| "Sonata in quattro movimenti" di Alaide, Tassorosso
Da oscure potenze mi circondo
Mi piace molto come hai raccontato la notte in cui sarebbe diventato un Mangiamorte, una personale interpretazione che segue e si mescola al brano da cui hai tratto ispirazione, rendendo la cupezza del momento e di quella notte che sottolineava la scelta sbagliata che avrebbe compiuto, ma la scelta più giusta per lui, in quel momento, l’unica che gli avrebbe consentito di uscire dall’anonimato in cui viveva, che gli avrebbe dato conoscenza, ma che gli avrebbe fatto perdere per sempre Lily, anche se per sempre l’aveva già perduta.
E mentre uccido, io piango
E la sonata continua, straziante, e lo porta a fare i conti con la realtà, con ciò che la sua scelta avrebbe davvero comportato, perché nella vita non si ottiene nulla senza pagarne un prezzo, e il suo prezzo sarebbe stato la morte e sarebbe stato il sangue, e i tormenti che ogni persona uccisa gli avrebbero procurato; ed è bello il modo in cui racconti questa sua epifania, questo suo rendersi veramente conto di ciò che significava essere tra le file dei Mangiamorte, ed è bello perché in cuor suo aveva sempre sofferto per la visione di quelle immagini. E senti la musica, lo strazio del brano che hai scelto, e ti senti addosso lo strazio di ciò che prova Severus e lo racconti in modo semplice e netto, in un modo che senti a pelle.
Ed io deforme, orribile così
In questa terza storia invece mi è piaciuto moltissimo il parallelismo, o meglio, la contrapposizione che hai fatto di Severus e la natura, seguendo il brano e marcando quel suo essere lordato da una macchia penetrata a fondo, fino all’anima, mentre il mondo intorno a lui si tingeva dei colori della bellezza, e in quel mondo e in quella bellezza c’era anche la sua Lily, e sempre ci sarebbe stata. Sembra molto leggera come storia, ma dentro le parole si percepisce tutta la pesantezza di una condizione dovuta a scelte sbagliate e di una sofferenza che avviluppa il cuore del mago rendendolo un inutile pezzo di marmo.
Affranta è l'alma dalla lotta crudel
Spesso sarebbe assai meraviglioso se si potesse dimenticare molte cose della vita, sarebbe bello, ma sarebbe come prendere la strada più facile, e molti sono portati a intraprenderla, ma Severus no, il cuore di un uomo coraggioso che non teme per la sua vita e che è disposto a qualsiasi cosa, non è fatto per porre i suoi passi sul sentiero più semplice. Mi piace molto questa sua introspezione che lo porta a pensare ad Albus, al chiedere aiuto alla persona che più di tutti lotta contro il suo padrone e contro di lui, e non deve essere semplice piegarsi al proprio nemico, neppure chiedere di salvare una vita. L’oblio sarebbe stato semplice, ma sceglie la via dell’azione, sceglie di mettersi in ginocchio. Poi, ho trovato bellissimo l’accenno al pellegrino penitente che cerca la pace del chiostro dopo varie tribolazioni, fantastico, queste cose mi affascinano sempre
Insomma, per concludere, questa tua “Sonata in quattro movimenti” mi è davvero piaciuta, hai saputo prendere non solo le parole, ma proprio l’essenza dei brani d’Opera che hai scelto, d’altronde se non sai entrare nella loro anima tu Quattro shot divise ma che raccontano del percorso di un uomo sceso nel buio più profondo per poi ritrovare quello spiraglio di luce necessario per non perdersi del tutto. Veramente molto belle, non le ho trovate affatto pesanti, ma piuttosto scorrevoli, con il sottofondo dell’Opera che non appesantisce ma armonizza perfettamente. Belle storie!
Il resto dopo cena che è pronta e si raffredda!
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