| Giugno: Remus Lupin - Nocturn Alley (compresi negozi/locali) - Mantello invisibilità - Ippogrifo
Storia scritta per i 15 anni con Severus. Ruolo: portatore d'insegne
Data: 20/06/2022 Beta-reader: Tipologia: one-shot Rating: per tutti Genere: introspettivo, generale Avvertimenti: / Personaggi: Severus Piton, Remus Lupin Pairing: nessuno Epoca: fra il sesto e il settimo anno Disclaimer: personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa. Riassunto: Conteggio caratteri: 9.654
Ricordo il tuo sguardo
L'uomo camminava a passo svelto per le vie di Nocturn Alley, le mani nello scuro mantello che lo accompagnava nonostante la giornata estiva, a stringere da una parte la bacchetta e dall'altra la fialetta che avrebbe dovuto consegnare di lì a poco. Sempre che l'altra persona si fosse degnata di venire a ritirarla. Severus osservava a testa alta, all'apparenza imperturbabile, gli sguardi sfuggenti e sospettosi dei criminali e poveracci che pullulavano i vicoli. Sapeva che Potter l'aveva indicato come omicida di Albus Silente... Ma, lì, nessuno avrebbe osato muovere un dito contro di lui. Il Signore Oscuro era di nuovo nel pieno della sua gloria, e Nocturn Alley, gremita com'era di suoi Mangiamorte, veniva accuratamente evitata da tutta la gente comune... Lasciando il posto solo ai suoi falsi alleati e a chi non aveva alternativa; questi ultimi generalmente camminavano svelti a capo chino cercando di non guardare nessuno e di non farsi notare. Severus entrò nel piccolo pub fatiscente che era stato stabilito come luogo d'incontro e si sedette in un tavolo all'angolo, abbastanza vicino alla vetrata per poter osservare la gente che passava ma protetto da un solido muro di mattoni attorno. Si chiese, per l'ennesima volta, se l'uomo si sarebbe fatto vedere. Dopo tutto quello che era successo... Dopo che aveva dovuto portare a termine la propria missione. Uccidere Silente. Nella sua mente, il ricordo.
Il vecchio mago era seduto dietro la sua scrivania, le mani intrecciate, e lo osservava intensamente. Severus, invece, guardava fuori dalla finestra, seguendo la lenta ascesa della luna nel cielo. "Ho stabilito un nuovo piano, per... Dopo". Albus allungò una mano a toccare la fiala che Severus aveva poggiato poco prima sulla scrivania lucida e scura. "Indubbiamente non potrò più fare da tramite, e tu non potrai più recarti alla sede dell'Ordine". Severus distolse lo sguardo dal cielo e lo puntò negli occhi penetranti di Albus. "Ho pensato che Nocturn Alley possa essere la giusta soluzione. In questo pub un po' nascosto... Sicuramente potrai trovare una scusa plausibile con Lord Voldemort per spiegare lì la tua presenza, piuttosto che tentare di allontanarti in luoghi sconosciuti". "E lui verrà, Albus? Anche... Dopo?" Non poteva pensarci. Non voleva. Non voleva guardare negli occhi l'uomo che lo aveva salvato, il suo unico mentore e amico, e pensare di spegnere la luce dietro quelle iridi scintillanti. "Immagino che solo il tempo ce lo dirà" rispose Albus, sorridendo. Severus avrebbe voluto avere la stessa certezza, ma la sua fede nel mondo era crollata ormai da anni.
Il piccolo movimento della sedia accanto a lui lo distolse dai suoi pensieri. Severus accennò un sorriso, sardonico: alla fine era venuto. Osservando meglio non vide il contorno sfocato di una persona disillusa, quindi azzardò l'ipotesi che l'uomo indossasse un Mantello dell'Invisibilità. Di ottima qualità, pure. Indubbiamente un dono di Silente, specifico per quella occasione. "Parola d'ordine?" chiese, in un sussurro. Un foglietto di carta apparve dinanzi a lui, con sopra vergata una parola: Ippogrifo. Severus alzò la bacchetta. "Muffliato" disse, e proseguì con diversi altri incantesimi di sicurezza, poi fece sparire il foglio. Poteva finire tutto lì: poteva consegnare la fiala all'uomo sotto il Mantello dell'Invisibilità e andarsene, pretendendo di dover valutare di persona la qualità degli artigli di Ippogrifo per la sua prossima pozione, che era la scusa che aveva dato al Signore Oscuro per la sua presenza a Nocturn Alley... Ma qualcosa lo trattenne. Era un tarlo, un dubbio che lo scavava dentro, una domanda che esigeva una risposta più completa della semplice presenza dell'uomo accanto a sé. "Come puoi ancora fidarti di me?" Chiese, quindi, in un sussurro. Remus Lupin attese qualche secondo prima di rispondere. "Ho bisogno della pozione antilupo, lo sai. Sono certo che conosci la missione che lui mi ha affidato, quindi non posso nascondermi, ed è necessario che io sia in possesso delle mia piene facoltà mentali per portare avanti una recita convincente". Severus si girò verso la sedia vuota, cercando di parlare faccia a faccia con il lupo mannaro. Il tono che aveva usato era tranquillo, come di due vecchi conoscenti che conversano, non di certo quello che avresti riservato all'assassino del più grande mago del secolo che si opponeva al Signore Oscuro. "Potrei averla avvelenata" insistette Severus "Potrei averla resa inefficace". Remus Lupin sospirò. "Al di là dei... Recenti avvenimenti, su cui ho le mie riserve" iniziò a rispondere. Si fermò e si agitò sulla sedia, tossendo appena, forse cercando le parole. "Non conosco l'uomo che sei diventato" riprese infine "Ma siamo stati compagni di scuola. Credo di conoscerti meglio di chiunque tuo compagno Mangiamorte". Il cuore di Severus perse un battito. Non era possibile, non si stava riferendo, ma come avrebbe potuto...? "Avevo lo stesso sguardo, Severus" continuò Remus "Intrappolato in una vita che non ho scelto, ho avuto solo pochi amici, e ora non c'è più nessuno di loro. Ho vissuto in miseria e ho mal giudicato uno di loro; ho creduto fosse un traditore quando non lo era, e da allora ho riflettuto tanto: sul passato, e sul futuro." Remus sospirò "Noi due abbiamo la stessa missione, e non smettiamo di combattere anche se chi amiamo non è più su questa terra. Fino a che non ho insegnanto ad Hogwarts, ho creduto anche io che tu fossi perduto, e Silente uno sciocco. Ma poi ho visto, e ho ricordato". Remus allungò una mano sotto il mantello, a stringere la sua, e Severus sobbalzò al contatto improvviso, ma non si ritrasse. Le emozioni, impazzite, vorticavano dentro di lui, mentre fuori Severus si costringeva a mantenere un'espressione impassibile. Se Lupin sapeva... Se sapeva. L'aveva detto a qualcuno? Ma gli avrebbero creduto? O forse aveva capito da solo che era inutile anche provarci...? "Ricordo il tuo sguardo, quando pensavi che nessuno vedesse, gli ultimi due anni ad Hogwarts. Sono abituato a nascondermi e ad essere invisibile come te, Severus... E forse, fra fantasmi, noi due riusciamo a capirci in un modo che altri non possono. Non so perché hai fatto quello che hai fatto, non so che piano dentro al piano lui abbia ideato. Ma so che sei un uomo mangiato dal rimorso, e vivi solo guardando al passato, lì sotto l'albero in cui tutto è finito. Io c'ero. E non dimentico". Remus strinse la mano, poi la lasciò di scatto. "Anche io vivo guardando laddove ho perduto tutto. E l'unica via, per me, è la mia missione. Siamo più simili di quello che credi." Severus si mosse piano, il cuore che sembrava volergli uscire dal petto, l'espressione ancora impassibile. Estrasse la fialetta con la pozione Antilupo dalla tasca e la posò sul tavolo, dove sparì nel giro di secondi. "Grazie" rispose Remus "Mese prossimo, stesso posto, stessa ora?" Severus non sapeva con che forza fosse riuscito a trovare la voce, e a mantenerla nel suo solito tono passivo e indifferente. "Se mi sarà possibile". "... Se ci sarà possibile, già. Se saremo ancora vivi. Immagino che, di questi tempi, non sia scontato". La sedia si mosse ancora leggermente, mentre l'uomo si alzava, e Severus sentì il Mantello dell'Invisibilità sfiorargli le caviglie durante lo spostamento. "Buona fortuna" lo salutò Remus, e Severus mosse appena la bacchetta a rimuovere le protezioni di cui si era circondato. Aveva bisogno. Una cameriera gli si avvicinò. Era giovane e nervosa, una studentessa a cui aveva insegnato solo pochi anni prima, che ora lo guardava con orrore e sospetto, cercando di mantenersi comunque professionale, cercando di non imbattersi nelle sue ire, con tante domande nella testa e nessun coraggio di porle... "Un Firewisky" le disse, prima che lei potesse proferire parola, e la ragazza fuggì subito dietro al bancone. Aveva bisogno di bere.
***
Il bicchiere era a lungo finito, gli artigli di Ippogrifo che aveva comprato come copertura tintinnavano nelle sue tasche. Severus era miserabile come sempre, nel suo passo affrettato, nella sua testa alta e nel suo orgoglio indifferente. "Ricordo il tuo sguardo, Severus". Quando era ancora un ragazzino, e Lily era già perduta, e lui si limitava a osservarla da lontano, dietro gli angoli dei corridoi, nascosto dalle fronde di un albero, impacciato e immobile sulla soglia di una stanza. Ricorda anche lui Remus, una delle volte che l'ha trovato a guardarla da lontano, lui e il suo cuore spezzato, lui e la vampa di vergogna a coloragli il viso in modo malsano. Ricorda un ragazzo stanco, malato, le cicatrici a solcargli il volto. Ricorda come lui gli abbia sorriso, incurante della sua vergogna, un lampo di compassione di chi comprende. Ricorda il suo rifiuto ostile a quella vicinanza improvvisa, il suo scappare dandogli le spalle, l'odio per se stesso esplodere per essersi fatto vedere così, disperato e vulnerabile. Remus Lupin aveva capito. Sapeva. Probabilmente l'aveva anche compatito. E non aveva detto niente. Era un peccato che Severus non si fosse reso conto di aver potuto trovare anni prima un altro amico, un'altra anima affine. "Anche io vivo guardando laddove ho perduto tutto". Peccato. Ma ormai la sua vita è quasi al termine, Severus lo sa, e l'unica cosa importante è la missione. Andrà dove il Signore Oscuro gli dirà di andare, e lavorerà per lui, e nel frattempo lo osserverà, e voterà la sua anima a distruggerlo con tutti i mezzi che Albus gli ha lasciato. Con lo sguardo sempre rivolto a quell'albero nel parco, quel dannato giorno in cui l'insulto è scivolato dalle sue labbra umiliate, e, con il cuore spezzato, ha visto Lily decidere di abbandonarlo per sempre.
Edited by Mitsuki91 - 20/6/2022, 12:47
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