Autore: Stella
Data: marzo 2022
Beta: Lonely_Kate
Genere: Introspettivo
Personaggi: Severus, Minerva McGranitt, Albus Silente
Pairing: nessuno (accenno a Severus/personaggio originale)
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Caratteri: 10.379
Riassunto: Sono passati alcuni anni dalla battaglia di Hogwarts, e Severus si è rifatto una vita con la Babbana Linda. Un giorno, quella che in apparenza è una semplice procedura, lo porta prima Hogwarts e poi al Ministero, dove si troverà a fare i conti con il passato.
Questa storia fa parte della mia raccolta
Andare Avanti, in cui vediamo Severus sopravvivere e rifarsi una vita con Linda.
Note: storia scritta per la sfida annuale 15 anni con Severus. Mese di Marzo. Scuola di Hogwarts, scudiero.
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
Oltre il velo
“Severus, sai che le cose devono essere fatte in un certo modo… A volte il modo in cui ignori volutamente alcune regole mi ricorda quello dei Grifondoro”. Minerva ridacchiò, e Severus prese un sorso dalla tazza di té, prima di rispondere.
“Non voglio ignorare di proposito le regole, Minerva. Ma in questo caso si tratta di una procedura inutile, che serve solo a rendere estremamente complicata una cosa che sarebbe estremamente semplice. Devo solo prendere un paio di rametti di Mandragola per la ricerca di mia moglie. Nessuno lo verrá mai a sapere”.
“Forse no,” annuí la Preside, con un leggero cenno del capo. “Ma tua moglie deve fare una ricerca Babbana, usando una pianta magica. Ci sono delle regole da seguire. Sai che con il Ministero i rapporti sono sempre stati molto… particolari. Adesso che tutto va bene, non voglio rischiare di comprometterli”.
Severus sospirò. Doveva riconoscere che Minerva aveva ragione. Del resto, lui non lavorava più ad Hogwarts, e non aveva il diritto di dire alla Preside cosa fare.
“Va bene, Minerva,” rispose, dopo qualche attimo di silenzio. “Andrò al Ministero a chiedere l'autorizzazione formale per usare una pianta magica per scopi Babbani. Se proprio devo…”
Minerva sorrise, scuotendo la testa leggermente. “Beh, vedi il lato positivo: é da tanto tempo che non vedi Hermione Granger. Probabilmente sará lei ad occuparsi della tua richiesta, cosí avrete modo di parlare un po’.”
E cosí, il giorno dopo, Severus si era recato al Ministero per richiedere l’autorizzazione ufficiale. Come si aspettava, si era trattato di una faccenda tediosa, ma non particolarmente complicata: Hermione Granger aveva capito immediatamente di cosa si trattava, e gli aveva timbrato e firmato rapidamente tutti i documenti di cui aveva bisogno. Adesso, nessuno avrebbe potuto accusarlo di qualunque cosa potesse rischiare di essere accusato per aver dato della Mandragola a sua moglie.
Poi, quando era arrivato (finalmente!) il momento di andarsene, era capitato quello che non si aspettava. Era vero che era da tantissimo tempo che non metteva piede al Ministero, e onestamente aveva sempre cercato di farlo il meno possibile. Ma si sentiva stupido a essersi perso, anche se quei lunghi corridoi gli sembravano tutti uguali.
In più, voleva evitare di imbattersi in persone che conosceva. Non aveva ormai molte conoscenze, al Ministero, ma non aveva voleva rischiare di perdere tempo a chiacchierare. Quando aveva visto avvicinarsi da lontano Arthur Weasley che veniva lungo il suo stesso corridoio con delle pergamene in mano, Severus aveva voltato l’angolo prima che lui potesse vederlo. Si era trovato in un corridoio lungo e scuro, e aveva continuato a percorrerlo, sperando di arrivare a una qualche uscita. A un certo punto, aveva visto una pesante porta di legno massiccio, dall’aspetto antico. Sapeva che avrebbe dovuto farsi gli affari suoi, ma qualcosa nell’aspetto di quella porta lo attirava. Appoggiò lentamente una mano sull’ampia superficie scura, e spinse: la porta si aprí immediatamente. Si trovò in una grande stanza circolare, senza niente, solo con altre porte. Severus sbuffò: detestava perdere tempo. Ma ormai doveva trovare una qualche uscita, e decise di aprire una delle porte, quella che gli si trovava di fronte.
Era una stanza grande, buia e illuminata fiocamente da alcune torce. Era completamente vuota. Al centro, un grande arco di pietra con un velo nero, che sventolava appena, come mosso da un vento leggero. Severus sapeva esattamente di cosa si trattava, anche se non lo aveva mai visto di persona.
Per qualche motivo, si sentiva attratto da quell'oggetto. Era orribile e spaventoso, e al tempo stesso aveva su di lui un fascino irresistibile. La sala era ovviamente deserta, e Severus avanzò a piccolissimi passi verso il velo, stranamente minaccioso nella sua impalpabilitá. Quel velo, in un modo o nell'altro, era diventato la dimora permanente di tante persone a lui care. Forse era questo il motivo che lo attraeva, o forse non c'era un motivo particolare. Avvertiva solo il bisogno fisico di vederlo più da vicino. Sventolava leggermente, e il nero che lo colorava assumeva dei bagliori sinistri, forse a causa dell'illuminazione insufficiente di quella grande stanza buia.
Adesso era molto vicino: se avesse allungato una mano, avrebbe potuto toccarlo. Sapeva quanto pericoloso fosse quello che stava facendo, ma non riusciva a trattenersi, e fece un altro passo.
All'improvviso, un rumore fioco e lontano si fece largo nel silenzio assordante. Severus trasalí, e si ritrasse. Il rumore si fece sentire ancora, e Severus riuscí a capire che si trattava di una voce. Una voce incomprensibile, ma che gli stava chiaramente dicendo qualcosa. Si avvicinò ancora, e la voce si fece più forte. Molto più forte: un rombo preceduto da un fischio, che fece indietreggiare Severus tanto velocemente da fargli quasi perdere l'equilibrio.
"Sta' lontano da lí!"
Poi, di nuovo il silenzio. Severus poteva ancora sentire il fischio nelle orecchie, mentre si guardava intorno, ansimando e con gli occhi sbarrati. Tutto sembrava tornato alla normalitá: il velo sventolava leggero come al solito, nessuno era entrato nella stanza. Ma lui quella voce l'aveva sentita per davvero.
Si guardò intorno un'ultima volta, e si rese conto di avvertire un bisogno completamente diverso: adesso doveva andarsene da quella stanza, allontanarsi da quel velo il più possibile.
Si affrettò verso la porta che aveva aperto qualche minuto prima, la spalancò e uscí in corridoio a grandi passi, senza voltarsi indietro. Quando finalmente si trovò fuori, all'aperto, si fermò qualche secondo per respirare l'aria fresca e pulita a pieni polmoni.
Poi, si avviò verso la sua nuova destinazione.
Era l’ora di pranzo, e quasi tutti gli abitanti di Hogwarts erano all’interno. Severus stava camminando lungo la strada che portava al castello, scuro in volto e pensieroso. Era ancora scosso per quanto successo al Ministero, e voleva trovare il modo per rifletterci con calma.
Severus toccò leggermente il grande cancello con la bacchetta, e le catene che lo tenevano chiuso scivolarono rapidamente via con un fastidioso rumore metallico. Richiuse il cancello con un altro tocco della bacchetta, e si incamminò verso le serre. In mano teneva un piccolo sacco di tela con l’occorrente per quello che doveva fare. Aveva ovviamente ottenuto il permesso di Pomona: sapeva quanto la professoressa di Erbologia fosse affezionata alle sue piante. Del resto, a Severus servivano solo un paio di rametti di Mandragola, per fare un piacere a sua moglie. Linda stava conducendo una ricerca particolare; e gli aveva chiesto questo piacere. Severus non aveva capito sinceramente su cosa stesse lavorando Linda, ma non gli costava nulla accontentarla. Sapeva che le sue ex colleghe erano molto affezionate a lui, e lo avrebbero aiutato. Minerva in particolare adorava Linda.
Severus si incamminò a passo svelto verso le serre: ora più che mai desiderava starsene da solo e non parlare con nessuno. Un raro colpo di fortuna lo accontentò, e Severus entrò nelle serre indisturbato. Lí venne accolto da un’atmosfera di pace donata dall’assoluto silenzio e dalla molte diverse piante, sistemate con cura secondo la volontá della professoressa Sprite. Si fermò e fece un bel respiro profondo. Aveva visto subito le piante di Mandragola: Pomona le aveva messe vicino all’entrata, in modo che lui le trovasse subito senza dover perdere tempo a cercarle. Ma non gli dispiaceva fermarsi un attimo a guardare tutte le piante, i fiori e i cespugli che affollavano la serra. Adesso che era arrivato, sapeva che poteva starsene in pace per un po’: c’era ancora tempo, prima che ricominciassero le lezioni. Nella serra faceva caldo, e gli sembrava che questo aumentasse la sua voglia di riposo. Il riposo fisico sarebbe arrivato a breve, ma quello mentale… Sicuramente, ci sarebbe voluto un po’.
Aveva riconosciuto quella voce. Nonostante l'avesse sentita chiaramente una sola volta, non poteva non risconoscerla. Non sapeva come fosse possibile, ma in qualche modo Silente gli aveva parlato da dietro al velo. Gli aveva ordinato di allontanarsi, aveva spezzato quell'attrazione pericolosa che, per qualche motivo, quello strumento di morte aveva avuto su di lui. Prese un altro sorso d'acqua. Adesso si sentiva più lucido. Non credeva fosse possibile che qualche defunto riuscisse a mettersi in contatto con i vivi parlando da dietro il velo. Non aveva mai letto o sentito parlare di una cosa simile. Ma Silente era un mago potente... molto potente. Lui poteva fare cose che altri maghi non sarebbero mai riusciti a fare. Ma era morto. Ed era vero che a volte i confini fra il mondo dei morti e quello dei vivi non erano cosí netti...
O forse si era immaginato tutto. Possibile? No. Era sicuro di no.
Perché il velo l’aveva attirato cosí tanto? E perché proprio Silente era intervenuto? Che avesse voluto proteggerlo in qualche modo, un’ultima volta?
Si riscosse, e decise di muoversi. Il caldo e i profumi all’interno della serra stavano iniziando a dargli fastidio. Si avvicinò alle piante di Mandragola e prese dall’ampia tasca del mantello il sacchetto e le forbici che si era portato. Tagliò rapidamente alcuni rametti, li mise nel sacchetto di tela, e uscí di nuovo all’aria fresca.
Poi, si diresse di nuovo al cancello, e si smaterializzò appena possibile.
Per fortuna, la casa era vuota. Linda e le bambine erano fuori. Severus andò in cucina per bere un bicchiere d'acqua fresca: un gesto cosí semplice che spesso lo aiutava a calmare le idee e i pensieri. Poi si sedette pesantemente su una sedia accanto al tavolo.
Proprio in quel momento, la porta di casa si spalancò, e le risate di Linda e delle bambine riempirono l'ingresso, strappando Severus ai suoi pensieri.
Pensieri che però erano ancora latenti nella sua mente, e lo sarebbero stati a lungo. Dopo aver preso i rametti di Mandragola sarebbe potuto rimanere a Hogwarts e parlarne con Minerva, ma adesso non gli andava. Aveva ancora bisogno di pensare da solo, poi avrebbe sentito anche l'opinione della Preside.
Ma non era quello il momento di pensare troppo. La sua famiglia era a casa, e lui non vedeva l’ora di dimenticare quei dubbi spiacevoli in loro compagnia. Mentre abbracciava Linda, pensò che qualunque cosa fosse successa quel giorno, era contento che Silente l’avesse protetto.
Edited by Starliam - 3/25/2022, 07:43 PM