Il Calderone di Severus

Posts written by NickySnape

view post Posted: 29/7/2021, 09:51 Severus' Gallery - Immaginando Severus
CITAZIONE (Elena21 @ 29/7/2021, 01:13) 
Qualcuno voleva vedere Severus con la lingua blu per le caramelle?

(IMG:https://upload.forumfree.net/i/fc11660512/...0729_010914.jpg)

Ahahaha top!

CITAZIONE (Daniela Dorinzi @ 25/7/2021, 13:43) 
Così però non fai dormire noi!
CITAZIONE (NickySnape @ 15/7/2021, 22:18) 
Bellissima! <3

Verissimo... già non si dorme
view post Posted: 29/7/2021, 09:17 NickySnape - Redenzione - Storie in Progress
Nda

Nota sul Patronus Fenice

Il significato spirituale della fenice simboleggia la redenzione di se stessi dagli errori, la purificazione dopo un processo di profonda ricerca interiore. La rinascita è solo interiore e indica un cambiamento intimo all'interno del proprio io.
view post Posted: 28/7/2021, 22:29 NickySnape - Redenzione - Storie in Progress
15. Phoenix, AZ

Non avevo mai visto un cielo così grande, uno spazio infinito sulle nostre teste, e noi eravamo minuscoli. Avevamo preso una Passaporta per raggiungere alla Riserva Indiana dove si trovava Amalya, la madre di Artemis. Non era molto distante da Phoenix. Il clima era secco ed era quasi l’ora del tramonto. Ci impiegammo circa mezz’ora di cammino per arrivare alla Riserva. Diverse case di legno e roulotte nel mezzo del deserto. Nessuna pianta, nessun albero, nessuna strada, solo terra, sabbia e cielo. Gli uomini erano il nulla rispetto ai quattro elementi terrestri. Mio figlio era lì da tre mesi senza poter contemplare il cielo cangiante e minaccioso e la sabbia di giorno arida e ardente, di notte fredda come brina. Un tramonto rosso che rendeva il cielo di fuoco e la terra come bruciata. Artemis mi prese per mano.

“Quando entriamo dagli sciamani, dobbiamo farci vedere uniti. Devono percepire quanto siamo legati l’uno con l’altra.” Disse Artemis mentre i nostri passi lasciavano tracce sulla terra.
Mi fermai, le strinsi più forte la mano e la baciai sulle labbra. Avevo paura di vederlo per la prima volta, di conoscerlo, non sapevo come avrei reagito, che emozione avrei provato. Se non gli fossi piaciuto? Se domani si sarà già dimenticato di me? Privato dei suoi primi sei anni con lui, mi avrebbe potuto odiare. Dove sei stato per tutto questo tempo? La mamma parla sempre di te. La mamma ha un amico che mi tiene compagnia. Fui sommerso da tanti pensieri. Avevo bisogno di sentire Artemis davvero presente dentro di me. Kallistos era la prova più concreta del nostro amore, c’era bisogno che io lo sentissi completamente dentro di me. Così il tocco delle sue labbra e il sapore della sua lingua dovevano diventare miei. Se mi fossi avvicinato a Kallistos, avrebbe sentito il profumo di sua madre.

Ci accolse Amalya insieme a sua sorella Soraya e dopo aver abbracciato Artemis fui guardato dalla testa ai piedi e alla fine le due sorelle mi sorrisero. Quella notte ci saremmo sposati. I testimoni c’erano, lo sciamano della Riserva Navajo era anche il loro sacerdote. Magia e religione erano strettamente unite in quella tribù. Ci fecero strada e lo sciamano era all’interno della casa di legno più grande, dove c’era Kallistos.

Era steso su un letto. Il mio cuore si fermò. Magro, una bella carnagione rosea, i capelli alle spalle lisci neri, un viso delicato che accennava un sorriso, le labbra di Artemis. Nelle sue vene scorreva il mio sangue. Tremavo mentre lo guardavo dormire, rilassato, sugli occhi due foglie di una pianta che a distanza non seppi riconoscere. Mi avvicinai e lo sciamano rimosse le foglie dalle palpebre di Kallistos. Indossava una camicia bianca di cotone molto largo. Salutai con un inchino lo sciamano e gli chiesi se potessi accarezzargli la fronte. Mi permise di farlo e si allontanò, lasciando me e Artemis accanto a nostro figlio. Artemis non smetteva di guardarlo con un volto sereno, fiduciosa che sarebbe guarito presto. Amalya e Soraya venivano a farci compagnia. Comprendevo perché Artemis non aveva paura di lasciare Kallistos a sua madre e a sua zia. Non avevo visto nessun bambino così amato, non era qualcosa a cui ero abituato.

Restammo almeno un paio d’ore accanto a lui, fino a quando non decisi che era arrivato il momento di uscire, sotto il cielo stellato e di sposarci. Volevo che mio figlio mi conoscesse come suo legittimo padre, che portasse il mio cognome, che non sentisse mai alcuna paura di non essere stato voluto da suo padre. Non è mai stato abbandonato. Mi resi conto di amarlo più di quanto il mio pensiero si potesse immaginare.

Ci preparammo, Artemis indossava un vestito blu notte con ricami lilla, io avevo un mantello verde smeraldo e una camicia bianca ricamata. Lo sciamano pronunciò una formula davanti al fuoco e ci mise sul capo due corone di fiori. Artemis portava sempre il bracciale di mia madre. Sospettai che per tutti questi anni non l’avesse mai tolto. Mi rilassai, provai a non pensare al passato, ai fantasmi che mi facevano visita, alle insicurezze di non essere stato amato in ogni attimo della sua vita. Che importava? Lei mi rassicurava ogni volta che sentiva la mia paura emergere e in quel momento eravamo lì, aveva scelto me. Eravamo insieme e l’indomani il nostro Kallistos si sarebbe svegliato e avrebbe avuto una mamma e un papà, che si amavano più di quanto non avessero mai fatto con loro stessi. In due erano forti, in due superavano le singole debolezze. In tre trovavano il senso di tutto. Era la prima volta che mi sentivo di avere una famiglia, di appartenere a qualcuno, appartenevo tanto ad Artemis quanto a Kallistos.

Avevo scelto gli anelli a Londra prima di partire per New York, li avevo comperati a Diagon Alley. Erano di oro forgiato dai folletti, dentro c’erano i nostri nomi per esteso, uno accanto all’altro. Lo sciamano si soffermò a guardare la profonda cicatrice sul mio braccio sinistro. Eravamo finalmente uniti sotto la benedizione delle stelle e della nostra galassia, del cielo più grande che avessi mai visto.
Passammo la notte accanto a Kallistos, che dormiva sotto le coperte e spesso si girava sul letto. Io e Artemis ci addormentammo accanto a lui, con gli abiti della cerimonia, macchiati di vino, su un tappeto per terra, abbracciati.

Quando aprii gli occhi, intravidi Kallistos seduto sul letto che sbadigliava. Aprii gli occhi e credetti di non aver visto nulla di più bello prima di allora. Il suo sguardo, anche se assonnato, era magico. Il suo occhio nero era profondo e vivace. Aveva preso gli occhi sorridenti di Artemis. L’occhio di ghiaccio argenteo era fisso ma ipnotizzava. Ero sicuro che ci fosse della magia in quell’occhio e non una maledizione. Lo sciamano non sembrava preoccupato, ma incuriosito da quegli occhi così speciali. Vidi che mi guardò. Non potevo sapere cosa vedesse, ma non smetteva di fissarmi con l’occhio scuro. Chiuse gli occhi e chiamò la mamma. “Mamma, mamma, chi è? Papà? Papà sei tu?” Alla sua voce squillante io e Artemis ci svegliammo. Artemis lo sollevò e lo prese in braccio dandogli un bacio sulla guancia. “Mamma ti ha fatto una sorpresa, amore mio. C’è papà!”

“Papà?” mi chiamò Kallistos.

Mi avvicinai a lui, sorridendogli. “Sì, Kallistos, amore mio. Sono papà”.

Artemis mi guardò e sorrise, come non aveva mai fatto. Non avevo mai detto ‘amore’ a nessuno, neanche a lei, che era l’amore della mia vita. Non riuscivo a chiamarla così, ma con mio figlio fu diverso. Sentii un richiamo profondo venire da dentro, un istinto mai provato. Fu qualcosa di spontaneo, di incontrollabile. Avevo tanta voglia di abbracciarlo stretto, ma come potevo? Lui doveva abituarsi a me. Artemis avvertì la mia gioia, che non era paragonabile a nessun’altra. Mi prese la mano davanti a Kallistos e gli disse: “Questo è il tuo meraviglioso papà, quello che hai visto nelle fotografie.” Mi meravigliai della sua affermazione. Quando mi aveva fatto delle fotografie?

“Quelle del libro che mi hai dato?” chiese Kallistos speranzoso. “Non ti vedo bene, papà, vieni più vicino”. Vidi che provava a mettermi a fuoco ma capivo che non ci riusciva. Iniziò a stropicciarsi l’occhio. “Mamma ha fatto un libro con le tue foto. Sei bello papà!” Mi sentii indifeso davanti a tanto amore. Continuava a stropicciarsi gli occhi. Ero inginocchiato per guardarlo alla stessa altezza e gli presi la mano: “Attento, non farlo. Non ti stropicciare l’occhio. Guardami, Kallistos, figlio mio, bellissimo”. Venne verso di me, senza guardarmi, e mi avvolse con le sue braccia sul mio collo. “Papà” continuava a dire. Non riuscii a trattenere le lacrime. Non riuscii a trattenere neanche i singhiozzi. Non piangevo così dalla morte di Lily. Il pianto di dolore mi consumava fino a farmi voler morire, questo mi riempiva il cuore da farmelo esplodere. “Papà, perché piangi?”. Artemis venne in mio soccorso e prese in braccio il bambino. “Papà piange perché è tanto felice di vederti, papà ti ama tantissimo, amore”.

Mi ci volle qualche ora per riprendermi da quell’emozione. Trascorsi il resto della giornata con lui, a raccontargli storie. Mi ero portato il libro delle Fiabe di Beda il Bardo che mi aveva dato Hermione e che mi avevano fatto compagnia quando ero io malato. Gli raccontai di come sua madre e una mia studentessa molto coraggiosa, in groppa ad un Ippogrifo, mi avevano salvato da una terribile battaglia contro un mago cattivissimo. Vedevo che Kallistos conosceva già la storia, ma voleva ascoltarla ancora una volta da me, non da sua madre, e sentire nuovi dettagli. “Papà, è vero che sai volare? Ma non come la mamma che si trasforma in uccello, tu sai volare senza ali!” Come potevo dirgli che non ero più sicuro? Mi sentivo esattamente come lui, che non sapeva se avrebbe mai ripreso a vedere, e io non sapevo se avrei mai ripreso completamente i miei poteri.

“Sì, Kallistos, so volare e ti insegnerò a farlo.” Gli risposi cercando di darmi coraggio.

“Mi comprerai una bacchetta? Io non voglio una scopa, voglio volare senza, come te e la mamma!” Il suo entusiasmo era contagioso. Passai diversi giorni con lui e Artemis si faceva da parte per lasciarmi giocare con il bambino. Spesso Artemis si allontanava, girava per gli stati confinanti, il Texas, il Colorado, il New Mexico, la California, per scoprire se ci fossero altre comunità, altre piante, altri incantesimi miracolosi per far guarire presto Kallistos. Sembrava non ci fosse magia che bastava per curarlo. L’umore del bambino era alto e rideva e scherzava sempre con me. Era un ruolo in cui non mi ero mai visto, ma alla mia età mi sentivo pronto per essere un vero padre. Avrei voluto vedere mia madre, mi avrebbe abbracciato e sarebbe stata la nonna più felice del mondo. Un balsamo per tutte le sofferenze familiari che patite insieme. Ho il rimpianto di non aver presentato mai Artemis a mia madre. Era con me al suo funerale e sono sicuro che l’avrebbe accolta tra le sue braccia come una figlia.

La quarta notte decisi di fare quello che da tempo mi ero prefissato di fare, la promessa che avevo fatto a Kallistos. Ero un mago, sua madre gli aveva parlato di me come del mago più potente del mondo. Non potevo non volerlo essere davanti ai suoi occhi. Dovevo finalmente mettere alla prova la mia magia. Sentivo dentro di me un’energia diversa, avevo quasi smesso di zoppicare e il braccio sinistro non mi faceva più male. Uscii da solo, lasciai che Artemis dormisse stretta al suo bambino quella notte.

Ero solo, nel deserto, sotto il cielo immenso di un blu intenso, luminoso e stellato. Tirai fuori la bacchetta dal mio mantello nero. Dovevo provare un incantesimo che racchiudeva più di ogni altro le mie emozioni e la mia potenza magica. Dopo anni, era giunto il momento di evocare un Patronus. Chiusi gli occhi, lasciai fluire le emozioni dentro di me e rividi i più bei momenti della mia vita in un istante. Apparve Lily accanto a me sul prato, l’abbraccio consolatorio di Silente, il primo giorno con l’Ordine della Fenice, gli occhi di Artemis, le lezioni con lei nei Sotterranei, le sue vittorie a scuola, il nostro primo bacio sulla Torre, noi nudi e abbracciati a Spinner’s End davanti al camino, la mano bruciata di Silente sulla mia, gli occhi paterni di Silente, gli occhi di Harry quando credevo di morire, il bacio di Hermione, il ritorno di Artemis a Hogwarts, i nostri giorni d’amore a Londra, Kallistos che mi chiama “Papà”, la gioia più grande di tutte. Guarirai, amore mio. I ricordi belli erano molti di più di uno. Sapevo finalmente cosa volesse dire l’amore di cui parlava Silente. Era il momento: Expecto Patronum!

Una scia argentea si librò in cielo e prese una forma nuova, grande, luminosa e molto più potente. Un uccello che conoscevo. Sui cieli di Phoenix si stagliò imponente il mio nuovo Patronus, una Fenice.
“Silente!” esclamò Artemis sorridendo stupefatta, che era alle mie spalle.

Uscirono dalle roulotte e dalle case di legno anche altri maghi della riserva e scoppiò un tumulto di applausi e urla di festa. In cielo si sentì un verso stridulo, che cantava una melodia a me nota. Una Fenice incontrò in cielo il mio nuovo Patronus d’argento e venne verso di me. Non era una Fenice qualunque. Era Fawkes. Era tornata. Sul becco reggeva una bacchetta. La Bacchetta di Sambuco, la Bacchetta di Silente. Capii che arrivava da Harry Potter, era il suo dono, suggerito da Silente. La Bacchetta sarebbe dovuta tornare a me, dall’uomo di Silente all’uomo di Silente. Gli uomini di Silente dovevano continuare a proteggersi a vicenda. Nella città della Fenice ero rinato e avevo un compito, dovevo tornare a completare la missione di Silente. Dovevo tornare a fare quello che sapevo fare meglio, insegnare e amare.


FINE PRIMA PARTE

Edited by NickySnape - 29/7/2021, 16:04
view post Posted: 28/7/2021, 14:52 NickySnape - Redenzione - Storie in Progress
CITAZIONE (Lonely_Kate @ 28/7/2021, 15:49) 
CITAZIONE
NickySnape
Se anche tu fossi la mia sola lettrice andrei avanti per te <3

Grazie 😊! Attenta però, in questo forum mi conoscono come una ‘stalker fanatica e potenzialmente pericolosa’! :woot: :D
Se puoi, anche solo un paio d’ore ogni tanto , stacca un po’: te lo dice una lavoratrice instancabile che ‘vive’ troppo poco. Non è un consiglio per dedicarti al racconto ma a te stessa. A presto ❤️

Hai ragione, mi sto ammalando di lavoro e ogni anno è sempre peggio... A presto <3
view post Posted: 28/7/2021, 14:42 Severus/Hermione - Immaginando Severus
CITAZIONE (ellyson @ 28/7/2021, 15:37) 
Forse perché mi sono fatta tutta una storia dietro.
Lei è visibilmente incinta , svenuta e sotto la pioggia.
Lui l'ha presa (anche se l'unico verbo che mi viene in mente guardando quell'immagine è salvata) e dall'espressione è preoccupato per lei e il figlio.
No... Basta... Sono situazioni in cui faccio ormai fatica ad accostare a Severus

Per me dovrebbe ballare in mutande tutto il giorno e mangiare caramelle che gli colorano la lingua. :lol:

Ah ecco, io mi riferivo all'altra fanart, quella in cui lei gli si butta addosso e piange...
Comunque sì, hai ragione, dovrebbe provare a divertirsi ogni tanto. Meno male che ci sei tu Elly, sennò sarebbe tutto un 'mainagioia' :lol:
view post Posted: 28/7/2021, 14:31 Severus/Hermione - Immaginando Severus
CITAZIONE (ellyson @ 28/7/2021, 12:57) 
Scusate vado controcorrente: non mi piace.
Non mi trasmette emozioni positive. <_<

è oggettivamente deprimente, ma secondo me ci sta.
Lui è bellissimo quando è triste, lei è bella pure appena alzata dal letto...
view post Posted: 28/7/2021, 14:29 In demand (Texas) - -TV & Radio con Alan Rickman
Ricordo ancora quando lo guardai anni fa, facevo ancora il liceo (ma forse ero già maggiorenne :rolleyes:), sarà stato il 2006, alla fine mi ero imparata quella canzonetta a memoria...
Allora come ora sempre lo stesso effetto, l'ipnosi. Credo che è anche un po' per colpa di Alan che ho standard troppo alti per gli uomini :XD: mi innamoro solo di uomini più grandi, e a volte proprio inglesi, sigh
view post Posted: 28/7/2021, 14:18 NickySnape - Redenzione - Storie in Progress
CITAZIONE (Lonely_Kate @ 28/7/2021, 14:50) 
Cara Nicky, la tua long ci tiene col fiato sospeso! Forse siamo arrivati in una fase del racconto in cui vengono a stabilirsi nuovi equilibri, si creano occasioni per chiarimenti e per aumentare la comprensione degli eventi (sconvolgenti per me) che ci stai facendo vivere con intensità e scioltezza.
Sei bravissima a creare pathos ed aspettativa; lasci che il lettore giunga alla fine di una frase con gli occhi che già sono saltati sulla successiva per scoprire cosa accadrà, cosa dirà lui o risponderà lei.
No, non ti attribuisco una vena sadica nel non voler svelare tutta e subito la trama e gli eventi futuri! :P :D
Faccio la brava e diventerò paziente... del resto la celeberrima frase di Wilde recita: "L'attesa del piacere è essa stessa piacere" <3

Cara Kate, grazie mille del commento e della tua lettura! Se anche tu fossi la mia sola lettrice andrei avanti per te <3
Pur avendo scritto l'intera trama su un quaderno lo scorso anno, con divisione dei capitoli e bozza di quello che accade, per scrivere ho bisogno di momenti in cui la mia testa possa liberarsi da migliaia di pensieri e di incertezze che sto vivendo ultimamente e che letteralmente mi chiudono la mente.
Come il Severus di cui scrivo, sto vivendo una fase simile alla sua. Pur lavorando tantissimo, forse troppo, mi sento oppressa e allo stesso tempo svuotata e non riesco a gioire praticamente per nulla, figuriamoci per i miei sogni e le mie storie su Severus. Ma ogni volta che ci ritorno, il male passa. Ecco il motivo della mia assenza dal forum, ma ora è come tornare a casa *^^* :lovelove:

A presto, spero prestissimo, con un nuovo capitolo! Un abbraccio! <3 <3 <3
view post Posted: 28/7/2021, 10:23 NickySnape - Redenzione - Storie in Progress
14. Gufo da Londra

New York, Tribeca, aprile 2002

Caro Severus,

Perdonami se non ti ho mai risposto. Spero che tu stia meglio, ovunque tu sia, presumo dall’altra parte del mondo. Il gufo che ti consegna la lettera è piuttosto giovane e non dovrebbe metterci troppo. Ti avrei voluto scrivere per il tuo compleanno. A dire il vero, mi sarebbe piaciuto esserci, anche se con il senno di poi credo di aver fatto bene a mancare. Per lo meno la mia salute mentale ci ha guadagnato. Ho sentito che una persona vicina a te è tornata. Nessuno di noi sapeva fino a che punto la tua vita fosse così ‘nascosta’. La tua compagna gode della mia sincera ammirazione, per aver sopportato di vivere i suoi anni migliori in incognita per tutto quel tempo. Sono felice che tu sia sopravvissuto anche grazie a lei, l’ho saputo da Charlie Weasley. Se te lo stai chiedendo, sì, frequento ancora i Weasley e molto da vicino. Mi dispiace di essere stata, se lo sono stata, un motivo di imbarazzo per te. Trascorrere tutto quel tempo accanto a te, senza sapere che fossi legato a qualcuno. Non ho mai smesso di avere fiducia in te e per un po’ ho sognato di avere fiducia in noi. Speravo che ti saresti accorto di me, o forse lo sapevi già. Mi leggevi la mente, sapevi che io ero la sola a sospettare di chi realmente tu fossi, ma facevi di tutto per non lasciarmelo credere. Mi fidavo di te come Hagrid si fidava di Silente. Non sai quanto è stato complicato convincere Fierobecco a fidarsi di noi quella notte! Ma non riesco a perdonarti di una cosa, perché non ti bastava essere semplicemente indifferente con me, Ron e Harry? Forse è anche inutile che tu mi risponda. Per molto tempo non sono riuscita a perdonarti per tutto il male gratuito che potevi evitare di farci.

Sono sfacciata, sono pur sempre una Grifondoro, non dimenticarlo. Non ho paura che l’Auror Amani legga questa lettera, anzi, mi piacerebbe conoscerla un giorno, quindi puoi anche chiederglielo. Lavoro in Ministero, al momento sono all’Ufficio per l’Applicazione della Legge Magica, potrebbe capitare di incontrarci una volta lì. Mi piacerebbe conoscere la madre del figlio del professor Piton. So anche questo, grazie a Charlie: abbiamo un amico in comune io e Artemis.

Per tutto il tempo in cui ti sono stata accanto, senza che tu lo sapessi, ho pensato molto a quello che hai dovuto patire in tutti questi anni, e non può che essere un conforto sapere che c’era qualcuno che ti ha veramente amato, anche quando ti sei sentito solo. Avrei voluto essere in quel lato, triste e solitario, in cui vi era la lista dei tuoi sostenitori, Artemis e Silente, ed essere tra le persone che ti volevano bene incondizionatamente. Purtroppo, il ragionamento e le deduzioni scaturite dai fatti spesso confondono l’istinto e la fiducia cieca di credere in te e di difenderti. Faceva parte del tuo piano farti odiare, non farti conoscere e nasconderti.

Ci incontreremo prima o poi, avremo modo di dirci molte cose che in una lettera non vale la pena di scriversi.

Hermione


Era arrivata senza preavviso dalla finestra del trentacinquesimo piano dell’appartamento di Tribeca. Un gufo era un tuffo al cuore. Un gufo, a qualsiasi ora del giorno o della notte, voleva dire Hogwarts.

“Hai ricevuto una lettera?” mi chiede Artemis entrando nel soggiorno.

“Sì, anche tu sei dotata della facoltà della vista. Vuoi che ti legga il contenuto o preferisci leggerlo direttamente nella mia testa?” Risposi scortese.

“Non c’è bisogno che tu faccia il simpatico. Faresti bene ad esercitarti in Occlumanzia … E pensare che sei stato tu a insegnarmi la Legilimanzia e l’Occlumanzia! Se non ti impegni, non avrai più segreti!” Artemis era seccata.

“Non penso che sia una grande sciagura per te il fatto che ormai io sono un invalido. Ne hai solo da guadagnare.” La provocai in tono insolente.

“Mi mancava il tuo sarcasmo, Severus. Anzi, ora che ci penso, non mi mancava affatto. Pensi che io sia felice di vedere il più grande mago che ho conosciuto ridotto così? Forza, dimmi che è colpa mia! Dimmelo a parole tue, non lasciare che io ti entri nella mente!” Mi rispose stringendo i pugni e alzando il tono della voce.

Iniziai, ghignando malvagio: “vediamo, dopo pochi giorni dal mio arrivo a casa tua, scopro che, dopo la tua dipartita qualche estate fa, te la sei spassata con il signore degli Unicorni, insieme a mio figlio! E io che rischiavo la vita … Asterion, il bel tenebroso dagli occhi blu. I tuoi sensi di colpa mi hanno fatto arrivare scorte di sangue di unicorno. Mi hai tenuto in vita come il Signore Oscuro!”

“Ti ricordo che sei stato tu a insegnarmi che negli antiveleni ci va il corno di unicorno. Il sangue è stata una mia idea, non penso che ti abbia fatto male. Gli unicorni non stati uccisi e non hanno neanche sofferto, erano solo poche gocce”. Mi rispose pazientemente.

“Resto tutto il giorno in casa come un inutile Magonò, e sono quasi tre mesi che siamo qui e non mi hai fatto ancora conoscere mio figlio!” Sbottai perdendo il controllo, ero gonfio di rabbia.

“Nessuno ti impedisce di uscire, di esercitarti nella magia! Non ti impegni abbastanza ogni volta che andiamo sulla costa! Sei pigro, svogliato, sempre depresso. Avanti, dimmi che sono io la causa della tua depressione, del fatto che ti senti un Magonò! Ti manca Hogwarts? Sei libero di tornare, nessuno ti trattiene! Lì sei un eroe!” Tuonò Artemis.

Rimanemmo per un po’ in silenzio.
“Mi piacerebbe solo conoscere mio figlio”, dissi piano, “non mi interessa essere celebrato come un eroe, lo sai benissimo”. Dopo un po’, alzando la voce, continuai: “Tua madre lo custodisce con così tanta cura. A cosa deve essere preparato? È così orribile la vista di suo padre? Preferiva forse l’affascinante signore degli Unicorni? Un padre certamente più allegro e più felice di essere ancora vivo”.

“Sei un ingrato”. Artemis mi guardò torva, mi trafisse con uno sguardo pieno di disprezzo. Si rese conto che non era completamente vero quello che stavo dicendo e che la mia frustrazione derivava dalla mia debolezza.
“Devi avere pazienza e ti devi fidare di me” disse alla fine.

“Fidarmi di te? Mi porti qui, promettendomi una vita da sogno, una felicità che non ho mai chiesto, e ottengo in cambio solo interminabili giornate di noia! Posso sapere perché non posso vedere mio figlio?” In uno scatto di ira rovesciai una sedia per terra.

“È malato, Severus!” mi prese il braccio stringendolo forte.

Il sangue mi si gelò nelle vene. Trattenni il fiato prima di rispondere in tono amaro. “In che senso malato? E perché non dovrei saperlo io, che sono suo padre, fino a prova contraria?”

“Lui non ti può vedere.” Disse Artemis sollevando da terra la sedia che avevo rovesciato.

“Non mi può vedere perché è malato? Malato di cosa? Da quando?”. Ero preoccupato e stanco di essere circondato da segreti.

Artemis si sedette sulla poltrona del soggiorno e fugò ogni mio dubbio: “Severus, Kallistos non vede più. È nato con un grave problema alla vista. Nel primo mese di gravidanza non sapevo di essere incinta. Sai che spesso facevo uso della Pozione Polisucco, motivo per cui la contraccezione non ha funzionato. In quel periodo avevo preso le sembianze di un mago cieco. Kallistos è nato con due occhi di colore diverso. Uno nero e uno celeste ghiaccio, quasi color argento. Da quell’occhio non vede nulla dalla nascita, ma da quello nero sì o, almeno, ci vedeva fino a qualche mese fa. La cecità sta colpendo anche il suo occhio sano. Stava migliorando prima che io partissi per venire da te in Scozia, ma poi è di nuovo peggiorato, l’ho saputo quando eravamo a Londra. Ho ricevuto una lettera da mia madre nell’Hotel in cui eravamo. Ora da quello che mi dice mia madre, che lo sta curando da tre mesi con pozioni e incantesimi, riesce a vedere sfocato, ma l’obiettivo è quello di dargli la possibilità di vederti e di conoscerti davvero. Di vedere quanto vi somigliate. Mi dispiace di averti mentito.”

Mi sedetti anche io. Alla fine, mi restò soltanto quest’ultima domanda: “Perché non mi hai detto la verità?”

“Non volevo darti un ulteriore motivo di sofferenza.”

“Mi sembra di sentire Silente” risi amaro.

“Severus, ascoltami attentamente. Devi riprendere i tuoi poteri, la tristezza e la debolezza, come hai visto, sono in grado di depotenziare o addirittura rimuovere la magia dal tuo sangue. Ho saputo da Charlie che successe anche a Tonks, quando era innamorata di Remus. Tu l’avrai certamente notato in che stato era. Senza energia non c’è potere, non c’è magia. Ma tu ora hai me, siamo di nuovo noi due insieme, Maestro”.

Da quanto tempo non mi chiamava Maestro! Avevo gli occhi umidi. Ciò che sopra ogni cosa ero stato per lei, come Silente per Potter, come il Signore Oscuro per me, il suo Maestro. Nostro figlio è cieco. Cercai di non pensare alla sua vita sofferta, ai colori che non avrebbe visto, alla bellezza che si sarebbe perso, ai volti che si sarebbe dimenticato, il volto di sua madre. Ai volti che non avrebbe mai visto, il volto di suo padre. Ai volti di cui non si sarebbe potuto innamorare. Con la sua tenacia da ragazzina mi aveva chiesto lezioni di Pozioni, di magia oscura, e aveva imparato tutto quello che sapeva da me. Il mio libro di Pozioni per anni è stato il suo. La mia allieva prediletta, a suon di fatica e sudore, di punizioni e compiti in più, di un impegno mai richiesto a nessuno degli studenti di Hogwarts. Non è perché eri una Purosangue che eri così piena di magia, così talentuosa. Eri umile e sei diventata quello che sei grazie al tuo impegno. Non ti facevo mai un complimento, non ti dicevo mai una parola gentile, mai un incoraggiamento. Ero arido, prima di cedere al tuo amore, prima che per me non ci fosse più nulla da fare se non amarti e lasciarmi amare. A Hermione Granger era successo lo stesso, ma io non le ho mai concesso di essere una mia allieva. Mio figlio non può guardarmi.

“Lascia che sia almeno io a guardarlo!” dissi alla fine. “Andiamo noi da lui, se lui non può ancora tornare. Con che mezzo hai viaggiato per l’Arizona?”

“Mezzi Babbani, sono i più sicuri. Kallistos indossa degli occhialini da sole. Porta i capelli lunghi, sono come i tuoi.”

“Qual è il suo nome da Babbano?” chiesi un po’ sconcertato.

“Kevin. Banalissimo. Mi perdonerà un giorno” Sorrise.

Sorrisi anche io.

“Severus, è necessario che tu riprenda i tuoi poteri il prima possibile. Kallistos ha bisogno di suo padre. Ha bisogno di essere protetto. Lui è eccezionale, ha una dote innata per gli incantesimi, anche senza bacchetta, ma ha bisogno di te.” Mi disse calma e mi venne incontro per abbracciarmi. Poi continuò: “Partiamo stasera, hai ragione, sono stata una stupida. Non volevo darti un altro dolore, dopo tutto quello che hai passato, dopo quella foto che hai visto. Ti spiegherò tutto. Ma ora devi conoscere tuo figlio, ne hai tutto il diritto.”

Mi calmai e mi lasciai avvolgere dal suo abbraccio, la cosa più dolce del mondo. Pensai a Hermione Granger e mi venne in mente Tonks. Perché Hermione si è innamorata di me? Per un attimo ripensai alle sue parole “frequento ancora i Weasley, e molto da vicino”. Forse era di nuovo con Ronald Weasley. Provai ad immaginarla felice insieme a lui, ma non ci riuscii. Strinsi ancora più forte Artemis e le sussurrai all’orecchio: “Sposami, Artemis”.
view post Posted: 28/7/2021, 06:54 Presentazione nuovo utente aspirante pozionista - Apprendisti Pozionisti, presentatevi qui!
Certo, la Rowling è una scrittrice abilissima. Nulla è lasciato al caso, meno che mai i nomi. Si vede anche che ha studiato Classics a Exeter (oltre a English Literature)
view post Posted: 28/7/2021, 06:51 Lonely_Kate The chimes at midnight (Dodici rintocchi) - Racconti SENZA pairing, epoca Harry a Hogwarts
Cara Kate, non me ne sono mai andata dal Calderone, è solo che commento poco (per mancanza di energia, scrivendo sempre per lavoro) e non riesco più a collegarmi tutti i giorni. A volte il lavoro non mi dà tregua.

Sì, purtroppo l'unico difetto di HP per noi amanti di Severus è il punto di vista di Harry. Ma alla fine non è nemmeno un difetto, è il punto di vista migliore per lo scopo per cui è stata scritta la saga, pensata come romanzo di formazione. La Rowling è una scrittrice eccezionale, ogni volta che rileggo le sue pagine mi rendo conto del talento e dell'impegno pazzesco che ci ha messo per costruire un successo meritato. Un lavoro incredibile. Ho riletto recentemente "Ancora la foresta" HP 7. Un incipit favoloso, magari avessi un decimo del suo talento...

Le scene topiche sono difficilissime da scrivere. Non hai idea quanto mi piacerebbe mettermi a scrivere di quando lui raggiunge i Mangiamorte nel libro 4, o della notte in cui va a cercare Harry nella foresta nel libro 5, o della morte di Silente dal suo punto di vista, la scena del patronus cerva nel libro 7. Sono ff difficili da scrivere
view post Posted: 28/7/2021, 04:54 Presentazione nuovo utente aspirante pozionista - Apprendisti Pozionisti, presentatevi qui!
CITAZIONE (Daniela Dorinzi @ 28/7/2021, 05:38) 
Mi sa tanto che il clima si sta guastando dappertutto. Noi per esempio, mezze stagioni sparite a parte, non abbiamo più l'anticiclone delle Azzorre, c'è solo il Calderone africano, che non
è certo quello di Severus.
Sei una latinista? Mein Gott, che emozione! Il mio sogno sarebbe stato quello di laurearmi in lettere classiche, purtroppo ho dovuto privilegiare la possibilità di trovare un lavoro...Ma ho sempre coltivato questa passione leggendo diversi classici; al liceo il prof di latino, bravissimo, ci faceva studiare sui testi del classico; poi data la mia passione per la musica rinascimentale e barocca,come ben sai per la maggior parte è sacra, e quindi latino e poi ancora latino (e corali tedeschi, eh eh!)

Buongustaia :-)
Comunque, non ti ho detto l'età, anche se forse non ha tanta importanza. Sono nella fascia dei 30 (32 esattamente). Come hai potuto vedere siamo di età diverse ma abbiamo gusti spesso molto simili.
Severus unisce belle persone, questo è certo. E sono su tutti i test, ufficiali e non ufficiali, una Slytherin, molto orgogliosa di esserlo. Grande rispetto per tutte le case. Ho tanti lati del carattere dei Serpeverde 🐍🐍🐍, soprattutto la determinazione, l'intraprendenza e un grande istinto di autoconservazione (in un mestiere così incerto è indispensabile)
view post Posted: 28/7/2021, 04:38 Ritratti di Elly (Elena M.) - -Alan Rickman graphic ARt
CITAZIONE (Elena Mazzolari @ 26/1/2021, 21:45) 
...e Alan...

Sono tutti bellissimi, ma questo è fantastico! Bravissima

CITAZIONE (Elena21 @ 27/7/2021, 12:29) 


Davvero stupendi
view post Posted: 28/7/2021, 04:29 Presentazione nuovo utente aspirante pozionista - Apprendisti Pozionisti, presentatevi qui!
Anche io fatico a dormire o mi sveglio troppo presto. Vivo a Monaco da quattro anni, anche se non so ancora esattamente per quanto. Sono una ricercatrice qui (latinista) ed è un mestiere che spesso costringe a cambiare città e Paese.
Nessun problema a Monaco, l'Isar è solo un po' in piena. Norimberga mi piace molto. La Germania è un bellissimo Paese in cui vivere, ma volte il clima di Monaco è impietoso...
view post Posted: 28/7/2021, 04:25 Lonely_Kate The chimes at midnight (Dodici rintocchi) - Racconti SENZA pairing, epoca Harry a Hogwarts
CITAZIONE (Lonely_Kate @ 22/7/2021, 18:41) 
Titolo: The chimes at midnight (Dodici rintocchi)
Autore: Lonely_Kate
Data: dicembre 2020
Questa storia era stata dimenticata, grazie ad ‘Albus e Severus’ per averla riportata alla luce.
Beta-reader: Chiara53, Arwen68, Xe83
Tipologia: one-shot
Genere: introspettivo
Rating: per tutti
Personaggi: Severus Snape, Albus Silente, altri personaggi.
Pairing: nessuno
Epoca: HP 6
Avvertimenti: nessuno
Riassunto: allo scoccare della mezzanotte la speranza può brillare come la luce della luna.
Nota: devo precisare che la storia è divisa in momenti temporali diversi, per sottolineare i quali ho scelto di utilizzare i seguenti tempi verbali: ‘adesso’ in terza persona, ‘ore prima/dopo’ in seconda persona.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling ed a chi ne detiene i diritti. L’immagine inserita: ‘The Forest of Dean’, non è di mia proprietà ma è tratta da musicalkilljoy.tumblr.com di autore sconosciuto. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Carissime Chiara, Manu e Xenia, cercavo un ‘pensiero d’autore’ per ringraziarvi della gentilezza, pazienza e affetto dimostratemi. Poi mi sono detta che le parole più belle e sincere sono quelle che vengono dal cuore: non potete sentirlo battere ma lo fa, forte, e vi dice grazie <3 .

The chimes at midnight



Adesso



La foresta, fitta, impenetrabile era immersa in una oscurità più profonda del solito.
L’aria immobile, nell’incredibile assenza anche di un flebile alito di vento.
Le ardenti fiamme che avevano squassato la pace della notte erano ormai sopite e il tenue chiarore della luna piena, in quella fresca notte di inizio estate, non riusciva a penetrare i folti rami degli alberi.
Nel sottobosco si muoveva, solitaria e indisturbata, una figura ammantata di nero, a nascondersi e mimetizzarsi col buio, restia anche a farsi scorgere dai rifrangenti occhi dei gufi.
Impugnava la sua bacchetta magica: betulla, nucleo di crine di unicorno, la più difficile da convertite alle arti oscure.
Lui c’era riuscito.
La portava all’altezza del fianco destro, il pugno ne stringeva convulso il manico.
Dopo la fuga non si aspettava un assalto di sorpresa, pensava di essere ormai solo, ma gli eventi delle ultime ore l’avevano scosso nel profondo.
Ad ogni attimo avvertiva la necessità di tirare un lungo respiro, imprigionando dentro di sé quanta più aria fresca possibile.
Era un buon sistema per trattenere le lacrime.
Non era ancora al sicuro: lasciarsi andare al pianto rappresentava una debolezza che non poteva ancora concedersi, anche se l’avrebbe desiderato con tutto se stesso.
Il buio della notte e le ombre della foresta non erano di aiuto.
Come se avesse gli occhi chiusi, alcune immagini continuavano, implacabili, ad attraversargli la mente, la coscienza…

Ore prima



Il crepuscolo è sceso lento, inesorabile.
Una leggera brezza trasporta i lievi profumi della notte di brughiera in Scozia.
Sei solo.
Il momento è alfine giunto, il destino dell’uomo verrà a compiersi da qui a qualche ora.
Una strana pace ti circonda, un silenzio stagnante che sai pregno di echi di morte.
La mente si dibatte su multipli tormenti; tutto è stabilito, pianificato, ma le tue informazioni sembrano troppo frammentarie, come se dovessi, a breve, fare un salto nel vuoto.
Hai paura.
Il pugno tra il cuore e lo stomaco spinge sempre più forte.
Sai perfettamente che non è del tuo coraggio che temi il fallimento, ma del tuo io più profondo, del tuo essere un uomo completamente nuovo che ha recuperato tutta la sua integrità morale e ne ha fatto il suo più grande punto d’orgoglio.
No, non è delle tue colpe che stai parlando, quelle restano incancellabili, marchiate a fuoco nella tua anima ma perfettamente visibili sul tuo corpo.
Hai paura di guardare Albus negli occhi.
Hai paura che lui ti supplichi, non vuoi che si umili davanti a te.
Temi che il ragazzo sia presente, non vuoi dargli conferme che non merita di avere, che non è giusto che abbia.
Ma sai che, alla fine, è proprio così che sarà… odio su odio.

Ore dopo



La Torre di Astronomia è anch’essa immersa in un silenzio irreale all’arrivo della figura dal nero manto in cui ti riconosci.
È come se ti stessi guardando dall’esterno, un altro te che ti scruta, ti giudica.
Sai che il tuo posto è quello, ora o mai più.
Il sipario è aperto, che la pantomima abbia inizio.
Assurdo, inconcepibile, quasi ridicolo.

Su questo palcoscenico, però, non sei solo.
Tetre e minacciose figure si nascondono o si palesano ai tuoi occhi.
La luce della luna inonda, coi suoi argentei raggi, una presenza che sai essere lì, in attesa di te: una presenza calma, serena, decisa.
La luce dell’astro rende ancora più brillanti i riflessi d’argento della lunga barba e dei capelli: li scorgi sullo sfondo di una scenografia che sembra fatta apposta per accecarti.
Il bagliore argentato ti attira a sé: una forza invisibile che ti costringe ad avanzare contro la tua volontà.
Tieni gli occhi bassi, sbirciando con circospezione le altre nere figure presenti.
Il ragazzo è di sicuro nascosto, al sicuro.
I secondi passano.
Il tuo sguardo continua a fuggire il presente.
Non ce la fai.
Non puoi.
I battiti del tuo cuore sono impossibili da contare.
Il tuo corpo desidera solo tornare indietro, nelle tue stanze umide, fredde, ma accoglienti: un riparo dai tormenti del mondo esterno.

- Severus.
Ascoltare il tuo nome non è mai stato così bello, così dolce.
Maledizione.
Sollevi palpebre che sembrano fatte di piombo.
Il tuo viso dice: no!
Il tuo corpo urla: no!

- Severus… ti prego…
Eccomi, sono qui, per te. Che tutto l’odio del mondo si concentri su di me.
Albus, io, io solo sono in grado di darti la morte, io solo sono in grado di perdonarti questa folle richiesta che mi hai fatto: ma non sarò mai in grado di perdonare me stesso.
Devo pronunciare solo due parole.
Adesso…

- Avada Kedavra!

*********


È finita.
La fuga dal castello.
I bagliori delle fiamme.
Le vicine urla gutturali e disumane nelle orecchie.
Un altro urlo più lontano: Vigliacco!
Quelle parole rivolte al ragazzo, dure, sprezzanti: - Potter, hai il coraggio di usare i miei incantesimi contro di me… Sono stato io ad inventarli… Io, il Principe Mezzosangue! cit
Quello che hai ascoltato e quasi venerato solo perché nascosto tra le misteriose pagine di un libro.
Ti ho insegnato a sopravvivere, a odiare.

Io, padre inconsapevole di un figlio non mio.
Io, figlio immeritato di un padre troppo esigente, che da me ha preteso il sacrificio più estremo.
Io ho scelto.
Io ho accettato.
Cosa mi resta ora?
Sopravvivere.
Non è ancora tutto compiuto…


Adesso



La nera figura ha raggiunto una radura inondata dalla luce della luna.
Ora il nero mantello ha assunto riflessi argentei, brilla nella notte.
Un segno. Lui è lì con te.
Lo aveva promesso e, si sa, Silente mantiene sempre la sua parola.
Forse non sarai veramente solo ad affrontare tutta la disperazione che ti attende.
Ti incammini sotto la luce della luna.
La tua casa a Spinner’s End ti aspetta.
Dovrai pazientare ancora prima di rivedere l’unico vero padre che hai mai avuto, perché sai che lo rincontrerai presto.
Albus sarà accanto a te, ne sei sicuro.

(IMG:https://upload.forumfree.net/i/fc11829403/musicalkilljoy.jpg)



Cit. ”Harry Potter e Il Principe Mezzosangue”.

Hai scelto di raccontare uno dei suoi momenti più dolorosi e anche dei più difficili da narrare. Sono sempre stata incuriosita dal possibile sequel di questa scena, dall'estate che ha trascorso, l'anno della morte di Silente.

Coraggiosa a rivivere quelle pagine. Il Principe Mezzosangue è il libro che provoca maggiore sofferenza, ogni volta,dopo anni, che lo leggo o lo ascolto in audiolibro, alla fine sono costretta a rileggere o riascoltare "La storia del Principe " dei Doni della Morte. Il cuore si spezza sempre e voglio dargli immediatamente giustizia agli occhi di Harry, agli occhi di tutti.
Brava, hai reso la scena cupa, malinconica, la notte nera e misteriosa nella foresta specchio dell'anima nera senza perdono che sente di avere.
584 replies since 14/4/2020