Il Calderone di Severus

Ele Snapey - Riflesso contrario, Genere: Avventuroso - Tipologia: one-shot - Rating: per tutti - Personaggi: Severus Piton, Rubeus Hagrid - Pairing: nessuno - Epoca: post 7° anno - Avvertimenti: AU

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view post Posted on 24/7/2022, 23:14
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Titolo: Riflesso contrario
Autore/data: Ele Snapey - Luglio 2022
Beta reader: Arwen68
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: Avventuroso
Personaggi: Severus, Rubeus Hagrid
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU

Riassunto: Una tranquilla giornata di commissioni a Diagon Alley, può anche trasformarsi in qualcosa di inaspettato e poco gradito…

Nota: Storia scritta per la Sfida di Luglio, nell’ambito della “15 anni con Severus”.
Nota 2: Nella storia è fatto accenno anche a uno dei componenti della famiglia di Severus nata dalla mia fantasia, e presente per la prima volta nella long fic “Lacrima di Fenice”.

Portatore delle Insegne della Scuola di Beauxbatons

Caratteri: 30.175

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.







RIFLESSO CONTRARIO




Guardò la montagna umana irsuta che lo precedeva di qualche passo, e l’ombra di un sorriso rischiarò la sua espressione riservata.
Il giorno prima, quando lo aveva convocato nello studio circolare comunicandogli l’intenzione di portarlo con sé per alcune commissioni, aveva visto il faccione barbuto irradiarsi di incontenibile soddisfazione.
“Dovrei anche fare un salto alla Gringott, ho fissato un appuntamento con il direttore: mentre tu scegli l’abete da installare in Sala Grande e comperi le decorazioni, io ne approfitto.
Il guardiacaccia aveva annuito con foga, ergendosi ancora di qualche spanna.
Era evidente come il fatto che il preside lo avesse scelto per un incarico di fiducia lo riempisse di orgoglio.

Così, il giorno dopo, in una tarda mattinata piacevolmente fredda e abbastanza limpida, avevano lasciato il castello immerso nel clima delle imminenti festività natalizie, e si erano messi in viaggio per Londra.
Raggiunto il Paiolo Magico con la Metropolvere, dopo averne approfittato per consumare due ottime porzioni di Risotto di zucca accompagnate da vino elfico, si erano portati sul retro del locale e da lì, attraverso il muro di mattoni, in Diagon Alley.
Lo sbirciò di nuovo, divertito, mentre incedeva al suo fianco con aria appagata, torreggiando di almeno mezzo metro sopra la folla.

Sembrava camminare a un palmo dal terreno, dopo che il fuori programma costituito dal pranzo in compagnia del preside, per giunta gentilmente offerto, aveva contribuito a galvanizzarlo.
Caro, vecchio Rubeus. Avrebbe davvero potuto affidare la propria vita nelle sue enormi mani, sicuro di poter confidare nella devozione e nella sconfinata bontà d’animo: stessi sentimenti che aveva nutrito nei confronti di Albus, e che, dopo la guerra, aveva trasferito alla lettera su di lui e sulla sua famiglia.
Tornò a prestare attenzione al viale acciottolato brulicante di gente, mentre i negozi ai lati del corso principale mettevano allegria.
Erano tutti addobbati a festa e guarniti di lucine colorate che, brillando a intermittenza, rilasciavano nell’aria frizzante il profumo di cannella e canditi.
Quasi ogni emporio sfoggiava all’esterno un abete rigoglioso stillante decorazioni magiche, e l’atmosfera era già impregnata del caratteristico sentore di Natale in arrivo.

Lungo il percorso, affiancate alle botteghe, spuntavano le bancarelle cariche di merce allestite per il mercatino della tradizione di Diagon Alley.
Severus inspirò le fragranze che si mischiavano nell’aria e alzò gli occhi, ammirando l’azzurro brillante del cielo ritagliato tra i tetti; lame di luce, infilandosi tra i muri delle case, illuminavano parte delle facciate, e tutto era così luminoso che avvertì una piacevole, sottile sensazione di completezza. Quale giorno migliore per sistemare alcune fastidiose questioni in banca, e allo stesso tempo farsi venire qualche buona idea per i regali?
Passarono davanti al negozio di Calderoni di Potage; successivamente fecero una piccola tappa al Ghirigoro, dalle cui vetrine sfavillanti di decorazioni dorate ammiccavano le edizioni aggiornate di Pozioni Avanzate. Comprò un volume rilegato in pelle delle Favole di Beda il Bardo, nella nuova versione animata: era un pezzo che Sybil la desiderava, sarebbe stato un regalo più che indovinato.

Quindi proseguirono per l’Emporio del Gufo; qui Hagrid ordinò il quantitativo mensile di mangime da far recapitare al castello. Poi si incamminarono verso il negozio di botanica di Noltie.
All’improvviso il Guardiacaccia si piantò in mezzo al piccolo slargo su cui affacciavano le vetrine scintillanti dei Tiri Vispi Weasley.
- Professor Piton, guardi: la Burrobirra di Natale! – Esclamò, rivolgendo il grosso indice verso la bancarella allestita di fianco a Sugarplum.
Era la prima frase di senso compiuto che Hagrid aveva osato rivolgergli da che erano lì; l’aveva formulata in tono roboante, per sovrastare il vivace vociare misto al suono di carole natalizie che caratterizzava il clima della via, e attirò l’attenzione dei passanti.

Alcuni gli sorrisero, riconoscendolo come il preside di Hogwarts, e la cosa gli procurò una punta di fastidio: inutile, non sarebbe mai riuscito a modificare la propria indole scontrosa.
Lasciò che il mezzo gigante si dirigesse baldanzosamente alla piccola rivendita esterna, attorniata da parecchi avventori in attesa di essere serviti, ed elargì un’occhiata distratta agli innumerevoli boccali impilati su alcuni tavolacci.
Intanto, sovrastando la calca, Hagrid era facilmente riuscito a richiamare l’attenzione di uno dei gestori.
– Stavolta ce la offro io, preside. La deve proprio assaggiare! – Decretò, rumorosamente, attirando di nuovo su di loro gli sguardi della gente, e Severus desiderò di potersi mimetizzare con l’acciottolato scuro del viale.

Sospirò, osservandolo mentre frugava con estrema concentrazione nella bisaccia e ne estraeva del denaro. Si era rassegnato alla tappa forzata - d’altronde la Burrobirra calda con aggiunta di caramello, cannella e chiodi di garofano era da sempre una passione di Hagrid – ma non all’idea di dover bere quell’intruglio nauseante.
– Grazie, Rubeus, ma… non ne vado matto, posso farne a meno. – Tentò di evitarsela, quando però ormai era troppo tardi: l’omone aveva già ordinato e stava aspettando di pagare le consumazioni.
Il giovanotto dall’aria sveglia con indosso un grembiulone su cui campeggiava la scritta “Natale senza Burrobirra, non è Natale!” depose allegramente sul banco due boccali traboccanti liquido ambrato fumante e profumato.
– Eccovi le vostre pinte, signore: buona degustazione.
– Fantastico… - Mugugnò il mago, a mezza voce, guardando la bevanda con avversione: la sua giornata perfetta stava per subire una piccola interferenza.
Si approssimò al banco con passo lento e dignitoso; il giovanotto che lo aveva servito gli si rivolse con fare cordiale.
– E’ un piacere avervi qui, preside Piton… - Severus gli scoccò un’occhiata perplessa: era certo di non averlo mai incontrato prima.
– La vostra fama vi precede! - Aggiunse il giovane, con fare sornione. Sembrava avergli letto nel pensiero e si sentì a disagio. Lo fissò, freddamente, nel suo sguardo acuto vide balenare una luce strana.

Si riscosse e abbozzò educatamente un cenno contenuto di apprezzamento. Il commesso allora si chinò a prendere qualcosa da sotto il banco.
- Permettetemi di offrirvi questa piccola strenna natalizia. E’ un simpatico omaggio che facciamo ai nostri clienti “speciali”.
Il tono deferente con cui gli porse la scatolina di legno grezzo iniziò a dargli fastidio.
La aprì, per scoprire che conteneva una specie di spilla da bavero in argento smaltato, raffigurante un boccale schiumante di birra.
– Grazie, la conserverò con estrema cura. – Replicò, lasciando trapelare un pizzico di sarcasmo su cui il giovane glissò senza variare espressione.
– Sono certo che non mancherete di farlo… e che avrete senz’altro modo di apprezzarne l’utilità. – Ponendo l’accento sulle ultime parole gli dedicò un sorriso impersonale; quindi lo lasciò per tornare ad occuparsi degli avventori.

Il preside estrasse l’oggetto dalla scatolina e lo osservò, rigirandolo tra le dita. Sul retro vi era inciso “Hop&Dope, la miglior Burrobirra che tu possa desiderare”.
– Ce l’ho anch’io! – Il vocione di Hagrid lo fece sobbalzare. Alzò lo sguardo sul portachiavi che stava esibendo, e che tra le sue mani risultava quasi invisibile. Era identico al distintivo che gli avevano appena rifilato.
- Che bello che ce lo hanno dato anche a lei, professore: così siamo pari. – Il guardiacaccia era entusiasta del fatto che potessero condividere qualcosa. Quindi alzò il proprio boccale e, brindando alla giornata trascorsa insieme, ne tracannò l’intero contenuto.
Severus cercò di trangugiare qualche sorso, ma abbandonò il tentativo.
- Non ci piace la Burrobirra di Natale, professor Piton? – La sua espressione sembrava quella di un enorme bimbo deluso. Severus si sentì un po’ in colpa.
- Ehm… al contrario, anzi, mi piange il cuore doverla abbandonare. Ti ricordo però che ho un appuntamento alla Gringott tra un quarto d’ora, e dobbiamo proprio muoverci. – Mentì per non offenderlo, riponendo distrattamente il gentile omaggio di Hop&Dope nella tasca interna del mantello.

Lasciato Hagrid da Noltie, in accordo che non appena avesse scelto l’albero per la Sala Grande lo avrebbe raggiunto, proseguì a passo sostenuto.
Tuttavia, qualche metro più in là, si sentì costretto a fare una sosta davanti alle vetrine di Janus Galloglass: la sua attenzione era stata calamitata da un elegante specchio esposto in vetrina.
Lo osservò con interesse, mentre la mente elaborava la possibilità di trovare spunto per fare un altro regalo.
L’emporio di specchi in Diagon Alley era il più famoso di tutto il Regno Unito: lì era possibile trovarne di incantati, divinatori, parlanti e perfino di infestati.

Rendendosi conto di come fosse già abbastanza tardi, si ripromise di dare solo una velocissima occhiata all’interno del negozio.
Quindi entrò, trovandosi catapultato in un piccolo cosmo a parte, in cui la sua immagine riflessa lo osservava da diverse angolazioni. Venne assalito da una leggera sensazione di disagio.
Nel negozio non c’era anima viva. L’unica presenza un po’ inquietante era costituita dal gran numero di specchi di cui era stipato l’ambiente.
Ve ne erano di enormi, ornati da cornici pesanti e vetuste; altri invece avrebbero potuto tranquillamente stare nel palmo di una mano.
- C’è nessuno? – Lasciò trascorrere un paio di minuti, poi stabilì che aveva perso fin troppo tempo ad aspettare che qualcuno gli desse retta.

Si voltò per uscire, ma si bloccò quando vide se stesso restituito da un grosso specchio a tutt’altezza, di forma rettangolare, appoggiato al muro accanto all’entrata.
Si avvicinò, avvertendo una strana attrazione; ne osservò attentamente la cornice dozzinale di legno dorato, vecchia e tarlata, su cui erano incisi simboli bizzarri e sconosciuti.
Esaminò la strana iscrizione, affascinato: non aveva mai visto nulla di simile. Tornò a considerare la sua figura riflessa nello specchio, e gli parve che i contorni fossero sfocati.
Socchiuse gli occhi. Notò che qualcos’altro non tornava.

All’improvviso si rese conto che gli oggetti presenti alle sue spalle erano riflessi al contrario. Davvero insolito: era la prima volta che si imbatteva in uno specchio magico con quella caratteristica.
Controllò se sulla cornice ci fosse qualche iscrizione che potesse chiarirne la provenienza e le peculiarità.
L’unica cosa che rilevò fu la targhetta, in basso, su cui vi era una minuscola iscrizione. Si abbassò per poterla leggere.
Eam capit ad mundum alterna. Costo 400 Galeoni e 15 Falci.
- Ti porta in un mondo alternativo… Uhm… Singolare. - Mormorò, fortemente incuriosito.
Si raddrizzò, fissò lo sguardo sul volto rigoroso incorniciato dai lunghi capelli corvini che gli rimandava lo specchio. Avvertì un brivido: l’altro sé mostrava un’espressione sarcastica, che lui sapeva bene di non avere in quel momento.

Inclinò il capo, scrutando accigliato il proprio riflesso che continuava a esibire un’aria sorniona piuttosto inquietante. E all’improvviso fu colto da un forte capogiro.
Istintivamente allungò una mano per sostenersi, la punta delle dita incontrarono la superficie fredda dello specchio.
Lasciò trascorrere un paio di minuti, aspettando che la vertigine si attenuasse.
Quindi riaprì gli occhi…


*****




Dello specchio che aveva di fronte era rimasto solo un pezzo di vetro attaccato alla cornice dozzinale. In più punti era saltata la doratura, e con essa gran parte dell’iscrizione.
Un soffio di aria gelida, impregnata di odore stantio, lo investì.
Si guardò attorno, spaesato. Il locale era immerso in una fitta penombra, e dei numerosi specchi di valore che riempivano l’emporio ne erano sopravvissuti forse solo sei o sette.
Inoltre si accorse, con un moto di stizza, di non avere più in mano il pacchetto regalo per Sybil.
Si mosse con cautela all’interno di ciò che era stato Janus Galloglass, uno dei negozi più ricercati del paese; sentì una miriade di frammenti di cristallo scricchiolare sotto gli stivali.

Grosse assi erano state inchiodate all’esterno. Spifferi di aria ghiacciata entravano da dove mancavano le vetrine, mentre l’entrata era stata sostituita da un paio di tavole di legno marcite.
Spostandosi con prudenza raggiunse l’ingresso. Riuscì a rimuovere una delle assi più malandate, si infilò nello stretto spazio che si era venuto a creare e sgusciò in strada.
Il freddo pungente lo aggredì e si avvolse nel mantello: la temperatura era decisamente precipitata.
Alzò gli occhi, scorgendo tra i tetti il solito ritaglio di cielo. Solo che adesso era di uno strano color piombo, soffocante e carico di cattivi presagi.

Vide che l’insegna del negozio non esisteva più. Guardò la strada: del viale sfavillante di luci, di colori e di gente vociante che aveva lasciato dieci minuti prima per entrare nell’emporio, non vi era alcuna traccia.
Fissò l’acciottolato grigio e deserto che si snodava fra botteghe silenziose, apparentemente abbandonate, sentendo crescere un senso di oppressione.
Cosa era successo a Diagon Alley?
E come se improvvisamente gli si fosse acceso un barlume, ricordò l’iscrizione che aveva letto sulla targhetta alla base della cornice.
– Ti porta… in un mondo alternativo… - Mormorò a se stesso, sconcertato.
Lo specchio incantato! Era una porta. Un varco che conduceva ad universi paralleli, e lui l’aveva attraversato senza rendersene conto.

Avvertì un vuoto all’altezza dello stomaco, il cuore prese a battere con violenza e si sentì perduto: si trovava in una dimensione sconosciuta. Un universo alternativo in cui lo specchio che avrebbe potuto garantire di tornare nel proprio era andato totalmente distrutto!
La consapevolezza di essere in trappola lo paralizzò.
Rimase con lo sguardo fisso, agganciato alla porzione di muro su cui una volta era appesa l’insegna.
Infine decise che lasciarsi dominare dallo sconforto non gli avrebbe offerto alcuna possibilità, anzi: camminare lo avrebbe aiutato a recuperare lucidità e freddezza necessarie a trovare una soluzione.
Stretto nel mantello si incamminò, notando le modeste decorazioni natalizie appese nei pochi negozi aperti, e sostò davanti a diverse botteghe le cui entrate erano sbarrate dalle assi, così come da Galloglass. Raffiche di aria gelida gli sferzarono il viso.

Incrociò alcuni passanti infreddoliti e frettolosi; avrebbe voluto fermare qualcuno per avere chiarimenti, ma notò subito come la gente si scostasse con occhiate diffidenti.
Continuò a risalire la via, colpito dalle numerose anomalie che incontrava lungo il cammino.
Dove c’era stata la gelateria di Florean con i suoi tavolini all’aperto, ora appariva il vuoto desolante; il Ghirigoro era stato sostituito da un negozio di Manufatti per Magia Oscura, mentre la farmacia di Mr. Mulpepper risultava in vendita, così come l’emporio di Madama McLan.
Gli sembrò quasi di camminare in un incubo, mentre il cervello lavorava a pieno ritmo, elaborando la necessità di trovare un altro varco. Si concentrò sulla possibilità che potesse esistere uno specchio gemello, da qualche parte, in Diagon Alley. E ad un tratto, quasi senza rendersene conto, si trovò di fronte alle vetrine di Ollivander.
Il negozio sembrava non aver subito alterazioni, e la cosa lo rinfrancò.

Sapeva che non avrebbe trovato a riceverlo il volto rassicurante del buon Garrick, ma quando spinse la porta e lo accolse il consueto scampanellio provò sollievo, come se lui fosse stato davvero lì, dietro al bancone ad aspettarlo.
L’ambiente, privo di presenza umana, aveva come sempre le pareti divise in scaffalature traboccanti di scatoline con bacchette di ogni genere.
Riconobbe ogni angolo immerso nella rassicurante penombra. Provò un curioso senso di gratitudine, e iniziò a sentirsi a casa.
- C’è nessuno? – Era la seconda volta nel giro di poco tempo che rivolgeva la stessa domanda all’interno vuoto di un negozio. In quel caso sperò gli si ritorcesse a favore.
Ma un movimento improvviso alle spalle lo mise in allerta.
Si voltò di scatto e diresse lo sguardo al retro bottega.
– Chi c’è là? – Intimò.
Gli rispose un soffio selvatico e prolungato, accompagnato da un rumore simile a quello di un corpo pesante che viene trascinato per terra.

Qualcuno o qualcosa stava strisciando verso di lui. Afferrò la bacchetta dalla tasca del mantello e la rivolse in direzione del bancone, oltre il quale, nella semioscurità, vide contorcersi una sagoma indefinita che non aveva nulla di umano.
Dopo qualche secondo percepì un fruscio vicino e preoccupante. Intuì che la strana forma aveva preso ad arrampicarsi, lentamente, sulla postazione da cui Ollivander si era occupato di distribuire un imprecisato numero di bacchette a migliaia di studenti.
Pensò che avrebbe dovuto abbandonare il negozio all’istante, ma era come se la paura si fosse propagata in ogni fibra del corpo, ordinandogli di stare fermo.
Un sibilo pericoloso fendette il silenzio. E all’improvviso una grossa testa di serpente sbucò dalla zona d’ombra con enormi fauci schiuse sulle zanne.
Severus portò d’istinto la mano alla gola, indietreggiò, trovando però la parete stipata di scaffali a impedirgli la fuga.

Gli occhietti feroci e brillanti dell’enorme serpe agganciarono i suoi. Il capo si ritrasse come l’onda di uno tsunami in arrivo, pronto a colpire, e fu pronto a giurare che sul muso si fosse delineata una smorfia crudele.
Si rese conto, sconvolto, che lo choc stava impedendo al proprio cervello di connettersi alla mano che impugnava la bacchetta.
Non era possibile… Non poteva accadere, di nuovo!
Tentò di ritrovare freddezza e concentrazione, mentre con l’altra mano si preoccupava di proteggere il punto in cui le vecchie ferite sembravano aver ripreso a pulsare.
Il serpente fece saettare la lingua bifida, indeciso se continuare a giocare al gatto con il topo: il tempo e le azioni parvero girare al rallentatore per uno spaventoso, interminabile istante.
Infine il tintinnio grazioso del campanello collegato all’ingresso spezzò il maleficio.
- Nagini! – Tuonò una voce familiare. – Vieni qui, da brava…
Il rettile spostò l’attenzione verso l’enorme figura che occupava per intero il vano della porta; quindi si abbassò docilmente sul bancone e scivolò in modo sinuoso verso l’entrata.
E Severus fece fatica a credere ai propri occhi. Davanti a lui si ergeva Hagrid, la gran matassa di capelli tenuta a bada da uno strato di brillantina, il barbone curato, e l’espressione altrettanto incredula.
Al posto del pesante soprabito di fustagno sfoggiava un mantello verde scuro di lana pregiata.
Ma non aveva lo stesso sguardo del Rubeus che conosceva…


*****




Cadde un silenzio sbigottito, in cui i due si fissarono abbastanza a lungo da permettere al serpente di arrivare ad accoccolarsi ai piedi del mezzo gigante.
– Professor Piton… Voi… non dovreste essere qui… - Pronunciò per primo Hagrid, con un atteggiamento controllato a cui Severus non era abituato.
Notò come anche i suoi occhi fossero diversi, neri, freddi, pungenti, e ne ebbe paura.
- Infatti vorrei sapere dove mi trovo. – Replicò il preside, asciutto, costringendosi a non tradire emozioni.
- Tranquilla, Nagini, va tutto bene… Adora infilarsi nei retro bottega dei negozi appena requisiti. – Fu la risposta del guardiacaccia alla sua richiesta. Continuò ad accarezzare la testa dell’animale che nel frattempo si stava arrampicando lungo una delle sue gambe massicce. Poi abbozzò un ghigno che fece accapponare la pelle al professore.
- Dunque, non sapete… – Mormorò, con una sfumatura inquietante nel tono di voce. Fece una pausa, sfidando con sguardo scaltro e insolente quello del proprio interlocutore. Sfiorò delicatamente la serpe con le grosse dita, e proseguì.
– In effetti, come fare a spiegarvi che non dovreste essere qui? Dunque, vediamo… Forse la cosa migliore sarebbe quella di domandarvi direttamente perché invece ci siete, professor Piton, e come sia possibile una cosa del genere…

Severus si chiese dove volesse andare a parare. Allacciò il suo sguardo e decise di provare ad effettuare una piccola incursione nella mente.
Entrarvi fu abbastanza agevole - forse la struttura mentale della nuova versione del guardiacaccia era l’unica cosa ad essere rimasta standard – ma ne venne sbattuto fuori dopo un secondo, senza troppi complimenti.
- Non azzardate a fare questi giochetti con me, professore. Voglio ricordarvi come questi espedienti vi siano costati molto caro! - Del buon, vecchio Rubeus erano restate davvero solo le sembianze.
– Che significa? - Domandò Severus, cauto, spostando l’attenzione sul rettile che aveva ripreso a osservarlo in modo pericoloso.
Hagrid socchiuse le palpebre sugli occhietti che brillavano malevoli e fece una piccola pausa. Quindi sbottò:
– Significa che voi… dovreste essere morto!

Il cuore del mago mancò un battito. Hagrid avvertì il suo turbamento, e continuò a infierire.
– Vi ho visto io, personalmente, crollare a terra dopo essere stato colpito dall’Avada Kedavra del mio Signore… – Sul grugno solitamente bonario era apparsa una brutta smorfia compiaciuta: – Perciò, vi chiedo: da che mondo venite?
Il preside puntò le iridi color della notte in quelle ostili del Mezzogigante.
– Non capisco… - Mormorò, sempre più guardingo.
- Su avanti, non prendiamoci in giro! – Esclamò l’altro, e sembrò essere tornato l’Hagrid di sempre. Ma solo per una frazione di secondo. Scosse il testone e il suo sguardo si affilò.
- Voi non esistete più per questo mondo. Un mondo dove Lord Voldemort ha vinto la guerra, stabilendo il proprio dominio: quando il vostro doppio gioco fu scoperto voi foste eliminato. Quindi, vedendovi ora, in perfetta forma e salute, dovrei chiedermi se per caso non siate un fantasma. O forse è più probabile che abbiate attraversato un varco, giungendo da un altro universo?
- Nel mondo da cui provengo, per fortuna, le cose non andarono esattamente così. – Replicò Severus, con espressione ferma e un velo di sarcasmo.
- Allora confermate la mia tesi… - Il guardiacaccia scoppiò in una breve risata, priva di calore, che sfumò immediatamente: - Non so come siano andate esattamente le cose dalle vostre parti. Posso solo confermare come qui, almeno, Lord Voldemort abbia riportato ordine e disciplina, spazzando via Mezzosangue, Magonò, Babbani, e restituendo a Hogwarts un immenso prestigio.

- Ti sembrerà strano: perfino nella mia realtà Hogwarts gode di grande reputazione. E, la cosa più importante, ci siamo abituati a vivere in un clima sereno di assoluta libertà, collaborazione e rispetto tra Maghi, Mezzosangue e Babbani.
Hagrid si limitò a scoccargli un’occhiata penetrante, senza controbattere; infine gli puntò contro l’enorme indice.
- Qualcuno al di sopra delle parti, dovrebbe stabilire quale sia la versione migliore… - Ribadì, bruscamente. A Severus parve di cogliere una punta di rimpianto nel tono della sua voce.
Lo osservò mentre faceva vagare lo sguardo cupo e pensieroso sulle scatoline impilate negli scaffali.
- Dunque sei Purosangue… - Rimarcò, in tono suadente. Poi aggiunse, quasi con noncuranza: - Forse può interessarti sapere come anche nel mio mondo esista una tua versione. Non è un mago, ed è infinitamente più semplice… ma certamente più felice.

Il guardiacaccia reagì subito, con fare astioso.
- Sono Custode delle Chiavi e dei Luoghi di Hogwarts, mi occupo di ogni creatura magica, e il mio Signore ha completa fiducia in me: credo proprio di non aver nulla di cui lamentarmi, non credete? Non ho certo bisogno, quindi, del vostro tentativo di psicanalisi spicciola. Inoltre vi inviterei a non rivolgervi a me dandomi del tu!
- Spiacente, ma è questione di abitudine. Sono avvezzo da sempre a rivolgermi così al Custode delle Chiavi che conosco. Una persona straordinariamente genuina, generosa, piena di umiltà, di umanità, di buona volontà. Non veste panni ricercati, non usa un linguaggio forbito. Ma è parte della mia esistenza, e gli affiderei a occhi chiusi quanto di più prezioso dovessi possedere: perfino la mia stessa vita.
Fissò lo sguardo smarrito dell’omone che aveva di fronte: ogni traccia di arroganza andava sbiadendosi, assorbita dalla consapevolezza che il padrone al quale era sempre stato devoto non gli avrebbe mai accordato una fiducia così leale e incondizionata.

Si rese conto che da qualche parte, sotto tutta quell’apparenza, avrebbe potuto trovare un pezzetto dell’Hagrid autentico. E affondò il colpo.
– Devo tornare a casa, Rubeus, e ho bisogno che qualcuno mi aiuti a farlo.
Il guardiacaccia parve rifletterci per qualche istante prima di rispondere.
– Purtroppo non sarà così semplice…
– Il varco che ho attraversato era in uno degli specchi esposti da Janus Galloglass.
– Lo immaginavo. Anche se non riesco a capire come sia potuto capitare. Tutti gli specchi furono distrutti per ordine di Lord Voldemort subito dopo la fine della guerra, proprio per evitare che si aprissero connessioni con altri universi. Il fatto che voi siate qui, dimostra come forse non tutto il lavoro fu portato a termine in modo corretto.
– Posso sperare di trovare un modo per…
Si interruppe, distratto all’improvviso da qualcosa che pulsava nella tasca interna del mantello.
Infilò la mano ed estrasse la piccola spilla a forma di boccale, firmato Hop&Dope, che aveva dimenticato di aver riposto lì.

La osservò, affascinato, mentre si accendeva e si spegneva a intermittenza.
– Accidenti, un piccolo dispositivo di collegamento. Ed è in funzione. Qualcuno, da dove provenite, ne dovrebbe avere uno uguale, e vi sta cercando. – Specificò Hagrid, indicandola.
- Qui veniva usato spesso. Serviva per lo più come alternativa alla Passaporta; ma un giorno scoprirono che con questi gingilli ci si poteva attivare anche i varchi che conducevano a dimensioni parallele, a patto che, dall’altra parte, ce ne fosse uno uguale e connesso. Proprio per tal ragione aggeggi di questo tipo vennero requisiti ed eliminati. Pensavo non ne esistessero più…
Severus alzò lo sguardo perplesso e incontrò quello complice del guardiacaccia, che con un sorrisetto aggiunse:
– Per voi, a quanto pare, è stata fatta un’eccezione… – Poi si voltò, rivolgendo un cenno al serpente.
- Qui, Nagini! - Si avviò con passo pesante all’entrata, seguito malvolentieri dalla creatura che aveva visto sfumare la prospettiva di un’ottima cena.

Aprì la porta, e l’allegro scampanellio parve segnare la fine di ogni incertezza; prima di uscire l’omone rivolse un’ultima, penetrante occhiata al mago.
- Nel retro bottega, in un vecchio armadio, dovreste trovare un piccolo specchio che Ollivander è riuscito a salvare. Pare appartenesse a sua madre… - Si fermò sulla soglia; sembrava assorto.
- Affrettatevi, però: fra poco sarà qui la squadra di Ghermidori per smantellare il negozio… Buona fortuna, preside Piton…

Severus attese che il battente si richiudesse sull’ultima parte di coda del rettile. Quindi, nella quiete che era tornata a regnare, si spostò rapido verso l’ambiente che gli era stato indicato.
Trovò l’armadio e frugò tra i ripiani: in mezzo a una montagna disordinata di custodie vuote era nascosto uno specchio antico, abbellito da una preziosa cornice d’argento.
Si soffermò solo per un attimo a guardare il volto teso che gli rimandava. Poi toccò con la punta delle dita la superficie riflettente, strinse nel pugno la spilla di Hop&Dope e pensò intensamente a coloro che amava.
Chiuse gli occhi…


*****




Li riaprì, e prima che potesse riaversi dal solito fastidioso senso di vertigine, udì un vocione roboante strepitare il suo nome.
Scorse la mole di Hagrid agitarsi in mezzo al piccolo capannello di gente che si era raccolto attorno a lui, e riconobbe l’interno dell’emporio di specchi, intatto, così come lo aveva lasciato.
Intanto Rubeus gli stava venendo incontro, quasi di corsa, facendo tremare pavimento e pareti dell’emporio.
In una manona stringeva un pacchetto regalo confezionato con la carta del Ghirigoro, nell’altra aveva un piccolo oggetto che brillava a intermittenza, ed era sicuramente il portachiavi a forma di boccale della Hop&Dope.

Gli venne da pensare a come non avrebbe mai creduto di poter apprezzare, un giorno, la vista di quei capelli incolti, del barbone selvatico e dell’improponibile cappotto di fustagno color castagna.
– Ma cosa ci è successo, professor Piton!? – Lo udì gridare: - Mi sono spaventato tanto!
- E’ tutto a posto, Rubeus, adesso puoi stare tranquillo. – Replicò il preside in tono pacato, alzando le mani per frenare la sua irruenza.
- Sono venuto alla Gringott, come mi aveva detto. Ma nessuno l’aveva visto arrivare. Allora sono tornato indietro e ho cominciato a guardare per i negozi: ma lei non c’era da nessuna parte. Ho chiesto anche a tutti loro… - Si voltò a indicare le persone che stavano seguendo il suo sproloquio arruffato con aria perplessa, e Severus fece molta fatica a rimanere serio: nonostante la pessima avventura appena vissuta, in quel momento gli sembrò tutto comicamente surreale.
- E poi? Che hai fatto? – Chiese, con gentilezza.
- Sono entrato qui dentro… - Hagrid appariva quasi mortificato: - Ed è lì che ho visto il regalo di Sybil, per terra, davanti a quello.

Il mago guardò lo specchio con la cornice dorata che gli stava indicando, e rabbrividì.
– Allora ho capito che ci doveva essere per forza capitato qualcosa di brutto, per averlo lasciato lì, così, per terra. Lei non lo lasciava di certo per terra il regalo di Sybil, se non era successo niente! L’ho raccattato e ho guardato subito nello specchio, dove era tutto al contrario… Poi, di botto, il portachiavi che avevo in saccoccia ha cominciato ad accendersi… e quando l’ho tirato fuori dalla tasca, per fortuna dopo un po’ è comparso lei, da non so dove, ma l’importante è che era tornato… Ecco, adesso ci ho raccontato proprio tutto…
Il volto acceso sprizzava contentezza e gli occhi buoni erano lucidi di commozione. Severus avrebbe voluto abbracciarlo. Tuttavia, sapendo bene come non fosse il caso, si limitò a riprendere con delicatezza il pacchetto dalle sue enormi mani.
Grazie di tutto, Rubeus… – Disse, semplicemente, e sorrise con uno di quei sorrisi che elargiva molto di rado.
Quindi si riappropriò dell’abituale compostezza.
- Che ne dici se andassimo a bere un’altra Burrobirra, prima di rientrare al castello? – Propose, con una certa serietà, e vide gli occhi del guardiacaccia illuminarsi come fari.
– Stavolta, però, offro io…

Edited by Ele Snapey - 25/7/2022, 01:15
 
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view post Posted on 17/8/2022, 16:51
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Hagrid e Severus sono i due protagonisti di un’avventura in perfetto stile fantascientifico che ha richiamato alla mia mente celebri portali come lo Stargate e mondi paralleli dove la realtà è trasfigurata e oscura come il sottosopra. Passi dalle meravigliose e palpabili descrizioni di Diagon Alley in clima natalizio (ho sentito davvero il profumo di cannella e canditi e il vociare festoso, ho visto le mirabolanti decorazioni e le lucine multicolori), a quelle, ancor più tangibili, di un terribile mondo alternativo devastato dalla magia oscura e pervaso di terrore. Non mi aspettavo un Hagrid in versione cattiva e mi ha stupita ancora di più (ed anche un po’ spaventata) la strisciante presenza dell’enorme Nagini.
Indovinata anche l’idea del segnalatore a forma di spilla e/o portachiavi. Ma dimmi, non era già sospetto il comportamento del commesso di “Hop&Dope” con quella frase sibillina sull’utilità dell’oggetto? I due amici dovranno indagare... Alla prossima avventura ;) !
 
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view post Posted on 19/8/2022, 00:04
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CITAZIONE (Lonely_Kate @ 17/8/2022, 17:51) 
Hagrid e Severus sono i due protagonisti di un’avventura in perfetto stile fantascientifico che ha richiamato alla mia mente celebri portali come lo Stargate e mondi paralleli dove la realtà è trasfigurata e oscura come il sottosopra. Passi dalle meravigliose e palpabili descrizioni di Diagon Alley in clima natalizio (ho sentito davvero il profumo di cannella e canditi e il vociare festoso, ho visto le mirabolanti decorazioni e le lucine multicolori), a quelle, ancor più tangibili, di un terribile mondo alternativo devastato dalla magia oscura e pervaso di terrore. Non mi aspettavo un Hagrid in versione cattiva e mi ha stupita ancora di più (ed anche un po’ spaventata) la strisciante presenza dell’enorme Nagini.
Indovinata anche l’idea del segnalatore a forma di spilla e/o portachiavi. Ma dimmi, non era già sospetto il comportamento del commesso di “Hop&Dope” con quella frase sibillina sull’utilità dell’oggetto? I due amici dovranno indagare... Alla prossima avventura ;) !

Eh sì, mia cara, stavolta ho voluto cambiare, divertendomi a provare un genere diverso :lol: e il fatto che ti abbia inquietato la versione alternativa di Hagrid mi fa piacere, perchè era quello l'intento :) Grazie per il tuo commento sempre puntuale e gentile, Cate, anche il commesso misterioso di Hop&Dope mi ha fatto sapere che ne è rimasto lusingato :*: :lol:
 
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view post Posted on 22/8/2022, 17:10
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Sai sempre stupirmi con effetti speciali: con Hagrid mi aspettavo da te una spumeggiante storia comica densa della tua divertente ironia, invece mi hai portata in un mondo alternativo, orribile, da togliere il fiato: per fortuna ci siamo rimasti poco tempo!
Davvero una trama originale e una storia molto ben scritta.
 
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view post Posted on 22/8/2022, 17:50
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CITAZIONE (Ida59 @ 22/8/2022, 18:10) 
Sai sempre stupirmi con effetti speciali: con Hagrid mi aspettavo da te una spumeggiante storia comica densa della tua divertente ironia, invece mi hai portata in un mondo alternativo, orribile, da togliere il fiato: per fortuna ci siamo rimasti poco tempo!
Davvero una trama originale e una storia molto ben scritta.

Grazie di cuore, Ida! <3 Stavolta ho voluto tentare un esperimento: sono contenta che sia riuscito :*:
 
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view post Posted on 8/9/2022, 18:03
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Ele – Riflesso contrario


Stavolta mi hai stupito con effetti speciali, Ele!!!

Un racconto che parte tranquillo e addirittura in atmosfera natalizia per precipitare in una realtà da brividi.

Un’idea molto originale in cui ho cercato di immaginare altri personaggi “capovolti”, è un racconto di Fantascienza quasi horror, sono stata in ansia per vedere che sarebbe successo, convinta che non avresti osato lasciare Severus in quel posto orrendo.

Hagrid cattivo mi ha leggermente sconvolta, tuttavia sei stata bravissima nel gestire le due realtà e anche le caratteristiche dei due personaggi specchiati.
Un racconto davvero bello che mi ha tenuto sulle spine con dentro tanta fantasia e tanto cuore che nelle tue storie non manca mai.
Stile impeccabile da par tuo!
Bravissima!
 
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view post Posted on 8/9/2022, 22:53
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CITAZIONE (chiara53 @ 8/9/2022, 19:03) 
Ele – Riflesso contrario


Stavolta mi hai stupito con effetti speciali, Ele!!!

Un racconto che parte tranquillo e addirittura in atmosfera natalizia per precipitare in una realtà da brividi.

Un’idea molto originale in cui ho cercato di immaginare altri personaggi “capovolti”, è un racconto di Fantascienza quasi horror, sono stata in ansia per vedere che sarebbe successo, convinta che non avresti osato lasciare Severus in quel posto orrendo.

Hagrid cattivo mi ha leggermente sconvolta, tuttavia sei stata bravissima nel gestire le due realtà e anche le caratteristiche dei due personaggi specchiati.
Un racconto davvero bello che mi ha tenuto sulle spine con dentro tanta fantasia e tanto cuore che nelle tue storie non manca mai.
Stile impeccabile da par tuo!
Bravissima!

Grazie mille, Chiara, per aver letto la storia con attenzione sempre viva e partecipe e per il commento e gli apprezzamenti espressi, come di consueto, con il cuore :*: <3
 
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view post Posted on 9/9/2022, 09:11
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Ho trovato la tua storia veramente piacevole, Ele, nel suo riprendere un'idea tipica della fantascienza (mi ha ricordato per certi aspetti l'episodio Specchio, specchio della serie classica di Star Trek) e trasferirla nel mondo di Harry Potter, utilizzando un apposito - e riuscitissimo - escamotage, per far entrare Severus nel mondo capovolto.
Ho trovato anche ben riuscito il contrasto che sei riuscita a creare tra l'Hagrid che accompagna Severus a Diagon Alley e l'Hagrid capovolto, inquietante nella sua fede in Voldemort, che fa da specchio capovolto alla sua fede in Albus presente nei libri. Mi è piaciuto anche come sia cambiato il modo di parlare tra le due versioni di Hagrid.
Complimenti, Ele!
 
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view post Posted on 9/9/2022, 16:56
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CITAZIONE (Alaide @ 9/9/2022, 10:11) 
Ho trovato la tua storia veramente piacevole, Ele, nel suo riprendere un'idea tipica della fantascienza (mi ha ricordato per certi aspetti l'episodio Specchio, specchio della serie classica di Star Trek) e trasferirla nel mondo di Harry Potter, utilizzando un apposito - e riuscitissimo - escamotage, per far entrare Severus nel mondo capovolto.
Ho trovato anche ben riuscito il contrasto che sei riuscita a creare tra l'Hagrid che accompagna Severus a Diagon Alley e l'Hagrid capovolto, inquietante nella sua fede in Voldemort, che fa da specchio capovolto alla sua fede in Albus presente nei libri. Mi è piaciuto anche come sia cambiato il modo di parlare tra le due versioni di Hagrid.
Complimenti, Ele!

Wow, Leonora, il tuo rimando a quell'episodio di Star Trek mi lusinga molto =) (anch'io sono stata una mega fan della serie ;)) e in effetti devo confessare che può avermi influenzato nella scelta di scrivere un racconto di questo genere. E sono felice che tu abbia colto con precisione e apprezzato quelli che volevo risaltassero come elementi dissonanti tra i due universi. Grazie di cuore per il tuo prezioso commento <3
 
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view post Posted on 9/9/2022, 17:00
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Li ho rivisti tutti recentemente. Sono su Netflix e Specchio specchio è uno dei miei preferiti!
 
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view post Posted on 9/9/2022, 20:45
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CITAZIONE (chiara53 @ 9/9/2022, 18:00) 
Li ho rivisti tutti recentemente. Sono su Netflix e Specchio specchio è uno dei miei preferiti!

Mitica, Chiara, anche tu fan di Spock? 3_3
 
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view post Posted on 14/9/2022, 15:31
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