Il Calderone di Severus

Ania_DarkRed86 - Quattro movimenti, Tipologia: raccolta - Genere: generale, introspettivo, romantico - Epoca: post 7° anno - Pairing: Snarry - Personaggi: Severus, Harry - Avvertimenti: AU

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view post Posted on 22/9/2018, 18:35
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Titolo: Quattro movimenti
Autore/data: Ania_DarkRed86/inverno-autunno 2017/2018
Tipologia: raccolta di flash-fic e one-shot
Rating: per tutti
Genere: generale, introspettivo, romantico
Personaggi: Severus Snape, Harry Potter
Pairing: Harry/Severus
Epoca: post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Quattro movimenti d'anima per quattro stagioni
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. La trama di questa storia è invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Nota: storie scritte per la Sfida n.7 FF+FA "Severus e le Stagioni"


Quattro movimenti




  1. Inverno - Silenzio

  2. Primavera - Esiste una parola per descriverti?

  3. Estate - E poi niente

  4. Autunno - Tutto ciò che ti rimane



Edited by Ania_DarkRed86 - 5/11/2018, 22:17
 
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view post Posted on 22/9/2018, 18:41
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Inverno – Silenzio



Le ossa tra gli alberi e una lunga distesa di niente.
Solo il ghiaccio tra le cuciture sfilacciate dell’anima.

E una distesa di niente.

Rami d’inverno non suonano più e i pianti si dilatano tra la neve, dove lacrime danzano come fiamme di una candela sul volto ormai stanco di dolori e giorni passati e perduti.

Hai provato a scaldarti le mani?
A tenderle ad un miserabile calore?

Silenzio.

E rimani immobile al vuoto.
Al gelo sopra un pianoforte abbandonato.
Lì dove le dita non arrivano e non sanno cosa suonare, dove la pelle conosce soltanto suoni tristi di amori smarriti e mali mai ricompensati.

Hai provato a farti scaldare le mani?
A tenderle ad altre miserabili mani?

Silenzio.
 
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view post Posted on 9/10/2018, 21:29
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Primavera – Esiste una parola per descriverti?



Esiste una parola per descriverti?
Per descrivere ciò che sei in questo momento?

Snape girò una pagina del libro che stava leggendo, ma non ricordava neppure una riga, neppure una voce o una descrizione: la sua mente era ferma alla sera precedente, quando aveva letto nella solitudine della sua stanza, allora sì che ogni cosa era ancora lì.
Ogni parola.
Ogni emozione d’amante.
In quel letto, però, non c’era niente.
Voltava pagina, una dietro l’altra, in un gesto meccanico e vuoto, e non c’era niente.
Soltanto lo scroscio dell’acqua dietro la porta alla sua destra e il profumo che passava sotto come nebbia densa.

Muoveva i piedi frenetico, seguendo un ritmo nascosto, forse il suono di quella parola che continuava a cercare ma non trovava.
Sospirò, gettando il libro dall’altra parte del letto sfatto e bagnato; bagnato di un altro corpo e di un’altra pelle. Dell’ennesimo sbaglio.
E allora i suoi piedi insisterono a muoversi mentre l’acqua ancora scendeva e dall’altra parte delle pareti la primavera era sbocciata potente e noiosa, e lo guardava, giorno dopo giorno, spegnersi per poi sbocciare lui stesso come uno stelo troppo decrepito che diventava d’improvviso giovane.
Ma lui giovane non lo era da un bel pezzo.
Non lo era mai stato, si disse, nemmeno in mezzo a quella distesa di fiori bianchi.
Era morto dentro anni e anni prima, e nessuna primavera avrebbe mai potuto sbocciare per lui.
Eppure…

Esiste una parola per descriverti?

Tra le sue mani ogni primavera marciva.
Il suo olfatto di pozionista poteva sentirne ogni aroma, ogni sfumatura, ma non appena avrebbe allungato le dita, sarebbe tutto svanito, esploso in mille pezzi di nulla e cenere.
Riprese il libro ancora una volta, fermandosi per un attimo a guardarne la copertina: cos’era che lo aveva attratto così tanto?
Forse quella distesa di fiori che lo ricopriva tutto come fosse il prato oltre la finestra.
La odio.
O forse quelle dita che lo avevano sfiorato prima delle sue.
Quelle mani strette.
E allora lo aveva preso, sperando di sentirne l’odore tra la carta, la pelle tra le lettere.
Lo aveva preso e non era svanito niente.

La porta si aprì e il profumo lo invase ancora una volta, e sorrise mentre quel corpo avanzava verso di lui, e non gli importava degli sbagli o del dolore, né di ciò che erano o non erano fuori; neppure dei sentimenti di quelli che stavano al di là di quella stanza.
Per qualche ora al giorno, quando riuscivano a rubare tempo al mondo, c’erano soltanto loro due.
Loro due e nessun altro.
Niente vincoli né fedi.

Esiste una parola per descriverti?

Esisteva una parola per descriverti?
Mosse la testa verso il vetro opaco della finestra, verso quei fiori colorati che il vento dipingeva in quadri infiniti: esisteva, ne era convinto.
Esisteva fuori di lì.

«Ancora quel libro?»
«Mm.»
«Pensavo l’avessi finito tempo fa.»
«No.»
Silenzio e gocce d’acqua che cadevano.
«Sapevo che l’avresti preso.»
Piegò appena il volto, continuando a fissarlo, come curioso per quell’affermazione, ma non aggiunse nulla. Aspettò.
«Era l’unico stupido modo per dirti qualcosa. L’unico stupido modo in cui sapevo ci saremmo potuti toccare. L’u-»
«Lo so» lo fermò prima che potesse andare avanti, il suo profumo gli si stava attaccando addosso.

Esiste una parola per descriverti?
 
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view post Posted on 14/10/2018, 17:31
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Inverno

CITAZIONE
Hai provato a farti scaldare le mani?
A tenderle ad altre miserabili mani?

La tua prosa lirica mi emoziona, mi conquista, entra dentro l'anima e raccoglie sussurri di dolore e fredda solitudine.
Inverno è un'arabesco di gelo interiore e mancanza.
Inverno del cuore solo e straziato.
Inverno la stagione della solitudine.


Primavera

CITAZIONE
[...] la primavera era sbocciata potente e noiosa,

Primavera senza luce, senza fiori, senza rinascita.
Una primavera d'infinita tristezza e più vive e sboccia il fuori più dentro il cuore si dilania, si spezza avvizzisce.

Poche parole pochi gesti, intimità solitaria e straziante per Severus, più leggera per l'altro, per Harry.

Così ho visto quella stanza e il letto sfatto e bagnato di un altro corpo e di un’altra pelle.
C'è tutto l'amore impossibile che urla nello scroscio dell'acqua leggera e lontana.
Una doccia impossibile per lui che coltiva rimpianti e abbandoni che non si possono lavare via.

Ancora una volta la tua prosa conquista e coinvolge.
Sei stupenda, Ania!
 
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view post Posted on 18/10/2018, 17:17
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Ma che le hai ri-commentate? :P :wub:
Grazie, Chiara, le tue parole sono più liriche delle "storie" da cui scaturiscono.
Mi piace suscitare simili emozioni in chi legge :D :lovelove:
 
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view post Posted on 21/10/2018, 20:35
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Estate – E poi niente



Onde che consumano la sabbia e poi niente.
Niente acqua sul tuo corpo.
Niente sole.
Soltanto l'attesa di un’altra onda, poco più in là, dove i piedi nudi non arrivano.
Attesa e basta.
Di cosa non lo sai nemmeno tu.
O forse lo sai, ma hai paura dell'infinità, del tempo che continuerà a scorrere mentre tu rimani immobile. In attesa.
E il mare aspetta le tue dita, le tue carezze tra un atomo e l’altro, e tu?
Tu quali dita desideri?
Quelle che non puoi avere, un mare che non puoi toccare.
Un estate che non arriva mai.
Ancora una volta.
E mentre le onde continuano, ripensi ad un volto e ad un profumo.
Ad un sorriso.
Alla sabbia che scivola su di un corpo e poi su un altro. Pelle e poi pelle.
E allora cammini, granello dopo granello, verso altro mare, verso un orizzonte che ti sembra sempre più lontano.
Provi ad allungare le mani, vero?
Ci provi e ci speri?
Illusioni nell'acqua e null’altro.
Illusioni e basta.
Ti avvicini e senti il freddo salirti dai piedi e rinfrescarti l'anima, ma il cuore…
Vai avanti, pezzo dopo pezzo, gli occhi chiusi alla brezza e al sale, al tramonto che si affaccia per poi sparire, ad un sole che saluta senza sorridere.
Chiami un nome, e poi si perde.
Chiami una voce, e poi svanisce.
E il mare si porta via ogni cosa, ogni brivido e respiro.
Ogni memoria.

Onde che consumano la sabbia.
E poi niente.
 
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view post Posted on 5/11/2018, 22:17
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Autunno – Tutto ciò che ti rimane



Un letto sfatto è tutto ciò che ti rimane.
Stoffa e lacrime.
Nient’altro che sudore e umori.
Il buio di una stanza dove c’è soltanto un camino acceso. Un’unica luce.
Fuori la pioggia, e una strada che se ne va.
Lontano da lui. Lontano dal mondo.
Distanti e basta.

Un letto sfatto sulle rinunce di un’esistenza intera.
E mentre fuori le foglie cominciano a gettarsi a terra senza urlare, ti guardi indietro, accarezzando nient’altro che silenzi e vuoti.
Nient’altro che un’ombra che va via.
Desìderi ancora le mattine strette ad un’anima che non è la tua?
Desideri e basta. Null’altro che speranze.
E allora te ne corri via, muto, e corri ancora senza meta né futuro.
Oltre vetri rotti e cuore a pezzi.
Corri cercando una fine e qualcosa che non c’è.
Un amore che non è mai esistito tra le pagine di nessun libro e la forza non ce l’hai più, neppure per scrivere una parola.
Per scrivere una formula che cancelli il mondo.
Che cancelli te.
E tutto ciò che di sbagliato provi.

E allora un letto sfatto è tutto ciò che ti rimane?
Rinunci e basta e te ne vai?

Stanco di parole e poi parole ancora.
Di silenzi e sguardi altrove.
Di fantasie irreali tra i pianti di un temporale.
Tra le pieghe di lenzuola fredde e un tè amaro che nessuno beve.
Candele accese per il vento.
Mentre tu, insaziabile di un amore che non ti disseta, corri ancora via, e poi oltre.
Oltre quello che non hai.
Oltre sete e fame.
Oltre la rovina.

E infine un letto sfatto è tutto ciò che ti rimane?
 
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