Il Calderone di Severus

Ele Snapey - Prova di Verifica, Tipologia: one-shot - Rating: per tutti - Genere: introspettivo - Personaggi: Severus Piton, Neville Paciock - Pairing: nessuno - Epoca: 3° anno - Avvertimenti: nessuno

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view post Posted on 23/8/2022, 23:01
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Titolo: Prova di Verifica
Autore/data: Ele Snapey - Agosto 2022
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: Introspettivo
Personaggi: Severus, Neville Paciock, Hermione Granger
Pairing: nessuno
Epoca: 3° anno
Avvertimenti: nessuno

Riassunto: L'unica soluzione che Neville ha in mente per rimediare al disastro, non è sicuramente la più semplice, nè la più sicura...

Nota: Storia scritta per la Sfida di Agosto, nell’ambito della “15 anni con Severus”.

Portatore delle Insegne della Scuola di Beauxbatons

Caratteri: 30.962

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.




PROVA DI VERIFICA






Nel religioso silenzio che incombe, gli unici rumori percepibili sono il lento ribollire delle pozioni e qualche sporadico sospiro rassegnato.
Alzo lo sguardo, di tanto in tanto, per controllare che tutti siano concentrati sugli ingredienti distribuiti sul banco, attenti al proprio calderone.
Da dove sono seduto - impegnato a correggere alcune pergamene del quarto anno - posso abbracciare con un’unica occhiata l’intera classe, fino agli ultimi banchi in fondo. E, soprattutto, sono in grado di rendermi perfettamente conto del livello di preparazione a cui è giunta ogni singola testa di legno presente in aula.
Indugio in particolare sull’osservazione di alcuni elementi.
Weasley, una partita ormai persa, direi: eccolo mentre cerca con il pestello di ridurre in polvere il Corno di Grafite, ottenendo una sorta di granaglia inservibile, mentre sui cinque ingredienti richiesti per la Prova di Verifica almeno tre di quelli che ha scelto sono sbagliati.
Potter, a un paio di banchi di distanza, non è da meno: è un quarto d’ora che sta provando ad alzare e ad abbassare il fuoco sotto il paiolo e a rimescolare l’intruglio color fango che si è venuto a formare, senza ottenere che diventi color verde acido come dovrebbe. Un caso semi disperato.
Granger invece sta procedendo precisa, puntuale e inarrestabile come l’Hogwarts Express.
L’ho isolata in fondo alla classe, per evitare che potesse condizionare, anche solo per osmosi, il lavoro dei compagni.
La guardo di sottecchi mentre aggiunge, con fare meticoloso e aria leggermente compiaciuta, l’ultimo elemento al suo composto. E’ indubbiamente una gran rompiscatole ma, devo ammetterlo con una punta di fastidio, davvero brava.
Sposto l’attenzione sulla postazione dove Neville Paciock sta trafficando con espressione disperata attorno al proprio paiolo.
E provo una serie di impulsi contrastanti.
Da un lato vorrei scendere dalla pedana per avvicinarmi al suo banco, in silenzio, e seguire da vicino lo scempio che sta perpetrando sugli ingredienti - certamente selezionati a caso - con la voglia di sbellicarmi dal ridere senza ritegno.
Dall’altro vorrei prendere in mano la bacchetta per lanciare direttamente un Evanesco sul contenuto del paiolo, senza scomodarmi a perdere altro tempo.
Paciock è un caso umano. Lui e la mia materia viaggiano su binari totalmente divergenti. Sono come le profezie da fondo di thè della Cooman e la loro attendibilità.
Un lieve sogghigno mi sfiora le labbra. Quindi il guizzo sarcastico che mi sono concesso sfuma in un’espressione arcigna quando incrocio lo sguardo del ragazzo che, più in confusione che mai, dirige una rapida occhiata verso la cattedra.
Riabbassa precipitosamente gli occhi, e io mi rendo conto di non comprendere fino in fondo la causa della mia avversione nei suoi confronti. Non ho alcun legittimo motivo per detestarlo in questo modo, a parte la sua palese debolezza, ma è così.
Nonostante abbia avuto a che fare con molti studenti incapaci, la sua inettitudine riesce a far scattare in me la rabbia.
Forse perché vorrei vederlo reagire, cercare un riscatto… O forse perché se l’Oscuro Signore quella notte avesse deciso di andare a eliminare i Paciock, anziché i Potter, Lily probabilmente sarebbe ancora viva.
Il flusso dei pensieri, che stanno per altro prendendo una direzione assurda, viene interrotto dal rientro in classe di Seamus Finnigan, che mi aveva chiesto il permesso di uscire per andare in bagno.
Noto che si blocca e, con aria confusa, si mette a fissare Paciock.
- Puoi già consegnarmi il tuo lavoro finito, signor Finnigan, se trovi il tempo per perderti in contemplazione dei compagni?
- Ehm… Scusi, signore… - Si avvicina alla cattedra, titubante: - Posso dirle una cosa?
Accenno un breve assenso, ma la mia faccia, su cui danzano le ombre prodotte dal riverbero delle torce accese, deve essere terrificante.
Il ragazzo tentenna, deglutisce un paio di volte; poi si decide timidamente a parlare, sottovoce, come se dovesse rivelarmi un segreto di stato.
- Ecco… il fatto è che ho appena incontrato Paciock, là fuori, nel corridoio.
Lo squadro, impassibile, e lui diventa dello stesso colore del bavero della sua divisa.
- Dunque?
- Cioè, era fuori… ma è anche dentro, in classe… - Farfuglia, con un filo di voce.
- Ti posso assicurare che Paciock non si è mai mosso dal suo posto. – Lo interrompo, in tono gelido: - E non mi risulta che abbia il dono dell’ubiquità. E’ già un miracolo che riesca ad essere presente a se stesso. Ti avverto di non perdere altri minuti preziosi, signor Finningan. Non sei affatto nelle condizioni di potertelo permettere.
Quindi affilo lo sguardo prima di continuare.
– Inoltre, per aver tentato di insultare la mia intelligenza: dieci punti in meno a Grifondoro…

Le due ore concesse per la realizzazione dell’Antidoto ai Veleni non comuni sono terminate.
Poso la piuma da scrittura, mi alzo in piedi, raccolgo dal piano di lavoro le pergamene che ho valutato e quelle che devo ancora terminare di correggere.
- Consegnate le vostre provette con quello che siete riusciti a combinare… - Mormoro, in tono asciutto, provocando un soffuso brusio di sconforto.
La mia occhiata tagliente non ammette repliche.
Granger è la prima ad avvicinarsi per lasciare sulla cattedra il piccolo contenitore di vetro in cui fluttua il suo preparato: è denso al punto giusto e dell’esatto colore. Un Antidoto che rasenta la perfezione.
Prima di dirigersi verso l’uscita alza il visetto, mi guarda, sperando in un cenno di approvazione anche fugace. Ma la mia espressione non cambia di un millesimo.
Abbassa il capo e lascia il posto al compagno successivo.
Mi basta un’occhiata per stabilire come la maggior parte delle prove di verifica consegnate siano approssimative. Ma, nel caso di Paciock, non avrò neanche bisogno di vedere la sua ampollina per decidere che sarà l’ennesimo Troll che gli appiopperò…
Eccolo: è l’ultimo della fila. Gli occhi rivolti al pavimento, la fiala di vetro stretta in pugno per cercare di nascondere fino all’ultimo il disastro.
Quando alza la mano paffuta che regge la sua Prova di Verifica, per deporla in cima a quelle già consegnate, mi accorgo che non riesce a mantenerla ferma.
Lo scruto dall’alto con una sorta di gelida soddisfazione nel vederlo in palese difficoltà.
– Qualche problema, signor Paciock? – Avverto la nota pungente e al contempo divertita nel tono della mia voce: - La provetta, prego… - Allungo la mano con il palmo rivolto verso l’alto.
Il ragazzo farfuglia qualcosa, ma infine si decide a consegnarmela.
La considero, con aria sdegnata, mentre lui sembra rimpicciolire gradualmente sotto i miei occhi.
- Sono certo che questa poltiglia non meriti nemmeno di essere valutata… - Mi limito a dichiarare, con aria infastidita, ed è sufficiente per vederlo incassare il capo nelle spalle e sgattaiolare via di corsa.
Quando la porta si richiude dietro di lui rimango finalmente solo.
Prendo in mano un paio di provette, a caso: sono quelle di Lavanda Brown e di Calì Patil. Dedico una rapida occhiata al contenuto e penso che potrebbero essere valutabili tra lo Scadente e l'Accettabile.
Decido che correggerò le verifiche domani, con più calma. Quindi le ripongo nei raccoglitori appoggiati sullo scaffale in fondo all’aula che mi attardo a sistemare.
Infine esco, chiudendo meticolosamente il battente alle mie spalle.
Imbocco il corridoio e raggiungo le scale. Risalgo al piano superiore, ma solo quando sono arrivato in cima mi rendo conto di aver lasciato in classe il registro.
Alzo gli occhi al cielo e mi accingo a ridiscendere gli scalini.
- Chi non ha testa, abbia gambe… – Borbotto, a mezza voce.
Sono quasi arrivato quando, con la coda dell’occhio, colgo un leggero movimento nell’angolo vicino alla porta della mia dispensa personale.
Mi fermo, aguzzo lo sguardo e lo vedo, schiacciato contro il muro.
Mi avvicino, lento e inesorabile.
– Signor Paciock, non dovresti già abbondantemente essere seduto nell'aula di Trasfigurazione?
La sua faccia è talmente pallida da sembrare una maschera di cera e ha l’espressione del topo messo all’angolo dal gatto; sta sudando, nonostante la temperatura qui sotto non sia proprio estiva.
Annaspa e lancia occhiatine nervose verso un braciere spento addossato alla parete di fronte.
– Si… sissignore… io stavo… dovevo… prima dovevo andare in bagno… - Blatera, schiacciandosi ulteriormente contro la pietra umida, mentre scandaglio la zona verso cui seguita a guardare: mi sembra di percepire la presenza di qualcuno nascosto nell’ombra.
- Posso, signore? - Pigola, all’improvviso, riportando la mia attenzione su di sé.
Lo scruto, perplesso.
– Intendo… Posso… ehm… a-andare, signore?
Gli dedico un’occhiata raggelante. Poi mi volto per entrare in classe, recupero il registro e ripasso davanti a lui, ancora attaccato al muro, senza degnarlo di uno sguardo.
– Ti ricordo che hai meno di due minuti per portare la tua grossa testa piena di segatura a lezione dalla professoressa McGranitt. – Ribadisco. Quindi proseguo verso la mia destinazione, la Sala Professori.

Passando davanti all’entrata dell’aula di Trasfigurazione lo vedo di nuovo, impegnato in una discussione silenziosa ma piuttosto accesa con la Granger.
Mi fermo a guardarli, e allo stesso tempo mi domando: da dove diavolo è passato Paciock, per essere riuscito a precedermi?
Granger se ne accorge, dà di gomito al compagno, ed entrambi si bloccano a fissarmi come se avessero visto un Ungaro Spinato.
– Vorreste rendere parte anche me del motivo per cui non siete in classe? – Sibilo, suadente, socchiudendo le palpebre sul mio famoso sguardo polverizzante.
La ragazzina afferra subito il concetto, prende l'amico per la manica e lo trascina velocemente in aula.
Rimango a osservare il battente oltre il quale sono spariti i due.
E un dubbio inizia a sfiorarmi…


******




- Hermione, ti scongiuro, ne va della mia vita. E’ l’unico modo con cui riuscirei a salvare la mia Verifica di Pozioni… e quasi certamente anche la mia promozione.
La supplica che le sta rivolgendo Paciock sottovoce - ma con accento accorato - appena fuori dall’aula di Trasfigurazione, non sembra scalfire la sua determinazione.
- Non posso, Neville.
- Se mi farai questo enorme favore giuro che ti sarò debitore per l’eternità. Potrai chiedermi qualunque cosa.
- Mi è stata assegnata personalmente dalla professoressa McGranitt, che mi ha raccomandato di non rivelare a nessuno di esserne in possesso. Infatti non so come tu abbia potuto…
- Te l’ho vista per caso al collo l’altro ieri, in Sala Comune, mentre la stavi usando… forse era per poter partecipare alla lezione di Aritmanzia.
- Perciò vuoi dire che... mi stavi spiando? – La sua aria risentita non promette nulla di buono.
- Diciamo che ti stavo tenendo d’occhio da qualche giorno… - Si affretta a chiarire Neville: - Anche a Harry e Ron è sembrato un po’ strano il tuo comportamento negli ultimi mesi, così ci è capitato di parlarne.
- E tu, hai deciso di… spiarmi! – Ribatte lei, sempre più indignata.
- No, no, ti ripeto è stato casuale che io… ecco, insomma… - Le accenna di abbassare la voce, quando un paio di studenti del terzo anno di Tassorosso in procinto di entrare in classe si voltano a guardarli.
- Mi è capitato semplicemente di essere sulle scale che portano al dormitorio, mentre tu non te ne accorgevi. - Fa una piccola pausa, spezzata da un sospiro: - La questione è che, se io potessi tornare alla lezione di stamattina per riuscire a sostituire la mia provetta con… con quella contenente un Antidoto preparato con il tuo aiuto…
- E’ un’idea semplicemente folle, Neville! – Sbotta lei, a mezza voce, incrociando le braccia: - Prima di tutto dovresti avere a disposizione gli ingredienti.
- Nell’aula di Pozioni ce n’è sempre una scorta abbondante.
- Quindi significherebbe doverci entrare di nascosto. E’ escluso: non mi renderò complice di un’azione del genere, per giunta nell’aula di Pozioni, con il rischio che il professor Piton… – Hermione si interrompe all’improvviso e la sua espressione risentita si trasforma in una piccola smorfia di panico.
- Piton… - Squittisce, agitata, dando di gomito al compagno.
Paciock si volta, trovandoselo davanti senza preavviso, come un’apparizione, e sente il sangue gelare all’istante.
– Vorreste rendere parte anche me del motivo per cui non siete in classe?
La sua voce è poco più che un sussurro, ma basta a far rizzare ogni pelo distribuito sull’epidermide, e Neville si rende conto appena che Hermione lo sta strattonando per la manica.
Si lascia trascinare, sentendosi al sicuro solo quando la porta dell’aula si richiude.
- Vi siete accorti di essere piuttosto in ritardo, signorini? - La voce della professoressa McGranitt lascia trasparire una nota di rimprovero nemmeno troppo velata.
- Ci scusi, professoressa. – Hermione si siede in fretta in uno dei banchi rimasti liberi, in fondo, e Paciock si accomoda vicino a lei.
Lascia trascorrere qualche minuto, ascoltando distrattamente quanto sta dicendo l’insegnante perché per la testa continua a frullare quell’idea malsana; quindi si piega verso la compagna di banco, intenta a prendere nota della spiegazione.
– Potremmo parlarne ancora, con calma? Ti prego…
Lei sospende per un istante di scrivere. Sembra rifletterci sopra.
– Più tardi, dopo l’ora di lezione. Dovrò andare subito in Biblioteca per una piccola ricerca: puoi raggiungermi lì. – Mormora, senza guardarlo, riprendendo a macinare appunti.
E nel cuore del ragazzo inizia a germogliare una timida speranza…


******




In Sala Professori regna la pace più completa, ed è proprio ciò che mi ci vuole per dedicare tempo e attenzione al lavoro che ho in serbo di terminare.
Mi accomodo al lungo tavolo riunioni, disponendo sul piano pergamene da correggere, piuma e calamaio con inchiostro rosso. Quindi scelgo la prima relazione in cima alla pila e mi accingo a leggerla.
Tuttavia, dopo un po’, mi rendo conto di non riuscire a dedicarle la giusta attenzione. C’è sempre quel dubbio a ronzarmi per la testa. Quel leggero sospetto che mi da prurito da che ho incrociato quei due fuori dall’aula di Trasfigurazione.
Depongo la piuma con cui ho appena riempito di segnacci rossi la verifica di Stebbins, e fisso il vuoto davanti a me.
Possibile che Paciock potesse essere in due posti diversi, quasi contemporaneamente? O forse è il solo fatto di non sopportarlo a darmi l’impressione di ritrovarmelo sempre tra i piedi?
Scuoto la testa, assegno un Desolante al compito che ho appena terminato di demolire, quindi proseguo con la pergamena successiva, accantonando quel pensiero assurdo.
Riesco finalmente a ritrovare la concentrazione, fino a che un particolare riaffiora all’improvviso: Finnigan non aveva detto di averlo incontrato fuori dalla classe, quando ero certo che non si fosse mosso dal suo banco nemmeno per andare in bagno?
La probabilità che stia succedendo davvero quanto ho elucubrato inizia a prendere corpo, anche se spero con tutto il cuore di sbagliarmi.
Mi alzo di scatto, rimettendo frettolosamente in ordine le pergamene, e in un attimo sono già sul corridoio.
Devo tornare in fretta nei Sotterranei…


******




Ogni volta che Neville entra in Biblioteca si sente assalire da emozioni contrastanti, da uno strano senso di oppressione ma, al tempo stesso, anche di tranquillità.
Sarà tutto quel silenzio, incrinato solo dal fruscio di pagine sfogliate e dal tenue, rispettoso scalpiccio di chi si muove con leggerezza per i corridoi stipati di libri.
Per non parlare dell’odore caratteristico di cui è impregnata, bizzarra miscela tra il sentore di antichi volumi impolverati, l’aroma di legno pregiato e l’essenza di cera delle candele.
– Hai bisogno di un testo in particolare, Neville? – Gli domanda Madama Pince, a bassissima voce, vedendolo vagare.
- Ehm… no, grazie. Sto cercando Hermione Granger. Ci dobbiamo preparare per… per la Prova di Verifica di Incantesimi. – E la piccola bugia gli provoca un fastidioso pizzicore alla base della nuca.
Non è mai stato bravo a mentire: si chiede come potrebbe dunque imbarcarsi in un’azione temeraria come quella che ha in mente.
Ma è l’unica alternativa che ha per evitare di ripetere l’anno, e di conseguenza attirarsi a vita le ire furibonde della nonna.
La Pince intanto indica uno dei tavolini più riservati, in fondo al corridoio centrale, e lui da dove è può scorgere Hermione che sta consultando un volume alto parecchie pagine.
Bisbiglia un ringraziamento e si avvia, quasi in punta di piedi, per non turbare la sacra quiete del luogo.
– Hermione, allora, ci hai ripensato? – Implora, sottovoce, sedendosi accanto a lei.
La ragazza distoglie per un attimo lo sguardo dalle pagine fittamente stampate e lo rivolge al compagno, accigliandosi.
– Certo che no. Ma ho trovato questo libro, molto recente e molto interessante, dedicato alle Pozioni curative, agli Infusi e agli Antidoti…. – Sorride con quella sua aria un po’ saccente e un po’ compassionevole che dà sui nervi.
- Un testo che potresti usare per migliorare la tua conoscenza e apprendere come elaborare un perfetto Antidoto contro i Veleni non comuni, per poi chiedere al professor Piton di accordarti una seconda opportunità.
- Sei impazzita? Piton non me la concederà mai. - La reazione di Paciock fa convergere su di loro l’attenzione infastidita di alcuni studenti seduti ai tavolini accanto.
- Dipenderà certo da come ti porrai nei suoi confronti. – Insiste lei, totalmente incapace di afferrare la gravità della situazione, e gli fa cenno di non alzare il volume.
- Non è questione di porsi o non porsi, accidenti… - Mugugna lui, esasperato: - Se solo ne avesse la possibilità mi sbatterebbe fuori dalla scuola all’istante, anche senza la scusa di una Verifica disastrosa! Riesci a immaginare cosa mi risponderebbe se gli chiedessi di ripetere la prova? Come minimo mi sghignazzerebbe in faccia.
- Forse, ma se non provi. Può darsi che questa volta sia ben disposto…
- Le uniche volte che l'ho visto ben disposto è quando ha potuto umiliarmi davanti al resto della classe… Lascia perdere, Hermione, di che stiamo parlando?
Lo sguardo del ragazzo è scoraggiato, ma l'espressione sul volto risoluta. Sente che è arrivato il momento di tentare il tutto per tutto.
– A questo punto non mi lasci altra scelta. Se non mi aiuterai… dirò tutto a Harry e a Ron della Giratempo.
Lei spalanca gli occhi, incredula, e per un lungo istante non trova le parole per replicare.
- Mi stai… ricattando? – Bisbiglia, infine.
- Se la vuoi mettere su questo piano.
Hermione chiude gli occhi, trattenendosi a stento dal chiudere il pesante tomo che ha davanti per calarlo in testa all'amico.
Passano diversi secondi prima che si calmi. Infine, sbuffando leggermente, annuisce.
- E va bene. – Cede, riluttante e immusonita, mentre Neville esulta dentro, cercando di mantenere un contegno: - Però devi giurare che mai e poi mai ti lascerai sfuggire una sola parola su ciò che stiamo per fare.
- Tranquilla, porterò il segreto nella tomba.
- Giuramelo su tua nonna, Neville Paciock!
L'altro incrocia le dita davanti alle labbra, immaginando l’espressione della vecchia Augusta se mai dovesse venire a saperlo. Intanto la Pince li scruta severamente.
Hermione riabbassa veloce la testa sulle pagine e posa l’indice sotto un paragrafo scritto in corsivo.
– Se dobbiamo preparare un nuovo Antidoto, almeno cerchiamo di farlo bene. Qui suggerisce addirittura di aggiungere del veleno di Acromantula, appena prima di far sobbollire.
– Ma tra gli ingredienti che avevamo a disposizione, in classe, non c’è.
– Infatti, il testo lo indica come ingrediente rarissimo e difficile da reperire. Però dice anche che è un elemento aggiuntivo che consente al preparato di incrementare molto la sua efficacia.
– Credo che Piton ne tenga un piccolo quantitativo nella sua dispensa privata. E’ probabile che se lo faccia procurare da Hagrid, grazie ad Aragog.
Hermione lo fissa, pensierosa: sembra quasi di udire il rumore degli ingranaggi del suo cervello al lavoro.
– Quindi… vorresti andare a frugare tra le sue scorte personali? – Ha uno sguardo strano, illuminato da una luce maliziosa. Pare quasi che l’idea la stia stuzzicando. Poi, in tono serio, aggiunge: - Spero tu ti renda conto che quello che hai deciso di tentare è un grosso azzardo.
Paciock tira un grosso respiro e annuisce.
– Lo so. Ma devo almeno provarci.
Lei chiude il libro, si alza, attorno al collo ha la catenina in cui è infilata la Giratempo, nascosta dalla divisa. Mentre con la bacchetta ripone il volume al suo posto sullo scaffale fa cenno al suo compagno di seguirla.
Si spostano verso un reparto abbastanza isolato che in quel momento è deserto.
Hermione estrae da sotto il maglione la piccola clessidra dorata attaccata alla lunga catenella e Neville la guarda, affascinato: è la prima volta che ne vede una vera, così da vicino.
– Vieni qui. – Passa la catenella anche attorno al collo del compagno, poi la prende delicatamente tra le dita e inizia a farla ruotare… Uno… Due…



******




Ripercorro il tragitto a grandi passi e in meno di cinque minuti sono di nuovo davanti all’ingresso dei Sotterranei.
Affronto velocemente i gradini e intanto rifletto, mentre mi monta la collera a ogni scalino che scendo.
Il fatto che durante l’ultimo collegio docenti tutti, tranne me, avessero avallato la proposta di dotare la Granger di una Giratempo, per permetterle di frequentare più corsi simultaneamente, la dice lunga su come nessuno si sia ancora reso conto degli elementi con i quali abbiamo a che fare.
Perché ora ormai mi è fin troppo chiaro come Paciock sia riuscito ad essere fuori dall’aula e, al tempo stesso, al proprio banco in classe.
Inoltre, quella presenza nell’ombra, vicino ai bracieri…
Ovvio che da solo non sarebbe mai stato in grado di usarla, quindi l’unica persona in grado di aiutarlo non poteva che essere Hermione Granger.
Una sottile amarezza prende per un attimo il sopravvento sulla rabbia, e arrivo di fronte all’uscio scuro della mia dispensa personale in pochi secondi: certo non mi sarei mai aspettato una cosa del genere da lei!
Mi avvicino per controllare, ma sembra tutto a posto. Perlustro la zona circostante, immersa nella penombra: pare non ci sia nessuno.
Quindi entro nel mio ripostiglio delle meraviglie, zeppo di ingredienti fino all’inverosimile. Passo in rassegna, con una certa apprensione, i contenitori ordinatamente catalogati sugli scaffali.
Mi accorgo come uno dei recipienti più piccoli, appoggiato sull’ultimo ripiano a partire dall’alto, sia leggermente spostato.
Salgo la scaletta fino al livello della mensola: è l’ampolla contenente Veleno di Acromantula. Avverto una morsa allo stomaco, mentre mi accerto che la dose che mi ha appena procurato Hagrid sia ancora intatta.
Il veleno di Aragog è potentissimo. E’ il motivo per cui tengo il contenitore fuori dalla portata di chiunque si sognasse di venire a curiosare; anche se nessuno dovrebbe assolutamente farsi sfiorare dal pensiero di venire a ficcare il naso e, tanto meno, di mettere le mani sugli ingredienti conservati qui dentro.
Sembra non manchi niente. Ma non mi sento per nulla tranquillo.
Scendo la scaletta, esco dalla stanza e mi dirigo verso l’aula di Pozioni. Anche in questo caso la porta è chiusa, ma ho la netta sensazione che qualcuno si sia introdotto.
Rimango per qualche secondo a fissare la superficie di legno robusto, su cui spiccano ancora diverse piccole incisioni risalenti ai tempi in cui varcavo questa soglia come studente, combattuto tra la voglia di piombare in classe per coglierli sul fatto, e la speranza di non trovarci nessuno.
Infine spalanco il battente…


******




- Adesso dobbiamo aspettare il termine della lezione. – Sussurra Hermione. Incrocia le braccia, appoggiandosi con la schiena a uno dei bracieri spenti, e viene inghiottita dall’ombra.
- Quando tutti se ne saranno andati avremo il tempo necessario per preparare l’Antidoto. L’aula sarà vuota per le prossime due ore.
I due si sono appena rintanati in un punto buio e nascosto, vicino ai bagni dei Sotterranei, da dove è possibile tenere d’occhio la porta dell’aula di Pozioni.
– Che cosa hai deciso, allora, riguardo il veleno? – Punzecchia lei, e Paciock può solo immaginarla mentre rivolge lo sguardo al battente scuro oltre il quale si annida la dispensa personale di Piton.
- Non lo so… Non ho ancora deciso se ne valga davvero la pena di correre un rischio così… enorme… - Iniziano a venirgli un sacco di dubbi, ora che si tratta di passare all’azione.
Si muove e fa qualche passo, perso in riflessioni condite di ansia e sensi di colpa, sconfinando senza pensarci dalla piccola area protetta, ed è troppo tardi quando si accorge che dai servizi è appena uscito Seamus.
Si blocca, rendendosi conto che non può nemmeno cercare di evaporare.
Finnigan lo ha visto, e la sua espressione denota stupore: si sta chiedendo quale sia il motivo per cui si trovano entrambi fuori dall’aula quando la regola, tassativa, è che non si possa uscire più di uno alla volta.
- Ehm… non ce la facevo più. – Blatera Neville, simulando un’urgenza. Poi rivolge al compagno un sorrisetto ebete, corre verso la toilette e si chiude in uno dei bagni.
Pochi secondi dopo lo raggiunge Hermione, imbufalita.
– E’ l’unica cosa a cui avresti dovuto prestare assoluta attenzione! Sei veramente irrecuperabile, Neville. – Ringhia, sommessamente.
– Hai ragione, scusa. Non pensavo ci fosse qualcuno in giro. – Borbotta lui, mortificato, ma lei prosegue impietosa.
– Riesci a immaginare cosa sarebbe successo se quel qualcuno fossi stato tu? Sarà meglio che tu ti dia da fare per iniziare a pensare, da ora in poi. E prega che Seamus non vada a riferire a Piton di averti incrociato qui fuori!
Tornano al riparo del braciere spento senza più rivolgersi parola e la ragazza si chiude in un mutismo risentito.
I minuti trascorrono in un silenzio teso, fino a che la porta dell’aula si apre di nuovo.
Hermione afferra il braccio a Neville, facendogli cenno di evitare anche di respirare.
Si vede uscire per prima, con aria leggermente imbronciata. Poi, uno alla volta, seguono tutti gli altri.
Infine ecco Paciock, per ultimo, testa bassa, aria depressa; ed egli sente di provare un po’ di pena nei riguardi di quel se stesso sconfitto e rassegnato.
- Aspettiamo che Piton se ne vada. – Gli bisbiglia Hermione all’orecchio.
Dieci minuti più tardi compare anche il Maestro di Pozioni. Chiude con cura la porta e si incammina lungo il corridoio con passo felpato, seguito dal fruscio del mantello.
Hermione sospinge subito Neville verso il ripostiglio degli ingredienti.
– Meglio che ti sbrighi, se devi andare a prendere il veleno in dispensa.
Il ragazzo indugia, in preda alla tensione, fino a che il silenzio di piombo che grava nei Sotterranei lo tranquillizza un po' e lo fa decidere di muoversi.
E' quasi arrivato alla porta di legno scuro quando, inaspettatamente, Piton riappare dal fondo del corridoio.
Lo stomaco di Paciock si chiude all'istante, gambe e braccia si trasformano in pezzi di legno, e l’unica cosa che gli viene da fare è di spiaccicarsi contro la parete.
Fissa inorridito il nemico che avanza lento e inesorabile mentre il sudore gli imperla copiosamente la fronte e inizia ad avere perfino le allucinazioni: adesso lo vede trasformato in un’Acromantula.
– Signor Paciock, non dovresti già abbondantemente essere seduto nell'aula di Trasfigurazione?
Nell’attimo in cui si domanda perché Aragog abbia la voce di Piton la visione svanisce: ora ha di fronte il suo insegnante di Pozioni, e si chiede cosa sia peggio.
Lancia occhiate disperate verso la zona dove è nascosta Hermione, conscio di come lei non possa fare nulla per aiutarlo.
Infine, non sa come, trova la forza per balbettare una giustificazione.
– Si… sissignore… io stavo… dovevo… prima dovevo andare in bagno…
Piton però è distratto, sembra aver fiutato la presenza della sua amica dietro al braciere, mentre lui sente scorrere rivoli di sudore freddo lungo la schiena.
Deve fare qualcosa, prima che il professore decida di avvicinarsi a controllare.
- Posso, signore? - Cerca di sviare la sua attenzione, anche se la voce si è ridotta a una sorta di pigolio.
Il mago lo guarda con aria interrogativa.
– Intendo… Posso… ehm… a-andare, signore?
I suoi freddissimi occhi neri indugiano sul viso cereo del ragazzo prima di voltarsi ed entrare in aula senza concedere alcuna risposta.
Neville rimane in attesa, non osa abbandonare la posizione.
Piton esce dopo qualche secondo e gli passa di fianco, ignorandolo. Si avvia a passo spedito lungo il corridoio, non senza prima aver espresso un’ultima considerazione.
– Ti ricordo che hai meno di due minuti per portare la tua grossa testa piena di segatura a lezione dalla professoressa McGranitt.
Lo vede sparire dietro l’angolo e finalmente può permettersi di scivolare lungo la parete, fino a che le natiche non incontrano il pavimento.
- Se ne è andato? – Sussurra Hermione dalla sua postazione.
- Sì… e se sono sopravvissuto stavolta, adesso so che potrei affrontare un Troll di montagna a mani nude.
- Sei ancora dell’idea di sostituire la tua Prova di Verifica? – Domanda, uscendo dal nascondiglio.
Lui la guarda dal basso, e nota la sua espressione che è un concentrato di apprensione e biasimo.
Per tutta risposta si alza da terra, e cammina risoluto verso l’aula di Pozioni…



******




Mi basta una sola occhiata.
In classe non c’è nessuno, ma qualcosa è stato sicuramente toccato. Guardo in fondo al locale: le provette contenenti l’Antidoto!
Mi dirigo in fretta verso il ripiano su cui le avevo posate e controllo che nulla sia stato manomesso o sottratto.
A prima vista sembra ci siano tutte, però allungo subito la mano verso la fiala di vetro contrassegnata con il nome di Paciock e la esamino attentamente.
All’interno c’è sempre la poltiglia indecorosa che mi ha consegnato al termine della lezione, quindi sembra tutto in regola.
Noto però che, nella cavità vuota in cui era infilata la provetta, biancheggia qualcosa. Osservo meglio e ci vedo ficcato dentro un foglietto ripiegato più volte.
Lo sfilo, afferrandolo con la punta delle dita, e quando lo apro riconosco subito la grafia rotonda e un po’ impacciata.

“Avrei tanto voluto riuscire a realizzare l'Antidoto in modo corretto, e ci ho messo davvero tutto l’impegno possibile. Ma non so per quale motivo riesco sempre a rovinare ogni cosa e a deluderla. Non lo faccio apposta, mi creda, e me ne scuso: so di essere una nullità come pozionista, e probabilmente di valere molto poco anche come mago. Però desidero con tutto il cuore di poter migliorare… magari solo un po’. Posso chiederle di aiutarmi a credere di più in me stesso, per avere l’opportunità di eseguire, la prossima volta, una prova di verifica almeno Accettabile?
Grazie! N.P.
p.s. Sono convinto che solo lei possa rendermi lo studente che anche la nonna vorrebbe che fossi!”


Rileggo il messaggio e, senza quasi rendermene conto, un impalpabile senso di leggerezza inizia a sgomberare la mente dai rabbiosi propositi di punizioni epiche e di castighi leggendari.
- Neville Paciock: sarai anche un’incommensurabile testa di legno… ma la tua onestà ti rende già migliore. – Mormoro, ripiegando il messaggio per infilarlo in tasca, e sento che il mio vecchio cuore indurito si è già ammorbidito un po'.
Faccio girare ancora uno sguardo veloce sui banchi e sui Calderoni ordinatamente allineati. Ora è davvero tutto a posto.
Esco dall’aula, ma questa volta con un accenno di sorriso ancora posato sulle labbra…

Edited by Ele Snapey - 4/2/2023, 00:44
 
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view post Posted on 31/8/2022, 15:51
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Splendida l’idea di raccontare gli eventi in prima persona, un punto di vita in diretta nei pensieri di Severus. Esplorare la mente del nostro professore preferito, ritengo sia stimolante ma anche difficile da realizzare se si vuole tenere IC il personaggio. Non mi ha neppure sfiorato il dubbio che tu non ci saresti riuscita, Ele, ed è stato un vero piacere constatare il risultato brillante e coinvolgente del tuo operato: hai interrogato il suo sentire, scandagliato le sue emozioni e forte è stata la curiosità di scoprire cosa gli ‘passava per la testa’ nei confronti del peggior studente in Pozioni che abbia mai avuto, il povero Paciock. La soluzione finale è una carezza gentile, il surrogato di un abbraccio sincero, un riscatto per l’azzardato e un po’ sleale tentativo di Neville che scioglie il cuore indurito ma perbene del professore. <3
 
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view post Posted on 31/8/2022, 23:07
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Grazie per le bellissime considerazioni, cara Cate, che regalano ogni volta soddisfazione.
La sfida di questo mese in effetti è stata stimolante ma un pochino impegnativa, forse anche per la presenza della Giratempo che ha richiesto un pizzico in più di concentrazione. Ma le tue parole di apprezzamento ripagano, sempre, di ogni "sforzo" creativo <3
 
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view post Posted on 13/10/2022, 19:58
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O forse perché se l’Oscuro Signore quella notte avesse deciso di andare a eliminare i Paciock, anziché i Potter, Lily probabilmente sarebbe ancora viva

Questa è forte, molto forte. Ammetto di non averci mai pensato, ma è... orribilmente possiile. Del resto, Voldemort ha scelto Harry perchè lo riteneva più debole, un Mezzosangue invece di un Purosangue. Terribile a dirsi, ma, sì, questo pensiero potrebbe aver germogliato nella mente di Severus.
Brava, Ele, i miei complimenti.
 
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view post Posted on 13/10/2022, 22:25
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CITAZIONE (Ida59 @ 13/10/2022, 20:58) 
CITAZIONE
O forse perché se l’Oscuro Signore quella notte avesse deciso di andare a eliminare i Paciock, anziché i Potter, Lily probabilmente sarebbe ancora viva

Questa è forte, molto forte. Ammetto di non averci mai pensato, ma è... orribilmente possiile. Del resto, Voldemort ha scelto Harry perchè lo riteneva più debole, un Mezzosangue invece di un Purosangue. Terribile a dirsi, ma, sì, questo pensiero potrebbe aver germogliato nella mente di Severus.
Brava, Ele, i miei complimenti.

Vero... l'ho trovata anch'io terribile mentre mi veniva in mente, ma plausibile. Grazie mille, Ida. <3
 
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