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| Titolo: Sanguinerò per te Autore/data: Ania_DarkRed86/ 25 febbraio 2018 Tipologia: poesia Rating: Per tutti Genere: dark, death, drammatico, gotico Disclaimer: questa poesia è di mia proprietà, quindi se volete prendere anche solo una frase dovete chiedere il mio permesso.
Leggete ascoltando la musica sottostante:
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Sanguinerò per te
Bere dal nulla o una coppa di morte. O un vino d’eterno lungo una strada senza indicazioni. Bere e basta.
Correre e correre verso ogni essenza di te, verso una salvezza che non esiste affogata in lacrime di sangue che scorrono veloci e poi lente e poi in tempesta fino a sparire nel nero infine in vento, e allora ti afferro la mano e labbra su ogni dita strette in altre dita vuote dove un battito non arriva più, né un sorriso su alberi estinti. E allora mi trasformerò in luna per guardarti senza allungare spade su di te e su quel cuore ancora vivo, mio tormento e disperazione e invidia in ogni lembo di pelle e putrida carne, invidia di passati ormai perduti e condannati ad una pena senza fine dove l’acqua brucia e il cibo ti soffoca la gola.
E lei, sposa della distruzione, è corvo sulle tombe e sulle anime ormai dimenticate e grida nel silenzio che accompagna la notte, in quell’oscurità che mi bacia e afferra e stringe come un’amante nella solitudine, e desta i morti tristi per un gioco senza nome né parole, e spiega le ali su un fuoco che non brucia mentre sfila accanto ad una processione esangue che canta un dannato canto di felicità perduta sul tuo seno ancora vivo sopra un cuore che non batte, sopra ogni pezzo di me, punito e maledetto che ti guarda mentre t’allontani da me e da questa moglie che non ho mai voluto né desiderato come i tuoi occhi d’abisso e il tuo abbraccio di un oceano senza fine. E il corvo chiude le ali al tuo silenzio, a quei passi e passi e passi che volano via dai miei denti e labbra, da quel letto sempre caldo e sfatto in quella casa quasi ai confini del mondo e ancora oltre, in un gelido calice tra le dita.
Cos’è che berrò tra questa bocca in tempi che verranno? Sangue o vino o nient’altro che desolazione? Una preghiera. E una ballata per una rovina eterna. Allora mi farò voce sul tuo corpo, amore mio e conterò i giorni su questa terra disperata dove le piante muoiono e i pianti diventano mattine, e aspetterò il tuo velo bianco da ricamare sul mio petto con fili di ogni sentimento errato che hai per me e d’anima pulita come la pioggia sul mio viso.
Danza con me fin quando finiscono le notti, finché quell’ultima rosa sarà appassita e poi gettata tra braccia immortali e stanche, danza e perdi l’amore insieme a me a piedi nudi tra pietre e terra di riposo dove i lamenti non arrivano e si smarriscono memorie e baci e tocchi e sere senza stoffa passate stretti in sussurri di sudore e dita tra le labbra, danza e non morire accanto a questi vizi miei e non morire mai finché avrò questa vita dove non esistono nient’altro che peccato e vuoti e carneficine di lacrime purpuree e disperate di occhi a cui non dono scelte perché scelte io non ne possiedo più, danza con me e bevi questo vino scellerato e poi sputalo sulla mia schiena finché non brucerò e la mia carne diventerà rossa e poi di cenere, e racconto tra le note amare di un pianoforte sconosciuto, fantasmi tra rami che si muovono e si disperdono e poi svaniscono in ogni goccia di vergine pioggia.
E allora piovi su di me, amore mio perché io sanguinerò per te e sanguinerò fino all’ultima cellula che mi rimane perché ogni senso di questa mia vita è ormai sparito e tu gioia ed io cadavere a camminare non è storia né favola né inchiostro su un libro da riempire, e non ci sarà canzone a parlarti di questa mia morte e nessun poeta del tuo pianto sul mio corpo, su quella densa nebbia che una mano scaccia via, invisibile ed infinita e manto perpetuo. E allora piovi e piovi con un coltello nella mano e premi un bacio freddo dove c’erano labbra e respiro, dove la notte riposavano i tuoi sogni, e spingi tra le lacrime finché la pelle non sarà scarlatta e la tua, dipinta e calda e quadro, fin quando l'argento sarà sparito oltre la carne e oltre la terra bagnata e corrotta da questa mia essenza come misero dono ed io sanguinerò per te tra i tuoi ultimi lamenti.
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