Il Calderone di Severus

chiara53 - Basta una sola parola..., Tipologia: one-shot - Rating: per tutti - Genere: introspettivo - Personaggi: Severus Piton, Minerva mcGranitt - Pairing: nessuno - Epoca: 7° anno - Avvertimenti: nessuno

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view post Posted on 20/9/2022, 15:05
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Titolo: Basta una sola parola
Autore: chiara53 - Settembre 2022
Beta: Lonely_Kate
Tipologia: One Shot
Rating: Per tutti
Genere: generale, introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Minerva McGranitt.
Pairing: nessuno
Epoca: 7° anno
Avvertimenti: Missing moment
Riassunto: Per questa sera lo spettacolo è andato in scena: basta così.

Note: storia scritta per la sfida annuale 15 anni con Severus. Mese di Settembre. Scuola di Hogwarts - Campione.

Caratteri: 14501



Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.





Basta una sola parola



Al Tavolo Alto Minerva siede di malavoglia, la cena è stata servita, ma la Sala Grande non risuona né di risate, né di chiacchiere, solo un soffuso brusio serpeggia tra i tavoli.
Lo sguardo corre verso la figura seduta al centro: il Preside; ne osserva il volto cupo, pallido, gli abiti neri e i neri capelli che ne nascondono qualsiasi espressione.

Minerva china il capo sul piatto e trafigge con rabbia una fetta di arrosto, non ha fame e le sembra che anche Piton non sia interessato alla cena, sta giocando con il cibo nel piatto. Lo guarda fisso: è seduto a debita distanza da tutti, persino dai fratelli Carrow che dovrebbero essere suoi sodali.
Sospira l’anziana strega, mentre non può fare a meno di ricordare le piacevoli serate trascorse allo stesso tavolo accanto ad Albus, ripensa alle chiacchiere, alle confidenze scambiate e con quanto affetto cercassero di coinvolgere anche Severus; l’uomo era pallido e cupo anche allora, ma di tanto in tanto si scambiavano battute pungenti e piccoli scherzi tra loro: loro, i capi delle due case rivali da sempre.
Nulla le avrebbe fatto supporre tanta doppiezza, tale ipocrisia e falsità.
Un groppo le serra la gola, resta immobile, lo sguardo fisso nel nulla, il mondo, il suo mondo, è precipitato e si è disfatto, distrutto, annientato. La speranza ormai è una flebile luce in fondo ad un tunnel buio e forse senza uscita.

Eppure…

Piton è stato suo allievo e non può dimenticare quel bambino magro e timido oggetto di scherzi e prese in giro da parte dei suoi Grifondoro, se n’era andato per una strada sbagliata, ma poi era tornato ed aveva occupato un posto strategico nell’Ordine della Fenice, un ruolo assai difficile da rivestire e mantenere.
Quante notti lo aveva visto tornare stanco e ferito.
Tutta una finzione? Solo un inganno?

Eppure…

Il dubbio e l’incredulità sono mutati in odio e disprezzo: Severus Piton è un assassino e un Mangiamorte, deve convincersene e vuole una ennesima prova, presto l’avrà.

La posizione di Minerva è molto defilata, quasi in fondo alla tavola, stasera ha portato con sé l’Avversaspecchio. È un dono di Albus che ne aveva fatto un monile per lei: un oggetto grazioso a forma di portacipria, così, tanto per sicurezza, ne avevano riso insieme a suo tempo.
Le era sempre sembrato inutile tenerlo in tasca e non lo aveva mai usato, perché avrebbe dovuto? Non esiste luogo più sicuro di Hogwarts, questo si ripeteva e un Avversaspecchio portatile le sembrava semplicemente ridicolo: adesso, invece, tutto è cambiato e può tornarle utile e molto.
La strega lo solleva e guarda nelle sue profondità senza dare nell’occhio.
È certa che qualcuno vi comparirà.
Osserva, strizza gli occhi per vedere meglio, ed è allora che quasi spalanca la bocca stupefatta: qualcuno che dovrebbe esserci non c’è.
Non è convinta e guarda di nuovo, osserva l’ovale guarnito che nasconde il piccolo specchio e vede ombre lontane e i fratelli Carrow che masticano voracemente: ma no, Severus Piton, il preside, il traditore, l’assassino di Silente, non c’è, proprio non c’è.

Alza gli occhi Minerva, cercando di capire e incontra il soffitto della Sala Grande. Stasera è trapunto di stelle qualche nuvola copre la Luna, lo spettacolo, nonostante l’atmosfera opprimente che la circonda è sempre magnifico e non ci si abitua mai a tanta magia: pensa, Minerva, pensa, si ripete ed è allora che il cuore perde un battito, giusto mentre riflette con gli occhi rivolti alla volta celeste, mentre una domanda la tormenta, perché, perché Severus non compare? Insieme alla domanda giunge anche l’ovvia risposta: Severus Piton non è suo nemico.
Un sospetto che si trasforma in speranza germoglia: qualcosa di impossibile, di improbabile, di assurdo.

Eppure…

Mentre è ancora sbigottita da quella scoperta, vede Severus alzarsi e andarsene in uno sventolio di vesti nere, dirigendosi verso l’uscita; si alza anche lei e, in silenzio, decide di seguirlo.

****



La cena: uno dei momenti peggiori di pessime giornate.
Sei costretto a sedere sul trono che fu di Silente e non puoi sottrarti.
Sei al centro dell’attenzione, ma discosto dagli altri; ti rifuggono tutti, persino i Carrow. E per fortuna, pensi: sono disgustosi, ripugnanti, volgari sempre, ma mentre mangiano e sghignazzano di più.

Un mal di testa batte alle tempie, è normale, è cosa di ogni maledetto giorno, visto che sei costretto a occludere praticamente sempre.
È necessario, anzi vitale, per sopprimere qualsiasi emozione, per soffocare ogni pensiero, ogni ricordo e mantenere un’espressione solidamente neutra: un volto di pietra da mostrare come un trofeo al mondo, ai tuoi ex colleghi e ai ragazzi che ti lanciano sguardi di odio e fastidio, Serpeverde a parte.
Un’aura difensiva si irradia da te in onde tese per renderti inavvicinabile, per trattenere rabbia, rimorso e orgoglio, per non permettere che emergano e ti controllino: utili se tenute a freno, ma una debolezza se lasciate andare.

Da quando sei stato imposto come preside dal Signore Oscuro stai aspettando solo che qualcuno, chiunque, ti faccia un torto, ti attacchi, ti ferisca con una maledizione o con le parole e sono quelle che fanno più male: dalle ferite puoi guarire e magari, se sei fortunato, morire, ma le parole scavano a fondo, tagliano l’anima e ti lasciano vivo nel corpo e morto dentro.

Le parole e gli sguardi.

Armi potenti che ti distruggono, ti annientano, ti mettono alla prova e ti lacerano.

In fondo alla tavola siede Minerva, ha scelto un posto appartato, lontano dai due Mangiamorte, ma soprattutto lontano da te.
Ti riserva occasionalmente qualche occhiata disgustata e ne ha tutte le ragioni: l’hai tradita, hai tradito la sua fiducia, lei ti credeva leale, onesto, lei, a modo suo, ti voleva bene; di quanti puoi dire lo stesso?

E’ così che deve essere, sei bravo nel tuo lavoro.

Per questa sera lo spettacolo è andato in scena: basta così.

In questa grande Sala ti manca l’aria, sei a corto di fiato, allontani il piatto e ti alzi in piedi, senza rivolgere lo sguardo a nessuno in particolare, per fortuna nessuno sembra accorgersene e va bene. Forse una volta che sarai uscito i ragazzi riprenderanno a parlare, smetteranno di bisbigliare, forse tornerà un soffio di normalità, un accenno di vita senza la tua presenza opprimente e nefasta. Restano i Carrow, ma sono troppo occupati a bere.
Il soffitto della Sala Grande è più bello che mai stasera: le stelle e un raggio di Luna promettono per domani un giorno luminoso, lucente, ma non per te, mai per te
Questa vista è solo il riflesso realistico di quello che c’è fuori.

Ti avvii verso le scale e decidi che vuoi apprezzare dal vivo la volta celeste, mentre compi il tuo quotidiano pellegrinaggio, mentre, come ogni assassino che si rispetti, torni sul luogo del delitto.
Conosci ogni scalino, ogni pietra del percorso che ti porta alla Torre di Astronomia.
La ripida scala a chiocciola conduce alla sommità. Giungi alla terrazza e ti appoggi al parapetto, tocchi e accarezzi le pietre ruvide che conosci ormai una ad una, il concavo cielo ti sovrasta, annulla i pensieri e se abbassi le palpebre puoi immaginarti in cima al mondo da solo e libero.
Il vento è una benedizione; ti lasci attraversare dalle raffiche fresche quasi fredde e respiri a pieni polmoni la momentanea, effimera pace: ascolti la voce del silenzio e lasci cadere per un attimo le difese mentali.

Quando finirà tutto questo?
Quando potrai lasciarti andare e scivolare in un benedetto nulla?
Quando potrai lasciarti portare via dal vento per abbandonare le pene di tutti i giorni, di ogni ora, di ogni notte?


Accarezzi ancora il parapetto e allarghi le dita per condividere la nuda asperità della pietra e vorresti trasformarti, mescolarti ai sassi e sparire, qui e ora.
Scende su di te una strana solitudine dolorante e vuota, una sensazione nota e riconosciuta, qualcosa che somiglia all’annullamento e alla fuga da te stesso e dagli altri.
Inclini il volto al cielo e la luce pallida della luna ti illumina, scorre su di te che tenti inutilmente di sfuggire alla presa di coscienza sulla triste realtà che è ed è stata tutta la tua vita.

Ti lasci cadere appoggiando la schiena alla balaustra, resti lì, seduto, abbracciando le ginocchia come quando eri bambino: nessuno a consolarti ora, come allora.
Nel silenzio della notte senti la porta aprirsi e cigolare.
Alzi il capo di scatto preso da un improvviso ritorno alla realtà.
Una figura nota appare e si avvicina.
- Severus. – Sussurra.
La guardi avanzare verso di te e sopprimi ogni sensazione e pensiero, sollevi i tuoi schermi mentali, ti riappropri della tua armatura e ritrovi l’espressione gelida e indifferente.
- Minerva, - esclami con asprezza. - mi cercavi?
- In realtà sì. Ti stavo seguendo. Vedi, ho un dubbio, Preside, un dubbio che mi sta tormentando.
Mentre parla solleva verso di te un piccolo oggetto rotondo, lo apre e guarda, poi si rivolge a te e sorride.

È un sorriso sincero, sollevi un sopracciglio e ti allontani dalla sua traiettoria, che cosa succede?
- Che cosa c’è, Professoressa? Quale dubbio? Non mi sembra né il luogo, né l’ora per fare domande. - Affermi con aria distante, mentre pensi che qualcosa non va, che c’è qualcosa di strano nei gesti e nell’atteggiamento dell’anziana strega.
Per sicurezza porti le mani dietro la schiena e sfili la bacchetta dalla manica, non faresti mai del male a Minerva, ma sei certo che lei vorrebbe farne a te.

- Preside ho qui un gingillo molto interessante, un vecchio regalo dimenticato, stasera l’ho usato, ma temo non funzioni o meglio, forse funziona anche troppo bene.
Ti guarda sorniona dritto negli occhi e piega il capo osservandoti attraverso l’oggetto che tiene in mano.

- Ebbene, fuori il rospo, di che si tratta? - Esclami innervosito.
- Vedi, Severus, posso chiamarti Severus? Questo piccolo oggetto è uno specchio, un dono di Albus e dovrebbe mostrare le immagini dei nemici di chi lo possiede; figure sfocate e lontane che diventano via via più nitide all’avvicinarsi di quegli stessi nemici. I due Carrow mi sono apparsi nitidi, ma tu, qui, non ci sei, non ti vedo, eppure sei proprio davanti a me. – mormora.

Ormai ti è vicina. Troppo vicina.
Un Avversaspecchio non mente e tu non puoi più mentire, forse non vuoi nemmeno più, il vento soffia via una ciocca di capelli a nasconderti parte del viso.
Chini il capo: sei spezzato, vinto e disperato insieme.
Sei scoperto.
Passa tra voi un momento di silenzio risonante, alzi lo sguardo ad incontrare quello di Minerva, troppi ricordi si affollano, troppi di loro nitidi, troppi per poterli ignorare e poi il vuoto di tempo e spazio vi coglie nella sua trappola e la strega distoglie lo sguardo per prima.

- Vuoi dirmi la verità adesso? E visto che non mi sei nemico, voglio spiegazioni, voglio sapere cosa avete combinato tu e Silente.

Hai tanto bisogno di un amico, di conforto di condivisione e sei così solo, una così grande tristezza è in agguato, una solitudine che riempie tutto il vuoto e l’aria intorno a te e non puoi più parlare né respirare: un singhiozzo secco e senza lacrime ti spacca il cuore e cadi in ginocchio davanti alla vecchia strega.
La verità ti rotola via.
- Lo ha voluto lui, - riveli con voce aspra e roca – mi ha costretto ad ucciderlo, perché tanto sarebbe morto comunque per la maledizione alla mano, e tutto questo male perché potessi restare a fianco del Signore Oscuro in sicurezza e proteggere la scuola. Ma sono un mostro, Minerva, sono diventato un mostro e nessuno può più salvarmi ormai. Nessuno…

Copri il volto con le mani e senti che Minerva ti accarezza con dolcezza dolente, le vecchie dita tra i tuoi capelli e piano bisbiglia parole che non credevi esistessero per te.
- Severus, sei un mostro che tutti abbiamo contribuito a creare, Silente per primo, e tutti noi abbiamo permesso che succedesse, sia tormentandoti che permettendo ad altri di farlo: ma tu sei solo un uomo e non si può chiedere tanto ad un uomo solo.

I tuoi occhi sono asciutti, ma l’anima sanguina e non può esserci né perdono, né compassione per quello che fai e che sei, poi una goccia cade sulle tue mani e un’altra, sollevi il viso e vedi Minerva piangere per te.
- Ragazzo, alzati. – ti bisbiglia infelice nell’orecchio e infine compie un gesto che non è da lei, qualcosa di cui senti il bisogno come dell’aria che respiri: ti abbraccia.

Tu che non hai mai amato il contatto fisico, per una volta assapori il piacere sconosciuto di lasciarti stringere e accarezzare con l’affetto di una madre, una madre tanto diversa da quella naturale che non ha mai saputo trasmetterti né comprensione, né amore, perché mai lei stessa li aveva ricevuti.
Cerchi la forza per scioglierti da quell’abbraccio e provi a ritrovare la facciata che presenti a tutti con tanta cura, ma lei ora sa e la dolcezza che provi si specchia negli occhi antichi di questa anziana strega: la dolorante solitudine dei mesi trascorsi affogata in un gesto di profondo affetto ha sciolto per pochi istanti la pena nascosta dietro fitte barriere.

Un pensiero ti colpisce come un pugnale.
Nessuno deve sapere.
È imperativo: nessuno.

Hai avuto il tuo momento di pace, è ora di tornare alla realtà, questo è stato solo un sogno.
Prendi lo specchietto che le è caduto di mano e lo nascondi nella veste.
La bacchetta è pronta e, mentre Minerva si asciuga le lacrime, basta un attimo per un mago esperto di magia della mente.

In fondo basta una sola parola.
- Oblivion - sussurri.
Ti nascondi nel buio, vuoi guardare Minerva ancora una volta, per ricordarla, per ricordare e tenere nel cuore per i molti giorni a venire quegli attimi e l’effimero sollievo del suo abbraccio.

Scappi veloce verso la porta rimasta socchiusa per ritornare nell’oscurità.

****



Minerva si guarda intorno disorientata - cosa ci faccio qui? - si chiede. Si accorge di avere gli occhi umidi e il volto bagnato di lacrime, Albus - sussurra tra sé - sono venuta per Albus, ed è in quel momento che la gatta di Gazza sbuca all’improvviso, si aggrappa alla veste e soffia.
L’anziana strega si china e la prende in braccio, poi si volta con la bacchetta impugnata, forse c’è qualcuno nascosto, pensa: Mrs Purr non sbaglia mai.
La gatta fa le fusa adesso.
No, non è niente, non c’è nessuno.
Ripone la bacchetta e coccola la macilenta e bizzarra creatura.
Qualcosa nell’intimo, però, le dice che c’è qualcosa di sbagliato in tutto questo.
Poi, attraversa la porta e torna nel castello.

Resta solo la luna silenziosa che volge il bel sembiante alle ombre e al dolore.

Modificata l'epoca della storia da 6° a 7° anno - Ida59

Edited by chiara53 - 11/1/2023, 19:26
 
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view post Posted on 12/10/2022, 09:49
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I ♥ Severus


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Bella e intensa, stringe il cuore. :lovelove:
Hai indicato 6° anno come riferimento temporale, ma in effetti siamo al 7°: ci penso io a correggere.
Credo che tu l'abbia scitta un po' di corsa e stile e punteggiatura non sonoperfetti come il solito. Con calma, finita la sfida dei 15 anni, riprendila in mano e rendila perfetta: la storia merita davvero tutte le tue attenzioni. <3
 
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view post Posted on 12/10/2022, 12:44
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Grazie Ida. Sì è settimo anno...
Sì, grazie del consiglio.❤️

Edited by chiara53 - 12/10/2022, 14:00
 
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view post Posted on 27/10/2022, 11:04
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Mi è piaciuta moltissimo la tua storia, Chiara.
Ho apprezzato il modo in cui Minerva giunge a comprendere la verità e il dialogo - doloroso - tra la strega e Severus, così come mi è piaciuto molto il modo in cui fai arrivare Severus alla straziante consapevolezza di dover obliviare Minerva.
Bellissimo <3
 
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view post Posted on 27/10/2022, 23:50
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Vivo un momento molto difficile ma le tue parole mi hanno fatto tanto piacere. Una luce nel buio.
Grazie
 
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