Il Calderone di Severus

ellyson - Ti voglio bene mamma, Genere: generale - tipologia: one shot - rating: per tutti - avvertimenti: nessuno - epoca: 6 anno- personaggi Severus, Eileen Prince, Silente

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view post Posted on 24/4/2022, 11:57
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Dalla luna...

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Titolo: Ti voglio bene mamma
Autore/data: ellyson
Beta-reader: querthe
Tipologia: One-Shot
Rating: Per tutti
Personaggi: Severus Piton, Eileen Prince, Albus Silente
Pairing: nessuno
Epoca: VI anno
Avvertimenti: nessuno
Riassunto:

Noti un vecchio segno vergato con l'inchiostro vicino al titolo della fiaba. Non fa parte del libro, é stato scritto a mano, ti sembra molto vecchio.
Lo conosci. Chiunque abbia studiato storia della magia conosce quel simbolo e la sua origine.
Ma é solo una leggenda magica.
Non esistono i Doni della Morte.
Non si può essere padroni della Morte.


Nota: Storia scritta per l’iniziativa 15 anni con Severus. Sfida del mese di aprile. Scuola -
Durmstrang.
Ruolo: Porta insegna

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Lunghezza: 24.285

Ti voglio bene mamma

Cammini lentamente per il corridoio stringendo tra le mani un calice fumante.
Non guardi neppure dove metti i piedi, i tuoi pensieri sono altrove, persi tra i fumi che salgono a spirale dal calice.
Non hai bisogno di vedere il corridoio, sai dove stai andando. Conosci ogni lastra del pavimento, ogni quadro appeso, ogni statua, nascosta nelle nicchie, che ti guarda con occhi vacui.
Non hai bisogno di guardare. Sai dove vai. Lo stesso luogo che visiti da anni, la stessa stanza che tra qualche mese occuperai abusivamente.
Non vuoi farlo, ma lo farai comunque.
Perché questa è la tua missione.
Il gargoyle di guardia si sposta senza aspettare la parola d'ordine.
Non ci sono più parole d’ordine per te.
Solo un ordine. L’ultimo compito.
Il più doloroso.
L’unico ordine che vorresti rifiutare, dai cui vorresti scappare senza guardati indietro.
Ma non scapperai. Resterai al tuo posto.
Fidato soldato ombra che ha sacrificato tutto in nome di un amore che ti ha solo portato dolore e fredda solitudine.
Solo questo.
I cocci taglienti di un cuore che mai nessuno è riuscito a rimettere in sesto.
Sali il primo scalino e la scala a chiocciola si muove senza fare rumore; lentamente, portandoti in alto, là dove sale il fumo della pozione che stringi tra le mani.
Là dove i tuoi pensieri si fermano in questi mesi.
Là dove tutto è iniziato. Folle promessa di un uomo distrutto che non aveva più nulla da perdere.
Là dove hai giurato, in ricordo degli occhi della donna amata, che avresti protetto quel figlio che non era tuo, ma che desideravi ardentemente che lo fosse.
Là dove hai giurato che avresti posto fine alla vita dell’unico mago che ha sempre visto, con fastidiosa cocciutaggine, quel lato migliore di te che tu, con altrettanta fastidiosa cocciutaggine, nascondi a tutti.
Là dove tutto ha fine.
La fine della tua vita, della tua anima, delle tue speranze.
Hai giurato di proteggerlo.
Ora, invece, sai solo che dovrà morire.
Per cosa, ancora non l’hai capito.
Segreti che Albus tiene dentro di sé come preziosi tesori.
La porta della presidenza è aperta quando arrivi.
Non ti stupisci, non più ormai.
Ti aspetta.
Ogni sera.
Alla stessa ora.
Nello stesso luogo.
L'aula circolare dove quei segreti silenziosi rimbombano.
Un silenzio può fare male?
Sai la risposta.
Il silenzio fa più male di una Cruciatus. Può uccidere di più un Avada Kedavra.
Momento dopo momento, una lenta agonizzante tortura che può condurre alla pazzia.
Il pensiero di quello che deve accadere, perché accadrà, che tu lo voglia oppure no, non ti fa dormire la notte e sai benissimo che non importa quanto ti sforzi per ritardare l'inevitabile; quante notti insonni trascorri dietro al calderone fumante cercando di perfezionare un tonico già perfetto. Non importano le ore che passi in biblioteca, nella zona proibita, in quell'angolo dove neppure agli studenti é consentito entrare.
Nulla è importante.
Quello che deve accadere è ineluttabile.
Entri nell'ufficio, la porta si chiude alle tue spalle.
I Presidi alle pareti si fanno silenziosi.
Unici testimoni di tutto quello che accade tra quelle mura.
Loro sanno tutto, ma restano sempre in silenzio, vincolati dal loro giuramento, dalla magia di quella stanza.
Hai provato ad interrogarne qualcuno mentre attendevi Albus durante una di quelle serate. Hai osato chiedere cosa facessero di così segreto lui e Potter, ma hai ricevuto in risposta solo le parole acide di un vecchio mago impresso su una tela ingiallita.
Silente ti dà le spalle; osserva fuori dalla finestra, perso in chissà quali riflessioni, forse ripercorrendo la sua vita ora che é così vicina alla fine.
Se ti ha sentito entrare non lo dà a vedere, ma sai che ti ha sentito.
Albus sa tutto.
Sa sempre tutto.
A volte ti sei chiesto come sia possibile che un mago così potente sia finito a fare il Preside di una scuola: se fosse stato lui il Ministro della Magia probabilmente questa guerra sarebbe finita da molto tempo, se mai fosse iniziata.
Una volta hai provato a porgli quella domanda, ma lui aveva cambiato discorso con abilità, ignorando ogni tuo tentativo di farlo parlare.
Ci sono giorni in cui ti sembra che le ombre del vecchio Preside siano più grandi e più oscure delle tue.
Questa è una di quelle sere.
Il vecchio fissa fuori dalla finestra, perso nei suoi pensieri, forse nei ricordi di una gioventù che non sarebbe mai tornata.
Forse ha anche lui un amore struggente che l'ha cambiato nel profondo.
Non lo sai, sai così poco su di lui...
Però vedi l'ombra dei ricordi calare sul suo sguardo, nell'ultimo periodo accade sempre più di frequente.
Appoggi il calice sulla scrivania e ti siedi in attesa.
Osservi i lunghi capelli argentati che riflettono il chiarore della luna piena in cielo, le mani intrecciate dietro la schiena. La mano sana che stringe con delicatezza quella annerita.
La fissi quella mano, quel segno tangibile che la fine si sta avvicinando.
Tutti l'hanno vista.
Minerva ti ha chiesto più e più volte cosa fosse successo ad Albus, non credendo a nessuna delle tue spiegazioni.
La verità è che non sai neppure tu perché Silente abbia voluto distruggere quell'anello. Hai provato a chiederglielo, ricevendo solo parole vuote che ti hanno fatto silenziosamente infuriare.
Mentire a Minerva é forse la parte di più dura di questa storia.
Minerva é sempre gentile con te, un'amica e collega che con il suo affetto materno ha lenito parte delle tue cicatrici.
Affetto materno di cui senti la mancanza.
Raramente pensi a tua madre.
Alla sua vita misera, troppo debole per ribellarsi ad un marito violento, troppo innamorata di quello che era stato prima del matrimonio per accettare il mostro che era diventato.
Troppo spaventata per scappare e ricominciare da capo.
Sposti lo sguardo sulla scrivania per assicurarti che il tonico non si sia raffreddato troppo e allontani i pensieri da tua madre.
Non hai tempo di pensare anche a lei.
Noti l'anello abbandonato sul tavolo, la pietra incrinata nel centro, una lieve crepa, quasi invisibile senza la luce giusta.
La montatura é irrimediabilmente rotta, bruciata, là dove la spada l’ha spezzata.
Vicino c'é un libro, leggi un paio di frasi e un sopracciglio si alza incuriosito dall'insolita lettura a cui Albus stava prestando attenzione prima del tuo arrivo.
Conosci le fiabe di Beda il Bardo: tua madre te le leggeva di sera, quando tuo padre era al pub ad ubriacarsi con quelli che riteneva i suoi amici e compagni.
Illuminava la punta della bacchetta, uno dei rari momenti in cui poteva utilizzare la magia senza paura di ricevere un ceffone.
Alla luce debole leggeva le storie, a volte facendo delle voci buffe.
É uno dei momenti più felici che custodisci nel cuore.
Uno dei tuoi ricordi felici.
Uno dei pochi.
Conosci la storia su cui è aperto il libro di Beda. La storia dei tre fratelli, sicuramente una delle più famose, quella che incuriosisce di più i giovani. L'idea di avere una bacchetta infallibile e potente è sempre stato il sogno di molti maghi. Per te era più allettante il mantello dell'invisibilità. Così da poter sparire da tutti.
Dai bulli.
Da tuo padre.
Da Lily.
Noti un vecchio segno vergato con l'inchiostro vicino al titolo della fiaba. Non fa parte del libro, é stato scritto a mano, ti sembra molto vecchio.
Lo conosci. Chiunque abbia studiato storia della magia conosce quel simbolo e la sua origine.
Ma é solo una leggenda magica.
Non esistono i Doni della Morte.
Non si può essere padroni della Morte.
Osservi il simbolo.
La Bacchetta. La Pietra. Il Mantello.
Guardi l’anello.
Ti blocchi colto da un'improvvisa consapevolezza.
Alzi lo sguardo e osservi la figura di Albus.
Invecchiato. Stanco. Morente.
Lui non ha paura della morte, la guarda in faccia e decide come e quando morire.
Detta lui le regole, come ha sempre fatto.
Osservi di nuovo l’anello.
La pietra è lì. Sembra una semplice pietra.
Un gioiello ormai rotto che nessuno guarderà più.
Perché quella storia?
Perché Silente stava leggendo quel libro?
Gli hai visto fare cose strane durante gli anni della vostra amicizia. L’hai visto leggere libri e riviste babbane, studiare antichi tomi di magia, scritti in lingue che non conosci, ma quel libro è la prima volta che lo vedi.
É una cosa così bizzarra che non può non suscitare la tua curiosità.
Il vecchio non fa mai nulla senza un motivo.
Forse non sarai degno di conoscere ogni suo segreto, ma sai che Silente non fa nulla di impulsivo.
Tranne che infilarsi quell’anello.
Maledire il suo corpo e la tua anima.
Io sono stato uno sciocco. Terribilmente tentato...
La Pietra della Resurrezione.
La Pietra che ti permette di rivedere le persone amate.
Il pensiero di Lily invade la tua mente.
E’ normale.
Probabilmente con quella pietra tra le mani richiameresti lei dalla morte, esattamente come aveva fatto il secondo fratello.
Però… non c’è solo lei nei tuoi pensieri.
Ripensi a tua madre.
Troppe volte in pochi minuti.
Morta troppo giovane.
Picchiata fino a quando la vita non ha abbandonato il suo fragile corpo.
Ripensi anche a tuo padre.
L’uomo codardo che non è riuscito a prendersi le sue responsabilità per il gesto compiuto e si è tolto la vita.
Lui diceva di amarla.
Un amore tossico e deviato.
Trattieni un sorriso sarcastico.
Anche il tuo è un amore tossico e deviato in fin dei conti. Vivere nel rimorso per le scelte sbagliate fatte da giovane, il pensiero fisso su una vita che non sarebbe mai stata vissuta. Su un amore che non sarebbe mai sbocciato. Sperando in un perdono che non meriti e non meriterai mai.
Osservi l’anello.
Lui sembra fissare te.
Allunghi una mano. Vuoi sfiorarlo.
Un istante solo. Un breve attimo.
Vuoi dimostrare che é una bugia. Non esiste una pietra che riporta indietro i morti dall’aldilà.
- Lascia stare i morti, Severus. – dice Silente senza voltarsi.
Ritiri in fretta la mano.
Ti senti sciocco.
Forse anche Silente prova la stessa cosa.
Credeva davvero che quella fosse la Pietra della Resurrezione.
Il Preside si volta.
E’ pallido, sembra più magro.
Vorresti chiedergli se davvero crede che quella sia la Pietra della Resurrezione, ma non lo fai.
Sai già che non otterrai nessuna risposta.
Non una chiara, almeno. Silente è abile nel dare informazioni frammentate, in modo tale da non poter vedere tutto il suo grande piano completo.
Una volta sei andato in un museo babbano a vedere una mostra e goderti un po’ di aria fresca in quel pomeriggio d’agosto.
Ti sei incantato davanti ad un quadro, un quadro che visto da vicino sembrava formato solo da veloci pennellate di colore, ma bastava fare qualche passo indietro per vedere il paesaggio prendere forma.
I piani di Silente sono esattamente la stessa cosa.
Il vecchio mago si siede alla poltrona, trattiene una smorfia di dolore e ti domandi se la maledizione si sta diffondendo più in fretta di quanto hai preventivato.
- Bevi il tonico. – ordini con poca pazienza – Ti farà bene.
Non risponde il vecchio, prede il calice e lo beve senza fare una smorfia.
Lo vedi accarezzare il simbolo disegnato sulla carta, poi chiude il libro con delicatezza.
- Cosa dovrebbe esserci in quella vecchia fiaba, Albus?
- Nostalgia. – risponde lui senza esitazioni – Solo nostalgia, Severus.
Non gli credi, non del tutto almeno. Nasconde qualcosa, Albus nasconde sempre qualcosa.
Nessuna risposta ancora una volta.
Ti alzi e ti avvicini alla mano annerita, te la tende con totale fiducia, la stessa che il resto del mondo, presto, si pentirà di averti dato.
La predi con delicatezza. É fredda al tatto, irrigidita, la pelle é sottile, hai paura di romperla.
Come hai rotto tutto nella vita.
La sfiori con la punta della bacchetta e inizi a salmodiare l'incantesimo, l'hai modificato un poco, così come hai modificato il tonico.
In cerca di più forza, più tempo.
Sforzi inutili i tuoi. Il tempo che perdi in biblioteca potresti usarlo per riposare in vista di quello che accadrà.
Non lo fai.
Dormirai quando sarai morto.
Finito il tuo lavoro ti alzi. Fai sparire il calice e ti dirigi verso la porta.
La tua serata non é ancora finita.
- Apprezzo i tuoi sforzi, Severus. - la voce di Silente ti blocca alla soglia – Ma non dovresti perdere il tuo tempo libero con un vecchio morente.
- Decido io come perdere il mio tempo, Albus.
Esci dalla stanza senza più dire nulla.
Cammini veloce fino alla biblioteca e vai diretto verso quella sezione dove nessuno oserebbe metterci piede.
Puoi quasi avvertire l'oscurità che trasuda da quei tomi.
La scrivania che usi per studiare i libri é come l'hai lasciata. Madama Prince non ha toccato nulla e ti ha lasciato una copia delle chiavi della biblioteca.
Prendi il primo tomo dalla pila che avevi abbandonato la sera precedente e inizi a svogliarlo.
Passano le ore.
Nel silenzio e nella penombra di quella biblioteca vuota.
Tu e le tue colpe in cerca di una soluzione che sai già che non troverai.
Senti le palpebre pesanti e gli occhi bruciano per lo sforzo di leggere con quella poca luce, ma andrai avanti fino a quando le parole non si mescoleranno davanti ai tuoi occhi.
Un rumore sordo arriva alle tue spalle.
Sobbalzi sorpreso e afferri la bacchetta.
Nessuno dovrebbe essere in giro a quell’ora di notte.
Ti alzi e ti muovi fra le ombre, aguzzando la vista quanto possibile, tendendo l’orecchio per captare anche il più debole dei rumori.
Non senti nulla. Non vedi nessuno.
Ti senti sciocco e abbassi la bacchetta, ma ecco che arriva un altro rumore, questa volta nitido, vicino. Sembrano passi.
C’è qualcuno in biblioteca.
Qualcuno che, ne sei certo, non dovrebbe essere lì.
Pensi subito a Potter. Lui e i suoi amici ficcanaso sotto il mantello dell’invisibilità alla ricerca di qualcosa che li avrebbe cacciati in seri guai.
Ti muovi verso quei passi deciso ad incrociare il cammino degli stolti studenti e toglier loro così tanti punti che la loro Casa ci avrebbe messo settimane per recuperarli.
Svolti l’angolo illuminando la punta della bacchetta sicuro di trovare un braccio a mezz'aria o un’espressione stupida su un viso adolescente.
Invece non trovi nulla. Il corridoio é buio e deserto.
È evidente che non c'è nessuno.
Arriva un altro colpo, sembra vicino.
Ti muovi rapido e silenzioso, percorri tutto il corridoio e arrivi ai lunghi tavoli dove gli studenti passano la gran parte del loro tempo nel periodo degli esami.
La bacchetta illumina lo spazio davanti a te, noti con la coda dell'occhio una figura uscire dalla porta.
Scatti verso l'entrata ed esci di corsa.
Provi una sensazione strana, ma famigliare.
Una sensazione che non dovresti provare in quel luogo.
Una luce improvvisa ti acceca, chiudi gli occhi ed come essere trasportati in un altro luogo.
Senti dei rumori attorno a te.
Anche loro sono famigliari, ma estranei ad Hogwarts.
Apri gli occhi e ti ci vuole qualche istante che capire che quello che stai guardando non é il corridoi del castello.
Non é neppure il castello, ma é King's Cross.
Ti guardi le spalle; dove dovrebbe esserci la porta della biblioteca vedi solo la barriera di mattoni che divide il mondo magico da quello Babbano.
- Andiamo Severus?
Ti pietrifichi sul posto.
Conosci quella voce.
Non dovrebbe essere lì. Come non dovrebbe esserci quella barriera che stai fissando o quel treno che senti sbuffare alle tue spalle.
Ti volti piano.
La vedi.
É esattamente come la ricordi, come l'hai vista l'ultima volta.
Su quella banchina.
Solo che tu eri più giovane, molto più giovane.
Indossavi la divisa e non i vestiti da professore.
Ma il cuore... quel maledetto cuore era già irrimediabilmente spezzato, i tuoi sogni infranti per colpa del tuo orgoglio maledetto.
La donna davanti a te sorride. Un sorriso timido ed insicuro che non ingentilisce i lineamenti affilati che hai ereditato.
Non l'hai mai vista sorridere apertamente. Ti sei chiesto per molto tempo se sia mia stata felice.
Probabilmente no.
Si avvicina, sempre con quel timido sorrido, ti accarezza il volto, senti il tocco delle sue mani.
Senti il suo profumo.
Non è mai stata una donna che curava molto il suo aspetto, profuma di sapone e del dozzinale detersivo che usava per pulire.
Un odore banale, ma che ti riporta a casa.
Quella casa che hai abbandonato per anni per poi ritrovarti una dimora fatiscente invasa dai nidi di doxy e dai ricordi dolorosi. Li rivivi ancroa in tutta la loro tristezza ogni volta che torni a Spinner’s End.
É stato facile liberarti dei nidi di doxy. I ricordi, invece, sono rimasti incollati alle mura come una pessima carta da parati.
- Andiamo, Severus. Il treno sta per partire.
Ti ritrovi a seguirla, circondato da ragazzini; riconosci alcuni volti. Qualcuno è stato tuo compagno di scuola, altri sono tuoi alunni.
Alcuni ti guardano, ma non sembrano incuriositi da un uomo alto vestito di nero con accanto ad una donna morta da anni.
Vi fermate davanti ad una delle porte del treno.
Lei ti fissa e solo ora ti rendi conto che non sembra stupita di vederti adulto e non il ragazzino del settimo anno.
L’ultima immagine che ha di te.
Su quella stessa banchina, con addosso vestiti di seconda mano riadattati male.
Tua madre ti aveva accompagnato i primi due anni. Poi le avevi detto che potevi andare con Lily. Non ha mai fatto troppe storie, era così sottomessa agli abusi di tuoi padre e dalla vita in generale che non si ribellava mai.
Ma quell’ultimo anno aveva voluto accompagnarti.
Forse si era accorta che Lily ti aveva allontanato.
Forse aveva visto in te un cambiamento.
O forse si era resa conto che tuo padre era sempre più ubriaco, sempre più violento. Sentiva che prima o poi non sarebbe stata più in grado di rialzarsi.
- Tu non dovresti essere qui. – parli per la prima volta e la tua voce é giovane e adulta nello stesso tempo.
- Hai indossato l'anello.
Abbassi lo sguardo sulla tua mano e noti l'anello di Silente al dito.
Lo osservi: é integro, la pietra riflette la luce della stazione.
Guardi tua madre, le hai sempre voluto bene, ma non sei mi stato in grado di dimostraglielo.
Dimostrare quello che provi é da sempre un problema. Un’altra cosa che hai ereditato da lei.
- Sei morta.
Un semplice dato di fatto.
- Lo siamo tutti, Severus.
Un brivido ti scorre lungo la spina dorsale.
Ti guardi attorno e riconosci altri volti.
Visi di persone che non dovrebbero essere lì, occhi spenti su una vita lasciata troppo presto.
Volti di vecchi compagni celati dietro maschere d'argento ormai annerite. Vedi Cedric Diggory, trasporta un carrello con sopra il baule, indossa la divisa da Campione con cui é morto.
Dietro tua madre appare Sirius, con quel sorriso beffardo sul volto invecchiato precocemente dalla prigione; appare James, ha gli occhiali storti sul naso, il vestito sembra impolverato.
Appare Lily accanto a lui e tutto il mondo sembra sgretolarsi sotto i tuoi piedi: é pallida, gli occhi verdi che ricordi brillanti e pieni di vita sono frammenti di vetro vuoti. Anche lei indossa un vestito polveroso.
Appare tuo padre. Emaciato, con profonde occhiaie viola intorno agli occhi, vedi un segno nero attorno al suo collo, là dove ha stretto la corda prima di togliersi la vita.
Fai un passo indietro con un urlo di disgusto che ti rimane bloccato in gola. La mano fredda di tua madre ti blocca, sposti lo sguardo si di lei e ti esce un gemito strozzato.
Il timido sorriso é sparito lasciando il posto ad un labbro spaccato. Ha un occhio nero, gonfio e chiuso. Un vecchio livido sulla guancia. Il segno di una mano sul collo sottile.
Noti solo ora il vestito strappato.
Segni indelebili della sua ultima lotta.
- Mamma...
E' l'unica cosa che riesci a dire, l'unico suono che esce dalle tue labbra sottili.
Un nome... un solo nome che non pronunciavi da anni.
Senti le lacrime pizzicare gli occhi, come quando eri un ragazzo davanti alla sua tomba.
Lily sapeva quello che era accaduto. Tutta la scuola lo sapeva.
Le voci girano in fretta nel castello, ma non ti ha detto niente.
Né un'occhiata da lontano.
Né un lieve cenno.
Solo. Davanti alla sterile tomba di tua madre.
Sai già che la storia sta per ripetersi, ma questa volta non sarai vittima delle circostanze.
Questa volta sarai tu a dare il via all'ultimo capitolo di questa guerra.
E sarai di nuovo solo.
Non ci sarà più Albus.
Non ci sarà più Minerva.
Sarai solo.
Chiudi gli occhi. Senti due lacrime rigarti il volto spigoloso.
Non riesci a trattenerle.
- Non voglio più essere solo.
Lo dici piano, quasi con vergogna.
La senti vicino, ma non apri gli occhi. Hai paura di vederla.
Vuoi che l'ultima immagine di lei sia la donna che ti ha salutato sulla banchina del treno.
Con quel timido sorriso.
Vuoi che sia quello il tuo ultimo ricordo.
Non il volto tumefatto.
Non il collo livido.
Non quella solitaria tomba.
- Non puoi salvarli tutti, bambino mio.
- Posso provarci.
- Apri gli occhi, Severus.
- Mamma...
- Per favore.
Li apri piano.
Hai paura di quello che vedrai, ma per fortuna il suo volto é tornato quello di prima.
Non ci sono lividi. Non ci sono ferite.
Perfino i fantasmi alle sue spalle sono spariti.
La banchina é ora vuota.
Il sorriso timido é tornato sulle sue labbra sottili.
- Sai perché siamo qui, Severus?
Scuoti il capo, le sue mani ti accarezzano ancora il volto spigoloso.
- Qui è dove vedevo il tuo futuro. Potevo vedere il mago che saresti stato.
- Potevi vedere che sarei diventato un assassino?
- Hai un gran cuore, bambino mio, ma lo nascondi così bene che neppure tu lo riesci a vedere.
Si alza sulle punte dei piedi e ti da un lieve bacio sulla fronte.
Sospiri proprio come un bambino.
Ti manca.
Ti manca la mamma.
- Ora arriva la parte difficile ragazzo.
La sua voce é cambiata. Sembra più maschile.
Abbassa le mani e fa un passo indietro.
- Ora basta, Severus.
Questa volta odi distitamente la voce di Silente.
Sussulti spaventato sulla sedia della biblioteca.
Ti guardi attorno spaesato.
Non sei a King’s Cross.
Non ci sono treni in partenza.
Non ci sono fantasmi a tormentarti.
Sei nella biblioteca della scuola.
Ti sei addormentato al tavolo, come uno studente qualsiasi.
Silente ti guarda, la mano ferita appoggiata con delicatezza sulla tua spalla.
- Ora basta, Severus.
Lo ripete.
Chiudi per un secondo gli occhi e rivedi il suo volto, la delicatezza del suo tocco sulle guance.
Senti ancora il suo odore. Sapone e detersivo dozzinale.
- Albus...
- Non cercare una strada che non c’é ragazzo.
Ti passi una mano sul volto e ti alzi.
Lasci i tomi sul tavolo, passerai domani mattina a sistemare.
Cammini in silenzio fino alla porta della biblioteca. Silente alle tue spalle, senti il suo sguardo sulla schiena.
Sussurri un saluto e vai verso la tua camera.
Il camino accesso ha lasciato nella stanza un gradevole tepore, ti siedi sul letto e apri il cassetto del comodino.
Prendi un libro.
E’ la tua copia delle fiabe di Beda il Bardo.
É lo stesso che tua madre ti leggeva da piccolo, prima che papà tornasse a casa dal pub ubriaco e irascibile.
Sfogli le pagine fino a quando non arrivi ad una fotografia ingiallita dal tempo.
Sono i tuoi genitori il giorno del loro matrimonio, una statica foto Babbana di due persone nel giorno più felice della loro vita.
Forse l’unico giorno felice della loro vita insieme.
Non presti attenzione al volto di tuo padre.
Lui non merita nulla.
Osservi lei e il suo timido sorriso.
Le accarezzi il volto di carta con un polpastrello.
- Proverò comunque a salvarli tutti, mamma.
Baci delicatamente la fotografia e la rimetti tra le pagine del libro di fiabe.
Chiudi il libro e lo riponi nel cassetto.
Tieni la mano sul cassetto qualche secondo in più.
Sorridi timidamente.
- Scusa se non sono stato in grado di dirtelo più spesso. Ti voglio bene, mamma.

Fine
 
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view post Posted on 24/4/2022, 13:51
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Pozionista sofisticato

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Stupenda. Semplicemente stupenda.
Commento presto

Brava!
 
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view post Posted on 24/4/2022, 23:42
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Buca-calderoni

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Bellissima e delicata. Davvero complimenti! Siete bravissime a scrivere queste perle!🤗🤗
 
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view post Posted on 25/4/2022, 00:20
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Fondi-calderoni

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Elena, ti ho già detto tutto. Non te lo ripeto perché rischio di diventare pesante, ma sai quanto le tue storie sappiamo toccarmi.
 
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view post Posted on 27/4/2022, 17:29
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Dalla terra dove s'intrecciano misteri, magie e leggende.

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Severus non mi è mai sembrato tanto solo. Leggendo la tua storia, Elly, l’ho immaginato dietro un muro di solidi mattoni, solo e tagliato fuori da tutto quello che si trova al di là di questo muro: la felicità, l’amore, la vita. Lui sa che deve voltarsi, non è costretto a farlo ma deve, tanto sarebbe inutile battere i pugni su quel muro: nessuno lo butterà giù per lui. Non Albus morente, non i fantasmi di suo padre e Lily, non un magico cimelio. Ma i ricordi sono potenti, i veri affetti sapranno aprire un varco verso la pace pur se non in questa vita. Il sogno di Severus arriva nel momento giusto; il bacio sulla fronte della sua mamma è la chiave per superare l’ultimo briciolo di incertezza e paura per il terribile futuro che lo attende.
Bellissima storia <3
 
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view post Posted on 28/4/2022, 09:46
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Pozionista sofisticato

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Grazie a tutte per i commenti.
Come sempre sono una pessima persona che non riesce a commentare le vostre come si deve.
Mi scaldate sempre il cuore con le vostre bellissime parole. <3 <3 <3 <3
 
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view post Posted on 23/5/2022, 17:56
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Pozionista abile

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Una storia commovente (e infatti mi sono commossa :cry: ), con un Severus grande nella sua umana sofferenza!
Una storia che si legge tutta d'un fiato. Complimenti, Elly!
 
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view post Posted on 27/5/2022, 18:46
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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Uno stille martellante e incisivo, che mette ansia e ti porta in profondità dentro il personaggio, uno splendido e intenso Severus (e il bonus è tuo!) ancora non morto, ma che vorrebbe solo morire.
Perfetto lo scambio con Silente e la pietra, essendo quella vera ed originale, reale colpevole della morte di Silente, vale punteggio pieno.
La scena con la madre a King’s Cross è toccante, da nodo alla gola, anche se ancora non ne comprendo a pieno il senso: davvero solo un sogno? Ma è bella, bella, bellissima. E il finale è commovente, di nuovo da nodo alla gola.
Una storia bellissima, la mia preferita per aprile. Doppio bonus.
 
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view post Posted on 27/5/2022, 23:41
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Sono arrivata a leggere l’ultima riga con un nodo in gola: la tua storia intensa e commovente scende davvero a toccare l’anima, Elly, ed è scritta con uno stile sempre bello, pulito, incisivo che conquista e trascina dentro il mondo di solitudine e sofferenza del tuo magnifico Severus in modo superlativo.

Ogni passaggio del racconto regala un’emozione, perché i personaggi che si avvicendano nei tuoi racconti interagiscono tra loro, pensano, parlano, soffrono sempre con una scioltezza che denota come tu sappia ormai gestirli con la massima naturalezza, così come in questo caso.

E il Severus che è uscito stavolta dalla tua fantasia, in cui l’asprezza del presente emerge in modo significativo, ancora una volta pesantemente condizionata da un passato infarcito di amarezza, sarebbe solo da abbracciare forte. Una storia bellissima, coinvolgente, piena di sentimento che scorre veloce sotto gli occhi e conduce a un finale di tenerezza infinita. <3
 
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view post Posted on 28/5/2022, 17:02
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Pozionista sofisticato

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Ti voglio bene mamma di Elly

Una storia semplicemente perfetta.
Dalla prima parola all’ultima non cambierei una virgola, è costruita con eccezionale logica; eppure, quello che emerge è il cuore e la descrizione dei sentimenti dei personaggi.

C’è un Severus che soffre e vive la sua stagione più tormentata raccontato con semplicità e profondità in uno stile che adoro, perché la seconda persona è quella che uso quasi sempre e mi piace come anche tu l’abbia utilizzata al meglio.
Inutile ripercorrere i passi del racconto, soltanto che, prima il nodo in gola si è fatto più forte, poi, alla fine, una lacrima ha sciolto l’emozione che hai saputo creare.
Perché bisogna avere una grande sensibilità per trasmettere a chi ti legge i sentimenti con tale intensità.

Sei stata brava, bravissima, questa è una di quelle storie che si possono rileggere e provare sempre le stesse sensazioni.
Eccellente la scelta delle parole, delle frasi e delle situazioni.
Che altro dirti: complimenti e grazie per aver regalato a Severus e a noi un gioiello di rara bellezza.
 
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view post Posted on 8/6/2022, 12:06
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GabrixSnape

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Un applauso lunghissimo per questa Pietra: quella vera!
Ma tanti complimenti anche per questi personaggi, così vivi che sembrano uscire dalla storia. Eileen così dolente, ma anche dolcissima. Non puoi salvarli tutti, bambino mio!
Bravissima, Elly!
 
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10 replies since 24/4/2022, 11:57   220 views
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