Il Calderone di Severus

Invito a sorpresa

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view post Posted on 8/12/2016, 19:19
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L'indice completo delle storie è QUI.

Invito_a_sorpresa




Come sicuramente saprete il nostro amato e bellissimo forum compie ben dieci anni!
E per festeggiare questo importantissimo traguardo – oltre che partecipare in numerosi alla sfida Buon Compleanno, Forum! – vi proponiamo una novità.
Si tratta di una FF a più mani dove ognuna di noi scriverà un capitolo.
Alcuni di voi potranno pensare “E dove sta la novità?” .
Semplice la novità è che la protagonista di questa storia non sarà un personaggio da voi inventato, ma sarete voi.
Sì, avete capito bene, proprio voi.

Il titolo di questa storia sarà - come scritto nel banner -

“Invito a sorpresa”




Ebbene sì!
Non sarà una storia qualsiasi!
Ognuno di noi dovrà scrivere un capitolo dove incontrerà Severus in carne, ossa e vestiti neri!!
Vi chiediamo di essere il più sinceri possibili nel descrivere le vostre reazioni all’incontro con il professore che più amiamo.
Vi preghiamo anche di scrivere un capitolo leggero, non troppo incentrato sul suo bisogno di amare, sul perdono per il passato, Severus qui è libero e sereno. Non chiediamo un capitolo comico, ma semplicemente leggero e allegro.
Non è un obbligo, ma un suggerimento.
Un’altra cosa: tenere mani, bocche e biancheria intima al proprio posto. :lol:
Il contatto fisico accettato è quello che si può avere con un amico: una carezza, un abbraccio e un bacio sulla guancia.
Severus è sereno, ma Lily, che ci piaccia meno, c’è sempre e sempre ci sarà.
Avete libertà di scegliere dove incontrerete Severus.
Preferite Hogwarts? Hogsmeade? Diagon Alley?
A voi la scelta.
Potete parlare per tutto il tempo, preparare una pozione oppure fissarlo per tutto il giorno; vedete voi, immaginate la vostra reazione quando lo incontrerete e raccontatecela!
Siamo proprio curiose!!
Non ci sono limiti di lunghezza nel capitolo.

Ricordiamo che in deroga all'art. 5 del Regolamento del Forum, tutti i lavori possono essere direttamente inseriti in questa discussione ma devono rispettare divieti e requisiti previsti dal Regolamento Componimenti scritti del Forum e il rating deve essere "per tutti".


Attendete il prologo della storia ed il primo capitolo e vi sveleremo ogni segreto.
Nel messaggio contenente il prologo provvederemo a predisporre l'indice di tutti i capitoli che verranno inseriti.

L'iniziale scadenza dell'8/01/2017 per postare il vostro capitolo è prorogata, al momento, senza limite alcuno. Avviseremo con anticipo quando l'iniziativa sarà chiusa.


Ancora un attimo di pazienza: guardate fuori dalla finestra per vedere quando arriverà il gufo che tiene legato alle zampe l'invito per la vostra giornata con Severus!



Invito_a_sorpresapiccolo

CODICE
[URL=?t=59383336#entry421402985][IMG]https://upload.forumfree.net/i/fc554759/Nuovi_Banner_SP_/Invito_a_sorpresapiccolo.jpg[/IMG][/URL]



Edited by Ida59 - 9/12/2019, 17:37
 
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view post Posted on 9/12/2016, 00:11
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I ♥ Severus


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Ancora pochi momenti di attesa e poi Elly, che ha avuto questa splendida idea, pubblicherà il Prologo di questa nuova storia che ci permetterà di confrontarci, personalmente, col nostro amato Severus Piton!


Invito a sorpresa

Prologo (Ellyson)
1 - Sotterraneo, alcuni mesi prima (Ida59)
2 - Un Pezzo di te (Ellyson)
3 - Ritornerò (Chiara53)
4 - Una notte di magia (Ele Snapey)
5 - Sotterraneo, oltre un anno dopo (Ida59)
6 - Un viaggio inaspettato (Ania_DarkRed86)
7 - Aspetterò (Chiara53)
8 - Long John Silver (UnforgivenSweetie)
9 - In un altro sogno (Ida59)
10 - A letter for a dream? (PandaNemo)
11 - Andare dall’altra parte (Gabrix1967)
12 - Tanti auguri a me (Ellyson)
13 - Tra testo e realtà (Gabrix1967)
14 - Neve e anice stellato (Anouk)
15 - Una pozionista esperta? (Silver Doe)
16 - Fluida foschia (Xe83)
17 - Esplosioni di felicità (Lonely_Kate)
18 - Perché entrambi hanno le penne (Lonely_Kate)
19 - Il giorno in cui Ellyson divenne una studentessa di Hogwarts (Ellyson)



Edited by Ida59 - 15/1/2024, 21:31
 
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view post Posted on 9/12/2016, 00:13
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Invito a sorpresa

Prologo



La notizia aveva fatto velocemente il giro del paese, poi dell’Europa ed in pochi, pochissimi giorni, aveva fatto il giro del mondo.
Il piano attuato dal Ministro della Magia nel lontano 1990 era semplice, anche se aveva richiesto un lungo periodo di preparazione.
L’obiettivo finale era quello di far conoscere al mondo Babbano quello magico, arrivando nel futuro alla fusione dei due mondi. Un obiettivo ambizioso, quasi visionario per molti, ma alla fine aveva preso forma e il progetto Facciamoci conoscere dai Babbani aveva preso piede.
Quello che il Ministro della Magia e i suoi consiglieri non avevano preso in considerazione era la reazione dei Babbani a quelli che, per loro, erano solo libri.
Joanna Rowling, una semplice magonò, aveva raccontato la storia di Harry Potter in modo molto più convincente di quando si erano aspettati, così non solo i Babbani avevano imparato con il tempo ad amare il loro mondo, ma avevano avuto il desiderio di vederlo e perdersi nella sua magia.
Alcuni Babbani sembravano ossessionati dal mondo della magia.
Nel 2016, quando il Ministro della Magia, con una riunione durata quasi una settimana, aveva deciso che il mondo Babbano era pronto per la grande notizia, il mondo magico era già stato adeguatamente preparato. In ogni luogo magico descritto dall’autrice erano stati rafforzati gli incantesimi anti-Babbano.
Quando il Ministro della Magia era apparso in televisione con il Primo Ministro inglese, il mondo Babbano era rimasto come folgorato, pietrificato per qualche giorno mentre digeriva la novità che avrebbe rivoluzionato la storia.
Poi, come sospettavano i consiglieri del Ministro, scoppiò il finimondo: Babbani di ogni età e sesso avevano iniziato a girovagare per Londra con i libri in mano alla ricerca della locanda di Tom o della barriera a King’s Cross.
Quella che era stata chiamata La Grande Ricerca si era conclusa dopo qualche settimana e i due mondi avevano ripreso la loro normale vita; si vedevano solo più stranezze in giro. I gufi non erano più una novità, alcuni pozionisti iniziarono a vendere pozioni minori ai Babbani, i maghi e le streghe potevano camminare per strada senza camuffarsi e senza attirare attenzione.
Insomma i due mondi coesistevano senza troppi intoppi.
Nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts le cose non erano poi cambiate, gli incantesimi intorno al castello erano stati rinforzati, le lezioni erano sempre le stesse; solo il professore di Babbanologia, per la prima volta da quando Hogwarts era stata fondata, era un vero Babbano.
Anzi una Babbana, fan scatenata dei libri.
Il Preside, seduto alla sua scrivania nell’ufficio circolare, sfogliava distrattamente il giornale, uno dei tanti che leggeva durante il giorno. Oltre alla solita Gazzetta del Profeta si era abbonato ai maggiori quotidiani londinesi per tenersi sempre aggiornato, specialmente sulla fusione dei due mondi.
Joanna aveva scritto la storia più o meno fedelmente ai fatti realmente accaduti e, soprattutto, chiedendo il consenso di ogni protagonista. Lui aveva acconsentito, convinto che l’unione del mondo magico con il mondo Babbano avrebbe giovato a tutti, ma con una sola richiesta: alla fine della storia, doveva essere morto.
Morto e sepolto, dimenticato da tutti, perfino da Potter.
Non avrebbe tollerato schiere di giornalisti fuori dalla porta che chiedevano spiegazioni sulle sue azioni o, peggio, sul suo rapporto col Ragazzo che era Sopravvissuto.
La gloria, le interviste e tutti i documentari li lasciava volentieri al famoso trio che aveva scosso il mondo intero e, da quello che leggeva quasi quotidianamente, a Potter la cosa non turbava affatto.
Aveva passato così i suoi anni post libri nella scuola cercando di percorrere la strada di Silente. Passava le vacanze a casa sua, libero da ogni pensiero o turbamento.
Non era più disperato e solitario come un tempo.
Non cercava più l’amore perduto.
Era sereno e la cosa gli bastava.
Il mago chiuse con stizza il quotidiano e lo appoggiò sulla scrivania di legno chiaro.
Era turbato e la cosa andava avanti da un po’.
Esattamente da quando quella Babbana di verde e argento vestita era andata da lui a parlagli, chiaramente intimidita dalla sua presenza.
Nonostante non avesse voluto avere nulla a che fare con il mondo Babbano, dopo la sconvolgente scoperta non poteva evitare di sentire i commenti degli altri.
E Minerva, informata da Molly a sua volta avvisata da Ginny che aveva avuto la notizia da Hermione, gli aveva detto che il suo personaggio aveva avuto un certo impatto sul mondo Babbano.
All’inizio aveva catalogato la notizia come robaccia inutile, ma poi la curiosità aveva preso il sopravvento e l’arrivo di quella donna un po' impaurita, ma con la fiamma della determinazione che le bruciava negli occhi verdi e nocciola, non aveva fatto altro che aumentare la curiosità.
Così, senza dire nulla a nessuno, senza farne parola ad anima viva o morta, alla prima occasione di ritorno nella sua solitaria casa a Spinner’s End aveva fatto quello che mai in vita sua avrebbe mai pensato di fare: aveva acquistato un computer.
Navigare in internet si era rilevato più difficile di quanto avesse immaginato: alla prima parola inserita, in un imbarazzante lunghissimo arco di tempo, il risultato era stato una lunga lista di siti per soli adulti.
Le cose erano migliorate dopo vari tentativi e, quando finalmente aveva trovato il coraggio di scrivere il proprio nome, quello che aveva scoperto gli aveva fatto sgranare gli occhi.
Una lunga, lunghissima lista di siti che parlavano solo di lui.
Parole come assassino, traditore e bastardo erano famigliari accanto suo nome, ma parole come amore, rispetto e lealtà gli erano quasi del tutto estranee.
Si era immerso nella lettura per giorni, rapito da quel mondo che stranamente lo amava.
Persone che l’avevano difeso quando aveva ucciso Silente, quando nulla era a suo favore. Persone che difendevano l’indifendibile personaggio di un romanzo, senza sapere che tutto era reale.
Questa notizia l’aveva sconvolto nel profondo.
Là fuori, in quel mondo Babbano che era anche suo, ma che non aveva mai sentito come tale, c’era qualcuno che lo amava.
L’avevano difeso a spada tratta.
Ci aveva pensato per giorni, settimane, mesi e l’arrivo di quella donna non aveva fatto altro che dare sempre più forma alla sua idea.
Insomma, non poteva non ringraziare in qualche modo.
L’idea era nata quasi per caso e aveva iniziato a prendere forma piano piano.
Il mago guardò le buste che aveva sulla scrivania. Erano ordinatamente impilate, scritte a mano una a una da lui, chiuse con il sigillo della scuola.
Ora erano solo da spedire.
Con un lieve sorriso il mago si alzò e prese le missive nascondendole in una tasca resa magicamente più capiente.
Uscì dal suo ufficio e si diresse in Guferia.
Presto quelle ragazze avrebbero avuto una sorpresa, presto avrebbero ricevuto un invito per passare una giornata con il Preside della scuola di Hogwarts.
Con lui.
Severus Piton.
 
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view post Posted on 9/12/2016, 10:39
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Mille ringraziamenti, di cuore, a Elly che ha avuto questa bellissima idea e l'ha regalata al forum con il suo fantastico prologo. :wub: :Streghetta:

Ancora una piccola attesa (il mondo reale continua a stressarmi...) e poi inserirò il Capitolo 1.

Intanto, chi di voi ha già idea di partecipare alla stesura della nostra storia?
 
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view post Posted on 9/12/2016, 10:52
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Elly alza la mano.
Il mio sedere é appena atterrato ad Hogsmeade! :lol:
 
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view post Posted on 9/12/2016, 13:56
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Io sto annaffiando i fiori e i ciclamini sul terrazzo, ma che vorrà da me questo cavolo di Gufo???
:lol: :lol:
 
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view post Posted on 9/12/2016, 14:48
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I ♥ Severus


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Brave ragazze!!! :lol: :lol: :lol:
 
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I ♥ Severus


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1 - Sotterraneo, alcuni mesi prima (Ida59)



La donna aveva il cuore che le martellava in gola: era certa che fosse sul punto di scoppiare; solo a fatica riuscì ad udire le parole gentili della professoressa McGranitt che cercavano di tranquillizzarla, proprio davanti alla porta del sotterraneo di Severus Piton.
- Non preoccuparti, Ida, Severus non è cattivo come sembra. – disse con un piccolo sorriso increspato di rughe, gli occhi che brillavano. – Lo sai bene anche tu che è solo una maschera…
Se non fosse stata semi paralizzata dal terrore, Ida avrebbe certamente sorriso.
Una maschera.
Certo che era una maschera quella che Severus portava sul viso: lo sapeva benissimo e lei stessa lo andava dicendo e scrivendo per ogni dove da oltre tredici anni. Ma un conto era pensarlo e sostenerlo a spada tratta, tutto un altro trovarsi di persona davanti a lui.
Il Severus delle Maschere.
Proprio così aveva intitolato la lunga discussione sul forum per spiegare la sua visione del personaggio. Solo che adesso sapeva la verità: Severus non era un personaggio di un libro. Era vero, era reale, era umano, non solo un personaggio di carta da amare, come aveva sempre creduto.
Un sogno.
Un sogno immensamente amato.
Un sogno che all’improvviso era diventato realtà quando il Ministro della Magia era apparso in tv con il Primo Ministro inglese qualche mese prima e la notizia si era diffusa come un fulmine.
E poi era incredibilmente arrivata Hermione, in carne ed ossa, gli occhi nocciola e la lunga capigliatura cespugliosa. Aveva sempre adorato l’acume di quella ragazza!
E poi Minerva. E aveva sempre tanto amato anche lei…
Ida ancora non riusciva a capacitarsi del motivo per cui avevano scelto proprio lei, tra le tante fan adoranti che vi erano nel mondo. Lei e il suo amato forum: "Il Calderone di Severus". Per dimostrare coi fatti a Severus Piton che il mondo Babbano era pieno di persone che lo amavano.
Un compito davvero difficile, aveva ammesso Hermione sorridendo; ma non impossibile, aveva aggiunto Minerva, incoraggiante. Ida per un istante aveva anche pensato di fuggire, di dire di no, di sottrarsi a quel compito improbo. Ma poi il senso del dovere aveva prevalso: Severus aveva bisogno anche di lei e delle sue amiche per essere felice; e tutte avrebbero compiuto il loro dovere. Proprio come il loro mago adorato aveva sempre fatto.
Così adesso era lì, davanti alla porta del sotterraneo di Severus, l’incantesimo di Minerva a rendere fluente il suo inglese… ma senza neppure più uno straccio di coraggio. E senza fiato, da quanto il cuore le batteva. Di paura e di felicità.
Severus era lì, dietro quella porta e, a detta di Minerva e di Hermione, aveva accordato il suo consenso a riceverla… e non avevano neppure dovuto insistere. Non troppo, per lo meno…
Ida tremava. Non era da lei, ma indubbiamente tremava.
Il suo sogno era lì, dietro lo spesso portone di quercia borchiato.
Aveva fatto di tutto per essere all’altezza di quell'incontro eccezionale. Un sobrio abito lungo da strega - Hermione l’aveva accompagnata da Madama McClan: un vero sogno entrare a Diagon Alley! - con i colori di Serpeverde. Velluto leggero, verde scuro e bordato d’argento in fondo alla gonna e trafilato nello scollo appena accennato, e una sottile fettuccia sempre d'argento a segnare la vita.
In effetti, Ida si sentiva una Serpedoro, metà Serpe e metà Grifo, e il suo colore preferito era da sempre e indubbiamente il rosso vivo e acceso. Ma qualcosa le diceva che davanti a Severus era meglio nascondere l'oro, e il rosso, - sicuramente una pessima accoppiata! - e mostrare solo l'argento. A proposito di maschere: sì, anche lei se ne intendeva abbastanza dell'argomento…
Anche se, proprio come molti anni prima aveva affermato Silente, anche Severus aveva in sé una importante parte di Oro: la luce dorata della sua anima coraggiosa e… pura.
- Avanti, Ida, abbassa la maniglia e spingi la porta! - la spronò un'ultima volta Minerva.
Senza fiato, la gola secca e il cuore che le batteva all'impazzata, Ida sfiorò appena la pesante maniglia.
Il metallo era freddo, com'era normale fosse lì nel sotterraneo. Chissà perché, ma aveva pensato che invece avrebbe potuto bruciarle le dita.
Abbassò l'impugnatura sagomata in un serpente mentre Minerva alle sue spalle si ritraeva e spariva nell'ombra del corridoio.
Era sola.
Spinse piano il portoncino che cigolò appena ruotando sui cardini.
No, non era sola.
Era con Severus.
Ed era terrorizzata.
E felice oltre ogni immaginazione.
Fece un primo, incerto passo in quel sotterraneo che aveva mille volte immaginato, sognato, descritto nelle sue storie.
Era più buio, più freddo e molto più spaventevole di quanto avesse mai pensato.
Lui era in piedi, alto e magro, il consueto abito nero e il lungo mantello drappeggiato con eleganza sulle spalle. Di fianco al camino. Spento.
Bene, questo lo aveva indovinato, pensò la Ida sognatrice sorridendo dietro la propria maschera e facendo un altro coraggioso passo avanti, mentre la porta si chiudeva inesorabile alle sue spalle, tagliandole ogni possibile via di fuga.
La fiamma dell'unica lampada, che pendeva dalla volta scura del soffitto, animava con paurosi riflessi il viscido contenuto dei vasi allineati sullo scaffale alla sua destra.
- Buonasera, preside Piton. - disse infine con un filo di voce trovato chissà dove nei meandri della gola.
Le era uscita una flebile, stupida voce stridula e tremante. Venata di qualcosa che assomigliava fin troppo al panico:
- Io sono…
- So bene chi è lei. - rispose il mago in un secco sibilo. - Ida59. Minerva mi ha spiegato. No. - si corresse avanzando di un lungo passo pesante, il mantello nero che oscillava alle sue spalle, gonfio dei riflessi guizzanti della fiamma della lampada. - Ho compreso solo quando la Granger ha farfugliato tutte quelle sue ridicolaggini concernenti internet.
La stava squadrando con il suo sguardo nero penetrante. Quello che Ida aveva sempre immaginato molto bene e descritto nelle sue fan fiction. Uno sguardo che dal vero faceva decisamente paura.
Era più alto di quanto si aspettasse. O forse era solo molto più giovane e magro del suo alter ego cinematografico, pensò commossa al ricordo del caro attore.
- Così, ci sono davvero delle persone come lei, - continuò beffardo il mago, puntandole contro il dito ossuto, sulle labbra sottili l'ombra di un sorriso di scherno, - che in Gran Bretagna, in Italia e nell'intero mondo Babbano… mi amano? - concluse ponendo l'enfasi sulle ultime due parole e sollevando scettico il sopracciglio, in una grottesca espressione tra l'ironico e l'incredulo.
La voce del mago, però, era anche scesa d'improvviso di volume e il tono, da secco e sibilante, nel finale di frase si era fatto incredibilmente profondo, quasi vibrante. Carezzevole, addirittura. O, almeno, così parve a Ida, che sentì i brividi salirle lungo la schiena e aggrovigliarle lo stomaco.
Sul viso spigoloso e pallido di Severus Piton il sarcastico sorriso era scomparso e si era dipinta un'espressione di stupefatta incredulità.
Ma nei suoi occhi neri, illuminati appena dal riverbero della lampada, Ida seppe leggere un tumulto di emozioni e sentimenti inestricabili.
Li conosceva bene, lei, quegli stupendi occhi neri!
Li aveva sognati e desiderati così a lungo!
E quante volte li aveva descritti con amore ardente nelle sue storie!
Ed erano proprio così, esattamente come lei sapeva che dovevano essere: bellissimi e profondi, specchio della sua anima.
Luminosi.
Non sapeva per quale magia, ma Ida quei meravigliosi occhi neri li aveva visti mille volte nei suoi sogni. Colmi di dolore e determinazione, di rimorsi e di coraggio.
Li amava, quei profondi occhi neri, e furono loro a darle infine il coraggio di parlare.
Perché, lei, Severus lo conosceva, sapeva perfettamente chi era. Oltre ogni sua sgradevole maschera di protezione e di rifiuto.
Ida sapeva chi era davvero Severus Piton.
E lo amava. Rispettosamente.
E voleva che fosse finalmente felice. Perché nessuno più di lui lo meritava.
Così Ida cominciò a parlare, dapprima a bassa voce, timorosa, e poi sempre più sicura, decisa a convincerlo che era davvero amato da tante persone... perché lo meritava, perché nessuno più di lui era degno di essere amato!
- Certo che ci sono persone che ti amano, Severus! Molte persone, dovunque nel mondo, che ti stimano, ti rispettano, ti ammirano. E ti amano... - rispose arrossendo, mentre gli occhi neri la fissavano in profondità, - ... ti amano con profondo rispetto. Per l'uomo che realmente sei, dietro ogni tua maschera, oltre ogni tua sgradevole apparenza. Ti amano per il tuo coraggio, per il tuo dolore, per la tua incredibile forza... ti amano perché nessuno più di te merita di essere amato, Severus!
La voce della donna si spense nell'ovattato rimbombo del sotterraneo.
Ecco, l'aveva detto. E aveva anche osato chiamarlo per nome. E dargli del tu. Era stata pazza, lo sapeva, ma non aveva potuto fare diversamente: era il suo cuore che aveva parlato, quel cuore che troppo spesso non voleva sentire ragione, quel cuore che per lui, per Severus, era stato disposto a tutto.
Se necessario, avrebbe pagato fino in fondo le conseguenze del suo ardire, così come sempre erano state disposte a fare le eroine delle sue storie che di volta in volta gli affiancava per renderlo felice.
Adesso, però, Severus sapeva. Sapeva del suo amore, dell'amore di tutti loro!
Non accade nulla.
Nessuna magia la respinse con violenza mandandola a sbattere contro la parete alle sue spalle, tappezzata di vasi dallo schifoso contenuto.
Severus era rimasto immobile e in silenzio a fissarla.
Infine fece un altro passo avvicinandosi ancora di più a quella strana Babbana, che gli aveva detto parole... parole cui ancora non riusciva a credere. Parole sincere, sgorgate dal cuore. Parole d'amore che lo avevano sconvolto. Aveva paura di lui, era evidente, eppure era stata totalmente sincera: ogni cosa nel suo atteggiamento dimostrava la sua più completa sincerità e la Legilimanzia era inutile spreco di tempo.
Ma come era possibile?
Eppure quella Maganó aveva fatto un ottimo lavoro con i suoi libri: si era attenuta alle sue precise istruzioni e lo aveva dipinto come un essere detestabile, raccontando solo l'indispensabile per rendere comunque credibile il suo personaggio. In fin dei conti, era stato un Mangiamorte, aveva causato la morte della donna che amava, aveva perfino ucciso Silente... e, soprattutto, aveva trattato sempre male Potter!
Si avvicinò ancora di un passo, il mantello nero che silenzioso sfiorava il pavimento: ormai le era davanti.
- Quindi, anche tu mi ami? – chiese con lentezza, scandendo bene ogni singola parola, tanto che alla donna la frase suonò quasi come una pericolosa minaccia.
L'incredulità ancora venava la voce profonda del mago, ma ogni traccia di sarcasmo era svanita.
Ida arrossì violentemente ed abbassò lo sguardo, incapace di sostenere il confronto con quei meravigliosi occhi neri, avidi di conoscere la verità.
- Perché? - chiese il mago stupefatto. - Come puoi amare uno come me?
Ida rialzò lo sguardo ed i suoi occhi verdi-nocciola si persero nel nero profondo e scintillante di quelli del mago. Come poteva spiegargli il suo amore, l'amore di tutti loro? Come riuscire a convincerlo?
- Perché... perché tu mi hai salvato, Severus! - esclamò in un filo di voce tremante.
Il mago spalancò gli occhi, attonito, le sopracciglia che si sollevavano entrambe.
- Perché... tramite un inconscio meccanismo di immedesimazione in te, nelle tue colpe e nei tuoi rimorsi... io sono riuscita a capire chi eri tu davvero e...
Ida deglutì a fatica, la gola secca che le faceva male, gonfia di un nodo degno delle sue migliori fanfiction. Com'era difficile parlare, spiegare quella parte così segreta e dolorosa di se stessa.
- Ho condiviso il tuo dolore, Severus, e i tuoi rimorsi. - spiegò Ida a bassa voce, le lacrime agli occhi. - Nelle mie storie ti ho fatto soffrire... per espiare le colpe del tuo passato... che erano invece le mie... - aggiunse, la voce incrinata dall’intensa commozione di dolorosi ricordi lontani, - per farti tornare a vivere... per convincerti che avevi ancora il diritto di essere felice.
Com'era difficile continuare, quando erano le lacrime che a tutti i costi volevano uscire al posto delle parole.
- Scrivevo di te, Severus, ma parlavo a me stessa: ero io la persona che doveva tornare a vivere... anche se per circa un anno tutto questo mio folle meccanismo di immedesimazione in te è stato del tutto inconsapevole...
Il mago la stava guardando sempre più perplesso: probabilmente pensava di trovarsi davanti ad una pazza. Be'... non aveva poi tutti i torti! All'improvviso il suo sguardo si fece più intenso e profondo e un istante dopo un lampo di turbamento scintillò nelle sue iridi nere e la linea sottile delle labbra si ammorbidì in qualcosa che era a metà tra un piccolo sospiro ed un accenno di sorriso.
In quel momento, Ida comprese che Severus sapeva tutto, che non c'era più bisogno di spiegargli nulla. In effetti, la Legilimanzia era molto comoda: era bastato solo un istante e lei non si era nemmeno accorta di nulla!
Il nodo alla gola non voleva andarsene, ma adesso, superato lo scoglio più difficile, Ida ne aveva di cose da dire, e nessuno avrebbe più potuto fermarla.
- E’ stato un caso, oppure è stata magia, Severus, ma ti ho incontrato quando avevo un disperato bisogno di te, e tu hai di nuovo dato vita al sogno che io avevo…
Fu allora che accadde una cosa incredibile: le labbra sottili del mago si schiusero in sorriso appena accennato, un sorriso di comprensione e condivisione che tante volte Ida aveva descritto sulle labbra delle sue eroine quando cercavano di consolare Severus. Poi, le lunghe dita affusolate del mago le sfiorarono piano la guancia raccogliendo una lacrima:
- Tu non hai fatto nulla di male, Ida. – la consolò il mago con imprevista e seria dolcezza. – Tu non hai alcuna colpa.
La Babbana rimase immobile e in silenzio a fissare il suo sogno, persa negli occhi neri che scintillavano animati dalla fiamma della lampada, le parole del mago che le scendevano nell’anima, riscaldandola. Infine si riscosse all’improvviso, quasi qualcosa l’avesse pungolata alle spalle ricordandole lo scopo per cui era giunta fin lì:
- E tu hai mille volte pagato per le colpe del tuo passato, Severus!
Aveva quasi gridato, il cuore a dar vita con passione alle sue parole.
Il mago terminò la carezza in un lento sospiro, poi socchiuse appena gli occhi, rilassandosi:
- Lo so, - sussurrò in un soffio, - adesso lo so…
Rimasero immobili, l’uno di fronte all’altra, a fissarsi per interminabili istanti, poi Severus inclinò un poco il capo, un piccolo sorriso obliquo che spuntava sul volto pallido e spigoloso, pervaso dalla curiosità:
- Quindi, il Sadi-Club era una specie di auto psicoterapia?
Ida arrossì di nuovo violentemente e si coprì il volto con le mani: si vergognava terribilmente. Come aveva potuto, Severus, con un solo, brevissimo sguardo nella sua mente, comprendere tutto così bene?
Il mago ridacchiò davanti al suo evidente disagio e arretrando un poco la invitò a sedersi su una delle due poltrone di damasco verde davanti al camino. Sempre rigorosamente spento, notò la Babbana.
- Ora spiegami bene anche tutto il resto, per favore. Oltre il fattore dell’immedesimazione inconscia nel mio personaggio, intendo. – precisò sollevando un sopracciglio.
Sulle labbra sottili del mago vi era l’accenno di un sorriso di cui Ida non seppe interpretare la causa. Era possibile che la stesse prendendo in giro?
- Una volta scattata l’immedesimazione, e quindi l’interesse per il tuo personaggio, - iniziò a spiegare la Babbana, una delicata ombra di rossore ancora sul viso, - è stato facile capire la verità su di te, andando oltre l’apparenza.
Il sopracciglio del mago rimase sollevato in un’espressione che si andava nuovamente facendo scettica.
- E’ bastato leggere i libri con attenzione, con amore, per trovare tutti gli indizi che la Rowling aveva abilmente nascosto nelle sue pagine. Bastava saper leggere tra le righe, - spiegò Ida sorridendo, più sicura adesso che si trovava su un campo ben conosciuto, - andare oltre le sgradevoli apparenze, oltre la dura maschera di impassibilità che portavi sul volto, per proteggerti dalla sofferenza di vedere ogni giorno quegli occhi verdi... Hai fatto di tutto per farti odiare da Harry, per continuare a punirti...
Ida si interruppe con un sospiro e controllò l'espressione del mago: non voleva certo esagerare, nè farlo di nuovo soffrire! Lui era pallido e serio: la stava ascoltando con attenzione, ma la donna non percepì alcun dolore, non vide più in quegli occhi tanto amati l'ombra cupa della sofferenza che troppe volte aveva immaginato. Forse ciò che Minerva le aveva detto era vero: dopo che il mondo magico aveva saputo la verità e lo aveva accolto come un eroe, lui davvero era cambiato, era diventato più sereno, si era fatto una ragione del passato e del suo amore perduto.
Forse, adesso, Severus Piton poteva anche essere pronto per cominciare ad assaggiare qualche briciola di felicità. E, chissà, poi, anche l'amore, come l'animo romantico di Ida sognava per lui, quello che gli regalava sempre nelle sue storie.
Ida sospirò e riprese a parlare: sarebbero state altre le parole che il suo cuore avrebbe voluto dirgli, ma in quel momento sapeva che era la ragione l'unica che poteva parlare, che davvero poteva aiutarlo.
- Chi ti amava, Severus, aveva capito subito chi eri veramente. Io ci sono arrivata solo leggendo il quarto libro, - spiegò con tono quasi di scusa, - ma altri hanno capito anche molto prima! Ad ogni modo, una volta compreso il tuo personaggio e le tue profonde e nobili motivazioni, - continuò con rinnovato entusiasmo, - ti abbiamo sempre difeso a spada tratta, sempre, anche se gli altri lettori ci ingiuriavano per questo. Ma noi non abbiamo mai mollato, mai! E che rivincita ci siamo presi, poi, alla fine dei libri, noi, coloro ai quali il settimo libro non ha rivelato proprio nessuna apocalittica sorpresa!
Ida si interruppe di nuovo per controllare la reazione del mago. Un lieve sorriso dischiudeva le sue labbra sottili e nei suoi occhi neri... sì, nel suo sguardo vi era un innegabile guizzo di orgoglio: era sulla strada giusta!
- Abbiamo anche simulato un processo, sai, dopo l'uscita del sesto libro...
Ancora una volta si interruppe di colpo: sapeva di essere arrivata ad un punto molto pericoloso, che di nuovo poteva far soffrire il mago. Doveva stare molto attenta alle parole:
- Sono riuscita a farti assolvere con formula piena da ogni infamante accusa, a farti dichiarare innocente di tutto. - spiegò con immenso orgoglio. - Insieme con molti altri abbiamo dimostrato, le parole dei libri alla mano, che tu non eri più un Mangiamorte, che tu avevi solo obbedito ad un ordine tremendo che aveva lacerato il tuo cuore... - aggiunse a voce bassa, densa di commozione, - che non eri un codardo, bensì l'uomo più coraggioso del mondo magico!
Gli occhi della Babbana ardevano di passione mentre ricordava quelle lotte sfegatate, le notti passate a scegliere una ad una tutte le frasi dei libri che nascondevano indizi importanti che potevano scagionarlo, le innumerevoli ore trascorse a scrivere complesse deduzioni e articolate arringhe. Per lui. Per dimostrare la verità e la sua innocenza.
- Ecco, però... dall'accusa di aver maltrattato Potter non sono riuscita a farti uscire proprio pulitissimo... - dovette ammettere timorosa, ad occhi bassi.
La bassa risata che echeggiò nel sotterraneo fu delizia per le orecchie della Babbana:
- Neppure un miracolo, altro che la magia, avrebbe potuto scagionarmi da quella tremenda accusa! - esclamò palesemente divertito il mago. - Del resto, avevo davvero creato ad arte moltissime prove a carico della mia colpevolezza.
- Sì, ma era più che evidente che il tuo fosse un comportamento artefatto! – esclamò Ida con veemenza. - Ma sono riuscita a strappare solo una misera assoluzione per mancanza di prove… - concluse contrita.
Il mago sorrise ancora, in apparenza deliziato dalla sentenza, e le dedicò un breve applauso, del tutto meritato. Ida gli sorrise, felicissima, e cercò qualcosa nella borsa: era una spilla voluminosa. La mano le tremò mentre glielo porgeva, ma la voce era sicura:
- Per chi ha sempre creduto in Severus Piton.
Una lacrima brillò orgogliosa sulla sua guancia:
- Tu non puoi sapere, Severus, con quanta fierezza chi ha sempre creduto in te, fin dall'inizio, indossa questo distintivo! - esclamò Ida, la voce sopraffatta dalla commozione. - L'idea è stata di Elly: sono sicura che ti piacerebbe, se la conoscessi.
Sul volto pallido del mago, che Ida aveva imparato a conoscere così bene nella propria immaginazione, la maschera di impassibilità andava sempre più incrinandosi e stupore e turbamento trapelavano dai suoi lineamenti spigolosi e, soprattutto, animavano i suoi begli occhi neri.
- E dopo il Processo, col suo grande successo anche in termini di pubblico, ho aperto il forum, giusto dieci anni fa: nel tempo il nome è cambiato tre volte ed ora si chiama "Il Calderone di Severus"! - espose Ida con immenso orgoglio. - È un luogo meraviglioso, pieno di persone che ti amano e ti rispettano! - continuò, gli occhi che le brillavano.
Il mago la osservava con profondo interesse, cercando di capire, di comprendere davvero - ed accettare - l'incredibile fatto che tra i Babbani tante persone lo ammirassero e fossero state disposte a combattere per lui e difenderlo in un processo che sembrava perso in partenza. Sì, i Babbani non erano proprio del tutto sani di mente, era evidente...
- In dieci anni tante persone sono arrivate nel forum e poi se ne sono andate. La maggior parte di quelle che c'erano all'inizio… ora non ci sono più. - spiegò Ida, la voce venata da una stridula eco di rimpianto. - Però sono certa che anche loro continuano ad amarti...
Un piccolo sospiro triste interruppe l'eloquio della donna, che poi riprese con nuovo entusiasmo:
- Devi venire a vedere e a leggere, Severus: solo così potrai davvero capire il profondo e sincero sentimento che proviamo nei tuoi confronti!
Il mago sollevò un sopracciglio, di nuovo sulla difensiva, ma Ida era ormai inarrestabile:
- Vieni a leggere le storie che abbiamo scritto sul tuo personaggio su Magie Sinister Storie, visita la sezione dell'E.S, l'Esercito di Severus, strettamente riservata solo a chi ha sempre creduto in te, leggi le nostre personali visioni del personaggio e tutto ciò che abbiamo scritto per far comprendere le nobili motivazioni ed il reale comportamento del meraviglioso eroe che sei!
Ida sorrise abbassando la voce e decidendo di raccontare solo una parziale verità: il mago avrebbe presto capito da solo anche altre cose che, forse, in quel momento non era il caso di svelare.
- Vieni a rilassarti nel Tempio, coccolato e vezzeggiato dalle tue Vestali!
Il sopracciglio era di nuovo schizzato in alto, sulla difensiva ma già pronto al contrattacco, e Ida pensò che era stato saggio evitare ogni riferimento ai sensuali bottoncini che tirano. Del resto, era comunque convinta che il mago avrebbe capito il loro spirito... prima o poi!
- Poi c'è il Club 3F, - continuò coraggiosamente, evitando però di guardarlo negli occhi temendo la sua disapprovazione, - Facciamo Finalmente Felice Severus! Poi c'è stato "Un anno di sorrisi per Severus", ogni giorno un pensiero per te, ed un sorriso. Infine abbiamo anche organizzato una stupenda Severus House Cup... dove naturalmente ha vinto Serpeverde!
Il viso del mago si rilassò a quella gradita notizia e Ida fu felice dello scampato pericolo.
- Presumo che tu sia una Serpeverde, quindi?
Ida annuì ma abbassò lo sguardo: meglio se il mago non frugava nella sua mente per chiarirsi le idee; chissà, magari ci sarebbe stato tempo, un giorno, per parlargli di chi era davvero lei... e del fatto che avessero indubbiamente alcune cose in comune. Ma adesso era lì per un altro scopo, e avrebbe raggiunto l'obiettivo preposto.
- E... spiegami bene la questione del Sadi-Club...
Era indubbio, Ida questa volta ne fu certa: sulle labbra del mago era adagiato un sorriso beffardo e provocatorio. Chissà mai cosa le sarebbe successo se, nella sua mente, Severus avesse visto anche i bottoncini tirare sensualmente sul petto dello splendido attore che lo aveva interpretato con maestria nei film, facendolo amare da centinaia di migliaia di persone!
- Be'... ecco... il Sadi-Club... - balbettò, - è stato chiuso diversi anni fa...
Il mago inclinò un poco il capo di lato, insinuante, il maledetto sopracciglio sempre in posizione d'attacco.
Ida sapeva d'essere nei guai: con tutte le sofferenze che gli aveva inflitto nelle sue innumerevoli storie, in pratica era la regina del Sadi-Club, non fosse altro che per quantità... Era arrivato il momento di fare ammenda di quel peccato. Prese un lungo respiro e cominciò a spiegare:
- Ecco, il termine "sadico" è stato usato in modo del tutto improprio: nessuna di noi, salvo un'unica e deplorevole eccezione, che è stata prima severamente redarguita e più tardi allontanata dal forum, - precisò con durezza la Babbana, - ha mai goduto delle sofferenze che ti infliggevamo nelle nostre storie. Noi soffrivamo con te, sia leggendo le fiction altrui sia scrivendo le nostre. - sottolineò con appassionata enfasi. - Era come una specie di catarsi, era un soffrire per raggiungere la redenzione, a volte anche per l'autore stesso, almeno parlando per me, come ti ho spiegato prima...
La voce di Ida si era fatta sommessa, densa di commozione. E amore.
- Era farti soffrire, soffrendo con te, al solo scopo di farti poi assaporare la più deliziosa felicità, l'amore e la pienezza della vita, cercando in ogni modo di convincerti che nessuno più di te lo meritava!
La voce della donna vibrava appassionata e i suoi occhi luminosi ora si specchiavano senza più alcun timore in quelli del mago, che si andavano dilatando per la sorpresa, neri e sempre più scintillanti.
- Era dolore che si trasformava in amore, era sofferenza che diventava sorriso. Per te, solo per te, Severus! Per l'uomo che, inconsapevolmente, con la sua sola esistenza e con l'esempio della sua forza, abnegazione e coraggio, aveva aiutato ognuna di noi, in modo diverso, a seconda di ciò di cui avevamo bisogno.
Ida si interruppe un istante solo per prendere fiato, e subito riprese:
- Ognuna di noi, a modo suo, ti deve davvero tanto, Severus, e questo è un ulteriore motivo della solidità e sincerità del nostro amore per te!
Dopo il lungo discorso appassionato della Babbana, il silenzio tornò a regnare nel sotterraneo.
Il mago era immobile, quasi non sembrava neppure respirare; eppure, nel suo volto pallido, gli occhi neri ardevano come non mai, colmi di un'emozione mai provata, mai neanche immaginata. Là fuori, nel mondo Babbano, migliaia di persone avevano preso esempio da lui - da lui! -, avevano creduto fino in fondo in lui e... lo amavano! Amavano l'uomo che davvero era, con tutte le sue colpe ed i suoi difetti. Quelle persone, incredibilmente, erano riuscite, solo leggendo i libri, a capirlo meglio di coloro che lo conoscevano come persona reale, meglio dei suoi colleghi e di ogni altro mago. L'amore sincero e profondo che quelle persone provavano per lui aveva permesso loro di andare oltre la sua maschera di protezione, di vedere l'uomo che era, di raggiungere il suo cuore e la sua anima.
Severus Piton era profondamente turbato e mille emozioni si dipinsero sul pallore del suo volto, finalmente privo di ogni maschera. Poi, lentamente, le sue labbra si dischiusero in un sorriso colmo di serenità e riconoscenza.
All'improvviso, il fuoco si accese nel camino, strappando un grido di paura a Ida, le fiamme a levarsi alte con forte vigore, riflettendosi negli occhi neri del mago, scintillanti come non mai. In un breve istante, l'ambiente si riempì di luce e calore in modo davvero magico.
Cosa era accaduto? La Babbana si guardò intorno stupita: il mago non aveva fatto alcun gesto. Null'altro oltre quel meraviglioso sorriso. Certo, Ida lo sapeva bene, esistevano anche gli incantesimi non verbali, eppure... O, forse, Severus aveva notato i suoi brividi di freddo - be'... sì, erano anche un po' di paura, a dire il vero - e aveva avuto pietà di lei. Oppure in qualche modo era stata Minerva che si era intromessa. Uhm... difficile, in effetti.
Severus continuava a sorriderle in silenzio.
Un sorriso meraviglioso, emozionante. Da brividi.
Come Ida non aveva mai immaginato potesse essere il sorriso di Severus.
E ne aveva immaginati, lei, di sorrisi del suo amato personaggio!
Ma quello era diverso.
Era vero.
Una lacrima scese lenta sulla sua guancia a sciogliere infine il fortissimo nodo che le attanagliava la gola, peggio di qualsiasi fan fiction, sua o di altri.
Severus sorrideva.
Non un personaggio di carta, seppur amato.
Era un uomo in carne ed ossa che sorrideva.
Sì, proprio, lui. Severus Piton.
E da quel sorriso, Ida ne era certa, sarebbero nate tante cose. Belle. Bellissime.
Per tutti.
E, soprattutto, per lui.
Che più di ogni altro meritava il loro amore.
E quell'amore avrebbe ricevuto, a piene mani.
Era una promessa.
Una promessa d'amore.
E il fuoco ardeva, nel camino.
Ora Ida ne aveva finalmente compreso il vero motivo.
Era la magia del loro amore per Severus Piton.



 
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view post Posted on 9/12/2016, 15:42
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E adesso tocca a voi!!! Avanti, fateci sapere come è andato il vostro incontro con Severus!!! :lovelove: :lovelove: :lovelove:
Avete tempo fino all'8/1/2017.
 
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view post Posted on 9/12/2016, 20:05
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Beh, Ida, sono senza parole. Ho terminato la lettura del tuo capitolo con un'emozione indescrivibile dentro. :wub:
Non so che dire, ogni commento sarebbe superfluo a quanto hai scritto, perchè trovo che non ci sia nulla da aggiungere a un'espressione così terribilmente bella, reale, appassionante, toccante... così semplicemente perfetta e resa in modo incredibile da parole ugualmente perfette... Parole in cui hai messo davvero tutta te stessa.
Dico solo che hai fatto battere fortissimo il cuore anche a me, a partire da quando sei lì, davanti alla porta oltre cui è in attesa il nostro Severus.
L'unico Severus possibile al quale, magia delle magie, hai infuso un meraviglioso alito di vita che lo ha reso straordinariamente vivo e reale. Un sogno, anzi, il Sogno che si è avverato!
So che non arriverò a esprimermi a questi livelli, ma l'idea è talmente bella che, come ho detto, sono già in viaggio con il cuore e la fantasia verso Hogwarts :D
 
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view post Posted on 10/12/2016, 13:14
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CITAZIONE (Ele Snapey @ 9/12/2016, 20:05) 
Beh, Ida, sono senza parole. Ho terminato la lettura del tuo capitolo con un'emozione indescrivibile dentro. :wub:
Non so che dire, ogni commento sarebbe superfluo a quanto hai scritto, perchè trovo che non ci sia nulla da aggiungere a un'espressione così terribilmente bella, reale, appassionante, toccante... così semplicemente perfetta e resa in modo incredibile da parole ugualmente perfette... Parole in cui hai messo davvero tutta te stessa.
Dico solo che hai fatto battere fortissimo il cuore anche a me, a partire da quando sei lì, davanti alla porta oltre cui è in attesa il nostro Severus.
L'unico Severus possibile al quale, magia delle magie, hai infuso un meraviglioso alito di vita che lo ha reso straordinariamente vivo e reale. Un sogno, anzi, il Sogno che si è avverato!
So che non arriverò a esprimermi a questi livelli, ma l'idea è talmente bella che, come ho detto, sono già in viaggio con il cuore e la fantasia verso Hogwarts :D

Davvero grazie, Ele, per le tue bellissime parole (no, non sei senza parole, tutt'altro! :) ) che denotano l'emozione ancora viva della lettura.
E' vero, in quelle parole ho messo tutta me stessa, la mia storia, il mio presente ed il mio passato. Una bella fetta di vita, non c'è che dire: intensa e vissuta con grande passione. E anche tutti i miei sogni... Sono stata sincera, molto sincera, e Severus lo ha capito. E anche molte di voi, quelle che non hanno bisogno della Legilimanzia... :Streghetta:

Sono davvero contenta di essere riuscita a farti battere forte il cuore, fin dall'inizio della storia: condividere le proprie emozioni è una delle cose più belle che questo forum magico permette di fare.
E riguardo a Severus, io non ho fatto nulla: la magia è in lui, la magia di un amore che rende reale anche il sogno. :lovelove:

Attendo di leggere il tuo incontro con Severus, Ele. Sono sicura che mi divertirò moltissimo... e mi commuoverò altrettanto. :wub:
 
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view post Posted on 13/12/2016, 21:24
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CITAZIONE (Ida59 @ 13/12/2016, 13:24) 
[color=00ff00]
...Sono davvero contenta di essere riuscita a farti battere forte il cuore, fin dall'inizio della storia: condividere le proprie emozioni è una delle cose più belle che questo forum magico permette di fare.
E riguardo a Severus, io non ho fatto nulla: la magia è in lui, la magia di un amore che rende reale anche il sogno. :lovelove:

:wub: :wub: :wub:
 
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view post Posted on 17/12/2016, 00:28
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Ellsyon - Un pezzo di te

Il gufo era planato sulla macchina in un pomeriggio gelido di Dicembre.
La donna tornava a casa dal lavoro stanca e nervosa, in quel pomeriggio freddo e buio che non faceva altro che aumentare il suo malumore.
La prima cosa che pensò quando vide l'uccello sull'auto, uscita dal carrozziere da solo poche settimane, fu “Ora gli tiro la borsa!”.
Arrivata a metà parcheggio si era resa conto che il gufo non solo la stava fissando come se stesse aspettando proprio lei, ma aveva legato alle zampe un pacchetto.
Si bloccò in mezzo al parcheggio illuminato dai lampioni anti-coppietta fissando il volatile con curiosità.
Insomma un gufo nel bel mezzo della periferia di Milano era abbastanza strano anche per lei che di stranezze ne aveva viste tante.
Mentre il gufo la fissava con i suoi occhi gialli, si spostò di lato quel tanto da assicurarsi che l'uccello stesse proprio guardando lei.
Si avvicinò titubante e anche un po' spaventata; i gufi non erano proprio i suoi animali preferiti, i loro becchi erano abbastanza affilati e aguzzi per staccare una falange senza troppi sforzi.
- Sei qui per me? - domandò all'animale sentendosi immediatamente un'imbecille.
Parlare ad un gufo?
E si aspettava sul serio una risposta?
L'animale bubolò arruffando le piume grigie e allungò una zampa piumosa verso di lei.
- Ok... - mormorò la donna sempre più titubante – io temo che tu abbia sbagliato persona... io non... - la frase le morì in gola quando lesse il suo nome sul pacchetto.
Il suo nome.
C'era un gufo sulla sua macchina, nella periferia di Milano, con legato alla zampa un pacchetto a lei destinato.
La donna appoggiò la borsa a terra e allungò le mani verso l'animale.
- Voglio solo il pacchetto. - disse all'uccello – Non ti faccio nulla, ma tu stai fermo e soprattutto non fissarmi come se fossi un topo gustoso.
Velocemente, cercando di toccare il meno possibile il gufo, slegò il pacchetto dalla zampa e lo fissò.

A Ellyson
Parcheggio della Metropolitana
Gorgonzola - Italy


La donna fissò il pacchetto rigirandoselo tra le mani.
- Sì, é indirizzato a me. - disse la donna leggendo di nuovo l'indirizzo, se indirizzo si poteva definire. - Grazie... credo... - alzò lo sguardo. L'animale sembrava guardarla con curiosità, come se stesse analizzando la sua reazione – ecco... non ho nulla qui per te... se voli verso casa mia posso darti qualcosa. Altrimenti c'é il naviglio poco distante, qualche topo lo trovi di sicuro.
L'uccello distolse lo sguardo, aprì le grandi ali e volò via.
- Fa come voi. - mormorò la donna aprendo la macchina.
Seduta al volante osservò il pacchetto indecisa se aprirlo o aspettare di arrivare a casa.
Nessun destinatario segnato sulla carta che lo avvolgeva. Però un gufo voleva dire una sola cosa.
Cosa poteva volere il mondo magico da lei?
Non conosceva nessuno che arrivasse da quel mondo fantastico che desiderava tanto visitare.
Mentre percorreva il breve tragitto che la portava a casa pensò a quella settimana a Londra, quando aveva partecipato alla Grande Caccia.
Sapeva che si era avvicinata troppo alla locanda di Tom. Ne aveva la certezza assoluta.
Non poteva in nessun modo rintracciare la zona sulla mappa di Londra, non ricordava il vicolo o la fermata della metropolitana, ma un pomeriggio, mentre camminava tra alcune vie della capitale inglese, le era venuta in mente all'improvviso che doveva assolutamente provare nella zona di Harrods e, di fretta e furia, era andata dall'altra parte della città senza trovare nessun indizio.
Gli incantesimi anti-Babbano avevano avuto la meglio.
Era stata una settimana emozionante, ma, purtroppo, poco proficua.
Ci aveva rinunciato, ma senza mai smettere di sognare.
Ed ora quel pacchetto.
Poteva aver fatto qualcosa durate la caccia? Forse aveva infastidito qualcuno.
Entrò finalmente in casa ancora più curiosa, ma anche spaventata da quello che poteva trovarci dentro.
Appoggiò con cautela il pacchetto sul tavolo della cucina e lo lasciò lì, indecisa sul da farsi.
Solo verso sera, quando ormai i bambini furono a letto e tutto sembrava tranquillo, tornò a pensarci e lo riprese in mano.
Slegò lo spago e lo aprì: le mani erano più tremanti di quello che avrebbe desiderato, suo marito la fissava seduto accanto a lei.
All'interno della scatola c'era una busta e quello che aveva tutta l'impressione di essere una semplice piuma d'oca.
Si rigirò la lettera tra le mani, quando vide il sigillo che la chiudeva la lasciò andare di colpo.
- Cos'é? - domandò suo marito.
- Il simbolo di Hogwarts.
- Hogwarts? Sicura?
- Vuoi che non riconosca il simbolo di Hogwarts?
- E perché non apri la lettera?
- Ho paura di scoprire cosa vogliono da me.
- Se la apri lo scopri.
- Lo so.
- Continui solo a guardarla.
- E' la sera delle frasi ovvie?
- La apro io.
Alessandro allungò la mano prendendo la busta, cercò di rompere il sigillo della scuola, ma improvvisamente la busta tremò, si sollevò dalle mani dell'uomo e si appallottolò.
- Ahi! - disse lui ritirando le mani – Questa busta mi ha morso!
L'oggetto incantato tornò a posarsi sulla tavola e si appiattì apparentemente normale.
- A quanto pare devi aprirla tu. - valutò l'uomo.
La donna sbuffò e afferrò la busta, il sigillo di Hogwarts si aprì da solo, la lettera uscì magicamente aprendosi davanti ai suoi occhi.
- Bene… - sbuffò lei indispettita – mi tocca pure tradurla ora. E chi ha quella grafia piccola e mezza storta? Poi dicono che io scrivo con i piedi.
Le lettere brillarono sulla pergamena, tremarono e si sciolsero come acqua nera per poi riprendere magicamente forma.
Sempre la stessa scritta piccola e leggermente storta, ma, questa volta, in una lingua a lei comprensibile.
Suo marito la fissò leggere avidamente quelle parole. La vide sorridere, poi arrossire ed infine sbiancare.
Elena restò in silenzio per parecchi minuti leggendo e rileggendo il contenuto della lettera.
- E’ uno scherzo. – mormorò alla fine rileggendo per l’ennesima volta il testo – Io… no… non può essere vero…
- Cosa c’è scritto? – le domandò il marito per nulla intenzionato a riprendere in mano la pergamena.
- E’ un invito a visitare Hogwarts. – spiegò lei – In sintesi dice che è stato notato, per qualche strana ragione, il forum e vogliono che vada ad Hogwarts un giorno. Non spiega molto a dire il vero, solo che la piuma d’oca è una passaporta che mi condurrà ad Hogsmeade e che ci sarà qualcuno che mi farà da guida per tutta la giornata.
La donna appoggiò con delicatezza la lettera sul tavolo e sospirò.
- Cos’era quel sospiro? – le domandò il marito.
- So vagamente come funziona una Passaporta. Conoscendomi atterrerò col culo in mezzo alla piazza di Hogsmeade.

* * *


Non era la piazza di Hogsmeade, ma atterrò comunque battendo il fondoschiena come si era aspettata.
La donna si alzò dolorante, il mondo attorno a lei vorticò tanto da costringerla ad avvicinarsi ad un cespuglio ad aspettare che la colazione trovasse una strada alternativa d'uscita.
Chiuse gli occhi imponendo al suo corpo di non dare di stomaco, respirando piano e cercando di distrarsi.
- Non é ammissibile vomitare ad Hogsmeade. - pensò - Non qui. Non ora.
Quando fu abbastanza sicura che la colazione sarebbe restata al suo posto aprì gli occhi e si raddrizzò.
Si trovava in quello che sembrava un vicolo secondario; attorno a lei nessuna casa, solo qualche albero storto. Il vicolo era di terra battuta e ghiaia sparsa, il terreno era gelato, crepato dal freddo pungente dell'Inghilterra.
La donna si sistemò meglio la sciarpa verde e argento al collo.
Forse non era stata una grande idea portare la sciarpa di Serpeverde, ma in inverno usava solo quella e non l’avrebbe abbandonata per nulla la mondo.
Era già tanto se non si era completamente vestita di verde e argento.
- Ed ora? - domandò al vicolo deserto – Sarà questa fantomatica guida a trovarmi o devo cercarla io?
Si guardò attorno cercando di riconoscere qualcosa, ma vedeva solo alberi storti, intravedeva i tetti delle case e il fumo che usciva dai caminetti. Aveva una gran voglia di visitare il villaggio, di perdersi in quel mondo che aveva solo conosciuto su carta, ma attese pazientemente spostando il peso da un piede all'altro.
Continuò a guardarsi attorno curiosa quando finalmente si voltò trovandosi davanti alla prima vera casa di Hogsmeade.
- Ma questa si chiama crudeltà. - mormorò la donna.
Nonostante non l'avesse mai vista l'avrebbe riconosciuta in mezzo ad altre case fatiscenti.
Le finestre inchiodate, l'aria lugubre, la vernice scrostata e il tetto cadente.
Era la Stamberga Strillante.
Il suo cuore si strinse in una morsa dolorosa. Era davanti al posto che odiava più di tutto il mondo magico.
Sentì un doloroso groppo alla gola e gli occhi offuscarsi dalle lacrime. Avrebbe voluto piangere, come ogni volta che rileggeva quelle pagine.
Ero morto lì. Da solo. Circondato da polvere e odio.
- Non é giusto. - mormorò la donna – Perché dovevo precipitare proprio qui?
Sentì finalmente dei passi in lontananza che si avvicinavano e si voltò.
Purtroppo la vista era ancora offuscata dalle lacrime, vide solo una sagoma nera avvicinarsi.
Si strofinò gli occhi e asciugò velocemente le due lacrime che le avevano rigato le guance e poi si ricordò che era truccata.
- Fantastico...- mormorò appoggiando la borsa per terra e cercando lo specchietto – ora sembrerò un panda o una che si presa due cazzotti negli occhi.
Mentre frugava nella borsa vide un paio di scarpe avvicinarsi.
- Sono Elena... cioè... Ellyson. - precisò la donna – Un attimo solo... ho... ho qualcosa nell'occhio.
- Puoi benissimo assomigliare ad un panda. - le disse una voce maschile.
Elena sollevò lo sguardo dimenticando lo specchietto, le lacrime e il trucco colato.
Quando mise a fuoco l'uomo che aveva davanti scattò in piedi sgranando gli occhi.
Il mago aveva apparentemente quarant'anni.
Era vestito di nero dalla testa ai piedi.
Aveva lunghi capelli neri.
Occhi neri.
Naso adunco.
Negli anni aveva imparato ad immaginare Severus, aveva perfezionato la sua immagine fino a quando la Gazzetta del Profeta aveva pubblicato una sua fotografia e aveva dato un vero volto al personaggio che aveva sognato fin dal primo libro.
Ed ora quel mago era lì davanti a lei.
Quel mago che rispondeva al nome di Severus Piton.
Un mago che lei sapeva morto.
- Esaurimento nervoso...- mormorò la donna – era da tempo che dicevo che mi sarebbe venuto. Mi aspettavo di correre in mutande per Milano invece mi ritrovo qui con le allucinazioni. La vista della Stamberga deve avermi dato il colpo di grazia.
Il mago sollevò un sopracciglio fine.
La donna sorrise.
- Ecco questa é la prova che sei un'allucinazione, mi aspettavo che sollevassi il sopracciglio.
- Non sono un'allucinazione.
Elena lo fissò.
- Sei morto. - disse senza esitazioni - Sei un fantasma? Non avrei mai pensato che avresti lasciato una traccia nel mondo materiale. Già il quadro mi sembrava troppo. E poi mi immaginavo i fantasmi più... trasparenti. - immediatamente fece una smorfia – Santo cielo... mi spiego come Potter. I fantasmi sono trasparenti.
- Per tutti i gargoyle! - sbottò l'uomo – Conosci i libri a memoria?
- Solo le parti dove ci sei tu. - rispose orgogliosa lei – E quella tua espressione mi ha sempre fatto schifo.
- Comunque... - lasciò perdere il mago – io non sono un fantasma. - spiegò avvicinandosi – non sono morto, sono vivo e sono qui in carne ed ossa.
La donna lo squadrò dalla testa ai piedi. Effettivamente il mago che aveva di fronte sembrava reale, così reale da poterlo quasi toccare.
Convinta di aver davanti agli occhi solo un'allucinazione allungò la mano arrivando la naso dell'uomo.
Quando la punta delle dita gli toccarono il volto, Elena, per poco, non cacciò un grido. Ritirò in fretta la mano come se il volto di Severus scottasse e lo fissò con gli occhi sgranati.
- Sei... sei... tu. - mormorò incredula.
- Sono io. - confermò Piton.
- Non sei un'allucinazione?
- No.
- Io... io... hai mandato tu il gufo?
- Sì.
- Rispondi solo a monosillabi?
Il mago alzò gli occhi al cielo.
- Sapevo che tu saresti stata una delle più impertinenti.
- Una delle più impertinenti? - ripeté lei – Fino ad un minuto fa io credevo che tu fossi morto. Ho pianto per la tua morte e già mi sentivo scema perché piangevo per un personaggio inventato. Quando poi siete usciti allo scoperto ho pianto ancora più forte perché tu eri vero ed eri morto solo, in quella casa puzzolente senza sapere che fuori dal mondo magico c'erano persone che ti amavano. E invece sei qui. Vivo e vegeto. Cosa credevi che facessi? Che mi buttassi a terra urlando al miracolo? - man a mano che la donna parlava la voce si alzava di tono – E perché ti capisco quando il mio inglese fa schifo?
- Elena.
- Cosa vuoi, ora? - quasi urlò lei.
- Stai piangendo.
Elena si passò una mano sulla guancia trovandola bagnata.
- Fanculo. - biascicò accucciandosi sulla borsa alla ricerca dei fazzoletti – Prima rischio di vomitare, poi piango come una ragazzina. Fanculo al mondo magico. A quella passaporta che mi ha fatto picchiare il culo davanti alla Stamberga Strillante. Fanculo ai libri. A te e a me. Fanculo tutto.
Era tipico di lei. Quando le emozioni prendevo il sopravvento. Quando il cuore andava più veloce del cervello si rifugiava nel suo linguaggio da scaricatore di porto.
La sua corazza di protezione, il suo muro contro il mondo intero.
Odiava mostrare troppo le emozioni, non era da lei, era sembra stata in grado di gestire le emozioni da sola, senza che il mondo le vedesse.
In fondo erano sue e di nessun'altro.
Forse era per questo che si era sempre trovata affine con Severus.
Capiva il desiderio di tenersi le emozioni per sé.
Capiva la sua solitudine perché per anni era stata anche la sua.
Sapeva cosa volesse dire trovarsi circondata da innumerevoli persone e sentirsi comunque sola. Aveva provato per anni quella sensazione e quel vuoto ed era difficile da dimenticare o far finta di non averlo mai provato.
A volte tornava a farsi sentire quel dolore e vedeva una voragine tra lei e il mondo che la circondava.
Ma lei era amata. Da suo marito, dai sui figli, dalle sue amiche.
Severus non aveva mai avuto nessuno.
Ma ora aveva loro.
Tutte loro.
Singhiozzò più forte quando trovò il pacchetto di fazzoletti sommerso da tutta la robaccia che teneva in borsa.
Con il pacchetto stretto in mano pianse più forte chiudendo gli occhi.
Era così stupito.
Sentì Severus avvicinarsi e accucciarsi accanto a lei, avvertì distintamente le mani che prendevo il pacchetto di fazzoletti e che gliene porgeva uno.
La Babbana aprì gli occhi e afferrò un fazzoletto di carta: erano di sua figlia con stampati i personaggi di Frozen.
Immediatamente si vide accucciata ad Hogsmeade, sul terreno ghiacciato, intenta a piangere mentre Severus Piton le passava un fazzoletto di Frozen.
Ridicolo.
Ridacchiò mentre si asciugava gli occhi e soffiava il naso. Il mago non le toglieva gli occhi di dosso. Si sentiva esposta di fronte a quello sguardo profondo che aveva solo sognato.
- Non sono pazza. – si giustificò alzandosi da terra – E’ una sorpresa. Tutto qui. Non sono brava a gestire queste cose. Le emozioni e tutto il resto… - specificò quando lui non disse nulla - preferisco avere il controllo di quello che provo. Altrimenti mi sento troppo esposta e vulnerabile e non mi piace. Le persone ti feriscono quando ti vedono vulnerabile.
Severus si alzò, il mantello nero cadeva elegante dietro di lui, ogni cosa era dove l’aveva sempre immaginata. La sciarpa attorno al collo, i polsini bianchi che facevano capolino dalle maniche della casacca, i bottoncini perfettamente allineati.
Era tutto come l’aveva sempre immaginato e sognato.
- Ti prego… - mormorò la donna – di qualcosa. Qualunque cosa perché sto ricominciando a pensare all’esaurimento nervoso.
- Mi dispiace. – disse il mago.
- Ti dispiace?
- Sì, mi dispiace.
- Ti stai scusando con me? E per cosa?
- Perché stai piangendo.
Elena fece un lieve sorriso.
- Sono lacrime di gioia, Severus.
Per tutta risposta Severus sollevò un sopracciglio scettico.
- Non capisci? Sei vivo. Sei qui. Non sei morto in quella casa. Non sei morto circondato dall’odio. Puoi vivere, puoi essere felice e nessuno più di te merita una vita felice. E io sono felice che tu abbia questa opportunità. Sono felice che tu sia vivo.
- Sì, sono vivo.
- E sei felice, Severus?
- Sono... sereno.
- Questa risposta è più che sufficiente per me. Preferirei vederti innamorato e felice, ma va bene così.
- Innamorato della Granger?
Elena arrossì, anzi avvampò dietro la sciarpa verde e argento.
Aprì la bocca per rispondere, ma non ci riuscì. La richiuse e si affrettò a prendere le sue cose da terra.
- Per affrontare questo discorso avrei bisogno di bere, ma siccome é mattina, un caffè molto forte andrà bene lo stesso.
Senza dire una sola parola Severus si incamminò, Elena lo seguì senza pensarci troppo. Camminava un paio di passi dietro di lui osservando ogni movimento del mantello nero e i capelli che ondeggiavano come uno scuro manto.
Avrebbe voluto accarezzargli per sapere cosa si provava, ma lasciò perdere quel desiderio e si accontentò ad osservarli. Non si perdeva nessun riflesso, nessuna piega del tessuto, il suono di ogni passo, cercava di memorizzare quanti più particolari le riuscisse.
Il mago la portò ai Tre Manici di Scopa. Si sedettero ad un tavolo. La locanda era poco affollata quella mattina, alcuni maghi sedevano al bancone sorseggiando quello che Elena presumeva fosse caffè.
Non furono serviti da Madama Rosmerta, ma da un elfo domestico che portava il vassoio con le due tazze in equilibro sulla testa rotonda, tra le due grandi orecchie.
Elena afferrò la tazza bianca con dipinti dei girasoli e sorseggiò il caffè lentamente guardandosi attorno.
- Visto i colori della tua sciarpa deduco che tu simpatizzi per la mia Casa.
- Ovviamente. - rispose la donna – Ma credo che in fondo, molto, molto in fondo io abbia più lo spirito di Tassorosso che di Serpeverde.
- Qualcuno potrebbe dire che solo i tonti finiscono in Tassorosso.
- Beh. - rispose lei – Lo stesso qualcuno potrebbe dire che solo gli stronzi finiscono a Serpeverde. Ma entrambi sappiamo che le apparenze spesso ingannano.
Il mago tirò le labbra in un sottile sorriso che distese i lineamenti del volto spigoloso.
Ad Elena sembrò che il cuore le scoppiasse in petto, l'aveva fatto sorridere! Lei, una comune Babbana che non aveva particolari qualità se non quella di avere fin troppa immaginazione.
Abbassò lo sguardo sulla bevanda scura e trattenne un sospiro.
- Tornando alla questione della Granger. - la raggiunse la sua voce vellutata – Ho una sola domanda. Perché?
Elena chiuse gli occhi e ridacchiò, era ovvio che non avrebbe fatto finta di nulla.
E ora come spiegargli com'era nata quella sua particolare fissazione? Come spiegargli il motivo che la spingeva a scrivere sempre di loro due?
- Ho sempre pensato che la donna ideale per te dovesse essere molto intelligente, intuitiva e paziente. Una donna che conosce profondamente il dolore della guerra, che conosce la tua storia, ma che non si senta minacciata da… lei. – non avrebbe nominato Lily, non davanti a lui, anche perché di solito accanto a quel nome ci aggiungeva sempre degli aggettivi poco piacevoli e, molto probabilmente, Severus non l’avrebbe apprezzato - Dovrebbe avere un bel carattere perché non deve essere facile trattare con te, ma anche forte e determinata in quello che vuole. Una donna che lotta per te contro tutto e tutti. Hermione rappresenta in pieno tutto questo.
Quando finì di parlare bevve un lungo sorso di caffè senza guardalo. Era troppo imbarazzata.
- Posso solo immaginare i commenti delle persone normali o, perlomeno, di quelle che trovano immorale il fatto che una ex studentessa abbia un rapporto con un suo ex professore.
- All'inizio sì. - rispose lei fissando un punto fuori dalla finestra, e le era più facile parlare di quel determinato argomento se non lo fissava – Qualche insulto l'ho ricevuto. Ho fatto finta di nulla, ho risposto che siamo in un mondo libero e che potevano benissimo non leggere quello che scrivevo se non era di loro gradimento. Con gli anni l'idea é diventata sempre più diffusa. Sul forum credo di essere stata la prima a scrivere di voi due.
Finalmente spostò lo sguardo su di lui; Severus non aveva smesso di guardala neppure per un attimo, aveva la fronte leggermente corrugata. Elena sentì le guance scottare dall’imbarazzo.
- Quanto… quanto hai letto di quello che ho scritto?
- Abbastanza. – rispose lui.
- Se la cosa ti ha dato fastidio, mi dispiace.
Il mago bevve un sorso di caffè.
- Non mi ha dato fastidio. – disse con la tazza a mezz’aria fissandone il contenuto – Ero solo… curioso.
- Bene, perché non intendo smettere di scrivere né su di te né sul tuo rapporto con Hermione.
Il mago sorrise dietro la tazza.
- Non avevo dubbi. E come ci sei finita su quel forum?
- A dire il vero é il forum che ha trovato me. - sorrise la Babbana al ricordo – Prima ero su un altro forum, niente di paragonabile. Ero ancora una ragazzina attratta dal fascino del cattivo ragazzo.
Il mago bevve un sorso di caffè guardandola da sopra la tazza.
Elena capì che non avrebbe parlato fino a quando non avesse finito la sua storia.
- Poi ho cercato più a fondo, ho letto ogni tua frase cercando altri significati. C'é voluto tempo per conoscerti, ma alla fine ho capito e non ho mai dubitato di te. Mai! Dopo l'uscita del sesto libro ho girato per un sacco di forum e siti spiegando il perché del tuo gesto. Ho mostrato a tutti l'evidenza, cercando di far vedere a tutti gli indizi disseminati in sei libri; gli indizi della tua innocenza. Ma é sempre più facile credere alle apparenze. Non ho fatto un buon lavoro alla fine. In pochi hanno creduto alle mie parole. Così dopo l'uscita del settimo libro sono tornata in tutti quei siti e forum e in modo veramente molto infantile ho scritto a lettere cubitali “Io avevo ragione! Ora voglio le vostre scuse!”. E' stata una gran bella sensazione... - la donna chiuse gli occhi e sospirò – peccato che ci sono arrivati solo... dopo...
Non voleva dire la parola morte.
Perchè lui non era morto. Era lì, davanti a lei a bere caffè.
- E perchè... - iniziò il mago.
La Babbana lo vide stranamente in un lieve imbarazzo.
- Perchè mi sento legata a te più che a qualunque altro?
Severus si limitò solo ad annuire fino prima di bere un altro sorso di caffè.
- Perché siamo simili.
- Sei un'assassina traditrice?
- No. - disse lei guardandolo negli occhi – E neppure tu.
Finirono il loro caffè in silenzio, Elena si guardava attorno, aveva mille domande, mille richieste però le piaceva anche il silenzio.
Era sempre stata dell’idea che il silenzio valeva più di mille parole e poi poteva stare accanto a lui senza fare figure imbarazzanti.
Lo fissò mentre lui era intento a parlare con l'elfo domestico, era esattamente come l'aveva immaginato tante volte, era bello sapere che, in fin dei conti, non si era sbagliata.
Aveva solo una dura corazza che lo proteggeva.
- Stai pensando troppo rumorosamente. - sorrise lui alzandosi dalla sedia – Andiamo?
Elena arrossì e lo seguì.

* * * *


La giornata era stata fin troppo breve.
Le emozioni erano state forti, intense tanto da lasciarla stordita.
Aveva visitato i posti dei suoi sogni.
La Sala Grande era già addobbata per Natale; aveva osservato attentamente le clessidre con i punti delle case notando con felicità che Serpeverde era in testa. Aveva visitato i sotterranei e il suo laboratorio, aveva fatto espressioni disgustose mentre fissava gli ingredienti delle pozioni galleggiare nei barattoli.
Si era seduta sulle poltrone della Sala Comune di Serpeverde e aveva visitato un'aula.
Aveva salutato i fantasmi e si era sentita un bambina alla mattina di Natale mentre scarta i suoi regali.
La parte migliore l'aveva lasciata per ultimo.
L'ultimo posto da visitate prima di tornare al mondo reale.
Fissava il sole tramontare dalla finestre; il parco era immenso, bellissimo e magico. Aveva iniziato nevicare e nulla poteva essere più perfetto di quel momento.
Sentiva il debole russare dei quadri alle sue spalle, Severus era dietro di lei.
Sapeva che la stava osservando, tra poco le avrebbe detto che la giornata era finita, che doveva tornare a casa.
Era triste e felice nello stesso momento.
Si voltò verso il mago, sorrideva con gli occhi lucidi.
- Grazie. - gli disse - E' stata una giornata meravigliosa.
Si voltò verso un quadro particolare, il Preside dipinto dormiva come tutti gli altri. Gli occhiali a mezzaluna erano storti sul lungo naso.
- Dorme sempre?
- Si sveglia solo per spettegolare con Minerva. - rispose il mago con una smorfia – E' irritante.
Elena ridacchiò.
L'orologio sul camino batté cinque colpi.
Il sorriso morì sulle labbra della donna.
- E' ora di andare. - mormorò Severus – La passaporta si attiverà tra mezz'ora e devo riportarti dove sei apparsa stamattina.
- Va bene. - disse la donna – Mi dispiace solo non poter portami nulla a casa come ricordo. Tutto resterà nella mia memoria, comunque.

* * *


Riapparve nel salotto di casa sua pestando il sedere sulle fredde mattonelle.
Imprecò con le labbra strette mentre si alzava.
In casa non c'era ancora nessuno. Presto i bambini sarebbero tornati, l'avrebbero abbracciata e raccontato quello che avevano fatto in sua assenza.
Con lentezza Elena si tolse il cappotto e lo appesa dietro la porta.
Mise una mano nella tasca dei jeans e si avvicinò alla vetrinetta vicino alla finestra.
Afferrò un piccolo oggetto tondo e nero e lo appoggiò vicino agli altri oggetti ispirati dalla saga di Harry Potter che aveva acquistato in tutti quegli anni.
Con un sorriso ricordò il modo in cui lui aveva preso la bacchetta e staccato un bottoncino nero dal polsino sinistro della sua giacca perfetta.
Un pezzo di lui.
Per ricordarsi per sempre che quella giornata non se l’era immaginata. Era successo veramente, ed ogni volta che avrebbe dubitato dei suoi ricordi avrebbe visto quel bottone e avrebbe avuto la certezza che lui era vivo.
Elena accarezzò il bottoncino che Severus le aveva regalato, sorrise, chiuse la vetrinetta e aspettò la sua famiglia.

Edited by ellyson - 19/12/2016, 10:42
 
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view post Posted on 17/12/2016, 07:56
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Edited by ellyson - 10/7/2017, 11:42
 
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