Il Calderone di Severus

Ida59 - Richamo paterno (Raccolta “A tavola con Severus”), Genere: Introspettivo, Drammatico - Avvertimenti: Nessuno - Epoca: HP 6^ anno - Pairing: Nessuno - Personaggi: Silente

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view post Posted on 4/4/2017, 21:14
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Richiamo paterno

 
 
 
Autore: Ida59 – 13/1/07
Beta:nessuno
Tipologia: one-shot
Censura:Per tutti
Genere:Introspettivo, drammatico
Epoca: HP 6° anno
Personaggi:Severus Piton e il sorridente viso di Albus Silente
Pairing:nessuno
Avvertenze:nessuna
Riassunto:Un richiamo, un silenzioso sorriso che regala la speranza di un futuro.
 
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. La trama di questa storia è invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
 
Questa storia appartiene alla raccolta “A tavola con Severus” la cui idea è nata sul Forum Magie Sinister e contiene brevi storie scritte da più persone sul tema “Il rapporto di Severus Piton con il cibo e le bevande”. L’intera raccolta si trova su Forum Magie Sinister (http://magiesinister.forumcommunity.net/?t=5108303) dove è anche spiegato il modo in cui è nata.
Le storie da me scritte per questa raccolta sono:

Colazione in Sala Grande (sezione Colazione)
Materne preoccupazioni (sezione Pranzo)
Richiamo paterno (sezione Cena)
Riflessi di sangue (sezione Relax dopo Cena)
Brindisi per un amico (sezione Relax dopo Cena)
Premio di mezzanotte (sezione Spuntino di Mezzanotte)
 
 
 
 
 
 


Richiamo paterno



Ha gli occhi chiusi e il viso pallido e stanco, solcato da rughe profonde che ne intagliano le linee spigolose, precocemente invecchiato da strazianti rimorsi, profonde preoccupazioni ed un’eccessiva magrezza.
Il respiro è leggero, ma ogni tanto un lieve tremito gli percorre il petto e distorce dolorosamente i suoi lineamenti; non sta dormendo, non sono incubi, quelli: sono solo i suoi dannati ricordi, il passato che gli impedisce di vivere il presente e sognare un futuro, le colpe maledette di un giovane ingenuo cui un uomo non sa mettere riparo, non sa perdonare.
Abbandonato sulle sue gambe vi è un voluminoso libro di pozioni: antichi veleni e filtri fatali il cui ricordo si è spento nella notte dei tempi; macabre illustrazioni annunciano l’effetto del liquido letale.
Colui che crede d’essere ancora il suo padrone pretende da lui un nuovo veleno, dai micidiali e dolorosi effetti.
Sa bene su quale terribile filtro dovrebbe cadere la sua scelta, eppure non ha la forza di girare quella pagina, di scorrere quelle mortali istruzioni.
Sospira piano mentre si morde le labbra in un accesso d’inutile ira: è tutta colpa sua, solo sua e niente e nessuno può aiutarlo, né alleviare le sue pene.
Neppure Silente.
Lo sa, lo sa perfettamente che il vecchio Preside è lì, da alcuni interminabili istanti, a fissarlo dalle fiamme del camino, il volto impertinente a sorridergli dietro alle lenti a mezzaluna.
Silente l’ha perdonato e sa sorridergli: gli darebbe anche una paterna pacca sulla spalla se solo lui sapesse permetterglielo.
La vorrebbe, quella benevola manata, ha un dannato bisogno dell’abbraccio di quell’uomo che ama come il padre che non ha mai avuto: ma sa anche che non glielo permetterà mai, perché mai vorrà e potrà concedersi quella piccola consolazione, quel minimo infinitesimale perdono di cui ha bisogno più dell’aria che respira e del cibo che non riesce neppure più a trangugiare.
No, le urla strazianti delle sue vittime esploderebbero dentro la sua testa e le loro mani scheletriche allontanerebbero il vecchio da lui, ricordandogli ancora e per sempre che non ha diritto ad alcun perdono, ad alcuna consolazione.
E’ per questo che Severus finge di non vederlo e tiene gli occhi serrati stretti.
Intanto, non ha per nulla fame, neppure un po’.
Ma il crepitio delle fiamme si fa infine fastidioso ed il sorriso di Silente è troppo intensamente luminoso per continuare ad ignorarlo: lo vede, anche con gli occhi chiusi, sente il suo sguardo affettuoso su di sé e questo, anche contro la sua stessa volontà, gli da consolazione e forza per continuare ad andare avanti.
Severus sospira profondamente e riapre gli occhi, fissandoli sulla vecchia pergamena del pesante libro che tiene fra le mani: non girerà quella pagina, non in questa sera e, forse, potrebbe anche riuscire a trovare un antidoto. Non laverà le sue colpe passate, ma potrebbe aiutarlo ad evitare nuovi rimorsi.
Con uno scatto deciso chiude il libro e rialza lo sguardo, nero e impenetrabile come sempre.
E’ tardissimo e in Sala Grande la cena è quasi finita: sa bene perché il volto di Silente gli sorride impaziente tra le fiamme.
Ha capito, lo sa benissimo che il vecchio ha capito quale straziante morte contiene quell’antico libro: glielo ha letto nell’ombra cupa che per un breve istante ha appannato il suo sorriso.
E lui non ha fame, no, per nulla: ha solo una grande e irrefrenabile nausea, una mano che gli stringe con violenza la bocca dello stomaco. Cercare di cacciare giù qualcosa, per far contento il vecchio, gli costerà uno sforzo immenso.
Ma lo farà, come sempre.
Ora, però, deve alzarsi, subito: deve impedirgli di parlare, non deve permettergli di condividere le sue colpe, di rendere più leggero il suo fardello.
Non sarebbe giusto, anche se in questo momento sente di averne un infinito bisogno.
Appoggia il libro mortale sul ripiano e si alza mormorando stizzito:
- Va bene, Albus, va bene: ora arrivo! Stai mandando in giro scintille dappertutto: se non la pianti finirai per dar fuoco al tappeto!
Ma non mi sorridere, ti prego, non lo fare: perché non lo merito, non merito nulla di tutto ciò che tu mi hai dato fino ad ora e che ancora mi darai.
- Ma non pensare che intenda abbuffarmi come fai tu!
L’ultimo sorriso mentre il volto di Silente scompare dalle fiamme.
Ora è solo e finalmente può lasciarsi andare: non sa più sorridere al suo riflesso nello specchio, perché vede solo un assassino.
Ma al camino, sì, al camino vuoto ha finalmente imparato a sorridere.
All’ombra impalpabile di un padre, all’uomo che ha saputo riportalo alla vita: sì, a lui ha imparato a sorridere.
Anche se Albus non dovrà mai saperlo.
S’incammina nella tenue oscurità del sotterraneo, preparandosi mentalmente alla luce, al calore ed al rumore che lo accoglieranno in Sala Grande.
Ed al cibo che dovrà mangiare, per continuare a vivere, perché Silente vuole così; perché dice che, anche per un assassino come lui, esiste ancora un futuro.
 
 
 
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view post Posted on 19/1/2018, 18:42
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Ecco la mia terza raccolta: A tavola con Severus

L'idea della raccolta “A tavola con Severus” è nata qui sul Forum di Magie Sinister dove è pubblicata l’intera raccolta e dove è spiegato il modo in cui è nata. Contiene brevi storie scritte da più persone sul tema “Il rapporto di Severus Piton con il cibo e le bevande”.

Le storie da me scritte per questa raccolta sono sei:

Colazione in Sala Grande (sezione Colazione)
Materne preoccupazioni (sezione Pranzo)
Richiamo paterno (sezione Cena)
* Riflessi di sangue (sezione Relax dopo Cena)
* Brindisi per un amico (sezione Relax dopo Cena)
* Premio di mezzanotte (sezione Spuntino di Mezzanotte)



Le ultime tre storie (quelle con l'asterisco) di questa raccolta fanno parte anche della raccolta "In difesa di Severus Piton"
 
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view post Posted on 16/10/2019, 20:55
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CITAZIONE (Ida59 @ 5/6/2014, 21:59) 
CITAZIONE (chiara53 @ 15/7/2012, 18:32) 
RICHIAMO PATERNO
Leggere Ida è calarsi nell’anima di Severus. I suoi non sono soltanto racconti, ma sentimento d’amore allo stato puro.

Waaaaaao! Parole stupende, che mi fanno immensamente felice, grazie!!!
CITAZIONE
Il fatto contingente in relazione con il titolo è Silente che dal camino osserva Severus il quale finge di dormire.
In questo stringatissimo sunto c’è un mare di emozioni e sensazioni che si libera, piango e non so se per Severus, per me o per l’amore paterno dispiegato da Silente.

Davvero hai pianto?
CITAZIONE
Quante volte tutti noi abbiamo finto di dormire per evitare una discussione, un paterno o materno richiamo: o almeno, a me è successo.

Mi sa che in effetti non sei la sola…
CITAZIONE
Lo sguardo azzurro di Silente e il suo sorriso attraversano le palpebre di Severus che sente fisicamente e mentalmente la presenza amata di Albus.
Nulla vorrebbe concedersi, neanche il più piccolo sollievo dalle sue colpe, ma un padre è un padre e questo gli dà la forza, il coraggio per andare avanti, per trovare una soluzione al problema contingente.

Già, non si concede nulla, Severus, non ritiene di meritate nulla… come sempre. Ma Albus gli dà la forza di andare avanti, finchè sarà vivo…
CITAZIONE
Mangia! Mi diceva da piccola mia madre; mangia! mi diceva il mio papà giocando con la forchetta per convincermi ad aprire la bocca; Albus dice la stessa cosa: vieni con noi, vieni al caldo del mio amore paterno Severus, vieni in sala grande, anche se non hai appetito, anche se il tuo stomaco rifiuta il cibo, non voglio tu soffra da solo: fallo per me, ma soprattutto voglio tu lo faccia per te, per quell’amore che ti ho insegnato e che so che non dimenticherai mai.

Parole stupende e dolcissime. Sì, è vero, quelle parole sono impresse nel sorriso di Silente, nel suo serale richiamo. E Severus lo sa, lo sa bene, e a quel richiamo non può esimersi dal rispondere.
CITAZIONE
Intimistico e potente richiamo rivolto al figlio sofferente e solo che non si perdona, ma ama con i-neguagliabile potenza chi gli dimostra affetto e comprensione.

Sì… io credo che Silente sappia benissimo la potenza del suo richiamo, che è poi la potenza del suo affetto verso quel figlio che soffre.
CITAZIONE
Ho provato dolore vero quando Severus pensa all’abbraccio desiderato che si nega per punirsi. Solo Ida riesce a far vibrare tanto il mio cuore e farmi piangere con poche righe e un dialogo fatto solo di sensazioni e sguardi.

Waaaao! Ma grazie! Che bel complimento!!!
CITAZIONE
Quando Albus se ne va, Severus resta solo, ma qualcosa o meglio qualcuno gli rimane accanto e così, anche ad un camino vuoto, Severus ha imparato a sorridere; un camino che contiene l’ombra impalpabile di un padre amoroso.

Bellissime le considerazioni che hai tratto dalla mia storia. Sì, è così, da un lato perché Severus non ritiene di meritare quell’affetto, dall’altro perché quell’affetto lo desidera e non può farne a meno così, di nascosto anche quasi da se stesso, Severus sorride all’uomo che ha saputo conquistare il suo cuore di figlio.
 
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view post Posted on 25/9/2020, 15:30
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CITAZIONE (stefi @ 12/6/2007, 17:46) 
CITAZIONE (Ida59 @ 13/1/2007, 17:56)

Richiamo paterno
di Ida59



...
E lui non ha fame, no, per nulla: ha solo una grande e irrefrenabile nausea, una mano che gli stringe con violenza la bocca dello stomaco. Cercare di cacciar giù qualcosa, per far contento il vecchio, gli costerà uno sforzo immenso.
Ma lo farà, come sempre.
Ora, però, deve alzarsi, subito: deve impedirgli di parlare, non deve permettergli di condividere le sue colpe, di rendere più leggero il suo fardello.
Non sarebbe giusto, anche se in questo momento sente di averne un infinito bisogno.
Appoggia il libro mortale sul ripiano e si alza mormorando stizzito:
- Va bene, Albus, va bene: ora arrivo! Stai mandando in giro scintille dappertutto: se non la pianti finirai per dar fuoco al tappeto! –
Ma non mi sorridere, ti prego, non lo fare: perché non lo merito, non merito nulla di tutto ciò che tu mi hai dato fino ad ora e che ancora mi darai.

Uh, Ida... il racconto é talmente intenso che mi é passata la fame... :unsure:
 
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