| Le parole che non mi hai detto
Una storia bellissima e scritta davvero bene, che riassume splendidamente i punti salienti della vita di Severus, visti dai suoi occhi ed illustrati dalle sue stesse forti e convergenti emozioni, sentimenti, speranze e disillusioni. Nell’attesa martellante, che ogni volta rinasce prepotente, di quelle semplici parole cui la sua anima ha anelato per tutta la vita. Ma quelle parole non arrivano, mai. Così, capitolo dopo capitolo le illusioni si infrangono contro la realtà e la speranza lentamente muore. Una storia che va in crescendo, nel dolore e nel coraggio, bella e straziante, intensamente commovente, rigorosamente rispettosa della caratterizzazione psicologica del personaggio e del canone dei libri.
C’è tutto in questa storia. L’infanzia di Severus ed il rapporto con sua madre, donna debole e terrorizzata: che stretta al cuore quell’incerta carezza! Poi l’arrivo di Lily con lo scoppio di incontrollabili sentimenti e la consapevolezza di Severus che in nessun modo potrà mai più sfuggirle. Dolce e straziante la descrizione del loro rapporto, così sbilanciato, così impossibile. E per lei è già disposto a fare “qualsiasi cosa”. Povero , piccolo, dolce ed indifeso Severus! Stupendo il capitolo che narra l’incontro di Severus con i Serpeverde futuri Mangiamorte: davvero intenso il suo ritornare nella classe a vedere la macchia del ragno spiccicato sul banco dal pugno di Mulciber. Il suo primo rimorso, che negli anni ritornerà ancora e ancora, come una campana che suona a morto.
L’intensità del capitolo con Dumbledore (dopo l’orribile scherzo di Sirius) mi ha colpito a fondo: nel cuore di Severus, sconvolto dal terrore e dall’orrore per l’accaduto e dal’odio per chi ha incoscientemente cercato di provocare la sua morte, ho visto nascere la speranza mentre si immergeva nell’azzurro degli occhi del vecchio mago. Ho visto Severus sperare nella protezione di un uomo saggio e potente, l’ho visto sperare d’avere gli stessi diritti degli altri ragazzi. Poi quella speranza l’ho vista miseramente morire, uccisa dall’incomprensione anche del vecchio saggio, e poi seppellita dalle risposte del Preside, lo stratega che qui sembra senza cuore… oppure, più probabilmente (o almeno così voglio sperare), ha il cuore rivolto altrove e non può, non riesce a vedere la richiesta d’aiuto di un povero ragazzo, non vede la sua disillusione, non intuisce che quello è l’inizio della fine, l’inizio della discesa verso l’abisso.
Il capitolo con Minerva l’ho trovato ancora più straziante grazie alla stupenda idea dell’autrice che all’inizio mostra la strega come paladina della giustizia e regala a Severus una nuova, meravigliosa speranza che gli scalda il cuore dopo il gelo che appena vi era entrato. E Severus a quella speranza si aggrappa con tutte le sue forze, addirittura pregando tra sé per ricevere finalmente quelle parole che il suo cuore non aveva mai smesso di aspettare. È stupendo Severus quando si apre davanti a lei, quando si aggrappa all’illusione che lei, almeno lei, proprio lei che l’aveva difeso, non l’avrebbe tradito. E invece ecco, ancora una volta, la più totale disillusione, ed il gelo entra definitivamente nel suo cuore, là dove le parole che attendeva ancora una volta non erano arrivate. Così la fiducia negli insegnanti svanisce, seppellita dal rifiuto e dall’ingiustizia.
Davvero interessante e ben scritto il capitolo con Lucius, reso come personaggio in modo impeccabile. Severus, invece, sta sprofondando nell’inferno, perché ormai il suo cuore la speranza di quelle parole tanto desiderate l’ha ormai del tutto perduta. E allora è altro che cerca, che crede di volere. Ma ancora esita, Severus, per amore di Lily, e se non è più capace di sperare, ancora si illude con sogni che mai si realizzeranno. Povero amore mio… che pena ho provato per lui in questo capitolo! Sei stata davvero grandiosa a descrivere il suo sogno e, soprattutto, il momento in cui si deve fermare e da fuori ne assapora il finale. Poi, povero Severus, rivive il suo peggior ricordo e quelle parole “Qualsiasi cosa” risuonano come una campana a morto per noi lettori che sappiamo come sono andate le cose. E nel finale, alla rivelazione del perché nessuno sia intervenuto in sua difesa (mille volte nel fandom ci siamo fatti quella domanda e tu hai saputo dare una risposta crudelmente perfetta), ti assicuro che mi è partito un roboante “BASTARDO D’UN MALFOY”. E se alla fine del capitolo precedente Severus aveva chiuso il suo cuore alla speranza ed alla fiducia verso gli altri, ora quel cuore rimasto solo e ferito si apre all’odio.
Da qui in avanti i capitoli si fanno sempre più intensi, belli e strazianti. E il mio commento cresce di pari passo con l’immedesimazione nel personaggio e nel suo dolore.
Di nuovo Dumbledor e, tramite le sue parole, la descrizione di chi è in realtà Voldemort. E qui mi sono davvero stupita perché tanti anni fa (ormai più di 10) nella mia prima fic io ho scritto parole molto simili per descrivere la totale mancanza di rispetto delle persone da parte di Voldemort. E poi lo schianto, la disperazione più totale e il dolore più devastante davanti alla morte di Lily. L’anima di Severus anela solo alla morte, ma il bianco stratega piega ai suoi fini (e il fatto di sapere che sono giusti non mi consola) il rimorso d’un giovane distrutto dal dolore. Così Severus è costretto a vivere, a divenire il Protettore di quel figlio non suo che ogni giorno lo guarderà, e lo condannerà, con gli occhi di Lily. E il giovane Severus piange “Vinto, disfatto, smarrito”, attorniato da ricordi e rimpianti. E fa la sua promessa di protezione. Non a Dumbledore, ma a Lily. E nel farla il giovane Severus muore e nasce il Severus che tutti conosciamo, il Severus che domina le emozioni così bene da far credere di non averne, il Severus che non può più sbagliare, che non può più deludere la sua Lily.
Un lungo salto di diversi anni e si arriva alla odiata presidenza di Snape. Ed eccola, assolutamente straziante, tornare Minerva. “Rinnegato, assassino, traditore…” Povero amore, povero amore mio! L’autrice è davvero bravissima perché fa sbagliare a parlare Severus che, in modo meraviglioso, le chiede se sta andando dal Preside… quando è lui ad esserlo, al momento. Ma lui non si sente tale, sempre e solo Albus è il preside per lui… Giuro, mi si stringe il cuore il questo capitolo, alla risposta di Minerva, all’amarezza di Severus, addirittura al suo chinare la testa. Chi ama Minerva rapportata a Severus non potrà non amare profondamente questo commovente capitolo che regala un sublime Severus che ricopre gli odiati panni del Preside dei Mangiamorte, e nel fingere di inasprire le punizioni invece ne riduce gli effetti per proteggere i suoi ragazzi. Così come cerca di proteggere tutti, a rischio della sua stessa vita, continuando a mentire all’Oscuro. E intanto soffre, davanti a Minerva, al suo sguardo accusatore ed alle sue parole di scherno, e mentre le risponde con un finto sarcasmo distaccato, intanto la implora, in cuor suo, nascosto nel buio del corridoio (povero amore mio!), implora pietà da quella tortura. Davvero tremenda la prosecuzione del capitolo, con la sofferenza di Severus che, incontrollabile, filtra nella sua voce stupendo l’anziana strega, portandola di nuovo a sperare, a desiderare di credergli, che a tutto potesse esserci una spiegazione. “Severus ti prego”. Quante volte anche io nelle mie fiction ho usato le parole di Albus per rendere ancora più lancinante lo strazio di Severus… Da nodo alla gola il suo sapere che per non tradire la missione affidatagli da Albus dovrà tradire la fiducia di una persona cui vuole bene. E lo fa, in modo davvero tremendo, spezzando ogni possibilità, ogni speranza, ogni affetto. Così, per Minerva non resta che il disgusto e il rinnegare ogni amicizia. E Severus di nuovo rimane solo con se stesso, senza più alcuna speranza, senza possibilità di perdono, senza modo di potere esprimere il suo tremendo tormento interiore. Senza più volere ascoltare la voce che poteva consolarlo pronunciando finalmente quelle parole.
L’ultimo capitolo, infine. Siamo arrivati al dunque, al veleno di Nagini che gli scorre “nel sangue come un torrente di fuoco, incendiandogli il corpo di dolore”, al suo desiderio di morire almeno “da uomo, non dimenticato in una sudicia tana sotterranea”. Severus sta morendo eppure ancora una volta combatte contro se stesso e l’incoerenza dei suoi pensieri, lotta per Harry, per Lily, per la sua promessa per non deluderla, per compiere il dovere di Protettore che si è assunto. Harry deve vivere, a qualunque costo, anche a costo d’infrangere la promessa fatta al vecchio stratega di mantenere il segreto. E nel vivere, Harry deve anche sapere. Conoscere la verità, infine. Severus rivela in quel “guardami” tutta la sua imperfetta umanità, il desiderio che qualcuno, oltre lui stesso, sappia, sappia la tutta crudele e pietosa verità. La tensione emotiva e la passione che l’autrice è riuscita ad inserire in questo breve brano è davvero forte e intensa, devastante e tremenda. Il sacrificio supremo e, insieme, il dono più bello, quello che a Lily, alla sua amata Lily, all’unica persona che per lui avesse veramente contato, rende la vita nei ricordi del figlio. E torma il grandioso “Guardami” della Rowling, qui reso ancora più potente, chiaro e trasparente nella trascinante forza emotiva che porta dentro ai sentimenti di Severus, quell’amore immenso sempre cercato e mai avuto, quella speranza che in punto di morte rinasce, di sentire infine le tanto anelate parole. Ma, ancora una volta, non c’è alcuna parola, solo la sconfitta finale, la solitudine, il vuoto ed il silenzio, l’oscurità e l’angoscia infinita della morte.
E poi… e poi c’è la fine, la mano di Severus che lascia la presa su Harry. E il silenzio. E le ultime parole. Ma non rivelerò nulla, anche se davvero non è affatto difficile comprendere.
Davvero bravissima, complimenti. E consiglio a tutti di leggerla, perché merita proprio.Edited by Ida59 - 16/6/2015, 10:34
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