Il Calderone di Severus

Lonely_Kate: Il Quadrante, Genere: generale, introspettivo – Personaggi: Severus Piton, Eileen Prince, altri- Rating: per tutti - Epoca: varie - Avvertimenti: AU

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view post Posted on 22/4/2022, 11:23
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Titolo: Il Quadrante
Autore: Lonely_Kate
Data: febbraio-marzo 2022
Beta/Previewer: Chiara53, Mitsuky91
Tipologia: racconto one-shot
Genere: generale, introspettivo
Rating: per tutti
Personaggi: Severus Piton, Eileen Prince, altri (Lily Evans)
Pairing: nessuno
Epoca: varie
Avvertimenti: AU
Riassunto: Guardi lo scorrere ritmico del tempo sul piccolo quadrante dell’oggetto metallico.

Scritto per la celebrazione dei “15 anni con Severus “ del Calderone di Severus, sfida di aprile 2022 (Eileen Prince, Espresso per Hogwarts, Pietra della Resurrezione, Doxy).

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling ed a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Ruolo: Portatore d’Insegne, Scuola di Hogwarts
Punti lunghezza 2,2 (13476 battute spazi inclusi)

La poltrona dall’alto schienale è rigida.
L’impronta leggera del tuo corpo ricorda quella di un bambino, ma dentro l’anima è vecchia e pesante: un fardello evanescente come un fantasma che ti segue ovunque tu vada.
Hai rischiato di lasciartela alle spalle.
Non sei sicuro che ti abbia seguito.
Non sai se è lì con te ora.
Senti un rumore sordo e continuo, un ronzio vibrante a bassa frequenza che non ha alcun potere di cullarti.
È uno dei reliquati che l’immondo veleno ha lasciato nel tuo corpo, un difetto dall’imprevedibile possibilità di guarigione.
Ora ti manca quel suono, non riesci a udirlo: lo sferragliare ritmico intervallato da sonori sbuffi era come una ninna nanna per te, anche se un po’ rumorosa.
Quell’ammasso di possente ferraglia era parte della tua vita da fanciullo, una delle tue poche certezze.
Tu e la locomotiva a vapore avevate la stessa destinazione.
Dove stai andando adesso?
Ti stai facendo trasportare verso una meta ignota solo a te.
Il treno sa dove deve andare.
Tu no.
Il vetro ai finestrini è ampio e spesso, la superfice fredda e liscia.
Quello che c’è fuori si muove veloce.
Sempre più veloce.
Tu sei fermo.
Quanto tempo è passato…?
Ti guardi il polso sinistro: il bordo della casacca nera che indossi scopre solo un’impercettibile lembo di pelle.
Sollevi quel pezzetto di stoffa ruvida per mostrare un orologio.
Non ne avevi mai indossato uno.
Guardi lo scorrere ritmico dei secondi sul singolare quadrante dell’oggetto metallico.
Un talismano scelto per il tuo nuovo tempo.
Un marchingegno Babbano, misterioso e geniale, che ha il potere di imprigionare la ciclicità della vita: minuscole ruote s’incastrano sui perni della platina mentre il bilanciere oscilla su supporti formati da rubini scavati.
Quanto ti somiglia quel piccolo mondo?
Nel tuo orologio ci sono rubini e smeraldi.
Il bilanciere della tua vita ha sempre oscillato tra le due pietre preziose.
Occhi dello stesso colore ti hanno condizionato l’esistenza: quella oscura, foriera di sangue e angosce; l’altra piena di luce, come la speranza, ma non meno straziante e dolorosa.
Le lancette si muovono scattanti su un quadrante davvero speciale: è nero e lucente, la superfice levigata è stata adattata per essere incastonata nell’orologio, un elemento di magico anacronismo vista la sua natura.
La Pietra della Resurrezione, l’amuleto intriso di magia oscura in grado di riportare i morti in vita, non scandisce il passato, ma è lì a fare da sfondo al futuro.
Non sai chi e come ha recuperato quell’oggetto: esso era solo in apparenza perduto e tu l’hai voluto con tutto te stesso, ma non l’avresti usato mai.
Ora è lì, ti chiama, ti costringe a guardarlo perché ogni volta che immaginerai il tuo futuro, ovunque esso ti porti, dovrai serbare il ricordo del passato e di chi non è più con te.
Il quadrante ti ipnotizza, le iridi dei tuoi occhi sembrano non avere colore, sono della stessa tonalità della pietra.
Improvvisamente il ronzio diventa meno intenso; al di là del finestrino il cielo e gli alberi sono spariti.
È tutto nero.
Non sei solo: una figura indistinta è seduta accanto a te.
I contorni del suo corpo sono sfocati, appare più sottile e slanciata.
È nera, sembra vestita come te.
Ti sporgi in avanti lentamente: chissà se quella figura sarà altrettanto curiosa di scoprire chi gli siede accanto.
Non ne distingui i tratti del viso, il colore degli occhi ma… i capelli sono lunghi e lisci, come i tuoi…
In un certo modo lo hai sempre saputo, lei non ti avrebbe abbandonato mai.
Non avrebbe mai rinunciato a te se non ne fosse stata costretta.
Se fosse stata tanto forte e abile da non annegare nel mare di un dozzinale whisky non bevuto da lei.
Quante volte l’hai immaginata accanto a te, quante volte hai sentito la fredda stretta della sua bella mano, diventata indegnamente callosa, stringere la tua piccola e calda.
Chi altri avrebbe potuto accompagnarti in questo viaggio se non lei, tua madre.
Gli occhi tornano a guardare la Pietra nera imprigionata nel quadrante dell’orologio.

***


Mancavano solo pochi minuti alle undici; l’aria era satura di vapore che, a sbuffi, faceva sparire e apparire cose e persone come in un gioco di prestigio da palcoscenico Babbano.
Una sottile e androgina figura di donna, resta ritta e immobile poco distante dalla banchina.
Si sente inadeguata, esposta, non esce quasi mai di casa.
Il suo giovane cuore batte veloce, una mano stringe il manico di una borsetta di stoffa scura che ha visto tempi migliori: sul davanti, piccoli disegni verdi e argento ricordo di un vecchio interesse per il ricamo.
Passionale era un aggettivo che non le sia addiceva, almeno non sempre: una volta era stata una fanatica giocatrice di Gobbiglie tanto da diventare presto il capitano della squadra della scuola, aggiudicandosi decine di trofei. Poi lo sconfinato amore per lo studio delle Pozioni: Eileen era una dei migliori pozionisti nella storia della magia.
Ma tutto era finito presto nel dimenticatoio, avvolto dalle spire fumose dell’inedia e dell’indifferenza, una volta compreso chi fosse davvero l’uomo che aveva sposato e che l’aveva messa incinta.
La donna spostò il manico della borsetta nella piega del gomito e strinse forte l’altra mano.
“Mamma, mi fai male” disse una piccola voce accanto a lei.
Due profondi occhi neri, luminosi e ridenti richiamarono la sua attenzione destandola dall’ennesimo momento di abulia che, sempre più di frequente, caratterizzava le sue giornate.
Quel giorno sarebbe stato diverso, lo aveva promesso a se stessa, e a Severus.
Era il giorno di rientro dalle vacanze di Natale e aveva deciso di accompagnare il suo unico figlio sul binario 9 ¾ per l’Hogwarts Express. La grande locomotiva rosso fiammante fremeva sbuffando in attesa della partenza.
Anche Severus fremeva di una agitazione fanciullesca così inconsueta per lui. Eileen ne conosceva i motivi, ma non avrebbe saputo dire se il ragazzino era più felice perché avrebbe dovuto prendere il treno che l’avrebbe riportato ad Hogwarts oppure perché a breve avrebbe rivisto la graziosa coetanea dai capelli di fuoco alla quale era legatissimo e che non era riuscito a incontrare nei giorni di festa.
La donna sentì una fitta di gelosia stringerle il petto, subito seguita dalla rassegnata consapevolezza che doveva invece essere grata a chiunque potesse regalare un po’ di gioia a suo figlio, un merito che lei non aveva mai avuto…
“Eccola!” esclamò Severus, cercando di divincolarsi dalla stretta della madre.
“Aspetta, Severus, non tirare” gli disse a bassa voce la donna, “Voglio salutare i genitori di Lily”, ma fu inutile, un ultimo strattone e il ragazzino dai lunghi e spettinati capelli neri scappò via lungo la banchina per raggiungere la svolazzante chioma rossa che, nel frattempo, si era avvicinata anch’ella di corsa a Severus e la madre.
“Guarda, Lily” disse Severus, mostrando trionfante un dito avvolto da uno strano cerotto bianco tutto pieno di scritte colorate.
La ragazzina guardò perplessa la mano dell’amico. “Il dito sembra storto, Severus, ti fa ancora male?” gli disse facendo l’occhiolino.
“Ma no, Lily” sbottò Piton, “guarda meglio” e così dicendo svolse la fasciatura con un colpo di bacchetta approfittando dell’ennesimo sbuffo di vapore del treno. Quando la nebbiolina si diradò una mano candida con cinque dita tutte al loro posto apparve davanti allo sguardo verde smeraldo della bambina.
“Oh, Severus, sei completamente guarito! Ma com’è possibile, così presto?!” disse Lily con gli occhi sgranati e le labbra ad ‘O’.
“Sono stato proprio bravo, vero?” sussurrò soddisfatto il ragazzino con il viso vicinissimo all’orecchio di Lily e all’inebriante profumo dei suoi capelli.
Eileen li aveva raggiunti: “Cosa succede qui? Severus, finalmente hai tolto quella strana fasciatura!” La donna aveva preso la mano del figlio e stava esaminandola con occhi attenti: Severus era rientrato da scuola per Natale sfoggiando quella medicazione; aveva l’abitudine di sistemarla con cura ogni giorno.
Gli occhi di ossidiana di Severus e della madre si fissarono per qualche istante. “Allora? Ti ascolto, Severus” gli chiese con voce ferma la donna.
Severus guardò Lily che gli restituiva uno sguardo interrogativo.
“Va tutto bene, mamma, è solo che… prima delle vacanze abbiamo avuto un incidente in classe di Difesa contro le Arti Oscure... non volevo farti preoccupare”
“Severus sta bene, signora Piton, è guarito prestissimo!” esclamò una sorridente Lily intervenendo, come al solito, in aiuto del suo migliore amico.
Eileen continuava a guardare il figlio; accarezzò i capelli di Lily e le disse: “Lo vedo che sta bene Lily, ma voglio solo sapere cosa è successo a scuola”.
Severus sentì una piccola mano calda e morbida stringere la sua, un lieve rossore gli colorò le guance quando scorse l’amica del cuore che gli sorrideva incoraggiante. Il ragazzino sospirò e butto fuori tutto d’un fiato: “Un Doxy mi ha morso. La gabbia non era chiusa bene… no, io non l’avevo chiusa bene e lui è scappato” il rossore sui viso di Severus arrivò all’attaccatura dei capelli. Lily si chiese perché non avesse voluto raccontare la verità… non era stata una sua distrazione a causare l’incidente…
Il giovanissimo Piton continuò:” Il Doxy che avrei dovuto controllare era proprio cattivo e si è avventato dritto contro la mia mano dandomi un morso “
“In classe mancava l’antidoto” si intromise Lily, “Ma Severus… “
Eileen li interruppe entrambi: “Un momento! Severus, il morso del Doxy è molto doloroso ed è difficile farlo guarire se non si assume subito la pozione antidoto!”
“Lo so, mamma” le rispose Severus con gli occhi che avevano ripreso a brillare di orgoglio “Ho preparato l’antidoto io stesso!”
“È stato bravissimo, signora Piton”, Lily aveva stretto in un abbraccio l’amico dandogli un sonoro bacio sulla guancia. Per poco Severus non svenne dalla gioia.
Visto che il giovane Serpeverde sembrava essere diventato muto, la ragazza dai capelli di fuoco terminò per lui il racconto dell’incredibile avventura:” Io e Severus siamo scappati in laboratorio, lui aveva molto dolore ma teneva duro. Mi ha guidata nella preparazione della pozione anti-Doxy ed ora eccoci qui, guarito perfettamente!”
“Lily mi ha anche firmato il cerotto” balbettò in un sussurro Severus.
Eileen avrebbe voluto abbracciare il figlio ma non ci riuscì. Era orgogliosa ma anche terribilmente triste: suo figlio era indipendente da quanto tempo? Era in grado di cavarsela da solo nelle situazioni più difficili e le aveva dimostrato di non aver più bisogno di lei: non aveva più bisogno del sostegno materno che in realtà gli era sempre mancato. Severus era cresciuto e lei quasi non se n’era accorta.
Dovette trattenere le lacrime e promise che un giorno, se mai fosse stato possibile, avrebbe di nuovo preso per mano suo figlio e non l’avrebbe abbandonato mai più.
La donna fece una timida carezza sulla guancia che aveva ripreso il suo naturale, tenero pallore.
L’Hogwarts Express fischiò.
Un esuberante getto di vapore dal fumaiolo trasformò il mondo in una soffice nuvola…

***


Il tunnel è finito; attraverso il vetro scorgi di nuovo il cielo terso inondato di grosse e bianche nubi come cuscini che imbottiscono una culla.
La luce esterna illumina colline verdi e cime frondose: il vento che piega al suo volere i fusti più deboli.
Vorresti afferrare qualche nuvola per avvicinarla al viso e scoprire che magari è dolce come zucchero filato. Dolce come la carezza di una madre su una guancia accaldata dalle emozioni di un giorno indimenticabile.
La luce ha portato via la figura che sedeva accanto a te.
Quello che c’è fuori si muove veloce.
Sempre più veloce.
Tu sei fermo.
Le lancette del tuo orologio non accelerano.
Non hanno fretta.
Tu non hai più fretta.
Quante volte hai sperato che quelle lancette scorressero al contrario.
Cosa avresti cambiato?
A cosa sarebbe servito?
Avresti fatto le stesse scelte.
Avresti commesso gli stessi errori.
Se solo avessi il coraggio di guardare la luce, lasciando che essa ti prenda per mano…
Che cosa strana essere vivo.
Improvvisa la luce scompare di nuovo, l’altra figura scura ritorna.
Questa volta ci metti solo una frazione di secondo, pochi scatti in avanti delle lancette del tuo orologio, per scoprire che la sagoma accanto a te ora sei tu.
Non ne distingui i tratti del viso, il colore degli occhi, ma lo sai.
È forse la tua anima, la tua essenza vitale che corre a perdifiato fuori dal finestrino pur di continuare a starti accanto, a non abbandonarti?
Non avresti fatto lo stesso per te, non consapevolmente.
Allunghi una mano.
La appoggi al finestrino.
I vostri palmi si toccano, e lì, nell’incavo, avverti un lieve calore che tende a farsi più intenso.
L’uomo dall’altra parte del vetro ti sta guardando: ha degli occhi così malinconici, un’espressione così tranquilla.
Ti sta chiamando, vuole venire da te, vuole superare il confine di quel vetro temperato per riuscire a scaldarti per intero.
Glielo permetterai, vero?
Presto, decidi in fretta, tra poco il tunnel finirà.
Apri il cuore alla tua nuova anima, lasciala entrare, lascia entrare la luce prima che essa diventi ancora una volta buio.
Di cosa hai paura?
Il treno corre veloce e dietro di esso il passato pian piano scompare, si sgretola in un ammasso polveroso come una nube stellare che cela al suo interno un buco nero: dal nulla non si torna.
Dal nulla si fugge.
È la memoria a restare, il calore di un tocco delicato e forte come quello di una madre.
Abbassi gli occhi, il quadrante dell’orologio rimanda il riflesso del tuo viso… no, non è il tuo volto che stai guardando, ma quello sorridente della tua mamma.
 
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view post Posted on 22/5/2022, 18:05
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Cara Kate, ho finito ora di leggere la tua storia e ti faccio i complimenti: sei sempre più brava a creare racconti in cui il tuo amore per Severus si vede in ogni parola che usi.
Qui questo amore lo si vede nel flashback in cui fai interagire Severus, Eileen e Lily, regalando al nostro insegnante di pozioni un attimo di gioia in quella carezza della madre e nel bacio della sua amica del cuore. Lo si vede nella parte finale in cui Severus incontra se stesso e lo incoraggi ad abbracciare la nuova vita che lo aspetta.
Con questo racconto, Kate, accompagni Severus verso un domani ancora tutto da costruire e ho apprezzato la dolcezza, velata di malinconia, con cui lo hai fatto.
 
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view post Posted on 22/5/2022, 18:22
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CITAZIONE (Arwen68 @ 22/5/2022, 19:05) 
Cara Kate, ho finito ora di leggere la tua storia e ti faccio i complimenti: sei sempre più brava a creare racconti in cui il tuo amore per Severus si vede in ogni parola che usi.
Qui questo amore lo si vede nel flashback in cui fai interagire Severus, Eileen e Lily, regalando al nostro insegnante di pozioni un attimo di gioia in quella carezza della madre e nel bacio della sua amica del cuore. Lo si vede nella parte finale in cui Severus incontra se stesso e lo incoraggi ad abbracciare la nuova vita che lo aspetta.
Con questo racconto, Kate, accompagni Severus verso un domani ancora tutto da costruire e ho apprezzato la dolcezza, velata di malinconia, con cui lo fai.

Carissima Manu, grazie! 3_3
E' vero che il racconto è pervaso da una malinconia di fondo, i suoi toni sono un po' cupi e sembrerebbe prevalere una sorta di nostalgia per un passato lontano. Anche questa volta ho preferito 'utilizzare' un giovanissimo Severus, nonostante io, noi amiamo di più l'adulto, l'uomo complesso dall'animo difficile intriso di dolore e rinuncia. Ho provato a dargli forza, a non farlo sentire solo e, nei momenti di maggiore difficoltà, ogni figlio trova un porto sicuro, calore e conforto, sempre tra le carezze di una madre, pur se di essa può serbare solo il ricordo. Ti ringrazio davvero tanto per i complimenti <3
 
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view post Posted on 22/5/2022, 23:51
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L’atmosfera che pervade inizialmente la tua storia, e che oserei definire metafisica, introduce al percorso astratto dei ricordi in una forma che ho trovato veramente affascinante.
Molto interessante la fusione che hai saputo creare tra lo scorrere del tempo scandito dalle lancette dell'orologio carico di simbologie, e il correre del treno che sembra avvenire in una realtà alterata da ombre impalpabili come fantasmi, ma allo stesso tempo talmente concrete da prendere vita nello scompartimento in cui siede Severus.

Ombre dalle quali emerge prepotentemente la figura toccante e tragica di una Eileen delineata in modo eccellente.
Una donna alla quale sono stati sottratti sogni, speranze e futuro, la cui esistenza rimane legata all’unica presenza importante, quel figlio che però sente sfuggirgli esattamente come tutto ciò che aveva fatto parte della propria vita prima di fare una scelta infelice.

Complimenti, Cate, la tua capacità in questo racconto di far fluire in modo impeccabile le visioni nei ricordi, sottolineando con raffinatezza il valore del tempo sempre troppo spesso sottovalutato, ha realizzato il tuo ennesimo lavoro di grande qualità, e in crescendo <3
 
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view post Posted on 23/5/2022, 16:18
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Cara Ele, il tuo aggettivo ‘metafisico’ mi piace, tanto. Ti sono grata per le parole che mi hai dedicato e mi rende entusiasta scoprire di aver raggiunto un obiettivo che non ritenevo possibile in questo esperimento: provare a descrivere sensazioni e impressioni visive, tattili, acustiche che sempre ci circondano ma a cui spesso siamo refrattari come se vivessimo inconsapevoli della loro esistenza. Tali percezioni, invece, sono spesso l’input a far scattare altre sensazioni, a lasciar apparire ricordi e immagini che credevamo nascoste, sospite nei recessi della mente. Ero spaventata di aver dovuto sacrificare troppo la logica e chiarezza del testo nell’osare un tale esercizio stilistico, ma il tuo attento e generoso commento è fonte di grande incoraggiamento per me. Grazie <3
 
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view post Posted on 27/5/2022, 14:59
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Una frase buttata lì e la Pietra della resurrezione torna ad esistere. In effetti, la Rowling non ha mai affermato che sia per sempre andata perduta, quindi complimenti per la scaltra idea.
Ottimo punteggio per il Doxy che fa guadagnare un bacio di Lily a Severus e dimostra la sua abilità di giovane pozionista.
La storia veleggia nel surreale ermetismo di presenze e ricordi, di luce e di ombre, ma il finale positivo mi è molto piaciuto.
 
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view post Posted on 28/5/2022, 15:26
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CITAZIONE (Ida59 @ 27/5/2022, 15:59) 
Una frase buttata lì e la Pietra della resurrezione torna ad esistere. In effetti, la Rowling non ha mai affermato che sia per sempre andata perduta, quindi complimenti per la scaltra idea.
Ottimo punteggio per il Doxy che fa guadagnare un bacio di Lily a Severus e dimostra la sua abilità di giovane pozionista.
La storia veleggia nel surreale ermetismo di presenze e ricordi, di luce e di ombre, ma il finale positivo mi è molto piaciuto.

Cara Ida, la sfida di aprile mi ha spinta a tentare un’altra sfida ma con me stessa: tentare di utilizzare una forma espressiva essenziale, basata su percezioni, intuizioni, silenzi. Non saprei perché la figura di Eileen ha suscitato in me il senso di sospensione senza tempo che pervade il brano e che ho provato a proiettare sullo stesso Severus.
Mi fa piacere scoprire che hai apprezzato l’escamotage adoperato per la Pietra e per il ruolo della creatura magica.
Grazie per il tuo giudizio <3
 
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view post Posted on 8/6/2022, 11:12
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Un racconto molto cupo e ricco di suggestioni in cui l'Hogwart Express gioca un ruolo significativo, essendo nella prima fase, quella dei ricordi, il mezzo che conduce il giovane Severus verso una vita che lui spera essere migliore, e, nella seconda parte, il mezzo che lo allontana da un nulla che potrebbe inghiottirlo e cancellarlo.
Quanto mi sono piaciute queste due frasi:
CITAZIONE
Il treno corre veloce e dietro di esso il passato pian piano scompare, si sgretola in un ammasso polveroso come una nube stellare che cela al suo interno un buco nero: dal nulla non si torna.
Dal nulla si fugge.

Pur nella drammaticità delle affermazioni, contengono una luce di speranza: il passato che di sgretola, sembra liberare Severus dal peso che l'ha immobilizzato per tanto tempo. Un po' come se, correndo veloce, il treno portasse via l'involucro di negatività nel quale era imprigionato.
Delizioso il momento di complicità tra Severus e Lily bambini, che ti ha consentito di inserire nel racconto la bizzosa creatura di questa sfida.
Dolce il momento in cui madre e figlio si sfiorano.
Complimenti.
 
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view post Posted on 8/6/2022, 15:19
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CITAZIONE (Gabrix1967 @ 8/6/2022, 12:12) 
Un racconto molto cupo e ricco di suggestioni in cui l'Hogwart Express gioca un ruolo significativo, essendo nella prima fase, quella dei ricordi, il mezzo che conduce il giovane Severus verso una vita che lui spera essere migliore, e, nella seconda parte, il mezzo che lo allontana da un nulla che potrebbe inghiottirlo e cancellarlo.
Quanto mi sono piaciute queste due frasi:
CITAZIONE
Il treno corre veloce e dietro di esso il passato pian piano scompare, si sgretola in un ammasso polveroso come una nube stellare che cela al suo interno un buco nero: dal nulla non si torna.
Dal nulla si fugge.

Pur nella drammaticità delle affermazioni, contengono una luce di speranza: il passato che di sgretola, sembra liberare Severus dal peso che l'ha immobilizzato per tanto tempo. Un po' come se, correndo veloce, il treno portasse via l'involucro di negatività nel quale era imprigionato.
Delizioso il momento di complicità tra Severus e Lily bambini, che ti ha consentito di inserire nel racconto la bizzosa creatura di questa sfida.
Dolce il momento in cui madre e figlio si sfiorano.
Complimenti.

Gabri, cara, sono felice che il racconto ti sia piaciuto e, soprattutto, ho apprezzato la scelta delle frasi che hai sottolineato. Il fulcro di questo racconto è il tempo, un tema che amo trattare perché offre molteplici spunti di riflessione. I ricordi sono importanti, il passato è la base del nostro futuro ma... le lancette dell'orologio avanzano di secondo in secondo, un treno viaggia veloce verso una meta: occorre guardare avanti e lasciare il vissuto all'epoca a cui appartiene pur se ne resta sempre traccia nella mente e nel cuore.
Grazie per i tuoi commenti <3
 
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8 replies since 22/4/2022, 11:23   148 views
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