Il Calderone di Severus

Arringa 122 di Ida59 Difesa

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view post Posted on 19/5/2007, 21:35
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I ♥ Severus


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Arringa 122 di Ida59 Difesa


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Edited by Ida59 - 9/9/2015, 12:22

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I ♥ Severus


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Arringa 122 di Ida59 Difesa




Silente si fida di Piton: questo è un dato di fatto inoppugnabile che emerge dalle varie lettere della prova 32. Tutti si fidano del giudizio di Silente e, conseguentemente, si fidano di Piton.
Ma poi Piton uccide Silente, conseguentemente nessuno gli crede più e tutti lo ritengono quindi un Mangiamorte traditore.
E se Silente, invece, avesse avuto ragione a fidarsi di Piton, fino al punto da affidargli, non solo la propria vita, ma addirittura la propria morte?
Proviamo a capire perché Silente si fidava così tanto e che cosa ha fatto Piton, nei tanti anni in cui sono stati insieme, per continuare a meritarsi l’incrollabile fiducia del Preside.
Esaminiamo con attenzione il comportamento di Piton e vediamo se è quello di un Mangiamorte o non è, invece, quello di un leale membro dell’Ordine della Fenice, fedele a Silente fino al punto di saper obbedire al tremendo ordine di ucciderlo.


1. Silente si fida di Piton: perché?
2. Piton riferisce a Silente la parte di Profezia ascoltata che ha riportato a Voldemort.
3. Piton difende a ogni costo la Pietra Filosofale perché sa che Voldemort vuol rubarla
4. Piton difende sempre Silente
5. Piton avverte Silente con molto anticipo che Voldemort sta tornando
6. Piton cerca di convincere Caramel che il Signore Oscuro è tornato
7. Il rapporto di Piton con il suo marchio
8. Piton compare nell’Avversaspecchio di Barty Crouch Jr.
9. Piton avvisa subito Silente che Voldemort ha chiamato a raccolta i suoi Mangiamorte, ma poi si presenta dall’Oscuro Signore con due ore di ritardo
10. Piton non ha mai rivelato il metodo di comunicazione tramite Patronus
11. Piton non ha mai dato informazioni sulla sede dell’Ordine
12. Piton si dimostra orgoglioso di essere la spia di Silente e di saper mentire a Voldemort ed insegna correttamente l’Occlumanzia a Harry
13. Piton avvisa l’Ordine della Fenice della trappola di Voldemort all’Ufficio Misteri del Ministero
14. Piton non rivela a Voldemort che Silente sta cercando di distruggere gli Horcrux.
15. Piton riferisce immediatamente a Silente sia del Voto sia della missione di Draco e poi cerca di scoprire i piani di Draco per riferirli a Silente.
16. Incongruenze nella fuga di Piton e nel suo duello con Harry
17. Piton non solo non cerca mai di uccidere Harry, ma si preoccupa sempre di proteggerlo e aiutarlo, così come fa in genere con i “buoni
18. Voldemort non fida di Piton
19. Conclusioni


1. Silente si fida di Piton: perché?

Silente dimostra un’incredibile, incrollabile e totale fiducia nei confronti di Piton (si vedano, in generale, le numerose Lettere della Prova 32), ma non ha mai voluto confidare a nessuno su cosa si basa la sua precisa convinzione circa la completa lealtà di Piton nei suoi confronti, anche se tutti sono sicuri che Silente avesse “una ragione inop¬pugnabile per fidarsi di lui” come dice Minerva (Lettera D Prova 32).
Silente è un mago molto potente e saggio: certo anche lui può commettere errori come tutti gli esseri umani, ma è alquanto improbabile che si fidi così ciecamente di Piton solo perché questi gli ha detto che provava un grande rimorso (Lettera L Prova 32) per aver riferito la profezia a Voldemort una volta che aveva compreso come l’Oscuro Signore l’aveva interpretata. Piton potrebbe anche essersi messo a piangere disperatamente, invocando perdono, ma voi ci avreste creduto?
E’ vero che Silente è un mago che “vuole credere il meglio delle persone” (Lettera L Prova 37 Imputazione 2), ma questo non significa che sia uno sprovveduto e che si fidi di chiunque, se non ha un più che adeguato motivo per farlo.
Non conosciamo, quindi, i motivi per cui Silente si fidava di Piton, abbiamo solo la sua parola, di cui, giova ribadirlo, ha tenuto conto il Tribunale dei Maghi quando a suo tempo ha scagionato Piton dall’accusa di essere un Mangiamorte (Lettera A Prova 32). Abbiamo solo la certezza che, già in precedenza, la sola parola di Silente è bastata per scagionare Piton dall’accusa di essere un Mangiamorte attivo, convincendo tutti della sua lealtà.
Nulla ci vieta di pensare, considerato che bastava la sola parola di un “pentito” per mandare un mago in prigione, che:
- Silente avesse portato all’attenzione del Tribunale prove talmente certe dell’innocenza di Severus Piton da farlo scagionare immediatamente dall’accusa di essere ancora un Mangiamorte,
oppure
- che bastasse la sola parola di Silente, la cui sola capacità di giudizio era sufficiente, per scagionare l’imputato da ogni possibile, futuro ed eventuale sospetto di essere ancora un Mangiamorte.

Del resto, come più diffusamente spiegato nella Deduzione 557 della Prova 92 Imputazione 4, Silente ha sempre dato prova di avere, grazie alla sua profonda conoscenza della natura umana, alla notevole esperienza, nonché al suo acume furori dalla media, la capacità di comprendere a fondo la vera indole delle persone, giudicandole con eccezionale correttezza.
Si pensi alla fiducia che ripone da sempre in Remus Lupin, nonostante quest’ultimo sia un Lupo Mannaro, o ancora al fatto che non ritenne mai che Hagrid fosse davvero responsabile della morte di Mirtilla Malcontenta, di cui era stato accusato, oppure al suo corretto giudizio sui vari Ministri: i fatti gli hanno sempre dato pienamente ragione.

Ma Silente non è un uomo troppo fiducioso, qualunque cosa l’accusa abbia affermato su di lui, infatti non si è mai realmente fidato di Tom Riddle/Lord Voldemort, nemmeno quando quest’ultimo era solo un bambino di undici anni. (Lettera P prova 32) E’ quindi emblematico che Silente, benché non abbia mai avuto fiducia in Voldemort, abbia, invece, sempre professato piena, totale e incondizionata fiducia in Piton, nonostante il suo passato di Mangiamorte.
Del resto, ritenere che Piton abbia sempre e solo ingannato Silente per così tanti anni, equivale esattamente a pensare, in modo molto riduttivo, e quasi offensivo, che colui che è ritenuto (HP1 pag 100) “il più grande mago dell'era moderna” sia invece, fondamentalmente, solo un vecchio stupido, facile da ingannare poiché regala a chiunque la sua fiducia. Cosa che, come abbiamo appena visto, invece assolutamente non è.

Inoltre, è più che evidente che la vera ragione per la quale Silente crede in Piton non è solo imputabile ai suoi pur grandi e dolorosi rimorsi. C’è un momento in cui, davanti ai sempre più evidenti sospetti su Piton da parte di Harry, che ha appena scoperto che è stato proprio Piton ad ascoltare la profezia e riferirla a Voldemort, sembra quasi che Silente sia lì lì per rivelare a Harry qualcosa di importante su Piton. Silente ha appena riferito al ragazzo dei grandi rimorsi provati da Piton quando ha capito le conseguenze dell’aver riferito la profezia, ma Harry da’ ancora di più in escandescenza e allora sembra proprio che Silente voglia aggiungere qualcos’altro, ma poi cambia idea e dice sempre e solo che ha una completa fiducia in Piton. (Lettera L Prova 32: “Professore... come fa a essere sicuro che Piton stia con noi?"
Silente non parlò per un attimo; sembrava che cercasse di prendere una decisione. Infine rispose: "Ne sono sicuro. Ho PIENA FIDUCIA in Severus Piton".)

E’ più che evidente che un uomo come Silente basa una decisione così importante (avere o non avere fiducia in un ex-Mangiamorte) solo su dati di fatto certi e rilevanti: deve quindi esistere “una ragione di ferro” per la quale Silente si fida completamente di Piton.
Tutti i “buoni” credono in Piton solo perché Silente ha fiducia in lui, ma tutti continuano a mantenere i loro dubbi, chi più chi meno, su di lui. (Lettere B, D e I Prova 32)
Perché Silente non rende pubblica questa “ragione di ferro” sulla quale base la sua totale fiducia in Piton?
La risposta è molto semplice: se tutti sapessero i reali motivi per i quali Silente si fida di Piton, anche gli altri potrebbero valutarne la validità e sarebbero assolutamente certi che Piton è dalla parte dell’Ordine.
Ma in questo caso Piton, realmente fedele a Silente, sarebbe presto un uomo morto!
Se, infatti, fosse chiaro a tutti perché è giusto fidarsi di Piton, ben presto anche Voldemort verrebbe a conoscenza di tali motivi (al primo membro dell’Ordine catturato e torturato…) che, se veramente validi, gli dimostrerebbero che Piton lo sta tradendo da molto tempo facendo il doppio gioco a favore di Silente.
Infatti, non è un problema se Voldemort viene a sapere da qualche prigioniero (Auror o membri dell’Ordine o altri) che Piton è da loro ritenuto una spia che segue gli ordini di Silente, proprio perché è stato Voldemort stesso che crede di aver mandato Piton a spiare Silente ed è ovviamente informato del doppio gioco di Piton (quel suo arrivare con due ore di ritardo quando Voldemort è risorto, però “su ordine di Silente”: vedi Lettera F Prova 37 Imputazione 2).
Inoltre, finché nella mente dei suoi prigionieri, Voldemort trova sempre un po’ di dubbi sulla lealtà di Piton verso Silente e nessuno, mai, conosce i motivi veri per il quale Silente è così sicuro che Piton gli sia fedele, allora è facile per Voldemort essere ragionevolmente certo che Piton sia invece fedele a lui, visto che il vecchio Preside ha per Voldemort la grande debolezza di essere troppo buono e di voler sempre “credere il meglio delle persone” (vedi Lettera L Prova 37 Imputazione 2).
Ma se Voldemort venisse a conoscenza dei veri e validissimi motivi per cui Silente si fida di Piton, allora egli subito capirebbe che Piton è realmente fedele a Silente.
Ecco perché Silente non ha mai rivelato a nessuno la ragione di ferro per cui crede in Piton, ma questa ragione c’è, esattamente come dice Minerva (lettera D Prova 32) che è una delle più strette collaboratrici di Silente, che passa con lui più tempo di chiunque altro e, quindi, è anche quella che lo conosce di più. (Su questo argomento si veda, più diffusamente, anche la Deduzione 559 sulla Prova 92 Imputazione 4)




2. Piton riferisce a Silente la parte di Profezia ascoltata che ha riportato a Voldemort.


Silente conosce con assoluta esattezza di quale parte della Profezia Voldemort è al corrente (Lettera C Prova 97).
La Profezia è molto breve e solo quando era già stata interamente pronunciata l’oste entra nella stanza (prima parte della Lettera M Prova 32) interrompendo Silente e la Cooman. Può essere solo così perché è la Cooman stessa a dirlo e noi sappiamo che, quando è in trance, non ricorda nulla di ciò che accade. Se ricorda l’interruzione significa che aveva già finito di enunciare la profezia ed era perciò uscita dalla trance. Quando la Cooman parla di interruzione non può quindi che riferirsi al suo colloquio di assunzione con Silente: infatti, sospetta che Piton origliasse per cogliere qualche dritta, visto che anche lui cercava lavoro in quel periodo.
Ma se l’enunciazione della profezia era già terminata quando l’oste è entrato nella stanza, in quel momento Silente non poteva certo sapere se Piton l’aveva ascoltata per intero o solo in parte.
Se Silente, invece, sa esattamente quale parte della Profezia è conosciuta da Voldemort, significa che questa informazione gliela ha passata Piton che è l’unico a sapere che cosa ha ascoltato, e riferito, a Voldemort. Inoltre, è senza dubbio un’informazione che gli ha fornito immediatamente, quando, colto dai rimorsi una volta che aveva capito come Voldemort aveva interpretato la Profezia, Piton è passato dalla parte di Silente.
Questa per Silente è un’informazione molto preziosa perché gli permette di comprendere il comportamento di Voldemort e di prevedere le sue mosse. E’ grazie a questa informazione che Silente comprende, nel 5° libro, che Voldemort sta cercando di rubare la Profezia (per poterla ascoltare interamente), tramite le incursioni nella mente di Harry, e cerca quindi di proteggere il ragazzo facendogli apprendere l’Occlumanzia.
Se i rimorsi sono una buona motivazione psicologica per credere a Piton, l’informazione passata a Silente su ciò che Voldemort conosce e, soprattutto, NON conosce della Profezia è obiettivamente una ragione ancora più valida e logica per credere nel reale pentimento di Piton.



3. Piton difende a ogni costo la Pietra Filosofale perché sa che Voldemort vuol rubarla


Silente, che non è mai stato convinto che Voldemort fosse realmente morto, fa portare a Hogwarts la Pietra Filosofale temendo che Voldemort tenti di impadronirsene. Silente aveva perfettamente indovinato, dato che Raptor cerca di rubarla proprio nella notte del giorno in cui Hagrid era andato a ritirare la Pietra dalla Gringott.
Tutti i Professori collaborano con Silente per proteggere la Pietra, ma Piton aiuta più di tutti, visto che addirittura arriva a sospettare (più che giustamente), che Raptor voglia rubarla. Avendo intuito (sempre giustamente) che il Troll poteva essere un diversivo ideato da Raptor per sviare l’attenzione e impossessarsene, quasi si fa staccare una gamba da Fuffi pur di proteggere la Pietra.
Ma da “chi” Piton stava proteggendo la Pietra? Da Voldemort che la voleva per produrre l’Elisir di Lunga Vita, come Silente aveva correttamente sospettato.
E’ quindi evidente che Piton mente, quando dice a Bellatrix (Lettera E Prova 37) che non sapeva che dietro a Raptor ci fosse Voldemort e che lui ha “visto solo l'avido, inetto Raptor che tentava di rubare la Pietra e, lo ammetto, ho fatto tutto ciò che potevo per ostacolarlo”. E’ pur vero che Piton non sapeva che Voldemort si fosse impadronito del corpo di Raptor, altrimenti, che fosse stato o meno un Mangiamorte, avrebbe comunque tentato di ingraziarselo e aiutarlo: o perché era ancora il suo caro padrone, o perché, essendo una spia per conto di Silente, non poteva certo rischiare la propria copertura; ma ciò non significa affatto che Piton non sospettasse che Raptor potesse indirettamente agire per conto di Voldemort.
Difatti, quando Piton affrontò Raptor nella foresta (Prova 48 Lettera H Imputazione 2), gli chiese apertamente di scegliere da che parte stare (se con Silente e con i professori che difendevano la Pietra contro gli attacchi di Voldemort, oppure dalla parte opposta e cioè con Voldemort), il che ha senso solo se Piton, pur non sapendo che Voldemort era direttamente dentro Raptor, riteneva però che Raptor volesse la Pietra per consegnarla poi all’Oscuro Signore.
La stessa affermazione non avrebbe avuto alcun senso logico se Piton avesse creduto che Raptor voleva la Pietra solo per sé. Infatti, in quel caso sarebbe stato più logico dirgli soltanto che lo teneva d’occhio e che gli avrebbe impedito di appropriarsene.
Piton deve aver certamente rifilato la stessa bugia anche a Voldemort, che, proprio dopo l’episodio della Pietra, riteneva di aver perso la lealtà di Piton. (Prova 48 Lettera F Imputazione 2). Per Piton era quindi molto importante riuscire a mentire a Voldemort su questo argomento perché, una volta scoperto che Voldemort si celava nel corpo di Raptor, ha subito capito quale tremendo rischio ha corso di far scoprire a Voldemort che lui, Piton, in effetti era fedele a Silente. Questo è, infatti, il punto focale dal quale sono sorti i maggiori sospetti di Voldemort sulla fedeltà di Piton nei suoi confronti (e a ragione).
Si può addirittura presumere che, a suo tempo, questa sia stata la prima ed essenziale menzogna che Piton ha rifilato a Voldemort, tornando da lui (che era da poco risorto) con due ore di ritardo, proprio tentando di convincerlo a non ucciderlo ed a fidarsi ancora di lui.
Sulla capacità di Piton di mentire a Voldemort si veda la Lettera A della Prova 94 e la relativa Deduzione 294.



4. Piton difende sempre Silente

Piton difende Silente, ogni volta questi viene ingiustamente accusato o denigrato. Non è un comportamento un po’ eccessivo se fosse un Mangiamorte?
Si pensi all’ostracismo che Piton, come gli altri membri del corpo docenti, fieramente oppone a Dolores Umbridge, ostacolandola più volte, o a come interviene a convincere il testardissimo Caramell che non vuole ascoltare Silente, dopo che Voldemort è risorto (mostrandogli il Marchio Nero. Lettera A Prova 1).
Abbiamo poi due esempi ancora più evidenti di come Piton scatti in difesa di Silente ogni volta che questi viene “attaccato”.
Nel primo caso, al quarto anno, Piton dà una rispostaccia a Karkaroff (che Piton sa benissimo essere un Mangiamorte), il quale ha appena insinuato che Silente ha imbrogliato per avere due campioni iscritti al torneo: “Eravamo convinti che la tua Linea dell'Età dovesse tenere alla larga i concorrenti più giovani, Silente” disse Karkaroff, il sorriso gelido ancora al suo posto, anche se i suoi occhi erano più freddi che mai. “Altrimenti, è ovvio, avremmo portato una più ampia delegazione di candidati dalle nostre scuole”. “Non è colpa di nessuno se non di Potter, Karkaroff” intervenne Piton a bassa voce. I suoi occhi neri ardevano di malevolenza. “Non incolpare Silente per l'ostinazione che Potter dimostra nell'infrangere le regole. Passa i limiti fin da quando è arrivato qui...” “Grazie, Severus” disse Silente con decisione, e Piton tacque, anche se i suoi occhi scintillavano maligni attraverso lo schermo degli unti capelli neri. (HP4; pag. 237). E’ interessante notare, quanto, anche in questo caso, la prospettiva di Harry Potter riguardo a Piton sia distorta dall’antipatia personale. Di fatti, è del tutto ovvio che Piton, sebbene non risparmi a Harry una delle sue solite frecciatine - per altro, giustificata, poiché il Professore è convinto che sia stato Potter a mettere il proprio nome nel Calice di Fuoco – non indirizzi, come Harry crede, il suo evidente malanimo verso l’allievo, bensì ce l’abbia effettivamente con Karkaroff.
E’ degno di nota, riguardo a questo episodio, anche l’atteggiamento di Piton, che, una volta tanto, non è minimamente controllato. Piton è in collera (si parla di “malevolenza” e scintillio maligno degli occhi, solitamente freddi, bui e impenetrabili) e non fa nulla per nasconderlo.
Evidentemente, che si oltraggi Silente è cosa che Piton non tollera al punto tale da essere uno dei motivi per cui (e la cosa, ribadiamolo, è rarissima) deroga al suo usuale, ferreo autocontrollo e porta, una volta tanto, il “cuore sul bavero”.
Vi è poi il secondo e ancor più emblematico caso: Piton difende la reputazione di Silente addirittura dinnanzi a Bellatrix Lestrange.
Sebbene Piton menta spudoratamente a Bellatrix per tutto il tempo (si veda in merito la deduzione 568 della Prova 37), quando la Mangiamorte tenta di negare la grandezza di Silente come mago, l’imputato, in tono canzonatorio, ma anche perentorio le ribatte che si sbaglia (“[…] Silente è stato un grandissimo mago... oh, sì, lo è stato” (perché Bellatrix aveva fatto un verso sarcastico), “anche il Signore Oscuro lo ammette. […]”. Lettera L Prova 37).
Ma questi, certamente non sono atteggiamenti da Mangiamorte: solo un uomo veramente e intimamente fedele a Silente si comporterebbe in tale modo!



5. Piton avverte Silente con molto anticipo che Voldemort sta tornando

Dalle Lettere della Prova 1 emerge in modo evidente che Piton ha preavvertito Silente, con largo anticipo (addirittura dall’inizio dell’anno, il 4°), che Voldemort stava tornando, perché se ne accorge subito dal fatto che il Marchio che lui e Karkaroff hanno sul braccio si fa sempre più nitido.
Dalla Lettera B della Prova 1 si capisce che Silente ha ricevuto l’informazione da Piton, perché è proprio la voce del professore che emerge dal Pensatoio di Silente comunicandogli, ancora una volta, la preziosa informazione.
Ma avvertire Silente che il Marchio stava tornando nitido già dall’inizio dell’anno, significa allertarlo e mettergli a disposizione molto tempo (che è una risorsa inestimabile in questo caso) per predisporre ogni successiva mossa.
Ma questo non è certo un comportamento da Mangiamorte!



6. Piton cerca di convincere Caramel che il Signore Oscuro è tornato



Il Professor Piton possiede ancora il marchio di riconoscimento dei Mangiamorte perché il suddetto marchio è indelebile e permane anche se il detentore non nutre più sentimenti di appartenenza al gruppo dal quale si è invece staccato da moltissimi anni e contro il quale combatte attivamente.
Proprio perché è un segno che reca un forte discredito personale, e che l’imputato stesso aveva da anni rinnegato come scelta sbagliata, Piton ha sempre nascosto il Marchio Oscuro.
Eppure, in un momento di forte pericolo per la comunità magica, cioè quando si è trattato di cercare di convincere il Ministro che Voldemort era tornato, e né le parole di Harry né quelle di Silente erano servite allo scopo, Piton non ha esitato a mostrarlo dimostrando in modo incontrovertibile il ritorno di Voldemort.
Facendo vedere il marchio nero a Caramell (Lettera A Prova 1), Piton vuole convincerlo della veridicità del racconto di Harry Potter, del fatto che Voldemort è realmente tornato e che quindi occorre regolarsi di conseguenza.
Questo gesto mostra chiaramente il suo schierarsi al fianco di Silente.
Se fosse stato un Mangiamorte, si sarebbe guardato bene dal compiere un gesto che confermava chiaramente il ritorno di Voldemort, danneggiando quindi gravemente il suo supposto padrone.



7. Il rapporto di Piton con il suo marchio


Piton dimostra un particolare rapporto col Marchio Nero.
Se fosse un Mangiamorte dovrebbe andarne estremamente fiero, poiché il teschio dalla lingua di serpente è il simbolo di appartenenza alla cerchia di coloro che Voldemort considera suoi adepti.
Bellatrix Lestrange, ad esempio, è di sicuro molto orgogliosa di sfoggiare sul proprio braccio il Marchio Nero.
Ovvio che se Piton fosse un Mangiamorte non sarebbe prudente per lui mostrare il Marchio in pubblico, però dentro di sé ne sarebbe orgoglioso.
Invece, Piton si comporta come se ritenesse il Marchio Nero un simbolo infamante e detestasse di averlo inciso sull’avambraccio.
Il che NON è normale per un Mangiamorte, mentre lo è per un uomo che prova rimorso per i propri errori ed è costretto a portarne indelebilmente il simbolo sulla propria pelle.
Piton è angosciato e addolorato dal fatto di possedere il Marchio di Lord Voldemort.
A ben vedere, ogni qual volta la cosa riguarda il suo passato come Mangiamorte, Piton appare infastidito e addolorato, come se mal tollerasse l’idea di ciò che è stato e ne rimproverasse ancora e sempre se stesso.
Si noti, infatti, come più volte reagisce con fastidio e dolore, quasi fisico, a determinati discorsi, stringendo o strofinando inconsapevolmente l’avambraccio sinistro, sul quale a suo tempo fu impresso il Marchio Nero (“[CUT... Parla il falso Moody] Ma io... io dico che ci sono macchie che non vengono via, Piton. Macchie che non vengono mai via, capisci quello che voglio dire?”
Piton all'improvviso fece una cosa molto strana. Si afferrò convulsamente il braccio sinistro con la mano destra, come se gli facesse male.”. Prova 32, Lettera F o ancora “Non pronunciare il nome dell'Oscuro Signore!” sbottò Piton. Calò un silenzio sgradevole. I due si scambiarono un'occhiataccia sopra il Pensatoio. “II professor Silente lo pronuncia” disse Harry piano.
“Silente è un mago di grande potere” mormorò Piton. “Se lui si sente sicuro a usare quel nome... il resto di noi... “ Si strofinò l'avambraccio sinistro, a quel che pareva inconsciamente, nel punto dove Harry sapeva che il Marchio Nero era impresso a fuoco nella pelle. (da HP5; pag. 502).
E’ vero che Harry Potter tende ad interpretare tale reazione di Piton come una sorta di “ammissione di colpa”, ma ricordiamoci, ancora una volta, che la visione di Harry su Piton è pesantemente distorta dal suo odio personale verso il Professore.
In altre occasioni (sia quando lo mostra senza esitazioni a Silente, per avvisarlo tempestivamente della probabilità che Voldemort stia per risorgere, sia quando lo mostra a Caramell per convincerlo della veridicità del racconto di Harry e perché dia finalmente retta a Silente) Piton mostra invece di rapportarsi tranquillamente al Marchio Nero che spicca sul suo braccio sinistro.
Il che porta, usando la logica a differenza di quanto fa Harry, a presumere che Piton sia infastidito dal Marchio SOLO a causa del rimorso e del fatto che soffre molto nel portare su di sé un tale simbolo d’infamia.
Non per nulla, ciò che lo ferisce profondamente (tanto che il disagio assomiglia a dolore fisico) nel discorso del falso Moody, è la constatazione che alcune “macchie” sono di natura tale che “non vengono mai via” (e per macchie è evidente che devono intendersi le colpe e i rimorsi), come se non vi fosse, al di là di ogni sforzo che Piton ha tenacemente compiuto, alcuna possibilità di fare ammenda del proprio passato e rimediare ai propri gravissimi errori di gioventù.



8. Piton compare nell’Avversaspecchio di Barty Crouch Jr.

Quando il falso Moody (in realtà si tratta del Mangiamorte Barty Crouch Jr.) viene fermato (proprio mentre sta per uccidere Harry Potter) e catturato da Silente, Piton e dalla McGranitt, Piton si riflette insieme agli altri tre nell’avversaspecchio del Mangiamorte (Lettera C prova 15 e relativa Deduzione 397)
L’immagine nell’Avversaspecchio prova che Piton, Silente e la McGranitt sono uniti contro lo stesso nemico.
Sappiamo dallo stesso falso Moody che l’Avversaspecchio è uno strumento in grado di segnalare eventuali nemici nelle vicinanze. Questi diventano chiaramente visibili solo quando sono estremamente vicini. ( “Oh, quello è il mio Avversaspecchio. Li vedi quelli là che gironzolano? Non sono davvero nei guai finché non distinguo il bianco dei loro occhi...” -HP4 pag. 295).
Quindi, l’Avversaspecchio non è uno specchio comune, perché non riflette l’immagine di chiunque, ma solo dei nemici di chi lo utilizza.
Per quanto ci si possa fermare dinnanzi a tale specchio magico, esso rifletterebbe la nostra immagine solo ed esclusivamente se siamo nemici di chi lo sta usando.
L’avversaspecchio, ovviamente, per poter funzionare, viene tarato magicamente su chi lo sta utilizzando per poterne distinguere i nemici.
Anche il vero Moody era solito usarlo, ma quando l’Avversaspecchio compare nel quarto libro è Barty Crouch Jr, che lo usa per pararsi le spalle, data la propria pericolosa posizione di Mangiamorte infiltrato tra i buoni.
Dunque, l’Avversaspecchio in esame è tarato su Barty e mostra i suoi nemici: se Piton vi compare non può che essere perché rientra fra i nemici di un Mangiamorte e, quindi, non è più un Mangiamorte.

E’ vero che tale strumento potrebbe non essere infallibile ma nonostante ciò che afferma Harry ("ehi, Harry, cosa sono questi aggeggi?" chiese Dean dal fondo della stanza, indicando gli Spioscopi e la Sfera di Cristallo."Segnalatori dell'Oscuro", disse Harry, passando fra i cuscini per raggiungerlo. "Principalmente essi mostrano quando un mago Oscuro o un nemico è vicino, ma non puoi contare troppo su di loro, possono essere ingannati..." -HP5 pag. 373) abbiamo la prova del corretto funzionamento di questi cosiddetti Detector Oscuri.
Harry, infatti, è stato tratto in inganno dalle parole del falso Moody, ovvero da Barty Crouch, che afferma di aver dovuto disattivare alcuni di questi strumenti, come lo Spioscopio, perché non funzionavano correttamente a Hogwarts ( “Un sensore Segreto. Vibra quando capta dissimulazioni e Bugie... qui non serve, naturalmente, ci sono troppe interferenze – studenti da tutte le parti che mentono sul perché non hanno fatto i compiti. Ronza da quando sono arrivato. Ho dovuto disattivare lo Spioscopio perché non smetteva mai di fischiare. E’ molto sensibile, capta segnali nel raggio di un chilometro...”-HP4 pag. 295) In realtà noi sappiamo che tali strumenti segnalavano correttamente sia le menzogne di Barty che si fingeva Moody, sia la presenza di suoi nemici all’interno dei confini di Hogwarts, sicuramente compresi nel raggio del segnale dello Spioscopio. Un’altra conferma dell’affidabilità dei Detector Oscuri ci viene data da Lumacorno ( “E’ abbastanza facile quando sai come fare, basta un Incantesimo Congelatore su quegli assurdi antifurto che usano invece degli Spioscopi e assicurarti che i vicini non ti notino quando porti dentro il pianoforte” - HP6 pag. 69) Secondo Lumacorno, sono più affidabili degli antifurto babbani.
Tali strumenti non sono personalizzabili, infatti, l’Avversaspecchio non indica i nemici del suo vero proprietario, ma quelli della persona che lo sta usando in quel momento; indica quali sono i nemici di Barty Crouch. Inoltre, non possono essere ingannati dalla pozione polisucco, infatti Silente, Piton e la McGranitt sono visibili nello specchio quando ancora sussiste l’effetto della pozione (Entrò, infilò il piede sotto il corpo abbandonato di Moody e con un calcio lo rovesciò, in modo da vederlo in faccia. Piton lo seguì, guardando l’Avversaspecchio, nel quale il suo volto era ancora visibile, intento a scrutare torvo la stanza. - HP4 pag. 578) e sono ancora lì, tutti e tre, anche quando Crouch ha ormai ripreso le sue vere sembianze (Silente si alzò, si chinò sull’uomo a terra e lo mise a sedere contro il muro dietro l’Avversaspecchio, dal quale le sagome riflesse di Silente, Piton e della McGranitt continuavano a scrutarli, cupe. – HP4 pag.581)
La conclusione non può che essere la seguente: L’Avversaspecchio, strumento rivelatore affidabile e perfettamente funzionante, ha mostrato semplicemente la verità. Piton, Silente e la McGranitt, compaiono insieme perché sono gli avversari di Barty Crouch, Mangiamorte e servitore fedele di Voldemort, quindi Piton, Silente e la McGranitt sono uniti nella lotta e sono avversari di Voldemort.
Ciò è inoppugnabilmente dimostrato dalla semplice considerazione logica che: l’Avversaspecchio, come abbiamo detto, non riflette chiunque ci si specchi, ma solo i nemici di chi lo utilizza, dunque, se Piton non fosse un nemico del Mangiamorte non vi comparirebbe, risulterebbero riflessi, solo Minerva e Silente.
Ma se Piton è nemico di un Mangiamorte, allora Piton NON è un Mangiamorte.



9. Piton avvisa subito Silente che Voldemort ha chiamato a raccolta i suoi Mangiamorte, ma poi si presenta dall’Oscuro Signore con due ore di ritardo


Quando Voldemort risorse, Piton, anziché accorrere da lui, non appena richiamato tramite il Marchio Nero, come un buon servo leale, prima di tutto avvisò Silente e poi rimase a Hogwarts ancora per due ore, prima di tornare dall’Oscuro Signore.
A Bellatrix Lestrange, Mangiamorte che dubita di lui e potrebbe farne saltare la copertura di spia, Piton racconta di averlo fatto calcolando esattamente ogni cosa per ingannare Silente.
Ma ciò che Piton racconta a Bella Lestrange, sappiamo bene che è menzogna. (Su questo delicato e complesso argomento si veda la dettagliata Deduzione 568 relativa alla Prova 37)
Né potremo aspettarci che Piton possa dire la verità sul suo ruolo di infiltrato nelle schiere di Voldemort (per conto di Silente) proprio ad una Mangiamorte (per di più la più leale a Voldemort).

In realtà, quando Voldemort risorse, Piton poteva sapere solo che l’Oscuro Signore aveva di nuovo un corpo ed aveva chiamato a raccolta i suoi Mangiamorte, ma non sapeva, e non aveva modo di sapere, cosa esattamente stesse accadendo al cimitero.
Piton, però, sapeva benissimo quanto fosse pericoloso non rispondere immediatamente alla chiamata dell’Oscuro Signore, quindi, se lui fosse veramente stato un Mangiamorte, non avrebbe certo corso il rischio di aspettare l’ordine di Silente per tornare da Voldemort: è proprio a causa del suo ritardo che i dubbi di Voldemort su Piton crescono fino al punto di riferirsi a lui, tra i Mangiamorte assenti alla chiamata, come a “Uno che credo mi abbia lasciato per sempre... verrà ucciso, naturalmente...” (Prova 48 Lettera F Imputazione 2). Del resto, a Piton sarebbe stato oltremodo facile, approfittando della confusione del momento, accorrere da Voldemort e tornare puntuale da lui, senza incorrere nella sua pericolosa ira e, allo stesso tempo, senza che Silente se ne accorgesse, né Voldemort lo avrebbe poi trattenuto a lungo sapendo che Piton non doveva mettere in allarme Silente: si ricordi che l’Oscuro Signore è convinto che Piton spii Silente per suo conto.
Invece, Piton attese per ben due ore, nonostante avesse già concordato in precedenza con Silente il proprio ritorno da Voldemort (Prova 32 Lettera E Imputazione2).
Del resto, dal momento che Silente riteneva che Piton fosse la sua spia infiltrata tra i Mangiamorte, non avrebbe certo trovato strano che Piton rispondesse immediatamente al richiamo di Voldemort, quindi non vi è alcun apparente senso logico in quella pericolosa attesa di due ore: Piton avrebbe semplicemente potuto far notare a Silente che il Marchio pulsava a causa del richiamo dell’Oscuro Signore ed andarsene immediatamente.
L’unico logico e ragionevole motivo per quel pericoloso ritardo, è che lo stesso fosse stato artatamente concordato tra Silente e Piton proprio per fornire la massima credibilità all’operato di Piton (pur facendo notevolmente aumentare i rischi per la vita di Piton stesso) come se stesse realmente operando come fedele informatore di Voldemort.
Infatti, è Piton stesso a spiegare a Bellatrix, così come precedentemente lo doveva aver indubbiamente spiegato a Voldemort riuscendo evidentemente a convincerlo, che proprio quelle due ore di ritardo, apparentemente sintomo di infedeltà di Piton, ne dimostravano invece la piena affidabilità di informatore per Voldemort visto che era riuscito a tornare da lui proprio su ordine di Silente. Quale maggiore prova della propria fedeltà Piton poteva fornire a Voldemort, se non il rischiare addirittura la propria vita con quel ritardo, ben conoscendo la crudeltà dell’Oscuro Signore, ma dimostrandogli in tal modo la sua utilità di informatore visto che era riuscito (così, almeno, Piton vuol far credere a Voldemort) a mantenere il ruolo di spia che l’Oscuro Signore gli aveva affidato quattordici anni prima presso Silente?
Peccato però, per Voldemort almeno, che tutto ciò sia completamente falso e questo è dimostrato proprio dalle successive spiegazioni di Piton stesso.
Le ultime parole che Piton dice a Bellatrix (“Ho avuto un sacco di tempo per pensare a cosa volevo fare, per progettare la mia mossa successiva, per fuggire come Karkaroff, no?”) sono, guarda a caso, molto simili a quelle che Piton stesso dice a Caramell quando gli mostra il Marchio “E' dall’inizio dell'anno che questo Marchio ha cominciato a diventare più evidente. Anche quello di Karkaroff. Perche' crede che Karkaroff sia fuggito stanotte? Abbiamo sentito entrambi il marchio bruciare. Abbiamo capito entrambi che era tornato”. (Prova 1 Lettera A Imputazione 2)
Quel tempo a disposizione per pianificare le sue mosse, Piton l’ha condiviso pienamente con Silente, che era perfettamente al corrente di tutto fin dal principio (Prova 1 Lettera B nonché precedente Punto 5): che senso avrebbe mai avuto, altrimenti, avvertire Silente che il Marchio stava tornando nitido già dall’inizio dell’anno, se non per allertarlo e predisporre con lui ogni successiva mossa?
Ma questo non è certo un comportamento da Mangiamorte!
Esaminando la frase con la quale Silente invia Piton da Voldemort (Prova 32 Lettera E Imputazione 2: “Severus” disse Silente rivolto a Piton, “ sai cosa devo chiederti di fare. Se sei pronto… se sei in grado…”) emerge chiaramente che c’è un precedente e dettagliato accordo, e la preoccupazione di Silente (Prova 32 Lettera E Imputazione 2: “Allora buona fortuna” disse Silente, e con una traccia di preoccupazione sul viso guardò Piton scomparire silenziosamente.) è dovuta proprio al fatto che sa che sta facendo correre a Piton un rischio enorme ma sa anche che, se il loro pericolosissimo gioco funziona, e Piton sopravvive, riuscirà senza dubbio a reinserirsi pienamente nelle grazie di Voldemort.
Sempre dalla frase di Silente appena citata, emerge anche che, dal momento che l’accordo tra loro era preesistente, Silente avrebbe potuto inviare Piton da Voldemort in qualsiasi momento successivo al richiamo del Marchio, ma ha appositamente lasciato intercorrere ben due ore proprio per creare un alibi a Piton permettendogli così di raccontare a Voldemort la menzogna che era tornato da lui su incarico di Silente stesso.



10. Piton non ha mai rivelato il metodo di comunicazione tramite Patronus


Come risulta dalla Lettera B Prova 143, Silente ha ideato lo speciale metodo di comunicazione, tramite il Patronus, che l’Ordine utilizza per comunicare in modo veloce e sicuro.
In una guerra, come in fondo è quella contro Voldemort, i metodi di comunicazione sono una delle cose più importanti e delicate, e a volte possono anche cambiare le sorti di una battaglia.
La prima cosa che Piton avrebbe dovuto riferire a Voldemort, se veramente fosse stato un Mangiamorte, è proprio questo particolare metodo di comunicazione.
Ma è evidente che Piton non lo ha fatto, perché il metodo continua a funzionare perfettamente: se un Patronus fosse stato intercettato, o, in qualche modo comunque ostacolato, è probabile che il suo mago di riferimento lo sarebbe subito venuto a sapere. Del resto, non si ha neppure sentore di vistose fughe di notizie dall’Ordine, cosa che porta ragionevolmente ad escludere che Voldemort sia a conoscenza di questo metodo di comunicazione.



11. Piton non ha mai dato informazioni sulla sede dell’Ordine


E’ vero che Piton, non essendo il Custode Segreto, non può rivelare a Voldemort l’ubicazione della sede dell’Ordine in Grimmauld Place 12 né rendergliela visibile.
Ma, se anche la casa è invisibile ai Mangiamorte grazie all’Incanto Fidelius, non lo sono le due case che le stanno ai lati, né lo sono i vari membri dell’Ordine ogni volta che si materializzano davanti alla soglia del numero 12 per le riunioni. Piton, durante tutto il 5° e 6° anno, avrebbe potuto tranquillamente indicare a Voldemort e ai Mangiamorte sia l’indirizzo delle case contigue a quella sita al numero 12, sia date e orari delle riunioni, affinché potessero recarsi là e catturare o uccidere i membri dell’Ordine quando si presentavano davanti all’invisibile sede dell’Ordine.

Inoltre, per i primi tempi dopo la morte di Black, poiché la sua casa è contesa in eredità da Bellatrix, non viene più usata, almeno temporaneamente, come sede dell’Ordine, ma Piton non rivela neppure questa informazione.



12. Piton si dimostra orgoglioso di essere la spia di Silente e di saper mentire a Voldemort ed insegna correttamente l’Occlumanzia a Harry


Dalla Lettera A della Prova 143 "Tanto meglio, Potter" disse Piton gelido, "perchè tu non sei né speciale né importante, e non sta a te scoprire che cosa l'Oscuro Signore dice ai suoi Mangiamorte" "No...quello è compito suo, non è vero?" sbottò Harry. [...]
Ma quando Piton rispose, sul volto c'era un'espressione curiosa, quasi soddisfatta.
"Sì, Potter" sibilò, con un luccichio negli occhi. "E' compito mio.[…]”
emerge con evidente chiarezza che Piton, uomo al solito gelido e controllato, mostra un grande orgoglio per il proprio ruolo di spia a favore dell’Ordine della Fenice
Il fatto è reso evidente proprio dal tono e dall’atteggiamento, una volta tanto quasi del tutto scoperto, con cui il Professore rimarca a Harry Potter il suo ruolo di spia a favore dell’Ordine della Fenice.
In quel momento, proprio parlando con Harry Potter, Piton non ha alcun motivo di mentire: sa bene che Harry lo odia, non ha alcuna fiducia in lui e che, qualsiasi cosa possa dirgli, non riuscirà mai a convincere Harry della sua completa lealtà all’Ordine. Proprio per questo motivo Piton può permettersi di essere del tutto sincero e, una volta tanto, di lasciar trapelare i suoi sentimenti.

Piton è uno dei migliori Occlumanti (si veda anche la deduzione 294 della Prova 94) del mondo dei maghi, probabilmente anche superiore a Silente.
Infatti il Preside lo delega a insegnare Occlumanzia a Harry perché teme che Voldemort, tramite Harry stesso, possa spiare nella propria mente (di Silente). Ma sembra non temere che Voldemort possa fare lo stesso con Piton, probabilmente perché sa che Piton, superiore a lui come Occlumante, è perfettamente in grado di mentire a Voldemort, il migliore Legilimante del mondo.

Piton spiega molto bene a Harry come utilizzare lo schermo dell’Occlumanzia e inizialmente lo incoraggia e sprona (Lettera F prova 94) dicendogli che, in fin dei conti, per opporsi ad un Legilimante si tratta solo di una questione di “volontà”, come per opporsi all’Imperius, cosa di cui Harry ha già dato buona prova di sé. Ripetutamente (lettere C, D e E) Piton spiega a Harry che per occludere la mente con successo è necessario esercitarsi moltissimo per riuscire a svuotare la mente da ogni emozione, rendendola piatta e calma; che si tratta di una questione di disciplina e di volontà di controllarsi; che occorre saper contenere la propria rabbia e dominare le proprie emozioni; che occorre essere forti, non lasciarsi provocare ed essere freddi e distaccati.
In pratica, Piton fa la quasi la descrizione di se stesso, cioè dell’uomo che ha saputo diventare dopo anni ed anni in cui si è esercitato nell’Occlumanzia per non essere più una debole e facile preda dell’Oscuro Signore come un tempo, invece, era stato, quando era ancora giovane e ingenuo: quando era ancora come “Gli sciocchi che portano il proprio cuore con orgoglio sul bavero, che non riescono a controllare le emozioni, che si crogiolano nei ricordi tristi e si lasciano provocare così facilmente… gente debole, in altre parole... non hanno alcuna possibilità contro il suo potere!” (Lettera C Prova 94)
E’ piuttosto evidente che Piton stia infatti parlando di se stesso, in quel momento, perché proprio lui, sempre così freddo e controllato e che parla sottovoce, in quel momento sta addirittura gridando e dimostrando un’enfasi ed una partecipazione che mai il “gelido” Professore mostra di solito!

Infine, ed ancora con grande orgoglio, Piton dice che è possibile mentire anche all’Oscuro Signore e spiega a Harry come fare (Lettera A Prova 94): ancora una volta, come detto poco sopra, proprio perché sta parlando con Harry che non ha alcuna fiducia in lui, Piton non ha alcuna ragione di mentire. Piton dice: L’Oscuro Signore, per esempio, sa quasi sempre se qualcuno gli sta mentendo. Solo chi è abile in Occlumanzia è in grado di escludere i ricordi e le emozioni che contraddicono la bugia, e può così mentire in sua presenza senza essere scoperto”.
Chi, meglio di Piton, sa come mentire a Voldemort, visto che la sua stessa sopravvivenza dipende dalla sua capacità di mentire proprio all’Oscuro Signore?
Come meglio spiegato nella Deduzione 294 Prova 94 alla definizione di “Occlumanzia di livello elevato”, un ottimo Occlumante è in grado di mentire davanti ad un ottimo legilimante proprio perché "è in grado di escludere i ricordi e le emozioni che contraddicono la bugia, e può così mentire in sua presenza senza essere scoperto."
Ciò significa che, in questo caso, il Legilimante non si accorge che l'altra persona gli si oppone, anzi crede di "leggere" liberamente nella sua mente e, conseguentemente, è sicuro che l'altro stia dicendo la verità proprio perché ne riceve conferma controllandogli nella mente.
Questo è ciò che Piton fa davanti a Voldemort che, certo d’essere il miglior Legilimante, è anche convinto che nessuno possa resistergli ed ha cercato di leggere nella mente di Piton, che è invece riuscito a mentirgli con pieno successo.
Questo fatto non porta certo Voldemort a fidarsi completamente e ciecamente di Piton (non è nello stile di Voldemort fidarsi), ma è evidente che non ha mai potuto trovare nella mente di Piton le prove del suo tradimento. Se le avesse trovate, infatti, Piton non sarebbe più vivo (Lettera F Prova 48) “E qui abbiamo sei Mangiamorte assenti... CUT. Uno che credo mi abbia lasciato per sempre... verrà ucciso, naturalmente…”, esattamente come Piton ricorda a Bellatrix “Credi davvero che il Signore Oscuro non mi abbia rivolto tutte queste domande una per una? E credi davvero che se non fossi riuscito a dargli delle risposte soddisfacenti sarei qui seduto a parlare con te?” (Lettera F Prova 37)

Già nel corso della prima lezione di Occlumanzia Harry scopre dove si trova il corridoio che sta continuando a sognare. Non appena Piton ha la percezione di cosa il ragazzo sta pensando, interrompe l’incantesimo (Lettera F della prova 44) ed appare innervosito ed agitato. Se Piton fosse un Mangiamorte dovrebbe invece essere ben contento che le visioni inviate da Voldemort avessero già avuto successo e certo avrebbe dovuto lasciare continuare l’incantesimo.
Invece, alla domanda di Potter su cosa è conservato all’Ufficio dei Misteri, Piton mente spudoratamente dicendo che in quel luogo non c’è niente che riguardi Potter. (ancora Lettera F della prova 44)
Nonostante Ron sospetti che Piton cerchi di aprire la mente di Harry a Voldemort, Piton sta invece cercando effettivamente di proteggere il ragazzo.
Infatti quando Harry di nuovo è sul punto di fare una scoperta importante su come entrare nell’Ufficio dei Misteri, ancora una volta Piton interrompe precipitosamente l’incantesimo richiamandolo alla realtà urlando il suo nome e si dimostra furioso per quello che ha trovato nella sua mente. (Lettera G della prova 44)
Badate bene, con l’incantesimo di Legilimanzia non è possibile inserire nuovi ricordi, ma si può solo andare a ripescare ricordi già esistenti. Piton è quindi arrabbiato perché l’aver trovato quelle nuove immagini nella mente di Potter significa che il ragazzo non ha imparato ancora nulla di Occlumanzia e Piton per questo motivo si dimostra addirittura più furioso di quanto era stato poco prima quando Harry aveva casualmente visto per un istante i suoi ricordi da bambino.

Se Piton fosse veramente un Mangiamorte dovrebbe subito riferire a Voldemort che Harry ha già individuato (siamo a metà gennaio quando iniziano le lezioni di Occlumanzia) il luogo dove è nascosta la profezia, affinché Voldemort possa far scattare al più presto la sua trappola. Invece, è evidente che non racconta nulla a Voldemort, visto che la trappola scatta solo oltre la seconda metà di giugno.
Inoltre, se Piton fosse veramente un Mangiamorte, non avrebbe certo dovuto riferire questa informazione a Silente, cosa che invece ha fatto subito (Lettera B della prova 44)
Se Piton fosse un Mangiamorte fedele a Voldemort il suo comportamento sarebbe veramente incomprensibile, mentre ipotizzando un Piton fedele a Silente tutti i pezzi del puzzle si incastrano perfettamente.



13. Piton avvisa l’Ordine della Fenice della trappola di Voldemort all’Ufficio Misteri del Ministero


Unico membro dell’Ordine ancora presente a Hogwarts nel momento in cui Harry cade nella trappola di Lord Voldemort, riguardo all’Ufficio Misteri, Piton salva Potter, e gli altri cinque ragazzini che erano con lui, da morte certa (evitata per un soffio solo ed esclusivamente per l’intervento dell’Ordine e, nel caso di Harry, di Silente in persona) mandando l’Ordine al Ministero.
Lo fa senza esservi costretto, senza alcun secondo fine, poiché in realtà (proprio perché è il solo membro dell’Ordine presente a scuola) nessuno oltre lui sa in che guaio i ragazzi potrebbero essere finiti e, quindi, nessuno potrebbe mai rinfacciargli di non aver fatto nulla per salvarli.
Nemmeno se i ragazzini sopravvivessero e Harry riferisse a Silente di aver tentato (a dire il vero in modo che Silente stesso definisce letteralmente “criptico”) di avvisare Piton delle proprie intenzioni, Piton non rischierebbe assolutamente nulla, perché gli basterebbe giustificarsi affermando che non aveva minimamente capito le vaghe allusioni di Potter (vaghissime a dire il vero, dato che Harry gli disse solo: “Ha preso Felpato, ha portato Felpato nel posto dove è nascosta”. HP5; pag. 693. Prova 44; Lettera A; imp. 2 e relativa deduzione 477) e che comunque non poteva nemmeno lontanamente pensare che sei ragazzini potessero riuscire ad arrivare veramente al Ministero, che è a Londra (mentre Hogwarts è in Scozia: non proprio dietro l’angolo, a dire il vero!) senza scope, metropolvere (sequestrate le une e proibita l’altra per decreto Ministeriale della Umbridge) e non essendo in grado di smaterializzarsi.
Quindi Piton avvisò l’Ordine soltanto per salvare Potter e i suoi amici e lo fece in modo tempestivo (vedi Deduzione 458 Prova 44).
E, prima ancora, Piton controllò anche che Sirius Black non fosse in pericolo, bensì al sicuro in casa propria.
Inoltre, mentre l’Ordine accorreva al Ministero, per tutta sicurezza Piton si recò anche nella foresta proibita a cercare i ragazzi.
Fece cioè tutto il possibile per salvarli. Tanto è che, se si salvarono, fu proprio SOLO grazie a lui.
Comportamento il suo del tutto assurdo per un Mangiamorte che avrebbe invece dovuto lasciar funzionare la trappola del suo padrone e invece la manda a monte, causando tra l’altro la cattura di un alto numero di seguaci di Voldemort (tra i quali, ad esempio, vi è anche il suo amico di gioventù, Lucius Malfoy).
E’ del tutto evidente che Piton non agì da Mangiamorte, perché NON E’ un Mangiamorte.



14. Piton non rivela a Voldemort che Silente sta cercando di distruggere gli Horcrux.


Piton non stava pattugliando la scuola come gli altri Professori e membri dell’Ordine nella fatidica notte dell’uccisione di Silente, ma certo non è perché Silente non si fidasse di lui, dato che ripete e rinnova continuamente e a chiunque la sua estrema fiducia in Piton.
Perché, allora, Piton manca all’appello per un compito così importante e a cui Silente teneva così tanto, da adirarsi perfino con Harry quando il ragazzo mette in dubbio che il Preside non sia più che attento all’incolumità dei suoi studenti?
«Basta così» lo interruppe Silente. Lo disse in tono tran¬quillo, eppure Harry tacque all'istante; sapeva di aver varcato una linea invisibile. « Credi che abbia lasciato una sola volta la scuola indifesa durante le mie assenze quest'anno? No. Que¬sta sera, quando me ne andrò, verranno attivate altre prote¬zioni. Ti prego di non insinuare che non prendo sul serio la sicurezza dei miei studenti, Harry». « lo non... » borbottò Harry, un po' confuso, ma Silente lo interruppe. «Non desidero discuterne oltre ». (HP6 pag 499)
Quindi, se Piton non è a pattugliare i corridoi, allora Silente deve avergli riservato un compito ancora più importante ed essenziale: ad esempio quello di rimanere in attesa nel suo studio, pronto ad intervenire nel caso Silente avesse avuto bisogno di un suo personale e tempestivo intervento.
Dove stava andando Silente? A caccia di un Horcrux. E cosa gli era successo quando aveva trovato e distrutto l’Anello dei Gaunt? Che quasi ci rimetteva la vita, se non fosse stato “per l'intervento tempestivo del professor Piton quando sono tornato a Hogwarts terribilmente ferito” (Lettera C Prova 51 Imputazione 4).
E’ quindi più che ragionevole ritenere che Piton fosse perfettamente informato di ciò che Silente stava facendo (gli aveva già salvato la vita una volta) e stesse nel suo ufficio, in preallarme, pronto a intervenire per salvare la vita a Silente (o magari anche a Harry in questo caso) se si fossero ripetuti i precedenti problemi.

Ma se Piton è riuscito a salvare la vita di Silente curandolo tempestivamente dopo che aveva distrutto l'anello Horcrux, per riuscire a farlo nei tempi brevissimi ed essenziali per salvare la vita a Silente (come è stato il Preside stesso a riferire a Harry – Lettera C Prova 51), è molto probabile che abbia dovuto sapere con precisione di cosa si trattava, esattamente nel modo in cui ha potuto salvare Katie Bell dalla collana, perché gli portano l’oggetto e lui riesce a capire di cosa si tratta.
Per curare una maledizione bisogna assolutamente sapere chi o cosa l'hanno causata. Guardate come Piton salva facilmente Draco dal Sectumsempra: sapendo bene cosa ha causato le ferite, Piton è agelvolmente in grado di curarlo.
Quindi, Piton per curare il preside ha visto l'anello ed ha saputo cos'era, esattamente come fa per la collana e per il Sescumsempra. Al San Mungo Katie non sarebbe mai arrivata viva se Piton non avesse visto la collana e, proprio per averla potuta esaminare, ha riconosciuto quale tipo di maledizione aveva colpito la ragazza ed ha potuto prendere le dovute contromisure.
Inoltre, Piton è da anni preparato per diventare insegnante di Difesa contro le Arti Oscure (è da 15 anni che chiede la cattedra!) e certamente la materia non è limitata alla conoscenza degli incantesimi senza perdono e dei relativi contro-incantesimi, ma comprende anche lo studio dei rimedi ad una fattura che è già stata eseguita. Quindi è molto probabile che Piton abbia studiato gli effetti del maleficio che colpisce chi distrugge un Horcrux e sappia riconoscerli quando li vede. Del resto, è proprio Silente a dire che Katie Bell è stata mandata da lui, per essere curata, e non da Madama Chips (lettera O prova 2 imputazione 2), proprio perché “Il professar Piton è molto più esperto delle Arti Oscure di Madama Chips”.

Vi è un altro, definitivo fatto che, insieme a tutti gli altri, testimonia che Piton è al corrente della questione degli Horcrux e che Silente sta cercando di distruggerli.
Alla fine del 6° libro, Silente insiste che Harry chiami Piton: non vuole Madama Chips, come gli offre Harry, ma vuole proprio Piton, anzi, vuole Severus. (Lettera M Prova 51 Imputazione 4) Non vuole il Professor Piton, ma vuole Severus, l’amico in cui ha piena fiducia e che sa che può salvargli la vita, come già ha fatto con l’anello, perché è già informato della questione degli Horcrux .
Ma c’è un altro fatto, ancora più importante: se all’inizio, dopo aver bevuto il veleno nella caverna, Silente vuole Severus solo per farsi curare, poco più tardi, dopo aver visto il Marchio Nero ed essere arrivati sulla Torre di Astronomia, Silente ancora insiste che Harry chiami Piton e gli dice anche di DIRGLI TUTTO. Ma tutto cosa, visto che Silente non sa cosa sta succedendo a Hogwarts, salvo che c'è il Marchio nel cielo? Avrebbe potuto dire: Harry sveglia Piton, digli che c'è il Marchio Nero e di correre qui. Invece dice: “Raccontagli che cosa è successo e portalo da me”, (Lettera N Prova 51 Imputazione 4) e questo raccontare tutto non può che riferirsi a ciò che è successo nella caverna. Ma questo conferma definitivamente che Piton è già al corrente della sua ricerca degli Horcrux.

Ma se Piton è al corrente degli Horcrux e che Silente sta cercando di distruggerli, allora Piton sa qualcosa che, per dirla come la direbbe il Preside, è di vitale importanza per Voldemort “perchè la cosa riguardava Voldemort in prima persona ", (Lettera M Prova 32) proprio come un tempo la profezia.
Piton sa degli Horcrux e che Silente sta cercando di distruggerli ma non lo dice a Voldemort, altrimenti Voldemort prenderebbe certamente le sue precauzioni: invece, dal 6° libro e dalle spiegazioni di Silente, è evidente che non lo fa perché non è in grado di accorgersi quando un suo Horcrux viene distrutto. (HP6 pag. 461-2)
Quando Piton era ancora un giovane Mangiamorte fedele a Voldemort, però, è subito corso a riferire della profezia al suo Signore (sempre Lettera M Prova 32).
Ora perché, invece, Piton non gli dice nulla della caccia agli Horcrux?
Perchè non è un è più Mangiamorte, ma è fedele a Silente.
Inoltre, non solo Piton non gli racconta nulla, ma, parlando con Bellatrix (Lettera L prova 37), cerca addirittura di depistarla (e con lei anche Voldemort) facendole credere che la ferita alla mano di Silente sia una conseguenza del duello avuto con Voldemort al Ministero, mentre noi sappiamo bene che se l’è procurata successivamente, quando ha distrutto l’Anello Horcrux.



15. Piton riferisce immediatamente a Silente sia del Voto sia della missione di Draco e poi cerca di scoprire i piani di Draco per riferirli a Silente.


E’ evidente, dalle parole stesse di Silente (si vedano le varie Lettere delle Prove 47 e 42 dell’Imputazione 4) che Silente è perfettamente a conoscenza sia della natura della missione di Draco sia dell’esistenza del Voto Infrangibile.

Silente è a conoscenza della Missione di Draco molto tempo prima che Harry gli riferisca di aver origliato la conversazione tra Piton e Draco (lettera D Prova 47 Imputazione 4) dalla quale Harry viene a scoprire l’esistenza del Voto Infrangibile: lo è dall’inizio dell’anno (Lettera A Prova 47 Imputazione 4), anzi, addirittura da PRIMA dell’inizio della scuola, viste tutte le nuove misure di sicurezza che sono state adottate, compresa la perquisizione degli alunni al loro arrivo alla scuola e poi ogni volta che escono/rientrano, nonché la perquisizione dei Gufi che portano la posta ed eventuali pacchi. (HP6 pag 159, 207, 218 e 225).
Tutte queste nuove misure di sicurezza, che dipendono esclusivamente da Silente e non dal Ministero (come invece è per il drappello di Auror di stanza a Hogsmeade), vengono messe in atto solo all’inizio del 6° anno. Come mai, se Silente era già convinto che Voldemort fosse ritornato anche all’inizio del 5° anno?
Perché Silente aspetta l’inizio dell’anno successivo per proteggere ulteriormente Hogwarts, soprattutto cercando di impedire che qualche Oggetto Oscuro vi venga introdotto?
C’è un’unica, logica spiegazione a questa domanda: Piton gli ha immediatamente riferito della missione di Draco che ha scoperto facendo il Voto Infrangibile. Così, durante l’estate, Silente ha rafforzato ed ampliato le difese della scuola.
Ciò che Silente non sa, e che anche Piton ignora giacché cerca di scoprirlo interrogando Draco (ma senza successo perché Draco è in grado di utilizzare l’Occlumanzia per schermare la mente – Lettera D Prova 48 dell’Imputazione 2), è il metodo che Draco intende usare (sta aggiustando l’Armadio Svanitore per far entrare i Mangiamorte a Hogwarts ed assicurarsi così una protezione quando cercherà di uccidere Silente).

Riguardo al Voto Infrangibile, Silente ne è a conoscenza in modo completo e lo si capisce dal fatto che, quando Harry gli riferisce la conversazione origliata tra Piton e Draco, dalla quale Harry ha potuto capire solo una parte del Voto (l’impegno a proteggere Draco), Silente mostra di non preoccuparsi e, quando Harry è stupito dalla sua indifferenza alla notizia e gli chiede se ha capito bene di cosa si tratta (Lettera D Prova 42), il preside risponde: «Sì, Harry, dotato come sono di un cervello straordinario, ho capito tutto quello che mi hai raccontato» rispose Silente con una certa asprezza. “Credo che potresti perfino prendere in considerazione la possibilità che abbia capito più di te.”
Sulla conoscenza del Voto Infrangibile da parte di Silente si vedano anche le dimostrazioni date con la Deduzione n. 521 della Prova 42 Imputazione 4 (che meglio spiega quanto qui sopra affermato) e con la Deduzione 550 della Prova 51 Imputazione 4 (Assegnazione a Piton della cattedra di Difesa contro le Arti Oscure, che è stata maledetta da Voldemort, e che Piton ha richiesto per ben 15 anni senza mai ottenerla, proprio solo dopo che Silente ha saputo del Voto Infrangibile e quando, perciò, il Preside già sa che è altamente probabile che Piton, indipendentemente dagli effetti della maledizione esistente sulla cattedra, non potrà più essere a Hogwarts ad insegnare l’anno successivo).

Ma se Silente è a conoscenza della missione di Draco e del Voto infrangibile già prima dell’inizio dell’anno scolastico, c’è un’unica persona che può avergli riferito queste informazioni, e si tratta proprio di Piton che mostra in tal modo una grande lealtà verso Silente fornendogli una preziosissima informazione sui piani di Voldemort, ma anche mettendolo al corrente del terribile Voto che ha dovuto stipulare.
Su fatto che Piton sia stato implicitamente costretto a stipulare il Voto Infrangibile per cercare di scoprire le mosse di Voldemort e mantenere nascosto il suo ruolo di spia a favore di Silente, si vedano le deduzioni n. 153 e 255 della Prova 42 Imputazione 4.



16. Incongruenze nella fuga di Piton e nel suo duello con Harry


Perché Piton fugge così rapidamente dopo l’uccisione di Silente? Ma poi si ferma stupidamente a perdere tempo prezioso duellando inutilmente con Harry, visto che è evidente non ha alcuna intenzione di fargli del male veramente? (come dimostrato dalle varie Lettere della Prova 71 Imputazione 2).
Piton ha appena ucciso il capo dell’Ordine della Fenice, notizia che certo provocherebbe il panico nelle file dei “buoni”; ha con sé diversi Mangiamorte che riconoscono senza alcun problema la sua supremazia fra loro e gli obbediscono immediatamente; tramite gli Armadi Svanitori può far arrivare nella suola tutti i Mangiamorte che vuole e compiere un macello tra gli uomini dell’Ordine (che già sono in difficoltà prima della morte di Silente – Lettera D Prova 164 Imputazione 2) e gli studenti stessi (tra l’altro c’è anche Fenrir, un Lupo Mannaro che non ha bisogno della luna piena per uccidere!).
Insomma, Piton potrebbe ricoprirsi di gloria agli occhi di Voldemort per aver ucciso Silente (come dicono Narcissa e Draco – rispettivamente Lettera I e Lettere G e H della Prova 164 Imputazione 2) e conquistato Hogwarts, obiettivi che Voldemort non era mai riuscito a raggiungere, e potrebbe quindi ricevere onori e ricompense superiori a quelle di qualunque altro Mangiamorte.
Piton è un uomo dall’evidente ambizione (infatti è fra i Serpeverde): perché butta via un’occasione così importante? Su questo argomento si veda, più diffusamente, anche la Deduzione 555 Prova 164 Imputazione 2.
Perché Piton non è un Mangiamorte!

Piton, inoltre, è molto solerte a trascinarsi dietro nella fuga gli altri Mangiamorte, che richiama più volte, prima per portarli via dalla Torre (Lettera C Prova 164 Imputazione 2) dove potrebbero essere un pericolo per Harry, che Piton sa benissimo che è lì. Appena arrivato si è infatti guardato attentamente intorno e ha certo notato che ci sono due scope: l’ha notato subito perfino Draco – HP6 pag 529 – figuriamoci se non se ne accorge uno come Piton che fa la spia-doppiogiochista. Per non parlare poi della particolare capacità di Piton di intuire la presenza di Harry sotto il Mantello dell’Invisibilità: lo percepisce nel 1° libro, quando il ragazzo è scappato via dal Reparto Proibito della Biblioteca durante le vacanze di Natale; poi nel 4° libro quando Harry è con il piede incastrato nella scala e solo l’intervento di Malocchio impedisce che Piton acciuffi il ragazzo con le mani pur non vedendolo. E’ probabile che, da esperto Occlumante quale Piton è, riesca a percepire i pensieri di Potter e quindi scoprire la sua presenza anche quando è sotto il Mantello.
Piton esorta ancora i Mangiamorte a seguirlo nella sua fuga, evitando in tal modo che continuino a combattere contro i Membri dell’Ordine, contro i quali hanno invece grandi possibilità di vittoria. Infatti, a detta di Tonks, loro stavano già perdendo prima che arrivassero gli altri 4 Mangiamorte che erano sulla torre (Lettera C e D Prova 164 Imputazione 2).
Infine Piton sollecita ancora la fuga dei Mangiamorte anche nel Parco, sia evitando che facciano del male ad Harry (Lettera E Prova 164 Imputazione 2) , sia allontanandoli da Hagrid che può quindi finalmente andare a salvare il suo cane intrappolato nella capanna in fiamme.

Questo, in modo molto evidente, non è certo un comportamento da Mangiamorte, bensì da uomo fedele a Silente, nonostante abbia dovuto ucciderlo per obbedire ai suoi ordini.

Stabilita l’incongruenza della velocissima, ma apparentemente incomprensibile fuga di Piton, passiamo ad esaminare il suo rapporto con Harry nel corso del duello (varie Lettere della Prova 71 Imputazione 2): Piton ha tranquillamente la possibilità di uccidere Harry, ma non lo fa. Anzi, si prodiga affinché nessuno gli faccia del male, liberandolo immediatamente dalla Cruciatus che uno dei Mangiamorte aveva lanciato sul ragazzo (Lettera A Prova 71 Imputazione 2): la scusa sarebbe che Voldemort vuole uccidere Harry con le sue mani. E allora? Da quando pochi minuti di Cruciatus uccidono una persona? La Cruciatus non uccide ma solo infligge dolore: ci sono volute ore per fare impazzire i coniugi Paciock.
Non sarebbe del tutto logico che Piton, se davvero odia così tanto Harry, lo lasciasse cruciare almeno un pochino?
Se anche Voldemort voleva veramente uccidere Harry di persona, perché mai Piton non schianta Harry (lo ha alla sua mercé, disteso a terra e senza più bacchetta - Lettera D Prova 71 Imp. 2) e non se lo carica in spalla per portarlo in dono all’Oscuro Signore?
Perché, invece, ne approfitta per dare un’ultima importante lezione scolastica a Harry, ricordandogli che, in un duello, per poter vincere, deve usare gli incantesimi non verbali ed occludere la mente affinché l’avversario non possa leggerglieli e prevenirlo comunque?

Nel corso del duello (sempre varie Lettere della Prova 71 Imputazione 2) Piton ha sempre lucidamente respinto gli incantesimi di Harry stando ben attento a non fargli mai del male: l’unica reazione dura ce l’ha quando Harry gli dà del vigliacco per aver ucciso Silente: in quel momento, e solo in quel preciso istante, Piton perde il controllo e colpisce il ragazzo con una sorta di magica frustata che, comunque non lascia a Harry nemmeno un graffio. (Sempre Lettera D Prova 71 Imp. 2)
Ma non è la parola “vigliacco” in sé ad irritare Piton. Infatti, poco prima (Lettera B Prova 71 Imp. 2), Harry l'aveva già chiamato "vigliacco", eppure Piton era rimasto lucido e tranquillo, aveva risposto con il suo solito sarcasmo e ne aveva approfittato per impartire a Harry un'utile lezione sui duelli.
E' solo quando Harry collega la parola "vigliacco" all'uccisione di Silente che Piton perde ogni lucidità e viene sopraffatto dal dolore. "NON..." urlò Piton, e il suo viso si fece all'improvviso folle, disumano, come se provasse tanto dolore quanto il cane che guaiva e ululava rinchiuso nella casa incendiata alle loro spalle,"CHIAMARMI VIGLIACCO!". (Sempre Lettera D Prova 71 Imp. 2)
Come si spiega questa grossa differenza nella reazione di Piton a distanza di pochi istanti?
E se a Piton, invece, quel gesto, quell’orribile assassinio, fosse costato tutto il suo coraggio, visto che per il mago significava uccidere l’unica persona che si fidava di lui e che, probabilmente, gli voleva anche bene? Non sarebbe più che lecita una sua reazione incontrollata?
Che cosa c’è sul volto di Piton in quel momento? Forse rabbia o odio verso Harry? No, in quel momento sul viso di Piton c’è solo DOLORE, un dolore immenso (come quello del cane rinchiuso nella capanna che brucia - Lettera D Prova 71 Imp. 2).
E perché mai Piton dovrebbe soffrire, invece di gioire in quel momento in cui, in apparenza, è vincente è sta finalmente tornando dal suo Signore con una difficile missione compiuta con pieno successo?
Perché Piton non è più un Mangiamorte e soffre terribilmente perché è stato costretto, per il bene superiore e per obbedire agli ordini del Preside, ad uccidere Silente, suo unico amico e mentore. (Su queste ultime argomentazioni si veda anche l’Arringa 117 dell’Imputazione 4)



17. Piton non solo non cerca mai di uccidere Harry, ma si preoccupa sempre di proteggerlo e aiutarlo, così come fa in genere con i “buoni


Vediamo di fare un elenco cronologico di tutte le volte in cui Piton ha salvato/aiutato Harry (o altre persone) in presenza anche di pericoli potenzialmente mortali. Si vedano anche le Prove: 2 dell’imputazione 2, 10 dell’imputazione 3 e 89 dell’imputazione 4.
Molto spesso gli interventi di Piton avvengono proprio quando Silente è assente e non può aiutare direttamente il ragazzo, ciò che destituisce di fondamento l’affermazione che Piton fa a Bellatrix (Lettera H Prova 37) secondo la quale Piton avrebbe agito solo per non giocarsi la fiducia di Silente.
- Al primo anno, durante la partita di Quidditch, Silente non c’è e Raptor, che siede alle spalle di Piton, getta il malocchio sulla scopa di Harry. Piton (che evidentemente stava all’erta per proteggerlo e comprende tutto pur non avendo gli occhi anche sulla nuca) se ne accorge ugualmente e pronuncia il contro-incantesimo (Imputaz. 2 Prova 43 Lett. B). Piton è l’unico dei professori ad aiutare Harry, mentre avrebbe tranquillamente potuto lasciare che la scopa lo disarcionasse, fingendo di non essersi accorto dell’incantesimo di Raptor. Del resto, se perfino Hagrid capisce che si tratta dell’opera di una potente Magia Nera (HP1 pag 182), così come è confermato anche da una semplice studentessa (pur se si tratta della studiosissima Hermione), questo significa che certamente anche Minerva e Vitious devono aver capito quello che stava succedendo. Eppure non sono intervenuti: dobbiamo forse sospettare che anche loro siano dei crudeli Mangiamorte? Nella partita successiva, Piton addirittura fa da arbitro per poter essere vicino a Harry ed aiutarlo in caso di pericolo (Imputaz. 2 Prova 43 Lett. B);
- Al secondo anno, durante le lezioni del “Club dei Duellanti” salva Harry (e anche gli altri studenti) dal serpente che Draco gli ha lanciato contro, facendolo evanescere; Piton ha inoltre approfittato per insegnare a Harry l’Expelliarmus incantesimo che poi ha salvato la vita a Potter nel duello con Voldemort alla fine del 4° anno (lettera A Prova 172).
- Al terzo anno, quando trova Harry in possesso della Mappa del Malandrino (che lui sa essere opera anche di Black) cerca di levargliela temendo che Black cerchi di attirarlo fuori dal castello (fatto, questo ultimo, confermato a Harry anche dalle parole di Lupin); ancora una volta in assenza di Silente, Harry rischia la vita, e Piton, invece di rimanersene comodamente al castello, corre alla Stamberga Strillante a salvare i ragazzi da Sirius Black (che, in base a quello che TUTTI affermano, è un Mangiamorte e vuol uccidere Harry) e da Lupin, dato che c’è luna piena e che quest’ultimo, come Piton sa benissimo, considerato che è lui a prepararla, ha scordato di bere la pozione anti-lupo; poco più tardi, quando sono tutti svenuti nel parco, con i Dissennatori a due passi, salva Harry, Ron, Hermione e Black e li riporta al castello, dove poi mente a favore dei ragazzi, dicendo che Black aveva fatto loro l’Incantesimo Confundus, per evitare che i ragazzi vengano espulsi;
- Al quarto anno, invece di approfittare del trambusto per accorrere al richiamo di Voldemort che è appena risorto (e sappiamo quanto Piton rischi pesantemente la vita nel tardare a presentarsi all’Oscuro Signore – si veda il precedentemente Punto 9), si precipita, insieme a Silente e Minerva McGranitt a salvare Harry da Barty Crouch Jr. (e l’Avversaspecchio del Mangiamorte lo mostra distintamente tra i nemici di Barty come esposto al precedente Punto 8);
- Al quinto anno, rifiuta di dare il Veritaserum alla Umbridge così proteggendo Harry; cerca di evitare che Tiger strozzi Neville (lettera F prova 10 Imput. 3); sia affanna a controllare che Sirius goda buona salute e poi cerca di evitare che vada al Ministero dandogli incarico di raccontare tutto a Silente non appena arriverà; Silente, una volta tanto, è presente al Ministero proprio al momento giusto, ma vi arriva soltanto perché Piton avvisa l’Ordine della Fenice della trappola in cui Harry è caduto: anzi, addirittura, Piton avvisa l’Ordine preventivamente, senza nemmeno essere certo al 100% che Potter sia davvero in pericolo (Imput. 2 Prova 44 e relative deduzioni 477-458-457 e precedente Punto 13);
- Al sesto anno, salva la vita a Silente quando è rimasto ferito dalla maledizione dell’Anello Horcrux, salva la vita a Katie Bell dalla maledizione della collana e salva la vita di Draco colpito dal Sectumsempra di Harry, senza neppure richiedere l’espulsione di Harry, come invece sarebbe normale (anche Minerva dice che Harry è stato fortunato a non essere stato espulso: HP6 pag 481); indirettamente, tramite gli insegnamenti sui Bezoar del Principe Mezzosangue, salva la vita anche a Ron; durante la fuga, quando uno dei Mangiamorte tortura Harry con la Cruciatus. (Imputazione 2 Prova n. 71 Lettera A), e ormai qui Silente è addirittura morto, Piton interviene immediatamente per far interrompere la tortura; nella sua fuga si trascina dietro tutti i Mangiamorte evitando che facciano una carneficina tra gli studenti.

Dunque, non solo Piton non ha mai cercato di uccidere Harry ma, al contrario lo ha sempre protetto e difeso e, insieme a lui, ha sempre protetto e difeso gli altri alunni e, in genere, i “buoni”.
Questi vi sembrano comportamenti da crudele Mangiamorte?
(Sulle “buone azioni di Piton, si veda anche la divertente arringa comica n. 118)



18. Voldemort non fida di Piton


Vediamo come è posizionato Piton nei confronti di Voldemort: a prima vista sembra essere il suo “prediletto”, come sostengono Narcissa e Draco (rispettivamente Lettera A Prova 15 Imputazione 2 e Lettera G Prova 92 Imputazione 4).
Ma le cose stanno veramente così o, ancora una volta, la realtà è ben diversa dall’apparenza?
Se Voldemort si fida così tanto di Piton da farne “il suo consigliere più fidato” (Lettera A Prova 15 Imputazione 2), come mai gli mette alle costole Codaliscia che lo spia in modo stupidamente evidente? (Lettera G, prova 48 Imputazione 2).
Se Voldemort ha fiducia completa in Piton, perché non lo informa quando i Mangiamorte attaccano Harry ed i suoi amici al Ministero alla fine del 5° libro, o quando i Mangiamorte entrano a Hogwarts tramite gli Armadi Svanitori?
Soprattutto in quest’ultimo caso la presenza di Piton poteva rivelarsi essenziale per la buona riuscita del piano, ma è evidente che Piton è stato tenuto all’oscuro di tutto. Questo, però, non è avvenuto per volontà di Draco, come si potrebbe supporre, visto che non è stato il ragazzo a scegliere i Mangiamorte che lo avrebbero aiutato (HP6 pag. 537 “E sì, mi scon¬certa un po' che il nostro Draco abbia portato proprio te nella scuola dove vivono i suoi amici... » «Non sono stato io» esalò Malfoy. Non guardò Greyback; sembrava che non volesse nemmeno sfiorarlo con lo sguardo. « Non sapevo che sarebbe venuto... » “.
Piton sembrerebbe quindi essere il prediletto e fidato consigliere di Voldemort, ma alla prova dei fatti non viene mai informato delle cose importanti e ha Codaliscia alle costole che lo spia quando non è a Hogwarts.
Forse, allora, Voldemort non si fida del tutto di Piton e pensa ancora, come al momento del suo ritorno, che Piton possa essere quello “che credo mi abbia lasciato per sempre” (Lettera F Prova 48 Imputazione 2) e lo tiene con sé solo e fintanto che pensa che gli possa essere magari ugualmente utile in qualche modo, forse solo per passargli informazioni sbagliate da trasmettere all’altra parte.
Del resto ci sono anche parecchi altri Mangiamorte che ancora non credono alla lealtà di Piton (Lettera A Prova 37 Imputazione 2), prima fra tutte Bellatrix, cui Piton snocciola una lunga serie di bugie (vedi l’interessante e dettagliata Deduzione 568 alla Prova 37 Imputazione 2 che dimostra, con una ragionevole logica, che Piton mente spudoratamente a Bellatrix) che ha già raccontato a Voldemort, probabilmente senza riuscire a convincerlo del tutto. Del resto, Voldemort è cattivo e crudele, ma non è anche stupido!
Occorrerebbe ora affrontare tutto il lungo discorso dell’Occlumanzia, di cui Piton a detta di tutti è il massimo esperto, ma il discorso verrebbe troppo lungo. Rinvio quindi alle parole di Piton stesso (lettera A prova 94 Imputazione 2) che, con Harry, sembra essere molto orgoglioso della sua capacità e non ha alcun motivo per mentire al ragazzo in quel frangente, visto che, comunque, harry non si fida per niente di lui: “L’Oscuro Signore, per esempio, sa quasi sempre se qualcuno gli sta mentendo. Solo chi è abile in Occlumanzia è in grado di escludere i ricordi e le emozioni che contraddicono la bugia, e può così mentire in sua presenza senza essere scoperto” nonché alle dettagliate spiegazioni della Deduzione 294 della prova 94 Imputazione 2 di cui riassumo brevemente i punti principali e la conclusione. Occlumanzia di livello elevato: un ottimo occlumante è in grado di mentire davanti ad un ottimo legilimante perché "è in grado di escludere i ricordi e le emozioni che contraddicono la bugia, e può così mentire in sua presenza senza essere scoperto." Ciò significa che, in questo particolare caso, il Legilimante non si accorge che l'altra persona gli si oppone, anzi, crede di "leggere" liberamente nella sua mente e, conseguentemente, è sicuro che l'altro stia dicendo la verità proprio perché ne riceve conferma controllandogli nella mente.
E' questo che fa Piton con Voldemort: dice la menzogna e permette a Voldemort di verificare nella sua mente, dove Voldemort troverà conferma che la "bugia" corrisponde alla "verità", nel senso che è correttamente supportata dai giusti ricordi e dalle appropriate emozioni.
Voldemort, a torto o a ragione, è convinto d’essere il migliore Legilimante del mondo e che nessuno può resistergli: è quindi sicuro di aver letto nella mente di Piton, che è invece riuscito a mentirgli con pieno successo.
Questo non significa ancora, però, che Voldemort ora si fidi completamente e ciecamente di Piton (del resto non è proprio nello stile di Voldemort fidarsi), ma nella mente di Piton non ha nemmeno mai potuto trovare prove di un supposto tradimento. Se le avesse trovate, infatti, Piton non sarebbe più vivo “E qui abbiamo sei Mangiamorte assenti… tre morti per servirmi. Uno troppo vile per fare ritorno… la pagherà. Uno credo mi abbia lasciato per sempre… verrà ucciso naturalmente…”, (Lettera F prova 48 Imputazione 2) esattamente come ricorda Piton a Bellatrix “Credi davvero che il Signore Oscuro non mi abbia rivolto tutte queste domande una per una? E credi davvero che se non fossi riuscito a dargli delle risposte soddisfacenti sarei qui seduto a parlare con te?” (Lettera A prova 37 Imputazione 2).

Voldemort non riesce a trovare nella mente di Piton le prove del suo tradimento, ma continua a non fidarsi del tutto di lui, tanto è vero che lo fa spiare da Codaliscia e non gli fornisce le informazioni importanti.



19. Conclusioni


Effettivamente, Voldemort fa molto bene a non fidarsi di Piton, visto tutto ciò che proprio Piton ha fatto contro il suo padrone di un tempo (vedi tutti i precedenti punti dal numero 2 al numero 17 che contiene quel lunghissimo elenco di “opere buone” di Piton) e a favore, invece, di Silente e dell’Ordine della Fenice ai quali è ora completamente fedele.
E meno male che di tutte quelle “buone azioni” compiute da Piton, Voldemort non ne sa nulla, altrimenti non avrebbe perso due secondi ad ammazzarlo. Già il solo fatto che gli abbia impedito di prendere la pietra Filosofale ed abbia salvato Harry dal malocchio fattogli sulla scopa da Raptor (punto 4) ha fatto dubitare Voldemort della lealtà di Piton: figuriamoci se avesse saputo anche di tutto il resto!
Piton ha certo dovuto faticare parecchio per convincere Voldemort di “non averlo lasciato per sempre” e non essere quindi ucciso quando è tornato da lui: si veda la Deduzione 568 sulla prova 37, che enumera tutte le menzogne che Piton rifila a Bellatrix e che, certamente, ha raccontato anche a Voldemort, riuscendo a mentirgli grazie all’Occlumanzia, come sopra spiegato.

In conclusione, Silente si fida di Piton e Voldemort no, ed entrambi hanno perfettamente ragione perché Piton è fedele a Silente.
Ma se Piton è fedele a Silente, per loro è essenziale che Voldemort si fidi completamente di lui, soprattutto perché occorre ancora scoprire cosa e dove sono nascosti gli Horcrux.
C’è un modo ben preciso per ottenere che Voldemort si fidi di Piton ed è proprio la missione che Voldemort affida a Draco ed il Voto Infrangibile stretto da Piton che danno l’idea a Silente per offrire l’opportunità a Piton di convincere in modo definitivo e inoppugnabile Voldemort: il sacrificio della sua stessa vita, tramite l’ordine di ucciderlo che Silente impartisce a Piton,
Su questo argomento e sull’accordo tra Silente e Piton si veda l’Arringa 117 dell’Imputazione 4.
 
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