Immagine base della copretina by Heliakin Lopes
Titolo: L'ultimo bacio
Autore/data: Ida Daneri - 11 novembre 2019
Tipologia: racconto
Rating: Per tutti
Genere: fantasy (vampiri)
Avvertimenti: nessuno
Riassunto: Bruciare nel gelo eterno di un bacio
Parole-battute: 416 - 2318
Questa storia è di mia proprietà e occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Premi, riconoscimenti e antologieL'ultimo bacio
Silenzio e buio, intorno a me, come nella prigionia della clinica.
Il gelo della morte mi avvolge, anche se sono tornata nella mia bella casa, libera di attenderlo ancora.
Libera di illudermi.
Spalanco la finestra nella notte rischiarata da un raggio di tetra luna.
Un fruscio, come di una serpe nel terreno arido.
O ali nel cielo dei miei sogni perduti.
Trattengo il fiato e ascolto.
Forse l’ho solo immaginato, forse disperatamente bramo ciò che non accadrà mai più.
Un sibilo sottile e sensuale fende l’aria e mi carezza le orecchie.
Il mio nome, sulle sue labbra.
Il cuore mi balza in petto e non credo a ciò che vedo.
A fatica lascio il letto e con le ultime forze mi trascino verso il terrazzo. Lui è lì, in piedi sulla balaustra, le ali spiegate che lente si richiudono, nero nel nero. Solo il suo viso riluce nel sorriso acuminato.
Con un saltello atterra elegante e si avvicina.
- Mio Signore! – esclamo chinandomi a baciare l’orlo di fumosa tenebra del suo mantello.
- Quanto tempo…
I nostri sospiri s’incrociano nell’aria oscura ove rosseggiano le sue iridi.
Siamo tremendamente cambiati.
Il tempo e la lunga malattia mi hanno rubato bellezza e fascino.
L’immortalità gli ha rubato l’anima.
Ma il mio amore non è cambiato.
Non cambierà mai.
Sono sua, per l'eternità.
Il fuoco arde nei suoi occhi e brucia la mia carne.
Non ho più freddo, ora.
Lui mi regala la vita.
L'ha fatto per tante notti, prima che mio padre mi facesse ricoverare, sgomento per la mia salute.
Allunga le bianche dita scheletriche e mi sfiora il viso in una carezza che mi infiamma la mia pelle:
- Sei sempre mia, com’eri un tempo? – sussurra in un sibilo colmo di desiderio.
Incredula spalanco la bocca: il Mio Signore mi vuole, ancora, anche se la grave anemia ha inciso pesanti segni sul mio fragile corpo e sul volto sfiorito, più pallido perfino del suo.
Annuisco, il sorriso a illuminare la mia cerea pelle rovente.
Mi trova ancora bella, come lui lo è per me. Lo è sempre stato e lo sarà per sempre.
Brama il mio sangue, lo sento.
Inclina il capo e sorride, il bianco volto acceso dalle fiamme nere delle iridi. Mi tende la mano:
- Vieni…
Chiudo le palpebre e tremo.
Il suo fuoco m'incendierà, ancora, e mi farà sua.
Ed io voglio solo avvampare, nel corpo e nell’anima.
Ancora un'ultima volta.
L'ultimo bacio.
L'ultima goccia di sangue.
E poi sarò sua, per l'eternità.