Il Calderone di Severus

ellyson - Tradizioni, Tipologia: one shot - Genere: generico - Rating: per tutti - Avvertimenti: AU - Epoca: Post settimo anno- Personaggi: Severus Piton, Ellyson

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view post Posted on 6/8/2023, 08:57
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Dalla luna...

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Titolo: Tradizioni
Autore: Ellyson
Tipologia: One Shot
Rating: Per tutti
Genere: Generale
Personaggi: Severus Piton, Elly
Pairing: Nessuno
Epoca: Post 7 anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Altro compleanno. Altra corsa.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


Tradizioni

Questa volta era preparata e le istruzioni erano state chiare.
C’era stato perfino un Se ne hai voglia nell’invito.
Il gufo era stato garbato; invece di planare in cucina con un’apertura alare grande quanto le sue finestre, si era appollaiato sul corrimano del balcone, fissando l’interno del salotto con gli occhi gialli.
L’aveva spaventata a morte quando l’aveva visto, ma almeno non aveva deciso di lasciare uno spiacevole ricordino sul pavimento prima di tornarsene ad Hogwarts.
Sembrava che avesse anche gradito il grissino alle cipolle che gli aveva dato per ringraziarlo.
Aveva aperto la busta con un sorriso sulle labbra e aveva letto le poche righe scritte.

Ormai sta diventando una tradizione.
Anche se spiacevole.
Se ne hai voglia, ore 17:00.
Severus.


Di tradizioni ne aveva poche, molte strane nate nella sua famiglia per caso, probabilmente destinate ad essere dimenticate nel tempo, ma non le importava.
All’orario stabilito il bottone si era illuminato come da indicazioni, l’aveva afferrato velocemente accogliendo la sensazione di essere risucchiata in un vortice di forme indistinte e colori sfumati.
Aveva picchiato il culo sul terreno arido del villaggio, come da buona tradizione.
Si era seduta sulla solita panchina di pietra iniziando a fissare il sentiero che portava alla scuola che si intravedeva in lontananza.
Si sentiva sempre una bambina quando riusciva a tornare, non spesso quanto desiderava, ma forse era meglio così.
Sorrise notando la figura nera che si avvicinava dal sentiero. Niente elfi domestici questa volta, era il Preside Severus Piton in persona e vestiti neri a fare gli onori di casa.
Si avvicinò con la sua lunga falcata, non indossava il matello, forse per il caldo, forse solo per limitare le battute poco fantasiose sui pipistrelli che facevano a lei tanto ridere a lui sollevare sempre più in alto il sopracciglio.
- Bene. – disse fissandola, rallentando appena - Sei qui. Andiamo.
La superò, senza più voltarsi, senza aggiungere altro.
- Ehi! – urlò alzandosi di scatto – Che modi sono?
Non le rispose, non che si aspettasse una risposta, camminò dietro di lui, cercando di mantenere il solito passo di marcia che a lui sembrava tanto piacere.
Si fermarono davanti alla porta della Testa di Porco.
Le piaceva la locanda, certamente non il posto più igienico della terra, ma l’atmosfera era tutto un programma.
Le piaceva l’odore pungente del legno dei mobili mischiato con quello dei liquori troppo forti che le facevano girare la testa, le due volte che Severus l’aveva portata c’erano dei tizi decisamente poco raccomandabili che avevano suscitato la sua curiosità. Non si era avvicinata, ma aveva fatto così tante domande a Severus da fargli tremare la vena sulla tempia destra.
Il mago aprì la porta, l’interno era in penombra nonostante fuori fosse pieno giorno.
Si era sempre chiesta se fosse un incantesimo o se fossero le finestre sporche a non far passare luce; probabilmente non avrebbe mai avuto risposta a questo quesito.
Severus entrò e lei lo seguì senza fare domande.
La locanda era deserta, certamente era presto per gli habitué del villaggio.
Aberforth era seduto su una sedia ad uno dei tavoli, davanti a lui una pinta di quello che non credeva fosse semplice Burrobirra. Stava leggendo il giornale e alzò lo sguardo nel momento esatto in cui sentì la porta aprirsi.
Guardò Severus, poi guardò lei e sbatté con poca grazia il giornale sul tavolo.
- Ti aveva detto di non portarla più Piton. – disse l’oste puntandole un dito contro.
- Non ho fatto nulla di male! – protestò.
- Hai cantato Dancing Queen con Diggis e Hopkins l’ultima volta che hai messo piede nella mia locanda.
Aprì la bocca per ribattere, ma la richiuse subito. Si voltò verso il mago che la fissava divertito.
- L’ho fatto davvero?
- Le orecchie mi hanno fatto male per giorni. – confermò – E non conosci neppure la metà del testo, hai biascicato in una lingua sconosciuta.
- Perché non me lo ricordo?
- Pozione anti sbornia. – spiegò – Ho dovuto dartela, altrimenti saresti tornata a casa in tanti piccoli pezzettini.
- La pozione cancella anche la memoria?
- No. Per quello devi ringraziare i liquori fatti in casa di Aberforth. Ti avevo detto di non assaggiare il suo whisky. – si voltò verso l’oste – Andiamo Aberforth è il suo compleanno.
Il fratello di Silente fissò lui, poi lei, sospirò e si alzò dalla sedia appoggiandosi al tavolo.
- Prenderò i bicchieri puliti.
Ora toccò lei sospirare.
- I bicchieri…- si voltò verso Severus – È meglio se non faccio domande, vero?
- Puoi provarci, ma non ti piacerà la risposta.
- Dato i precedenti. – domandò all’oste sedendosi ad uno dei tavoli grande appena per due persone – È possibile avere del the freddo? – Aberforth si limitò a fissarla senza emettere un suono – Lo prendo per un no.
Lo vide sparire nella stanza sul retro, lo sentì borbottare e spostare qualcosa di grosso, ma non fece domande.
Aberforth tornò dopo pochi minuti, due boccali pieni e schiumanti in mano; si avvicinò e li appoggiò con poca grazia sul tavolino. La schiuma scivolò lungo il boccale bagnando il legno.
- Sono sicura che sarà troppo forte. Se chiedo qualcosa per assorbire l’alcool rischio la vita?
- Sinceramente mi sorprende che Aberforth non si sia ancora avvelenato con la sua cucina.
Questo bastò per convincerla a non chiedere nulla da mangiare. Assaggiò a piccoli sorsi la birra, era fresca e decisamente troppo alcolica per quel tardo pomeriggio di Agosto. Si fermò quanto avvertì la testa abbastanza leggera.
Aberforth, nel frattempo, borbottava qualcosa nella stanza accanto.
Quando tornò da loro aveva tra le braccia un piccolo capretto dal pelo nero.
- Ma è bellissimo. – esclamò con più euforia di quanto ci si aspetterebbe nel vedere un capretto - È nato da poco?
- Da una settimana. – disse il mago avvicinandosi – Ecco Severus, volevi assicurati che stesse bene, giusto?
Il pozionista si alzò e lo prese in braccio, era piccolo, fissava Severus con gli occhi vispi senza paura.
- Ha iniziato a camminare?
- Sta in piedi e fa qualche passo. È ancora incerto sulle zampe.
- Si stia riprendendo bene. Dagli ancora il ricostituente per altri tre giorni. Dovrebbe essere sufficiente.
- Il piccolino sta male?
- Il parto è stato difficile e la madre è vecchia. È nato troppo piccolo. Avrei dovuto sopprimerlo, ma ho pensato di provare prima con un ricostituente. Nessuno prepara ricostituenti meglio di Severus.
Lui sembrò imbarazzato da quelle parole.
- Non sono un veterinario, Aberforth.
- Lo so bene, un veterinario non lo avrebbe curato. Tu ci hai provato e il piccolino qui sta meglio e potrà continuare a stare vicino alla madre.
Si alzò e accarezzò la testolina dell’animale, il pelo era morbido e caldo. Belò attirando l’attenzione e facendola ridere.
- Gli hai già dato un nome?
- No. Non sapevo che sarebbe sopravvissuto, non volevo affezionarmici troppo.
- Mi piace un po’ di sano ottimismo. – mormorò sarcastica mentre accarezzava la capoccetta pelosa della bestiola – Maschio o femmina?
- Maschio.
- Allora la scelta è facile. È tutto nero…
- No.
Sollevò lo sguardo verso Severus che la fissava con uno sguardo accigliato e le braccia incrociate al petto.
- Dai… gli si addice.
- Ho detto di no.
- Come secondo nome?
A quel punto il fratello di Silente scoppiò a ridere.
- Credo che questo mondo possa sopportare un Albus Severus alla volta, ma mio fratello era testardo come un caprone di montagna. – sollevò l’animale e lo fissò per qualche secondo – Sì, credo che Wulfic sia il nome giusto per questo piccoletto.
Non attese una loro reazione, tornò nel retrobottega lasciandoli soli.
Tornarono al tavolo, Severus sollevò un sopracciglio fissandola.
- Il mio nome?
- Andiamo Severus. Non mentirmi dicendo che non hai segretamente gongolato quando il Cappello Parlate ha urlato Serpeverde! sopra la testa di Albus Severus, lasciando ammutolita tutta la Sala Grande.
Seguì un lungo silenzio dove il pozionista bevve un sorso della birra.
- L’hai immaginata bene la scena.
- Non è andata così?
Altro silenzio.
Altro sorso.
- Più o meno.
Era il massimo che poteva aspettarsi.
Toccò a lei sorseggiare la birra, si bagnò appena le labbra.
Decisamente troppo alcolica.
- Come stai?
La domanda la colse un po’ all’improvviso, anche se sapeva che prima o poi gliela avrebbe posta.
Sollevò le spalle e provò a bere ancora un piccolo sorso.
- Non è una vera risposta. – insistette.
Sbuffò lanciandogli un’occhiata scocciata.
- Non mi fai paura.
- Stabile a sei e mezzo da un po’.
Non le risposte, ma la sola occhiata voleva più di mille parole. Le sentiva tutte quelle sue maledette parole non dette, una per una si infrangevano contro la sua glitterosa corazza che indossava con incredibile testardaggine. Una corazza che distraeva tutti; tranne il pipistrellone che aveva davanti.
- Va bene. – sospirò – Forse è più sul sette.
- È troppo alto.
- Facciamo un patto, Preside Piton. - borbottò seccata – Quando lei uscirà con una donna, io fisserò l’appuntamento dallo psicologo per sistemare il mio problemino con l’ansia.
- Questo è un colpo basso, Strana Babbana. – rispose usando il suo stesso torno formale e con snervante calma. Con quel sorrisetto tirato che le faceva venir voglia di urlare, o di prenderlo a pugni… o di fare entrambe le cose – Perché sa che io non uscirò con nessuna donna ed è il suo non è un semplice problemino.
- La tengo sotto controllo.
- Quando ti trovo a piangere in un angolo?
- Lì è quando arrivo a dieci, lo sai.
- Quante volte è capitato dall’inizio dell’anno ad oggi?
- Vuoi diventare tu il mio psicologo?
- Lo sono già.
- Pensa che fortuna la mia. Invece di aiutarmi, mi insulti… sempre.
Va bene. Forse ci mise troppa enfasi nel pronunciare quell’ultima parola.
Si fissarono in silenzio per un po’. Non abbassò lo sguardo, gli occhi neri le facevano una paura fottuta, probabilmente qualche anno prima si sarebbe andata a nascondere sotto qualche tavolo, ma non ora.
Non dopo avergli regalato una Puffola Pigmea rosa e dei calzini, non dopo che lui le aveva donato un unicorno antistress o indossato un discutile maglione solo per farla ridere quando il suo malessere era andato ben oltre il dieci.
Ora che ci pensava era sempre lui che la faceva stare meglio… lei lo disturbava.
Forse doveva smetterla di rompergli le scatole.
Abbassò lo sguardo, non tanto per timore della sua reazione, quanto per la consapevolezza di quello che rappresentava per lui: una rottura di scatole.
Sospirò, afferrò il bicchiere e bevve un sorso.
Si maledì nel momento in cui la sentì arrivare allo stomaco.
- Qualunque cosa tu abbia pensato. – pronunciò lui con un sopracciglio alzato – Era sbagliato.
- Non puoi sapere a cosa stavo pensando. – alzò lo sguardo – Oppure hai usato, di nuovo, la Legilimanzia su di me?
- Non serve. Ti sei incupita in un istante. Se non tollerassi la tua compagnia non saresti qui.
Sorrise.
- Quindi gradisci la mia compagnia.
- Ho detto tollerare.
- Detto da te è più o meno la stessa cosa.
Non le diede alcun tipo di soddisfazione, non che se lo aspettasse. Lo fissò finire la birra, la sua era appena a metà, non avrebbe bevuto più. Non voleva mettersi a cantare di nuovo o, peggio, aveva un attacco di sbornia triste e iniziare a piangere sulla spalla nera di Piton.
Sì, l’avrebbe fatto… le sue sbornie tristi erano leggendarie un tempo, prima di incontrare Severus.
Una volta i suoi pianti erano echeggiati per tutto un paesino sperduto nella provincia milanese, non avrebbe permesso che succedesse di nuovo ad Hogsmeade. Preferiva essere riconosciuta come quella che cantava stonata alla Testa di Porco, che quella che smoccolava sulla giacca di Severus Piton.
- Quindi la tieni sotto controllo?
Alzò gli occhi al soffitto: non avrebbe mollato.
Era come un bambino che ti chiedeva mille volte la stessa cosa solo per farti cedere.
- Gioco a The Sims che mi dà l’illusione di avere il controllo di qualcosa nella mia vita. Leggo un sacco di romanzi erotici con alieni incredibilmente dotati e coloro così tanto che ho più pastelli che vestiti nel mio armadio.
- Hai quarant’anni, ma ragioni ancora come una ragazzina spaventata.
- Io sono una ragazzina spaventata, Severus. Anche se ho quarant’anni.
- Almeno sei consapevole di quello che sei. - tirò fuori la bacchetta e la mosse appena, il solito sacchetto con l’unicorno vomita arcobaleni apparve sul tavolo – Ecco qui. Come da tradizione.
Afferrò il pacchetto ridacchiando e l’aprì curiosa.
Dentro c’era un taccuino dalla copertina nera, semplice, senza strani fronzoli, senza neppure una scritta. L’aprì e sfogliò le pagine rigate, in alcuni c’era un piccolo disegno di una piuma, in un'altra di un libro.
- Hai detto che hai finito il quaderno dove incolli le immagini da colorare. Potrai incollarne di nuove e fingere che vada tutto bene nella tua testolina stramba.
Se lo portò al petto, probabilmente era una stupidata per molti, ma per lei valeva moltissimo.
- È perfetto, Severus!
- Adesso parliamo dei tuoi gusti in fatto di lettura.
- Hai intenzione di giudicare quello che leggo?
- Ovviamente.

Fine

Edited by ellyson - 6/8/2023, 19:08
 
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view post Posted on 6/8/2023, 17:57
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Alle tradizioni non si rinuncia! Sempre divertente vederti interagire col nostro professore, Elly :lol: , e sempre godibilissimo il racconto dei momenti trascorsi con lui (anche se il buon Aberforth gareggia a pari punti in simpatia ^U^ ).
 
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view post Posted on 6/8/2023, 18:05
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Semplicemente Elly.
Una lunghissssssima splendida firma da gustare.
Però dai retta a Severus, per una volta!!!!

<3 <3 <3 <3 <3 :applauso:
 
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view post Posted on 7/8/2023, 20:34
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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Delizioso e godibilissimo. Come dice Chiara, una lunga, fantastica firma. Voi due insieme, nella tua mente, siete insuperabili.
Però, Piton come psicologo è una cosa tutta tua. Quasi invidiabile.
Bellissimi tutti e due: non potresti compiere gli anni tutto i mesi?
Tornando seria, mi inchino alla tua ironia e al coraggio.
<3 :Streghetta:
 
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view post Posted on 8/8/2023, 00:02
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Che bella storia, Elly! Dolce, malinconica, ironica, divertente. ❤️
 
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