Il Calderone di Severus

Alaide - Ricordi, Genere: Drammatico - Altro Genere: Introspettivo - Tipologia: One-shot - Rating: per tutti - Avvertimenti: AU - Epoca: Più epoche - Personaggi: Severus Piton, Eileen Prince

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view post Posted on 21/4/2022, 22:05
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Autore/data: Alaide –aprile 2022
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-Shot
Rating: Per tutti
Personaggi: Severus Piton, Eileen Prince, Lily Evans, Tobias Piton
Pairing: nessuno
Epoca: Più di un’epoca
Avvertimenti: AU
Riassunto: I tuoi ricordi saranno la tua Pietra della Resurrezione.
Nota: Storia scritta per l’iniziativa 15 anni con Severus. Sfida del mese di aprile. Scuola: Durmstrang. Ruolo: Campione
La storia è legata a Voci, per quanto non ne sia un diretto seguito e non sia necessario aver letto l’altra storia per poter leggere questa.
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
Lunghezza: 31.894 caratteri


Ricordi



10 gennaio 1967


Il bambino stringeva il libro contro di sé. L’aveva trovato in soffitta con altre cose dimenticate. Era vecchio e usurato, ma non gli importava.
L’unica cosa importante era che fosse un libro magico.
E quelle parole scritte sulla prima pagina.
Alla mia amata figlia. Non piangere quando non ci sarò più. I tuoi ricordi saranno la tua Pietra della Resurrezione.
Non sapeva nemmeno se quelle frasi fossero state scritte da suo nonno, un uomo che non aveva mai conosciuto e di cui sua madre non parlava mai, oppure da un qualche altro componente della famiglia Prince.
Erano però delle belle parole, delle parole che parlavano d’amore e d’affetto.
Qualcosa che lui non aveva mai sperimentato, se non con la madre di suo padre, una donna mite, che lo abbracciava ogni volta che lo vedeva e che sembrava sempre orgogliosa di lui, ma la nonna era morta da un anno e da allora suo padre si era fatto, se possibile, più intrattabile.
Cercò di non pensare all’uomo che, in quel momento, era da qualche parte in città. Stringendo forte a sé il libro si avvicinò alla porta della cucina dove si era rintanata sua madre. Forse quel giorno avrebbe potuto farle qualche domanda.
Forse quel giorno gli avrebbe risposto.
La donna non lo guardò nemmeno quando entrò nella stanza.
Non lo guardava quasi mai, a dire il vero.
Forse preferiva litigare con suo padre o rimanere ferma mentre l’uomo si infuriava con lui.
«Mamma…»
«Cosa vuoi?»
«Ho trovato un libro in soffitta. Forse apparteneva al nonno.»
Severus rabbrividì quasi quando la donna si voltò verso di lui. Lo sguardo di sua madre non era felice. I suoi occhi avevano la freddezza che li invadeva sempre quando tentava di farle delle domande sulla sua famiglia.
«Se ti fa piacere, puoi tenerlo.»
Il bambino avrebbe voluto che la mamma aggiungesse qualche altra parola, ma riportò l’attenzione alla misera cena che stava preparando.
Mentre usciva dalla stanza, per andarsi a rintanare in camera sua, si chiese se fosse peggio l’indifferenza di sua madre o la violenza di suo padre.
Rilesse la frase scritta con cura sulla prima pagina e, per qualche istante, sognò che quelle parole fossero per lui.

Non ricordavo nemmeno più di aver messo in soffitta quella vecchia copia delle Fiabe di Beda il Bardo. Non potevo nemmeno immaginare che il bambino andasse a frugare tra quelle vecchie cose appartenenti ad una vita che fu. Mi chiedo cosa si aspettasse di preciso, quando me ne ha parlato. Avrei quasi preferito che trovasse le mie vecchie Gobbiglie.



5 luglio 1971

«Sev, guarda cos’ho trovato!»
La voce di Lily era particolarmente entusiasta e luminosa. Il fiume era illuminato dal sole estivo che riusciva a rendere quasi bella l’acqua inquinata.
Tra le mani della ragazzina c’era un sasso di fiume, levigato da una parte e leggermente scheggiato dall’altra, al punto che, con un po’ di fantasia, era quasi possibile credere che vi fosse una specie di incisione. Severus non sapeva cosa dire di fronte a quella scoperta o, forse, gli bastava guardare l’amica e tentare di assaporare la felicità tramite di lei.
Aveva undici anni, ma gli sembrava di essere già adulto.
O, forse, sapeva di non essere mai stato felice com’era Lily.
«Non ti sembra simile alla Pietra della Resurrezione?»
«Non molto.»
Non era una gran risposta, lo sapeva da solo, ma, in effetti quel sasso non assomigliava quasi per niente alla descrizione presente nel libro che aveva letto insieme a Lily qualche giorno prima.
«Non importa.»
Lily lasciò cadere per terra il sasso. Severus lo raccolse subito dopo, osservandolo meglio. Forse l’amica aveva ragione. Il colore era quello giusto e, usando l’immaginazione, si poteva crederlo uscito da quelle fiabe.
E glielo disse, ma Lily non sembrava più interessata a quella pietra.
O forse doveva unicamente tornare a casa, si disse, mentre l’amica lo salutava con un sorriso.
Severus rimase fermo a guardare il sasso, chiedendosi se non potesse veramente fantasticare e immaginare che quello fosse a tutti gli effetti la Pietra della Resurrezione. Forse se l’avesse usata sarebbe comparso Laertes Prince, il nonno di cui aveva finalmente scoperto il nome, o la mamma di suo padre, anche se non sapeva se potesse funzionare anche con i Babbani.
Ma quello era soltanto un sasso di fiume.
Eppure, se lo mise in tasca per portarlo a casa ed unirlo al suo unico altro tesoro, a quel fiore, ormai secco, che Lily aveva raccolto e poi gettato nuovamente in terra il giorno in cui le aveva parlato per la prima volta.
Quando rincasò, alcune nuvole nere erano apparse nel cielo e casa sua sembrava ancora più cupa del solito.
«Dove sei stato?»
Suo padre non sembrava per nulla contento, quando si chiuse la porta alle spalle.
«Al fiume.»
Il ragazzino sapeva che era meglio rispondere subito e brevemente. Sperava di cavarsela con quelle due parole e di riuscire a salire in camera e a nascondere la pietra di fiume.
Ma non fu così fortunato.
Suo padre sembrava particolarmente irritato, anche se Severus era certo di non aver fatto nulla di male. Gli stava urlando contro, mischiando, nel suo discorso senza senso, il fiume, la fabbrica chiusa e un’altra occasione mancata, ma il bambino tentava di non ascoltarlo.
Forse sarebbe riuscito a raggiungere le scale e a correre su prima che l’uomo riportasse l’attenzione su di lui, ma non fu abbastanza svelto.
Sentì la stretta sul braccio.
E altre parole colme d’odio del padre, biascicate e incoerenti. Come era già accaduto altre volte, Tobias sembrava detestarlo unicamente perché era entrato in casa al momento meno opportuno.
Sua madre era comparsa sulla porta della cucina e li stava fissando.
Severus tentò di implorarla con lo sguardo, affinché facesse smettere il padre.
Lei era una strega. Avrebbe potuto impedirgli di picchiarlo, ma non fece nulla.
Rimase perfettamente immobile, come una specie di statua, poi si voltò ed andò in cucina, lasciandolo solo, in balia di Tobias.



31 agosto 1971

Quel giorno sembravano quasi una famiglia normale, si disse Severus, mentre sedevano intorno al tavolo della cucina.
Suo padre aveva trovato un lavoro e sua madre era riuscita a mettere insieme una cena più sostanziosa del solito.
«Dovrai rigare dritto in quella scuola.»
Tobias non aveva alzato la voce nel dire quelle parole e questo era quasi una novità quell’estate ed Eileen aveva accennato un sorriso, prima di parlare.
«Domani ti accompagnerò a prendere il treno.»
Forse le cose stavano migliorando, tentò di dirsi il ragazzino, ma sapeva che non era così. Ogni volta che suo padre trovava un lavoro le cose si facevano più tranquille, per poi tornare a peggiorare non appena inevitabilmente lo perdeva.
Ma questa volta lui sarebbe stato a Hogwarts e Tobias non avrebbe potuto far ricadere la sua rabbia su di lui.
Quando finirono di cenare, andò direttamente in camera e quasi sobbalzò quando Eileen lo seguì su per le scale. Non ricordava di averglielo mai visto fare.
Forse quando sarebbe ritornato a casa, le cose sarebbero veramente migliorate.
«Hai qualche consiglio da darmi?»
La domanda era uscita timida dalle sue labbra, ma era così inusuale vedere sua madre in camera sua che non sapeva nemmeno come comportarsi. Forse avrebbe dovuto chiedere consiglio a Lily, quando si fossero visti il giorno dopo.
«Sono solo venuta a vedere se avevi già preparato il baule.»
«Sì, è tutto pronto.»
Il vecchio baule era malconcio e ammaccato e pieno più di libri che di vestiti. Aveva aggiunto qualcuno dei volumi che aveva trovato in soffitta, di magia decisamente più avanzata rispetto a quella che avrebbe imparato il primo anno, ma gli era parso utile portarseli appresso.
«Bene. È meglio se dormi, Severus. Domattina dobbiamo partire presto.»
«Sarai orgogliosa di me se sarò smistato a Serpeverde?»
La donna si fermò sulla soglia della camera, ma non disse nulla.
Eppure, a Severus le parve di vederla annuire.
Frugando tra i libri in soffitta aveva già scoperto che il nonno era stato un Serpeverde, così come lo era stata sua mamma. Ed era certo che quella fosse la casa migliore per lui.
Ed ora lo era ancora di più perché aveva visto sua madre annuire. Forse, a quel punto, sarebbe finalmente stata dalla sua parte ed avrebbe impedito a Tobias di sfogarsi su di lui.
Dopo essersi preparato per la notte, aprì nuovamente il baule e vi mise dentro i fiori secchi ed il sasso di fiume che Lily aveva trovato alcune settimane prima.

Oggi Severus mi ha chiesto se sarò orgogliosa di vederlo in Serpeverde.
Devo ammettere di non averci pensato prima. Mio padre forse lo sarebbe stato. Lo era certamente quando lo sono diventata io. E lo era anche mia madre per quanto quella non fosse stata la sua casa.
Io non so cosa pensare.
Forse, semplicemente non mi interessa.
O forse sono sollevata all’idea di non avere mio figlio a casa.
Sono certa che senza di lui, le cose torneranno quelle di un tempo.




1° settembre 1976

La stazione era colma di studenti, ma a lui pareva di essere completamente solo, quasi si fosse ritrovato in un popoloso deserto. I suoi compagni di scuola sembravano essere una massa priva di forma. Solo i capelli rossi di Lily spiccavano lì in mezzo, ma tentò di non guardarla.
Non era venuta al funerale di sua madre, come, invece, aveva sperato.
I suoi genitori gli avevano fatto le condoglianze un giorno in cui si era trascinato a comprare qualcosa in uno squallido negozio, con la magra paga che Tobias era riuscito a racimolare con i suoi rari e saltuari lavori. Gli Evans stavano solo passando da lì, ma avevano avuto una parola e un sorriso gentile per lui.
Con ogni probabilità Lily non aveva raccontato loro nulla.
Ed aveva sperato per quello. Aveva creduto che il giorno dei funerali di sua madre non avesse avuto tempo, ma sapeva da solo di star vivendo una stupida illusione.
Aveva rovinato tutto, lo sapeva.
Ed aveva perso tutto.
Salì sul treno, senza guardare nessuno, scegliendo con attenzione la prima carrozza e lo scompartimento più vicino alla locomotiva. Non sapeva per quale motivo, ma agli altri studenti quel luogo non piaceva.
Era da solo, per quanto non cambiasse molto rispetto a pochi istanti prima. Sistemò il baule malconcio, dopo aver estratto i suoi unici tesori. Il fiore che aveva raccolto la prima volta in cui aveva parlato con Lily e una pietra di fiume che aveva preso con sé un lontano giorno di luglio.
Rimise subito a posto il fragile fiore secco, stringendo invece la pietra.
A Lily era sembrata per qualche istante simile alla descrizione che nelle Fiabe di Beda il Bardo veniva fatta della Pietra della Resurrezione. Ed in quel momento gli dispiacque di averla contraddetta allora. Forse se avesse osservato meglio il sasso si sarebbe accorto anche lui di quella somiglianza ed avrebbero potuto giocare insieme, fantasticare. Avrebbe avuto un altro ricordo felice nella sua mente.
Guardò fuori dal finestrino e sulla banchina vide nuovamente Lily e provò il rimpianto di non averla lì, con lui, di non poterle dire che quel giorno si era sbagliato e che effettivamente quel sasso gli ricordava quella storia per bambini. Ed allora si sarebbero persi nei ricordi e avrebbero parlato di quei momenti ormai passati.
Ma era vano pensarci.
Lily non era nemmeno andata al funerale di sua madre. Era come se la loro amicizia non fosse mai esistita. Era come se il loro legame fosse improvvisamente morto e, forse, era quello che voleva dire suo nonno quando aveva scritto quelle parole di dedica sul libro.
I tuoi ricordi saranno la tua Pietra della resurrezione.
I suoi ricordi di Lily sarebbero stati tutto ciò che gli rimaneva della loro amicizia, di quell’amicizia che aveva sperato potesse durare per sempre.
Si rigirò il sasso tra le mani, osservandolo con attenzione, chiedendosi cosa avrebbe fatto se fosse stato veramente la Pietra della Resurrezione.
In quel momento avrebbe unicamente voluto richiamare sua madre e chiederle perché non lo avesse mai protetto, perché non lo avesse mai veramente amato, perché lei e suo padre avessero deciso di metterlo al mondo.
Quando tornò ad osservare la banchina, non c’era più quasi nessun studente.
Anche Lily doveva essere salita e di certo non aveva nemmeno tentato di cercarlo.
Per un breve istante si chiese se non dovesse gettare dal finestrino i fiori e il sasso, ma non poteva farlo.
Era tutto quello che gli rimaneva di lei.
Di certo, più di quello che gli rimaneva di sua madre.
Aveva i vecchi libri di Eileen e aveva letto più e più volte il libro di pozioni che gli sarebbe servito quell’anno. Vi aveva già annotato delle ipotesi su alcuni cambiamenti che avrebbe potuto apportare per migliorare quella o quell’altra pozione. Era tutto quello che gli era rimasto da fare, mentre vedeva sua madre spegnersi lentamente davanti a lui.
Ricordava anche le urla di suo padre.
Il modo in cui continuava a dirgli che se la magia fosse stata veramente tanto potente avrebbe dovuto salvare Eileen. Non aveva nemmeno capito perché a Tobias importasse tanto. Lui e sua madre litigavano spesso, ma forse erano in un qualche modo affezionati o forse ricordavano un tempo in cui erano stati felici e innamorati.
Non sapeva nemmeno cosa provasse per Eileen. Era certo di odiare suo padre, ma non era certo di odiare anche sua madre. Un tempo l’aveva amata. Aveva creduto che lei fosse la migliore dei suoi genitori. Ma non era più certo nemmeno di quello.
Il treno iniziò a muoversi lento e tentò per qualche istante di immaginare che sua madre lo stesse salutando con la mano, come facevano i genitori degli altri, ma, in realtà, lo aveva accompagnato soltanto il primo anno.
Tentò di vederla da ragazza salire su quello stesso treno, ma non ne era in grado. Forse, all’epoca, era stata felice. Forse, all’epoca, era stata circondata da amici.
Per un breve istante gli parve di vedere una ragazzina sedersi di fronte a lui, con il volto pallido ed insieme a lei c’erano altre compagne di scuola.
E stavano ridendo con una felicità che lui aveva provato unicamente in compagnia di Lily.
Ma Lily era perduta.
E sua madre non gli aveva nemmeno mai detto di aver avuto delle amiche.
Però, un tempo, doveva essere stata felice.
Prima che lui nascesse.
Aveva visto le fotografie dei suoi genitori e il giorno del matrimonio sorridevano felici.
Aveva visto anche qualche fotografia magica, anch’essa rintanata in soffitta con le altre cose di sua madre, dove Eileen sorrideva timidamente, accanto a quei nonni che lui non aveva mai conosciuto.
Si alzò in piedi, lasciando sul sedile accanto a lui il sasso, poi prese dal baule il libro di pozioni, ma non lo aprì.
Non seppe per quale motivo, ma era stranamente affascinato dal sasso lucente che ondeggiava leggermente mentre il treno avanzava sferragliando.
Gli sembrava quasi che lo stesse chiamando.
Lo prese in mano e lo osservò con attenzione.
Il libro di pozioni gli scivolò dalle ginocchia.
E poco dopo il sasso cadde con un tonfo sordo sul pavimento dello scompartimento.
Si chinò frettolosamente a raccoglierlo e ne sentì la superficie levigata su un lato e scheggiata sull’altro.
Sembrava stranamente confortante, si disse, mentre raccattava anche il libro di pozioni. Quando tornò a sedere, aprì il volume in una pagina a caso, ma non stava realmente leggendo. Il sasso sembrava pulsare nella sua mano.
Si mise ad osservarlo con attenzione, rigirandolo tra le dita, fino a che uno scossone del treno non lo fece nuovamente rotolare sotto il sedile di fronte.
Fece per chinarsi e afferrarlo, ma si bloccò di colpo.
C’era qualcuno di fronte a lui.
La figura era corporea ed incorporea nello stesso tempo.
La pietra giaceva in terra e la donna pareva quasi esserne fuoriuscita.
Sua madre stava lì, davanti a lui, e lo guardava con attenzione.
Era come se fosse sorta dal sasso che a Lily era sembrata simile alla Pietra della resurrezione.
E, forse, era veramente la Pietra.
Per quello sua madre era lì davanti a lui.
Per quello Eileen lo guardava fissamente.
Era come se aspettasse che lui facesse la prima mossa.
«C’è una sola cosa che ho sempre voluto chiederti. Perché non mi hai mai amato?»
«Eravamo felici quando sono rimasta incinta. Desideravamo molto un bambino, fin dal giorno del nostro matrimonio. Abbiamo atteso anni e, quando è accaduto, eravamo felici, Tobias ed io. Abbiamo passato in rassegna tutti i possibili nomi, fino a scegliere il tuo. Tuo nonno era andato sul continente e si era unito alla resistenza francese, durante la Seconda guerra mondiale. Ed è stato là che ha stretto amicizia con un uomo del posto di nome Séverin e quando questo è morto salvandogli la vita, ha promesso che avrebbe chiamato così il suo prossimo figlio, ma non ha avuto altri figli una volta tornato in Inghilterra. Tobias ricordava della promessa di suo padre e ha deciso di farla sua. Così abbiamo scelto di chiamarti Severus. Ci sembrava un nome migliore di Séverin.»

Un nome latino appare più magico, più forte. È un bel nome e suona bene con il cognome di mio marito. Mentre ne parlavamo ci siamo immaginati il bambino – sempre se sarà un maschio – e ci siamo detti che avrebbe avuto un bell’avvenire davanti, che, con quel nome, avrebbe potuto realizzare grandi progetti.


«Non ti ho chiesto perché mi abbiate chiamato Severus, ma per quale motivo tu non mi abbia mai amato.»
Eileen non disse nulla, al punto che Severus si chiese se fosse realmente lì, mentre il treno continuava tranquillo la sua corsa, con il suo monotono rumore che, per qualche ragione, sembrava rendere più tangibile l’immagine di sua madre.
E allo stesso tempo pareva cullarlo, quasi che le ruote creassero una sorta di strana ninnananna.
Sotto il sedile, la Pietra continuava a rotolare in maniera quasi ipnotica.
«Perché avrei dovuto amarti quando hai distrutto tutto? Eravamo felici quando sei nato, ma pochi mesi dopo, tutto è crollato.»
«Non è colpa mia se la fabbrica ha chiuso.»
Tobias amava ripetere fino alla nausea che aveva perso il lavoro nel Sessanta e che da allora tutto era peggiorato.
Stavano bene, prima, diceva sempre.
Ed era chiaro quali parole sottintendeva.
«All’inizio sembrava una malaugurata coincidenza, ma Tobias non è più riuscito a trovare un lavoro stabile. Era come se fosse rimasto vittima di una strana maledizione. Non che creda che una maledizione esista realmente, ma la tua nascita ha portato soltanto dolore nella nostra famiglia.»

Credo che ci sia qualcosa che non va in me. Non riesco ad amare mio figlio. L’abbiamo atteso così tanto e, poi, tutto è andato di male in peggio. Tobias non riesce più a guadagnare perché possiamo vivere dignitosamente ed io non ho mai pensato a trovare un’occupazione né come strega, né fingendo di essere una Babbana.


«Ed è solo per una coincidenza… per delle coincidenze che non mi ami?»
«Avrei voluto amarti e volerti bene. Anche Tobias avrebbe voluto farlo. Non sai quante volte abbiamo discusso sulla questione, ma non ci siamo mai riusciti», la voce di sua madre sembrava incredibilmente fredda, quasi che stesse recitando delle parole che aveva imparato a memoria. «Ho creduto di amarti, quando mi sei stato messo tra le braccia, ma poi non sono riuscita a provare altro che indifferenza.»
«Anche se non mi amavi, avresti potuto almeno impedire a Tobias di… avresti potuto fare qualcosa.»
Severus si odiò per come gli era tremata la voce. Ma era qualcosa che si era sempre chiesto. Suo padre e sua madre litigavano furiosamente, ma le botte le aveva ricevute sempre e solo lui. Per qualche tempo si era detto che la rabbia di Tobias doveva essere causata dal fatto che sua madre gli aveva nascosto la magia quando lo aveva sposato.
Ma non era stato così.
Suo padre era unicamente un uomo inacidito che non apprezzava nulla.
Né la magia, né la vita, né il suo unico figlio.
«Perché avrei dovuto? Eravamo felici prima che tu nascessi. Non abbiamo mai litigato, poi Tobias ha perso il lavoro ed ha creduto che la magia potesse fare qualcosa, che potesse raddrizzare il corso degli eventi. Ma era impossibile. Abbiamo litigato molte volte su questo argomento. Tuo padre era un uomo pieno di vita e di sogni. Ed ora ha in odio ogni cosa.»

Tobias sta cambiando. So che è anche colpa mia. Quando gli ho detto di essere una strega, il giorno in cui mi ha chiesto di sposarlo, gli ho dipinto la magia in maniera forse troppo entusiasta. Si è fatto delle illusioni in proposito. Forse ha creduto che essere una strega mi rendesse onnipotente.
Ciò non toglie che stia cambiando.
È da quando è nato che Tobias sta lentamente mutando.
Il bambino mi guarda a volte con fare di accusa. So che dovrei impedire a Tobias di sfogare le sue frustrazioni su di lui. So che ogni altra madre farebbe qualsiasi cosa per suo figlio, ma io non ci riesco.
Non riesco ad amarlo.
È sempre così solenne e serio, così adulto anche se ha soltanto otto anni. Forse non l’ho mai visto sorridermi. Forse l’ho solo visto piangere, ma adesso non fa più nemmeno quello.
Non riesco ad amarlo.
Non so nemmeno se lo odio.


Severus non ribatté alle parole della madre.
In quel momento, con il mormorio ovattato e cullante del treno, sembrava ancora essere diventata improvvisamente evanescente.
E si rendeva conto, in maniera sempre più evidente, di non sapere cosa provasse per lei. Un tempo, quand’era piccolo, l’aveva amata. Ed aveva amato suo padre, per quanto quell’amore fosse finito presto.
Aveva creduto che Eileen gli volesse bene, ma che fosse troppo spaventata da Tobias per dimostrarlo.
Invece, ogni tanto, quando credevano che lui non fosse in casa, li sentiva parlare in maniera più calma, li sentiva rievocare la felicità di un tempo.
Poi, quand’era stato più grande, quando il padre si era fatto sempre più violento aveva visto lo sguardo indifferente della madre.
«So che non è colpa tua se la nostra vita è andata a rotoli, ma era più facile pensare che fosse a causa tua. O, forse, quando ho capito che avrei dovuto occuparmi maggiormente di te, era troppo tardi.»
«Perché? Avremmo potuto parlare di tante cose, avresti potuto spiegarmi meglio quello che leggevo nei libri che avevi in soffitta. Invece…»
«Non ho mai amato le tue continue domande. Tu volevi sapere sempre tutto sulla magia, quando essere dotati di poteri magici o meno non fa alcuna differenza. Che cosa è cambiato per me o Tobias? Nulla. Lui ha perso il suo lavoro ed io non sono riuscita ad aiutarlo. So che hai letto tutti i libri di mio padre, un povero sciocco che seguiva i suoi sogni senza pensare a dare sicurezza economica alla famiglia. Era talmente perso nei suoi esperimenti da dimenticarsi quasi di aiutare nostra madre.»
«Eppure, lui ti voleva bene. Ho letto la dedica sul libro.»
Eileen non rispose.
Rimase immobile, evanescente, mentre la Pietra continuava a rotolare sul pavimento del treno.

Il bambino legge i libri di mio padre. L’ho visto in soffitta con in mano uno dei suoi volumi preferiti e so che non è una lettura adatta a lui.
Forse dovrei dirgli di non leggere oltre, che in quel libro si parla anche di Arti Oscure, ma non importa.
Non so cosa fare con il bambino. Vorrei quasi non averlo messo al mondo.
So che non è giusto il modo in cui tratto mio figlio. So che dovrei proteggerlo da Tobias, ma non ci riesco. Non so nemmeno se amo ancora mio marito. A volte ne sono convinta. A volte mi pare di odiarlo.
Il più delle volte sono indifferente a tutto.
Financo alla vita.


«Madre…»
«Cosa vuoi che ti dica, Severus? Vuoi che ti dica che mi dispiace perché non sono riuscita ad amarti, perché non ho mai fermato Tobias? Ho sempre creduto che ci fosse qualcosa di sbagliato in me, qualcosa che mi ha impedito di essere come tutte le altre madri, quelle che farebbero qualsiasi cosa per il loro figlio. Ma non sono mai stata come le altre madri, non sono mai riuscita ad amarti. E non so nemmeno se mi dispiace. Tutto mi è indifferente, lo è da tempo.»
Il treno ondeggiò leggermente, mentre avanzava tranquillo lungo i binari. Poi diede uno scossone, facendo rotolare la Pietra lontana sotto il sedile.
Sua madre divenne se possibile più evanescente.
Poi improvvisamente svanì.
Il ragazzo aprì gli occhi di colpo. In mano teneva ancora il sasso di fiume e in terra giaceva il libro di pozioni di sua madre.
Osservò per qualche istante la pietra che teneva in mano.
Non corrispondeva nemmeno alla descrizione che aveva letto sul libro che suo nonno aveva donato alla madre.
E per quanto quel sogno fosse sembrato reale, per quanto non gli fosse nemmeno parso di sognare, non era stato altro che un sogno.
Non si era nemmeno quasi accorto di essersi addormentato, forse perché anche quelle immagini fittizie erano ambientate sul treno.
Forse era stato lo sferragliare sulle rotaie ad assopirlo, si disse, mentre portava lo sguardo fuori dal finestrino.
Il paesaggio continuava a correre e fra un’ora o poco più sarebbe arrivato a Hogwarts.
Sua madre non gli aveva mai parlato così a lungo, ma lui sapeva perfettamente da dove venivano le frasi che aveva sognato.
Il giorno dopo la morte di Eileen, aveva iniziato a mettere in ordine le sue cose e vi aveva trovato il suo diario. Lo aveva letto avidamente, cercando di trovare anche la minima traccia di affetto.
E qualcuna c’era all’inizio della sua vita.
Poi più nulla.
Solo le parole di una donna che non era riuscita ad amare suo figlio.
E quelle frasi gli avevano fatto più male che leggerne l’odio.
Era come se lui fosse, in qualche modo, sbagliato.
E si rese conto, mentre stringeva con forza il sasso di provare una rabbia sorda nei confronti di Eileen, forse più cocente dell’odio che provava per Tobias.
Avrebbe potuto amarlo, avrebbe potuto difenderlo, ma non l’aveva fatto. Era stata indifferente e immobile.
Lontana.
Eppure, i suoi genitori erano sempre stati amorevoli con lei. Ne aveva scritto nelle prime pagine del diario, che aveva iniziato l’anno prima di andare a Hogwarts. Aveva parlato di sua madre, una Tassorosso figlia di una Nata Babbana e di un mago che amava curare il giardino della loro piccola casa, dove il padre coltivava quel che gli serviva per i suoi esperimenti.
Suo nonno era un pozionista, per quanto non fosse mai riuscito a diventare famoso. Alcune sue ricerche erano solo abbozzate e non sembravano interessare ai suoi colleghi. Era stato però un padre amorevole e quando si era ammalato aveva scritto quella dedica alla figlia quindicenne.
A Severus sarebbe piaciuto conoscere suo nonno, avrebbe voluto parlare con lui e chiedergli consiglio.
Tutto sarebbe stato diverso se i suoi nonni fossero stati ancora in vita. Aveva visto alcune loro foto e sembravano felici, come lui non sarebbe mai stato. Erano sempre sorridenti ed anche gli occhi erano colmi di una quieta gioia.
Pulcheria e Laertes Prince avevano amato la loro unica figlia e Severus era certo che, se non fossero morti prima della sua nascita, avrebbero amato anche lui.
Se quel sasso fosse stato veramente la Pietra della Resurrezione avrebbe richiamato suo nonno e non di certo sua madre.
Anche solo per sentir dire da qualcuno una breve parola affettuosa.
Si chinò e raccolse da terra il libro di pozioni.
E mentre ne osservava la prima pagina, si chiese chi fosse.
Eileen era morta, ma sua madre non l’aveva mai veramente amato.
Tobias era vivo, ma dalla morte di sua moglie si era fatto assente, al punto che sembrava scordarsi di avere un figlio.
Era come se fosse un orfano.
O forse, un orfano, lo era sempre stato, anche se viveva con le due persone che lo avevano messo al mondo.
Forse avrebbe dovuto trovarsi un nome nuovo, un nome da scrivere sui suoi libri di scuola, un nome noto solo a lui, ben diverso dal nomignolo offensivo attribuitogli da Potter e dai suoi sodali.
Continuò ad osservare la pagina del libro, chiedendosi cosa avrebbe potuto scriverci, una volta che si fosse ritrovato nella sala comune di Serpeverde.
Sentì la rabbia nei confronti di sua madre sbollire mentre rifletteva.
Per diversi aspetti era più vicino al nonno che non aveva mai conosciuto, che non ai suoi genitori.
Laertes Prince era un pozionista e lui avrebbe voluto seguirne le tracce da grande ed era un Mezzosangue proprio come lui. Era riuscito ad estorcere a sua madre quell’informazione, pochi giorni dopo il suo primo incontro con Lily.
Mentre il treno iniziava a rallentare, ormai prossimo alla stazione, seppe cosa avrebbe scritto sulla prima pagina del libro di pozioni.
Forse, se suo nonno fosse stato ancora vivo, sarebbe stato orgoglioso di lui.


10 giugno 1998

La Foresta Proibita era silenziosa, mentre il mago avanzava stancamente verso il punto in cui sapeva di trovare l’erba che gli serviva.
Non che credesse che gli potesse tornare veramente utile. Con ogni probabilità non c’era nulla che potesse impedire alla ferita al collo di sanguinare o alle mani di tremare di tanto in tanto, un effetto collaterale del morso di Nagini che era emerso dopo il processo a cui non aveva assistito, dopo che era rimasto per un tempo incalcolabile davanti a quel velo e alle sue voci.
Quello che stava portando avanti era un progetto malamente abbozzato, come quelli che doveva aver meditato il nonno pozionista che non aveva mai conosciuto, quell’uomo che, stando al diario di sua madre, era affettuoso e gentile e di cui lui aveva macchiato il nome, quando aveva deciso di chiamarsi Principe Mezzosangue. Aveva voluto omaggiarlo, mentre si trovava sul treno per Hogwarts.
Invece quello stesso anno si era sempre più convinto che avrebbe trovato rivalsa e rispetto unicamente unendosi ai Mangiamorte.
Forse sua madre aveva fatto bene a non amarlo, forse, in qualche modo, aveva intuito che razza di mostro avesse messo al mondo.
Ed in quel momento si ritrovava solo nella Foresta Proibita, mentre a Hogwarts fervevano i lavori per riparare il castello. Stavano procedendo rapidamente, quasi che il Mondo Magico volesse cancellare ogni possibile segno della guerra da poco conclusa.
Forse avrebbe dovuto lasciare la scuola, ma non aveva nessun altro luogo dove andare.
Spinner’s End era stata distrutta alcuni giorni dopo la sua assoluzione e nessuno sapeva se fosse stata colpita da qualche simpatizzante dello sconfitto Oscuro Signore o da qualcuno che non aveva accettato che lui non avesse pagato per le sue innumerevoli colpe.
Forse tra pochi giorni avrebbe lasciato la scuola.
Gli sarebbe stato più facile evitare Minerva, che sembrava essere spinta dal desiderio di parlare a lungo con lui.
Avrebbe potuto trovare un’abitazione relegata in un angolo sperduto delle isole britanniche in cui nessuno lo andasse a cercare, né tentasse di parlare con lui.
La ferita al collo pulsava, come accadeva ogni giorno.
Si inginocchiò accanto alla pianta che era venuto a cercare.
E fu allora che notò qualcosa lì accanto.
Una pietra che corrispondeva in tutto alla descrizione della Pietra della Resurrezione e che gli ricordava quella dell’anello spezzato che aveva visto nell’ufficio di Silente.
E forse, era veramente quella pietra.
Di certo non era un sasso di fiume.
E non era nemmeno un sogno sgangherato fatto sull’Espresso di Hogwarts.
O forse era anche quella pietra solamente un sasso.
La prese in mano e la osservò a lungo.
Forse era veramente la Pietra della Resurrezione.
Forse avrebbe potuto usarla.
Ma a che scopo?
Un tempo si sarebbe chiesto chi avrebbe potuto vedere.
Ma in quel momento conosceva già ciò che le persone del suo passato gli avrebbero potuto dire.
Posò la Pietra sul terreno e tornò a dedicarsi all’erba che gli serviva.
Se fosse comparsa sua madre gli avrebbe ribadito quello che aveva letto sul suo diario, quand’era stato un ragazzo.
Albus non avrebbe detto molto, ma lo avrebbe fatto sentire come una pedina sacrificabile.
Lily lo avrebbe guardato come aveva fatto fuori dalla sala comune di Grifondoro e gli avrebbe detto che quello che aveva fatto non era abbastanza, che non lo avrebbe mai perdonato.
Avrebbe potuto vedere Laertes Prince ed era certo che gli avrebbe ripetuto le stesse parole che aveva scritto su quel libro di fiabe.
I tuoi ricordi saranno la tua Pietra della Resurrezione.
Raccolse con delicatezza la pianta che gli serviva, poi si alzò in piedi. Suo nonno aveva ragione, per quanto fosse certo che l’uomo avesse fatto riferimento a dei ricordi felici.
I suoi erano invece una dannazione.
Le memorie di un’amicizia che aveva distrutto.
Le memorie di non aver mai avuto un padre.
Le memorie di una madre che non era mai riuscita ad amarlo.
 
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view post Posted on 27/4/2022, 16:14
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Cara Leonora, ho deciso di non soffermarmi sulle piacevoli caratteristiche del tuo stile che non ha bisogno di commenti: è sempre scorrevole, pulito e preciso, un taglierino in grado di tirar fuori dalla carta i pensieri e le emozioni più struggenti. Piuttosto, mi ha colpita la dolorosa malinconia che pervade la tua storia. Stavolta mi hai spezzato il cuore. Ho sofferto tanto per Severus, troppo. Nulla ci vieta di immaginare Eileen come una donna disillusa dalla vita, chiusa in se stessa, madre poco attenta e strega capace di rinnegare la sua stessa magia: un ‘fantasma’, proprio come la proiezione della fantasia di Severus nella scena sul treno.

CITAZIONE
In quel momento avrebbe unicamente voluto richiamare sua madre e chiederle perché non lo avesse mai protetto, perché non lo avesse mai veramente amato, perché lei e suo padre avessero deciso di metterlo al mondo.

Povero Severus, costretto a cercare in sé la forza per combattere una lotta per la sopravvivenza non del suo corpo, ma della sua psiche, per andare avanti ed evitare di crollare di fronte all’ennesima prova di amarezza della sua vita. Creando un dialogo immaginario con la madre voleva ottenere le risposte a un interrogativo assurdo, incomprensibile, inaccettabile per chiunque al mondo: i motivi del mancato affetto di una mamma.
L’amore fallito con Lily e la morte della ragazza sono stati causa di infinita sofferenza per Severus, ma la consapevolezza, testimoniata dalla lettura del diario di Eileen, di non aver mai ricevuto amore da lei è terribile, atroce. Severus non meritava anche questo dolore, no, sei stata spietata, Leonora ;_;.

;) <3

 
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view post Posted on 27/4/2022, 17:27
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CITAZIONE (Lonely_Kate @ 27/4/2022, 17:14) 
Cara Leonora, ho deciso di non soffermarmi sulle piacevoli caratteristiche del tuo stile che non ha bisogno di commenti: è sempre scorrevole, pulito e preciso, un taglierino in grado di tirar fuori dalla carta i pensieri e le emozioni più struggenti.

Grazie mille per i complimenti allo stile.
CITAZIONE
Piuttosto, mi ha colpita la dolorosa malinconia che pervade la tua storia. Stavolta mi hai spezzato il cuore. Ho sofferto tanto per Severus, troppo. Nulla ci vieta di immaginare Eileen come una donna disillusa dalla vita, chiusa in se stessa, madre poco attenta e strega capace di rinnegare la sua stessa magia: un ‘fantasma’, proprio come la proiezione della fantasia di Severus nella scena sul treno.

Ho sempre immaginato Eileen come una madre anafettiva, che progressivamente diventa indifferente a tutto. Lo so, è una visione crudele (e me lo dico da sola ;) ), ma non sono mai riuscita ad immaginarla diversamente.
CITAZIONE
Povero Severus, costretto a cercare in sé la forza per combattere una lotta per la sopravvivenza non del suo corpo, ma della sua psiche, per andare avanti ed evitare di crollare di fronte all’ennesima prova di amarezza della sua vita. Creando un dialogo immaginario con la madre voleva ottenere le risposte a un interrogativo assurdo, incomprensibile, inaccettabile per chiunque al mondo: i motivi del mancato affetto di una mamma.
L’amore fallito con Lily e la morte della ragazza sono stati causa di infinita sofferenza per Severus, ma la consapevolezza, testimoniata dalla lettura del diario di Eileen, di non aver mai ricevuto amore da lei è terribile, atroce. Severus non meritava anche questo dolore, no, sei stata spietata, Leonora

Ho sempre pensato che l'attaccamento ossessivo a Lily possa derivare anche dalla mancanza di amore materno (non sto dicendo che Severus cerca in Lily una madre... troppo freudiana come idea) e non solo dall'illusione di aver finalmente trovato un'amica. Mancando di qualsiasi componente affettiva, la cerca disperatamente nell'unica persona che, apparentemente, gli offre affetto. Lo so, sono decisamente tragica e dovrei smettere di scrivere ascoltando Lieder di argomento decisamente drammatico.
 
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view post Posted on 27/4/2022, 17:33
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CITAZIONE
Alaide,27/4/2022,
Lo so, sono decisamente tragica e dovrei smettere di scrivere ascoltando Lieder di argomento decisamente drammatico.

I tuoi scritti a volte sono tragici, è vero, ma anche coinvolgenti da nodo alla gola, come dice Ida :*:
 
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view post Posted on 23/5/2022, 18:42
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Una storia ben scritta, cupa e intrisa di dolore.
Ammetto di essere rimasta spiazzata da questa Eileen così fredda e anaffettiva e da un Tobias che, per quanto brutale, almeno esprime delle emozioni.
Rimane nel cuore Severus, così solo, adulto già da bambino e desolatamente perso nei suoi sensi di colpa.
Sei stata molto brava a costruire il background familiare di Severus e a caratterizzare Eileen.
 
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view post Posted on 23/5/2022, 20:30
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CITAZIONE (Arwen68 @ 23/5/2022, 19:42) 
Una storia ben scritta, cupa e intrisa di dolore.
Ammetto di essere rimasta spiazzata da questa Eileen così fredda e anaffettiva e da un Tobias che, per quanto brutale, almeno esprime delle emozioni.

Non so perché, ma è da quando ho iniziato a riflettere su come potesse essere Eileen che l'ho immaginata come una madre anaffettiva.
CITAZIONE
Sei stata molto brava a costruire il background familiare di Severus e a caratterizzare Eileen.

Grazie mille!! <3
 
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view post Posted on 27/5/2022, 00:18
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La tua storia mi ha colpito molto, Leonora, è una vicenda che analizza in profondità le motivazioni che hanno reso Severus l’uomo che conosciamo, e lo fa con bravura e logica mirabili.
Complimenti per come hai saputo concepire la visione ampia e dettagliata del contesto in cui viene a trovarsi il Severus bambino, costretto a crescere in un ambiente anaffettivo e violento al tempo stesso, nel quale, da subito, si trova a dover rinunciare ad essere amato, considerato, protetto, stimolato.

Ho apprezzato moltissimo la descrizione forte e credibile che fai della protagonista in negativo della vita del bambino, quella Eileen agghiacciante, incapace di calarsi nel ruolo di madre (una figura la sua perfino peggio di quella del padre alcolizzato e violento) e totalmente responsabile dei fallimenti affettivi del figlio che, ti confesso, sei riuscita a farmi odiare!

Il racconto è imbevuto di una sofferenza mai urlata ma straordinariamente viva, raccontata con grande capacità di entrare nei particolari e di coinvolgere emotivamente il lettore: quanto avrei voluto essere lì a strappare dalle mani di Tobias il bambino!
E il finale, in cui la realtà scivola nella visione e concede una soluzione ancora più amara, è un piccolo gioiello dal taglio spettacolare di cui non voglio spoilerare nulla.
Perciò mi limito a rinnovare ancora una volta i miei complimenti e a dirti: bravissima! :]
 
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view post Posted on 27/5/2022, 09:07
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CITAZIONE (Ele Snapey @ 27/5/2022, 01:18) 
La tua storia mi ha colpito molto, Leonora, è una vicenda che analizza in profondità le motivazioni che hanno reso Severus l’uomo che conosciamo, e lo fa con bravura e logica mirabili.
Complimenti per come hai saputo concepire la visione ampia e dettagliata del contesto in cui viene a trovarsi il Severus bambino, costretto a crescere in un ambiente anaffettivo e violento al tempo stesso, nel quale, da subito, si trova a dover rinunciare ad essere amato, considerato, protetto, stimolato.

Sono felice che tu abbia appezzato la descrizione del contesto in cui nasce Severus (è stata una dei particolari da cui sono partita per costruire il resto della storia).

CITAZIONE
Ho apprezzato moltissimo la descrizione forte e credibile che fai della protagonista in negativo della vita del bambino, quella Eileen agghiacciante, incapace di calarsi nel ruolo di madre (una figura la sua perfino peggio di quella del padre alcolizzato e violento) e totalmente responsabile dei fallimenti affettivi del figlio che, ti confesso, sei riuscita a farmi odiare!

Eileen è stato uno dei personaggi più difficili da descrivere proprio perché totalmente anafettiva nei confronti del figlio. L'ho sempre immaginata così e ti assicuro che scrivere le pagine del suo diario non è stato per niente facile.

CITAZIONE
E il finale, in cui la realtà scivola nella visione e concede una soluzione ancora più amara, è un piccolo gioiello dal taglio spettacolare di cui non voglio spoilerare nulla.

Sono felicissima che ti sia piaciuto il finale.

CITAZIONE
Perciò mi limito a rinnovare ancora una volta i miei complimenti e a dirti: bravissima!

Grazie mille, Ele <3
 
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view post Posted on 27/5/2022, 18:13
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Triste, tristissima l’infanzia di Severus (e tu sei maestra in queste cose), picchiato dal padre e ignorato dalla madre.
Poi, quando la pietra (che non è la pietra, ma sembra esserlo, presumo influenzando la psiche di Severus) la fa apparire in treno, Eileen risulta essere una persona molto particolare, ben indagata psicologicamente, probabilmente depressa nella sua apatia, sicuramente debole e infelice. Non mi è chiaro, però, l’influenza della Pietra della resurrezione, se tale è, sulla scena del treno, né se i pensieri di Eileen siano resi espliciti al figlio. Mi sento confusa. Ok, ora ci sono: il diario è la spiegazione.
Ho apprezzato molto la motivazionedi come è nato il soprannome di Principe Mezzosangue.
Il finale è in crescendo e annoda con logica coerenza tutti i fili intessuti nella trama, dando significato anche alla Pietra che, trovata, non serve più a nulla.
Tristissima storia, ma ben scritta e ben congegnata: brava.
 
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view post Posted on 27/5/2022, 18:18
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Ricordi di Leonora

Una storia scritta in modo eccellente sia per lo stile che per il contenuto.
Una storia malinconica, di una tristezza infinitamente grande. Mi ha lasciato nel cuore un senso di perdita, di assenza, di privazione e lutto. Non basta la solitudine, ciò che predomina è la mancanza di amore, perfino quello di una madre: Severus non ha nessuno a cui volgere il pensiero per trovare sollievo.

L’ultima scena è straziante. La vera pietra non serve, non gli serve, perché non c’è nessuno che potrebbe sollevarlo dall’abbandono, dal rimorso e dal dolore fisico, nessuno.
E’ una delle visioni più sconfortanti del personaggio Severus. In questo tu, Leonora sei maestra, qui ti sei superata!

Mi è piaciuta molto la costruzione con l’inserimento dei pensieri di Eileen, pensieri di una donna egoista, incapace di odiare, ma anche di amare: un personaggio che hai dipinto alla perfezione.
Resta un senso di perdita e solitudine dopo la lettura.
Sei stata davvero brava a condurre la trama verso il finale appropriato.
Complimenti!
 
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view post Posted on 28/5/2022, 15:42
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Risposta al commento di Ida
CITAZIONE
Poi, quando la pietra (che non è la pietra, ma sembra esserlo, presumo influenzando la psiche di Severus) la fa apparire in treno, Eileen risulta essere una persona molto particolare, ben indagata psicologicamente, probabilmente depressa nella sua apatia, sicuramente debole e infelice. Non mi è chiaro, però, l’influenza della Pietra della resurrezione, se tale è, sulla scena del treno, né se i pensieri di Eileen siano resi espliciti al figlio. Mi sento confusa. Ok, ora ci sono: il diario è la spiegazione.

L'idea della pietra che non è la pietra è nata mentre ascoltavo l'Aria del Salice dall'Otello (e non chiedermi come sia nato il collegamento). Inizialmente avevo pensato di svelare subito che lui aveva letto il diario di Eileen, poi ho pensato che fosse drammaturgicamente più sensato dare l'informazione in un secondo momento.

CITAZIONE
Ho apprezzato molto la motivazionedi come è nato il soprannome di Principe Mezzosangue.

Grazie!

CITAZIONE
Il finale è in crescendo e annoda con logica coerenza tutti i fili intessuti nella trama, dando significato anche alla Pietra che, trovata, non serve più a nulla.

Questa è stata una delle idee di base: una finta pietra che fa "nascere" l'immagine di Eileen e la vera Pietra che non serve a nulla.

CITAZIONE
Tristissima storia, ma ben scritta e ben congegnata: brava.

Grazie mille, Ida! <3

---

Risposta al commento di Chiara
CITAZIONE (chiara53 @ 27/5/2022, 19:18) 
Una storia scritta in modo eccellente sia per lo stile che per il contenuto.
Una storia malinconica, di una tristezza infinitamente grande. Mi ha lasciato nel cuore un senso di perdita, di assenza, di privazione e lutto. Non basta la solitudine, ciò che predomina è la mancanza di amore, perfino quello di una madre: Severus non ha nessuno a cui volgere il pensiero per trovare sollievo.

Posso assicurarti che anch'io, nello scrivere la storia, ho avuto dei momenti di fatica, ma ho sempre immaginato Eileen come una donna anafettiva o, quanto meno, indifferente al figlio. Poi avendola scritta ascoltando i Kindertotenlieder di Mahler non poteva che emergere una storia triste.

CITAZIONE
L’ultima scena è straziante. La vera pietra non serve, non gli serve, perché non c’è nessuno che potrebbe sollevarlo dall’abbandono, dal rimorso e dal dolore fisico, nessuno.
E’ una delle visioni più sconfortanti del personaggio Severus. In questo tu, Leonora sei maestra, qui ti sei superata!

So che è una visione sconfortante (e forse dovrei veramente scrivere con accompagnamenti musicali più lieti), ma il finale è stata una delle prime cose che ho scritto (una volta che ho il piano non è detto che scriva il racconto in ordine cronologico).

CITAZIONE
Mi è piaciuta molto la costruzione con l’inserimento dei pensieri di Eileen, pensieri di una donna egoista, incapace di odiare, ma anche di amare: un personaggio che hai dipinto alla perfezione.
Resta un senso di perdita e solitudine dopo la lettura.

Eileen è stato un personaggio difficile da scrivere, a causa delle caratteristiche le ho dato

CITAZIONE
Sei stata davvero brava a condurre la trama verso il finale appropriato.
Complimenti!

Grazie mille, Chiara <3
 
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view post Posted on 8/6/2022, 11:39
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I tuoi racconti mi colpiscono sempre per l'originalità e l'approfondimento della psicologia dei personaggi.
Così, anche in questo, ho trovato molto ben delineato il personaggio di Eileen che parla a Severus attraverso il diario segreto e l'idea che Severus ha ricavato della madre dalla lettura di questo.
Hai descritto alla perfezione la storia di una amore negato, o mai riuscito a sbocciare, sul quale gli eventi della vita hanno inciso drammaticamente. Com'è triste il ricordo dei brani del diario che asseconda lo scorrere della trama. E' un po' come ascoltare la voce di Eileen che continua ad allontanare da sé il suo unico figlio.
La Pietra nella storia entra come una suggestione, dettata dalle parole della dedica del nonno, dal sasso di fiume rinvenuto da Lily e, infine, dalla pietra che Severus trova nella sua passeggiata alla ricerca di erbe. A quel punto, anche se potrebbe davvero essere la vera Pietra della Resurrezione (lasciata cadere da Harry nella Foresta Proibita), a Severus non interessa più, perché ha tutte le risposte che gli servono e neppure una delle persone che potrebbe richiamare in vita sarebbe in grado di aggiungere un solo tassello alla verità così lampante.
Complimenti.

Edited by Gabrix1967 - 8/6/2022, 14:00
 
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view post Posted on 8/6/2022, 16:21
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CITAZIONE (Gabrix1967 @ 8/6/2022, 12:39) 
I tuoi racconti mi colpiscono sempre per l'originalità e l'approfondimento della psicologia dei personaggi.

Grazie mille!
CITAZIONE
Così, anche in questo, ho trovato molto ben delineato il personaggio di Eileen che parla a Severus attraverso il diario segreto e l'idea che Severus ha ricavato della madre dalla lettura di questo.
Hai descritto alla perfezione la storia di una amore negato, o mai riuscito a sbocciare, sul quale gli eventi della vita hanno inciso drammaticamente. Com'è triste il ricordo dei brani del diario che asseconda lo scorrere della trama. E' un po' come ascoltare la voce di Eileen che continua ad allontanare da sé il suo unico figlio.

Scrivere il punto di vista di Eileen è stata una sfida proprio per questo suo continuo allontanamento da Severus.
CITAZIONE
La Pietra nella storia entra come una suggestione, dettata dalle parole della dedica del nonno, dal sasso di fiume rinvenuto da Lily e, infine, dalla pietra che Severus trova nella sua passeggiata alla ricerca di erbe. A quel punto, anche se potrebbe davvero essere la vera Pietra della Resurrezione (lasciata cadere da Harry nella Foresta Proibita), a Severus non interessa più, perché ha tutte le risposte che gli servono e neppure una delle persone che potrebbe richiamare in vita sarebbe in grado di aggiungere un solo tassello alla verità così lampante.

L'idea della storia è nata un po' dalla mia visione di Eileen, un po' dalla scena finale e da lì sono partita nell'ideare la presenza della Pietra nella vicenda.
CITAZIONE
Complimenti.

Grazie mille! <3
 
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