Il Calderone di Severus

Arwen68 - Insospettabili collaborazioni, Tipologia: One-shot; Rating: Per tutti; Genere: Avventuroso; Personaggi: Severus Piton, Remus Lupin; Epoca: epoca dei Malandrini /3° anno di Harry

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view post Posted on 19/6/2022, 18:41
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Titolo: Insospettabili collaborazioni
Autore/data: Arwen68 - giugno 2022
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: avventuroso
Personaggi: Severus Piton, Remus Lupin
Pairing: nessuno
Epoche: epoca dei Malandrini / 3° anno di Harry a Hogwarts

Riassunto: a volte i casi della vita costringono a insospettabili collaborazioni...

Nota 1: Scritta per la sfida 15 anni con Severus - Giugno. Ruolo: Portatore delle insegne per la scuola di Beauxbatons.
Carateri: 25974.

Disclaimer: I personaggi e i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Insospettabili collaborazioni.


Hogwarts, settembre 1993


Il mago procedeva spedito, in una mano la bacchetta, che illuminava il percorso con un bagliore azzurrognolo; nell'altra un calice da cui si levava un leggero vapore violaceo. L'eco dei suoi passi risuonava nei corridoi silenziosi del castello addormentato, facendogli compagnia. Proseguì così per un po', poi si fermò davanti a una robusta porta in legno di rovere e bussò.
"Avanti!" La voce, proveniente dall'interno, suonò chiara ma flebile.
Il mago afferrò la maniglia e aprì la porta.
"Buonasera, Severus!"
"Buonasera, Remus." Avanzò nella semioscurità della camera, illuminata solo dalla debole luce di una candela posta sulla mensola del caminetto. Pesanti tende di broccato rosso impedivano al lucore lunare di entrare.
"Vedo che hai preso le tue precauzioni. Ne sono felice: incontrare un lupo mannaro è un'esperienza che ho già fatto e ritengo che una volta nella vita sia più che sufficiente." Si avvicinò al suo interlocutore e gli tese il calice.
"Ti ringrazio, Severus." Remus afferrò la coppa deciso a ignorare il sarcasmo dell'altro. "Grazie per aver preparato la pozione antilupo per me. So che per te non è facile visto i nostri trascorsi."
Severus inarcò un sopracciglio e un sorriso sghembo si disegnò sul suo volto. "Non ti illudere, non lo faccio per te, ma per la sicurezza di tutti noi e dietro espressa richiesta di Albus Silente."
"Certo, nessuna illusione. So che con il nostro passato è difficile che possa esserci amicizia, ma almeno possiamo provare a collaborare. In fondo lo abbiamo già fatto una volta, tanto tempo fa, ricordi?"
Si fissarono in silenzio.

Diagon Alley/ Notturn Alley, agosto 1975


"Ottimo questo sorbetto! Come ottima è stata l'idea di alloggiare per due giorni al Paiolo Magico con la scusa di dover fare compere a Diagon Alley! Devo dirtelo, James, hai proprio avuto una bella pensata."
"Non è una scusa, Sirius, abbiamo tutti bisogno di nuove divise e libri per il nostro quinto anno a Hogwarts. Ho solo pensato di unire l'utile al dilettevole." Pronunciò queste ultime parole con un sorriso che in parte le smentiva.
"Veramente ottimo", fece eco Peter Minus con il naso quasi tuffato nella coppetta che aveva davanti: per lui essere là con i suoi amici e un gelato era il massimo.
"Io invece devo ringraziarvi per aver convinto i miei a lasciarmi venire con voi." Esordì Remus. Aveva un'aria malaticcia e provata: due giorni prima c'era stata la luna piena e il ragazzo stava ancora smaltendo i postumi che la trasformazione inevitabilmente ogni volta lasciava.
"O tutti o nessuno", disse James, dandogli una pacca sulle spalle.
"I miei invece sono stati felicissimi di vedermi andar via." Sussurrò Sirius quasi a se stesso: questa volta fu Remus a confortare l'amico stringendogli forte un braccio.
Erano seduti a un tavolo della Gelateria Fortebraccio e si godevano due giorni di assoluta libertà lontani dalle rispettive famiglie. Il caldo di quella giornata di fine agosto non si era placato neanche con l'arrivo della sera e così, dopo aver consumato la cena al Paiolo Magico, erano di nuovo usciti per concedersi quattro sorbetti. Dopo una mattinata di compere e giri per Diagon Alley era piacevole rilassarsi e godersi la reciproca compagnia. Il legame che li univa, ormai da quasi cinque anni, faceva sì che tra loro ci fosse una forte intesa.
"Ma quello non è Mocciosus?" Chiese Sirius, all'improvviso, fissando un punto davanti a lui. Gli altri tre guardarono nella sua stessa direzione. Videro una figuretta smilza di nero vestita che si avvicinava a passo svelto, lo sguardo fisso sulla strada, i lunghi capelli corvini a coprire in parte il volto stanco.
"Sì, è proprio lui!" Confermò James. "Guardate, è entrato in quel negozio di abiti usati.”
"Sarei proprio curioso di sapere cosa combina. Hai con te il mantello, James?" Domandò di nuovo Sirius, seguendo un pensiero balenatogli in mente.
"Sì, certo." E James tirò fuori il suo mantello dell'invisibilità. "Cos'hai in mente?"
"Pensavo: perché non dare una svolta interessante a questa serata pedinando Mocciosus?"
"Sirius, siamo in quattro e il mantello non basta più a coprirci tutti." Osservò con un certo rammarico James.
"E infatti non andremo tutti ma solo uno di noi estratto a sorte. Il fortunato dovrà seguire Mocciosus e poi venire a riferire agli altri cosa ha scoperto.”
“Interessante, sarebbe una sorta di prova di coraggio.” A James brillarono gli occhi: era proprio il tipo di avventura che ci voleva per animare un po’ la serata.
“Tu mi leggi sempre nel pensiero!” Ridacchiò Sirius. “Voi siete d’accordo?” Aggiunse poi rivolto agli altri due rimasti fin lì in silenzio.
“Per me va bene, anche se preferirei rimanere qua e ordinare un altro gelato.” E Peter guardò con avidità una coppa gigante che il cameriere aveva appena servito al tavolo accanto al loro.
“Perché ho l’impressione che ci cacceremo in qualche guaio?” Remus era sempre stato il più riflessivo della compagnia.
“Avanti, amico, divertiamoci un po’. Che può accaderci?” James era ormai totalmente preso dall’idea.
Lupin guardò i suoi amici e gli vennero in mente molti motivi per cui sarebbe stato meglio evitare, ma sapeva bene che quando James e Sirius escogitavano qualcosa, probabilmente solo Albus Silente era in grado di far cambiare loro idea. E lui sapeva che, come sempre, avrebbe lasciato che le cose andassero come loro avevano deciso. “Va bene anche per me.”
“Perfetto! Vediamo di sbrigarci prima che Mocciosus esca dal negozio e ci sfugga.” Sirius afferrò le bandierine colorate che decoravano i loro gelati e le nascose nel pugno di una mano, lasciando uscire solo la piccola asta su cui erano agganciate. “Chi prenderà la bandierina rossa sarà il vincitore. Al mio tre afferratene una. Uno, due, tre!”
I ragazzi tirarono. Remus si ritrovò con la bandierina rossa in mano.
“Per la barba di Merlino, avrei voluto che toccasse a me! Ma a quanto pare sarai tu, Remus, a divertirti!”
“Così pare, Sirius.” Ma l'aria e il tono della voce non erano propriamente quelle di chi si accingeva a fare qualcosa per lui divertente.
In quel momento videro Severus uscire dal negozio che stava chiudendo.
“Avanti non c’è tempo da perdere: Remus prendi il mantello e sta pronto a seguirlo. Mi raccomando, prima di indossarlo assicurati che non ti veda nessuno. E fa attenzione a non sciuparmelo.” Il mantello era un cimelio di famiglia prezioso e James sapeva che suo padre ci teneva molto.
“Sta tranquillo, ti riporterò il mantello senza neanche uno strappo.” Gli rispose con una risata forzata Lupin.
“Eccolo! Vai Remus! Ci ritroveremo al Paiolo Magico.” James allungò il mantello all'amico, Remus lo prese e si lanciò all’inseguimento.

***


Severus passò a poca distanza dalla gelateria Fortebraccio, assorto nei suoi pensieri e senza guardarsi intorno. Era contento di aver trovato ancora aperto il negozio di abiti usati e di essere riuscito a scovare una divisa di seconda mano che gli andava bene: domani sarebbe ritornato con i soldi e l’avrebbe acquistata.
Adesso, dopo aver passato tutta la giornata a lavorare nel negozio di Ragni Giganti a Notturn Alley, aveva un solo desiderio: buttarsi sul letto della sua stanza e riposare.
Odiava quell'impiego! Doversi occupare di ragni giganti non lo entusiasmava affatto. Dar loro da mangiare era disgustoso ma pulire le loro gabbie era la cosa che più detestava. Eppure doveva tenere duro ancora per un po': aveva bisogno di comprare i libri per il nuovo anno e una divisa di una taglia in più, perchè quella che aveva ormai gli andava corta. Aveva necessità di soldi e non voleva chiederli a sua madre e tanto meno a suo padre. Così, quando aveva scoperto che al negozio di Ragni Giganti cercavano un garzone, si era fatto avanti. Aveva ottenuto il posto per mancanza di altri candidati. La paga era miserrima ma comprendeva anche l'alloggio, nome altisonante con cui Mr. Bran, il suo odioso datore di lavoro, indicava la squallida stanza sopra il negozio. Per quanto infima come sistemazione, questa soluzione gli aveva permesso di risparmiare i soldi dell'affitto di una camera al Paiolo Magico. Erano due mesi che conduceva quella vita e non vedeva l'ora che arrivasse il primo di settembre. "Ancora pochi giorni e poi potrai mandare al diavolo Mr. Bran e i suoi ragni!" Si disse mentre passava davanti a Magie Sinister. Si fermò poi per un attimo a guardarne la vetrina, affascinato dalla varietà della merce in esposizione. Riprese il suo cammino, passò davanti a Candele Velenose per Ogni Occasione e arrivò davanti al negozio Ragni Giganti. Aprì la porta ed entrò.
“Ti sei deciso a tornare”, lo apostrofò sgarbatamente il suo capo. “Qui ci sono le commissioni per domani." E indicò, con un cenno della testa, una lista posata sul bancone. "Io adesso vado a casa. Tu ricordati di dare da mangiare ai ragni prima di andare a dormire."
Severus accennò di sì con la testa e Mr. Bran, soddisfatto, infilò la porta e la chiuse a chiave.
Severus prese la sua copia di chiavi e di avviò su per le scale desideroso di mettere sotto i denti la magra cena che si sarebbe preparato. Ai ragni avrebbe pensato più tardi.

***


Remus si rese conto di essere rimasto chiuso dentro. Aveva seguito Piton nascosto sotto il mantello dell’invisibilità, felice di non essere visto quando si era accorto che la meta sarebbe stata Notturn Alley. Si era intrufolato nel negozio dietro Severus, quando questi era entrato, ma non era stato abbastanza veloce a seguire Mr. Bran fuori dalla porta quando quest’ultimo era uscito. Adesso sarebbe stato costretto a sbloccare la porta con la magia: questo avrebbe lasciato una traccia… e se i suoi avessero scoperto che si era addentrato a Notturn Alley, tradendo la loro fiducia, non gli avrebbero più permesso di frequentare gli amici… magari l’avrebbero anche ritirato da Hogwarts. Fece un respiro profondo e con la mano cercò nella tasca la bacchetta: non la trovò. L’aveva dimenticata nella stanza al Paiolo Magico.
Si disse di stare calmo e di vedere se ci fosse un modo alternativo alla magia per uscire da lì.
Si tolse il mantello di dosso e cominciò a guardarsi intorno. Era buio e riusciva a malapena a vedere le gabbie con gli enormi ragni. In compenso sentiva molto bene il brusio che proveniva da esse. Ebbe un moto di ripugnanza e cercò di non pensare al loro contenuto. Vide l’ora segnata da un orologio attaccato alla parete: le 9.30. Era passata mezz’ora da quando si era allontanato dalla gelateria. Chissà se i suoi amici si stavano preoccupando. Forse sarebbero venuti a cercarlo e l’avrebbero fatto uscire di lì. Poi realizzò che loro non avevano la minima idea di dove fosse e si sentì perso. Si avvicinò alla porta e cercò di aprirla ma era stata chiusa a chiave e, ovviamente, il tentativo fallì. Fece un respiro profondo e cercò di calmarsi. Doveva ragionare e non fare rumore. Se i suoi rapporti con Piton fossero stati migliori avrebbe potuto chiedere aiuto a lui ma, visto il modo in cui James e Sirius lo trattavano, era una soluzione da scartare o almeno da tenere come ultima carta da giocarsi. Di certo il Serpeverde non sarebbe stato felice di trovarlo chiuso dentro al negozio dove lavorava.
Doveva trovare un’uscita secondaria o magari una finestra da cui calarsi. Decise di cercare nel
retrobottega e cominciò a muoversi con cautela nel buio del negozio.

***


Steso su un letto troppo duro, Severus stava digerendo una cena fredda e magra, la mente a Hogwarts, contando i giorni che mancavano al primo di settembre.
“Ancora due giorni e poi dormirò su un vero letto e mangerò a sazietà!”
Non vedeva l’ora di tornare a scuola e non solo per il vitto e l’alloggio. Hogwarts era la sua vera casa, il luogo dove si sentiva se stesso, dove poter imparare a padroneggiare la magia e apprendere nuove cose su quel mondo di cui faceva parte grazie al sangue di sua madre: il dono più bello che lei gli avesse fatto.
“Quest’anno poi avrò i G.U.F.O. e… “
Un tonfo proveniente dal negozio sottostante interruppe i suoi pensieri. Si mise a sedere sul letto in ascolto. Sentì un nuovo rumore. Afferrò la bacchetta e uscì dalla stanza per vedere.
“Lumos!” La punta della bacchetta si illuminò. Scese cautamente le scale, gradino dopo gradino, cercando di non far rumore e maledicendo ogni scricchiolio. Arrivò alla fine della scala e vide una scena tragicomica.
Remus Lupin era per terra semisepolto dalle gabbie vuote che Mr. Bran teneva di scorta: il ragazzo le aveva urtate muovendosi nel buio, facendole volare in terra e seguendole nella loro caduta.
“Cosa ci fai tu qui?” Sibilò appena riconobbe l’intruso.
“Ehm… Severus…” Esordì Remus cercando di prendere tempo per pensare a qualcosa di plausibile da raccontare.
Severus sentì crescere la rabbia. Lì davanti a lui c’era uno dei bulli che lo perseguitavano da quattro anni.
“Ripeto, cosa ci fai tu qui?”
“Ecco, si tratta di una prova di coraggio”, cominciò Remus, ricordando le parole usate da James. “Dovevo introdurmi di nascosto qui e passarci la notte. Cercavo il retrobottega e avendo dimenticato la bacchetta mi sono mosso al buio, e così...
“Una prova di coraggio! E senza bacchetta! Direi che somiglia di più a una prova di suicidio” Commentò sarcastico Piton. “Immagino che l’idea sia venuta a Potter o a Black: solo a loro possono passare per la mente trovate del genere. Se al mio posto ci fosse Mr. Bran non so come te la passeresti ora. A esseri sinceri potresti avere dei guai anche con me, Remus.” Una rabbia gelida si era impossessata di lui; mentre parlava si era avvicinato all’altro e ora lo sovrastava puntandogli la bacchetta addosso. Sarebbe stato così facile vendicarsi dei quattro anni di soprusi con cui il quartetto lo bersagliava quando era a Hogwarts. Quante volte aveva pensato di farlo alla prima occasione. Ma, stranamente, ora che questa si era presentata, non stava provando il piacere che aveva immaginato. Forse dipendeva dal fatto che Lupin era il più inoffensivo dei quattro.
Si guardarono fissi negli occhi, studiandosi e cercando di capire quale sarebbe stata la mossa successiva da fare.
E mentre si trovavano così, come sospesi nello spazio e nel tempo, sentirono dei rumori provenire dalla bottega.
“Ma... cosa…” Cominciò Lupin.
“Fa silenzio!” Lo zittì Severus, mettendosi in ascolto. Sentì la porta del negozio aprirsi e poi delle voci, tra cui gli sembrò di riconoscere quella del suo datore di lavoro.
“Da questa parte.”
“E’ Mr. Bran. Se ci trova qui siamo nei guai tutti e due”, sussurrò Severus.
Senza pensarci due volte agitò la bacchetta e le gabbie tornarono silenziosamente al loro posto. Poi afferrò per un braccio Lupin, che nel frattempo si era rialzato, e lo spinse nel magazzino. Tirandoselo dietro, andò a nascondersi dietro a delle enormi casse appena in tempo per sfuggire alla vista di Mr Bran e della figura che lo accompagnava.
“Da questa parte." La luce si accese improvvisamente nel magazzino, lasciando vedere i nuovi arrivati." Ora apro la porta sul retro così potranno portarlo dentro.”
Severus stentava a riconoscere il suo datore di lavoro: la persona che era con lui doveva essere qualcuno di importante o estremamente pericoloso, o entrambe le cose, visto la gentilezza untuosa e i modi servili del suo capo. Ma chi era appunto quella figura alta e completamente ammantata di nero, con il cappuccio sulla testa che impediva di vederne il volto? In due mesi che era lì non aveva mai visto niente di simile, mai nessun avventore che potesse avvicinarsi all’apparizione di quella notte. E cosa ci facevano lì a quell’ora?
La porta sul retro si aprì. I due ragazzi avevano gli occhi incollati all’entrata, chiedendosi cosa avrebbero visto. Ma non videro assolutamente niente e rimasero sbalorditi quando la porta si richiuse.
Severus lanciò un’occhiata a Remus, che la ricambiò: non riuscivano a capire cosa stesse accadendo.
“Incantesimo di disillusione! Non l’avevo mai visto in azione su qualcosa di così grande!” Esclamò Mr. Bran ammirato.
“Mi hai forse preso per un dilettante?” La voce proveniva dalla figura ammantata e ricordava il gracidare di una rana.
“Assolutamente no, Signore, non intendevo questo. Mi scuso umilmente!” E l'uomo accompagnò le parole con un profondo inchino.
Severus comprese che era terrorizzato dalla figura ammantata.
Con un cenno della mano lo sconosciuto spezzò l’incantesimo e comparvero due uomini accanto a una gabbia; dentro questa stava un magnifico esemplare di Ippogrifo.
“Tiratelo fuori.”
I due nuovi arrivati si affrettarono a eseguire l’ordine. Aprirono la gabbia e spinsero fuori l’Ippogrifo che si impennò furibondo. I due uomini lo tenevano per una robusta corda e cercavano di contenerne la rabbia. La figura ammantata si avvicinò all’animale, lo fissò dritto negli occhi e la creatura si calmò.
“E’ magnifico!” Balbettò Mr. Bran.
“Magnifico e vincente. Quando l’avrò addestrato al combattimento diventerà un campione. Mi farà guadagnare un bel po’ di Galeoni, almeno finché sopravviverà.” Rise di una risata crudele che fece gelare il sangue ai due ragazzi. “Come ti dicevo”, continuò poi, “devi tenerlo nascosto qui per qualche giorno, poi verrò a prenderlo. Ho lanciato un incantesimo che isola il magazzino, in questo modo da fuori non si sentirà alcun rumore. Ci tengo molto alla segretezza, perciò fa attenzione che nessuno entri qui dentro. Fa in modo che non accada nulla alla creatura e sarai ricompensato adeguatamente per il disturbo.”
Gli occhi di Mr. Bran si illuminarono di cupidigia e si affrettò a inchinarsi rispettosamente. “Sarà servito come desidera, Signore”.

***


Di nuovo al buio e ancora sbalorditi per ciò a cui avevano assistito, i due ragazzi attesero un po' prima di uscire dal nascondiglio. Gli uomini se ne erano andati ma Severus fece cenno a Remus di non muoversi. Quando sentì la porta del negozio chiudersi sussurrò all'altro di aspettarlo lì.
Si mosse nel buio impugnando la bacchetta, ispezionò il negozio, arrivando fino alla porta e assicurandosi che fosse di nuovo chiusa; poi tornò da Remus. Accese di nuovo la luce e vide il suo improbabile compagno di avventura in piedi davanti all’Ippogrifo.
"Se ne sono andati."
Ma Lupin sembrava non averlo sentito, completamente preso a osservare l'animale davanti a lui. “Che creatura stupenda!” Mormorò.
Rimasero entrambi in silenzio, cercando di stabilire un contatto visivo con l’animale, pronti all’inchino appena fosse stato il momento, così come avevano appreso frequentando le lezioni di Cura delle Creature Magiche. L’ippogrifo li guardava, eretto e fiero pur nella sua cattività. I due giovani si inchinarono e dopo un po’ la creatura ricambiò l’inchino: erano riusciti a conquistare il suo favore.
Si avvicinarono e, evitando movimenti bruschi, allungarono le mani per accarezzargli il muso.
“E’ terribile ciò che gli accadrà: combattimenti clandestini! Che atrocità!” Sussurrò Remus. Aveva gli occhi lucidi e la voce incrinata dalla commozione.
“Sì, è terribile.” Gli fece eco Severus. Il giovane mago provava rabbia al pensiero della sorte che attendeva l’Ippogrifo.
E all’improvviso entrambi si trovarono d’accordo sul da farsi. Bastò loro un’occhiata per capire ciò che era giusto.
“Dobbiamo liberarlo!” Esclamò Remus con una strana luce negli occhi.
“Sì, sono d’accordo, ma non sarà facile! Dobbiamo ragionare, Remus, niente colpi di testa. Non hai neanche la bacchetta e immagino che tu non sia ancora in grado di lanciare incantesimi senza di essa.”
“Perché, tu sì?” Replicò piccato l’altro.
Severus l’ignorò e riprese: “Stando così le cose, alla parte magica penserò io e tu mi aiuterai come puoi, sei d’accordo? Dobbiamo agire in accordo e velocemente: se dovesse tornare Mr. Bran o, peggio, la figura col mantello faremmo entrambi una brutta fine.”
“D’accordo. Massima collaborazione.”
Erano visibilmente eccitati all’idea di quello che stavano facendo, e la loro eccitazione contagiò anche l’Ippogrifo che cominciò a scalpitare, segnando il terreno con una delle zampe anteriori e sbattendo le ali.
“Si sta innervosendo.” Osservò Remus. “Visto che alla parte magica pensi tu, io cercherò di tenere tranquilla la creatura. Credo che se fosse occupato a mangiare sarebbe più facile.”
“Hai ragione. Tu mantieni il contatto visivo, Remus, io vado a prendergli del cibo.” Così dicendo, Severus indietreggiò lentamente; doveva arrivare alle casse che erano servite da nascondiglio: dentro c’erano gli insetti con cui venivano nutriti i ragni giganti. Continuò a muoversi a ritroso finché non urtò con le spalle una delle casse. Allora l’aprì, prese un secchio lì accanto, lo riempì e tornò da Remus.
“Tieni, distrailo con questo mentre cerco di liberarlo dalla corda. E fa attenzione!”
“Non ti preoccupare, ho la situazione sotto controllo: io e Ippo stiamo facendo amicizia.” Scherzò Remus.
Severus gli lanciò un’occhia carica di disapprovazione: come poteva pensare a fare battute in un frangente come quello?
Lupin raccolse il recipiente pieno di cibo e lo mise bene in vista così da attirare l’attenzione dell’animale.
“Avanti bello, guarda cosa abbiamo qui!”
L’Ippogrifo, incuriosito, avvicinò il muso al recipiente e, visto il contenuto, iniziò a mangiare.
“Bravissimo!” Esclamò Remus, accarezzandolo sul collo.
Severus, intanto, era alle prese con la corda che legava l’Ippogrifo. Aveva visto la figura ammantata incantare il nodo con cui era stata assicurata a un robusto anello di metallo che sporgeva dal muro.
Revelio!”. L’incantesimo gli svelò quale magia era stata usata e, nonostante la concitazione del momento, il giovane mago si perse, catturato da ciò che più l’attirava: l’apprendimento dell’arte magica.
“Severus, Ippo reclama altro cibo.”
Remus lo strappò alle sue elucubrazioni. Prese il secchio che l’altro gli porgeva, tornò alla cassa, lo riempì di nuovo e lo riportò all'altro.
“Chissà da quanto non mangiava. Spero che basti.” Lupin mise nuovamente il secchio davanti all’Ippogrifo.
“Spero di liberarlo dalla corda prima che abbia finito.” Chiosò Severus.
L’animale riprese a mangiare, Remus a parlargli pacatamente, incoraggiandolo e accarezzandolo di tanto in tanto.
Severus tornò alla corda e al nodo.
“Quindi è incantato. Dovrò usare le maniere forti!” Alzò la bacchetta e la puntò contro la fune. “Diffindo!” Un lampo colpì la corda riducendola in mille pezzi.
L’Ippogrifo, sentendosi improvvisamente libero di muoversi, si impennò per poi ricadere agilmente sulle zampe anteriori.
“Buono bello, buono!” Remus ristabilì il contatto visivo e la creatura si calmò.
“Ci sei riuscito, Severus!”
“Anche tu non te la stai cavando male. Però siamo solo a metà dell’opera. Continua a tenerlo tranquillo, io vado ad aprire la porta del magazzino.”
Come aveva fatto per il nodo della corda, la figura ammantata aveva incantato anche l’uscita secondaria del negozio, così Severus decise di usare subito la magia, sperando che l’incantesimo standard bastasse. “Alohomora!” la porta si aprì con suo grande sollievo. Il misterioso mago incappucciato aveva peccato di presunzione, per loro fortuna. Si girò e vide Remus condurre l’Ippogrifo al centro del locale.
“Vieni amico, adesso ti facciamo uscire da qui”, andava sussurrandogli. In risposta l’Ippogrifo gli strofinò il muso su una spalla.
“Aspetta qui, controllo che non ci sia nessuno nei paraggi.” Senza attendere risposta, Severus uscì nel cortile sul retro del magazzino e si guardò attentamente intorno. Nessuno in vista e dagli edifici circostanti non proveniva alcuna luce: sembrava tutto a posto.
“Venite.” Sussurrò affacciandosi alla porta.
Remus si fece avanti seguito dall’Ippogrifo. “E’ giunto il momento di separarci, amico!”
L’ippogrifo si strofinò ancora una volta contro Lupin, poi si avvicinò anche a Severus e accostò il muso al viso del giovane. Il ragazzo gli passò un braccio intorno al collo e l’accarezzò.
“Vai bello, vai… Ora!”
I due ragazzi si allontanarono; l’Ippogrifo li guardò ancora una volta poi prese la rincorsa, aprì le ali e spiccò il volo.
In quell’istante esatto Severus alzò la bacchetta e un lampo di luce investì l’animale facendolo sparire alla loro vista: l’incantesimo di disillusione aveva funzionato.
Rientrarono nel magazzino senza dire una parola ancora eccitati per ciò che avevano fatto: quella sera, mettendo da parte incomprensioni, antipatie e rancori avevano salvato una creatura da una fine brutale.

***


Hogwarts, settembre 1993


“Ricordi, Severus?”
“Sì, ricordo.”
“All’epoca la collaborazione funzionò.” Continuò Remus.
“Eravamo giovani e il peggio doveva ancora venire.”
“Ma non credi che per il bene di tutti dovremmo riprovare o almeno fare una tregua, deporre i nostri rancori, i nostri sospetti, le nostre antipatie come facemmo quella notte?”
Sarebbe stato bello poter cancellare tutti quegli anni, tutto il male, dimenticare tutto… ma non ci riusciva, non dopo tutto quello che era successo.
“Ti preparerò tutti i mesi la pozione antilupo e manterrò il silenzio sulla tua natura, se tu ti comporterai adeguatamente. Puoi prenderla come una mezza collaborazione se ti fa piacere.” Soggiunse caustico.
“Bene, una mezza collaborazione è meglio di niente.” Sorrise Lupin. Sapeva di aver ottenuto il massimo possibile. Finì di bere la pozione. “Grazie, Severus! Era orribile. Questo mi fa pensare che fosse preparata alla perfezione.” Gli porse il calice con un sorriso mesto.
“Buonanotte, Remus.” Era già arrivato alla porta quando Lupin lo richiamò.
“Severus?”
“Sì?”
“Mi sono sempre chiesto come te la sei cavata con il tuo datore di lavoro. Come hai fatto a evitare che ti accusasse della fuga dell’Ippogrifo?”
“Incantesimo di memoria. Ho fatto sì che dimenticasse di avermi mai assunto.” Sorrise all’espressione sorpresa di Lupin.
"Complimenti, un incantesimo non da poco per un ragazzo di quell'età! Ma non dovrei stupirmi. Quella sera ti ho visto lanciare tanti incanti senza sbagliarne uno, e a scuola eri uno dei migliori in tutte le materie."
"Tutti questi complimenti non ti serviranno, Remus!" Gli disse Severus sollevando l'angolo della bocca in un sorriso sarcastico. "E in quanto alle mie abilità magiche, ti avverto che sono molto migliorato negli ultimi anni."
"Touché", gli rispose ridendo Lupin.
Severus, soddisfatto, girò sui tacchi e uscì dalla stanza.

Edited by Arwen68 - 19/6/2022, 22:44
 
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view post Posted on 27/6/2022, 11:45
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Cara Manu,
sei una bravissima narratrice, capace e attenta, che coccola i suoi lettori con la rara capacità di creare immagini mentali e rendere tangibili le emozioni: una vera cantastorie che affascina il suo pubblico e lo intrattiene divertendolo ed emozionandolo. Sarebbe piaciuto molto anche a me regalare a Severus e Lupin una vera avventura al cardiopalmo, basata su un valore fondamentale dell’amicizia: la condivisione di intenti e la collaborazione. Hai avuto una felice idea, realizzata benissimo, in perfetto equilibro di azione e introspezione. Mi è piaciuto molto l’utilizzo della creatura magica con annesso messaggio animalista; un filo che lega gli animi dei protagonisti che si tendono la mano per portare avanti uno scopo comune: aiutare, prendersi cura. Severus sarebbe stato un vero amico per chiunque e il tuo racconto, Manu, lo dimostra in pieno. Complimenti! <3
 
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view post Posted on 28/6/2022, 00:01
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Grazie, Kate, per tutte le belle parole che mi hai lasciato.

CITAZIONE
Hai avuto una felice idea, realizzata benissimo, in perfetto equilibro di azione e introspezione.

Grazie ancora!

CITAZIONE
Mi è piaciuto molto l’utilizzo della creatura magica con annesso messaggio animalista; un filo che lega gli animi dei protagonisti che si tendono la mano per portare avanti uno scopo comune: aiutare, prendersi cura.

<3
 
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view post Posted on 21/7/2022, 11:49
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Okay me ne manca ancora una da leggere, a onor del vero, ma questa storia mi ha incantata. Hai utilizzato tutti gli elementi al meglio e non solo... È una storia perfetta, wow o.o Non ho davvero parole. Sublime.
 
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view post Posted on 21/7/2022, 17:39
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Grazie, Sarà, mi fa piacere sapere che la storia ti è piaciuta.💖
 
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view post Posted on 28/7/2022, 18:36
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Arwen68 – Insospettabili collaborazioni

Una storia impeccabile sia nella trama che nello stile: pulito, senza sbavature.

Il fatto che Severus e Remus collaborino è un evento che ho fantasticato anche io, mi piacciono questi due e se non fosse per l’amicizia di Remus con Potter e Black, credo che sarebbe stato possibile negli anni di scuola e dopo.
Un’avventura con i fiocchi in cui l’amore per gli indifesi e sfruttati emerge in entrambi i personaggi.
Chi poteva essere il cattivo con il nero mantello?
Ho fatto in cuor mio qualche supposizione...

Nei due brani che si svolgono nel presente ho apprezzato la cura con cui hai saputo delineare il rapporto tra i due.
Un altro aspetto che mi ha colpito è stata la differenza tra la vita dei quattro Grifondoro e Severus, loro agiati e in cerca di divertimento, l’altro, Severus , povero e costretto ad un lavoro sporco e mal pagato: questo aspetto colpisce e addolora.
Ma la vita – come dice Severus – non è giusta.
 
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view post Posted on 29/7/2022, 07:21
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Grazie Chiara per aver letto e commentato. ❤️

CITAZIONE
Un’avventura con i fiocchi in cui l’amore per gli indifesi e sfruttati emerge in entrambi i personaggi

💖

CITAZIONE
Nei due brani che si svolgono nel presente ho apprezzato la cura con cui hai saputo delineare il rapporto tra i due

Sono contenta di esserci riuscita.

CITAZIONE
Un altro aspetto che mi ha colpito è stata la differenza tra la vita dei quattro Grifondoro e Severus, loro agiati e in cerca di divertimento, l’altro, Severus , povero e costretto ad un lavoro sporco e mal pagato: questo aspetto colpisce e addolora.

Hai colto un aspetto a cui effettivamente ho cercato di dar risalto. ❤️
 
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view post Posted on 29/7/2022, 11:06
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La storia mi è piaciuta tantissimo, a partire dal modo in cui hai introdotto il lungo flashback, che si genera in maniera naturale dalle parole che si scambiano Remus e Severus. Allo stesso modo mi è piaciuto come il flashback viene legato all’ultima scena (il rapporto tra cornice e cuore della storia è veramente ben studiato).
Ho apprezzato moltissimo come hai utilizzato il povero Ippogrifo che diventa il motore del cuore profondo della vicenda, di quella collaborazione tra Remus e Severus, che sono – tra l’altro – descritti perfettamente. Nocturn Alley stesso emerge in tutto lo squallore, in cui Severus è costretto a vivere, in completa solitudine (e qui il contrasto tra i quattro amici insieme e rilassati e Severus in completa solitudine è veramente ben delineato) e lavorare (la descrizione del luogo orribile in cui si trova è realistica) per poter avere il minimo indispensabile per la scuola.
Veramente una bellissima storia.
 
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view post Posted on 30/7/2022, 20:35
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Grazie, Leonora, per il bel commento alla mia ff. Mi fa piacere sapere che ti sia piaciuta.💖 E mi gratifica vedere di essere riuscita a trasmettere qualcosa a chi legge. Hai giustamente notato il contrasto tra la situazione dei 4 Grifondoro e quella di Severus: era una cosa a cui tenevo molto e sono contenta che sia te, sia Chiara l'abbiate notato.
Grazie ancora. 💖
 
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view post Posted on 7/8/2022, 15:50
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Bella storia, credibile e ben congegnata, che sa incuriosire il lettore. Mi è piaciuta.
 
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view post Posted on 8/8/2022, 11:02
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CITAZIONE (Ida59 @ 7/8/2022, 16:50) 
Bella storia, credibile e ben congegnata, che sa incuriosire il lettore. Mi è piaciuta.

Grazie, Ida! 💖
 
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view post Posted on 9/8/2022, 17:54
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Ho trovato questa storia davvero piacevole, una di quelle che leggi godendoti ogni passaggio.
Mi è piaciuto in particolare il fatto che era tutto estremamente naturale e credibile, come se si potesse inserire davvero nella storia senza fatica.
L'idea del fine comune sull'ippogrigo è geniale.
Davvero brava Manu
 
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view post Posted on 10/8/2022, 14:44
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Grazie, Anouk, per aver letto e lasciato il tuo pensiero.
Sono contenta di esser riuscita a rendere tutto molto naturale e credibile.
Grazie ancora. <3
 
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12 replies since 19/6/2022, 18:41   446 views
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