si "scornano" tra loro per la Coppa! :lol:
 
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view post Posted on 25/4/2017, 16:17
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CITAZIONE (chiara53 @ 9/2/2016, 18:00) 
«Il professor Piton, Harry. In cucina. Vuole parlarti».
L'orrore gli fece spalancare la bocca. Si voltò verso Ron, Hermione e Ginny, che gli restituirono lo stesso sguardo.

Addirittura orrore… in tutti e tre i ragazzi!!! E si che sanno benissimo che anche Piton appartiene all'Ordine e rischia la vita facendo la spia! Ma, niente da fare, la Potter-visione impera e JKR spara a raffica su Piton per renderlo quanto più odioso possibile nel 5° libro, che è invece un anno in cui Severus fa davvero di tutto per aiutare Harry.

CITAZIONE
«Piton?» domandò incredulo Harry.
«Il professor Piton, caro» ripeté la signora Weasley in tono di rimprovero. «Muoviti, dice che non può restare molto».

Non so se il sottolineare il rispetto insito nel titolo "professore" mi piace oppure… sa solo di falsità. In fin dei conti, non mi pare che né Molly né gli altri siano poi molto simpatici e disponibili nei confronti di Piton, che ovviamente li ripaga con gli interessi. E consideriamo che gli adulti sanno benissimo cosa fa Piton, quali rischi corre e quali preziose informazioni riesce a portare!

CITAZIONE
Piton si girò verso di lui, il volto incorniciato dagli unti capelli neri.

Evvai, ribadiamo che ha i capelli unti. Certo, lui non passa il suo tempo a non fare una mazza, come ribadirà in modo deliziosamente sarcastico nei confronti di Sirius.

CITAZIONE
«Siediti, Potter».
«Sai» disse Sirius a voce alta, dondolando sulle gambe posteriori della sedia e parlando al soffitto, «preferirei che non dessi ordini qui, Piton. È casa mia, capisci».
Uno sgradevole rossore fece avvampare il volto pallido di Piton. Harry sedette accanto a Sirius.
«Dovevo vederti da solo, Potter» cominciò Piton, con la solita piega beffarda sulle labbra, «ma Black...»
«Sono il suo padrino» intervenne Sirius, a voce ancora più alta.
«Sono qui per ordine di Silente» proseguì Piton, la cui voce, per contrasto, si faceva sempre più bassa e stizzosa, «ma ti prego di restare, Black, so che ti piace sentirti... coinvolto».
«E questo che cosa vorrebbe dire?» sbottò Sirius, lasciando ricadere la sedia in avanti con uno schianto.
«Soltanto che sono certo che per te dev'essere... ah... frustrante, non poter fare nulla di utile...» Piton sottolineò delicatamente la parola «...per l'Ordine».
Fu il turno di Sirius di arrossire. Le labbra di Piton erano incurvate in un sorrisetto di trionfo quando si rivolse a Harry.

Ecco l'inizio della deliziosa scaramuccia, dove Sirius attacca forte della sua ricchezza e posizione e Severus contrattacca e risponde facendosi orgogliosamente forte del proprio dovere, come farà anche in seguito.
CITAZIONE
«Perché non può farlo Silente?» chiese Sirius, aggressivo. «Perché tu?»
«Perché il Preside ha il privilegio di delegare i compiti meno piacevoli, immagino» rispose Piton, suadente. «Ti aspetto lunedì alle sei del pomeriggio, Potter. Nel mio ufficio. Se qualcuno te lo chiede, stai prendendo ripetizioni di Pozioni. Nessuno che ti abbia visto durante le mie lezioni potrebbe dubitare che ne hai bisogno».

Ovviamente Severus mente, nessuno meglio di lui sa farlo. Silente ha capito che Voldemort tenta di arrivare a lui tramite Harry, quindi delega il compito, pericoloso, a Severus… visto che è lui il "mago" dell'Occlumanzia, sulla quale tornerò nel successivo brano più pertinente.
Fece per andarsene, con il nero mantello da viaggio che ondeggiava alle sue spalle.
CITAZIONE
«Aspetta un momento» lo chiamò Sirius, raddrizzandosi sulla sedia.
Piton si voltò a guardarli con lo stesso sorriso di scherno.
«Vado piuttosto di fretta, Black. Al contrario del tuo, il mio tempo libero non è illimitato».

Stoccatina non male. Sembra solo una battuta cattiva per colpire Sirius, ma la cosa tragica, invece, è che è dannatamente vero. Pericolosamente vero, purtroppo per Severus.
CITAZIONE
«Ti ho avvisato, Mocciosus» ringhiò Sirius, il volto a pochi centimetri da quello di Piton, «non mi interessa se Silente crede che ti sia ravveduto, io la so più lunga...»
«Oh, ma perché non glielo dici?» bisbigliò Piton. «O temi forse che potrebbe non prendere molto sul serio il consiglio di uno che sta nascosto da sei mesi in casa di sua madre?»
«Dimmi, come sta Lucius Malfoy in questi giorni? Sarà contento che il suo cagnolino lavori a Hogwarts, non è così?»
«A proposito di cani» disse dolcemente Piton, «sapevi che Lucius Malfoy ti ha riconosciuto l'ultima volta che hai arrischiato una gita? Idea furba, Black, farti vedere in un bel posto sicuro... ti ha dato una scusa inattaccabile per non uscire più dalla tana, vero?»
Sirius levò la bacchetta.
«No!» urlò Harry, e balzò al di là del tavolo frapponendosi tra i due. «Sirius, non farlo!»
«Mi stai dando del codardo?» ruggì Sirius, cercando invano di spostare Harry.
«Be', sì» disse Piton.

Serie di botta e risposta in grande stile: davvero un confronto superbo di cui, non si sa perché, il regista/sceneggiatore del film ci ha privati (forse troppo cari i due attori?). Sirius colpisce basso, offendendo profondamente Severus per due volte, che invece la vita la rischia eccome e che quindi risponde dandogli del codardo. Sirius non lo è, lo sappiamo tutti, ma, in effetti, non è che Severus avesse molto altro da dirgli. E poi, in questo modo, la Rowling crea la scusa perfetta affinché Harry (presuntuoso ragazzino immaturo) possa prendersela con Piton dopo la morte (da perfetto idiota, mentre sfida e se la ride, e lui è un adulto!) di Sirius.
CITAZIONE
Invece sussurrò a Ron e Hermione che avrebbe preso lezioni di Occlumanzia da Piton.
«Silente vuole che tu la smetta di fare quei sogni su Voldemort» commentò subito Hermione. «Be', non ti dispiacerà, vero?»
«Altre lezioni con Piton?» disse Ron atterrito. «Io mi terrei gli incubi!»

La chiosa finale della Potter-visione per ribadire l'orribilità di Piton, caso mai qualche lettore avesse cominciato a ragionare con la propria testa…
 
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view post Posted on 1/5/2017, 17:26
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CITAZIONE (chiara53 @ 4/5/2016, 17:55) 
E' un brano piuttosto lungo durante il quale emergono tutti i sentimenti dei vari personaggi. Persino Piton perde alla fine il suo controllo ferreo: solo Sirius riesce a muovere le montagne, o meglio a scalfire la gelida armatura che Severus si è imposto da anni.

Piton perde il controllo solo a causa di Harry e, in particolare, di Sirius. Col senno di poi è facile comprendere il motivo. Lily, sempre lei. Il figlio e l'uomo che Piton per moltissimi anni ha creduto fosse il traditore che ne ha causato la morte. Difficile andare oltre, per Severus.
CITAZIONE
CITAZIONE
«Che cosa vuole da te?» chiese nervosamente Ron, quando sua madre lasciò la stanza. «Non hai fatto niente, vero?»
«No!» rispose indignato Harry, cercando di ricordare che cosa potesse aver fatto perché Piton lo inseguisse fino in Grimmauld Place. Forse il suo ultimo compito aveva meritato una 'T'?

Harry non matura mai, meglio, la sua creatrice non gli permette mai di maturare, di riflettere, di pensare che se Piton è venuto fin lì la ragione deve essere davvero importante, qualcosa di grave e impossibile da rimandare.
Certo è una cosa strana e improbabile, ma i commenti dei ragazzi sono estremamente fuori luogo, o meglio, in linea con la Pottervisione spinta all'eccesso che valuta Severus sempre e comunque come un bastardo cattivo e maligno, pronto a far loro soltanto del male.
Eppure Harry sa che Piton fa parte dell'Ordine della Fenice, quindi dovrebbe - almeno adesso - fidarsi e affidarsi al suo insegnante. D'accordo, Severus non è gioviale né affettuoso e simpatico, ma vediamo le battute di dialogo successive.

Già, l'ho sottolineato anche io. Per JKR è essenziale tenere puntato il tiro su Piton, affinché i lettori non capiscano, affinché possano essere presi in contropiede dal famoso "asso nella manica" che l'autrice si tiene da parte fino all'ultimo. E ci riesce così bene che, alla fine del 5° libro persino io (dannazione!!!) non ho ricordato immediatamente che era rimasto ancora qualcuno dell'Ordine a Hogwarts che poteva aiutare Harry (che vergogna, Ida!!!) :soppracciglio:
CITAZIONE
Valutando la situazione, emerge chiaramente che Harry, sembra non essere in grado di comprendere a pieno la gravità di quanto sta vivendo. Quel Occlu…cosa come sarà suonato alle orecchie di Piton? Lui che sull’Occlumanzia ha basato la possibilità di adempiere al proprio compito di spia senza farsi scoprire e ammazzare, quindi dall'Occlumanzia dipende la sua vita stessa.
Ma Severus glissa, quasi non ci fa caso, piuttosto ribadisce la necessità di fare tutto di nascosto e suggerisce anche la scusa a Harry per poter seguire le lezioni senza dare nell’occhio… un vero bastardo, non vi pare? ;)
Anche Severus rischia nell’insegnare a Harry e lo vedremo quando poi si svolgeranno le lezioni, eppure accetta, perché sa di essere la persona adatta, Silente non potrebbe per le ragioni che verranno spiegate ad Harry alla fine. Silente sa che Voldemort cerca il contatto attraverso Harry:

Già, proprio così. Severus è legato a triplo filo all'Occlumanzia, che è la spiegazione fondamentale di chi è Severus e perché è così. Ma ci ritorniamo più avanti, perché questo è un passo fondamentale.
Eppure, Severus, eccezionale Occlumante, finge totale indifferenza, proprio grazie alla sua rara maestria d'Occlumante: non reagisce minimamente, a differenza di poco prima, e rimane concentrato sullo scopo che si è prefisso, sul suo dovere. No, proprio non è un bastardo, anche se Harry e Sirius lo credono, e con loro i lettori...
CITAZIONE
CITAZIONE
“ Temevo ti usasse, Harry che si impadronisse di te. E credo di aver avuto ragione, perché le rare volte che io e te ci siamo trovati a stretto contatto mi è parso di scorgere la sua ombra fremere dietro i tuoi occhi…
Harry ricordò la sensazione che un serpente assopito si risvegliasse in lui ogni volta che incrociava lo sguardo di Silente.
“ E come ha dimostrato stanotte, lo scopo di Voldemort non era la mia distruzione, ma la tua[…]”
“[…]Così nel tentativo di armarti contro i suoi assalti mentali, ho chiesto al professor Piton di darti lezioni di Occlumanzia”
[…]
«Perché non può farlo Silente?» chiese Sirius, aggressivo. «Perché tu?»
«Perché il Preside ha il privilegio di delegare i compiti meno piacevoli, immagino» rispose Piton, suadente.

Quindi la sarcastica spiegazione che Piton fornisce non corrisponde a verità. Ancora una volta Severus passa per il “cattivo” che non è, che non è mai stato…

Già… ma questo lo abbiamo capito in pochi. Sempre troppi, però, secondo la Rowling, che anche nelle interviste ha dovuto cercare di depistarci alla grande, ovviamente senza riuscirci! :lol:
CITAZIONE
Sirius e Severus in questo scambio esprimono il loro vissuto ed anche il loro presente. Sono due uomini soli e strapazzati dalla vita entrambi. Nessuno dei due dimentica chi è stato e chi è ora. Se Sirius aveva, a suo tempo, una posizione di superiorità, ora le parti si sono invertite e nulla trattiene Severus da sfogare anni di soprusi in poche parole pronunciate con il tono tanto più basso quanto si alza quello di Sirius.
Nessuno dei due può vincere, nessuno dei due è soddisfatto di quello che sta vivendo e se Sirius, almeno, conserva il ricordo di lontani giorni felici, non è così per Severus.
Egli ha sofferto negli anni giovanili, è caduto nel buio e si è rialzato certo che nessun perdono avrebbe mai potuto esserci per gli errori commessi; è così che trascorre la vita solo e vestito di nero, lui davvero black, tristemente black.

E qui, davvero, una bella streghetta te la sei meritata! :Streghetta:


Edited by Ida59 - 2/5/2018, 12:50
 
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view post Posted on 3/5/2017, 16:34
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Ok, lo sto facendo... Panda respira...
Voi che leggete, preparatevi al peggio, non riuscirò mai a scrivere commenti profondi e puntuali come i vostri, però ci provo.
Dirò un sacco di sciocchezze e sarà tutto caotico e contorto, per cui chiedo scusa in anticipo; devo ancora trovare il modo di commentare in modo ordinato e chiaro provando a non scrivere papiri assurdi e pieni di interconnessioni.
Io commento il brano postato da Chiara il 12/2016, poi se non è quello che dovevo commentare ditelo e vado a sotterrarmi per la vergogna.

CITAZIONE
Lupin e Tonks li aiutarono a scaricare i bagagli, poi scesero per salutarli. Harry guardò i tre piani dell'autobus: tutti i passeggeri li fissavano, i nasi schiacciati contro i finestrini. «Una volta dentro sarete al sicuro» disse Tonks, lanciando un'occhiata guardinga nella strada deserta. «Passate un buon trimestre, ok?»
«Abbiate cura di voi». Lupin strinse le mani a tutti e arrivò da Harry per ultimo. «Ascolta...» disse abbassando la voce, mentre gli altri salutavano Tonks. «So che non ti piace Piton, ma è un Occlumante straordinario e tutti noi, compreso Sirius, vogliamo che impari a proteggerti, quindi lavora sodo, d'accordo?»
«Sì, d'accordo» rispose Harry serio, guardando il viso prematuramente segnato di Lupin. «Ci vediamo».
I sei ragazzi risalirono il viale scivoloso verso il castello, trascinando i bauli. Hermione parlava già di sferruzzare altri berretti da elfo prima di
andare a dormire. Quando furono davanti alle porte di quercia, Harry si guardò indietro: il Nottetempo se n'era andato, ma quasi quasi, visto che cosa lo aspettava la sera dopo, avrebbe preferito trovarsi ancora a bordo.

Mi soffermo sulle battute di Tonks e Lupin.
Tonks dice che, una volta dentro, saranno al sicuro.
Mi piace pensare che parli così alludendo certamente a Silente, agli insegnanti (quasi tutti parte dell'Ordine) e agli incantesimi protettivi, ma anche alla presenza di Severus, senza dubbio il più aggiornato sulle mosse dell'Oscuro e componente dell'Ordine, ma l'unico che avrà nei tempi a seguire un vero e proprio contatto diretto con Harry impartendogli quelle vitali lezioni, sottintendendo ancora quanto effettivamente sia cruciale il suo ruolo nella protezione di Harry.
Cosa ribadita subito dopo da Remus, in un dialogo vis a vis con il ragazzo, che sottolinea l'immensa bravura di Severus in ciò che deve insegnargli, quasi annullando il discorso precedentemente svoltosi a Grimmauld Place.
L'affermazione fatta da Severus - è lui ad insegnare perchè Silente può delegare i compiti meno gradevoli - va quasi a farsi friggere dopo ciò che Remus dice.
In ciò che io leggo come un'ammissione CelataMaNonTroppo, Silente non insegna personalmente sia per timore che Voldemort possa carpire segreti ed informazioni, sia perchè Severus è effettivamente un Occlumante così straordinario da essere persino migliore del Preside sia in difesa che in offesa.
(- prova del fatto, l'assoluto stupore nell'apprendere che dopo decenni Severus fosse ancora profondamente innamorato di Lily. Silente, il paladino del credo '' l'amore vince su tutto'' non si è mai accorto di ciò, probabilmente troppo concentrato nel muovere le sue pedine a suo piacimento e troppo felice ed occupato di legarlo al laccio a se e alla sua causa, all'epoca in cui prese Seveurs " sotto la sua ala". - )
Harry annuisce, serio, davanti alla prova visiva e concreta di quanto stia affrontando Lupin e di quanto abbia affrontato in passato come Mannaro, e perchè consapevole di non far altro sotto quello sguardo comprensivo ma inflessibile - come tutti gli altri - a richiamarlo ai suoi doveri e alla maturità che il ruolo di Prescelto impone.
Lupin tira addirittura in ballo Sirius essendo consapevole di quanto la sua figura, per quanto egli sia infantile, provato da Azkaban e rimasto legato all'adolescenza, conti per Harry che lo vede come un padre ed un fratello al contempo.
Serietà e maturità che scompaiono non appena Harry resta solo, basta il pensare alle lezioni per fargli desiderare di tornare indietro, nell'ambiente protettivo e caldo di Grimmauld Place e dove c'è il padrino che condivide con lui il carattere immaturo e la contrarietà per quelle lezioni e per la figura di Snape.
Il terrore perdura anche il giorno successivo, peggiorando.
Ancora una volta la Rowling punta il mirino su Snape, definendolo sgradevole.
Mi piace pensare che dietro quella sgradevolezza ci sia in realtà anche della preoccupazione, preoccupazione per quell'incarico così delicato, cosa potrebbe scorgere nella mente di Harry e, perchè no, anche insofferenza visto quanto poco propensi alla cosa si siano mostrati sia Sirius che Harry - colui che dovrebbe trarne maggiori benefici -


*


CITAZIONE
Harry lo riconobbe all'istante: era il Pensatolo di Silente. Si chiese che cosa ci faceva lì, e sobbalzò quando la fredda voce di Piton comandò dal buio: «Chiudi la porta, Potter».
Harry obbedì, con la terribile sensazione di chiudersi in trappola. Quando si voltò, Piton si era spostato alla luce e indicava senza parlare la sedia di fronte alla scrivania. Harry sedette e Piton fece altrettanto, fissandolo con i suoi freddi occhi neri, il disprezzo inciso in ogni ruga del volto. «Bene, Potter, sai perché sei qui» disse. «Il Preside mi ha chiesto di insegnarti l'Occlumanzia. Posso solo sperare che ti dimostrerai più portato che per Pozioni».
«Bene» replicò rapido Harry.
«Questa non è una lezione normale, Potter» disse Piton stringendo gli occhi con malevolenza, «ma sono sempre il tuo insegnante e perciò devi chiamarmi 'signore' o 'professore'».
«Sì... signore» rispose Harry.
«Dunque, l'Occlumanzia. Come ti ho detto nella cucina del tuo caro padrino, questa branca della magia chiude la mente alle intrusioni e alle influenze esterne». «E perché il professor Silente crede che ne abbia bisogno, signore?» domandò Harry, guardando Piton dritto negli occhi e chiedendosi se avrebbe risposto. Piton ricambiò lo sguardo per un momento, poi disse, sprezzante: «Dovresti esserci arrivato anche tu, a questo punto, Potter. L'Oscuro Signore è molto abile nella Legilimanzia...»
«Che cos'è? Signore?»
«È la capacità di estrarre emozioni e ricordi dalla mente di un'altra persona...» «Sa leggere il pensiero?» chiese in fretta Harry, sentendo confermare le sue peggiori paure. «Tu non hai acume, Potter» rispose Piton, con i neri occhi che scintillavano. «Non capisci le sfumature. È uno dei difetti che ti rendono un pozionista così scadente».
Piton fece una pausa prima di continuare, a quel che pareva per assaporare il gusto di insultare Harry.
«Solo i Babbani parlano di 'lettura del pensiero'. I pensieri non sono un libro che si possa aprire ed esaminare a piacimento. Non sono incisi all'interno del cranio in modo che qualunque intruso possa leggerli. La mente è qualcosa di complesso e stratificato, Potter... o perlomeno, la maggior parte delle menti lo sono». Sorrise, beffardo.

Il pensiero che Severus, in quanto spia e comunque persona, abbia pensieri da celare ad altri, pure ad un ragazzino, non lo sfiora minimamente.
Il disprezzo che secondo Harry dimostra, mi piace pensare che sia disprezzo.
Disprezzo al pensiero di insegnare qualcosa di vitale e importante, qualcosa a cui è visceralmente attaccato com'è per Pozioni, ad uno studente disattento e perennemmente prevenuto verso di lui, incapace di andare oltre ciò, e che difficilmente otterrà brillanti risultati in ciò che è così simile a Pozioni, per certi versi, necessitando di attenzione estrema, acume, dedizione e concentrazione.
Su stessa ammissione di Snape, Harry non sa cogliere le sfumature (ce ne siamo accorti) per lui è tutto bianco o nero, non contempla le gradazioni intermedie, e di conseguenze non contempla mai Severus, etichettandolo sempre come il cattivo della situazione malgrado le comprovate, numerose prove che non sia così.
Cioè, non è certo un santo, ma non è nemmeno totalmente negativo, eppure - sebbene tutti abbiano ribadito quanto le lezioni siano importanti e Snape un valido insegnante (persino Remus, che sa bene quanto sia affidabile Snape che ha puntualmente e precisamente confezionato l'Antilupo per lui, malgrado quanto accaduto fra loro in gioventù) - Harry non va oltre, non matura e non cresce.
Nemmeno lo riconosce come autorità, tutti devono sempre ricordargli che oltre ad essere il suo "capro espiatorio" è anche un Professore e qualcuno cui dovere rispetto.
CITAZIONE
«È comunque vero che chi padroneggia la Legilimanzia è in grado, in condizioni particolari, di scavare nella mente delle sue vittime e interpretare correttamente ciò che vi trova. L'Oscuro Signore, per esempio, sa quasi sempre se qualcuno gli sta mentendo. Solo chi è abile in Occlumanzia è in grado di escludere i ricordi e le emozioni che contraddicono la bugia, e può così mentire in sua presenza senza essere scoperto»

Qui è da ovazione, ha palesemente ammesso di riuscire a mentire all'Oscuro, ribadisce con orgoglio quanto sia abile in quell'arte e quanto sia importante per lui e per la sua sopravvivenza, provando pure a spiegare ad Harry perchè la lettura del pensiero non centri un emerito cavolo.

*


CITAZIONE
Checché ne dicesse Piton, a Harry la Legilimanzia sembrava proprio la lettura del pensiero, e non gli piaceva affatto. «Quindi lui potrebbe sapere che cosa stiamo pensando ora? Signore?» «L'Oscuro Signore si trova a una considerevole distanza e le mura e i terreni di Hogwarts sono protetti da molti incantesimi antichi che garantiscono l'incolumità fisica e mentale di coloro che vi abitano» rispose Piton. «Il tempo e lo spazio sono importanti nella magia, Potter. Il contatto visivo spesso essenziale per la Legilimanzia».
«Be', allora perché devo imparare l'Occlumanzia?» Piton guardò Harry, passandosi un lungo dito magro sulle labbra. «A quanto pare le abituali regole non valgono per te, Potter. La maledizione che non ti ha ucciso sembra aver creato una sorta di connessione fra te e l'Oscuro Signore. Le prove suggeriscono che a volte, quando la tua mente è più rilassata e vulnerabile - durante il sonno, per esempio - tu condividi i suoi pensieri e le sue emozioni. Il Preside ritiene che questo non debba continuare. Desidera che io ti insegni a chiudere la mente all'Oscuro Signore».
Il cuore di Harry batteva forte di nuovo. I conti non tornavano.
«Ma perché il professor Silente vuole che smetta?» chiese all'improvviso. «A me non piace, ma è stato utile, no? Voglio dire... se non avessi visto quel serpente che attaccava il signor Weasley, il professor Silente non avrebbe potuto salvarlo, vero? Signore?»

Ancora un volta, malgrado la spiegazione e quanto svelato, Harry non riesce proprio a cogliere e andare oltre.
Snape dice che Silente stesso vuole che Harry apprenda da lui, confermando quanto pensato prima: Severus è un Occlumante migliore del Preside, forse il migliore fra tutti.
Harry ricade, non senza egocentrismo io credo, però nel fantasma che l'ha tormentato tutta l'estate: l'inutilità.
Lui è l'eoe che combatte, lui che deve fare, non sopporta di essere accantonato in quello che è il primo ruolo positivo che abbia avuto; prima, senza quello, era solo l'ospite sgradito e mal tollerato in casa Dursley.

CITAZIONE
Piton fissò Harry per qualche istante, sempre passandosi il dito sulle labbra. Quando parlò di nuovo, lo fece con deliberata lentezza, come soppesando le parole.
«A quanto pare l'Oscuro Signore non si era reso conto del vostro legame. Finora sembra che tu abbia provato le sue emozioni e condiviso i suoi pensieri senza che lui lo sapesse. Tuttavia, la visione che hai avuto poco prima di Natale...» «Quella del serpente e del signor Weasley?» «Non interrompermi, Potter» mormorò Piton con voce minacciosa. «Come stavo dicendo, la visione che hai avuto poco prima di Natale ha rappresentato un'incursione così potente nel pensiero dell'Oscuro Signore...»
«Io ero nella testa del serpente, non nella sua!»
«Non ti ho appena detto di non interrompermi, Potter?»
Ma a Harry non importava che Piton fosse arrabbiato; finalmente gli sembrava di venire a capo della questione; senza rendersene conto si era spostato sull'orlo della sedia, teso come per spiccare il volo.
«Perché vedevo con gli occhi del serpente se condivido i pensieri di Voldemort?»
«Non pronunciare il nome dell'Oscuro Signore!» sbottò Piton. Calò un silenzio sgradevole. I due si scambiarono un'occhiataccia sopra il Pensatoio. «Il professor Silente lo pronuncia» disse Harry piano. «Silente è un mago di grande potere» mormorò Piton. «Se lui si sente sicuro a usare quel nome... il resto di noi...» Si strofinò l'avambraccio sinistro, a quel che pareva inconsciamente, nel punto dove Harry sapeva che il Marchio Nero era impresso a fuoco nella pelle.
«Volevo solo sapere» riprese Harry, sforzandosi di essere gentile, «perché...» «A quanto sembra sei stato nel serpente perché l'Oscuro Signore si trovava lì in quel momento» ringhiò Piton. «Stava possedendo il serpente, e quindi tu hai sognato di essere lì». «E Vol... lui... ha capito che c'ero anch'io?» «Così pare» rispose gelido Piton. «Come fate a saperlo?» chiese Harry, concitato. «È solo un'idea del professor Silente, o...?» «Ti ho detto» disse Piton rigido, gli occhi ridotti a fessure, «di chiamarmi 'signore'». «Sì, signore» si corresse Harry con impazienza, «ma come fate a sapere...?»
«Lo sappiamo e basta» tagliò corto Piton.

Severus soppesa le parole, incerto su quanto rivelare ad Harry, consapevole di ciò che c'è in gioco.
E' necessario che Harry capisca per poter apprendere ed applicarsi al meglio, tanto da passare sopra alla mancanza del "Signore" in alcune frasi, consapevole di quanto Harry sia affamato di conoscenze su argomenti che dopotutto lo riguardano, ma neppure può svelare tutto: il suo ruolo, tutti i piani dell'Ordine.
Troppo pericoloso, specie tenendo conto che il suo allievo è Harry.
Non appena Harry si avvicina troppo, ritorna freddo e distante, cessa di fornirgli informazioni richiamandolo all'ordine, all'uso del "signore" prima ignorato nella sua mancanza, e alle lezioni.
Quello strofinio del braccio indichi quanto peso abbia tutto ciò, quel marchio, il suo ruolo di spia, ex mangiamorte ed ex mangiamorte apparentemente pentito tornato nei ranghi.
E se Silente osa dire quel nome, lo fa perché è un mago potente ok, ma anche perchè lui tiene i fili e manda avanti gli altri a combattere: ad esempio lui ed Harry, cresciuto nè più nè meno come l'agnello da sacrificare sull'altare della Luce.

*


CITAZIONE
«Alzati e prendi la bacchetta, Potter». Harry si alzò, nervoso. Erano uno davanti all'altro, con la scrivania in mezzo. «Puoi usare la bacchetta per tentare di disarmarmi, o difenderti in qualunque altro modo» disse Piton. «E lei che cosa farà?» domandò Harry, guardando con apprensione la bacchetta di Piton. «Cercherò di forzare la tua mente» rispose Piton soave. «Vediamo quanto sei in grado di resistere. Mi hanno detto che hai già mostrato attitudine a opporti alla Maledizione Imperius. Scoprirai che per questo ci vuole un potere simile... ora concentrati. Legilimens!»
Piton colpì prima che Harry fosse pronto, prima che avesse anche solo cominciato a raccogliere le forze. L'ufficio fluttuò davanti ai suoi occhi e svanì; le immagini si susseguivano veloci nella sua testa, come un film tremolante, così vivido da abbagliare.
Aveva cinque anni, e guardava Dudley sulla sua nuova bicicletta rossa col cuore gonfio di invidia... aveva nove anni, e Squarta il bulldog lo aveva costretto a scappare su un albero, con i Dursley che ridevano nel prato... era seduto sotto il Cappello Parlante, che gli diceva che sarebbe stato bene a Serpeverde... Hermione era a letto in infermeria, col viso coperto di folti peli neri... un centinaio di Dissennatori lo circondavano sulla riva del lago scuro... Cho Chang gli si avvicinava sotto il vischio... No, disse una voce nella testa di Harry, mentre il ricordo di Cho si faceva più vicino, questo non lo vedi, non lo vedi, è una cosa personale... Sentì una fitta al ginocchio. L'ufficio di Piton era di nuovo visibile e si rese conto di essere caduto a terra; aveva sbattuto dolorosamente contro una gamba della scrivania. Guardò Piton, che aveva abbassato la bacchetta e si massaggiava il polso, dove si era aperta una brutta piaga, simile a un'ustione.

Severus lascia ad Harry carta bianca su cosa fare, non gli pone vincoli.
Fornisce anche indicazioni su cosa fare, dandogli indizi su quanto ciò che sta per fare sia simile all'Imperius e quanto simile sia ciò che ci voglia per opporsi.
Incoraggiandolo, in un certo senso, una cosa tipo "Ok, hai dimostrato di poterti opporre a tale maledizione, se vuoi puoi riuscire anche in questo."
Poi procede in pieno stile Severus/Snape, attacca direttamente, di colpo, senza lasciare ad Harry il tempo di prepararsi, rammentandogli che deve essere sempre pronto alla difesa se non tanto all'offesa.
Voldemort non darà certo un preavviso "Ehi, sappi che alle 16.00 attaccherò la tua mente, ci prendiamo un tea prima o dopo?"
CITAZIONE
«Volevi scagliare una Fattura Pungente?» chiese Piton, gelido. «No» rispose Harry in tono amaro, alzandosi. «Lo immaginavo» commentò Piton, sprezzante. «Mi hai permesso di andare troppo a fondo. Hai perso il controllo».
«Ha visto tutto quello che vedevo io?» chiese Harry, anche se non era sicuro di voler sentire la risposta. «Delle immagini» rispose Piton, stringendo le labbra. «Di chi era il cane?» «Di mia zia Marge» mormorò Harry, odiandolo. «Bene, per essere un primo tentativo non è poi troppo scarso» disse Piton, alzando di nuovo la bacchetta. «Alla fine sei riuscito a fermarmi, anche se hai sprecato tempo ed energia per urlare. Devi rimanere concentrato. Respingimi con la mente e non avrai bisogno di ricorrere alla bacchetta».
«Io ci provo» ribatté Harry con rabbia, «ma lei non mi spiega come fa-e!» «Modera il tono, Potter» disse minaccioso Piton. «Ora voglio che tu chiuda gli occhi».
Harry gli scoccò uno sguardo obliquo prima di eseguire. Non gli piaceva l'idea di stare lì a occhi chiusi davanti a Piton con la bacchetta puntata.
«Svuota la mente, Potter» ordinò la sua voce fredda. «Liberati di ogni emozione...»
Ma la rabbia nei suoi confronti continuava a pulsare nelle vene di Harry come veleno. Liberarsi della rabbia? Era più facile tagliarsi le gambe... «Non lo stai facendo, Potter... serve più disciplina... ora concentrati...»
Harry cercò di svuotare la mente, cercò di non pensare, o ricordare, o sentire...

Harry non pensa nemmeno ad attaccare per interrompere il contatto, lascia fare e basta senza alcun piano, agendo solo d'istinto, e se è riuscito a ferire Snape (e a salvarsi la pelle le altre volte) è in gran parte questione di fortuna e fattore C.
Severus rimprovera Harry non per averlo attaccato e ferito, ma per non aver pensato di farlo.
Snape successivamente elogia velatamente Harry, dicendo che non è poi così scarso.
Harry reagisce rinfacciandogli una mancata fornitura d'istruzioni, cosa non vera giacchè Severus ha fornito quelle indicazioni, lasciando ad Harry il compito di far lavorare il cervello e coglierle, e Severus si ribella all'accusa ingiusta.
Dopotutto, sia per le pozioni che per l'Occlumanzia, lui ha sempre fornito ogni indicazione possibile, lasciando poi agli allievi il compito d'apprendere, non essendo pulli da imboccare e nutrire.
Harry però non riesce ad andare oltre, resta ancorato alla rabbia per quella mancata guida passo passo, per l'essere costretto a passare ulteriore tempo con lui.
Eppure, se fu in grado di sconfiggere l'imperius dovrebbe essere in grado di farcela anche qui, ma qui ad insegnargli è il cattivo, non Moody il buono (che poi non fosse davvero lui, ma un autentico malvagio è un altro discorso.)


So di non aver recensito tutto il capitolo, ma nel finale ci sono pezzi su cui voglio soffermarmi con calma e metodo.
Inoltre voglio evitare un messaggio lunghissimo e pieno di roba, e non voglio commentare tutto in due righe frettolose, devo uscire t.t
Se siete sopravvissute e arrivate alla fine senza svenire, beh avete tutta la mia stima.
Aspetto i pomodori.

EDIT - Ho tolto lo spoiler, aggiunto qualche "Quote" dimenticato e "tagliato" quelli ripetuti.
Per il resto, è tutto perfetto e molto interessante! ;) :)


Edited by Ida59 - 3/5/2017, 21:09
 
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view post Posted on 3/5/2017, 19:31
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I ♥ Severus


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Dopo aver letto solo la prima parte del tuo primo commento, Nemo, ho tolto lo spoiler che avevi messo perchè le tue parole, sicuramente tutt'altro che sciocche, è giusto che vengano lette subito, senza fatica. ;) :)
E ora mi accingo a leggere con tutta calma...
EDIT.
CITAZIONE (PandaNemo @ 3/5/2017, 17:34) 
Ok, lo sto facendo... Panda respira...

E brava, bravissima Nemo!
Letto tutto: molto interssante.
Però, questo è un brano meraviglioso, stupendo, fantastico, straordinario, eccezionale. Il brano che mi ha confermato che Severus era esattamente l'uomo che io credevo fosse.
Quindi, mi prendo con tutta calma il tempo per commentare il brano, e poi arriverò anche ai tuoi commenti. :wub:

Anche tu, prenditi tutto il tempo che ti serve e, con tutta calma, aggiungi il tuo pensiero. Non c'è alcuna fretta e... mi sono piaciute le tue considerazioni. ;) :)



Edited by Ida59 - 3/5/2017, 21:14
 
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Ho letto con piacere l’intervento di Panda, ma prima di rispondere a lei vorrei commentare io questo lungo brano in cui la visione distorta e infantile di Harry si scontra con la complessa e articolata personalità di Severus: con la sua mente e con la consapevolezza dei pericoli mortali che anche il ragazzo deve affrontare.
Ricordiamoci sempre che lui ha promesso di proteggerlo e in nome di questo giuramento ogni singola parola pronunciata a Potter ha un significato e un peso. E Severus pesa le parole e le spiegazioni da elargire al giovane.
Ma andiamo con ordine.

CITAZIONE
Lupin strinse le mani a tutti e arrivò da Harry per ultimo. «Ascolta...» disse abbassando la voce, mentre gli altri salutavano Tonks. «So che non ti piace Piton, ma è un Occlumante straordinario e tutti noi, compreso Sirius, vogliamo che impari a proteggerti, quindi lavora sodo, d'accordo?»
«Sì, d'accordo» rispose Harry serio, guardando il viso prematuramente segnato di Lupin. «Ci vediamo».
I sei ragazzi risalirono il viale scivoloso verso il castello, trascinando i bauli. Hermione parlava già di sferruzzare altri berretti da elfo prima diandare a dormire. Quando furono davanti alle porte di quercia, Harry si guardò indietro: il Nottetempo se n'era andato, ma quasi quasi, visto che cosa lo aspettava la sera dopo, avrebbe preferito trovarsi ancora a bordo.

Qui Lupin, di cui Harry dovrebbe fidarsi e del quale ha ascoltato i consigli quando era suo insegnante, raccomanda pressante di affidarsi a Piton; aggiunge persino il nome di Sirius per rinforzare il suggerimento, anzi la necessità, di imparare l’Occlumanzia. Ma ho come l’impressione che ad Harry le parole di Remus entrino da un orecchio e escano dall’altro. Prevale la sua antipatia, i preconcetti, Harry è prevenuto, innervosito, infastidito, non riflette, non ragiona non si chiede perché tutti lo vogliano sottoporre alla “tortura” di essere istruito da Piton: il migliore nella materia che tutti tranne lui hanno capito essere di vitale importanza.
Infastidisce la superficialità del suo atteggiamento, almeno a me dà fastidio, perché stride con le pressanti necessità e i pericoli del momento.

CITAZIONE
Harry passò gran parte del giorno seguente aspettando con terrore la sera. La doppia lezione di Pozioni del mattino non dissipò per nulla la sua trepidazione, visto che Piton fu più sgradevole che mai.

Piton è preoccupato, sa quali conseguenze potrebbero avverarsi a causa delle incursioni di Voldemort nella mente di Harry, conosce quali potrebbero esserne i risvolti terribili, non solo per lui, ma per tutti i membri dell’Ordine di cui sarebbe svelata l’appartenenza, le mosse, le scelte .
E ci credo che sia preoccupato, di conseguenza preso dai suoi pensieri, JKR lo definisce sgradevole.
Ma qui si rischia che il castello di bugie, messo in piedi soprattutto da lui per rendere le cose più difficili a Voldemort, possa disfarsi.
Silente, in questa fase, sa già o ha intuito quello che noi scopriremo in seguito: l’esistenza di Hoprcrux, ma il nostro Harry - e i lettori che con lui valutano il suo solo punto di vista - non pensa altro che comportarsi da Povero Piccolo Potter perseguitato dall’infame Piton.

Non lo sopporto, sarà pure un ragazzino, ma dopo averne passate tante un po’ di maturità avrebbe dovuto acquisirla. Tuttavia la nostra JKR non deroga dalla sua cavolo di Pottervisione.
Ma noi, che sappiamo leggere oltre le righe, abbiamo capito perfettamente perché Piton è più sgradevole che mai, io lo definirei preoccupato se non angosciato da tutta la situazione.

CITAZIONE
«Dunque, l'Occlumanzia. Come ti ho detto nella cucina del tuo caro padrino, questa branca della magia chiude la mente alle intrusioni e alle influenze esterne». «E perché il professor Silente crede che ne abbia bisogno, signore?» domandò Harry, guardando Piton dritto negli occhi e chiedendosi se avrebbe risposto. Piton ricambiò lo sguardo per un momento, poi disse, sprezzante: «Dovresti esserci arrivato anche tu, a questo punto, Potter. L'Oscuro Signore è molto abile nella Legilimanzia...»
«Che cos'è? Signore?»
«È la capacità di estrarre emozioni e ricordi dalla mente di un'altra persona...» «Sa leggere il pensiero?» chiese in fretta Harry, sentendo confermare le sue peggiori paure. «Tu non hai acume, Potter» rispose Piton, con i neri occhi che scintillavano. «Non capisci le sfumature. È uno dei difetti che ti rendono un pozionista così scadente».
Piton fece una pausa prima di continuare, a quel che pareva per assaporare il gusto di insultare Harry.
«Solo i Babbani parlano di 'lettura del pensiero'. I pensieri non sono un libro che si possa aprire ed esaminare a piacimento. Non sono incisi all'interno del cranio in modo che qualunque intruso possa leggerli. La mente è qualcosa di complesso e stratificato, Potter... o perlomeno, la maggior parte delle menti lo sono». Sorrise, beffardo. «È comunque vero che chi padroneggia la Legilimanzia è in grado, in condizioni particolari, di scavare nella mente delle sue vittime e interpretare correttamente ciò che vi trova. L'Oscuro Signore, per esempio, sa quasi sempre se qualcuno gli sta mentendo. Solo chi è abile in Occlumanzia è in grado di escludere i ricordi e le emozioni che contraddicono la bugia, e può così mentire in sua presenza senza essere scoperto».

Ed eccoci arrivati al punto.
Qui finalmente chi non ha gli occhi foderati di prosciutto – come Potter – comprende con dovizia di particolari che cosa sia l’Occlumanzia, la Legilimanzia , ma soprattutto quale importanza queste discipline rivestano per Severus e per tutto il mondo magico che Severus e l'Ordine difendono.
Su queste due arti complesse si basa tutto il castello di false o parziali verità che Piton può impunemente fornire a Voldemort senza essere scoperto.
Nell’ultima parte di questo brano Severus parla di sé.
Severus è il più grande Occlumante e accetta di insegnare a Potter, pur con comprensibile difficoltà, l’arte in cui egli eccelle, ciò che gli permette di essere l’unica spia possibile, l’unico a poter confrontarsi con la potenza di Voldemort: ciò che gli consente di sopravvivere.
Che arma potente ha Silente in lui! Ma a quale prezzo per Severus? Al prezzo di escludere i ricordi e le emozioni, cioè tutto quello che fa di lui un uomo.
Severus Piton ha schiacciato, soppresso, celato in fondo alla mente e al cuore ogni traccia di emotività; qualsiasi turbamento, paura, affetto, amore, dolore e strazio sono stati coperti e affogati dietro un muro di controllo, indifferenza, calma, e razionalità.
Solo una mente affilata, eccellente e determinata a raggiungere l’obbiettivo che si è prefissa può farsi tanto male per ottenere il bene degli altri.

Qui emerge potente quanto Severus sia la figura centrale della storia, non importa quanto la Pottervisione possa infangarla, in questo brano JKR ci lascia un indizio di quello che Severus fa in ogni attimo della sua vita; nessuno come lui, nessuno più di lui servirà a vincere questa guerra, nessuno è più coraggioso e intelligente: ma dietro quel muro costruito mattone dopo mattone c’è l’uomo che piange in silenzio e senza lacrime la perdita di se stesso.
Di quell’uomo né Silente, né nessun altro ha pietà: Severus è solo un’arma da usare.


CITAZIONE
Be', allora perché devo imparare l'Occlumanzia?» Piton guardò Harry, passandosi un lungo dito magro sulle labbra. «A quanto pare le abituali regole non valgono per te, Potter. La maledizione che non ti ha ucciso sembra aver creato una sorta di connessione fra te e l'Oscuro Signore. Le prove suggeriscono che a volte, quando la tua mente è più rilassata e vulnerabile - durante il sonno, per esempio - tu condividi i suoi pensieri e le sue emozioni. Il Preside ritiene che questo non debba continuare. Desidera che io ti insegni a chiudere la mente all'Oscuro Signore».

Qui – secondo me – considerando l’acume di Piton e le sue ampie conoscenze di magia oscura, qualche dubbio sul legame tra i due deve essergli venuto: Severus non può non sapere cosa sia un Horcrux.
Ma questa è una mia iperbolica supposizione. :B):

CITAZIONE
Piton fissò Harry per qualche istante, sempre passandosi il dito sulle labbra. Quando parlò di nuovo, lo fece con deliberata lentezza, come soppesando le parole.
«A quanto pare l'Oscuro Signore non si era reso conto del vostro legame. Finora sembra che tu abbia provato le sue emozioni e condiviso i suoi pensieri senza che lui lo sapesse. Tuttavia, la visione che hai avuto poco prima di Natale...» «Quella del serpente e del signor Weasley?» «Non interrompermi, Potter» mormorò Piton con voce minacciosa. «Come stavo dicendo, la visione che hai avuto poco prima di Natale ha rappresentato un'incursione così potente nel pensiero dell'Oscuro Signore...»
«Io ero nella testa del serpente, non nella sua!»
«Non ti ho appena detto di non interrompermi, Potter?»
«Volevo solo sapere» riprese Harry, sforzandosi di essere gentile, «perché...» «A quanto sembra sei stato nel serpente perché l'Oscuro Signore si trovava lì in quel momento» ringhiò Piton. «Stava possedendo il serpente, e quindi tu hai sognato di essere lì». «E Vol... lui... ha capito che c'ero anch'io?» «Così pare» rispose gelido Piton. «Come fate a saperlo?» chiese Harry, concitato. «È solo un'idea del professor Silente, o...?» «Ti ho detto» disse Piton rigido, gli occhi ridotti a fessure, «di chiamarmi 'signore'». «Sì, signore» si corresse Harry con impazienza, «ma come fate a sapere...?»
«Lo sappiamo e basta» tagliò corto Piton. «L'importante è che l'Oscuro Signore ora è a conoscenza del fatto che tu hai accesso ai suoi pensieri e sensazioni. Ha dedotto che il processo probabilmente funziona anche al contrario; vale a dire che potrebbe avere accesso ai tuoi pensieri e sensazioni...»
«E potrebbe cercare di farmi fare delle cose?» chiese Harry. «Signore?» si affrettò ad aggiungere. «Potrebbe» rispose Piton, in tono freddo e noncurante. «Il che ci riporta all'Occlumanzia».

Tutto il dialogo è di una rilevanza straordinaria per capire e valutare l’importanza delle lezioni di Occlumanzia. E’chiaro come il sole che Harry si concentra su dettagli importanti soltanto per lui, egocentrico e incapace di comprendere il fatto nel suo insieme e nella sua gravità, si focalizza sulle domande e sui dubbi che lo riguardano, sempre teso a cercare in Piton, non il maestro che spiega e offre una panoramica terrificante dei risvolti possibili, ma un nemico, qualcuno che vuole nascondergli cose e ingannarlo.
Potter parte prevenuto e non ascolta, parla e domanda, vuole sapere chi ha scoperto che Voldemort sa della connessione e noi, noi che leggiamo e comprendiamo senza farci ingannare, sappiamo e pensiamo quale prezzo Severus abbia pagato per essere arrivato a sapere.
Misura le parole Piton, e tanto è concitato e emozionato Harry, tanto più è riflessivo e nitido il pensiero di Piton, espresso dalle sue parole centellinate con infinita attenzione.

CITAZIONE
«Io ci provo» ribatté Harry con rabbia, «ma lei non mi spiega come fare!» «Modera il tono, Potter» disse minaccioso Piton. «Ora voglio che tu chiuda gli occhi».
Harry gli scoccò uno sguardo obliquo prima di eseguire. Non gli piaceva l'idea di stare lì a occhi chiusi davanti a Piton con la bacchetta puntata.
«Svuota la mente, Potter» ordinò la sua voce fredda. «Liberati di ogni emozione...»
Ma la rabbia nei suoi confronti continuava a pulsare nelle vene di Harry come veleno. Liberarsi della rabbia? Era più facile tagliarsi le gambe... «Non lo stai facendo, Potter... serve più disciplina... ora concentrati...»
Harry cercò di svuotare la mente, cercò di non pensare, o ricordare, o sentire...
«In piedi!» ordinò Piton aspro. «In piedi! Non ci stai provando, non fai nessuno sforzo. Mi lasci libero accesso ai ricordi che temi, mi offri delle armi!»
Harry si alzò di nuovo, il cuore in gola come se avesse davvero visto Cedric morto al cimitero. Piton era più pallido e arrabbiato che mai, anche se nemmeno lontanamente furioso quanto lui. «Io... mi... sto... sforzando» disse a denti stretti. «Ti ho detto di liberarti delle emozioni!»
«Sì? Be', in questo momento lo trovo difficile» ringhiò Harry. «Allora sarai una facile preda per l'Oscuro Signore!» gridò Piton. «Gli sciocchi che portano il proprio cuore con orgoglio sul bavero, che non riescono a controllare le emozioni, che si crogiolano nei ricordi tristi e si lasciano provocare così facilmente... gente debole, in altre parole... non hanno alcuna possibilità contro il suo potere! Entrerà nella tua mente con una facilità inverosimile, Potter!»
«Io non sono debole» disse Harry a voce bassa, mentre la furia montava così rapida che avrebbe potuto aggredire Piton da un momento all'altro. «Allora dimostralo! Controllati!» sbottò Piton. «Misura la rabbia, disciplina la mente! Proviamo di nuovo! Preparati! Legilimens!»

Commentare questa scena è quasi doloroso.
Si contrappongono due personaggi talmente diversi!
Diverso è l’approccio alla valutazione dei fatti, e non è vero che Potter davvero cerchi di fermare Piton: lui gli dice cosa deve fare, lo sprona, lo esorta ma l’ira di Harry, la sua rabbia è incontenibile, malgrado gli sforzi di Severus a suggerirgli di lasciarla da parte e dimenticare chi Potter ha davanti – perché lui sa bene cosa il ragazzo pensi di lui e quali sentimenti gli susciti – per permettergli di trovare un minimo di concentrazione utile a fermarlo, Potter non lo ascolta, non affronta la prova tentando di seguire gli insegnamenti.

Piton è chiaramente frustrato di fronte a tanta inettitudine, a tanta incapacità di cogliere l’importanza di quello che lui gli sta insegnando.
D’altronde non si tratta di formule di magia o capacità e potenza della bacchetta, ma di disciplina, di controllo e in questo Severus e Harry sono davvero su pianeti diversi.
Harry sembra preoccupato soltanto dal fatto di restare ad occhi chiusi davanti a Piton e occupato ad odiarlo con tutto se stesso: quella è un’immagine che ho ferma nella mente.
Severus invece è più che preoccupato dei risvolti che l’emotività di Harry potrebbe avere nel contatto con la mente di Voldemort.

Penso che queste lezioni siano per lui di una pericolosità unica: Voldemort potrebbe vederlo attraverso la mente di Harry, potrebbe sapere che cosa gli sta insegnando e così la copertura di Severus potrebbe saltare.

C’è qui una frase che è preziosa e amara, da leggere e comprendere nella sua dolorosa enunciazione
«Gli sciocchi che portano il proprio cuore con orgoglio sul bavero, che non riescono a controllare le emozioni, che si crogiolano nei ricordi tristi e si lasciano provocare così facilmente... gente debole, in altre parole... non hanno alcuna possibilità contro il suo potere! Entrerà nella tua mente con una facilità inverosimile, Potter!»

Severus è puro controllo, in lui i ricordi tristi, strazianti, le colpe, il dolore continuo e impossibile da dimenticare, i rimorsi e il sangue versato sono parte, anzi sono la sua vita, lo accompagnano ogni attimo dell’esistenza, ma egli non può mostrarli, non può mostrare il suo vero umano volto, perché ha un dovere da compiere e una promessa da mantenere.
Non gli importa della sua vita, ma del suo compito, di quanto si è prefisso, del peso insopportabile che si è caricato sulle spalle e che porta con coraggio e determinazione… fino alla fine.

No, Severus il suo grande cuore lo tiene segregato in fondo all’anima, nascosto, e sul bavero c’è soltanto il volto che mostra al mondo: duro, sprezzante, altero, indifferente, odioso.
Questo è davvero il sacrificio più grande: straziare se stesso e la propria anima per il bene da raggiungere, con fatica e senza perdonarsi mai niente.

Edited by chiara53 - 6/8/2017, 16:01
 
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