Il Calderone di Severus

Perché entrambi hanno le penne, Genere: commedia, Rating: per tutti, Personaggi: Severus Piton, personaggio originale, Avvertimenti: AU,

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view post Posted on 22/1/2024, 17:41
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Dalla terra dove s'intrecciano misteri, magie e leggende.

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Titolo: Perché entrambi hanno le penne
Autore: Lonely_Kate
Genere: commedia
Tipologia: one-shot
Beta: /
Rating: per tutti
Epoca: Hogwarts XXI secolo
Personaggi: Severus Piton, personaggio originale
Pairing: nessuno
Avvertimenti: AU
Nota: Scritta il 9 gennaio 2024 per l’iniziativa “Invito a sorpresa” del Calderone di Severus.
Le immagini inserite sono state create con l'app Zipik

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling ed a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

I miei passi sulle pietre umide che lastricano il viale di ingresso sono silenziosi. L’aria è fredda e in lontananza scorgo un tenue bagliore argentato: sono le prime luci del mattino che si riflettono sulla bianca distesa di ghiaccio che è ora il Lago Nero. Ho deciso di fare una passeggiata ai margini della Foresta Proibita molto presto oggi; voglio respirare un po’ d’aria fresca e liberare la mente dai fantasmi che mi sono trascinata dall’ennesima notte agitata e dalla vita di tutti i giorni. L’emozione è sempre tantissima, così mi è sembrata una buona idea anticipare l’arrivo in un’ora e in un momento della giornata perfetti per ammirare da lontano il castello: adoro vederlo emergere dalla gelida foschia dell’inverno così imponente, così silenzioso nonostante ogni pietra, dalle fondamenta alla guglia più alta, brulichi di magia. Ed io posso vederlo. Oggi, solo oggi posso scorgere questo luogo incantato in tutta la sua magnificente bellezza.

castello


Un brivido arriva improvviso. La Scozia ha un clima molto umido e instabile e una pioggerellina fredda e persistente ha presto iniziato a cadere bagnando il mio cappotto preferito. Ma in un giorno speciale la fortuna non può che esserlo altrettanto: in una tasca ho trovato un minuscolo involto scuro che, a contatto con la pioggia, si è trasformato in un’ampia cappa, calda e impermeabile.
Tiro un respiro profondo e avverto ancora nelle narici il confortante profumo del caffè che ho bevuto stamattina mentre, con mani tremanti, aprivo la busta col sigillo di ceralacca. La sua calligrafia appuntita è autoritaria, e le parole riportate sulla pergamena sembrano un ordine più che un invito. Sorrido, sfioro le lettere con la punta delle dita e sogno di poter accarezzare lui stesso.
Tra poche ore lo incontrerò, così, senza ulteriore indugio, percorro gli ultimi metri in direzione del castello. Non incontro nessuno che possa farmi strada in Sala Grande o direttamente al suo cospetto, così ne approfitto per guardarmi intorno indisturbata ed è impossibile non restare imbambolati: le scale semoventi, i personaggi dei quadri che mi scrutano, qualcuno con impertinenza, altri quasi indignati alla vista di una Babbana. Scrollo le spalle, non importa, il castello sarà mio per le prossime ore.
Sento un debole raschiare di gola e guardo verso il basso: un Elfo domestico con gli occhi dolci e le lunghe orecchie flosce mi porge una busta. Ringrazio la gentile creatura e resto stupita dal rivedere la familiare grafia del professore:

“Perché un corvo è come uno scrittoio?
Se vuole incontrami, ricordi che chi ben comincia è a metà dell'opera… “ SP

Sbuffo divertita per l’ironia che l’uomo sa dimostrare, del resto oggi sono proprio un’Alice nel Paese delle Meraviglie.. Sembra che non riesca a trattenersi dal mettermi alla prova. Non lo fa per tenermi sulle spine o perché le mie visite non sono gradite. Lui è un Serpeverde indefesso: devo meritare di essere qui, le visite devono avere uno scopo. Non ci basta stare seduti in poltrona a sorseggiare il tè parlando del più e del meno; nessuno di noi due è un abile conversatore. Amiamo i silenzi, godere della presenza dell’altro senza inutili cerimonie. Stare bene con se stessi è una consapevolezza che Lui mi ha aiutata a sviluppare. Ha scelto un metodo congeniale a entrambi: trascorrere del tempo insieme chini su un calderone ribollente, annusando l’aria intrisa di odori pungenti, lavorando di coltello e di precisione con le mani, scambiandoci fugaci sguardi tra i fumi colorati. Il mago è nel suo ambiente naturale e io sono tranquilla, felicemente cullata dalla voce profonda che guida i miei gesti. Sono lontani i giorni del disastroso praticantato a Hogwarts (Esplosioni di felicità), tra calderoni esplosi e mani bruciacchiate. Il nostro rapporto è andato avanti. E' stato faticoso costringerlo a guardarmi mettendo da parte l’istintiva intolleranza per il carattere tipico dei Grifondoro, ed io ho dovuto smettere di essere impertinente, altrimenti mi sarei bruciata senza l’aiuto di un calderone, ma solo incrociando il suo sguardo di fuoco.

È arrivato, è qui. Non so cos’abbia scorto nel mio viso ma solleva un sopracciglio interrogativo. Credo che la Legilimanzia non funzioni con una Babbana, ma lui non ha mai neppure provato a violarmi la mente. Forse perché non ne ha bisogno.
Sospirando si è voltato ed ho iniziato a seguire il suo fluttuante mantello come preda di un incantatore di serpenti. L’ho visto sparire e riapparire tra la luce delle torce e il buio dei corridoi dei sotterranei. Infine, ancora una volta sono stata accolta dal tenue chiarore delle candele e del fuoco del camino del laboratorio di Pozioni.
Il cuore ha iniziato subito a battere forte.
“Oggi prepareremo il Distillato della Pace”, ha sussurrato il mago guardandomi.
Nessuna meravigliata, vi ho appena detto che mi conosce forse meglio di quanto conosca me stessa.
Con un elegante gesto della mano ha fatto sparire il mantello nero e ha indicato una fila di calderoni di peltro posti su un grosso tavolo di quercia.
“Perché ci sono quattro calderoni?” ho chiesto dubbiosa.
Ha incrociato le braccia e mi ha osservata per un momento in silenzio, poi si è avvicinato non distogliendo mai gli scintillanti occhi neri
“Non farò sparire il contenuto quando sbaglierai, perché di sicuro lo farai” ha dichiarato con voce ferma. “Dovrai riprovare tenendo sempre ben presenti gli errori commessi per non ripeterli ancora”, ha aggiunto suadente.
Ho subito avvertito un’ondata di calore nel cuore. Severus è così con me (sì, ora riesco a pronunciare il suo nome); vuole sempre che porti via un po’ della sua stessa natura: il metodo, la pazienza e la costanza, la capacità di imparare dai propri errori.
Anche quest’anno, nel giorno del suo compleanno è lui a farmi un regalo, ed io non potrei essere più felice. Domani la vita avrà un sapore diverso: il sapore della nostra Bevanda della Pace, e di Severus.

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