| Sempre da "Trasparenza e purezza del cristallo" dove gli accenni hot si sprecano...
19 – Sogno di primavera
Crystal si concesse alcuni lunghi respiri cercando di riacquistare piena lucidità: i baci di Severus le davano alla testa, sempre di più. - Aah… Severus, adoro questi tuoi scoppi d’infuocata passione! – gli sorrise traendo un ultimo lungo respiro. – Sai, è stato proprio in quella caverna che finalmente sono riuscita a capire tante cose di te. Ho compreso che dietro alla tua gelida impassibilità si celava invece un fuoco impetuoso, al quale non sapevo, e non volevo, resistere. – Si sollevò, tornando ad avvicinarsi al suo petto per lisciare con voluttà i sensuali bottoncini della sua casacca. – Ho capito fino in fondo che eri molto diverso da ciò che ti davi tanta pena d’apparire: non l’odioso, sgradevole e arrogante Professor Piton, ma Severus, dolce e delicato, premuroso e appassionato, celato dietro all’impenetrabile freddezza della tua maschera e protetto dal tuo ferreo auto-controllo.* - Ed io ti desidero, Crystal, follemente, come sempre ti ho desiderato in questi due anni, deliziato d’impazzire di desiderio per te, sempre negandolo e rinviandolo, sapendo quanto questo ti eccitava, ma solo cercando il tuo amore, vero e profondo! – sospirò il mago, ancora mordendosi le labbra, ma incapace di controllare oltre la sua magia che, in un soffio incantato, aveva infine fatto svanire sotto le sue dita l’impalpabile e virgineo abito di Crystal. La maga rabbrividì, ma non per il freddo: la causa era indubbiamente lo sguardo infuocato che Severus aveva rivolto al suo corpo ormai senza veli. - Non so perché, ma alla fine io finisco sempre nuda tra le tue braccia, - rimarcò Crystal, - con te ancora impeccabilmente abbigliato! Severus sorrise, deliziosamente malizioso, mentre la sua mano le carezzava lieve il fianco avvolgendola con cura nel suo mantello per poi sollevarla tra le braccia mentre si smaterializzava portandola con sé. In un istante furono davanti alla piccola casa nel bosco e poi dentro, il mantello abbandonato a terra e loro adagiati sul letto, come se non si fossero mai mossi di lì. - E’ così che ti piace, mi pare. – sussurrò soave Severus, come se fossero ancora nella grotta. – Sei tu che esigi di slacciare questi bottoncini… - e li indicò sfiorandoli languidamente con la punta delle dita. Crystal chiuse gli occhi per un breve istante e deglutì: Severus sapeva bene come farla intensamente eccitare e poi si divertiva a farla impazzire dalla voglia, offrendosi e negandosi al tempo stesso. - E sotto, oltre quella sensuale barriera, cosa troverò? Gli occhi del mago brillarono, cristalli neri nella notte, illuminati dall’incantata luce della bacchetta negligentemente appoggiata a terra: - La tua camicia preferita, amore mio! – rispose sensuale, - quella con i lacci… - sussurrò sulle sue labbra trepidanti, - già ben allentati… solo per il piacere dei tuoi splendidi occhi… Ma Crystal, invece, li chiuse per assaporare fino in fondo il bacio di Severus e pregustò il delizioso piacere che avrebbe provato quando le sue dita avrebbero infine sfiorato il suo petto, la sua pelle fremente, i piccoli capezzoli già irrigiditi dal desiderio. Appoggiò il viso sul suo petto, deponendo un bacio lieve sui bottoncini, poi sollevò lo sguardo sul mago, sul cristallo nero dei suoi splendidi occhi che rifulgeva d’amore e di desiderio e sussurrò: - Ti amo, Severus! – mentre le sue dita si accingevano a compiere il loro lungo e piacevolissimo compito ed il mago si abbandonava finalmente tra le sue braccia, in attesa di quei languidi tocchi leggeri che sapevano ogni volta farlo sempre più impazzire di desiderio. Adorava sentire le piccole dita che accarezzavano i bottoni e, lentamente, troppo lentamente, li sfilavano, uno ad uno, dalle loro asole. Un bacio per ogni bottone, una carezza per ogni asola, un sorriso per ogni passo in più verso l’abbattimento di quella sensuale barriera che progressivamente cedeva. Durante quell’estenuante attesa il mago avrebbe voluto stringere a sé la sua Crystal, con maschio possesso, baciarla con ardente passione e strapparsi di dosso quella casacca che gli impediva di sentire la sua pelle contro la propria, morbida e calda da fargli perdere ogni residuo controllo. Ma era Crystal che, in quei momenti, dettava i tempi del suo piacere e lui non poteva fare altro che attendere, profondi brividi a corrergli sulla pelle, le braccia abbandonate inerti lungo i fianchi, i pugni serrati per resistere all’impulso di stringerla a sé e godere del tepore del suo corpo e dell’intima vicinanza. Si mordeva le labbra, mentre le mani della maga progressivamente scendevano lente sul suo petto, verso il ventre teso, ma permetteva che piccoli gemiti di piacere ne uscissero, perché sapeva bene quanto Crystal li trovasse eccitanti. Poi, era sempre più difficile resistere, mentre la maga insinuava le dita fra i lacci già allentati della candida camicia di seta: la sua pelle pallida fremeva sotto quelle sensuali carezze, attendendo le labbra, umide e calde che, dall’ombelico, risalivano lente fino al capezzolo, a morderlo, a succhiarlo, a tormentarlo piano con i denti.
Edited by Ida59 - 19/7/2015, 11:23
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