Consentitemi questa dolorosa esternazione. “Grazie” ad un forte raffreddore, sono stata costretta a rimanere a casa due giorni. Due giorni in cui ho febbrilmente letto (alcune le ho rilette) pagine su pagine dell’Ordine. Mentre scorrevano nella mia mente i fiumi di descrizioni, immagini ed emozioni evocati dalla lettura, a tratti, s’imponevano su tutto le parole di Alan in una intervista, che se vi fa piacere potete ricercare su Youtube (
www.youtube.com/watch?v=i16NigDQ2HA)
Alan descriveva il suo personaggio, focalizzando l’attenzione su alcuni aggettivi o sostantivi che (secondo lui) lo caratterizzano: solitario, misterioso, “focused” (alla lettera: focalizzato, io l’ho interpretato come “concentrato”, giacché nel video scorrevano le immagini di Lily, “su una persona”), innocente, “resentful” (che ho tradotto in offeso), rischio, responsabilità, lealtà, vulnerabile, coraggioso.
Tutte queste parole descrivono Severus alla perfezione, ed a corredo delle immagini, che già nel video riempiono ancora di più il loro significato, riconducendolo ad episodi significativi ed esemplificativi, io (di immagini ed esempi) ne avrei aggiunti altri ancora (ma mi rendo conto che il video [tra i miei preferiti], che sottolineato dalla calda voce di Alan è già molto ricco, ne sarebbe risultato appesantito).
Questo turbine di immagini e di informazioni su Severus, che ormai da qualche tempo si rincorrono nella mia mente, mi spingono a tentare, e soprattutto a cercare, la più profonda comprensione che mi sia accessibile del personaggio. Ormai frequento da un po’ le pagine Facebook dedicate ad Alan, ad Alan e Severus, a Severus. Tutti hanno un’opinione, e forza per sostenerla.
No, a me non manca una mia personale opinione, ciò che desidererei comprendere fino in fondo è perché un personaggio, cioè solo il frutto della fantasia di una scrittrice, possa aver così profondamente colpito la mia immaginazione; e pagherei qualsiasi prezzo per potermi trovare al posto di Harry per prendere qualche lezione di Occlumanzia e “chiudergli” l’accesso alla mia mente, purtroppo capace di condizionare tanto il mio cuore.
Il primo passo verso questa comprensione, alla quale vorrei essere guidata anche da voi, se avrete voglia e pazienza di farlo, mi ha portata prima di tutto a chiedermi chi è Severus? Posso dire di conoscerlo? Ed in quale misura?
Forse un giorno mi rileggerò, trovando questi miei pensieri ancora “immaturi”, o incompleti e parziali. Ma forse vale la pena iniziare da qualcosa. Ed io ho cominciato dalle parole di Alan sul suo personaggio e quelle parole mi hanno portato a riflettere sul fatto che, forse, ancora una parola descrive bene Severus e quella parola è “negato”, nel senso di rifiutato.
Il primo rifiuto, Severus lo riceve dalla famiglia: in cui gli vengono negate cure, attenzione, affetto. I suoi genitori, cioè le persone (che per prime nella vita di un individuo sono preposte a ciò) che avrebbero dovuto educarlo, sostenerlo, stimolarlo, sono troppo impegnate ad autodistruggersi per occuparsi di lui. Nessuno provvede alla cura della sua persona: abiti adeguati, pulizia, sostegno morale. Non stupisce trovarsi al cospetto di un bambino, (prima) ed un ragazzo (poi), che ha scarsa autostima, o, meglio, che non riesce a dare agli altri una corretta rappresentazione si sé e che, anzi, tende a nascondersi agli altri.
Poi Severus viene (rin)negato da Lily. L’unico essere umano che gli avesse dedicato attenzioni, gli volta le spalle. Non voglio imbarcarmi nelle ragioni (vere, presunte o forzate) che portano Lily ad allontanarsi da Severus. Ma la “negazione” di Lily è un fatto determinante, ancora di più alla luce del fatto che è lei l’unico interlocutore “positivo” nella vita di Severus. Nei suoi occhi lui trova appoggio, condivisione, accettazione. Con lei si confronta, fa progetti, si mette alla prova.
Ed ancora Severus è “negato” dai mangiamorte perché è al servizio di Silente (cioè un insegnante di Hogwarts). Ricordo tutta la diffidenza che trapela dai discorsi e dagli sguardi dei suoi “compagni”, tenuta a freno proprio da Voldemort in persona.
“Negato” nella scuola dagli alunni, che lo additano come insegnante troppo esigente e crudele, e dagli altri professori, che lo stimano professionalmente, ma con i quali (se si fa eccezione per Silente) non ha altri e più profondi rapporti. La stessa Minerva è vittima delle apparenze e, nello scontro finale, lo mette in fuga, pensando che Harry fosse in pericolo.
Ed è “negato” dai membri dell’Ordine della Fenice perché è un ex mangiamorte. Non c’è “calore” nei riferimenti che gli altri fanno a lui. Non ci sono “slanci” nei suoi confronti: felicità al suo arrivo, accoglienza, inviti a fermarsi. Piuttosto sollievo nel sapere che non rimane mai a cena, che è già andato via. Quasi che si subisse la sua presenza solo in virtù della fiducia “cieca” nutrita nei confronti di Silente. E’ Silente che garantisce per lui, fidandosi della sua fedeltà. E’ lui l’unico che lo accoglie, conoscendo fino in fondo la sua vera essenza: negata (per richiesta dello stesso Severus) a tutti gli altri. “Non dovrei mai rivelare la parte migliore di te …?”
Così in tutta la saga riusciamo (fortunatamente in molti riescono ad andare oltre) a giustificare le intemperanze, le impreparazioni (scolastiche), le immaturità dei protagonisti, ma non L’ERRORE di Severus. A molti è concessa una seconda possibilità, la sua redenzione invece ha una strada obbligata: la morte, unica a poter lavare LA COLPA. Quasi che la sua “negazione” in terra (cioè il rifiuto per Severus nella sua interezza) non sia già “espiazione” di quella colpa. Negazione che passa anche attraverso la sua stessa incapacità di perdonarsi il tremendo errore ed accettarsi in tutta la sua fragile (nel senso di corruttibile) umana complessità.
Come si può tacere sul dolore di un personaggio che non ha mai conosciuto (cui è stato negato) l’amore di un abbraccio? So che questa affermazione è discutibile visto che nei libri ci viene fornito un quadro assai scarno dei rapporti familiari di Severus (forse l’unica scena descritta è quella dei maltrattamenti che il padre infligge alla madre, mentre lui piange in un angolo), ma (e torno a ciò che dicevo prima) un bambino amato non veste abiti sporchi (lasciamo perdere il fatto che erano anche fuori misura e sdruciti). E’ vero che il quadro completo lo si ha solo alla fine, ma (e mi riferisco a quanti anche alla luce del puzzle finito non colgono l’essenza e la complessità del personaggio e lo liquidano con parole come ambiguo o cinico o crudele) com’è possibile non riconoscere che Severus è il personaggio che più ama, più odia, più dà?
Severus, da quel che è dato di sapere ha rarissimi ed eccezionali contatti "fisici" (mi viene in mente solo quello con Narcissa e Bellatrix). Ciò che più assomiglia ad un abbraccio, nella sua breve vita terrena, è l'aiuto che riceve da Silente, se si esclude l'“abbraccio” mortale di Nagini. Quindi solo Silente lo accoglie davvero, non respingendo “l’uomo negato”: il figlio rifiutato, l’amico allontanato, il compagno di scuola sgradito, il mangiamorte pentito e “offrendogli” la possibilità di riscatto. E’ quello che, ai miei occhi, dà al personaggio la sua potenza: questa ingombrante presenza (quasi) incorporea. Cioè, ci troviamo di fronte un omone alto e nero, ma lui non tocca, non sfiora, colpisce solo con le parole. Lui c’è anche quando non è presente: gli altri personaggi fanno continui riferimenti a lui, usano le sue risorse (scorte di erbe, pozioni, sapere).
E poi c’è Harry. Harry è scaldato dall’affetto dei suoi amici: Hermione, Ron (e tutta la sua famiglia), Hagrid; è supportato dai professori, che riconoscono in lui le sue potenzialità: la Mc Granitt, tra tutti, che lo individua come cercatore, lo copre dal rischio di espulsione (Camera dei Segreti), lo incoraggia a non abbandonare i suoi progetti (Ordine della fenice). Ma è Severus che lo fa crescere davvero, gli fornisce gli strumenti utili alla sopravvivenza: sua e dei suoi amici (persino quando eccelle in pozioni, con Lumacorno che incassa i complimenti per il successo del suo alunno, le “dritte” arrivano ad Harry dal libro del “Principe Mezzosangue” e dalle informazioni del primo anno [salva Ron con il bezoar]). Persino quando Harry ritiene che Severus lo stia ingiustamente punendo con voti troppo bassi, in effetti sta ancora ricevendo informazioni preziose e suggerimenti per andare oltre i suoi limiti. Severus non gli offre abbracci o pacche, ma è sempre lì ad offrirgli la forza per “andare avanti” e lo fa nell’unico modo che gli riesce: facendosi odiare, lasciando che lui l’uccida (nel senso psicanalitico del termine), negandosi a lui fino in punto di morte per proteggerlo.
Cosa può rendere capace un uomo di rinunciare completamente a sé stesso se non l’amore, nel senso più elevato e puro? (E qui non intendo l’amore per Lily) Quello di Severus è un amore che va oltre ogni rancore (è lui che prepara la pozione antilupo per Remus [e lo fa nonostante Lupin non abbia mai mosso un dito in suo favore]), oltre l’odio più accecante (dialoga con Sirius nonostante sia stato più volte vittima dei suoi scherzi (suoi e di James), che lo hanno ulteriormente svilito agli occhi dei suoi compagni, quando era studente). Un amore che non si risparmia, anche quando non è compreso e conosciuto. Esiste un cuore più grande di quello che non si arresta neppure davanti al disprezzo e all’irriconoscenza?
Severus per me è tutto questo ed altro ancora.
Avevo bisogno di dirlo.
Edited by Gabrix1967 - 7/4/2018, 14:42