Il Calderone di Severus

Arwen68 - Un dono inaspettato, Tipologia: one-shot - Genere: drammatico, introspettivo - Rating: per tutti - Personaggi: Severus Piton, Tonks - Pairing: nessuno - Epoca: 6° anno e altre epoche -Avvertimenti: AU

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view post Posted on 23/10/2022, 16:40
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Titolo: Un dono inaspettato
Autore/data: Arwen68. Ottobre 2022.
Beta reader: EleSnapey
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: drammatico, introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Tonks
Pairing: nessuno
Epoca: 6° anno e altre epoche.
Avvertimenti: AU
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Nota 1: scritta per l'iniziativa 15 anni con Severus. Scuola di Beauxbatons. Ruolo: Portatore delle insegne.
Caratteri 18.685

Riassunto: Non avrebbe mai pensato di incrociare altri in Hyde Park la mattina di Natale ma, una volta arrivata, Tonks dovette ricredersi…

Londra, Natale 1996


Non avrebbe mai pensato di incrociare altri in Hyde Park la mattina di Natale ma, una volta arrivata, Tonks dovette ricredersi. Seduta su una panchina di fronte al lago Serpentine, osservò incuriosita una ragazza che, in leggings e scarpe da running, correva incurante del freddo pungente.
Per reazione, la giovane strega si strinse nel cappotto, alzandosi il bavero. Si era rifugiata lì, lontano da luoghi magici, per riflettere sui recenti accadimenti. Il pensiero tornò all’ultima riunione dell’Ordine, qualche giorno prima. In quell'occasione aveva provato a mostrare a Lupin il proprio attaccamento. Sapeva quanto la missione affidatagli da Silente, presso gli altri Lupi Mannari, potesse rivelarsi pericolosa e aveva provato a metterlo in guardia. Ma Remus non intendeva lasciar spazio al sentimento che lei provava disperatamente a fargli accettare e, sottratta la mano alla presa della strega, l’aveva rassicurata con freddezza.
“Non vale la pena che tu ti preoccupi per me!”
Quelle parole le bruciavano dentro. Si passò una mano nei capelli, che negli ultimi tempi avevano il colore del fango, e gli occhi le si riempirono di lacrime. Per questo non si accorse subito del grosso volatile bianco che le si stava avvicinando.
“Edwige, cosa ci fai qui?” disse, accarezzando la testa candida della civetta che si era posata sulla panchina proprio accanto a lei.
Ma senza assecondare le carezze affettuose di Tonks, Edwige le beccò un dito.
“Ahi!” esclamò prima di distinguere il piccolo rotolino di pergamena che l’animale aveva legato alla zampetta.
Srotolò la lettera e lesse.

“Carissima Tonks, siamo alla Tana per il pranzo di Natale: manchi solo tu! Molly sarebbe tanto contenta se volessi raggiungerci e Bill, Fleur, Remus e gli altri si chiedono che fine tu abbia fatto. Piacerebbe tanto anche a me rivederti. Ti aspettiamo, non tardare! Con affetto. Harry.”


Tonks accartocciò il piccolo pezzo di pergamena e lo spinse in fondo alla tasca del cappotto. Forse era vero che sarebbe mancata a molti, ma era altrettanto sicura che Remus non avrebbe dato troppo peso alla sua assenza.
“Vai Edwige, non c’è risposta”, mormorò alla civetta, che riprese sconsolata il volo.
Il pensiero di quell’invito le scaldò il cuore, mentre tra i capelli affiorava una ciocca di un vivace color fucsia. Nonostante tutti i suoi problemi, Harry si dimostrava un ragazzo molto responsabile per la sua età e molto sollecito verso gli altri. A tutti era evidente questa verità. A tutti tranne che a una persona: Severus Piton. Non poteva dimenticare il modo in cui il nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure lo aveva accolto all’inizio dell’anno davanti ai cancelli di Hogwarts, dopo l’aggressione di Malfoy; né il modo sgradevole in cui si era rivolto a lei, prendendola in giro sul nuovo Patronus, rivelatosi meno potente del precedente.
Si era dunque accorto di quel cambiamento e Tonks non riusciva a liberare la mente dall’idea che avesse voluto schernirla. E chissà come si sarebbe divertito ancora di più a prenderla in giro se avesse saputo di quell’amore non corrisposto. Debole, ecco come aveva definito il suo Patronus e la strega non riusciva a capacitarsi di come una simile lapidaria affermazione potesse averla scioccata tanto. E se invece lui sapesse? Possibile che il mago avesse davvero intuito i suoi sentimenti? Quel dubbio, unito all’esilio al quale si era costretta, le fecero venir voglia di fare qualcosa di temerario.
Trovava insopportabile l’atteggiamento che costantemente il mago aveva nei confronti del ragazzo.
“E’ intollerabile!” Insorse, saltando in piedi, decisa che non avrebbe lasciato inutilmente trascorrere quel giorno di Natale. Harry meritava un regalo: un segno tangibile del suo affetto. E c’era qualcun altro, oltre lei, che sicuramente stava trascorrendo la festa in solitudine.
Tonks si guardò intorno con aria circospetta. Il parco sembrava ormai deserto. Probabilmente tutti si erano già ricongiunti alle rispettive famiglie per i festeggiamenti. In ogni caso, non era prudente abbassare la guardia, si nascose dietro un grosso tronco, e si smaterializzò, lasciandosi alle spalle un sonoro ploff!

*****



Spinner’s End era squallida come se l’era sempre immaginata.
Il villaggio ai piedi della ciminiera della vicina fabbrica aveva un aspetto cupo e polveroso e Tonks trovò che ci fossero fin troppe similitudini con il mago che era venuta a sfidare.
S’incamminò per le anguste strade deserte alla ricerca dell’indirizzo giusto. Quando arrivò davanti alla porta, non ebbe dubbi che fosse proprio quella.
Nonostante la semplicità, che denunciava sin da subito la scarsità di mezzi economici degli occupanti, le abitazioni vicine esibivano decorazioni natalizie; la casa, alla cui porta si accingeva a bussare, era spoglia e desolata più di tutte le altre.
Suonò e, non udendo rumori dall’interno, accostò l’orecchio all'uscio.
Così, quando Severus andò ad aprire, trovò la strega con la faccia schiacciata contro il battente.
“Sei qui per spiarmi?”
Tonks udì la voce sarcastica di Piton e contemporaneamente capì che stava cadendo in avanti.
Rovinò sul pavimento dell’ingresso e, sollevato il viso imbarazzato verso l’alto, scorse l’espressione divertita del padrone di casa.
“Allora, a cosa devo questa irruzione?” La incalzò quello.
La strega si rialzò e, spolverandosi nervosamente i lembi del cappotto per darsi un tono, si avviò impettita verso l’interno della casa.
“Prego, entra pure!” Esclamò Severus ancora all’ingresso, vedendola entrare nella stanza successiva. La raggiunse ancora incerto sull’atteggiamento da tenere. Di certo, se Codaliscia fosse stato in casa, sarebbe stato più brusco e sbrigativo, ma il caso aveva voluto che proprio quel mattino avesse sentito il bisogno di liberarsene per trascorrere il Natale in pace.
Tonks avvertì la presenza del mago alle sue spalle, dette un'occhiata agli arredi dall’aria frustra del salotto, al divano e alla poltrona che avevano conosciuto tempi migliori, e si voltò ad affrontarlo.
Sullo sfondo di una libreria stipata di volumi, si stagliava l’imponente figura del padrone di casa che la osservava con aria interrogativa. Non sapendo come introdurre l’argomento che le stava a cuore, decise di rompere il ghiaccio con una banalità.
“Sei in partenza?” Domandò, quindi, indicando i numerosi scatoloni e oggetti posati in un angolo della stanza, provando a scrollarsi di dosso la sensazione di inadeguatezza che s’impadroniva di lei quando era in sua presenza.
“Non vedo come questo potrebbe interessarti e comunque no. Approfittavo della mia momentanea solitudine per mettere un po’ d’ordine in queste vecchie cianfrusaglie di famiglia.” La voce di Piton si era fatta mesta e Tonks notò come fosse divenuto pensieroso.
“Ma non credo che tu sia venuta qui per aiutarmi a riporre le mie cose, quindi vorresti finalmente dirmi il motivo della tua visita?”
Tonks guardò il suo interlocutore negli occhi e iniziò a dubitare della scelta fatta: recarsi nella sua casa ad affrontarlo non era stata una grande idea. Tuttavia, preso il coraggio a due mani, con un gran respiro rispose:
“Sono venuta a dirti che non mi piace il modo in cui tratti Harry.”
“Ed è Potter in persona che ti ha mandato da me per perorare la sua causa?” Era incredulo di tanta sfrontatezza.
“Harry non lo farebbe mai!” Rispose lei piccata. “Sai quanto io odi i soprusi e tu sei terribilmente ingiusto con lui”.
Piton si rabbuiò: di nuovo Harry Potter, di nuovo qualcuno che gli ricordava quanto fosse speciale quel ragazzo, di nuovo qualcuno che ne prendeva le difese. Si sentiva sempre più esasperato e ciò accresceva la sua irritazione.
“Il modo in cui mi rapporto con Potter non è affar tuo. Il ragazzo è pigro e indolente come suo padre e se non ci fosse qualcuno a tenerlo a freno, vedremmo il "Prescelto" camminare senza sfiorare il terreno con i piedi.”
“Ecco il problema: tu ce l’hai ancora con suo padre! Me l’aveva detto Remus che non correva buon sangue tra voi quando eravate a Hogwarts.”
“Già, Lupin! Immagino quel che ti possa aver narrato uno degli amici fraterni di Potter senior …”
“Remus è una persona autentica, incapace di mentire e di fare del male!” La voce le si smorzò, mentre pronunciava quelle parole.
“Infatti, basta non incrociarlo durante le notti di luna piena”. Mormorò Severus con aria maligna.
“Come ti permetti di prenderti gioco delle sofferenze degli altri?” Lo attaccò Tonks con voce stridula. I suoi capelli avevano assunto un pericoloso color rosso fuoco.
Severus serrò i pugni e cercò di controllarsi: cosa ne sapeva quella curiosa ragazzina di ciò che lui aveva dovuto subire senza avere il conforto di nessuno?
“Anche tu porti orgogliosamente il cuore sul bavero e non riesci a controllare le emozioni?” Le sibilò sul viso.
Quel riferimento al cuore, ai sentimenti, bloccò, come uno stupeficium, Tonks già pronta a ribattere. Si sentì avvampare e la voce le si strozzò in gola.
A Severus non sfuggì la reazione della strega a quelle parole e immediatamente gli vennero in mente eventi recenti che lo avevano incuriosito. Durante gli incontri dell’Ordine della Fenice aveva notato una certa tensione nei rapporti tra Remus e Tonks. Si rammentò poi che il Patronus della strega era mutato da Lepre in Lupo ed era diventato inspiegabilmente debole. Un sospetto gli attraversò la mente: Tonks era innamorata non corrisposta di Lupin. Se così era, aveva appena trovato il modo per rimettere al suo posto quella seccante ragazzina. Le rivolse un sorriso sarcastico e contrattaccò.
“Ti vedo accaldata, Ninphadora," cominciò, usando volutamente il nome tanto detestato dalla strega, "eppure qui dentro non ho ancora acceso il camino. Qualcosa ti turba?"
Tonks si accasciò sulla poltrona dietro di lei, atterrando su due tomi di pozioni avanzate appoggiati lì, e in quel momento fu davvero sicura di aver fatto un grave errore ad essere andata in quella casa. Come aveva potuto farsi trascinare dal proprio malumore fino al punto da perdere lucidità? Su quella panchina in Hyde Park si era sentita sola e infelice e aveva pensato di poter sfuggire a se stessa, ai suoi sentimenti, alla sua frustrazione concentrandosi su qualcosa che la indignasse veramente. E aveva cercato lo scontro con Piton. Ma non aveva tenuto conto che si sarebbe trovata davanti un uomo altrettanto amareggiato da una vita non certo facile e quindi altrettanto incline ad attaccare per difendersi. Aveva offerto il fianco al suo avversario. Si sentì vulnerabile e i suoi capelli tornarono a essere di un mesto color fango.
Severus intanto la osservava: era una persona così trasparente che non aveva certo bisogno di Legilimanzia per capire di aver centrato il bersaglio. Si sarebbe aspettato di provare esultanza e invece percepì una strana e momentanea sensazione di vicinanza.
"Vuoi qualcosa da bere?” Le chiese tanto per allontanare quel pensiero molesto.
“Sì grazie, un bicchiere di vino elfico può andare”.
Severus si avvicinò alla credenza e con movimenti lenti ne estrasse due bicchieri e una bottiglia. Mentre mesceva il vino si chiese se fosse il caso di continuare a stuzzicarla o essere clemente. Il ricordo del suo sfortunato amore per Lily lo convinsero a soprassedere. Anche lui, come Tonks, sapeva cosa voleva dire amare e non essere riamati e il dolore che ne derivava.
Le porse il bicchiere.
Nella stanza ora regnava un silenzio carico di imbarazzo: nessuno dei due aveva voglia di riaccendere lo scontro.
Severus si sedette sul divano di fronte alla ragazza.
La strega ora evitava deliberatamente di incrociare il suo sguardo. Lasciò che gli occhi corressero senza meta per la stanza. Poi la sua attenzione venne attratta da un sacchetto di velluto verde posato sul tavolino accanto a lei. Incuriosita allungò la mano.
“Posso?” disse afferrando il sacchetto, senza attendere la risposta.
“Prego” rispose brusco Piton.
Tonks si rigirò il sacchettino tra le mani, accarezzando il morbido velluto e seguendo con il dito la forma delle iniziali ricamate in argento.
“E.P.” sussurrò rapita.
“Eileen Prince. Sono le iniziali di mia madre e quelle erano le sue Gobbiglie”.
La strega aprì il sacchetto e tirò fuori una delle sfere. Era trasparente. La luce che entrava dalla finestra colpì la superficie lucida, scomponendosi in mille colori e disegnando un vivace arcobaleno sulla mano che la sorreggeva.
“Bellissima! Ho sentito che tua madre era una campionessa di Gobbiglie." Si fece saltare in mano il sacchettino. Le sfere all'interno, sbattendo tra di loro, emisero un rumore secco. "Saranno state un oggetto prezioso per lei e ora un ricordo caro per te.” Continuò, evitando sempre di incrociare lo sguardo del mago.
“No, ti sbagli, io le odio. Ma hai ragione su una cosa: mia madre aveva più a cuore le sue Gobbiglie che le persone intorno a lei."
" Sono molto belle." Sussurrò Tonks, decidendo di ignorare le ultime parole di Piton su sua madre.
"Visto che ti piacciono tanto, le puoi tenere." Le disse stupito da ciò che gli era appena uscito di bocca.
Tonks fu colpita da quell'offerta inaspettata. Alzò lo sguardo su di lui e lesse ancora dolore e solitudine nei suoi occhi.
E di nuovo agì d'impulso.
“Potremmo anche riempire ciò che resta di questo giorno di Natale facendo una partita!” Capì subito che il suo intento era palese.
Piton la gelò con uno sguardo. Lei abbassò rapida la testa, provando un genuino imbarazzo.
“Credo sia meglio che tu vada”, disse con la stessa aria ostile con cui l’aveva accolta. Aveva letto compassione sul suo volto e lui non era tipo da accettare la compassione di nessuno.
La strega si alzò immediatamente e, con un movimento impacciato, appoggiò il sacchetto di Gobbiglie sul tavolino.
“Guarda che dicevo sul serio: puoi tenerle!” Non aveva alcun motivo per rimangiarsi l'offerta fatta, così raccolse il sacchetto e lo porse di nuovo a Tonks che lo afferrò e lo strinse tra le mani.
“Grazie” sussurrò lei.
Rimasero a fissarsi per qualche istante.
"Non serve che mi accompagni, ricordo la strada… " Si voltò e uscì dalla stanza.

Hogwarts 2016



Molti anni erano trascorsi da quell’incontro.
Severus, sopravvissuto alla ferita magica di Nagini, era ora preside di Hogwarts. La sua vita era gradualmente mutata. Il mago aveva imparato, giorno dopo giorno, ad affrontare un’esistenza scandita da ritmi ordinari. I fantasmi del passato continuavano però a tormentarlo. Troppo sangue era stato versato e troppe persone aveva dovuto lasciarsi alle spalle: tutte quelle che non era riuscito a salvare. L’affetto di Minerva e la stima dei colleghi riuscivano solo in parte a mettere a tacere i suoi rimorsi. E così, come gli accadeva di fare ogni volta che voleva zittire le voci di quelle ombre, anche quella sera si trovava a percorrere i corridoi di Hogwarts, tentando con il suo passo veloce di allontanare da sé quei sussurri.
L’eco di voci reali lo fece riemergere dai pensieri per metterlo di fronte a una evidenza: era in ritardo per la cena. E come lui, in ritardo erano anche i due ragazzi che temporeggiavano nel cortile interno della scuola e a cui appartenevano quelle voci.
“Bene, bene … Victoire Weasley! non mi stupisce affatto che tu sia così refrattaria al rispetto delle regole”, mormorò Severus, con voce melliflua.
“E niente di meno che il Caposcuola di Tassorosso, Teddy Lupin!” aggiunse, fulminando il ragazzo con una delle sue temutissime occhiate.
“E’ tutta colpa mia, signore! ” Esclamò Teddy, scattando istintivamente in avanti, per fare scudo con il proprio corpo alla sua amica.
Severus trasalì. Il ricordo di se stesso ai tempi della scuola, quando mostrava lo stesso atteggiamento protettivo nei confronti di Lily, lo riportò indietro di molti anni. Fu per questo che, senza mutare atteggiamento, decise di assecondare l’intento del ragazzo.
“Dunque signorina Weasley, visto che il suo compagno afferma di essere l’unico responsabile di questo ritardo, puoi andare direttamente a cena.” L'apostrofò con autorità.
La ragazza non osò replicare all’ordine ricevuto e, lanciato uno sguardo riconoscente e preoccupato al suo amico, si allontanò velocemente.
Severus si soffermò a fissare la figurina esile ed elegante di Victoire, trovandola straordinariamente somigliante alla madre. Poi, voltandosi di nuovo verso Teddy, notò che il ragazzo, con un movimento lento e impercettibile del piede, faceva arretrare qualcosa nel tentativo di nasconderlo alla sua vista.
“E’ troppo chiederti come mai voi due non eravate ancora a cena?” Domandò, fissando attentamente la porzione di terreno alle spalle del ragazzo. “E cosa cerchi di nascondere?” Lo incalzò, scavalcandolo per guardare meglio.
“Non è niente, signore. Solo uno dei pochi regali che mi ha lasciato mia madre…” rispose mestamente Teddy, chinandosi a raccogliere ciò che aveva provato a nascondere agli occhi del preside. Poi, rialzatosi, sollevò la mano col palmo rivolto verso l’alto, per mostrargli il contenuto.
La luce delle fiaccole del porticato colpì la superficie trasparente di alcune Gobbiglie, scomponendosi in mille colori e disegnando un vivace arcobaleno sulla mano che le sorreggeva.
Severus riconobbe subito le Gobbiglie di sua madre, le stesse che aveva donato a Tonks in quel Natale di tanti anni prima e che ora attraverso i riflessi cangianti sembravano unire, al di là dello spazio e del tempo, le mani di madre e figlio.
“Stavamo giocando a Gobbiglie ed eravamo così presi che non ci siamo accorti del tempo che passava…”
“E.P. …” sussurrò Severus perso nei suoi ricordi. Non aveva ascoltato una sola parola della giustificazione del ragazzo.
“Sono mie, signore, anche se le iniziali sul sacchetto non sono quelle di mia madre. ” Le gote di Teddy erano infuocate: aveva sentito le parole del preside e ora temeva di venire accusato magari di furto. “Mia nonna mi disse che fu un amico a donarle a mia mamma."
Il mago fissò il volto del ragazzo ritrovando in esso qualcosa di Tonks.
“Sì, conosco questa storia”, mormorò quasi tra sé.
Poi, riprendendo piena padronanza del ruolo, si rivolse a Teddy.
“Per questa volta signor Lupin, chiuderò un occhio, ma vedi di fare in modo che non accada più. Sei un Caposcuola e mi aspetto il più rigoroso rispetto delle regole da chi ricopre questo ruolo. Adesso fila di corsa in Sala Grande.”
“Quindi mi crede signore? Posso tenerle?” Chiese il ragazzo indicando le Gobbiglie e il sacchetto che le conteneva.
“Ti ho appena detto cosa devi fare: non mi far pentire di essere stato magnanimo!” Rispose secco Piton.
"Sì, certo signore! Non si ripeterà più. Grazie, signore!" Teddy si strinse le Gobbiglie al petto e scappò via, ancora incredulo di essersela cavata senza alcuna punizione.
Severus rimase a guardarlo mentre si allontanava, portandosi via quel sacchettino di velluto verde che tanti anni prima era stato per Tonks un dono inaspettato.


___
1 Riferimento a “Harry Potter e l’Ordine della Fenice”

Edited by Arwen68 - 23/10/2022, 18:48
 
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view post Posted on 27/11/2022, 18:54
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Manu, la storia scorre lieve sul filo dei ricordi: molto bello il salto temporale e la scelta di legare i protagonisti attraverso l’oggetto della sfida. La tua narrazione, sempre limpida e fluente accompagna il lettore in questa vicenda che hai molto ben inserito nelle trame della saga: indovinata la scelta dell’epoca in cui far svolgere l’incontro tra Severus e Dora; perfetta la descrizione della casa del mago (con pochi semplici tocchi sei riuscita a farmi immaginare seduta accanto a Tonks); credibili i dialoghi che ricalcano, secondo me alla perfezione, l’indole dei due personaggi principali. <3
 
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view post Posted on 28/11/2022, 15:24
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Una storia che mi ha colpito per il modo in cui, con poche parole e una rapida pennellata, vengono resi i sentimenti dei vari personaggi (di Tonks prima, di Severus poi e di Teddy sul finire della storia). Mi è piaciuto tantissimo come le gobbiglie colleghino la prima e la seconda parte della vicenda, subito dopo il salto temporale.
 
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view post Posted on 29/11/2022, 18:24
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Care Kate e Alaide, grazie a entrambe per aver letto la mia storia e aver lasciato il vostro pensiero.
CITAZIONE
storia scorre lieve sul filo dei ricordi: molto bello il salto temporale e la scelta di legare i protagonisti attraverso l’oggetto della sfida.

Grazie Kate. ❤️

CITAZIONE
Una storia che mi ha colpito per il modo in cui, con poche parole e una rapida pennellata, vengono resi i sentimenti dei vari personaggi

Grazie Alaide. ❤️
 
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view post Posted on 7/12/2022, 17:39
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I ♥ Severus


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Bella storia, intensa e commovente, ben costruita con le mani di madre e figlio inondate dall'arcobaleno creato dalle gobbiglie.
O amato questa frase:
CITAZIONE
Mia nonna mi disse che fu un amico a donarle a mia mamma

.Inoltre, ti ringrazio per avermi fatto fare pace con il Severus che prende in giro Tonks per la debolezza del suo Patronus (e qui mi riallaccio al commento lasciato alla storia di Ele). Ho sempre dato per scontato che Severus sapesse dell'amore di Dora per Remus, per il semplice fatto che io come lettore ne ero a conoscenza. Ma, in effetti, considerato il poco tempo che Severus si fermava alle riunioni dell'Ordine, poteva anche non sapere nulla. In questo caso la sua presa in giro a Tonks ha una valenza molto inferiore e non è più disturbante. Quidi ti ringrazio per avermi fatto fare pace con quella scena.
 
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view post Posted on 9/12/2022, 21:03
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Grazie Ida, per l'apprezzamento e le belle parole che hai lasciato alla mia storia.
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Inoltre, ti ringrazio per avermi fatto fare pace con il Severus che prende in giro Tonks per la debolezza del suo Patronus

❤️
 
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