Il Calderone di Severus

Arwen68 - Mission (quasi) Impossible, Genere: generico; Tipologia: one-shot; Rating: per tutti; Personaggi: Severus Piton - Eileen Prince; Epoca: post 7° anno; Avvertimenti: AU

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view post Posted on 22/4/2022, 14:15
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Titolo: Mission (quasi) Impossible
Autore / data: Arwen68 - aprile 2022
Beta: EleSnapey
Rating: per tutti
Genere: generico
Personaggi: Severus Piton, Eileen Prince
Paring: nessuno
Epoca: post 7° anno
Avvertimenti: AU

Riassunto: Severus Piton sollevò gli occhi dall’ennesimo Curriculum Vitae letto in quel freddo pomeriggio di metà dicembre. Aveva bisogno di una pausa...

Storia scritta nell'ambito dell'iniziativa 15 anni con Severus, mese di aprile, ruolo Campione della scuola di Beauxbatons.

Caratteri 34679

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


Mission (quasi) Impossible



Prologo


Severus Piton sollevò gli occhi dall’ennesimo Curriculum Vitae letto in quel freddo pomeriggio di metà dicembre. Aveva bisogno di una pausa. Si alzò in piedi, si stiracchiò e si avvicinò alla finestra del suo studio. La neve cadeva da più di un’ora e aveva già imbiancato tutto il paesaggio circostante. Amava la quiete ovattata che solo quel fenomeno atmosferico riusciva a creare. Rimase per un po’ a fissare i fiocchi che cadevano lenti giù dal cielo: avevano un qualcosa di ipnotico e di molto rilassante. Si staccò infine dalla finestra, tornò alla scrivania e sedette, rassegnato a riprendere il suo lavoro.
Afferrò un altro foglio dalla pila di lettere alla sua sinistra e mise via quella letta poco prima nella pila alla sua destra. La ricerca di un insegnante per Difesa Contro Le Arti Oscure si stava rivelando più impegnativa di quanto avesse previsto. Quella cattedra continuava a essere fonte di problemi: la professoressa che l’aveva occupata durante il primo quadrimestre, aveva dato le dimissioni a causa di improvvisi problemi di salute un mese prima delle vacanze natalizie. Così lui, Severus Piton preside di Hogwarts, aveva deciso di riprendere l’attività didattica tornando a ricoprire il vecchio ruolo di professore in quella materia. Ben presto però si era reso conto che conciliare il doppio ruolo di dirigente scolastico e insegnante era impresa titanica, e si era dovuto piegare alla necessità di cercare un nuovo docente. La ricerca doveva essere rapida per far sì che al rientro dalle vacanze natalizie i ragazzi trovassero il nuovo insegnante in classe. Lui avrebbe stretto i denti e continuato a coprire la cattedra ancora per quei pochi giorni che restavano prima dell’interruzione per le festività.
“Questo Curriculum Vitae è interessante", pensò mentre leggeva la lettera di autocandidatura. "Un master in Incantesimi Difensivi e tre anni di esperienza come docente presso Beauxbatons . Potrebbe andar bene…”
“Uhm, uhm…”
Severus si irrigidì: quel raschiare di gola proveniva dal quadro di Silente. E ogni volta che succedeva lui si ritrovava sempre coinvolto in qualche assurdo impegno. Decise di ignorarlo e riprese a leggere.
“Uhm, Uhm…”
Severus continuò a far finta di niente ben sapendo però che il vecchio non si sarebbe arreso facilmente.
“Uhm, Uhm… Severus, ho urgente bisogno di parlarti.”
Ora non poteva più fingere di non aver sentito. Esasperato alzò la testa e rispose spazientito.
“Albus, sono molto occupato. Dovremo rimandare la chiacchierata.”
“Non ti disturberei se non lo ritenessi estremamente necessario e urgente.”
Come immaginava, un altro dannato problema stava per cadergli sulle spalle, se lo sentiva. Sapeva che non sarebbe riuscito a sottrarsi così decise di affrontare la questione subito. Si alzò e andò a piazzarsi davanti al quadro del suo predecessore.
“Va bene, Albus, sentiamo di cosa si tratta.”
“Hai letto l’edizione de La Gazzetta del Profeta di oggi?”
“No, ancora no. Però, visto la domanda, immagino che tu l'abbia fatto. " Disse lanciando un’occhiata alla copia del giornale che giaceva abbandonata da una parte sulla sua scrivania tra le altre carte.
“Sì, e faresti bene a farlo anche tu.” Rispose imperturbabile Silente.
Severus alzò un sopracciglio poi svogliatamente andò a prendere il giornale.
“E’ in prima pagina. La foto al centro.”
Severus seguì le indicazioni del vecchio preside e capì cosa lo preoccupasse tanto.
“Ma come è possibile!” Esclamò dopo aver letto tutto l’articolo.
“Non lo so ma vedo che anche tu hai capito al volo la pericolosità della situazione.”
“Già… mi sembra piuttosto improbabile però.”
“Forse, ma non possiamo permetterci il lusso di sottovalutare la cosa anche se ci fosse una sola remotissima probabilità.”
“E quindi, Albus?” Chiese Severus, temendo di sapere come sarebbe finita.
“Quindi dobbiamo agire!”
“Dobbiamo?” Gli fece eco l’altro con sarcasmo.
“Devi, Severus, devi…”
Come immaginava: un altro maledetto problema da risolvere; un'altra "missione per salvare il mondo" in cui lo aveva tirato Silente. Sospirò. In fondo sapeva che Albus aveva ragione: doveva agire.

***


La porta si chiuse alle sue spalle con un tonfo sordo. Si sfilò il lungo mantello nero con un gesto fluido e lo gettò con stizza su di una sedia. Si diresse con passo deciso alla scrivania e si lasciò cadere sulla poltrona dietro di essa. Appoggiò le braccia sulla superficie di mogano liscia e scura e si prese la testa tra le mani. Era stanco, infreddolito e di umore pessimo. Ancora una volta si trovava coinvolto in un’impresa a dir poco spiacevole e Albus aveva un ruolo in essa: ancora adesso che era una mera ombra in un quadro, il suo vecchio mentore riusciva a indirizzarne le azioni. Sospirò. Gli scoppiava la testa. Si alzò e si avvicinò alla vetrinetta dove teneva dei bicchieri e una bottiglia di vino elfico. Prese uno dei calici e si versò del vino. Bevve in un sol sorso. Il liquido scuro e profumato colpì piacevolmente i suoi sensi. Se ne versò un altro bicchiere e tornò alla scrivania.
Non bastavano le preoccupazioni che gli dava la gestione della scuola, i mille problemi giornalieri da risolvere per far sì che a Hogwarts tutto funzionasse. Ci voleva anche quest’altro grattacapo. E non aveva ancora risolto quello del sostituto per Difesa contro le Arti Oscure.
“Grazie, Albus!” disse, alzando il calice verso il quadro dell’ex preside, e buttò giù il secondo bicchiere.
“Che brutta cera che hai, figliolo!” Gli fece eco Silente, con l’aria di chi sembrava svegliarsi in quel momento dal riposino pomeridiano.
“Avresti una brutta cera anche tu, Albus, se fossi stato costretto a recarti con questo freddo a Londra per affrontare l’arrogante discendente di una stirpe di banchieri con un’assurda richiesta. Anzi, più che con una richiesta, con una pretesa, un’assurda pretesa e vedersi ridere in faccia!” Sibilò l'ultima frase.
“Quindi ha rifiutato.”
“Secondo te, Albus?”
“Lo sto chiedendo a te, Severus.”
Il mago fissò il quadro con gli occhi scuri che lucevano come febbricitanti e si prese una lunga pausa prima di rispondere.

***


Faceva freddo quel pomeriggio. Londra si era risvegliata sotto una spessa coltre di neve, caduta abbondantemente durante la notte. Nonostante ciò l'espresso da Hogwarts era giunto puntuale alla stazione di King’s Cross, scaricando il suo carico vociante e festoso di giovani maghi e streghe di ritorno a casa per le vacanze natalizie. Così ora la banchina del binario 9 e ¾ era affollata da genitori che si sbracciavano in richiami e saluti. Abbracci e risate riscaldavano l’aria gelida.
In disparte, con aria malinconica, una vecchia strega guardava quelle scene di vita familiare. Seduta sul suo pesante baule, ripensava a quando, tanti anni prima, anche lei si era trovata lì nelle vesti prima di figlia e poi di madre. Si strinse sulle spalle il mantello di lana e spostò lo sguardo da un gruppo familiare, che chiassoso le si agitava accanto, al treno fermo sul binario innevato. Eccolo là, l’espresso per Hogwarts, esattamente come lo ricordava: non avrebbe mai creduto di tornare a prenderlo.
La locomotiva, splendente nella luce del primo pomeriggio, sbuffava nuvole di fumo nero in attesa di ripartire per Hogwarts. Intanto la banchina andava pian piano spopolandosi, finché rimase solo la vecchia strega assorta nei suoi pensieri.
L’invito a recarsi a Hogwarts le era arrivato del tutto inatteso e le faceva presagire che ci fosse altro rispetto a ciò che le era stato scritto. Di certo avrebbe passato delle vacanze natalizie del tutto insolite.
“In carrozza! Si parte!”
L’invito del capotreno la strappò alle sue riflessioni. Si alzò dal baule.
Wingardium Leviosa” sussurrò e il bagaglio, obbediente, si sollevò in aria. Con precisione la strega lo guidò fin sul treno e lo fece atterrare sul portapacchi del vagone dove si sistemò.
Le porte dell’espresso si chiusero dietro di lei. La locomotiva sbuffò e il treno si mosse.
Il treno era deserto e silenzioso ma la cosa non la turbava minimamente. Si sedette accanto al finestrino decisa a godersi il viaggio. Eppure non riusciva a smettere di pensare a come potesse essere accolta. Certo veniva dietro esplicito invito ma non riusciva a liberarsi da un vago senso di inquietudine. Si impose di smettere: sarebbe stato quel che sarebbe stato. Chiuse gli occhi e focalizzò il pensiero sul suo primo viaggio verso Hogwarts e sui suoi anni da allieva di quella scuola. Dopo qualche minuto sprofondò in un sonno profondo.
Fu la voce che annunciava l’imminente arrivo alla stazione di Hogsmeade a svegliarla. Era ormai sera.
La strega si affrettò a scendere dal treno, preceduta dal suo baule svolazzante. Si guardò intorno: alla fioca luce proveniente dalle lampade della stazione la banchina risultava deserta. L’unico altro essere vivente oltre a lei era un omone alto e grosso, con indosso un pesante pastrano color fango. La folta chioma arruffata gli dava l’aspetto di un enorme orso.
Mentre lo esaminava, l’uomo si girò, la vide, agitò una mano in segno di richiamo e si diresse verso di lei.
"Buonasera, la stavo aspettando." Bofonchiò il soggetto, con un certo imbarazzo, appena le fu vicino.
Lei lo guardò dall'alto in basso: non si era sbagliata, doveva essere un Mezzo-Gigante.
"E lei sarebbe?" Chiese con un tono asciutto, tagliente e per niente intimidita dalla stazza dell’uomo.
"Ah sì, mi scuso non sono bravo con le presentazioni. Mi chiamo Hagrid, Rubeus Hagrid, e sono il Custode delle chiavi di Hogwarts nonché docente della cattedra di Cura delle Creature Magiche. Sono stato mandato qui per portarla al castello."
“E come fa a essere sicuro che sia io la persona che sta aspettando?”
“E’ l’unica a essere scesa dal treno… e poi ci somiglia tanto, sa?”
La strega alzò un sopracciglio, piuttosto marcato, in un modo che ricordò al buon Hagrid, ancora di più, il suo datore di lavoro.


***


Seduto alla scrivania, Severus guardò con sollievo la lettera di convocazione appena redatta. Rimaneva da mettere solo la firma e poi l’avrebbe spedita via gufo al candidato: se tutto andava bene almeno il problema della sostituzione era risolto. Al rientro dalle vacanze il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure sarebbe stato in classe e lui avrebbe potuto dedicarsi al suo lavoro di preside. Tutto sarebbe rientrato nella norma ma prima doveva affrontare e risolvere un’altra questione. Guardò l’orologio: presto la sua ospite sarebbe arrivata e per lui la tranquillità che Hogwarts offriva nel periodo natalizio sarebbe stata, in quell’anno, solo un miraggio. Ciò che Albus e Potter si aspettavano da lui aveva completamente stravolto i suoi piani per quelle festività: niente letture, niente passeggiate nella Foresta Proibita, niente Burrobirre ai Tre Manici di Scopa o Whisky Incendiario a La testa di Porco… Ma, al di là di quelle rinunce, la cosa che più lo seccava era l’aver dovuto chiedere aiuto: era abituato a sbrogliare le matasse da solo e in genere era lui a correre in aiuto degli altri. Quel cambiamento di prospettiva lo infastidiva molto, lasciandogli addosso una fastidiosa sensazione di dipendenza.
Tornò a fissare la lettera, prese la penna e firmò con uno svolazzo. Fu proprio in quell'istante che sentì bussare alla porta. Il momento era arrivato.
“Avanti!” Più che un invito era uscito fuori un ordine.
Fissò la porta mentre si apriva per lasciar entrare l’ospite atteso.
“Buonasera, Severus.” La vecchia strega ferma sulla soglia lo fissava dritto negli occhi.
“Ben arrivata, madre, spero che tu abbia fatto buon viaggio.” Fu la secca risposta di lui.
Eileen Prince fece un lieve gesto di assenso con la testa e squadrò suo figlio: non lo vedeva da parecchio. L’ultima volta era stato a Grimmauld Place durante la sua convalescenza.
“Ti trovo bene”, gli disse sull’onda di quei ricordi.
“Anch’io ti trovo bene, madre.” Si sentiva a disagio sotto il suo sguardo indagatore. “Penso che sarai stanca e affamata.” Continuò poi per interrompere il silenzio che era calato.
“Sì, hai ragione.”
“Bene, allora ti farò accompagnare nel tuo alloggio e servire la cena.”
Eileen assentì e Severus chiamò una delle elfe domestiche in servizio a Hogwarts per assegnarle il compito di occuparsi dell’ospite fin tanto che fosse rimasta lì.
“Severus, non hai niente altro da dirmi?” Gli chiese prima di uscire dalla stanza. Il sospetto che ci fosse molto di più di ciò che diceva la lettera d’invito era divenuto più forte che mai.
“Più tardi, madre. Più tardi passerò a trovarti e parleremo.”
Eileen non poté fare a meno di notare che si rivolgeva a lei sempre con l’appellativo di “madre” e mai di “mamma”. Tipico di Severus, pensò. Non era mai stato un bambino espansivo e in fondo lei non era mai stata una madre troppo presente e amorevole. Quel fare formale, quel voler mantenere le distanze era quindi più che comprensibile ma piuttosto irritante.
“Come preferisci, figlio”. Eileen calcò il tono della voce sull’ultima parola e uscì dietro all’elfa.

***


I suoi passi risuonavano decisi nel silenzio irreale in cui era immerso il castello. Quasi tutti gli studenti erano tornati a casa mentre quelli rimasti erano ormai nei loro dormitori.
Severus amava quella quiete che solo le vacanze sapevano dare alla scuola, una quiete di cui quell’anno non avrebbe potuto giovarsi, si ripeté per l'ennesima volta da quando quella storia era cominciata.
Mentre si recava da sua madre, riordinò le idee e cercò ancora una volta di scacciare l’insofferenza e il disagio che la presenza di Eileen e l’idea di doverle chiedere aiuto gli procuravano. Arrivò così senza accorgersene davanti alla porta dell’alloggio che le aveva fatto assegnare.
Bussò ed entrò. Rimasero a fissarsi senza parlare.
“Tutto bene? La sistemazione è di tuo gradimento?” Chiese per rompere l’imbarazzo che quel silenzio gli procurava.
“Tutto bene, sì. E l’alloggio non mi fa rimpiangere la casa della prozia Margaret in Cornovaglia. E ti assicuro che adoro quel posto così come amo la compagnia di Margaret.”
“Sono felice che l’ospitalità di Hogwarts sia di tuo gradimento e anche di sapere che ti trovi bene con la zia Margaret. In questi anni mi sono chiesto spesso se non avessi rimpianto di avermi lasciato Spinner’s End.”
"Rimpiangere quella casa? Scherzi? Quando penso a Spinner’s End rivedo solo tutto il dolore che te e io vi abbiamo vissuto in quegli anni. Sinceramente, anzi, non so come faccia tu a passarci ancora del tempo.” Eileen vide comparire una smorfia amara sul volto di suo figlio.
“Sono abituato al dolore, madre.” Rispose secco.
Di nuovo silenzio tra di loro.
Questa volta fu Eileen a non sopportare il peso di tutto ciò che non veniva detto e decise così di interrompere quelle fredde formalità e di andare dritta al sodo.
“Allora, Severus, sono sicura che non mi hai invitato qui solo per parlare della prozia Margaret e passare insieme le vacanze di Natale, quindi perché non la finiamo con i convenevoli e mi dici il motivo di questo invito?”
Era giunto il momento, Severus sapeva di non poter più rimandare.
“Hai ragione, è inutile continuare a girarci intorno: ti ho invitato qui perché ho bisogno del tuo aiuto.”

***


Seduti di fronte al caminetto con gli ampi calici da vino tra le mani, madre e figlio fissavano il fuoco scoppiettante che riscaldava la stanza della donna.
"Cosa sai di Gringott XIV?" Esordì Severus.
"Gringott XIV, il folletto discendente del fondatore della Gringott e azionista della medesima?"
"Esatto, madre, proprio lui."
"So ciò che ti ho appena detto e che è un appassionato giocatore di Gobbiglie, piuttosto bravo aggiungerei. Se non ricordo male ha vinto anche qualche trofeo."
"Non ricordi male… inoltre ha anche una passione sfrenata per gli oggetti magici rari che cerca di collezionare senza badare a spese." Chiosò amaramente Severus.
"Ma perché ti stai interessando a Gringott XIV?"
Per tutta risposta Severus fece comparire una copia de La Gazzetta del Profeta, la stessa che aveva attirato l'attenzione di Albus giorni addietro, e la diede alla madre.
"Leggi l'articolo evidenziato."
Eileen prese il giornale, inforcò gli occhiali e lesse.
Al centro della pagina, un titolo a caratteri cubitali informava che Mr. Gringott, azionista di maggioranza della Gringott, era riuscito ad aggiudicarsi all'asta la pietra dei Gaunt. Sotto spiccava la foto di un folletto che mostrava orgoglioso una pietra grezza, senza apparente attrattiva. L'articolo spiegava che l'oggetto era un antico cimelio appartenuto al ramo materno della famiglia di Tom Riddle, meglio conosciuto come Lord Voldemort, e si riteneva che esso risalisse addirittura a Salazar Serpeverde.
Intervistato dal cronista, Mr Gringott si diceva estremamente felice di esser riuscito ad aggiudicarsi l'asta di quel pezzo da aggiungere alla sua copiosa collezione di cimeli magici.
"Continuo a non capire." Eileen alzò gli occhi dal giornale e li puntò sul figlio.
"Devo recuperare quella pietra, madre."
"Quell'orrendo sasso? Capisco il valore che può avere per un collezionista, ma per te?"
"Quell'orrendo sasso, come lo chiami tu, madre, non è ciò che sembra."
"No?" Eileen guardò il figlio con aria perplessa.
"No. Quella pietra non è solo un antico cimelio. È la Pietra della Resurrezione!"
Eileen scoppiò a ridere.
"Tesoro, non sei un po' cresciuto per le favole di Beda il Bardo? Ricordo che la storia de I Doni della Morte era una delle tue preferite, e che mi chiedevi di leggertela spesso, ma…"
"Non è una favola!" Sibilò Severus. "Ti prego di prendere seriamente la questione."
Eileen smise di ridere. Sul volto del figlio era dipinta un'irritazione che la mise a disagio, dandole la sensazione di essere come davanti a uno sconosciuto.
"Va bene, ti chiedo scusa. Continua."
"Quella che Gringott XIV ha tra le mani è la Pietra della Resurrezione. Albus Silente scoprì la vera natura di quell'oggetto mentre portava avanti i suoi studi sull'infanzia e sull'adolescenza dell'Oscuro Signore. Alla sua morte Albus lasciò la pietra in eredità a Potter. Questi la usò nella battaglia contro Lord Voldemort. Durante il confronto la pietra andò persa, si pensava in maniera definitiva ma a quanto pare non è così. Gringott XIV, così come la maggior parte del mondo magico, non conosce la vera natura di quell'oggetto… e deve continuare a essere così. Ciò non esclude che qualcuno possa riconoscerla e tentare di rubarla. Immagini cosa potrebbe accadere se finisse in mano a qualche nostalgico del Signore Oscuro?"
Eileen comprese in quel momento i timori di suo figlio e sbiancò.
"Pensi che qualcuno possa usarla per riportare indietro quel mostro?"
"Potrebbe accadere. Comprendi ora perché devo recuperare quella pietra?"
Eileen annuì.
"Ma come? E io di che aiuto posso esserti?"
Severus riprese la narrazione, il tono della voce basso, sul volto un'espressione concentrata, come a cercare le parole giuste.
"Qualche settimana fa mi sono recato a parlare con Gringott XIV e, credimi, il colloquio non è stato piacevole. Arrogante e abituato a ottenere ciò che vuole, mi ha riso in faccia quando gli ho spiegato che ero interessato alla pietra e gli ho chiesto quanto volesse per essa. Mi ha umiliato dicendo che non mi sarei mai potuto permettere di acquistarla neanche se avessi lavorato per 2000 anni." Le iridi nere brillavano d'ira, la voce era divenuta un sibilo.
"Decisamente un soggetto sgradevole questo miliardario…" Eileen sapeva benissimo quanto era umiliante per il proprio orgoglio essere valutati in relazione al peso del borsellino. Avrebbe voluto accarezzare suo figlio, fargli sentire la sua comprensione attraverso un gesto fisico ma la furia repressa disegnata sul suo volto la fece desistere: Severus non era mai stato una persona che si abbandonava a effusioni.
"Avrei voluto incenerire quell'insolente e ho dovuto fare appello a tutto il mio autocontrollo per non reagire a quell'insulto! Mi sono girato e stavo per andarmene quando mi ha fatto una proposta assurda… che avrei dovuto rifiutare ma che in quel momento, punto nel mio orgoglio, ho accettato…" si interruppe e rimase a fissare il fuoco.
"Severus? Cosa è successo?" Eileen lo richiamò, nella voce risuonava ora la preoccupazione.
"Mi ha sfidato, madre: la sua pietra contro la Spada di Godric Grifondoro in una partita a Gobbiglie." Mormorò il mago senza distogliere lo sguardo dalla fiamma.
"Per la barba di Merlino! E hai accettato?"
Severus non rispose, incredulo lui stesso di come si fosse lasciato prendere la mano. Rifletteva sul fatto che solo qualche anno prima era stato così abile a gestire le sue emozioni al punto di gabbare il mago oscuro più potente di tutti i tempi. Ora invece era caduto alla provocazione di un folletto: stava invecchiando.
"Ho accettato." Si decise a rispondere.
Eileen lo guardò sbigottita.
"Ma tu…" cominciò timidamente ma non ebbe il coraggio di terminare la frase.
"Ma io ho sempre fatto pena a Gobbiglie. È questo che vuoi dire, vero?"
Eileen rimase in silenzio.
"Lo so benissimo, madre! Non ho mai amato quel gioco e tutte le volte che vi ho giocato ho sempre perso… per questo ho bisogno del tuo aiuto: devi insegnarmi tutto quello che sai , devi insegnarmi tutte le mosse, tutto. Non posso permettermi di perdere."
"Severus, non si impara a giocare da campioni a Gobbiglie in… in quando hai detto che hai questa partita?"
"Non l'ho detto, madre…"
"Beh, allora? Quando si terrà questa sfida?" Eileen stava perdendo la poca pazienza di cui era dotata.
"Tra dieci giorni, madre…"
"Dieci giorni!?" Fece eco incredula la strega. Suo figlio stava scherzando, non poteva essere diversamente. Non poteva essere vero che pensasse di giocarsi la Spada di Godric Grifondoro e di vincere la Pietra della Resurrezione in un gioco che aveva sempre odiato e in cui non aveva mai eccelso. Si voltò a guardarlo, la sua espressione le fece capire che era tutto vero. Si afflosciò sulla poltrona come un palloncino da cui fuoriesce di colpo tutta l'aria: le si prospettava un Natale piuttosto impegnativo.

***


Cominciò così per madre e figlio un breve ma intenso periodo fatto di lezioni teoriche e prove pratiche.
Eileen aveva preso sul serio il suo ruolo di coach e risultò essere un'insegnante brava ed esigente. Mise in campo tutta la sua esperienza di giocatrice, insegnò al figlio tutte le mosse e i trucchi che conosceva, gli incantesimi non verbali che le avevano permesso di riportare svariate vittorie.
Severus, metteva impegno e determinazione, come aveva sempre fatto per ogni compito che aveva affrontato nella vita. Questo gli permise di fare notevoli progressi in una disciplina sportiva che aveva sempre detestato, ma Eileen si chiedeva se tutto questo fosse sufficiente a fare di lui un giocatore abile abbastanza da riuscire a vincere contro un avversario ben più capace e con molta esperienza come Gringott XIV. Al di là di questo, osservava la caparbietà con cui il suo allievo affrontava la sfida e se ne sentiva orgogliosa.
Con questo ritmo di marcia, i giorni passarono velocemente senza quasi che maestra e allievo se ne accorgessero.
Si era stabilito che la gara si sarebbe tenuta a Hogwarts, durante il periodo delle vacanze natalizie e senza presenza di pubblico e stampa. Era stato Severus a volere così, ponendo queste sue condizioni come imprescindibili. Già era stato difficile dover spiegare ciò che stava succedendo ai colleghi rimasti nel castello, non voleva dover mettere al corrente di questa sfida e della posta in gioco il resto del mondo magico. Era assolutamente necessario che non ci fossero fughe di notizie e clamori mediatici.
Gringott XIV aveva accettato queste condizioni, vedendo in esse una debolezza del suo avversario e presagendo una facile vittoria. Una volta in possesso della Spada di Godric Grifondoro già pensava, però, alla conferenza stampa con cui avrebbe annunciato di essere venuto in possesso del famoso cimelio: i suoi occhietti brillavano di cupidigia ogni volta che pensava alla spada. Era sicuro della vittoria.
Arrivò così il giorno della sfida.
Severus si trovava nel suo studio con Eileen a ripassare mosse e incantesimi quando Gazza arrivò, annunciando che l’ospite atteso era giunto e si trovava già presso il campo.
"Bene, non facciamolo attendere troppo. Sono pronto!"
Eileen cercò lo sguardo di suo figlio e vi lesse calma e determinazione: sì, era pronto.
Lo seguì fuori dalla stanza.
L'ultima cosa che entrambi sentirono, prima che la porta si chiudesse dietro di loro, fu la voce di Silente che augurava a Severus buona fortuna.

***


La sfida tra il preside di Hogwarts e il facoltoso banchiere era stata appassionante e in bilico fino all'ultimo. Gringott XIV aveva pensato di vincere facile ma si era trovato davanti un avversario abituato a ben altre imprese. Severus aveva faticato molto ma alla fine ne era uscito vincitore e il suo avversario non l'aveva presa affatto bene. Aveva avuto una crisi isterica ed era dovuto intervenire Hagrid a portarlo via di peso dal campo da gioco.
"Avresti dovuto vedere l'espressione di Gringott XIV, Albus, quando la biglia di Severus ha buttato fuori dal cerchio la sua decretando la vittoria per noi! Persino Gazza ha esultato: vedergli fare dei passi di danza è stata una cosa esilarante!"
"Ben fatto, figliolo! Non avevo dubbi che ce l'avresti fatta!" Commentò Silente alla fine del minuzioso resoconto della gara fattogli dalla McGrantt.
Minerva era in piedi davanti al quadro di Silente e, insieme a Vitius e alla Sprite, si trovava nelle studio del preside.
Severus era seduto alla scrivania e osservava soddisfatto la Spada di Godric Grifondoro e la Pietra della Resurrezione che aveva davanti a sé: alla fine c'era riuscito, spada e pietra erano al sicuro ora. Anche Eileen era presente e mostrava un'aria altrettanto soddisfatta. Entrambi si stavano godendo la vittoria e la piccola festa che era stata organizzata per celebrare l'impresa.
"Non ci sarei riuscito senza l'aiuto di mia madre." Severus sussurrò queste parole mentre lanciava un'occhiata di gratitudine alla donna seduta di fronte a lui. Lei gli sorrise. I loro rapporti erano decisamente migliorati in quei dieci giorni. Quell'esperienza li aveva avvicinati facendo riscoprire loro il legame che li univa.
"Propongo un brindisi…" cominciò uno scatenato Vitious, "a Severus e a sua madre Eileen Prince per la splendida vittoria riportata e aver salvato così la Pietra della Resurrezione e l'onore di Hogwarts!"
"Prosit!" Esclamarono tutti alzando i calici.
"E adesso, Severus, cosa ne farai?" Chiese Eileen fissando la pietra che per lei continuava a essere un orrendo sasso.
"La distruggerò una volta per tutte."

***


La banchina della stazione di Hogsmeade era deserta in quella mattina dall'aria fredda e tersa. L'espresso sarebbe partito di lì a poco, destinazione Londra, e sarebbe tornato carico di studenti, pronti a riprendere le attività scolastiche dopo la pausa natalizia.
Eileen sedeva sul suo baule, accanto a lei Severus.
"Sei proprio sicura di voler partire, mamma? Potresti restare qualche altro giorno e tornare indietro con la metropolvere."
Eileen guardò suo figlio: era la prima volta che la chiamava "mamma" da quando si erano rivisti.
"Ti dispiace che parta?" Chiese tra l'incredulo e l'ironico: come suo figlio non manifestava facilmente i sentimenti e cercava sempre di smorzare il sentimentalismo con l'ironia.
Lui si rabbuiò. Lei si pentì della battuta.
"Sei gentile a chiedermelo, Severus, ma credo che sia giunto per me il tempo di tornare da Margaret." Aggiunse.
"Come preferisci." Le rispose seccato.
Eileen decise di aprirsi con suo figlio.
"Severus, è stato bello poter passare questo tempo con te. Ed è stato bello fare qualcosa per te: l'ultima volta che mi hai chiesto aiuto avevi undici anni." Sorrise al ricordo di quel bambino che ora era un uomo.
Anche Severus sorrise, un sorriso sghembo appena accennato ma pur sempre un sorriso.
"In carrozza!" L'annuncio ruppe la magia di quell'istante.
Eileen si alzò e sussurrò l'incantesimo: "Wingardium Leviosa". Il baule obbediente si levò in aria.
"Bene, meglio che vada…"
"Fa buon viaggio, mamma…"
Eileen lo sorprese posandogli un bacio sulla fronte, poi si girò e salì sul treno, seguita dal baule che per tutto quel tempo aveva continuato a svolazzare.
Le porte dell'espresso si chiusero dietro di lei. La locomotiva sbuffò una nuvola grigia e il treno partì.
Severus rimase a fissarlo finché non scomparve. Poi si voltò e si diresse verso il castello.

Epilogo


Aveva ancora una mezza giornata di pace prima di essere risucchiato nei suoi doveri di preside. In serata la scuola sarebbe di nuovo tornata ad animarsi con l'arrivo degli studenti. Decise, quindi, di prendersi ancora un po' di tempo e fare una passeggiata prima di rientrare. Camminare lo aiutava a schiarirsi le idee e ad allentare lo stress.
Infilò la mano nella tasca del mantello e la chiuse intorno alla Pietra della Resurrezione. Doveva decidersi a distruggerla… ma era ancora indeciso sul sistema da usare.
Seguendo i suoi pensieri si addentrò nella Foresta Proibita. Camminò per un po', poi si fermò davanti alla biforcazione di un sentiero. Tirò fuori la pietra, la fissò mentre la teneva sul palmo della mano.
Eccolo là, quel piccolo orrendo sasso dal potere terrificante. Un pensiero, che lo agitava da quando aveva vinto la pietra a Gringott XIV, tornò a tormentarlo. Sarebbe bastato farle fare tre giri e, anche solo per pochi attimi, avrebbe potuto rivedere la sua Lily, avrebbe potuto incrociare di nuovo i suoi occhi con quelli di lei… tre giri e avrebbe potuto dirle tutto quello che le aveva sempre taciuto… tre soli giri e…
Avvertì il ronzio appena in tempo per evitare che gli acuminati denti del Doxy affondassero nel suo braccio. Voltatosi di scatto, per capire cosa fosse quel rumore improvviso alle sue spalle, si era trovato davanti la mordace creatura, pronta a calare dall'alto su di lui. Aveva scartato di lato, riuscendo a evitare il morso, ma quella mossa lo aveva fatto urtare contro un tronco ed era finito in terra. Nell'urto la Pietra della Resurrezione gli era volata via di mano. La vide a qualche metro da lui ma ora aveva un problema più urgente da risolvere: liberarsi del Doxy.
La piccola e pericolosa creatura ronzava ferma nell'aria e lo guardava con un'aria malevola. Aprì la bocca scoprendo i dentini affilati, tirò fuori la lingua, in una grottesca boccaccia, e si precipitò in picchiata verso l'umano ancora in terra.
Severus si aspettava l'attacco e sfoderò la bacchetta.
"Petrificus Totalus!" Un lampo verde colpì in pieno la creatura che, così bloccata, cadde in terra ai piedi del mago.
Severus si tirò su a sedere e, mentre si strofinava la spalla dolorante, osservò il Doxy chiedendosi cosa diavolo ci facesse quella creatura nella Foresta Proibita. Non ebbe modo di darsi una risposta in quanto i suoi pensieri furono interrotti presto dal vocione di Hagrid.
"Morgana dove sei? Avanti fai la brava, torna dal paparino!"
Pochi istanti e il Mezzo-Gigante fu di fronte a lui.
"Hagrid! Ma che ci fai qui?"
"Preside! Lei qui? Ma come mai sta in terra?"
"Cerco funghi." Rispose con un sarcasmo che non fu colto dal suo interlocutore.
"Ah bene. Io invece cerco Morgana. Mica l'ha vista?"
"Morgana? Intendi forse quel Doxy indemoniato?"
"Sì, un Doxy. Una femmina di Doxy, per la precisione. Le femmine sono le più pericolose. Questa in particolare è un tipetto vispo e dispettoso ma io so come trattarla. L'ha vista per caso? Non vorrei che le succedesse qualcosa di brutto."
"Dubito che qualcosa possa fare del male a quella creatura." Chiosò Severus, molto dubbioso anche sul fatto che il suo insegnante di Cura delle Creature Magiche sapesse gestire quell'infernale esserino.
In quel momento Hagrid notò la Fata Mordace schiantata ai piedi del preside.
"Morgana! Ma che ti è successo?" Gridò. "Mica è morta?" Chiese poi, angosciato.
"Tranquillo, l'ho dovuta incantare per difendermi. Tra due o tre ore tornerà come nuova." Purtroppo, penso tra sé.
Hagrid raccolse da terra la creatura con una delicatezza impensabile per quelle mani enormi e la chiuse nella gabbietta che portava dietro.
"Mi dispiace tanto, preside, che Morgana si sia comportata male. Lei vuole solo giocare…"
Severus lo guardò incredulo mentre si alzava da terra: ma davvero quel colosso credeva a ciò che diceva?
"Hagrid, perché hai quel Doxy?" Gli chiese all'improvviso sull'onda di un sospetto che gli aveva attraversato la mente in quel preciso istante.
"Beh ecco…" cominciò impacciato "È che stavo preparando la lezione di domani sui Doxy per quelli del secondo anno, e volevo mostrare loro Morgana ma la cattivaccia è fuggita e così mi sono messo a rincorrerla…"
"Doxy per gli alunni del secondo anno!" Esclamò Severus, mentre il sopracciglio si inarcava pericolosamente.
"Ehm sì preside… ma è tutto sotto controllo. Non si preoccupi… ecco ora però vado che si è fatto tardi… ehm… buona giornata…" Si girò e si avviò a passo spedito.
"Hagrid, non voglio incidenti durante la lezione! Mi hai sentito?" Non ci fu risposta.
Severus rimase a guardarlo scomparire tra i cespugli, cercando di ricordare perché avesse ceduto alle pressioni di Albus e avesse così riconfermato Hagrid come insegnante di Cura delle Creature Magiche. Esasperato, distolse l'attenzione da quel problema e tornò a concentrarsi sulla pietra che gli era caduta in terra nell'impatto. La vide a qualche metro da lui ma prima che potesse recuperarla, la foresta risuonò del rumore di zoccoli al galoppo e pochi istanti dopo si ritrovò circondato da un branco di Centauri: decisamente la giornata andava di male in peggio.
Dal branco si staccò quello che doveva essere il capo. Severus notò che la pietra si trovava ora proprio vicino agli zoccoli del centauro.
"Severus Piton, preside di Hogwarts, sei nel nostro territorio." Il tono non era per nulla amichevole.
"Non mi sono reso conto di essermi addentrato così tanto nella foresta, non volevo sconfinare." Rispose cercando di mantenere un tono amichevole ma fermo.
"Ora lo sai. Torna indietro, non sei il benvenuto."
Così dicendo, il centauro si impennò sulle zampe posteriori poi ricadde in terra e con gli zoccoli anteriori finì precisamente sulla Pietra della Resurrezione… frantumandola. (*)
Severus rimase come pietrificato, lo sguardo fisso per terra a ciò che rimaneva di uno dei più potenti oggetti magici mai esistiti.
Il centauro seguì lo sguardo del mago, notò tra le sue zampe i resti di qualcosa che, a quanto poteva capire dall'espressione dell'umano, doveva aver avuto un certo valore. Un lampo di selvaggio compiacimento attraversò il suo sguardo. Senza aggiungere altro si voltò e, seguito dal resto del gruppo, galoppò via.
Severus era di nuovo solo, lo sguardo rivolto ancora in terra ai frammenti della Pietra della Resurrezione.
E così questa era la fine di tutta quella storia. Questa volta la pietra era persa per sempre. Sorrise. In fondo il centauro gli aveva fatto un favore senza volerlo.
"Risolto il problema su come distruggerla." Mormorò e si sentì più leggero mentre ritornava sui suoi passi, verso Hogwarts e alla sua routine.


--------
(*): durante un'intervista fu chiesto alla Rowling che fine avesse fatto la Pietra della Resurrezione. La scrittrice disse che era finita frantumata sotto gli zoccoli dei centauri. fonte: Harry Potter Wiki, voce Pietra della Resurrezione. Partendo da qui ho usato l'idea per la mia fanfic.

Edited by Arwen68 - 22/4/2022, 15:43
 
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view post Posted on 23/4/2022, 16:27
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Bravissima, Manu!
Ho letto con immenso piacere la tua storia, ho sorriso, ho riso e sinceramente mi hai permesso di trascorrere un po' di tempo gradevole in compagnia di Eileen e Severus.
Veramente brillante l'idea che hai avuto, l'ho apprezzata moltissimo e ho cercato di immaginare le lezioni di Gobbiglie impartite a Severus.
Ben pensata tutta la trama fino alla geniale conclusione.
Quante volte nelle storie abbiamo fatto morire la povera Eileen malata e triste, chi dice che non viva con Margareth felice e contenta?
Un Severus perfetto che, se all'inizio risulta scostante e imbarazzato, diventa man mano sempre più "figlio" di una mamma che altro non desidera che di dimostrargli l'affetto che non ha mai potuto esternare.
Un bel racconto in cui tutti gli elementi della sfida sono presenti e si incastrano perfettamente nella trama.
Davvero bravissima!!!
 
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view post Posted on 25/4/2022, 11:56
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Grazie, Chiara, per aver letto e lasciato il tuo pensiero. Mi fa piacere sentire che la storia ti sia piaciuta e ti abbia divertito.

CITAZIONE
Veramente brillante l'idea che hai avuto...

😅

Non è stata immediata ma poi, quando è arrivata, mi sono divertita molto a svilupparla. Non avendo molte info su Eileen ho pensato che si potesse spaziare con più libertà.
Grazie ancora per l'apprezzamento. 💖❤️
 
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view post Posted on 26/4/2022, 18:37
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Cara Manu, con la tua maestria narrativa, originalità e inventiva ideativa, abilità negli intrecci e descrizioni hai superato i confini della sfida, oltrepassato i limiti dell’ovvio, travolto gli argini della fantasia: BRAVISSIMA! Tu fai un baffo al buon Cruise, e uno sberleffo (in senso buono) al mondo delle FF che ha troppo spesso ritenuto inviolabile il ‘canon’ di una Eileen Prince morta prematuramente e lontana dall’affetto di suo figlio. La tua “Mission Impossible” si è conclusa nel migliore dei modi, con una vittoria assoluta, di cui mi sento felicissima spettatrice. Ho ammirato il dipanarsi della tua meravigliosa favola beandomi di ogni passaggio, intreccio, dialogo e atmosfera in cui sono immersi i personaggi. Ho adorato il tuo Severus, così Lui nel modo di porsi nei confronti del mondo e dell’altro da sé: pungente e sarcastico con Silente, quasi intimidito e impacciato di fronte alla madre. Mi è piaciuta tanto anche la tua Eileen: confesso che non le avrei attribuito il gentile senso dell’umorismo che tu le hai donato, poichè l’ho sempre immaginata riservata, silenziosa e sì, debole. Invece la ‘tua’ mamma di Severus è una donna che ha raggiunto un solido equilibrio interiore, che ha accettato la vita e, forse, la lontananza da suo figlio. Ma il loro ritrovarsi, a piccoli passi, è stata una vera emozione: i toni delicati e rispettosi che hai ben dosato hanno reso i momenti insieme dei due protagonisti, attimi di assoluta serenità e… amore.
La tua storia è ufficialmente entrata nel carnet dei miei racconti preferiti. In questo momento ti sto dedicando un applauso… e un bacino, Manu. <3
 
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view post Posted on 27/4/2022, 21:01
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Cara Kate, tutti questi complimenti mi fanno arrossire! 😅 Non sento di meritarli ma me li prendo con piacere e ti ringrazio di cuore.
😉💖
La gratificazione più importante mi viene dal sapere che hai apprezzato la mia storia.💖 Mi sono divertita a scriverla: se almeno un pizzico di questo divertimento sono riuscita a trasmetterlo è una grande soddisfazione.

CITAZIONE
Tu fai un baffo al buon Cruise, e uno sberleffo (in senso buono) al mondo delle FF che ha troppo spesso ritenuto inviolabile il ‘canon’ di una Eileen Prince morta prematuramente e lontana dall’affetto di suo figlio.

Penso che il nostro Severus non abbia niente in meno del noto agente Ethan Hunt. 😉 In quanto a Eileen, visto che non si sa molto di lei, ho pensato che si potesse immaginare una storia diversa e meno triste.

Ti ringrazio ancora per il tuo apprezzamento.
Un abbraccio💖
 
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view post Posted on 27/5/2022, 15:50
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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Un prologo perfetto per il titolo della storia, mentre l’autore mantiene il riserbo sugli eventi facendo lievitare la curiosità dei lettori, che, con l’inatteso arrivo di Eileen, chiamata in aiuto del figlio da Severus stesso, aumenta ancora di più. Di sicuro c’è molta carne al fuoco.
L’idea della sfida di Gobbiglie è strepitosa: mi inchino e ti faccio i complimenti! E la storia si fa sempre più intrigante e avventurosa.
Bellissimo anche il finale con il doxy, che aggiunge con un Hagrid assolutamente delizioso un tocco divertente ad una storia già piena e interessante, che mi è piaciuta molto, in perfetto stile JKRowling! Davvero brava, complimenti!
 
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view post Posted on 29/5/2022, 09:07
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Grazie Ida per il tuo commento: mi fa piacere sapere che la storia ti sia piaciuta e che tu abbia apprezzato l'idea della sfida. Ho cercato un spunto che mi permettesse di scrivere una ff dove Eileen non fosse morta e mi permettesse di usare la pietra in modo "alternativo". Quando la lampadina s'è accesa mi sono divertita molto a scrivere.
CITAZIONE
Davvero brava, complimenti!

Grazie ancora. 💖
 
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6 replies since 22/4/2022, 14:15   181 views
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