Il Calderone di Severus

Kijoka - Incontro inatteso , Rating: per tutti Genere: introspettivo Personaggi: Severus, Lucius Malfoy Pairing: nessuno Epoca: Post HP7 Avvertimenti: AU

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view post Posted on 25/11/2022, 22:01

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Titolo: Incontro inatteso
Autore/data: Kijoka - Novembre 2022
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus, Lucius Malfoy
Pairing: nessuno
Epoca: Post HP7
Avvertimenti: AU

Riassunto: Un dialogo tra due esistenze.

Nota: Storia scritta per la Sfida di Novembre, nell’ambito della “15 anni con Severus”.

Campione della Scuola di Beauxbatons

Caratteri: 33.421

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


Incontro inatteso

I fiocchi cadevano lentamente.
Ogni cosa era coperta da un incantato mantello candido che attutiva qualsiasi rumore, persino quello dei pensieri.
I cristalli di ghiaccio sembravano inconsistenti, ma la neve crocchiava sotto i passi sicuri e rapidi.
Stivali neri, pantaloni scuri che fasciavano gambe lunghe e muscolose.
Rapide volute del mantello danzavano attorno al corpo longilineo.
Si fermò.
Il silenzio era quasi irreale.
La notte lo avvolgeva e proteggeva, nascondendo anche il dolore che albergava in fondo all'anima.
Conosceva la strada e, dopo essersi accertato di essere solo, svoltò l'angolo trovandosi nel cammino che ormai percorreva spesso.
La mano chiara spinse il cancello di ferro grigio che stridette, quasi fosse un animale ferito.
Entrò silenzioso e riprese a camminare veloce verso la meta che non era troppo lontana.
Lo scricchiolio degli stivali sui fiocchi ghiacciati lo accompagnò fino all'arrivo sulla tomba.
Aveva una strana impressione: si sentiva osservato, quasi non fosse solo.
Continuando a lanciare sguardi furtivi attorno a sé, sondò il buio con attenzione, ad occhi socchiusi, per mettere a fuoco ogni ombra.
Stupido! Chi poteva mai esserci a Godric's Hollow a quell'ora della notte?
I ricordi e quella pressione alla bocca dello stomaco lo trascinavano nel passato.
Non c'era più motivo di sospettare ed avere paura.
La particolare sensazione non lo abbandonava però, e sentì uno strano pizzicore alla nuca, come quando percepiva il pericolo. Come allora, quando doveva fuggire.
Si passò la mano tra i lunghi capelli e prese a massaggiare distrattamente la base del cranio, mentre continuò a scrutare la notte, attento e sospettoso.
Poi gli occhi incontrarono la scritta sulla lapide e tutto divenne sfocato.

Si era nascosto.
Sorpreso dalla presenza rivelata dal lamento stonato del cancello d'ingresso e poi dal rumore attutito dei passi sul ghiaietto.
Non c'era mai nessuno a quell'ora al cimitero.
Chi era così solo da essere lì nel cuore della notte?
Si era ripulito alla meglio le mani dalla terra e si era diretto poco lontano dalla grande aiuola dove stava scavando.
Da dietro l'alta statua di un angelo piangente riusciva a scorgere piuttosto bene lo sconosciuto fasciato da un ampio mantello scuro il cui cappuccio calato ne nascondeva alla perfezione i lineamenti.
Con un gesto tanto silenzioso, quanto rapido e felino, placò il fremito che proveniva dalla tasca interna della giacca.
Rimase immobile per qualche tempo, spiando i movimenti eleganti e guardinghi dello sconosciuto.
Si guardava intorno.
Che l'avesse visto?
No. Impossibile. Ormai nessuno riusciva a vederlo se non lo desiderava!
Represse un sorrisetto ironico: quanto era diventato presuntuoso con l'età.

Eppure era certo di aver udito un rumore...
Tornò a focalizzarsi sulla tomba, togliendo dei rametti caduti dall'imponente abete che la sovrastava.
Il candore del manto nevoso era in contrasto con il marmo scuro, screziato appena di un verde vivace.
Sfiorò le lettere del nome con dita tremanti e una lacrima bruciante solcò, inattesa, la guancia chiara.
Restò immobile. La mano protesa in una dolce carezza e il cuore in tumulto.
I ricordi lo avvolsero e lo rapirono in un attimo.
E l'anima volò via da quel posto triste e solitario per rincorrerli.

Strofinò le dita nel mantello.
Lo sconosciuto sostava davanti alla tomba e sembrava non avesse alcuna intenzione di andarsene.
Merlino!
Era la notte giusta, doveva agire, ma non voleva essere scoperto. Negli ultimi tempi era l'unico frequentatore di quel luogo e se l'era presa con calma. Che si fosse sbagliato pensando di essere sempre solo?
Il posto designato era comunque defilato e incolto, per cui non credeva che qualcuno ci potesse far caso.
Quei semi erano davvero preziosi. Ci aveva messo settimane a farseli consegnare ed ora non voleva perdere quella finestra temporale. Era disposto a tutto!
Di nuovo poggiò la mano dolcemente sul piccolo rigonfiamento della tasca posta a livello del cuore. Il movimento subito cessò.
Ma chi era quell'uomo?
Qualcosa nel portamento e nei movimenti gli sembrava familiare.
In realtà non conosceva nessuno che potesse avere una sola ragione per essere in quel luogo a quell'ora.

Scostò la lunga ciocca di capelli con un gesto lento ed elegante.
Il cuore stretto in una morsa glaciale, il fiato gli bruciava la gola.
Le ginocchia cedettero all'emozione e affondarono nel soffice tappeto bianco e gelido.
- Cissy...
Il nome era stato pronunciato in un doloroso soffio.
Tutto il resto perse di significato e il cappuccio scivolò sulle spalle.
La fioca luce del lampione accanto si riflesse sulla lunga chioma biondo platino.

Non era mai stato in quella parte del piccolo cimitero.
Non aveva idea di chi fosse la tomba dove lo sconosciuto si era fermato.
L'alto albero che la ombreggiava creava una sorta di piacevole intimità. Chiunque vi fosse a dimora doveva essere stata una persona molto amata.
L'uomo dal mantello si mosse allungando una mano ed abbassando il capo.
Volse lo sguardo altrove: non era venuto per spiare il dolore altrui, ne aveva già abbastanza del suo.
Quando era rientrato dal lunghissimo viaggio, necessario alla sua sanità mentale, il primo luogo dove aveva voluto tornare era stato quel cimitero, prima ancora di affrontare la sua nuova vita.
Non ne aveva ancora la volontà: lo aspettavano giorni difficili, tante spiegazioni e infiniti dolori da ripercorrere e rivivere.
Non era ancora arrivato il momento giusto.
Ma lì ci tornava quasi ogni notte.
La prima volta era stato perché le doveva almeno un ringraziamento ed un saluto.
Da poco tempo invece tornava perché aveva trovato quel che gli serviva alla pozione. Incredibile: proprio lì, in mezzo alle tombe del cimitero. Piante lontane anche dal ricordo della maggior parte dei maghi, che lì crescevano ancora, quasi ad omaggiare le generazioni che riposavano in quel luogo.
E poi stasera era arrivata la notte giusta: doveva piantare quei semi rari!
Aveva già messo a dimora le nuove piantine che reggevano il clima, mentre le altre le conservava nel suo rifugio temporaneo. Fiori e piante tropicali, al caldo di quella che era diventata la sua tana, in realtà la casa che non aveva mai avuto
Ormai gli mancava solo un ingrediente e avrebbe potuto tornare ad essere autonomo: la pozione che lo aiutava a sopportare il dolore poteva essere riprodotta.
Ma chi poteva procurargli la Mandragola?
Non era così facile da trovare.
Forse dopo che avesse fatto ritorno alla vita sociale gli avrebbero permesso di chiederne le foglie che necessitavano proprio a Hogwarts.
Magari era solo per questo che avrebbe dovuto infine palesarsi e mettere fine alla libertà goduta fino a quel momento.
Ogni cosa sarebbe quindi presto cambiata, forse più di quanto era cambiato lui stesso, ma in effetti un pochino si divertiva a tornare, di tanto in tanto, dal vecchio, arcigno ed ermetico Severus Piton.
Tornò ad osservare lo sconosciuto.
Il cappuccio era scivolato e il contegno, con la chioma bionda, ancor più platinata dall'età, gli rese impossibile non riconoscerne il possessore.
- Lucius?

Si voltò di colpo, sorpreso dalla voce profonda, che, pur in un sussurro, aveva riempito il silenzio ovattato della notte.
Un uomo usciva da dietro una grande statua poco lontano.
Gli sembrò un miraggio, ma ci mise poco a riconoscerlo: il passo e il portamento erano unici.
Non poteva credere ai propri occhi, eppure non era un fantasma!
Era reale.
Nella totalità era proprio come lo ricordava, ma, avvicinandosi, i particolari lo resero profondamente diverso.
Nonostante la luce fioca dei lampioni che li osservavano dall'alto, la carnagione aveva una sfumatura molto più scura del solito e i capelli erano cresciuti moltissimo, trattenuti in una lunga coda appoggiata su una spalla e fermata da un legaccio di cuoio.
Dettagli strani che non gli erano mai appartenuti e lo facevano sembrare quasi un selvaggio.
Eppure portava sempre il solito vestito scuro, ammantato nel lungo e pesante mantello nero.
Anche se, osservandolo meglio, la lunga redingote sul petto era tirata in più punti, quasi fosse di una misura più piccola.
Si alzò in piedi, asciugandosi il viso con un rapido gesto del braccio, come aveva imparato a fare e cioè come fosse un movimento fluido per liberarsi del mantello: non si doveva vedere un Malfoy piangere.
Era incredulo.
Nessuno era a conoscenza del fatto che fosse sopravvissuto alla battaglia e averlo ora di fronte, confuso nel buio, in un cimitero solitario nel cuore della notte scura, con un aspetto così mutato, fu un vero choc.
Il mago gli era andato incontro con rapidi passi sicuri e si era fermato poco lontano.
- Severus? - Il tono era sorpreso, ma amichevole.
Si fronteggiarono.
Il cielo terso degli occhi di Malfoy si fuse col carbone ardente di quelli di Piton.
- Dunque tutte quelle voci erano vere!
Continuò ad osservarlo. Da vicino era sempre magro, ma la forma fisica era mutata: quasi irrobustita, potenziata.
Era come se la lontananza, come pure il tempo trascorso, lo avessero non solo maturato, come tradivano i lineamenti, ma anche rimesso in salute. Come se fosse diventato l'uomo che avrebbe sempre dovuto essere.
Ma c'erano minuzie che parlavano di una vita diversa, di intenzioni e pensieri differenti, nuovi, evoluti.
Le labbra sottili però non avevano ancora proferito parola.
Solo gli occhi scuri gli vagavano sul volto, l'uomo sembrava soppesare l'opportunità di una risposta.
Malfoy si riscosse e cercò di pungolarlo per portarlo a una reazione di qualsiasi genere:
- È passato così tanto tempo! Pensavamo tutti tu fossi morto alla Stamberga... È evidente che non è stato così! Ma cosa è successo, dove sei stato finora? Dove ti eri nascosto?
Severus teneva gli occhi agganciati alla piega amara delle labbra del vecchio compagno di sventure, lo sguardo attirato dalle piccole rughe attorno agli occhi cerulei che parlavano di una sofferenza crudele e acuta.
La voce era sempre la stessa, ma c'era qualcosa di nuovo in Malfoy.
La mente di Piton si riempì di fatti, incontri, frasi ed esperienze condivise. L’altro stava ancora attendendo una risposta: voleva raccontare la verità? La scelta più comoda sarebbe stata mentire, ancora una volta.
Ma non era più quell'uomo.
Di colpo realizzò che i tempi erano cambiati. Non aveva nulla da nascondere, se non la sua esistenza in vita e quel passo lo aveva appena fatto, rivelandosi con leggerezza. Che fosse stanco anche di nascondersi?
Sospirò piano:
- Già, è passato parecchio tempo. A me sono sembrati secoli. Sono stato lontano, Lucius. Molto lontano. - L'abbozzo di un sorriso storto gli sfiorò le labbra - Dall'altra parte del mondo.
L'uomo biondo considerò le frasi appena udite.
Gli erano sembrate una vera confessione, qualcosa che non avrebbe dovuto sapere, ascoltare. Come doveva prenderla? Sembrava quasi un'incredibile espressione di fiducia. Decise di non reprimere i pensieri e nemmeno i sentimenti:
- Dovunque tu sia stato, sono contento di vederti e che tu sia ancora con noi. La lontananza ti ha giovato moltissimo. Sembri in ottima forma, quasi rimesso a nuovo! - Un ampio sorriso arrivò ad illuminare le iridi chiare.
Il tono mellifluo che Severus ricordava non era cambiato, ma una strana ombra vi aleggiava all'interno. Sembrava una vibrazione soffusa, una sotto nota. Quasi che una nuova inflessione ne avesse avvolto il suono. Era una malinconia tenace, era un accento rinunciatario, era una frattura in un sé antico. Lucius dava l'impressione di essere sempre uguale, eppure la sua voce lo dipingeva spezzato nel profondo.
Era sicuro che non ne fosse consapevole, ma avevano passato insieme più tempo di quanto avrebbe voluto e quel tono non gli era mai appartenuto. A quel punto rispose e la voce profonda vibrò:
- Direi di no. Sono ancora io, sempre io. - La pausa fu per cercare le parole giuste per esprimere quel che aveva dentro - Solo ho imparato ad accettare.
I due uomini avevano condiviso esperienze, per poi diventare concorrenti, nemici. E ora?
Si fronteggiavano ancora insicuri circa il vero comportamento da tenere durante l'inaspettato incontro che stava rivelando molto l'uno dell'altro, anche se ancora non ne erano consapevoli appieno.
Severus continuò a studiare i lineamenti eleganti di Malfoy:
- Anche per me i giorni fuggono via. Ma qui sembrano fermarsi, vero? Siamo in un inaspettato e trattenuto respiro del tempo... - Lo vedeva cambiato, confuso e dimesso, come se dentro certezze e punti di riferimento fossero venuti meno, come se il suo io avesse camminato per troppo tempo in bilico su una corda tesa nel vuoto.
Forse era successo l'ultima notte della guerra. Quando tutti avevano dovuto fare i conti con le loro convinzioni, con il coraggio e con tutti gli egoismi.
Oppure era solo che poteva non essere facile continuare ad essere un Malfoy dopo la caduta del Signore Oscuro.
Erano passati degli anni, ma l'espressione del viso e le nuove, piccole rughe non sembravano sottolineare solo il passare del tempo.
Studiò l'abbigliamento di Lucius. Era tornato a vestire da signore: il lungo e ampio mantello con cappuccio blu notte copriva una giacca di un azzurro pervinca, sopra un paio di pantaloni stretti e scuri.
Elegante e vistoso.
Era evidente che la fine del momento buio del mondo magico non aveva dato così tanti pensieri all'uomo abituato agli agi e al lusso.
Malfoy si accorse dello sguardo indagatore e per un momento ne fu sconcertato.
Cosa voleva Piton da lui?
Lo stava giudicando?
Come sempre gli occhi neri, freddi e rigorosi, lo misero a disagio.
Sapeva di essere fuori luogo vestito com'era. Non avrebbe mai pensato di incontrare lì qualcuno che lo aveva conosciuto nel suo momento di più alto fulgore, prima della rovinosa caduta. La verità era che indossava sempre il suo vestito migliore per andare da Cissy, l'unico salvato dallo spoglio forzato degli antichi averi.
Lo doveva a lei. Glielo aveva promesso: doveva mantenere la dignità, per se stesso e per Draco.
Ora più che mai era importante, come il rispettare ciò che c'era stato tra loro. Alzò il viso in gesto di sfida:
- Cosa ti porta qui, in questo luogo triste e defilato, Piton?
Il mago di nuovo non rispose subito:
- Sono venuto a trovare un'amica. - Nella mente gli scoppiarono immagini di adolescenza e infanzia, intesa e comprensione, vicinanza e tante risate.
Un brivido corse lungo la schiena di Severus mentre i ricordi gli riempivano la mente e di nuovo fu distratto dal tremore nella giacca.
Una vita fa.
Il cuore doleva, la gola stretta da un nodo che non si sarebbe mai sciolto.
Basta! Non le doveva più nulla. Lily gli aveva mai promesso nulla.
Ma quella tomba, la lapide con il suo nome, avevano turbato spesso i suoi sogni.
Appena rientrato in patria aveva dovuto tornare lì e raccontarle, non senza fatica e tormento, che finalmente si era affrancato dall'ossessione di un presunto amore e che aveva imparato a vivere. Malfoy non lo avrebbe capito, anche se Potter aveva spifferato ogni cosa sulla sua vita privata ed era difficile che qualcuno non sapesse.
In effetti Lucius sapeva.
Gli era guizzata per la mente l'idea di freddarlo con una battuta: si rendeva conto che nessuno avrebbe più creduto alla storia dell'amica?
Ma non era più quel tipo d'uomo: il dolore l'aveva cambiato.
Non amava più farsi beffe del dolore altrui perché ne aveva avuto abbastanza del proprio. E mentre quella spina rovente si stava stancando di rovistare tra le sue viscere, adesso che una piccola, nuova speranza si stava facendo strada nel suo cuore non voleva più tornare ad essere chi era stato.
Quindi sorrise benevolo, annuendo appena, senza abbassare lo sguardo dagli occhi scuri e passò oltre:
- Resterai?
Piton trasse un lungo sospiro, volgendo lo sguardo altrove:
- Ancora non lo so. - Il tono era leggero, quasi la decisione non fosse troppo importante. - Dipenderà da come prenderanno la notizia che esisto ancora, credo...
Subito aggiunse:
- Nel caso la situazione fosse troppo complicata so comunque dove tornare.
Le iridi scure tradirono un guizzo appagato.
Quanto era stato bello viaggiare in luoghi dove nessuno conosceva il suo nome, dove nessuno aveva idea della sua storia. Aveva cominciato a comportarsi, e poi a sentirsi, l'uomo che avrebbe sempre voluto essere.
Aveva imparato a condividere, ad ascoltare senza pregiudizi, a prendere il meglio dalla vita, a confrontarsi con serenità con le proprie emozioni, perfino a perdonarsi e, non ultimo, a sorridere.
Era cresciuto.
A quel punto lo avevano accettato e aiutato.
Era entrato a Castelobruxo quasi come uno studente fuori tempo massimo ed aveva passato mesi a studiare e imparare.
Infine gli avevano regalato una nuova vita e un sapere ancor più profondo.
Aveva scambiato esperienze e conoscenze, in effetti gli avevano donato la serenità.
In un primo tempo nascosta in una pozione di foglie di Mandragola, Passiflora e Biancospino, oltre ad altre erbe ben dosate, che riusciva a lenire il profondo dolore della ferita al collo, ma anche quello altrettanto penetrante della perdita che albergava in lui da anni, e poi donandogli la loro fiducia incondizionata.
Non era più riuscito a fare a meno di nessuna delle due.
Piano piano però la nostalgia di Hogwarts si era fatta più pungente e l'aveva spinto a tornare.
Si riscosse tornando a spiare i movimenti del suo interlocutore.
- Certo, meglio avere sempre un piano B pronto. - Sottolineò Malfoy - Capisco benissimo. Ma non credo tu ne possa avere realmente bisogno! – Un’espressione di calda benevolenza gli rilassò il volto, mettendone in luce l'avvenenza. Il mago si avvicinò di un passo, toccando appena l'avambraccio di Piton:
- Vedrai, non dovrai pentirti di esserti rivelato.
Fu solo allora che Severus lesse il nome scritto sulla lapide non più nascosta dal corpo stretto nel mantello blu.
Una sorta di ombra passò sui lineamenti aguzzi. Le iridi scure tornarono, indagatrici, sul bel viso chiaro:
- Narcissa? Ma quando è mancata, come? - Abbassò la voce in un sussurro - Non lo sapevo, mi dispiace. Anche se è da qualche mese che sono tornato evidentemente qualcosa ancora mi è sfuggito...
Mentre parlava nella mente di Severus passarono veloci i ricordi. Attimi lontani, vissuti insieme a quella donna forte. Il suo passato sciagurato e l'amore che leggeva sempre nello sguardo di Narcissa quando gli parlava di Draco e del marito.
Non avevano condiviso molto, a parte un giuramento, eppure l'aveva sempre ritenuta coraggiosa e risoluta, anche se troppo legata alle antiche convinzioni e succube del marito per riuscire a cambiare il loro destino. La guerra aveva fatto giustizia anche su di loro?
Ritornò ad ascoltare Lucius che, dopo un lungo attimo, riprese:
- Non ne abbiamo dato notizia. - Malfoy abbassò lo sguardo mentre le linee della tomba ancora una volta si confondevano - È successo tutto così in fretta. Ancora non mi capacito.
Ci fu un momento sospeso. Poi, con poche frasi, secche e concitate, Lucius lo mise al corrente di quel che gli aveva strappato l'amore della vita, nel momento in cui avrebbero potuto essere più legati.
Gli occhi turchesi si riempirono di lacrime, ma non una perla salata sfuggì al rigido controllo.
Severus rivide se stesso nella sua precedente vita.
Ricordò lo strazio dell'anima, il senso di colpa, la mancanza di qualcosa che avrebbe solo potuto essere, lo struggersi per settimane, mesi dietro ai ricordi. Gli tremarono le mani.
Lo straziante dolore gli aveva quasi fatto perdere totalmente il senno, la sua umanità. Per un nonnulla avrebbe anche potuto perdere se stesso. E ci era andato così vicino!
Un brivido freddo gli percorse la spina dorsale e avvertì di nuovo il lieve fremito.
Invece no, era tornato in sé.
Quasi in trance si era confessato che tutto quanto era accaduto solo per colpa sua.
Questa verità avrebbe potuto sconfiggerlo, annientarlo, perfino ucciderlo.
Invece lo spinse alla scelta.
Come un uomo in alto mare, o resiste oppure affoga, aveva scelto di resistere e trovare una nuova via, in nome e per conto di quell'amore.
La voce di Lucius lo raggiunse nella nebbia dei ricordi. Parlava quasi in un sussurro, vibrazione dolorosa di un sentimento profondo e perduto:
- Il vuoto, il dolore della perdita è devastante. Nulla vale più la pena, ogni cosa perde di significato. Mi sono sentito solo, abbandonato, senza speranza. - Poi dopo un momento - Tu lo sai cosa vuol dire, vero?
Dunque era successo, considerò Severus tra sé, anche il borioso Malfoy aveva fatto i conti con la vita e sopportato quel lacerante tormento.
Soffocò un attimo di colpevole compiacimento, subito soppiantato dalla comprensione e dai ricordi.
L'anima si contrasse e rigurgitò una nuova verità: Lucius era stato amato.
La sofferenza poteva essere mille volte più crudele della sua.
L'amore per Lily era stato vissuto a senso unico, senza davvero provare ciò che un sentimento ricambiato può comportare.
Un moto di delicata invidia lo colmò. Davvero poteva ancora essere geloso della perduta felicità altrui?
Ancora una volta scacciò da sé quell'emozione che non gli faceva onore, tornando a pensare a quanto simili fossero in quel momento.
Per le ragioni sbagliate, nel momento sbagliato e con troppi errori sulle spalle di entrambi.
Erano due uomini soli in un mondo silenzioso e gelido.
Quindi ora avevano qualcos'altro in comune oltre alla scellerata scelta di Mangiamorte.
Si stupì di ciò che stava suo malgrado pensando.
Aveva davvero deciso, senza pensarci troppo, di smettere di sospettare e di fidarsi di qualcuno così ambiguo e sleale?
Severus spiò i lineamenti marcati dell'uomo che aveva di fronte, mentre lo ascoltava raccontare gli ultimi giorni della donna che amava.
Ora comprendeva cos'era la piega amara presa dalle labbra, le rughe, l'aspetto recalcitrante e chiuso: straziante dolore.
Lontani per nascita, status sociale e educazione, la morte quella notte li avvicinava, e nel luogo giusto per farlo.
- Quando si è tanto amato è possibile restare vivi quando l'oggetto di quell'amore viene a mancare? - Lucius era consapevole di porre la domanda al solo in grado di dare la giusta risposta.
- Sì. - La profonda voce di velluto riverberò nel silenzio ovattato della notte. - Se vuoi chiamarla vita.
Severus scosse la testa subito dopo:
- Ci vuole tempo. Poi si impara a convivere con la mancanza.
Lucius continuava a fissare quel volto magro, sicuro e triste. Sapeva che questo momento di crudele sofferenza, solitudine estrema, sarebbe passato, ma quando? Subito un'altra domanda salì alle labbra:
- Come hai fatto a sopravvivere a questo straziante senso di inutilità, all'assenza?
Gli occhi scuri si abbassarono, fissandosi sul tappeto erboso reso quasi morbido dai fiocchi gelati.
- Non lo so. - Rispose delicatamente - Ho dovuto. Per lei e per me.
Il fiato raschiava in gola come per una lunga corsa mentre cercava di arginare l'assalto dei sentimenti che quelle parole avevano acceso dentro il cuore.
Un nuovo movimento nella tasca interna costrinse Severus ad abbassare lo sguardo.
Si stava agitando troppo. Rialzò lo sguardo.
Malfoy si accorse che era mutato. Come se una energica forza interiore fosse ritornata a scorrere in lui:
- Ora sto meglio. - Continuò Severus, - Ho cambiato la mia vita, ho rivalutato le priorità e ho trovato una pozione che mi aiuta, ogni giorno.
- Una pozione?
Piton rispose, lo sguardo colmo di lontane memorie che tratteneva un brillio cupo:
- Già. Amici hanno studiato per me, con me. E con questo distillato riesco a controllare sia il dolore fisico che quello dell'anima. Mi aiuta a vivere, a pensare in modo lucido e anche a dormire.
Malfoy sorrise appena:
- Ne parli come di qualcosa che può creare una dipendenza.
- Sì, per i primi mesi è stato così. Poi ne abbiamo dosato purezza e concentrazione. Ora la formula è perfetta. Tiene lontana ogni tipo di sofferenza e pian piano la fa regredire. - Con un gesto quasi istintivo carezzò la gola coperta dalla consueta sciarpa di seta nera. - Ma riesce ad acquietare i pensieri ricorrenti, instilla serenità e, inaspettato, fa crescere i capelli più velocemente, sani e forti.
Severus si sentì egoista e gretto per aver magnificato un suo successo davanti a chi nuotava ancora nell'abisso profondo.
Il viso magro del mago vestito di scuro emanava ora sicurezza e quiete, mentre gli occhi chiari non ne lasciavano un attimo i lineamenti.
Sembrava che Lucius volesse chiedere qualcosa ma non trovasse le parole oppure non volesse umiliarsi tanto da domandare.
Nel giro di pochi momenti però lo stupì:
- Severus, pensi sarebbe possibile farmi provare questa pozione? Sono mesi che non dormo...
Lo sguardo nero sondò a fondo l'espressione sul volto raffinato di Malfoy. Lo aveva fatto: aveva domandato. Era stato certo che non si sarebbe esposto. Che fosse davvero così tanto cambiato?
Lucius non riusciva più a comprendere cosa potesse passare nella mente del mago che era diventato l'eroe della guerra magica, suo malgrado. Perché non parlava? Perché lo teneva ancora sul filo del rasoio? Cosa frullava in quella testa insondabile e caparbia? Provò allora a far comprendere il suo punto di vista:
- Cissy mi manca moltissimo, ma da qualche tempo ho ricevuto la notizia da Draco che diventerò nonno. Ho perso una persona fondamentale della mia esistenza e ogni giorno ne comprendo e rimpiango il valore. Pensavo che avrei solo sceso la china fino alla mia stessa morte, senza più ragioni per andare avanti, senza più motivi per coltivare speranze e progetti. E poi la rivincita della vita. Qualcosa di lei mi è stato donato, di nuovo. - S'interruppe per un attimo, quasi respirando a fatica. Era evidente quanto fosse difficile continuare a svelarsi con tanta sincerità ad un vecchio nemico – Andandosene Cissy si è portata via una parte importante di me, ma tra poco ne ritroverò un'altra, non meno cara.
Severus ancora non aveva detto nulla e quindi Lucius continuò:
- Il dolore ti cambia. Non sono più come una volta, non credo più alle sicurezze di cui mi facevo corazza. Ora vedo il mondo in un'altra ottica, meno preso dalle sciocchezze e più legato ai veri valori che mi portano al cuore dell'esistenza.
Il viso di Piton sembrò raddolcirsi, gli occhi si distolsero dalle iridi chiare, le labbra si stirarono appena e la mano magra corse al cuore, quasi ad acquietare il battito.
- Sai, Lucius, se desideri penso di poter cederne un po’. Ti aiuterebbe per qualche tempo. Inoltre sto per diventare autonomo nella produzione di quella che mi serve. In effetti mi mancherebbe solo un ingrediente. - La voce divenne un sussurro - Sai dove potrei procurarmi foglie di Mandragola senza attirare troppo l'attenzione?
Restò a spiarlo. Ora toccava a lui, adesso voleva vedere fino a che punto fosse importante andare avanti per quell'uomo infido e approfittatore. Ad ogni modo, prima di consegnare un liquido che era valso anni di studi e prove, doveva essere più che sicuro.
La voce strascicata rispose nello stesso tono basso e calmo:
- Se hai in mente Hogwarts scordatelo. Dovrai farti riassumere per poter avere l'agio di frequentare le serre. La McGranitt governa ancora col pugno di ferro, fidati! - Un'idea più fattibile balenò nella mente di Lucius - Ma c'è la serra nel giardino di villa Malfoy. Non è più casa mia, ma i punti deboli per accedervi sono rimasti gli stessi...
Sembrava sincero, pensò Severus, scacciando la tentazione di domandare del presente dei Malfoy.
Certo non avrebbe mai accettato qualcosa che non avesse colto con le sue mani e quindi non lo avrebbe lasciato andare solo a cercare quelle foglie: doveva essere certo che provenissero dalla pianta giusta.
Draco. Il piccolo di casa che avrebbe avuto un figlio.
Severus si augurò che gli errori dei padri potessero non pesare sul suo destino. La creatura che si affacciava al loro mondo difficile aveva bisogno di tutta la fortuna possibile per crescere con idee e indirizzi diversi, ma si augurò che Draco avesse alla fine compreso e assimilato la lezione.
Si osservarono ancora per qualche momento in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri e considerazioni.
- Ora me ne vado, Piton. Vediamoci qui tra una settimana, stessa ora di oggi, e vedremo di organizzare la ricerca di ciò che ti serve.
- D'accordo. Ti porterò qualche sorso della pozione, da provare.
Lucius annuì, poi abbassò la testa in un rapido saluto e si allontanò velocemente nella notte, lasciando dietro di sé tante domande e l'attutito rumore dei suoi passi.
Dirigendosi verso l'uscita soppesò la situazione. Poteva consumare qualcosa ricevuta dall'antico nemico? Poteva fidarsi?
In fondo aveva poco da perdere, ma soprattutto, dentro di sé, sentiva di poterlo fare. Percepiva di aver ritrovato un antico flebile legame, qualcuno con cui ora aveva qualcosa in comune in più, che non fosse solo il loro passato ingombrante. Complice la notte, il luogo triste e la intima pena condivisa in pochi attimi anni di confronti e sfide erano diventati parte di una vita chiusa e definitivamente abbandonata.
Forse finalmente il passato era passato ed era solo il momento di andare avanti, anche per il bimbo che presto si sarebbe affacciato al mondo.
Severus era tornato all'aiuola poco lontana.
Immobile nel freddo della notte, il gesto gli venne spontaneo: aprì la redingote, sotto il mantello.
Tolse dalla tasca interna la bestiola, adagiandola piano sul palmo dell'altra mano.
Al contatto d'improvviso nella mente gli si dipinse la scena di parecchi mesi prima.
Era mattino. Fuori dalla grande aula incastrata tra le radici dell'enorme ceiba, i ragazzi del primo anno stavano in cerchio, le bacchette sfoderate, a inveire contro qualcosa.
Si era avvicinato fino a scoprire una piccola palla di pelo di un particolare rosso scuro che subiva attacchi continui di incantesimi da parte degli alunni più intraprendenti.
Solo dopo qualche momento si era reso conto che si trattava di una Puffola Pigmea.
Era intervenuto sottraendo loro la piccola bestiola.
Li aveva ripresi con fermezza per aver sottoposto a quel tipo di trattamento un essere vivente. Poi aveva continuato, con tono più calmo, svelando la vera natura pacifica e tranquilla della palla di pelo solitamente, per quanto ne sapesse, di un nauseabondo color rosa.
I ragazzi erano rimasti stupiti e affascinati dal suo argomentare a favore dell'animaletto, tanto che avevano chiesto informazioni e chiarimenti. Glieli aveva dati, con dovizia di particolari.
Evidentemente l'anziano professore di erbologia stava osservando ogni cosa perché da quel giorno aveva iniziato a ritenerlo degno di fiducia. Che fosse stato solo perché si era preso la briga di difendere una creatura innocua e di dar modo agli alunni ancora alle prime armi di comprendere l'importanza della vita in ogni sua forma?
Non lo avrebbe mai saputo, ma dopo quel giorno, piano piano, ogni remora nei suoi riguardi, da parte sia dei ragazzi che degli insegnanti, era caduta, superata, dimenticata.
La palla di pelo era stata la sua fortuna.
Dopo qualche settimana gli studenti erano tornati, tutti in gruppo, e gli avevano consegnato un cesto di puffole di quel particolare vermiglio.
Lo aveva accettato con cortesia. Tempo dopo si era informato su quell'inusuale variazione di cromia rispetto agli stessi animali che aveva visto più volte nei corridoi di Hogwarts, soprattutto in alcune particolari, mielose ricorrenze. Era venuto a conoscenza così della modifica apportata tramite particolari incantesimi e miscugli di erbe.
Col passare degli anni le puffole di quel colore erano diventate una specie a sé, frequenti solo in quella parte di mondo.
In quel momento aveva compreso davvero le potenzialità della scuola: non c'erano limiti al sapere. Aveva allora cominciato a collaborare attivamente, portando le sue esperienze e scambiando informazioni.
Nel frattempo aveva scoperto che questi animaletti erano anche molto differenti da quelli che conosceva: più comunicativi, più delicati e molto più sensibili ai sentimenti. Li percepivano, li anticipavano e li assorbivano. Ne comprendevano le vibrazioni profonde e le riverberavano, amplificando la capacità del possessore sia di comprendersi più a fondo che di fronteggiare e dominare gli impulsi più intensi.
Le aveva tenute e ci si era affezionato. Apprezzava il loro dolce tepore e il tenero movimento ogni volta che sentiva in sé sentimenti troppo travolgenti, quasi volessero calmarlo.
Per queste loro particolarità ne aveva poi donato un esemplare in ogni tappa dei suoi viaggi, come fosse un portafortuna, a chi aveva lasciato un segno nel suo cuore.
Forse avrebbe potuto regalarne una anche a Lucius, per il nipotino, come simbolo di positività, per augurare un nuovo corso, un'esistenza felice e colma di tutto quell'amore che nella sua era mancato.
Il vibrare lieve della creatura lo riportò al presente.
Carezzò con dolcezza l'animaletto e lo ripose nella tasca, al caldo; quindi, cominciò a interrare i preziosi semi.
I pensieri correvano veloci, ripercorrendo gli attimi di poco prima.
Aveva trovato Malfoy profondamente diverso, ma poteva davvero fidarsi per una ricerca così importante come quella per la Mandragola? Lo avrebbe presto scoperto, ma non sapeva perché era sicuro che lo avrebbe aiutato senza sotterfugi.
Se ci fosse riuscito tutto sarebbe tornato al posto giusto e avrebbe avuto la possibilità di riprendersi quel che aveva abbandonato.
Magari perfino parlare e chiarirsi con Minerva.
Lucius sembrava cambiato, trasformato. In fondo non era successo lo stesso anche a lui?
Sarebbe stata la morte della persona amata ad essere la base per un nuovo, e meno distruttivo, rapporto?
Non aveva più voglia di farsi domande, voleva solo provare a vivere di nuovo.
Chiuse la terra gelida sopra i semi preziosi, rincalzando per bene la sommità e ricoprendo tutto di nuovo con la neve.
Quella notte era stato piantato un altro tipo di seme, chissà cosa ne sarebbe nato.




Modificato l'avvertimento nella premessa da Nessuno a AU, su richiesta di Kijoka che si è accorta dell'errore dovuto a copia/incolla

Edited by Ida59 - 27/11/2022, 12:50
 
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view post Posted on 18/12/2022, 15:58
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Cara Monica, hai contrapposto alla perfezione i due protagonisti nella sottile analisi psicologica che pervade il tuo intenso racconto. Le differenze e similitudini di Lucius e Severus sono indagate a fondo ed emergono potenti e significative. Scavi nell’essenza della loro vita per cercare un terreno comune di dialogo. I drammi vissuti sono gli stessi: il terribile passato, la perdita della persona amata. Tuttavia, tra i due c’è una differenza sostanziale che si legge negli sguardi: Piton, dopo la Guerra è di nuovo rinato, risorto dalle sue ceneri come già in passato e in lui la consapevolezza della giustizia nasce sia dalla sofferenza per le scelte fatte, che da un percorso interiore voluto, affrontato con coraggio e abnegazione, scaturito dalla presa di coscienza di aver commesso un madornale errore per la sua anima e per il destino del mondo magico. Per Lucius non è lo stesso: il nobile Mangiamorte raggiunge una dimensione di serenità con se stesso e il mondo solo perché ha dovuto imparare la lezione sulla sua stessa pelle (la paura dell’Oscuro, Draco e il Marchio, la perdita di Narcissa). Anche Malfoy si ravvede per amore ma lo fa tardi e per mero egoismo e istinto di sopravvivenza.
C’è tutto questo e molto di più nel tuo bellissimo racconto, Monica. La chicca finale della Puffola poi, è un omaggio all’integrità morale del nostro mago in nero e a quell’inattesa tenerezza che anche a me piace molto immaginare rinchiusa nel cuore di Severus.
P.S. la fanart che ho scelto per la mia ff, è invece perfetta per la tua storia ;)
 
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view post Posted on 20/12/2022, 08:03

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Grazie davvero Kate!
Sono piacevolmente sorpresa che la mia personale versione di questo incontro abbia saputo ispirarti queste riflessioni, che in realtà rispecchiano moltissimo i miei pensieri sulla "coppia".
Avrei voluto approfondire ulteriormente, ma il poco tempo per scrivere che ho negli ultimi tempi non me lo ha permesso.
Vorrà dire che, prima o poi, proverò a scrivere ancora qualcosa su Severus e Lucius, visto che è stata la prima volta che ho messo a confronto i due.
Grazie ancora delle tue bellissime parole!
Ki
 
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view post Posted on 29/12/2022, 19:03
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Che storia davvero stupenda e struggente.
Una storia che mi ha colpito e commosso, perchè nei sentimenti, nei dialoghi e nell'introspezione, mi sono ritrovata a condividere molti passaggi.
Il parallelo tra i due personaggi e il dolore condiviso è mirabile, sottilmente diverso eppure uguale, come se Lucius e Severus fossero in due diversi stadi dell'elaborazione del lutto.
Descrivi la perdita e il vuoto e io non posso che condividere le tue accurate descrizioni: ho pianto e mi ci sono ritrovata.
Mi resta il rimpianto di non poter avere una goccia della pozione, sarebbe bello trasformare un sogno, una fantasia in realtà... ma non ci è dato.
Ho amato la Puffola che si inserisce nella narrazione perfettamente.
Anche di quella vorrei averne una...

Brava, bravissima, Monica.
 
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view post Posted on 30/12/2022, 14:30

Sfascia-calderoni

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Grazie, Chiara.
Prima di tutto di aver letto la mia storia con tanta attenzione, poi di avermi fatto partecipe di quel che ti ha fatto provare.
Sono due cose non scontate.
Abbiamo qualche lato in comune noi due e questo aiuta la comprensione di quanto scriviamo.
Mi dispiace però di averti fatta piangere, quanto mi piacerebbe avere un talento comico!
Questa sarebbe stata la sfida giusta! ☺️
La pozione servirebbe pure a me.
Purtroppo non esiste, ma meno male che abbiamo almeno la fantasia che ci porta lontano e ci aiuta a immaginare soluzioni impossibili!
Ti ringrazio ancora, di cuore! 😊
Ki
 
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view post Posted on 30/12/2022, 20:31
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Sei dolcissima❤️
 
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view post Posted on 8/1/2023, 22:27
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I ♥ Severus


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Storia che si presenta intrigante, difficile individuare subito i personaggi, anche perchè sono stati mutati dal tempo.
Molto bello lo stile, ricercato e di elevato registro. Il, mistero si dipana lento.
CITAZIONE
l tono mellifluo che Severus ricordava non era cambiato, ma una strana ombra vi aleggiava all'interno. Sembrava una vibrazione soffusa, una sotto nota. Quasi che una nuova inflessione ne avesse avvolto il suono. Era una malinconia tenace, era un accento rinunciatario, era una frattura in un sé antico. Lucius dava l'impressione di essere sempre uguale, eppure la sua voce lo dipingeva spezzato nel profondo.

Bellissima e intensa descrizione.
CITAZIONE
- Anche per me i giorni fuggono via. Ma qui sembrano fermarsi, vero? Siamo in un inaspettato e trattenuto respiro del tempo... - Lo vedeva cambiato, confuso e dimesso, come se dentro certezze e punti di riferimento fossero venuti meno, come se il suo io avesse camminato per troppo tempo in bilico su una corda tesa nel vuoto.

Ancora una introspezione fantastica, di grande intensità.
CITAZIONE
Oppure era solo che poteva non essere facile continuare ad essere un Malfoy dopo la caduta del Signore Oscuro.

Una intensa e doloroso definizione di Lucius. Brava!
CITAZIONE
Sapeva di essere fuori luogo vestito com'era. Non avrebbe mai pensato di incontrare lì qualcuno che lo aveva conosciuto nel suo momento di più alto fulgore, prima della rovinosa caduta. La verità era che indossava sempre il suo vestito migliore per andare da Cissy, l'unico salvato dallo spoglio forzato degli antichi averi.
Lo doveva a lei. Glielo aveva promesso: doveva mantenere la dignità, per se stesso e per Draco.

Posso dirlo? Ci vuole tanta bravura per farmi venire il nodo alla gola parlando di Lucius, ma tu ci sei riuscita. Grazie all'amore per Narcissa. Bravissima!
CITAZIONE
Nella mente gli scoppiarono immagini di adolescenza e infanzia, intesa e comprensione, vicinanza e tante risate.

Brava, bravissima, qui il nodo alla gola esplode in una sola, piccola frase!
CITAZIONE
Quanto era stato bello viaggiare in luoghi dove nessuno conosceva il suo nome, dove nessuno aveva idea della sua storia. Aveva cominciato a comportarsi, e poi a sentirsi, l'uomo che avrebbe sempre voluto essere.
Aveva imparato a condividere, ad ascoltare senza pregiudizi, a prendere il meglio dalla vita, a confrontarsi con serenità con le proprie emozioni, perfino a perdonarsi e, non ultimo, a sorridere.
Era cresciuto.

Bello, bello, bellissimo per Severus, finalmente!
CITAZIONE
Gli occhi turchesi si riempirono di lacrime, ma non una perla salata sfuggì al rigido controllo.
Severus rivide se stesso nella sua precedente vita.
Ricordò lo strazio dell'anima, il senso di colpa, la mancanza di qualcosa che avrebbe solo potuto essere, lo struggersi per settimane, mesi dietro ai ricordi. Gli tremarono le mani.
Lo straziante dolore gli aveva quasi fatto perdere totalmente il senno, la sua umanità. Per un nonnulla avrebbe anche potuto perdere se stesso. E ci era andato così vicino!

Bello, bello, bellissimo, mi piace tanto!
CITAZIONE
Dunque era successo, considerò Severus tra sé, anche il borioso Malfoy aveva fatto i conti con la vita e sopportato quel lacerante tormento.
Soffocò un attimo di colpevole compiacimento, subito soppiantato dalla comprensione e dai ricordi.
L'anima si contrasse e rigurgitò una nuova verità: Lucius era stato amato.
La sofferenza poteva essere mille volte più crudele della sua.
L'amore per Lily era stato vissuto a senso unico, senza davvero provare ciò che un sentimento ricambiato può comportare.
Un moto di delicata invidia lo colmò. Davvero poteva ancora essere geloso della perduta felicità altrui?
Ancora una volta scacciò da sé quell'emozione che non gli faceva onore, tornando a pensare a quanto simili fossero in quel momento.
Per le ragioni sbagliate, nel momento sbagliato e con troppi errori sulle spalle di entrambi.
Erano due uomini soli in un mondo silenzioso e gelido.

Bellissimo, intenso, straziante!
CITAZIONE
- Quando si è tanto amato è possibile restare vivi quando l'oggetto di quell'amore viene a mancare? - Lucius era consapevole di porre la domanda al solo in grado di dare la giusta risposta.
- Sì. - La profonda voce di velluto riverberò nel silenzio ovattato della notte. - Se vuoi chiamarla vita.
Severus scosse la testa subito dopo:
- Ci vuole tempo. Poi si impara a convivere con la mancanza.

Semplicemente stupendo. Intenso. vissuto sulla propria pelle. Bravissima, Monica
CITAZIONE
E poi la rivincita della vita. Qualcosa di lei mi è stato donato, di nuovo

Mi inchino alla tua forza e coraggio, Monica. Questa frase, da sola, vale l'intera storia.

Una storia davvero bellissima, intensamente intorspettiva, con un messaggio di speranza dal grande valore. Bravissima, Monica


Edited by Ida59 - 8/1/2023, 23:07
 
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view post Posted on 15/1/2023, 17:43

Sfascia-calderoni

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Come sempre sono in ritardo, ma poi arrivo!

Grazie mille Ida per tutto quello che hai scritto per la mia storia.

CITAZIONE
Storia che si presenta intrigante, difficile individuare subito i personaggi, anche perchè sono stati mutati dal tempo.

Non ero affatto sicura che potesse piacere, proprio a causa dei lati un po' modificati dei due personaggi principali.

CITAZIONE
Molto bello lo stile, ricercato e di elevato registro.

Grazie davvero tantissimo per questo commento: detto da te è un vero complimento!

Oltre a questo mi ha piacevolmente stupito vedere che hai riportato nel tuo commento parecchi dei passaggi che più ho amato scrivere.

CITAZIONE
Una intensa e doloroso definizione di Lucius.

Ho voluto un pochino giocare con un lato cui nessuno pensa mai: l'amore di Lucius per la sua famiglia, che trovo sia sempre stato piuttosto chiaro. Mi è piaciuto provare a guardare anni avanti per trovare un personaggio un po' diverso.
Sono contenta che sia a te, che anche ad altre, sia comunque piaciuto.

CITAZIONE
Bello, bello, bellissimo per Severus, finalmente!

Anche Severus l'ho voluto vedere diverso, lontano dall'uomo che conosciamo, con qualche speranza in più.
E mi è molto piaciuto immaginarlo così!
Se avessi tempo sarebbe uno spunto per scrivere. Chissà se prima o poi...

Di nuovo ti ringrazio per le bellissime parole che mi hai dedicato in questo commento.
Di certo non mi attendevo un'accoglienza simile a questa storia, scritta in un momento per me piuttosto complicato e in modo parecchio diverso da come sono abituata.
Proprio per questo apprezzo il doppio, e in modo molto più profondo, ogni commento positivo che riceve.

Grazie a tutte.
Grazie davvero Ida!
3_3
 
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view post Posted on 15/1/2023, 22:20
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CITAZIONE (kijoka @ 15/1/2023, 17:43) 
Se avessi tempo sarebbe uno spunto per scrivere. Chissà se prima o poi...

Noi siamo sempre qui, non abbiamo fretta e attendiamo con calma di poter gustare una nuova storia.
CITAZIONE
Di nuovo ti ringrazio per le bellissime parole che mi hai dedicato in questo commento.
Di certo non mi attendevo un'accoglienza simile a questa storia, scritta in un momento per me piuttosto complicato e in modo parecchio diverso da come sono abituata.
Proprio per questo apprezzo il doppio, e in modo molto più profondo, ogni commento positivo che riceve.

Grazie a tutte.
Grazie davvero Ida!
3_3

So quanto è difficile questo momento per te, Monica, e proprio per questo mi hai stupita: ho trovato in questa storia una particolare raffinatezza di stile, un registo davvero elevato, più del solito. Davvero brava.
 
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8 replies since 25/11/2022, 22:01   204 views
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