Il Calderone di Severus

Ania_DarkRed86 - Guarda altrove, Genere: generale, introspettivo, malinconico - Epoca: post 7° anno - Pairing: Snarry - Personaggi: Severus - Avvertimenti: AU

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view post Posted on 17/5/2021, 18:30
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Dalle nebbie della Valacchia

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Titolo: Guarda altrove
Autore: Ania_DarkRed86
Data: 9 giugno 2020
Tipologia: one shot
Rating: per tutti
Genere: generale, introspettivo, malinconico
Personaggi: Severus Snape
Pairing: Severus/Harry
Epoca: post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Guarda altrove.
Guarda un’onda e poi un’altra.
Guarda un sole che brucia.


Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. La trama di questa storia è invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.

Nota: storia scritta per Sfida n. 7 FA+FF: Severus e le Stagioni


Guarda altrove



Guarda altrove.
Guarda un’onda e poi un’altra.
Guarda un sole che brucia.
È un luogo lontano quello che ti serve, oltre il mare, un’altra estate da vivere senza una tempesta di pensieri sbagliati.
Lui se ne sta lì, ti vede appena, ti addolora, e allora perché aggiungere altro dolore ad un cuore già martoriato?
Sofferenza chiama sofferenza, lo dici sempre, lo ripeti, più a te stesso che agli altri perché fuori ti hanno ormai già perdonato, compreso, tu, invece, non riesci ancora a farlo, ad andare oltre il dolore che hai causato.
E allora rimani immobile, a ripeterti di meritare un amore che non c’è, un cuore che non cerca un tuo stesso accordo.
Eppure non riesci a guardare altrove.
A guardare un’onda e poi un’altra.
A guardare un sole che brucia.
Non riesci ad andartene lontano, oltre il mare, a cercare un’altra estate da vivere senza una tempesta di pensieri sbagliati.
E allora osservi l’acqua di notte, quando non c’è nessuno, né voci né altre spensieratezze, quando la spiaggia è vuota e puoi aprire la tua, di voce, spalancare i silenzi come un portone troppo alto e pesante e urlare di sentimenti che non puoi.
Ti slacci la lunga casacca con una lentezza che dà ai nervi persino te, ma non hai nulla da fare, non hai sonno né sogni che ti aspettano e allora il tempo te lo prendi, tanto, lungo, lo afferri con le pallide dita e lo fai tuo come un amante che non vedi da mesi, e te lo senti nella carne, addosso, quelle impalabili dita che s’insinuano nella stoffa e poi ancora sotto altra stoffa, in attesa che i bottoni finiscano a terra e la camicia li segua.
Bianca come la luna che non c’è, come il riflesso sparito sul mare.
E allora sei solo pelle spenta nella notte mentre il rumore delle onde s’infrange sulla tua immaginazione e i tuoi desideri.
Desideri, già, ma cos’è che vuoi realmente? Lo chiedi alla brezza, agli occhi chiusi inspirando salsedine, al vuoto della spiaggia avvolta dal buio.
Non vuoi nulla ma desideri il mondo. Le stelle che una ad una si mostrano al tuo sguardo, alla tua meraviglia che è ancora di bambino.
Ti sei innamorato e non sai neppure il perché, lo domandi all’acqua che accarezza i tuoi piedi nudi, la tua carne scoperta al cielo. Lo domandi alla tua, di nudità. Lo chiedi e basta, sperando che un’altra voce ti dia una risposta, una parola soltanto, una mancanza scritta tra la sabbia.
Non vuoi dormire, perché lo vedi. Non vuoi sognare, perché lo avresti nel letto. Non vuoi toccarti, perché pensi alle sue mani. Non vuoi gettarti nel mare, perché lo senti e lo immagini, bagnato su di te.
E allora solleciti un’altra domanda: cos’è che fai lì, in quel posto? Cosa ci sei andato a fare sotto quella notte?
A guardare altrove.
Guardare un’onda e poi un’altra.
Guardare una notte che brucia.
Cercare un luogo lontano che ti serve, oltre il mare, un’altra estate da vivere senza una tempesta di pensieri sbagliati.
 
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