Ecco qua!
Mi manca la conclusione, ma intanto ve la volevo far vedere per avere il tempo di sistemare eventuali cose. Soprattutto per il discorso della Spada di Grifondoro, se ha senso o se devo modificare qualcosa.
Non sono riuscita a mettere il rospo in nessun modo, ma se avete delle idee ottimo
Era buio. Troppo buio, e faceva molto freddo. L'unica fortuna di quella situazione assurda, pensò Severus guardando il suo respiro cristallizzarsi nell'aria buia, era che se non altro la maggior parte degli studenti era tornata a casa per le vacanza di Natale.
Silente era riuscito a nascondere l'accaduto ai pochi rimasti. Ma se la situazione non veniva risolta al più presto... tutto sarebbe potuto diventare molto grave. Il rischio più grande era che il Ministero venisse coinvolto, cosa che dovevano evitare a tutti i costi. Ecco il motivo per cui Severus si stava aggirando nella Foresta proibita, al buio e al freddo, con la bacchetta spianata di fronte a sé. Camminava molto lentamente, i passi felpati nella neve candida che lasciavano le sue impronte. Ma lui era alla ricerca di altre impronte. Con un po' di fortuna, impronte umane. Ma la fortuna non era quasi mai dalla sua parte...
Buio, freddo e silenzio di tomba. Davanti a lui solo una flebile luce che proveniva dalla bacchetta, solo per vedere i suoi passi. Neanche la luna era presente, e le stelle erano coperte dalle grosse nuvole cariche di neve. Era la notte perfetta per quello che stava facendo. Si era da poco separato dagli altri: avevano deciso che avrebbero avuto maggiori possibilità di riuscita se ognuno avesse perlustrato una zona diversa della Foresta Proibita. Avevano però anche maggiori possibilità di essere attaccati. Ma non c'era tempo da perdere, e tutti gli insegnanti di Hogwarts erano streghe e maghi esperti, non c'era ragione di preoccuparsi troppo. O forse sì.
Era la prima volta che molti di loro si trovavano ad avere a che fare con una minaccia simile. Anche Silente stesso l'aveva definita "inusuale". con la sua solita calma, aveva organizzato la missione di ricerca, spiegando cosa stava accadendo. E "inusuale" era proprio l'aggettivo adatto. Come aveva fatto quella dannata cosa a finire nella Foresta Proibita adiacente alla scuola non si era ancora capito. Ma prima di pensare a questo, dovevano occuparsi di ciò che era più urgente. Non c'era molto tempo.
Severus si stava addentrando nella vegetazione sempre più fitta: qualunque cosa avrebbe potuto nascondersi fra i cespugli scuri e i rami intrecciati dei grossi alberi. Severus si sentiva nervoso. La Foresta Proibita non era decisamente il suo luogo preferito.
Continuò a camminare, sempre lentamente, attento a non fare il minimo rumore. In questo, la neve fresca gli era amica.
All'improvviso, Severus sentì un fruscio tra le foglie, e si arrestò immediatamente. Aumentò appena l’intensità della luce che proveniva dalla punta della bacchetta, e iniziò a muoversi in cerchio, con lo sguardo fisso sui grandi cespugli che lo circondavano. Non fece in tempo a pensare che quella radura era il posto più adatto per attaccarlo, che una figura scura spuntò da dietro un grosso albero, parandosi di fronte e ringhiando.
Nonostante fosse stato attento e con i sensi allertati, Severus non riuscì a fare a meno di sobbalzare all'indietro, e la bacchetta per poco non gli sfuggì di mano. Per fortuna si riprese in fretta, e si trovò davanti a una delle piu' spaventose figure che avesse mai visto.
Sapeva che avrebbe potuto succedere, ma si trattava di qualcosa che andava al di là di ogni sua aspettativa. Con gli occhi iniettati di sangue e la bava che colava da un lato della bocca, la spaventosa figura fece un passo verso di lui. Severus indietreggiò ancora, incerto su come agire. Non voleva rischiare di ferirla, ma se non avesse fatto qualcosa sarebbe stato attaccato.
Indietreggiando ancora, iniziò a parlare con il tono di voce più calmo che riuscì a tirare fuori.
"Poppy... sono io, Severus. Ti ricordi di me? Non preoccuparti, non voglio farti niente. Sono qui per portarti a casa, a Hogwarts... Ti cureremo e starai bene di nuovo...".
Ma quella che era Poppy Chips non sembrava riconoscerlo. Continuava a ringhiare, con i vestiti strappati e sporchi di sangue per i molti graffi sul corpo, sicuramente causati dai rami degli alberi e dei cespugli.
Era la seconda notte che Poppy si trovava nella Foresta Proibita in quelle condizioni, e aveva bisogno di ricevere aiuto in fretta. Poppy digrignò i denti in un sorriso malvagio, e avanzò ancora. Severus alzò la bacchetta per Schiantarla, ma proprio un attimo prima che lui potesse lanciare l'incantesimo, Poppy si lanciò contro di lui, con uno slancio che non era fuori luogo definire disumano. Severus fece appena in tempo a gettarsi di lato, e la bacchetta gli cadde di mano. Il Professore di Pozioni si rialzò immediatamente, tuffandosi verso la luce che proveniva dalla punta della bacchetta, evitando un altro attacco da parte di Poppy.
Con un rapidissimo movimento del braccio, Severus riuscì a pronunciare l'incantesimo, e Poppy cadde immediatamente a terra, in stato di incoscienza. Dopo aver ripreso fiato, legò Poppy con alcune corde che aveva Materializzato, in modo abbastanza sicuro perché non potesse slegarsi, ma senza che potesse ferirsi. Stava per Materializzare anche una barella per portarla fino al castello, quando sentì un fruscio tra le foglie dei cespugli.
Sapeva già di cosa si trattasse, prima ancora di voltarsi. Si girò molto lentamente, tenendo stretta in mano la bacchetta: davanti a se', il mostro più spaventoso che si potesse immaginare.
Severus non era certo di come affrontare il mostro. L'unica cosa che sapeva era che da solo non ci sarebbe riuscito. Riuscì a colpire il mostro alcune volte, ma non era abbastanza da causargli dei danni: sembrava che qualunque tipo di incantesimo gli rimbalzasse sulla scura, spessa pelle. Il Professore di Pozioni non sarebbe stato in grado di descriverlo: era enorme, una cosa a metà fra un grosso felino e quello che sembrava un dinosauro. Dopo aver tentato più volte di colpire il mostro evitando i suoi attacchi, Severus alzò la bacchetta per chiedere aiuto con un incantesimo Vermillius, ma non fece in tempo: con una zampata potentissima, il mostro gliela fece volare via di mano. Severus arretrò rapidamente, cercando di girare intorno al mostro per raggiungere il punto in cui era caduta la bacchetta. Non ci riusciva: ogni volta che ci provava, si trovava costretto a spostarsi o ad arretrare in fretta, per evitare gli artigli affilatissimi del mostro. Non sarebbe riuscito a scappare: il mostro era troppo veloce. L'unica sua speranza era che qualcuno degli altri insegnanti sentisse i rumori e i versi del mostro, e venisse in suo aiuto.
Severus tentò di chiedere aiuto, ma le sue grida non ricevevano risposta. Mentre cercava di nuovo di balzare di lato per afferrare la bacchetta, sentì delle acute grida provenire dall'alto. Era il verso di un animale: alzò lo sguardo e vide un grosso uccello planare verso di lui. L'uccello aveva qualcosa nel becco, ma Severus non riusciva a capire cosa fosse. Anche il mostro sembrava stupito, e guardava il grosso uccello che si avvicinava. In pochi secondi, l'uccello fu abbastanza vicino perché Severus potesse riconoscerlo: si trattava di Fanny, la Fenice di Silente. E nel becco portava il Cappello Parlante.
Fanny appoggio' delicatamente le zampe nella neve gelida, tendendo a Severus il Cappello Parlante. Severus non sapeva cosa pensare, ma non c'era tempo di farlo: il mostro ruggi' e si preparò a balzare verso di lui. Il mago prese il Cappello Parlante, e trovò all'interno una spada, che lui avrebbe riconosciuto in qualsiasi circostanza. Era la Spada di Grifondoro, che Severus vedeva tutte le volte che entrava nell'ufficio di Silente.
Il mago la afferrò appena in tempo: il mostro si avventò su di lui, e Severus lo trafisse con la spada.
L'ufficio di Silente era sempre uguale, e allo stesso tempo sempre diverso. Severus lo frequentava spesso, e ogni volta c'era qualche dettaglio nuovo. stavolta era una specie di palla di plastica Babbana con la neve finta, con dentro un pupazzo di neve bianco.
"Ecco qua il tuo tè, ragazzo mio", disse il Preside, porgendogli una tazza bianca dagli eleganti decori azzurri, colma di liquido ambrato. Severus inspirò il profumo intenso, prima di berne un piccolo sorso. Per fortuna non era stato necessario ricoverarlo in infermeria. Le condizioni di Poppy, considerato tutto, erano abbastanza buona, e non c'era stato bisogno di mandarla al San Mungo: una volta ucciso il mostro, anche la maledizione causata dal suo morso era subito cessata.
"Come ti senti?" gli chiese Silente. "Sei sicuro di stare bene?"
Severus fece un gesto di noncuranza. "Sto benissimo, Albus. Ma stento ancora a capire cosa è successo".
"E' successo che Fanny sapeva che avevi bisogno di aiuto ed è venuta in tuo soccorso. Tutto qui".
"L'hai mandata tu?"
"No, ovviamente no. Non ce n’è stato bisogno. Fanny sapeva cosa fare e sapeva di cosa avevi bisogno".
"Ma come..."
"Non ti preoccupare", lo interruppe Silente. "Fanny andrà sempre in aiuto di chi se lo merita. Così come la spada di Grifondoro. Tu te lo meritavi e loro sono venuti".