Il Calderone di Severus

Lonely_Kate Foglie di carta, Genere: introspettivo, drammatico - Rating: per tutti - Personaggi: Severus Snape, Minerva McGonagall, Personaggio originale – Epoca: post HP7 - Pairing: nessuno - Avvertimenti: AU

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view post Posted on 21/9/2021, 20:40
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Dalla terra dove s'intrecciano misteri, magie e leggende.

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Titolo: Foglie di carta
Autore: Lonely_Kate
Data: Agosto-Settembre 2021. Scritto per la sfida n°7 FA+FF: Severus e le stagioni 2021, autunno.
Beta-reader: Arwen68, Xe83
Tipologia: racconto, diviso in due parti.
Genere: introspettivo, drammatico
Rating: per tutti
Personaggi: Severus Snape, Minerva McGonagall, Personaggio originale, personaggi vari.
Pairing: nessuno
Epoca: post HP7
Avvertimenti: AU
Riassunto e nota: Il dolore e la paura furono la spinta al realizzarsi degli strani eventi che seguirono quel provvedimento, quasi l’avverarsi di una nuova profezia.
Le parti del racconto dedicate a Severus sono in seconda persona.

A Manu e Xenia: siete sempre pazienti con me, accurate, autentiche… un porto sicuro. Se un giorno mi risponderete di no (soprattutto dopo la fatica di questa volta ;)), io lo capirò… ma mancherà un pezzetto di cielo nella mia storia.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling ed a chi ne detiene i diritti. L’immagine allegata è di Nadin. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

I
Londra, un mese prima


La lunga lettera giaceva scomposta sulla scrivania ingombra di carte e documenti: quel ripiano non era mai stato tanto in disordine.
Un uomo, dall’espressione accigliata, teneva le mani unite solo con la punta delle dita. Sedeva appoggiandosi allo schienale della poltrona da almeno un paio d’ore, lo sguardo perso nel vuoto.
Aveva trovato la busta sulla mensola del camino e la sua foggia non dava adito a dubbi: veniva da lì. La raccolse, se la rigirò tra le mani, la soppesò.
Perché?
Si chiedeva perché mai avessero deciso di ricorrere a lui. Dovevano trovarsi in seria difficoltà.
Non poteva negare il grande sollievo avvertito dopo quella fatidica notte (sì, lui ne era a conoscenza). Tutti quegli strani incidenti, e quelle morti inspiegabili si erano arrestati… come per magia.

Si riscosse e pigiò il tasto rosso sul telefono bianco alla sua destra.
Sperò di non dover ricorrere al telefono nero.
“Sono io”.
“Caro, come mai chiami a quest’ora, tutto bene? Oh, no, non dirmi che non riesci a tornare in tempo stasera?! Ho promesso ai Taylor che saremmo andati a cena da loro!”.
“No, non farò tardi se… se riesco a risolvere una cosa… “
“Ti ascolto… “
“… “

“Sì, mi sembra di ricordare, conosco qualcuno… sì, il figlio… no, un nipote di… studia proprio lì, in quella scuola. Forse posso aiutarti. Ricordo storie sull’esistenza di un gruppo o un’associazione molto lontana, non so, appassionata di quella roba magica”.
“Tesoro, ti prego…”
“Lo so, lo so. Dammi un po’ di tempo… Ah, e non fare tardi stasera!”.
“Grazie, cara”.

Il Primo Ministro sospirò.

Hogwarts, un mese e un giorno prima


Il dolore e la paura furono le cause che portarono al realizzarsi degli strani eventi che seguirono quel provvedimento. Fu quasi l’avverarsi di una nuova profezia: dare la possibilità a dei Babbani di vedere e toccare il mondo magico per uno scopo ben preciso.

Si erano riuniti nella ampia stanza al settimo piano del castello: una sorta di tavola rotonda. Tavola si fa per dire, visto che buona parte dei partecipanti era appeso a un muro e l’unica entità con un corpo materiale sedeva solitaria alla scrivania dai piedi a zampa di leone. Minerva McGonagall e tutti gli ex presidi di Hogwarts discussero (o battibeccarono se preferite) fino a notte fonda. L’esito della consulta fu messo nero su bianco in venti fogli di pergamena finissima:

“A seguito degli eventi succedutisi dopo la Seconda Guerra Magica, che hanno visto coinvolto un uomo strettamente legato ad Hogwarts, i suoi abitanti, animati dal solo e unico desiderio di restituire a costui la serenità e il dovuto onore, prendono atto che ciò non potrà realizzarsi senza il contributo di un‘entità super partes: una forza in grado di aiutarli a dare a questi la forza di credere nuovamente in se stesso”.

Il timbro di Hogwarts fu premuto sul sigillo in ceralacca rossa a chiusura della busta. Un gufo, dal variegato piumaggio bruno e argento, prese il volo all’alba di una fresca mattina di fine settembre. Il cielo era di un limpido e intenso blu, come la fiamma quando respira più ossigeno ed è pronta a divampare.
Una nuova speranza.

Hampstead Heath, oggi
Severus


Un crepitio riprodotto come da uno scacciapensieri, riempie l’aria in cui si percepiscono solo i sommessi sibili del vento.
La solitaria panchina in legno, scelta per allontanarti e riposarti, è umida di pioggia appena cessata.
Indossi solo una leggera giacca scura per proteggerti dalle temperature che, ormai, cominciano ad abbassarsi.
L’autunno è arrivato anche quest’anno, e come sempre si è fatto strada nel tuo cuore occupandone ogni angolo. In passato, nella tua vita precedente, hai provato a opporti a questo lento e inesorabile avanzare ma non lo hai mai fatto veramente.
La tua vita precedente? Quella che hai vissuto quando eri l’amico felice di Lily, oppure quell’altra, folle, oscura da Mangiamorte, quando Lily non c’era più?
Per un breve istante rabbrividisci, stringi a te il soprabito e avvolgi più stretta la sciarpa intorno al collo: quel lungo rettangolo di morbida lana nera protegge dal freddo pungente la tua gola ancora molto delicata. Ma quella sciarpa che ti ripara dagli sguardi curiosi difende anche il mondo dalla vista del nuovo te.
Cosa sei diventato?
Tieni i gomiti appoggiati sulle ginocchia e i piedi schiacciano indifferenti le foglie morte, mentre la tua mente è lontana, vaga indisturbata altrove. Neppure le urla lontane di qualche ragazzino, intento a rincorrere una palla, ti riportano al presente.
Del resto sei seduto lì perché vuoi stare da solo, desideri essere lasciato in pace.
Questi momenti di isolamento, con gli anni, sono diventati sempre più necessari: pause dalla vita reale in cui devi rifugiarti per riflettere, per recuperare energie, per essere di nuovo te stesso.
Chi sei tu?
Tra tutte le opzioni possibili: l’odioso insegnante di Pozioni; l’adepto più promettente di Colui-che-Ora-Può-Essere-Nominato; la spia di Silente; il Mangiamorte redento. Ora devi aggiungere un nuovo ruolo, l’assassino tornato in vita contro la sua volontà, il mago oscuro a cui è stata data un’altra possibilità… nonostante tutto.
È il non aver potuto scegliere che ti fa rabbia. Questa nuova vita è un’incrinatura che corrompe la corazza di cristallo di cui è fatta la tua anima. Il furore ti coglie spesso improvviso, anche futili eventi, parole pronunciate con indifferenza, hanno il potere di scatenare l’odio: un odio nuovo, diverso, mutevole, per cui però, questa volta, non sei stato in grado di trovare una vittima.
Sei troppo debole per continuare a prendertela con te stesso, ma hai troppi dubbi e domande senza risposta per poter essere certo di incolpare qualcun’altro o qualcosa.

Tutte quelle foglie cadute, dalle calde tonalità dall’arancio al rosso vermiglio, erano secche. In esse la vita era fuoriuscita da tempo e ne restava solo il fantasma leggero e volubile come il vento che le faceva danzare.
Ne raccogli una, una foglia d’acero di un rosso granata e la metti davanti agli occhi in controluce: ha il potere di offuscare il già pallido sole autunnale.
Sei consapevole di non poter più guardare la vita attraverso lo schermo secco e fatuo del passato, ma sembra tutto così naturale per te, tu vuoi che sia così. Lo desideri.
Ad un tratto, con la rossa foglia ancora tra le mani, guardi in basso e, sotto la punta della tua scarpa destra, noti un triangolo di un verde chiaro, brillante. Sollevi il piede e scopri un’altra foglia, fresca e morbida.
Quell’unica foglia verde, in un mare di rosso e arancio, attira la tua attenzione: sei rapito dalla singolare scoperta.
Ti chiedi cosa possa significare.
Rigiri la foglia tra le dita. È una grande foglia di platano dalla peculiare forma palmata e lobata.
Porti anche questa foglia davanti agli occhi, interponendola tra te e il sole: una delicata e luminosa sfumatura verdastra inizia a colorarti il viso. Chiudi gli occhi, lasci che il tiepido raggio di sole ti scaldi.
Il cenno di un sorriso ti increspa le labbra sottili.
Non sai perché.

“Buon giorno, Professor Snape!”
Una voce squillante ti fa sobbalzare. Ti volti nella sua direzione e devi schermarti il viso dalla luce.
Un contorno indistinto delinea una figura di donna sottile e non molto alta.
“Lei chi è? Un momento… lei è una…? Come fa a…?” sei incredulo ma lo stupore lascia rapido il posto all’insofferenza: la rabbia già inizia a montare...
“Sa, non è stato facile trovarla! “.
“Poteva risparmiarsi la fatica” la interrompi bruscamente.
“Come vuole” riprende conciliante la ragazza. Tiene le braccia dietro la schiena, probabilmente le mani sono intrecciate tra loro. Le spalle dritte, il collo rilassato. Le belle labbra socchiuse.
Sei un interprete esperto dei segnali che, involontariamente, il corpo del tuo interlocutore ti invia. Sai che la donna Babbana sta provando a restare impassibile, a resistere al tuo leggendario sarcasmo... al tuo odio.
Com’è possibile che questa donna mi conosca?

Il vento fresco fa roteare un gruppetto di foglie secche.
Un delicato profumo di narciso, papavero Himalayano, tuberosa, eliotropio, cuoio, vaniglia e muschio, ti raggiunge riempiendoti le narici.
Sulle braccia di lei si formano migliaia di piccoli rilievi, i sottili peli si sollevano. Ha eretto miriadi di minuscole colline sulla superficie del suo corpo: insieme formano una montagna.
E tu non lo avevi previsto.
“Ho dovuto far lavorare un po’ la testa per arrivarci, Professore: dove potrebbe rifugiarsi un redivivo che vorrebbe essere morto? Un sopravvissuto che non vuole stare in mezzo ai suoi simili, ma in mezzo ai Babbani, senza però farsi vedere neppure da loro? Un superstite che desidera solo rimuginare in pace sul suo passato piuttosto che, più saggiamente, sul suo presente e futuro?”
Le parole erano state pronunciate tutte d’un fiato e, dovevi ammetterlo, la sua voce si era dimostrata ferma, sicura.
Sciocco sottovalutare una semplice Babbana.
“Io non ho futuro”.
Le rispondi così, senza possibilità di repliche. L’affermazione che ti fuoriesce dalla gola come se fosse un ordine. Un comando che lanci a te stesso.
“Le hanno mai parlato dell’invadenza? Lei sa cosa significa la frase voglio essere lasciato solo?”. Ora sei diventato beffardo, il tono canzonatorio è indice di un autocontrollo che stai dimenticando di mettere in atto. No, di sicuro non ti riconosci.
Compare uno scintillio nei tuoi occhi nero ossidiana.

Un sospiro e un sorriso addolciscono il viso della donna bruna che sposta le mani sui fianchi.
“Lei non molla mai, vero, Professore? Posso sedermi lì accanto?” così dicendo allunga un braccio semicoperto dalle pieghe di un cardigan di leggero mohair corallo. Con il dito indica un angolo della panchina su cui sei seduto scomodamente, sul bordo, come un uccello pronto a spiccare il volo.
Le rimandi un’espressione truce che, unita allo sguardo di ghiaccio dei tuoi occhi ridotti a fessure, avrebbe fatto scappare chiunque. Ma non lei.
No, lei non era chiunque. Dritta come un fuso, solenne e immobile come una statua, col solo esile braccio e il dito puntato che pareva quasi importi di restare fermo, come lei.
Lei che non possedeva la magia.

Stai decidendo cosa fare, ma non ne hai il tempo. Mentre la donna avanza con decisione verso la panchina, in un fruscio di gonne e senza mai distogliere lo sguardo dai tuoi occhi, ti dice: “Devo mostrarle una cosa che l’interesserà”.
Aveva camminato sulle foglie senza fare rumore.
“Ho già visto tutto nella mia vita, nulla può più sorprendermi”.
“Davvero? Eppure mi sembrava proprio un’espressione sorpresa la sua mentre contemplava quell’unica foglia verde che ancora stringe tra le mani: una foglia solitaria in questo mare autunnale di decidue cadute. Non vuole lasciarla andare, vero?”.
“Che sciocchezza!”.
“Quella foglia si chiama speranza, Professore”.
“Speranza di cosa, PER COSA!?”.
È esplosa, lei, la tua compagna: la rabbia.
Un sorriso greve di scetticismo si allarga sul tuo viso contratto dal dolore; gli occhi sono ripiombati nel buio, diventando di pece.
Poi chini il capo. “Va bene, si segga visto che è chiaro che non ha nessuna intenzione di andarsene”. Posi delicatamente la foglia sulla panchina accanto a te. Hai stabilito una distanza, un limite invalicabile tra i vostri corpi.
Kaithlin si accomoda la lunga gonna a pieghe. Si siede rispettando il tuo confine verde, ma non tanto lontano da non riuscire a sfiorarti le ginocchia con le sue.
Tu non ti scosti, ma osservi le vostre gambe vicine, poi sollevi lo sguardo a fissarle le iridi color castagna con piccole pagliuzze oro e verde.
-Un altro autunno di fronte a me.

“Allora?” chiedi con tono interrogativo, tutt’altro che interessato, ma colmo di sarcasmo e scherno.
“Certo che lei sa come mettere a loro agio le persone, eh?!” ribatte piccata la ragazza.
“Mi fregio di avere molte ottime qualità, l’essere accomodante è una di queste”.
Il sopracciglio destro della ragazza schizza su.
“Ma che brava! È capace di farlo anche con l’altro sopracciglio?”.
“Va bene, ora basta giocare, Professore, vengo al punto, anche la mia pazienza e perseveranza hanno un limite”.
“Se non erro mi ha cercato lei!”.
La giovane svolge rapida un ampio fazzoletto di lucida seta color avorio, tirato fuori dalla sua tracolla: all’interno erano avvolte numerose lettere legate insieme da un nastro verde.
“Queste sono per lei, Professore” con malcelata timidezza ti porge il pacchetto.
“Lettere? Da parte di chi? E perché consegnate così da lei? Sono forse sue?”.
“No, Professore, ognuna di queste missive racchiude un messaggio o una richiesta, una preghiera se preferisce; ognuna di esse è stata scritta da una persona diversa e queste sono solo una piccola parte”.
“Non capisco”.
“Io sono un messaggero, Professor Snape, occorreva qualcuno, che non appartenesse al suo mondo, per farle arrivare l’amore, l’affetto che molti nutrono per lei. Noi sappiamo chi è. Siamo immensamente felici di aver scoperto che è sopravvissuto all’ultima grande Guerra Magica. Le nostre speranze e previsioni non sono state deluse”.
Ti fai scivolare tra le mani le buste: grandi, piccole, bianche o in tenui toni pastello, ognuna vergata con una grafia diversa e con coloratissimi francobolli provenienti da lontano.
“Lei sa chi sono io? Questa è la notizia del giorno! Davvero stupefacente! Quello che dice è impossibile!” Rimetti in ordine le missive con un rapido gesto da perfetto giocatore di poker, poi posi il fascio di lettere sulla foglia verde che ancora giace sulla panchina tra te e la ragazza.
“Nemmeno io so più chi sono! Cosa o chi crede di essere lei per presentarsi qui al mio cospetto, sostenendo di possedere risposte a domande che io stesso non sono in grado di formulare! Se ne vada… anzi… “ ti alzi e, senza degnare di uno sguardo la donna Babbana, ti allontani da lei che resta stupita, improvvisamente silenziosa.
In un sol colpo una folata di vento solleva una nuvola di foglie secche e la gonna di Kaithlin che, rapida, la blocca con una mano, mentre con l’altra trattiene le lettere che rischiavano di volare via.
Una smorfia di delusione e amarezza le oscura il volto semicoperto dai capelli scuri.
“Non ci riuscirò mai”. Sollevò lo sguardo nella direzione in cui era andato Severus, ma lui non si vedeva già più.

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II
Hogwarts, oggi

Kaithlin


Nella Sala Grande vi è un piacevole tepore, le luci dorate sono accoglienti e le tavole imbandite invogliano alla vicinanza, all’amicizia, allo scambio di affettuosi convenevoli.
Lui non c’è.
Il suo posto vuoto al centro del tavolo degli insegnanti è una voragine aperta sulla tristezza e lo sconforto.
Quella sera a cena Kaithlin si accomoda defilata rispetto agli altri, in una posizione che le consente di tenere d’occhio la porticina dietro la tavola dei docenti… spera con tutto il cuore che si apra e compaia lui.
Nulla.
Nonostante l’atmosfera serena, manca il vociare allegro dei presenti: vi è solo un sommesso bisbiglio che aleggia come una cappa di fumo sui tavoli occupati dagli studenti.
Gli altri insegnanti lanciano rapidi sguardi di sbieco a quello scranno, a quelle stoviglie vuote... e a lei.
La giovane donna fa scorrere lo sguardo lungo la tavolata dei professori: scruta i loro volti in cerca di un segno di speranza.
Non è fortunata.
Per lei è già un miracolo essere lì.

Era arrivata ad Hogwarts dopo una serie di intricati passaparola che avevano attraversato l’Europa. La moglie del Primo Ministro inglese conosceva la nonna di un giovane allievo di Hogwarts. Questi, a sua volta, aveva stretto amicizia con un Corvonero dell’ultimo anno che veniva dall’Italia: un’amica della madre del ragazzo era una sorta di adepta di un club che studiava la magia e i luoghi magici nel mondo.
Kaithlin era membro di questo club e la sorte l’aveva scelta per la missione e condotta al castello.

La donna aveva avuto modo di presentarsi, nei giorni immediatamente successivi al suo arrivo, alla nuova Preside e a tutto il corpo insegnanti.
Era stata accolta con gentilezza, aveva ricevuto sguardi dolci e sorrisi appena accennati, cordiali parole di benvenuto, di incoraggiamento, anche di conforto… pur se non aveva ancora incontrato il professor Snape.

Terminata la cena Kaithlin si avvia al suo dormitorio: non ha voglia di fermarsi a chiacchierare, deve riflettere sul da farsi. Ha poco tempo, non rimarrà a Hogwarts ancora a lungo.
Sfila il pacco di lettere che aveva nascosto tra il materasso e la rete. Guarda le buste. Non ne conosce il contenuto. Non avrebbe mai invaso la privacy di chi le aveva affidato quelle missive che traboccano d’amore, fiducia, possibilità: ciascuna custodisce un messaggio personale, il sogno rinchiuso dentro il cuore di colei la cui mano ha impugnato la penna e vergato le pagine. Legge le iniziali che ornano l’angolo in basso a destra delle buste:

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... e tante altre ancora*.
Il destinatario è una sola persona: Lui.
La sua lettera manca. Lei è lì, può parlargli di persona.
Avrà la forza, il coraggio di non mollare? Quel mago è così… ostinato, inflessibile.
Ma non si arrenderà: lo aveva promesso a tutte e a se stessa.

Una palude di foglie morte e fango la sommerge, la travolge e lei non riesce a liberarsi. Allunga le braccia disperata, intravede il suo salvatore dai lunghi capelli neri che si erge sopra di lei… ma lui non si muove.
Apre la bocca per chiamarlo, non riesce a urlare...inghiotte foglie e fango.


A notte fonda si sveglia di soprassalto: ha avuto un incubo.
Ci mette un po’ a capire dove si trova. Intorno solo il debole chiarore argenteo della luna, ormai alta nel cielo, che entra nella camera dalla stretta finestra a ogiva alla sinistra del suo letto.
Si alza.
Ha bisogno di respirare l’aria fresca di quella chiara notte autunnale.

Un lume in una mano e un pacchetto nell’altra, scende silenziosa diverse rampe di scale, fino a raggiungere quelle più ripide e consunte che la porteranno a destinazione.
Ha pensato di uscire a fare due passi in giardino ma ha subito cambiato idea e ora si ritrova a respirare l’aria umida e odorosa di magia dei sotterranei.
-Tentar non nuoce, si suol dire nel suo mondo… e forse anche in quello del Professore.
Mentre si fa largo nell’oscurità, sussultando alle fugaci ombre e immobilizzandosi ad ogni suono misterioso, si augura di non incontrare nessun fantasma.
Le hanno detto che il Castello ne è invaso ma, fino a quel momento, non ne ha visto nessuno. Meno male!
Finalmente la porta che cerca è di fronte a lei.
Un pesante batacchio in argento, scurito dal tempo, è a portata di mano.
Cosa fare adesso? Bussare?
Decisamente bussare non è una buona idea. Ha capito che la proverbiale imperturbabilità del mago viene messa di continuo a dura prova e non è più quella di una volta… non vuole rischiare una fattura! Del resto sono anche le due del mattino!
Un rapido toc-toc e… via di corsa su per le scale.

***


Sono trascorsi alcuni giorni ma dell’ex professore di Pozioni nessuna traccia.
Kaithlin non è più stata così fortunata come quel pomeriggio al parco.
Non riesce neppure a scoprire se il pacchetto di lettere che ha lasciato davanti alla porta di Severus è sparito perché raccolto o semplicemente gettato via.

Decide di recarsi dalla Preside.
L’anziana donna ha molte rughe concentrate intorno alla bocca, sembrano trascinare le labbra in un atteggiamento di accettazione e rinuncia.
Minerva cammina in cerchio, in un invisibile solco formato sul pavimento dell’ampia stanza. Chissà quante volte ha cercato risposte muovendosi così.
Si tormenta le mani, anch’esse rugose, parte di un corpo grigio che irradia stanchezza.
La giovane Babbana l’ha sempre immaginata solo con sgargianti vestaglie scozzesi o lunghi abiti da strega verde smeraldo.
La McGonagall continua a parlare da sola.
“Mi dispiace, non so che dirle” le dice con voce piatta. “Anche noi abbiamo provato a lungo: Severus ci incolpa per averlo salvato dalla morte. Per questo confidavamo nel vostro aiuto”.

Kaithlin resta immobile, ferma poco più avanti della soglia della camera. Cerca di non distrarsi guardandosi intorno ma fissa uno spazio vuoto sul muro alle spalle della strega, accanto al quadro di un Silente sonnecchiante. Forse hanno già preparato il posto per accogliere il dipinto dell’ultimo Preside di Hogwarts: un mago che, sebbene avesse diretto la scuola per meno di un anno, avrebbe meritato ugualmente di essere ricordato per sempre… dopo la verità.
Ma Severus è sopravvissuto.

Una sera, dopo cena, pensa di andare in biblioteca.
Ne ha tanto sentito parlare ma non si è ancora decisa a recarvisi. Desidera prendersi solo un po’ di tempo per rilassarsi e non pensare a lui: deve recuperare un po’ di lucidità, il tempo è agli sgoccioli.
L’atmosfera che vi regna è intrisa di silenzio e del profumo di legno lucidato misto a quello della polvere e della carta, talvolta vecchia di secoli.
Un paradiso per lei.
Istintivamente i piedi la guidano verso la sezione della biblioteca dedicata alla magia curativa, alle pozioni ed erbe magiche.
Accomodato a un lungo tavolo di mogano scuro, illuminato solo dalla calda luce di una lampada da scrivania, sta l’alta e dritta sagoma del mago in nero. L’aria che lo circonda è pregna di elettricità statica. Il messaggio che emana è: “State lontani!”.

Severus


I tuoi occhi neri scorrono sulle righe accendendosi di interesse e incredulità. Passi rapido dalla voglia di ridere e strappare quelle pagine, al desiderio di continuare a leggere, ad accettare quelle parole, a comprendere che parlano di te.
Tieni il capo chino, i lunghi capelli sfiorano dolcemente la superfice irregolare del tavolo.
La tua attenzione è completamente catturata.
Non senti che si avvicina.

“Professore, buona sera”.
Sei colto alla sprovvista e non riesci né ad impugnare la bacchetta, né a pronunciare un incantesimo non verbale. Come uno scolaretto colto sul fatto, sposti rapidamente alcuni libri aperti portandoteli davanti. Non ti volti, non ne hai bisogno.
“Proprio impossibile sfuggire al lavorio della sua mente da taumaturgo onnisciente, vero?”
La tua voce è più veloce della tua mente. Ora provi quasi fastidio a ferirla. Chissà perché?
Lei è sempre uguale: ferma, stabile, rilassata. Ti guarda coi suoi grandi occhi d’autunno e non ti dispiace. Indossa ancora lo stesso cardigan corallo. La tuberosa, l’eliotropio e la vaniglia saranno nascosti lì.
“Mi dispiace, Professore, non intendevo disturbarla, ma l’ho vista qui e… devo chiederle se ha avuto modo di leggere le lettere che le ho lasciato l’altra notte davanti alla porta del suo studio”.
Ora la sua voce ti sembra meno sicura, nasconde una nota di impazienza e dolore. Ti fa tenerezza.
Sbuffi: “Incredibile… “.
Non si siede di fronte a te, dall’altro lato della tavola, ma allontana la sedia alla tua destra ed è lì che si accomoda. Ti costringe a voltarti. La aiuti a mantenere il suo sguardo piantato nei tuoi occhi. I suoi sono lucidi e i tuoi non devono diventarlo.
“Riesce a leggere un testo capovolto, Professore?”
Ti accorgi solo adesso che la tua mano destra è posata su un libro aperto al contrario.
Lei sorride compiaciuta. Le piace stuzzicarti, sa di aver vinto.
I suoi occhi ti restituiscono la stessa tenerezza malcelata nei tuoi: sa che stai nascondendo quello che realmente leggevi.
In un improvviso impeto di coraggio, lentamente, ti sfila il libro dalle grinfie.
“Vediamo cosa legge di così interessante”. Un rettangolo di carta verde mandorla, ricoperto da una fitta scrittura in corsivo, giace davanti a Severus che, ormai scoperto, si appoggia allo schienale della sedia.
Lei ti osserva, sa che non sei felice. Hai un’aria dolente, gli occhi lucidi, non di pianto, ma di una miriade di emozioni che ti ostini a tenere sempre sopite, represse, che bramano erompere e urlare la loro esistenza al mondo.

“Mi volete, dunque, così bene?” le domandi incerto. Invece sei sicuro che questo ti aiuterà a farle scoprire le carte, a rivelare le sciocche e fallaci verità lette in ognuna di quelle lettere e nello sguardo di lei.
Ma non trovi nessuna bugia.
“Perché?” aggiungi.
Eccola, di nuovo allunga un braccio e una mano verso di te: la pelle è liscia, ambrata. Il dito indice, timido, sfiora delicatamente il tessuto sericeo del tuo abito nero, puntandolo all’altezza del cuore.
“Non capisco... “ stringi gli occhi.
“Quello che c’è qui dentro è grande, immenso” ti sussurra con dolcezza. “Non è un segreto, non è così insondabile, non ai nostri occhi. Lei è fermamente convinto di essere una creatura della notte, Professore, oscura come il più buio dei sentimenti ma non è così. Inconsapevolmente irradia una luce e un calore che si riflettono su chi le sta accanto. Lei è capace di amare come e più di chiunque al mondo. Lei merita di vivere”.
Che follia! Sciocca, banale, scontata, mediocre, insulsa follia!
Lo dici a te stesso: li conosci tutti i sinonimi di una cosa che è troppo assurda per essere vera.
Tu non sai più cos’è l’amore. Sì, lo hai dimenticato! Lo hai calpestato come le foglie morte del parco.
Devi trovare dentro di te l’odio, lo chiami, lo implori.
Questa volta non ti risponde.
Ti torna in mente la fresca e morbida foglia verde.
È un attimo, non ti chiede permesso, scivola così, calda e salata, la prima lacrima di gioia che versi da quando sei rinato.
Kaithlin continua a sorriderti, ma lo fa tenendo gli occhi bassi per rispetto verso di te.
Non ti asciughi quella lacrima, le sei grato, è il segno che ti serviva per capire che avevi ancora un cuore nascosto dietro i severi bottoni.

La donna ritrae il braccio sfiorandoti la mano con la sua calda e lieve.
Il momento imbarazzante termina in silenzio. Lei si alza.
“Arrivederci, Professore, spero di riuscire ad incontrarla di nuovo. Tra pochi giorni sarò in partenza”.
“Dove va?”
“Torno a casa. Ritorno alla mia vita. Ho una risposta da portare a tutte le persone che le hanno scritto. Spero di poter dare loro buone notizie…”
La nuvola della sua avvolgente fragranza la segue mentre lei scompare nell’ombra tra gli imponenti scaffali della biblioteca.

Hampstead Heath
Severus


Questo è un giorno senza pioggia nel tranquillo parco a est di Londra. Il vento leggero non riesce a sollevare le foglie cadute. Sono tutte distese al suolo: asciutte, sovrapposte l’una all’altra a formare un meraviglioso tappeto dai caldi colori autunnali, pronto ad accogliere i primi fiocchi di neve presto in arrivo.
Esiste la magia anche nel mondo dei Babbani, la natura ce lo ricorda, sempre.
Ne hai trovate molte altre. Hai cercato a dovere e sei riuscito a raccogliere altre foglie verdi, una per ognuna delle lettere che hai conservato.
Hai deciso di riporle in uno scrigno magico che posizionerai tra i barattoli di vetro del tuo laboratorio, in un punto solo apparentemente casuale. Quell’oggetto e il suo contenuto saranno lì a ricordarti chi sei, cosa diventerai… molto presto.

La temperatura dell’aria si è abbassata ancora nelle settimane successive al vostro primo incontro.
La tua giacca leggera e il cardigan di mohair sono stati sostituiti da un lungo mantello di lana e da un cappotto a redingote di tweed verde e marrone.
Il colore si abbina alla perfezione agli occhi di lei.
“È arrivato il momento di salutarci, Professore, non immagina quanto io sia felice di tornare a casa portando con me l’espressione che ha sul viso in questo momento”.
“Non crede di essere diventata un po’ troppo sdolcinata per i mei gusti… e anche per i suoi?”.
Ora a essere rilassato sei tu. Tieni le braccia lungo i fianchi e tutte quelle foglie strette in una mano, il capo leggermente inclinato perché lei è più bassa di te.
Riesci ad avvertire che i tratti del tuo volto sono distesi, sereni.

“C’è una cosa che vorrei chiederle… questo prodigioso lavoro di persuasione non è opera sua, ma di tutte le autrici delle lettere che mi ha dato. E lei? Cosa mi avrebbe scritto lei?”.
Kaithlin sfila dalla borsa una foglia di carta fatta con la tecnica dell’origami. La singolare missiva è di una calda tonalità corallo. Te la porge. Un ultimo sorriso le illumina il volto. Poi, dandoti le spalle, scompare dalla tua vista in un soffio di vento.

“Caro Professor Snape, lei conosce tutte le risposte, sa dove si nasconde la verità. Basta che si sbottoni un po’ la giacca e guardi quello spazio di pelle di dieci centimetri al centro del suo torace. Se vi poggia una mano potrà ascoltare la risposta che cerca”.


“Severus!”
“Preside, cosa ci fai qui?”
“Ti stavo cercando, Severus, da tanto tempo. Spero di averti trovato, finalmente “.
“Sono qui, Minerva, qui, a Hogwarts od ovunque, se avete ancora bisogno di me”.
L’anziana donna ti guarda con occhi che hanno perso il velo malinconico degli ultimi mesi, ora brillano nel loro azzurro di cieli primaverili.
Si avvicina a te, senza paura.
“Bene, dovrò ringraziare quella strana Babbana che è appena andata via”.
“Perché ho la sensazione che tu ne sappia qualcosa, Minerva?”
“Io? Non so a cosa ti riferisci… Vieni, andiamo, torniamo al Castello, tutti ti aspettano. Dirò agli elfi di preparare una cena sontuosa. Finalmente la Sala Grande sarà di nuovo viva e allegra!”
Ti prende sotto braccio e tu non ti sottrai al suo tocco caldo e rassicurante.
“Sì, torniamo a casa, Minerva, mi è venuta una gran fame! Ma devo prima fare una cosa importante “
“Oh, Severus, nulla è più importante del riportarti ad Hogwarts… Riguarda forse quelle foglie? Cosa devi farne, una nuova pozione?”
“Devo riporle in uno scrigno… e, ora che mi ci fai pensare, Professoressa, credo tu abbia avuto un’ottima idea: chiamerò questa nuova pozione Inopinatum Spes “.
Minerva sorrise.


* Dedicato a tutte le donne del Calderone che vivono in questo luogo e adorano Severus.

Edited by Ida59 - 20/10/2021, 18:45
 
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view post Posted on 21/9/2021, 20:57
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CITAZIONE
Giorgy
view post Inviato il: 17/9/2021, 19:13

Una storia particolarmente sentita Kate💖 ogni singola parola trasuda la tua profonda ammirazione e affetto verso Severus.
Il tuo personaggio originale è a dir poco affascinate, una donna “tosta” che tiene testa al caro professore 😜 in alcuni momenti è stato esilarante lo scambio di battutine sagaci e piccate.
La tua scrittura tesoro è armoniosa, coinvolgente, scorrevole; infine c’è una buona dose di suspense! Tieni il lettore attaccato allo schermo per scoprire quale sarà il passo successivo… questa è una grande dote, riesci a mantenere vivo l’interesse.
Dolce e tenera la dedica a tutte noi cultrici del bel professore tenebroso 😘
Grazie tesoro ❤️💖 e soprattutto per aver condiviso questo splendido racconto.
Un abbraccio 🌹

CITAZIONE
Lonely_Kate
Grazie, cara Giorgia 🌷. I tuoi commenti sono sempre lusinghieri e molto graditi. Mi fa piacere che le ‘battutine sagaci’ ti siano piaciute, anche io non difetto di una buon dose di sarcasmo 😉❤️

CITAZIONE
Gabrix1967
view post Inviato il: 18/9/2021, 00:30

Mi piace il tuo racconto, Kate.
Mi ha colpito la sua struttura, caratterizzata dalla narrazione in prima persona del protagonista.
Ho gustato ogni parola, ogni colore e ogni profumo con il quale hai descritto questo incontro magico, anche se uno dei protagonisti è una donna Babbana. Colori e profumi autunnali che scandiscono i momenti del tuo racconto.
E sai una cosa? Mi hai sorpresa. Non per la piacevole scrittura e la delicatezza della storia, ma per lo sviluppo che le hai dato, reso esplicito dalla dedica finale.
In fondo, il Forum è proprio questo: un luogo in cui le nostre anime si sono incontrate per manifestare un sentimento condiviso e tu sei stata portavoce di questo amore che riesce a strappare persino a Severus una lacrima.
Bravissima Kate. Grazie per questo racconto. <3

CITAZIONE
Lonely_Kate
Carissima Gabri, grazie per aver dedicato del tempo alla lettura di questa long. Come hai detto tu, tutto nasce dall’amore. Un giorno mi sono venute in mente le parole che la Babbana rivolge a Severus in biblioteca, parole che ognuna di voi avrebbe pronunciato allo stesso modo per lui. Il resto della storia, alla fine, è il sogno che si continua a far da cornice a quei momenti. Sono felice che tu ne sia rimasta colpita ❤️

CITAZIONE
Arwen68
view post Inviato il: 19/9/2021, 15:48

Cara Kate, intanto grazie per le parole di dedica che hai lasciato alle beta: per quanto mi riguarda le ho molto gradite!💖
Come beta ho avuto la possibilità di vedere l'evoluzione del tuo racconto, il suo modellarsi piano piano, il suo adattarsi senza snaturarsi.
L'idea di fondo della tua storia mi ha subito conquistata e sono veramente felice che alla fine tu sia riuscita a postarla per la sfida d'autunno.
Del tuo racconto ho amato le ambientazioni, la babana intrepida che affronta il professore e alla fine riesce a concludere con successo la strana missione affidatale, il Severus reduce da una guerra che gli ha lasciato ferite non solo fisiche.
Storia delicata e malinconica come l'autunno ma piena di sfumature, come i colori di questa stagione. Colori e sfumature che hai saputo rappresentare benissimo, regalandoci un racconto intenso con un epilogo che è un inno alla speranza. 💖

CITAZIONE
Lonely_Kate
Carissima Manu, la felicità è tutta mia! Sono io che ho guadagnato moltissimo da quest'ultima esperienza insieme a te e Xenia. Se il mio racconto si è evoluto nel tempo, anche io sono cresciuta con esso. Voi mi avete presa per mano e aiutata a comprendere che avere solo le idee non basta. Sono necessari e indispensabili: metodo, pianificazione, riflessione, pazienza.
Non posso quindi che essere assolutamente entusiasta, non solo di essere riuscita a rimanere nei tempi della sfida, ma, cosa molto più importante, a essere riuscita a creare qualcosa di bello, che tu, Manu, hai apprezzato e amato.
Il mio è un ringraziamento troppo piccolo <3

CITAZIONE
Ele Snapey
view post Inviato il: 20/9/2021, 01:57

La tua storia merita di essere letta con attenzione e tanta considerazione, Cate, merita che le si dedichi tutto il tempo necessario a cogliere bene le meravigliose tonalità dell’autunno e i sentimenti profondi racchiusi tra le parole che hai scelto con grande cura.

Quella che hai scritto e descritto con tanta dedizione (e lo si evince perfettamente) è una vicenda singolare che cattura, coglie nel segno per lo straordinario caleidoscopio di sentimenti che vi sono contenuti e che la rendono unica. Una storia che arriva al cuore in cui l’amore e l’eccezionale considerazione per la grandezza del nostro incomparabile, inarrivabile Professore, trasudano da ogni riga.

E‘ un concentrato di emozioni, di tenerezza, di consapevolezza, di struggente attesa, di riscatto. E la tua Kaithlin, dolce, paziente messaggera, così determinata a volergli consegnare le preziose missive perché assolutamente convinta che possano essere l’unico modo per renderlo cosciente della propria grandezza umana e morale è deliziosa. Inoltre una donnina molto coraggiosa, che non mostra alcun cedimento o timore reverenziale davanti a quell'atteggiamento così tipicamente beffardo e scontroso del nostro eroe che otterrebbe di sgretolare chiunque.

Ma lei, no, non arretra, impavida portabandiera del nostro amore incondizionato per lui. Una figura incantevole alla quale non possiamo che essere riconoscenti: grazie per avercela regalata, Cate cara, e per aver condiviso con noi il tuo splendido sogno <3

CITAZIONE
Lonely_Kate
Cara Ele, la tua lettura delle mie storie è tanto accurata e attenta nella ricerca dei particolari, quanto premurosa e generosa nel giudizio sui contenuti. Ho messo molto cuore (e forse poca testa) nello scrivere questo racconto; ho lasciato che la mia mano venisse guidata dall'amore: l'inchiostro della penna così non si spande, ma segue linee imprevedibili e definite e, alla fine, il disegno completo appare come per magia. Ti sono infinitamente grata per le parole che mi hai dedicato, riesci sempre a regalarmi qualche battito in più. <3

CITAZIONE
Anto67
view post Inviato il: 21/9/2021, 16:07

Cara Cate, ho dovuto dedicare il giusto tempo al tuo racconto perchè è complesso.
Dominare la complessità non è semplice e credo sia stato impegnativo realizzare questo componimento! Anche il lettore è impegnato a seguire i cambi di scenario o di voce narrante e a seguire il famoso fil rouge che tu disponi nei tuoi scritti e a cui io sono tanto affezionata <3

L'originalità del racconto è nella continua trasposizione dei piani tra mondo magico e mondo reale e fa sentire anche chi legge dentro la magia e non solo: come non sentirsi coinvolti quando si legittima il ruolo delle fan del professore che vorrebbero per lui una vita migliore?

Penso questa storia somigli alla sua autrice: intelligente, articolata, a volte complicata nella sua stuttura e manifestazione, ma alla fine chiara, amorevole e pura nella sua essenza che è di voler stare nel mondo portando il propro contributo positivo e di volere il bene delle persone a cui tiene, in questo caso all'oscuro Severus, disarmato da una timida onda che lo travolge e a cui non riesce ad opporsi.

CITAZIONE
Lonely_Kate
Cara Anto, le tue parole mi hanno commossa. Hai scelto una chiave di lettura psicologica volta a ricercare i richiami alla personalità di chi scrive. Questo, secondo me, nasconde il desiderio di capire chi si nasconde dietro quelle lunghe file di parole, per il puro desiderio di imparare a conoscersi. Non posso che ringraziarti perché voler andare al di là del bianco e nero è qualcosa a cui non sono abituata. È vero che sono una persona complessa (e introversa) e, a volte, posso spaventare chi non ha imparato/voluto conoscermi. Grazie per esserci ❤️

CITAZIONE
Chiara53
view post Inviato il: 21/9/2021, 19:01

Ho letto la tua storia di corsa, poi mi sono fermata, consapevole che, dal momento che anche nella mia c'erano tante foglie autunnali, era meglio non farmi coinvolgere nei pensieri di un'altro.
Adesso ho letto con calma. Un racconto mediato tra fantasia e realtà: un regalo per Severus.
Con la necessaria attenzione hai raccontato la storia della sua anima dopo la seconda guerra. Lo hai fatto tra una panchina, le foglie autunnali e le lettere inviate ad una persona davvero speciale.
Mi è piaciuto leggerti e credo che anche il Potion Master lo abbia gradito.
Le descrizioni dell'autunno sono molto piacevoli e la Babbana, credo, prima o poi potrebbe rincontrare Severus.
Indovinata la scelta di conservare le foglie verdi, il dove e il perchè.
Buon autunno Caterina!

CITAZIONE
Lonely_Kate
Cara Chiara, sono felice di aver condiviso, con una scrittrice speciale come te, una sorta di filo conduttore declinato nei vari colori delle foglie d’autunno. Ciò che ci ha accomunato è stata anche la scelta di raccontare Severus in seconda persona (sei una grande maestra in questo). Chissà perché anche a me viene naturale scrivere di lui così. In questo modo lo sento molto più vicino. Non ultimo, condividiamo tutte noi un profondo amore e rispetto per il mago più straordinario del mondo (anche se a volte io sono un tantino dispettosa😉). Ho desiderato, come hai detto tu, fare un regalo a Severus, ma anche a voi tutte: il mio grazie per avervi incontrato 💝
Buon autunno anche a te, Chiara, a tutte 🍁


Edited by Lonely_Kate - 26/9/2021, 21:02
 
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view post Posted on 26/9/2021, 20:00
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Anouk
view post Inviato il: 23/9/2021, 22:28
Kate - Foglie di carta

Finalmente ho trovato il tempo per leggere questa lunga storia di cui mi è rimasto il sapore dolce e malinconico sulle labbra.
La tua ambientazione è coinvolgente, i personaggi meditati e sentiti; è stato particolarmente piacevole seguire l'evoluzione dei sentimenti, quello che accade dentro alle persone tra un dialogo e l'altro, il non descritto talvolta, ma che si percepisce dall'evoluzione dei fatti.
Brava Kate, hai portato l'autunno (nel migliore dei modi) nella mia serata.

P.S.
Mentre la storia scorreva sembrava che ci fosse anche la mia lettera tra le sue mani, grazie per averci coinvolte.

CITAZIONE
Lonely_Kate
Cara Anouk, leggere un giudizio positivo da una autrice che padroneggia alla perfezione l’arte di tradurre in parole l’introspezione di Severus, mi fa un immenso piacere🌷. Grazie per aver strappato un po’ di tempo (ehm… più di un po’… 😉) dai tuoi impegni per dedicarlo alla Babbana di origami ed a Severus. Sì, la protagonista è fatta di una miriade di piegoline: se vuoi scoprire cosa c’è dentro occorre la pazienza di aprire tutte le sue ripiegature senza romperle.
❤️
 
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view post Posted on 20/10/2021, 17:43
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Davvero una bellissima storia, Cate, dolce e delicata, intensa e traboccante d'amore.
Mi hai più volte commossa ed è un'onore riceverla da te con la tua dedica.
Grazie di cuore per questo bellissimo dono. <3

Vedo che le sfide delle stagioni sanno ispirarvi davvero bene: stupenda l'unione tra le foglie e le lettere, un bel pensiero... verde speranza, come la pozione di Severus dall'indovinato nome del finale.
Brava, hai fatto tornare tutto, anche il primo ministro che apriva con aria misteriosa l'incipit; bella costruzione di storia.

Tu sai, vero, che esiste la nostra iniziativa "Invito a sorpresa", che si basa esattamnete sugli stessi presupposti della tua storia? E' evidente che adesso siamo curiose di leggere il tuo personalissimo racconto: non farci attendere troppo a lungo!

Come sempre, brava per la scelta appropriata delle immagini.

Poi, siccome sono e resto rompicoglioni, sposto la tua storia Lonely_Kate tra i racconti perchè non basta scrivere alcuni brani dall'aria di capitoli, per trasformare un racconto in una long-story o storia a capitoli come nella traduzione qui sul forum. Le long sono storie decisamente più lunghe di questa.
 
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view post Posted on 20/10/2021, 23:17
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CITAZIONE (Ida59 @ 20/10/2021, 18:43) 
Davvero una bellissima storia, Cate, dolce e delicata, intensa e traboccante d'amore.
Mi hai più volte commossa ed è un'onore riceverla da te con la tua dedica.
Grazie di cuore per questo bellissimo dono. <3

Vedo che le sfide delle stagioni sanno ispirarvi davvero bene: stupenda l'unione tra le foglie e le lettere, un bel pensiero... verde speranza, come la pozione di Severus dall'indovinato nome del finale.
Brava, hai fatto tornare tutto, anche il primo ministro che apriva con aria misteriosa l'incipit; bella costruzione di storia.

Come sempre, brava per la scelta appropriata delle immagini.

C'è tanto di me tra le righe di questa storia, Ida, e mi rende molto felice scoprire che ti è piaciuta al punto da averti commossa. Il mio desiderio più grande era proprio mostrare l'amore, renderlo vivido e tangibile. Grazie delle tue splendide parole <3

CITAZIONE
Tu sai, vero, che esiste la nostra iniziativa "Invito a sorpresa", che si basa esattamnete sugli stessi presupposti della tua storia? E' evidente che adesso siamo curiose di leggere il tuo personalissimo racconto: non farci attendere troppo a lungo!

Lo so, le storie pubblicate per l"Invito a sorpresa" sono le prime che ho letto nel forum. Era così grande il desiderio di incontrare Severus che ho provato quasi invidia per gli 'incontri' delle altre autrici. Non ci ho messo molto, così, a decidere di scrivere il racconto del mio viaggio per conoscerlo; la storia attende da quasi un anno l'occasione giusta per venire alla luce (anzi rischia di non essere più attuale! ;) ). Prima o poi la pubblicherò, promesso.
 
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4 replies since 21/9/2021, 20:40   159 views
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