Il Calderone di Severus

Gabrix1967 - Bagliori ingannevoli, Tipologia: one-shot - Rating: per tutti - Genere: comico, introspettivo - Personaggi: Severus Piton, Pomona Sprite, altri - Epoche: Post Harry a Hogwarts - Avvertimenti:AU

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view post Posted on 18/5/2022, 11:53
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GabrixSnape

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Titolo: Bagliori ingannevoli
Autore/data: Gabrix1967 – Maggio 2022
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: comico, introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Pomona Sprite, altri
Pairing: nessuno
Epoche: Post Harry a Hogwarts
Avvertimenti:AU

Riassunto: Talvolta accade che avvenimenti improvvisi, come gli strepiti l’esplosione di una lettera, possano avere l'insperato effetto di purificare dal male, dalla rabbia, dai rancori e dai rimorsi del passato, donando finalmente pace a un'anima inquieta.

Nota 1: Scritta per la sfida 15 anni con Severus - Maggio. Portatore delle Insegne della Scuola di Beauxbatons

Caratteri: 27.063
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


Bagliori ingannevoli



L’anziana strega grassoccia andava avanti e indietro nello stretto corridoio della serra numero uno, borbottando tra sé e sé e sventolando la bacchetta per sollevare e riporre - o riparare - i vasi rotti nella caduta e interrare nuovamente i bulbi rotolati via che giacevano sparpagliati sul pavimento.
Più volte aveva pensato che sarebbe stato opportuno proteggere le serre con degli incantesimi, ma alla fine aveva sempre desistito.
“Se scopro il responsabile di questo disastro, ahi lui!” ripeteva, tra un incantesimo e l’altro.
All’improvviso si arrestò, distratta da un’apparizione inaspettata.
Qualche metro più avanti, nella serra adiacente, Severus Piton si muoveva rapidamente e con gesti fluidi, sottolineati dal lungo mantello svolazzante, raccogliendo recipienti e ciotole con aria sdegnosa.
Ballonzolando concitatamente, con il viso acceso dall’ira, la strega si diresse senza altro indugio verso la sagoma che aveva riconosciuto, ma non riuscendo a dosare lo slancio, anziché affiancarlo come aveva progettato, finì per travolgerlo e scaraventarlo nell’adiacente aiuola colonizzata da una popolazione di Gerani Zannuti.
“Merlino, sei impazzita?” ringhiò Severus, tirandosi su a fatica dopo essere riuscito a strappare alle bocche fameliche dei fiori ciò che restava del suo mantello.
Troppo adirata per scusarsi e troppo sicura delle conclusioni a cui era giunta, Pomona osservò soddisfatta lo stato del mantello del mago e proseguì l’ispezione, alla ricerca di altri danni da riparare.
“Non ringraziarmi!” sibilò Severus, rincorrendola e parandosi davanti alla strega.
“E ti aspetti anche i miei ringraziamenti?” replicò Pomona furente. Poi, dopo aver guardato a lungo e con aria di sfida il giovane collega, si fece spazio nell’angusto corridoio senza troppi complimenti.
Il risultato fu che il brusco incedere della strega scaraventò di nuovo Severus per terra, e questa volta in una siepe di Bubotuberi, dalla quale il mago si risollevò avvolto da una nuvola di odore pungente e coperto dal pus verde-giallastro fuoriuscito dal gran numero di vescicole che aveva schiacciato.
“Provavo solo ad aiutarti,” reagì, scoccando alla strega un’occhiataccia gelida mentre, con un incantesimo, si liberava dal liquido denso e maleodorante.
“Oh, ma certo…” esclamò ironicamente la professoressa di Erbologia, per niente persuasa della completa estraneità del mago a quei fatti, ma anche visibilmente imbarazzata per il recente intervento maldestro.
“Se questa è la tua gratitudine, allora è meglio che vada!” ringhiò Severus risentito, provando a darsi un contegno benché i brandelli del mantello, sopravvissuti allo scontro con i Gerani Zannuti, riducessero di molto l’effetto del suo tentativo.
“Scordati la mia gratitudine!” gli strillò dietro Pomona, espirando con impeto. Se fosse stata un drago, avrebbe incenerito l’intera serra.

*****


Suo malgrado, Severus si trovò coinvolto negli stessi episodi anche nei giorni seguenti.
Al tramonto, giunto in prossimità delle serre, scorgeva al loro interno le medesime tracce della presenza di un ospite poco accorto. Vasi ribaltati, bulbi sparsi ovunque, piccole buche scavate nelle aiuole e nessun apparente responsabile… oltre se stesso, ovviamente, dovette ammettere ogni volta che udiva la voce allarmata della professoressa di Erbologia echeggiare alle sue spalle. E, neanche a farlo apposta, stava succedendo proprio in quel momento…
“Hai deciso di farmi impazzire?” sbraitò Pomona indignata, sopraggiungendo ancora una volta a disastro consumato e voltandosi da una parte all’altra per valutare l’entità dei danni.
“Sei davvero convinta che mi farei trovare qui, ogni volta?” sbottò il mago.
“Dammi una valida alternativa!” lo sfidò la strega, sdegnata.
“Non ti sei accorta di quei segni?” domandò Severus, inarcando un sopracciglio.
Nel terreno erano visibili alcuni solchi paralleli e le aiuole erano disseminate di piccoli scavi.
“E allora? Siamo all’interno delle serre, è pieno di insetti e di altri animali da queste parti!” replicò Pomona, incollerita da quello che riteneva essere il tentativo di utilizzare particolari insignificanti per millantare una competenza maggiore.
“Sei davvero cocciuta!” esclamò Severus, cogliendo nello sguardo della strega le tracce dell’antico antagonismo.
Sentendosi apostrofare in quel modo, Pomona sbottò.
“Sarei cocciuta perché non mi lascio abbindolare dai tuoi trucchi?”
“Trucchi? Possibile che queste tracce non ti suggeriscano niente di alternativo a me?” sibilò il mago.
“Credevo tu fossi più perspicace,” ribatté sarcasticamente.
Quindi, strattonandosi il mantello, si allontanò seccato.

*****



La Sprite non resse l’affronto.
Essere giudicata cocciuta da quel sapientone non le andava affatto a genio. Così corse dalla preside, decisa ad avere giustizia per quelli che non esitava a giudicare continui affronti alla sua sfera di competenza.
Ma anziché rassicurarla sul fatto che avrebbe chiarito tutto con Severus, Minerva si sforzò in tutti i modi di trovare una risposta alternativa.
“Tu gli credi?” domandò incredula la professoressa di Erbologia, prorompendo poi in tono risentito.
“Non riesco a immaginare un altro solo responsabile!”
Ma compreso che non avrebbe ottenuto ragione dalla preside, Pomona si risolse a interrompere il colloquio e a cercare il conforto degli altri colleghi, nella speranza di procurarsi l’appoggio che riteneva di meritare. Dovette tuttavia ricredersi perché, da quando Severus era tornato a Hogwarts, riabilitato dalle parole di Potter e dall’esito del processo, sembrava che nulla più potesse offuscare la sua fama di eroe, nemmeno il suo immutato carattere che la strega continuava a giudicare arrogante e scontroso.

Dopo l’ennesimo episodio in cui la professoressa Sprite si trovò ancora una volta davanti Severus Piton, non sopportando più l’idea di essere trattata da visionaria, decise che si sarebbe fatta giustizia da sola, costringendolo a venire allo scoperto.
Pianificò la sua piccola vendetta con meticolosa attenzione. In fondo, desiderava solo che i colleghi tornassero dalla sua parte, abbandonando la strenua difesa dell’eroe di guerra.

Così, il giorno successivo, al termine della colazione, quando i ragazzi avevano ormai abbandonato la Sala Grande, ben stretto nel becco di un grosso gufo dalle penne fulve e dall'aria poco amichevole, un oggetto rosso ne attraversò le volte, diretto verso il tavolo dei professori.
Man mano che si avvicinava, tutti compresero di cosa si trattava, ma nessuno riuscì a intuirne le motivazioni, almeno fino a quando non lo si vide planare verso il professore di Pozioni.
In quel momento, negli occhi dei presenti balenò un sospetto.
Severus osservò per qualche istante la Strillettera che si era fermata dinanzi a lui, e poi i volti dei colleghi. Quindi, dopo aver intercettato lo sguardo compiaciuto di Pomona, non ebbe più dubbi. Tornò a esaminare la busta con disappunto: in fondo qualche decibel in più non avrebbe aumentato il senso di ingiustizia che gli dava quella molesta presenza rossa, e, per un attimo, pensò di ignorarla. Ma, alla fine, nel silenzio generale gravido di attesa, l'afferrò con aria di sfida e l’aprì.
Severus Piton, le tue giustificazioni convinceranno gli altri ma non me. Sei tu l’unico responsabile del disordine nelle mie serre e se ti è sembrato di mettere in atto un’iniziativa divertente, sappi che io sono di avviso contrario. Firmato: Pomona Sprite
Appena ebbe pronunciato il nome del mittente, la Strillettera lanciò un fischio assordante e si ridusse in mille pezzetti, che si scagliarono contro il viso impenetrabile del suo destinatario.
Il mormorio dei colleghi, che sino a quel momento era rimasto in sottofondo, riempì la sala, rotto da esclamazioni di sorpresa.
Severus si alzò di scatto da tavola, spegnendo istantaneamente ogni rumore, e senza aggiungere altro si allontanò, profondamente amareggiato.
“Mi sembrava che avessimo già discusso della questione!” esclamò la preside, irritata.
“In tutte le occasioni, c’era sempre e solo lui nelle mie serre!” si difese Pomona, saltando in piedi.
“E non ti è mai venuto in mente che potesse essere lì per una ragione diversa?” la mise a tacere Minerva, avviandosi verso la porta d’ingresso, decisa a raggiungere Severus.
La professoressa Sprite si lasciò ricadere sulla sedia, visibilmente offesa. Mai, prima di quel momento, si era sentita tanto incompresa.
“Suvvia, capita a tutti di prendere cantonate,” la consolò Sibilla Cooman, un po’ troppo compiaciuta per l’increscioso battibecco per risultare sincera.
A quel punto fu il turno di Pomona di alzarsi e andarsene dalla sala, arrancando sdegnosamente, per sottolineare meglio il suo stato d’animo.

*****


Severus era appena arrivato nel suo appartamento quando sentì bussare alla porta.
“Non serve che tu aggiunga altro,” mormorò, trovandosi la preside davanti.
“Ma vorrei comunque dirti che nessuno di noi ti ritiene responsabile di quegli episodi,” chiarì Minerva.
“Perché mai dovrei gettare scompiglio nelle serre?” domandò il mago in tono rassegnato.
“Pomona è vecchia e stanca, e, dopo la guerra, sempre più ansiosa di ritirarsi a vita privata. Io credo che certi inconvenienti la destabilizzino più di quanto lei sia disposta ad ammettere” provò a ipotizzare la preside.
“Passeggio da quelle parti verso il tramonto,” tentò di spiegare Severus. “Ma forse dovrei imparare a non immischiarmi nelle cose che non mi riguardano,” tagliò corto, dopo una breve esitazione.
“Le cose che accadono a Hogwarts riguardano tutti,” lo redarguì bonariamente Minerva.
“Chiunque, al posto tuo, sarebbe intervenuto, e qualunque sia l’idea che Pomona si è fatta dell’accaduto, sono sicura che ci sia un’altra spiegazione!”
Severus ascoltò le parole della preside, sentendosene confortato.
“Troverò il modo di farla ragionare,” concluse Minerva prima di salutarlo.

*****


Nei giorni che seguirono, gli episodi si rinnovarono ancora.
Severus pensò più opportuno non intervenire a riparare i danni del maldestro frequentatore delle serre. Era stanco di essere ritenuto responsabile dall’irascibile collega. Ma decise anche di continuare a indagare per provare a dare una soluzione al caso.
Da un’altura vicina, si soffermò con continuità a osservare le serre.
Dopo l’ultima guerra magica, si era reso necessario sostituirne le coperture, andate parzialmente distrutte durante la battaglia. Non era stato solo il senso estetico della preside a guidare la scelta, bensì un’espressa richiesta della professoressa di Erbologia, la quale riteneva che, con un tetto di vetro a taglio diamante, la rifrazione avrebbe esaltato la fotosintesi, favorendo la crescita delle piante.
Ora, guardando il complesso delle serre dall’alto e nella loro interezza, Severus fu colpito dall’accecante baluginio prodotto da quel singolare rivestimento, e ricordò la sensazione provata attraversando i corridoi interni, quando la luce, riflettendosi sulle foglie, sui vasi, sugli scaffali e sulle pareti a vetro, gli aveva dato la profonda suggestione di essere circondato da gemme e pietre preziose.
Adesso, i segni che aveva distinto nella terra, cominciavano ad avere davvero un significato univoco. Ma doveva essere accorto. Sapeva che il vero colpevole non si sarebbe fatto scoprire facilmente, e che essere trovato di nuovo da quelle parti lo avrebbe esposto ulteriormente alle congetture della sospettosa collega.

*****


Le giornate trascorrevano, scandite dai ritmi scolastici che si imponevano sul disappunto e sui malumori.
Una sera, a cena, la preside annunciò che aveva riservato il pub I tre Manici di Scopa per celebrare, da lì a pochi giorni, il compleanno di Pomona.
Riteneva che, lontani da Hogwarts e dagli occhi curiosi degli alunni della scuola, tutti si sarebbero sentiti più a loro agio, e magari, in un ambiente neutrale, Severus e Pomona avrebbero trovato modo di confrontarsi e risolvere i propri conflitti.
La notizia venne accolta con freddezza dalla festeggiata che, nonostante avesse evitato di tornare sull’argomento, non aveva mai digerito di essere stata redarguita dalla preside alla presenza dei colleghi, e si domandava che genere di festa sarebbe stata se vi avesse preso parte anche Severus. E quest’ultimo, sempre pronto a sottrarsi agli eventi mondani, non fu certo più contento dell’annuncio.
Tuttavia, Pomona mise orgogliosamente da parte ogni malumore, constatando che tutti, Minerva soprattutto, si stavano dando un gran daffare per organizzare la festa in suo onore.
Severus, dal canto suo, considerò quello come un prezzo da pagare alla nuova vita che gli era stata offerta e si rassegnò a parteciparvi. D’altronde, Pomona era ormai rimasta l’unica a considerarlo responsabile per gli accadimenti nelle serre e questo, ai suoi occhi, gli dava un indubbio vantaggio sull’anziana strega.

*****


Nel primo pomeriggio del quindici maggio, con l’eccezione del professor Vitious che si offrì di coordinare il ruolo di controllo dei Prefetti delle case, e di Hagrid che rimase di guardia ai territori del castello, dopo aver protetto la scuola con ogni tipo di incantesimo, gli insegnanti si diressero a Hogsmeade.
Severus aveva sempre amato passeggiare, anche se farlo in compagnia di qualcuno che si sforzava continuamente di renderlo partecipe di discorsi per lui noiosi, chiedendogli pareri e impressioni, gli risultò oltremodo faticoso.
Provò a non deludere le aspettative, ma non riuscì ad andare oltre qualche monosillabo e rari sorrisi tirati.
Quando giunsero in prossimità del villaggio, era ormai esausto. Il tepore del primo pomeriggio, unito al fitto chiacchiericcio che aveva coperto per l’intero tragitto i rumori della natura, avevano esercitato sul mago un effetto ipnotico. Gli sembrava di reagire macchinalmente agli stimoli dell’ambiente circostante, quasi fosse vittima di un Imperius. Stordito, non si accorse di aver imboccato la stradina per la Stamberga Strillante, tra gli sguardi attoniti dei compagni di viaggio.
“Una temperatura molto piacevole,” esclamò Minerva, prendendolo sottobraccio e riconducendolo sulla strada maestra.
Severus sembrò ridestarsi da un sogno. Vide sparire dal suo orizzonte la sinistra abitazione e riapparire i contorni del borgo magico. Avvertì il tocco gentile e rassicurante della preside e provò a distogliere l’attenzione dall’accaduto.
“Non ci venivo da un po’”, mormorò distrattamente, sottraendo l’avambraccio alla presa.
Ma quelle poche parole suonarono gravi e dolorose ed ebbero l’effetto d’impensierire Minerva.

“Siamo arrivati!” esclamò Pomona, interrompendoli con il suo entusiasmo. Sapere che quella straordinaria gita era stata organizzata per festeggiare il suo compleanno aumentava il suo senso di dignità. In fondo, sentiva che sarebbe stato uno degli ultimi festeggiati da professoressa di Erbologia di Hogwarts.
Quando varcarono la soglia del pub I tre manici di scopa, si accorsero subito che Madama Rosmerta aveva fatto del suo meglio per prepararlo per l’evento.
Un incantesimo consentiva alle piante sospese lungo il perimetro del locale di sbocciare in sequenza, rivelando ciascuna i propri fiori, diversi per forma e per colore, e di spandere nell’aria profumi inebrianti.
L’effetto di quell’incanto era simile a uno spettacolo pirotecnico, ma al posto dei fuochi d’artificio erano i petali colorati a dissolversi nello spazio.
“E’ magnifico!”, esclamò Pomona sbalordita e riconoscente, portandosi le mani al volto.
“Eh, ma non è tutta farina del mio sacco,” affermò la locandiera, strizzando l’occhio a Severus.
“Ci è voluto il miglior Pozionista del mondo magico per ottenere la formula adatta a consentire la replica continua delle fioriture,” precisò, compiaciuta per la collaborazione.
Un’ombra di stizza passò negli occhi dell’anziana strega, che diresse uno sguardo sospettoso al giovane mago, chiedendosi se il suo antagonista avrebbe mai smesso di ostentare le proprie conoscenze.
“Ho fatto solo ciò che mi è stato chiesto,” dichiarò Severus, con un’indifferenza che indispose ancora di più Pomona.
Quando tutti i presenti furono sazi del prodigio di quelle spettacolari fioriture, Madama Rosmerta dette inizio ai festeggiamenti servendo da bere.

Il pomeriggio trascorse velocemente per tutti tranne che per Severus, che non smise nemmeno per un istante di sentirsi fuori posto e che, quando furono vicini all’ora del rientro, si avvicinò alla preside per annunciare che li avrebbe preceduti. Quindi si allontanò dal pub.
“Avrebbe potuto sforzarsi un po’ di più, visto che è il mio compleanno!” esclamò Pomona risentita, vedendolo andar via.
“Non credi che si sia già sforzato a sufficienza, visto il tuo comportamento?” la redarguì Minerva.
La professoressa Sprite tornò accigliata dagli altri colleghi, ma le ottime bevande e la piacevole compagnia le fecero presto dimenticare ogni contrarietà.

*****


I professori di Hogwarts si riversarono appagati in strada poco dopo le sei del pomeriggio.
Il sole era basso nel cielo, ma la sua luce era ancora molto intensa e l’aria tiepida.
Furono tutti d’accordo di concedersi una piccola passeggiata per le strade del villaggio.
Dopo la guerra magica, Hogsmeade ci aveva messo un po’ per ritornare all’antico splendore. I commercianti e gli abitanti avevano dovuto riparare i danneggiamenti delle incursioni dei Mangiamorte e recuperare la giusta fiducia per tornare a vivere serenamente. Il coprifuoco e la paura avevano impedito loro di ritrovare subito la quotidianità distrutta dalla guerra, ma, col tempo, la gente aveva ripreso le vecchie abitudini, i locali erano tornati a riempirsi e le strade ad essere frequentate.
Erano appena transitati davanti alle vistose vetrine rosse, ormai vuote, del negozio degli scherzi di Zonko, quando, poco più avanti, riconobbero la sagoma di Severus.
Sibilla lo chiamò, esitante, e il mago si arrestò, riconoscendone la voce.
“Ti pensavamo già al castello,” esclamò la strega, senza perdere di vista le buste piuttosto ingombranti che il professore di Pozioni aveva con sé.
Ma Sibilla non era l’unica ad averle notate ed essersene stupita.
Mielandia?” indagò Minerva, colpita dagli acquisti di Severus.
“Non immaginavo ti piacessero tanto i dolciumi!”
“In effetti, non sono per me,” provò a tagliar corto il mago. Ma quella affermazione ebbe l’effetto di incuriosire ancor di più i presenti.
“Non vuoi rivelare nemmeno a me a chi sono destinate quelle prelibatezze?” gli sussurrò all’orecchio Minerva, lanciando un’occhiata furtiva al brillante contenuto della busta di caramelle e confetti.
“Non è come pensi,” chiarì Severus, chiudendone meglio i lembi per occultarne il contenuto.
L’anziana strega lo prese sottobraccio e cercò di nascondere il proprio interesse sotto un atteggiamento solenne.
“Ho un piano per portare allo scoperto il vandalo delle serre,” aggiunse allora il mago, concedendo una piccola anticipazione.
“E io che pensavo avessi deciso di portare qualche cambiamento nella tua vita!” esclamò delusa Minerva, indicando la busta con il vistoso logo Stratchy & Sons impresso a caratteri cubitali.
“Anche il contenuto di quella serve al medesimo scopo,” dichiarò Severus, godendosi l’espressione della preside, che ora pendeva di nuovo dalle sue labbra.
“Nemmeno un abito chiaro per le prossime vacanze?” insistette Minerva.
Severus ostentò un atteggiamento seccato, ma in cuor suo era sinceramente divertito da tanto interesse.

*****


Dopo il suo compleanno, Pomona era contesa tra gli antichi dubbi e l’acquisita consapevolezza che il suo maggiore sospettato era, in realtà, colui che aveva fattivamente collaborato all’organizzazione della festa, mettendo a punto quella straordinaria pozione che aveva permesso lo stupefacente incantesimo di fioritura, piuttosto che organizzare la sua vendetta per la Strillettera ricevuta.
Quando Minerva le rivelò che Severus aveva fatto acquisti a Hogsmeade per risolvere definitivamente il caso delle serre, l’anziana strega si sentì molto confusa e colpevole.
Una domenica, appena dopo pranzo, la professoressa di Erbologia decretò che era giunto il momento di seppellire l’ascia di guerra e cercò Severus in ogni posto in cui riteneva possibile trovarlo. Ma, dopo aver provato in Biblioteca, nei sotterranei, in riva al Lago Nero e persino ai margini della Foresta Proibita, stanca e accaldata, pensò di rinunciare. Doveva anche preparare la lezione del giorno dopo per gli studenti del secondo anno, e quindi decise di raggiungere le serre per accertarsi che fosse tutto in ordine.
Ma quando Pomona arrivò all’ingresso della serra numero uno, tutta la buona disposizione d’animo verso il giovane collega di Pozioni svanì istantaneamente.
Severus Piton era già lì, e si aggirava per i corridoi con fare che la strega non esitò a ritenere molto sospetto.

“E io che ti cercavo per chiederti scusa!” strillò Pomona, irrompendo nella serra. Ma non riuscì a tenere per molto l’espressione arcigna perché, posato il piede su una decina di piccole sfere perlacee disposte al suolo, si esibì in una sgraziata danza che terminò bruscamente su un’enorme Mimbulus Mimbletonia, lasciandola inondata di puzzalinfa.
“Grazie per esserti scansato!” sbraitò, ripulendosi con movimenti stizziti.
Con un sorriso sbilenco, Severus la osservò dall’alto e, quando la vide recuperare il suo piglio altero, si portò un dito al centro delle labbra per intimarle di tacere.
Pomona lo fulminò con un’occhiataccia indignata, ma rimase a osservare, incuriosita.
Vide che il mago si dava un gran daffare per creare, lungo il corridoio centrale, dei percorsi con quelle che, a giudicare dall’aspetto, sembravano delle perle di rara bellezza, ma venivano fuori da un colorato sacchetto di Mielandia. Lo osservò mentre, con l’aiuto della bacchetta, scavava delle piccole buche nelle aiuole laterali tra le siepi, riponendovi brillanti collane prelevate dalla busta con il logo Stratchy & Sons. Quando ebbe vuotato le voluminose buste, che Pomona aveva riconosciuto essere quelle che aveva con sé a Hogsmeade, Severus le si avvicinò di nuovo.
“E’ quasi l’ora del tramonto,” mormorò.
“Ti dispiace seguirmi fuori?”
Precedendola, Severus condusse una indispettita Pomona sull’altura dalla quale aveva osservato lo spettacolo delle serre.
“Ora vuoi spiegarmi?” gli intimò la strega esausta, quando riuscì finalmente a raggiungerlo.
“Guarda!” disse allora Severus, indicando il luogo dal quale erano arrivati.
Lo sguardo dell’anziana strega si accese di meraviglia. Davanti ai suoi occhi, i raggi del sole al tramonto colpivano il nuovo tetto delle serre, creando dei riflessi che si irradiavano intorno con una luce assai simile a quella prodotta da un’enorme pietra preziosa.
“E all’interno, quegli stessi riflessi creano delle strane illusioni su tutte le superfici,” aggiunse Severus come per accentuare la nascente consapevolezza della strega, che però non sembrava ancora approdata alla soluzione definitiva e lo guardava incerta.
“Quando sono intervenuto la prima volta, ho notato dei segni strani sul terreno,” proseguì il mago.
“Le tracce dei lombrichi,” lo interruppe Pomona.
“Tu hai concluso che lo fossero. Io non ne sono mai stato persuaso,” chiarì Severus.
“Quelle tracce erano parallele e piatte e sembravano lasciate da unghie.”
“E allora cosa?” domandò la strega, che cominciava a spazientirsi.
“Cosa è attratto irresistibilmente da tutto ciò che brilla ed è capace di portare distruzione in pochissimo tempo?” la interrogò Severus.
La strega fissò a lungo il baluginio proveniente dal tetto delle serre e poi il suo interlocutore. A un certo punto le sue pupille si dilatarono per la sorpresa.
“Uno Snaso!” strillò.
“E’ la mia ipotesi,” confermò Severus.
“Se ho ragione, il piccolo delinquente arriverà a momenti.”
“E come lo prenderemo?” lo interrogò Pomona, che ora era molto preoccupata per le giovani Mandragore appena travasate.
“Sarà molto impegnato a raccogliere i finti tesori che ho disposto sul pavimento e nelle aiuole: potremo prenderlo di sorpresa,” dichiarò Severus con convinzione.
“Ecco il perché di quelle caramelle perlacee!” esclamò Pomona, che finalmente cominciava a comprendere il piano messo a punto dal giovane collega. Poi gli rivolse uno sguardo risentito e incrociò le braccia sul petto. Sembrava offesa: non sopportava l’idea di dovergli dare ragione.
“Rimani qui o vieni ad aiutarmi?” le domandò Severus, che ormai aveva iniziato la discesa verso le serre.
“Il nostro amico potrebbe essere già in azione.”
Rimasta indietro, Pomona cominciò a trotterellargli dietro, nel tentativo di raggiungerlo.
Entrarono con cautela, evitando i movimenti troppo bruschi che avrebbero potuto allertare l’intruso e, finalmente, lo videro.
Un piccolo Snaso dall’aria soddisfatta e col marsupio rigonfio faceva l’altalena sulla schiena nell’aiuola, stringendo le zampe posteriori con le anteriori ungulate, accanto ai finti tesori che aveva appena disseppellito.
Coprendosi la bocca con la mano, Pomona sgranò gli occhi, trattenendo un’esclamazione.
Dal marsupio dell’animale facevano capolino perle di zucchero e collane.
Prevenendone la fuga, Severus lanciò contro la creatura un incantesimo che la fece sollevare a mezzaria, rendendo vano ogni tentativo di allontanarsi dai due nuovi arrivati. Poi, guardando divertito i movimenti scomposti delle zampe corte che annaspavano nel vuoto, il mago si avvicinò e afferrò per la soffice collottola lo Snaso, che gli rivolse uno sguardo impertinente.
“Potrebbe essersi allontanato dall’allevamento di Hagrid,” osservò Pomona, raggiungendolo.
“E’ un esemplare piuttosto giovane,” constatò Severus prima di accoglierlo in braccio.
Il contatto con la morbida pelliccia dell’animale gli risultò oltremodo piacevole.
“Se pensi di potertela cavare da sola, vado a riconsegnare il fuggitivo,” aggiunse, mentre lo Snaso, aprendo e chiudendo il lungo muso, sembrava protestare per la situazione.
Pomona si dichiarò certa di poter mettere in ordine da sola.
“Grazie,” mormorò, ma senza riuscire a nascondere completamente il disappunto per aver avuto torto ancora una volta.

*****


La sera a cena, dopo che i ragazzi avevano abbandonato la Sala grande, qualcosa di rosso dall’aspetto familiare planò sul tavolo dei professori, stretto nel corto becco adunco del solito gufo. L’arrivo dell’ennesima Strillettera fu sottolineato da un brusio preoccupato.
La busta rossa si abbassò dinanzi alla professoressa Sprite, che stranamente non esitò ad afferrarla e ad aprirla. Si sarebbe detto che avesse quasi un’aria compiaciuta.
Appena venne sollevata l’aletta, la busta cominciò a sbraitare il suo contenuto.
Pomona Sprite, vecchia strega cocciuta, hai sospettato di chi non ha esitato nemmeno un momento a tenderti la mano, additandolo a tutti come il responsabile dei misfatti nelle serre. Ma ciò che è più grave è che, ben conoscendo il valore della sua parola, tu l’abbia messa in dubbio. Spero che tu possa fare tesoro di questo insegnamento. Firmato: Pomona Sprite.
Quando la lettera ebbe smesso di strillare, si disintegrò, inondando il volto della destinataria di coriandoli.
Pomona si voltò soddisfatta, incrociando lo sguardo interdetto dei presenti. Ci aveva messo un po' più degli altri, ma era giunta alle medesime conclusioni.
“Me la sono proprio meritata, vero?” disse, poi, rivolgendo un’occhiata consapevole al giovane collega, e per la prima volta, ebbe la sensazione di vederlo davvero sorridere.

Edited by Gabrix1967 - 24/5/2022, 17:51
 
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view post Posted on 19/5/2022, 17:56
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Una storia che definire semplicemente deliziosa è poco! <3
Commenterò :wub:
 
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view post Posted on 20/5/2022, 06:02
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GabrixSnape

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CITAZIONE (chiara53 @ 19/5/2022, 18:56) 
Una storia che definire semplicemente deliziosa è poco! <3
Commenterò :wub:

Grazie Chiara.
Attendo con impazienza le tue osservazioni. <3
 
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view post Posted on 22/5/2022, 19:54
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Cara Gabri, ho già avuto modo di conoscere ed apprezzare la tua capacità di gestire un genere più leggero come il comico. Sei piacevole e garbata nelle descrizioni delle vicende della storia e i tuoi personaggi sono tratteggiati in modo veritiero e consapevole dei limiti imposti dal canon: la vena ironica con cui hai intessuto la trama della favola di maggio è intelligente e divertente. Ma il brano non è solo simpatico e ironico, tra le righe scorgiamo i fili di un vero mistery!
Pomona è adorabile, deliziosa nel suo cipiglio arruffato e maldestro, specie nei confronti di un Severus tanto desideroso di risolvere il mistero delle serre quanto di aiutare l’indisponente collega che, tuttavia, non riesce a farlo desistere, a farlo arrabbiare. L’arrendevolezza del tuo Severus dimostra una maturità interiore che è cresciuta al punto da smussarne gli angoli più aguzzi del suo temperamento caustico e, in apparenza, freddo. Deve aiutare la collega, deve risolvere il problema che sta rovinando le Serre di Hogwarts: sopporta addirittura l’affronto di una Strillettera in Sala Grande! Esilarante!
Mi sono tanto divertita a leggere i loro battibecchi ed ho proprio ‘visto’ la Sprite impuntata a pretendere ragione, con una cocciutaggine che avrei attribuito a Piton ma che si scontra proprio contro il muro di gomma della determinazione del mago in nero. Tutti i professori sono contro di lei ma niente, peggio di San Tommaso, la strega vede e interpreta come reale ciò che non esiste: allora arriva l’illuminazione, sotto forma di una mirabolante e indovinata trovata che cavalca le leggi della fisica per ‘accendere la luce’ nella mente della donna e darle così la possibilità di scoprire (comprendere) la verità che si nasconde al buio, sotto terra (sotto gli abiti neri del collega). Tu, Gabri, hai provato a ‘mostrare’ a Pomona un’altra verità che viene da Severus, quella del suo affetto per lei e per il mondo magico, sotto forma del bellissimo incantesimo dei fiori ai Tre Manici di Scopa: un’altra chicca del racconto.
Il finale è geniale, una manifestazione di scuse simpaticissima che salva un po’ la faccia alla Sprite che bacchetta se stessa invece che rivolgersi direttamente a Piton: troppo intimidita e imbarazzata? E’ comprensibile, non deve essere facile guardare negli occhi Severus ed ammettere di aver esagerato!
Bravissima! <3
 
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view post Posted on 23/5/2022, 10:57
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GabrixSnape

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CITAZIONE (Lonely_Kate @ 22/5/2022, 20:54) 
Cara Gabri, ho già avuto modo di conoscere ed apprezzare la tua capacità di gestire un genere più leggero come il comico. Sei piacevole e garbata nelle descrizioni delle vicende della storia e i tuoi personaggi sono tratteggiati in modo veritiero e consapevole dei limiti imposti dal canon: la vena ironica con cui hai intessuto la trama della favola di maggio è intelligente e divertente. Ma il brano non è solo simpatico e ironico, tra le righe scorgiamo i fili di un vero mistery!
Pomona è adorabile, deliziosa nel suo cipiglio arruffato e maldestro, specie nei confronti di un Severus tanto desideroso di risolvere il mistero delle serre quanto di aiutare l’indisponente collega che, tuttavia, non riesce a farlo desistere, a farlo arrabbiare. L’arrendevolezza del tuo Severus dimostra una maturità interiore che è cresciuta al punto da smussarne gli angoli più aguzzi del suo temperamento caustico e, in apparenza, freddo. Deve aiutare la collega, deve risolvere il problema che sta rovinando le Serre di Hogwarts: sopporta addirittura l’affronto di una Strillettera in Sala Grande! Esilarante!
Mi sono tanto divertita a leggere i loro battibecchi ed ho proprio ‘visto’ la Sprite impuntata a pretendere ragione, con una cocciutaggine che avrei attribuito a Piton ma che si scontra proprio contro il muro di gomma della determinazione del mago in nero. Tutti i professori sono contro di lei ma niente, peggio di San Tommaso, la strega vede e interpreta come reale ciò che non esiste: allora arriva l’illuminazione, sotto forma di una mirabolante e indovinata trovata che cavalca le leggi della fisica per ‘accendere la luce’ nella mente della donna e darle così la possibilità di scoprire (comprendere) la verità che si nasconde al buio, sotto terra (sotto gli abiti neri del collega). Tu, Gabri, hai provato a ‘mostrare’ a Pomona un’altra verità che viene da Severus, quella del suo affetto per lei e per il mondo magico, sotto forma del bellissimo incantesimo dei fiori ai Tre Manici di Scopa: un’altra chicca del racconto.
Il finale è geniale, una manifestazione di scuse simpaticissima che salva un po’ la faccia alla Sprite che bacchetta se stessa invece che rivolgersi direttamente a Piton: troppo intimidita e imbarazzata? E’ comprensibile, non deve essere facile guardare negli occhi Severus ed ammettere di aver esagerato!
Bravissima! <3

Grazie Cate!
Per maggio, complici Pomona e lo Snaso che si sono rivelati adatti allo scopo, ho provato ad alleggerire i toni. In verità ho dovuto tagliare "molto dramma" dal racconto iniziale, ma alla fine il risultato mi è sembrato sufficientemente lieve rispetto alle mie abitudini. Non che il genere non mi piaccia, ma mi risulta più complicato (rispetto a quello drammatico/introspettivo) da mettere a punto.
Tu ricordi forse la sfida del Bosco, in cui mi sono "vendicata" della "perfida Mep". In realtà c'è un altro piccolo racconto a cui sono molto affezionata, dal titolo "T’innamorerai di me", scritta per la sfida di San Valentino 2020, che trovo estremamente divertente, così come è stato divertente scriverlo.
Sono contenta che tu abbia apprezzato lo sforzo "fisico/botanico" che illumina la storia :lol:
Non so se merito davvero tutti i tuoi complimenti, ma ti confesso che mi fa un incredibile piacere leggerli. <3
 
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view post Posted on 1/7/2022, 11:23
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Sono riuscita a ricavare un po' di tempo per leggere la storia e purtroppo dovrò essere rapida nel commento.
Mi è piaciuta veramente tanto, soprattutto per come sei riuscita a gestire la componente comico-ironica della vicenda, con una lievità che riesce a far emergere, d'altronde, un'ottima introspezione psicologica sia di Severus che di Pomona, oltre che degli altri insegnanti che compaiono all'interno della storia.
Ho trovato, poi, veramente bello il modo in cui hai usato l'elemento della Strillettera (quella finale è geniale).
 
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view post Posted on 2/7/2022, 18:57
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GabrixSnape

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Grazie mille Alaide per aver letto, apprezzato e commentato il mio racconto. Mi fa davvero piacere che ti sia piaciuto.
 
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view post Posted on 3/7/2022, 17:11
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Ciao Gabri! La tua storia è molto carina, mi ha fatto sorridere soprattutto la Strillettera finale.
L'unica critica che posso muoverle è che quella non mi sembra essere Pomona Sprite. È collerica, quasi cattiva, cova risentimento, giunge a conclusioni affrettate, non vuole ascoltare... Tutto il contrario di un buon Tassorosso. Non riesco ad andare oltre questo problema, nonostante il resto mi sia piaciuto molto.
 
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view post Posted on 3/7/2022, 18:46
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Devo ammettere che questa Pomona mi piace poco. Non abbiamo di lei soverchie informazioni, quindi non mi azzardo a questionare sul canone, ma trattandosi di una Tassorosso, mi pare eccessivo il suo astio per Severus. In ogni caso, il suo atteggiamento mi pare davvero forzato, soprattutto considerato l'opposto atteggiamento di preside e colleghi.
Il finale, però, con la strillettera auto inviata è davvero molto bello.
 
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view post Posted on 3/7/2022, 18:52
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CITAZIONE (Mitsuki91 @ 3/7/2022, 18:11) 
Ciao Gabri! La tua storia è molto carina, mi ha fatto sorridere soprattutto la Strillettera finale.
L'unica critica che posso muoverle è che quella non mi sembra essere Pomona Sprite. È collerica, quasi cattiva, cova risentimento, giunge a conclusioni affrettate, non vuole ascoltare... Tutto il contrario di un buon Tassorosso. Non riesco ad andare oltre questo problema, nonostante il resto mi sia piaciuto molto.

Grazie per i complimenti Sara.
È una Pomona vecchia, stanca e seccata per le continue irruzioni nelle sue serre, dove, tutte le volte, trova Severus.
 
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view post Posted on 3/7/2022, 18:57
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CITAZIONE (Ida59 @ 3/7/2022, 19:46) 
Devo ammettere che questa Pomona mi piace poco. Non abbiamo di lei soverchie informazioni, quindi non mi azzardo a questionare sul canone, ma trattandosi di una Tassorosso, mi pare eccessivo il suo astio per Severus. In ogni caso, il suo atteggiamento mi pare davvero forzato, soprattutto considerato l'opposto atteggiamento di preside e colleghi.
Il finale, però, con la strillettera auto inviata è davvero molto bello.

Grazie per aver apprezzato il finale.
Per quanto riguarda Pomona, ripeto ciò che ho scritto in risposta al commento di Sara. È una Pomona vecchia, stanca e provata dalla guerra. Questo, unito al fatto di trovare sempre Severus sul luogo del delitto, la fa sentire dalla parte della ragione e incompresa dagli altri. La sua innata bonomia riemerge nel momento in cui il mistero viene svelato e si manifesta con le scuse.
 
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view post Posted on 3/7/2022, 21:10
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CITAZIONE (Gabrix1967 @ 3/7/2022, 19:57) 
Per quanto riguarda Pomona, ripeto ciò che ho scritto in risposta al commento di Sara. È una Pomona vecchia, stanca e provata dalla guerra. Questo, unito al fatto di trovare sempre Severus sul luogo del delitto, la fa sentire dalla parte della ragione e incompresa dagli altri. La sua innata bonomia riemerge nel momento in cui il mistero viene svelato e si manifesta con le scuse.

Sì, in effeti nella storia hai dato questa spiegazione, ma c'èera comunaque qualcosa che mio stonava. Le eclatanti scuse finali, però riparano tutto
 
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view post Posted on 4/7/2022, 17:14
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CITAZIONE (chiara53 @ 19/5/2022, 18:56) 
Una storia che definire semplicemente deliziosa è poco! <3
Commenterò :wub:

Gabrix - Bagliori ingannevoli

Una storia lunga (ma va) e tutta attraversata da una latente vena comica, Pomona è davvero un po’ su di giri e Severus ha una pazienza da santi: ma si sa con i vecchi…
Un racconto delizioso in cui aspetti il finale per vedere come faranno ad acchiappare il colpevole!
Mi è piaciuta molto Minerva che hai tratteggiato con materna gentilezza: il momento in cui Severus sbaglia strada mi ha colto impreparata e ho provato un senso di malinconia, come se lui sapesse che era lì che tutto doveva finire.

Molto carino e azzeccato l’uso delle strillettere e anche la gentilezza di Severus verso il piccolo Snaso.
Come dicevo, una storia deliziosa e una Pomona molto arrabbiata, ma forse la guerra fa questo alle persone…
 
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view post Posted on 11/7/2022, 17:10
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CITAZIONE (chiara53 @ 4/7/2022, 18:14) 
CITAZIONE (chiara53 @ 19/5/2022, 18:56) 
Una storia che definire semplicemente deliziosa è poco! <3
Commenterò :wub:

Gabrix - Bagliori ingannevoli

Una storia lunga (ma va) e tutta attraversata da una latente vena comica, Pomona è davvero un po’ su di giri e Severus ha una pazienza da santi: ma si sa con i vecchi…
Un racconto delizioso in cui aspetti il finale per vedere come faranno ad acchiappare il colpevole!
Mi è piaciuta molto Minerva che hai tratteggiato con materna gentilezza: il momento in cui Severus sbaglia strada mi ha colto impreparata e ho provato un senso di malinconia, come se lui sapesse che era lì che tutto doveva finire.

Molto carino e azzeccato l’uso delle strillettere e anche la gentilezza di Severus verso il piccolo Snaso.
Come dicevo, una storia deliziosa e una Pomona molto arrabbiata, ma forse la guerra fa questo alle persone…

La guerra ti logora dentro e anche le persone apparentemente più stabili possono uscirne modificate e inquiete. Il racconto è stato cucito addosso a un personaggio di cui quasi si conosce più l'aspetto fisico che quello caratteriale ed è sul primo che ho provato a calcare un po' per alimentare la vaga vena comica.
Mi fa piacere che tu abbia sottolineato l'intervento di Minerva, che è quello che riporta il racconto alla drammaticità del momento: Severus è sopravvissuto, ma il male e il dolore che lo hanno quasi ucciso continua ad aleggiare su quella casa, attirandolo a sè e Minerva, riconducendolo sulla strada giusta, lo riporta alla vita.
Grazie per avermi letta e per aver apprezzato il racconto.
 
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13 replies since 18/5/2022, 11:53   257 views
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