| CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 6/1/2010, 22:06) E chi mi trovo alle prime righe? Lupin... Lupin! Sempre lui! Pavido come pochi! Povero Remus! Sì, qui gli ho fatto fare un po’ una figuraccia, ma, a dire il vero, non è che gli sarebbe mancato il coraggio di andare a salvare Alhyssa, solo che, a differenza di Severus, che in questo caso si è lasciato trascinare esclusivamente dalla passione, Lupin ha usato la ragione e, in questo caso, la ragione diceva che Malocchio aveva ragione e che cercare di liberare Alhyssa era la cosa più stupida che si potesse fare, un suicidio, e che la causa globale dell’Ordine era più importante della vita di una singola persona. Per tutti, tranne per Severus che, in quanto “finto” Mangiamorte, può fare ciò che nessun altro può ragionevolmente ritenere di poter fare. L’errore commesso da Remus è non aver avvertito subito Severus, l’unico che poteva avere una ragionevole possibilità di salvarla. Questo è ciò che Severus rinfaccia a Remus e lui sa d’essere pienamente colpevole di questa accusa. Per il resto, no, non penso che Remus sia pavido, come poi dimostrerà anche in “Ritorno alla vita” (o nel finale di “Trasparenza e purezza del Cristallo”, ad esempio).
CITAZIONE Mi è piaciuta (da autore a autore) l'idea di assimilare il dolore. Sembra una punizione. Severus paga il prezzo del dolore di Alhyssa per liberarla di un male per cui ha già sofferto abbastanza. Sarebbe bello se fosse realmente così (per Alhyssa, dico) ma dimenticare non sarà semplice, nonostante forza, coraggio e orgoglio. Severus, sì... sembra autopunirsi. Il suo primo intento è quello di guarire lei, ma, assimilando la sua sofferenza, sembra volersi autopunire, per non essere arrivato in tempo, per non aver potuto evitare ciò che è successo. Ma la sofferenza fisica non può cancellare il dolore che prova dentro. E' così. Per prima cosa grazie dei complimenti da “autore”. Magari sarà perché abbiamo appena discusso di “Ritorno alla vita” e di tutte le questioni personali che ne sono legate, ma mi è venuto un pensiero strano su quell’assimilazione del dolore come “punizione”… come se non fosse un caso averla scritta lì. Tu sai che il dolore fisico non ha un grande rilievo, per me, soprattutto a livello di scrittura (anche sadica), ma anche nella realtà non è una cosa che mi fa particolarmente paura. Ce ne sono ben altre… Affermi che “la sofferenza fisica non può cancellare il dolore che prova dentro”. Hai ragione, ma solo in parte. Non può cancellarlo per sempre, non può farlo scomparire, è vero, ma, finché il dolore fisico permane, occupa così prepotentemente la tua mente che tutto il resto scompare e la sofferenza psicologica, quella della paura e dei sensi di colpa, quella che ti devasta in modo molto più potente, per un poco tace… e non sai il sollievo che ne puoi avere: smettere di pensare, di ragionare, di sentirti morire dentro. Credimi, l’ho provato sulla mia pelle e, in modo del tutto inconscio, credo di aver concesso al mio Severus un poco di quel diversamente (e più facilmente sopportabile) doloroso sollievo.
CITAZIONE E poi Alhyssa sceglie di non rifugiarsi dietro un incantesimo, dietro una barriera di irrealtà per sfuggire ciò che le è capitato. Ti sei affiancata alla realtà, operando una scelta del genere. Da noi babbani esiste solo il tempo per dimenticare, e a volte non basta neanche quello. In un mondo magico, invece, esiste la possibilità di cancellare cose e persone da una mente umana, attraverso l'incantesimo Oblivion. Ma pur di non dimenticare ciò che ha fatto Severus per lei, Alhyssa è disposta a convivere con quell'episodio orribile, sperando che il tempo possa attenuarlo... o magari anche qualcosa di più del tempo... A dire il vero non ho fatto alcuna cosciente scelta di affiancarmi alla realtà. Semplicemente, non ho pensato a quello, ma solo al fatto che Alhyssa è innamorata di Severus, anche se forse ancora non ne è del tutto conscia, e sceglie quindi di ricordare il “male” per poter ricordare gli atteggiamenti di dolcezza, chiaramente intrisi d’amore, del mago, per lei del tutto inaspettati e che, nelle condizioni in cui si trova, le sembrano un sogno. Un sogno così potente da poter annullare l’incubo che ha appena vissuto. In un certo senso, Alhyssa precede Severus in quella che, in “Ritorno alla vita”, sarà la sua scelta a favore del futuro lasciandosi alle spalle un passato che, per quanto doloroso, può essere superato.
CITAZIONE Per concludere. L'atmosfera che getti dall'inizio e in alcuni passaggi che ho trovato tra i vari dialoghi, è molto gotica, cupa ed esprime molto bene i sentimenti dei personaggi. Grazie. Edited by Ida59 - 13/6/2015, 22:55
|