Il Calderone di Severus

Ele Snapey - Alle prime luci dell'alba, Genere: generico, introspettivo - Tipologia: one-shot - Rating: per tutti - Personaggi: Severus Piton, Hermione Granger - Pairing: nessuno - Epoca: 5° anno - Avvertimenti: nessuno

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view post Posted on 16/2/2022, 01:07
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Titolo: Alle prime luci dell'alba
Autore/data: Ele Snapey - Febbraio 2022
Beta reader: Kijoka
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: Introspettivo/Generico
Personaggi: Severus, Hermione Granger
Pairing: nessuno
Epoca: 5° anno
Avvertimenti: nessuno

Riassunto: Quando il professor Piton si trova costretto a trascorrere una notte a Grimmauld Place, si possono verificare anche cose inaspettate...

Nota: Storia scritta per la Sfida di Febbraio, nell’ambito della “15 anni con Severus”.
Scudiero della Scuola di Beauxbatons
Caratteri: 33.416

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.









ALLE PRIME LUCI DELL'ALBA



Luna crescente. La stava osservando da un po’, mentre percorreva il vicolo deserto e silenzioso dopo essersi Materializzato.
Uno spicchio consistente, di una bellezza sfacciata, che sembrava sfidarlo; brillava nel cielo limpido, nero come il petrolio, di una serata estiva insolitamente gradevole.

Considerò come in pochi giorni avrebbe raggiunto la sua sfolgorante pienezza, e in automatico gli venne da pensare a Lupin: chissà se il lupastro si era ricordato di iniziare ad assumere la pozione?
Riportò l’attenzione sul selciato del viottolo che sbucava in Grimmauld Place, accelerando il passo. In giro non c’era anima viva.

Attraversò il piazzale veloce come un’ombra, unico suono percepibile il lieve calpestio dei suoi stivali; si concentrò sull’ubicazione del numero civico dodici e, all’istante, tra i numeri undici e tredici affiorò l’uscio di vernice nera, un po’ scrostata, con il batacchio d’argento a forma di serpente.
Salì i gradini di pietra, estrasse la bacchetta e toccò la porta un paio di volte. Quindi aspettò, infastidito dai tempi d’attesa che si prolungavano.

Si guardò attorno, giusto per constatare come la sua presenza costituisse l’unica forma di vita nel raggio di due isolati. Era di norma un quartiere tranquillo, quasi disabitato, e a maggior ragione lo era dopo il tramonto: motivo per cui le riunioni erano spesso indette a quell’ora.
Finalmente dall’interno provennero passi affrettati, poi alcuni scatti e il tintinnio di una catena che veniva rimossa.

Alzò lo sguardo e rivolse un ultimo, fugace sguardo al rettangolo di cielo ritagliato tra il tetto di un palazzo e l’altro, da dove occhieggiava sornione il quarto di luna. Il battente si aprì ed entrò in fretta.

– Buonasera, professore. – Molly era infagottata in un antiquato grembiule a quadri, ornato da volant. Con tutta probabilità aveva appena terminato di rassettare: il profumo di arrosto e patate che aveva preparato per cena aleggiava ancora nell’aria.
- Hanno già iniziato? – Domandò, rivolgendole un cenno garbato.
- Abbiamo appena preso il dolce. Le ho messo da parte una fetta di crostata di ribes. – Precisò lei, con fare premuroso, mentre ripercorreva lo stretto corridoio d’ingresso alle cui pareti era appesa una lunga serie di vecchie cornici polverose contenenti i ritratti degli avi di casa Black.

Severus la seguì e, passando davanti all’effigie di Phineas Nigellus, gli lanciò un’occhiata penetrante, poi evitò con grazia il portaombrelli a forma di zampa di troll che occupava buona parte del passaggio.
– No, grazie, Molly. Preferisco avere dell’acqua fresca, se possibile. – Rispose, con un sorriso appena accennato.
All’improvviso venne distratto da un vivace tramestio proveniente dalle scale che portavano ai piani superiori.

- Non dovreste essere già pronti per andare a letto, voi? - strepitò la signora Weasley, con le mani bellicosamente piantate sui fianchi.
- Un attimino, mamma. E’ ancora presto. – Protestò uno dei gemelli. Alle sue spalle spuntarono le zazzere rosse dei fratelli.
- Come eravamo rimasti d’accordo un’ora fa, Fred? Avanti, filate subito nelle vostre camere, e senza fiatare! – Ordinò lei, truce. Davanti alla sua espressione, e a quella costernata dei ragazzi, Severus faticò a contenere una battuta sarcastica.

Si limitò a sfoderare uno sguardo raggelante, di quelli che avrebbe intimidito anche un Dissennatore.
Fu più che sufficiente a farli desistere dal replicare, e uno alla volta si ritirarono in buon ordine.
L’ultima a lasciare la posizione fu Hermione Granger. La guardò e si stupì di non aver notato prima la sua presenza tra i Weasley.

Aveva i capelli raccolti, e indossava una maglietta bianca a maniche corte con sopra un grazioso unicorno di paillettes color lilla, che strizzava l’occhietto.
Particolare che lo attirò: mai si sarebbe aspettato di vederle addosso un capo d’abbigliamento così poco consono alla sua personalità.

Hermione indugiò qualche secondo, guardandolo in modo piuttosto insistente. Pareva volesse aggiungere qualcosa.
L’uomo socchiuse le palpebre, inclinando appena il capo, come ad incoraggiarla ad esprimersi.
Ma la ragazzina, arrossendo lievemente, abbassò lo sguardo.
- Buonasera, professor Piton. – Fu tutto quello che riuscì a proferire. Quindi si voltò e risalì in fretta i due gradini che la separavano dal pianerottolo, accodandosi al resto della truppa in ripiego.

Gli occhi di Severus la seguirono, incuriositi. Non aveva ancora deciso se considerarla un potenziale genio in divenire, o semplicemente una piccola saccente bisognosa di mettersi in luce per dimostrare a se stessa e agli altri di valere qualcosa.
Virò di nuovo l’attenzione su Molly che intanto aveva ripreso a parlare.

- Il loro unico desiderio sarebbe quello di poter partecipare alle riunioni. Ma non si rendono conto di essere ancora troppo giovani per affrontare problemi tanto più grandi di loro. – Chiarì, con accento preoccupato, mentre raggiungevano il soggiorno che fungeva da sala riunioni.

Severus varcò la soglia del nuovo ambiente, e percepì subito il peso di diversi sguardi indagatori.
Una sensazione maledettamente spiacevole. Ciò per cui non provava la necessità di sentirsi parte del gruppo, ed evitava scrupolosamente di fermarsi a pranzo o a cena.
Riservò una fredda occhiata ai presenti partendo da Arthur Weasley che, seduto a capotavola, gli rivolse un sorriso mite.

Poi Hestia Jones, Sturgis Podmore, Emmeline Vance, Kingsley, Malocchio, infine Lupin.
Questi, con la solita aria stropicciata, gli indicò una sedia libera vicina all’ingresso del soggiorno.
– Eccoti, Severus. Grazie per averci raggiunto; ora possiamo iniziare.

L’insegnante di Pozioni si accomodò nell’attimo in cui Molly appoggiava sul tavolo il vassoio con una grossa caraffa piena di limonata e diversi bicchieri di vetro scompagnati.
Ne scelse uno largo, con bollicine in rilievo, e vi versò la bevanda, iniziando a sorseggiarla mentre Remus avviava la messa a punto del piano che prevedeva la liberazione di Harry Potter, con conseguente trasferimento da Privet Drive al Quartier Generale.

Volse il capo verso l’apertura della porta lasciata socchiusa quando, con la coda dell’occhio, percepì un leggero movimento oltre la soglia, giusto in tempo per notare il paio di Orecchie Oblunghe che venivano calate con prudenza dal piano superiore.
Trattenne un sogghigno e sollevò pigramente la mano. Gli bastò un gesto lieve: il battente si chiuse con uno scatto secco, attivando l’Incantesimo Imperturbabile.

L’assenza di Black lo aveva messo quasi di buon umore. Osò perfino sperare che la riunione terminasse in fretta per riuscire a rientrare il più presto possibile a Hogwarts.
A metà seduta, dopo un paio di interventi di una certa rilevanza, si permise addirittura di lasciar vagare i pensieri. Tornò anche sulla questione Granger: alla fine era, o non era un’insopportabile So-Tutto-Io?

Nel frattempo la signora Weasley gli aveva posato di fronte il piattino con la fetta di crostata conservata apposta per lui; la pastafrolla era un po’ stopposa, ma non poté esimersi dall’assaggiarla dal momento che Molly aveva preso a sbirciarlo con aria fiduciosa, in attesa di un segnale di gradimento.

Quando la vide partire di nuovo per l’ingresso ne approfittò per mettere da parte il dolce.
Trascorsero un paio di minuti prima che il baccano di un oggetto metallico che rotolava, accompagnato dalle urla della vecchia Walburga Black, annunciassero l’arrivo di Tonks.

- Buonasera a tutti, scusate il ritardo. – Trafelata, i capelli rosa cicca, prese posto accanto a Lupin sussurrandogli qualcosa all’orecchio.
- Buonasera, Ninfadora. – Flautò Severus al suo indirizzo, ottenendo di rimando un’occhiata infastidita. Sollevò un angolo della bocca, e le dedicò un sorrisetto obliquo grondante sarcasmo: amava rendersi odioso, soprattutto nei confronti di coloro per i quali non nutriva grande considerazione.

Contrariamente a quanto sperato la riunione si protrasse ancora. Non riuscivano a mettersi d’accordo sul mezzo più sicuro per trasportare Potter e i suoi effetti personali.
Finalmente, quando anche Malocchio si convinse che usare le scope sarebbe stata la soluzione migliore, sembrò che l’assemblea potesse concludersi.

Severus fece per alzarsi, ma Lupin lo bloccò. Agganciò il suo sguardo e colse una sfumatura preoccupata nei suoi occhi grigi, che non gli fece presagire niente di buono.

– Signori, abbiate pazienza… è per una cosa importante. Tonks mi ha appena riferito di aver notato presenze sospette aggirarsi in zona. Non abbiamo certezza che siano informatori di Tu-Sai-Chi; però, nel dubbio, è meglio che al momento nessuno esca da qui, quindi sono costretto a chiedervi di rimanere a dormire. Ci sono ambienti sufficienti ad ospitare tutti: non sarà il massimo della comodità, tuttavia credo che per una notte ci potremo adattare. Ritengo sia necessario prestare molta attenzione di questi tempi.

Il brusio che serpeggiò tra i presenti accrebbe la contrarietà di Severus.
Scoccò un’occhiata seccata a Remus. Lui ricambiò con aria desolata e ferma al tempo stesso.
– Mi spiace. So che in questo momento mi stai detestando, - mormorò, pacato, - ma tu sei proprio quello che corre il maggior rischio di esporsi, ed è un rischio troppo concreto che non puoi… che non possiamo permetterci. Credimi, molto meglio che tu trascorra qui la notte, per quanto ti possa procurare fastidio.

Severus arricciò le labbra, impedendo alla risposta astiosa che aveva in serbo di partire come un tappo di champagne. Intanto la signora Weasley si era avvicinata, pregandolo di attenderla, dal momento che avrebbe provveduto lei ad accompagnarlo nel salotto al primo piano.
Mentre gli altri salivano per raggiungere le camere situate al terzo, e aspettando il ritorno di Molly, terminò nervosamente il resto della crostata che aveva lasciato nel piatto.

La donna ricomparve pochi minuti dopo. Salirono in silenzio le scale immerse nella penombra, osservati dalle inquietanti teste degli Elfi appese alla parete.
– Si troverà bene, professore, - bisbigliò lei, quando raggiunsero il pianerottolo illuminato da un’unica lampada a olio, appoggiata su un piccolo scrittoio consumato: - il salotto è tranquillo, ha un divano confortevole, ed è uno degli ambienti più ripuliti dai Doxy. Inoltre il bagno è qui, a fianco.

Severus non ne trasse alcun conforto; evitò comunque di commentare e seguì la donna diretta verso l’ultimo uscio, in fondo.

Fu attirato all’improvviso da un lieve scricchiolio alla propria destra. Guardò la prima delle tre porte che affacciavano sul corridoio, e si accorse che il battente era socchiuso: oltre il buio vide risaltare appena il delicato pallore di un viso.
La porta si richiuse in fretta, ma non così velocemente da non permettergli di riconoscere i tratti di chi stava sbirciando il suo passaggio.

– Quella è la stanza dove dormono Hermione e Ginny. – Specificò Molly, sottovoce, e Severus represse a stento una risatina: non si era resa conto di come la compagna di stanza della figlia non stesse affatto dormendo, nonostante l’ora tarda.

Immaginò la Granger mentre zampettava verso il letto dell’amica, la svegliava – sempre che non lo fosse già - e le comunicava, concitata, come il detestabile, unto professor Piton dormisse a soli pochi metri da loro.
Nel frattempo aveva varcato la soglia del salotto, preceduto dalla donna: la risatina gli morì definitivamente in gola.

Fece circolare lo sguardo. Un enorme, lugubre camino annerito dominava l’ambiente. Quindi un divano malconcio, su cui erano stati posati una coperta e un cuscino, due poltroncine, un pianoforte a coda acciaccato e una grossa madia con la maggior parte delle vetrinette mancanti, completavano l’arredamento.

Sulla parete centrale, da cui pendevano pezzi scollati di tappezzeria, campeggiava l’arazzo raffigurante l’albero genealogico dei Black.
- Grazie, Molly. Dormirò come un bambino… - commentò in tono sottilmente ironico, che però lei non colse.
Si augurarono la buonanotte; una volta rimasto solo spense la luce e si coricò, cercando la posizione più comoda.

Si sentiva molto stanco, tuttavia il maledetto divano non voleva saperne di collaborare nonostante fosse abbastanza ampio.
Trascorse diverso tempo a fissare i pesanti tendoni grigi legati ai lati delle finestre opache, da cui filtrava il chiarore dei lampioni, poi l’arazzo con i nomi degli antenati.

Infine le palpebre iniziarono ad abbassarsi sulla visuale del pesante lampadario antico ornato di ragnatele, chiudendosi definitivamente sulla riflessione che Molly avrebbe dovuto accorgersene durante la sessione di pulizie.
Sprofondò nel sonno…



Il silenzio fu incrinato dalle note provenienti dal pianoforte.
Severus aprì gli occhi nel buio. Si mise a sedere sul divano mentre la musica pervasa di malinconia struggente riempiva lo spazio nero e privo di forme.
Frugò con lo sguardo l’oscurità che aveva risucchiato anche il chiarore dei lampioni.
Posò i piedi sul tappeto che rivestiva l’intero pavimento, e ne avvertì la cedevolezza. Si accorse così di essere completamente scalzo.

Un tenue bagliore azzurrino illuminò delicatamente il piano a coda. Il posto che avrebbe dovuto ospitare il pianista era vuoto, ma lo strumento continuava lo stesso a suonare.
Non se ne stupì, anzi, avvertì una piacevole sensazione di calore alla vibrazione della melodia che sprigionavano i tasti. Un’armonia dolcissima che gli sembrò familiare.
Forse qualcosa di legato alla propria infanzia: una di quelle ninna nanne che gli cantava sottovoce la mamma per farlo addormentare.

Si alzò e raggiunse il pianoforte nel momento in cui piccole sfere sfavillanti e colorate sbucavano dalla tavola armonica, simili a luminescenti bolle di sapone. Le bolle si librarono leggere fino all’entrata del salotto, per poi scomparire oltre.
Aprì la porta, rimanendo attonito: il corridoio polveroso aveva lasciato il posto a una fitta vegetazione. Dove prima c’erano pareti, porte, una vecchia moquette sdrucita e lo scrittoio che sorreggeva la lampada ad olio, erano cresciuti arbusti e grossi tronchi.

Mosse qualche passo, ricordando di essere a piedi nudi, tuttavia la cosa non lo turbò: il terreno era morbido, ricoperto di aghi di pino e di muschio, e si trovò perfettamente a proprio agio.
Imboccò le scale, che però non erano più composte da gradini. Al loro posto emergevano grosse radici a formare una specie di scala, ripida e contorta, che portava al piano di sotto… o quello che era stato il piano di sotto, dal momento che si era trasformato in una fitta boscaglia, cupa e malsana, abitata da una miriade di indefinibili creature nascoste nell’ombra.

Captò i loro sguardi, sicuro di trovarsi in qualcosa di molto simile alla Foresta Proibita.
Era solo, al centro di un minuscolo spiazzo senza vita né rumori, osservato da innumerevoli occhi celati tra il fogliame e i cespugli. Si sentì abbandonato.

Poi un fruscio alle spalle, il suono cadenzato di zoccoli sul terreno; si voltò di scatto e in mezzo alla selva vide apparire uno splendido Unicorno.
Riluceva di un bagliore sufficiente a fugare l’oscurità del sottobosco, ed era di un delicato color lilla.
Ragionò sul fatto che non si sarebbe mai aspettato di vedere in un simile contesto un Unicorno di quel colore, e nemmeno sulla maglietta della Granger.

L’animale si fermò a poca distanza: bello, puro, emozionante.
Severus si avvicinò, cauto, allungando una mano; la creatura gli permise di appoggiarla al muso, ed egli avvertì un forte calore, seguito da un’inebriante sensazione di energia che si estese a tutto il corpo.

L’Unicorno si staccò da lui, inoltrandosi di nuovo tra gli alberi, non senza prima essersi voltato a guardarlo. Severus capì che gli stava chiedendo di seguirlo.
Guidato dalla sua luce si spinse verso la parte più fitta della macchia. Ora aveva addosso un’altra strana percezione: era come se ci fosse urgente bisogno di lui.

Scesero verso il cuore della foresta, sempre più giù.
Infine la vide, in mezzo a una piccola radura: Hermione Granger era in ginocchio, rannicchiata su un tappeto muscoso. Aveva l’espressione del volto cristallizzata in una smorfia di paura e in testa un cappello a larga tesa un po’ malridotto, con la punta afflosciata.

L’Unicorno si diresse verso di lei. Quando Severus tentò di muovere a sua volta qualche passo fu come se una forza incorporea glielo impedisse.
La guardò, preoccupato: stava disperatamente cercando di comunicargli qualcosa, ma sembrava intrappolata in una sorta di prigione trasparente e insonorizzata.

Il mago sentì crescere la frustrazione, rendendosi conto nel contempo che il copricapo malconcio in testa alla ragazza era il Cappello Parlante, da cui lei non riusciva a liberarsi.
Anche perché non era il solito cappello, dall’aria acuta e perspicace. Quello che portava la Granger ostentava un’espressione malevola e, a giudicare dal movimento incessante della sottile fessura di cui si serviva come bocca, continuava a blaterare in modo ossessivo. E lui che non poteva far nulla, con i piedi incollati al terreno, gli occhi in fissa sulla bocca del Cappello, oppresso da una terribile sensazione di impotenza.

Ad un tratto tutto iniziò a girare. Dapprima lentamente, quindi sempre più vorticosamente, fino a che forme e colori si mischiarono in un unico, grande intruglio variopinto e ribollente dell’enorme calderone che…

Severus si destò con un lieve senso di vertigine. L’incubo era stato così vivido da lasciargli addosso un residuo di inquietudine alquanto fastidioso.
Un delicato chiarore iniziò a sfiorare gli oggetti del salotto, superando la patina sporca che si era consolidata sui vetri delle finestre.
L’alba stava sorgendo. Decise quindi di approfittarne per andarsene in fretta, e prima che il resto della allegra brigata si svegliasse.



******





Per Hermione prendere sonno quella notte stava diventando un’impresa difficile: faceva caldo e aveva mille cose che le ronzavano per la testa.
Con gli occhi aperti nel buio ascoltò il respiro regolare di Ginny, che invece sembrava aver imboccato l’ingresso per il mondo dei sogni già da un pezzo.
Quindi percepì un rumore leggero di passi attutiti dalla moquette e la voce della signora Weasley che bisbigliava qualcosa rivolta a qualcuno.

Scese dal letto, rinunciando a cercare le ciabatte, e raggiunse velocemente la porta in punta di piedi.
La socchiuse tentando di far meno rumore possibile, ma la curiosità, e quel dannato battente scricchiolante, la tradirono.

Così si ritrovò, senza preavviso, a incrociare lo sguardo letale del suo insegnante di Pozioni.
Richiuse l’uscio precipitosamente e filò di nuovo sotto le lenzuola.

Il cuore continuò a battere forte, mentre cercava di allontanare il pensiero che Piton avrebbe potuto chiedere a Molly di appiopparle una punizione umiliante per averla pescata ancora fuori dal letto a quell’ora.
Rimase paralizzata nella stessa posizione per diversi minuti.
Quando il silenzio tornò di nuovo a regnare su tutta la casa, anche il livello di ansia iniziò a calare.

Era talmente agitata che non le passò nemmeno per la testa di svegliare l’amica per informarla che il professore avrebbe dormito proprio lì, sullo stesso piano, a poca distanza da loro.
Perché si sentisse tanto rimescolata non era poi così difficile da comprendere.
Sapeva come, per lei, Piton costituisse il suo enorme punto debole. Lo ammirava e lo temeva al tempo stesso: inutile negare come l’unico obiettivo a cui ambiva veramente fosse il suo giudizio benevolo.
Avrebbe fatto di tutto per ottenerlo, seppur consapevole di come la posta in palio - che stava nel riuscire ad andare oltre il carattere impossibile di quell’uomo, possibilmente uscendone interi – richiedesse grandi doti di abnegazione e coraggio.

Gli occhi si chiusero gradualmente su quell’ultima considerazione, e le congetture cedettero finalmente il posto al sonno.
Pian piano il buio si assottigliò, per poi dissiparsi completamente.
Ora non era più sdraiata nel proprio letto, ma seduta sullo sgabello collocato sopra la pedana del Tavolo dei Professori, in Sala Grande.

Si accorse di avere in testa il vecchio, sdrucito Cappello Parlante. Davanti a sé la sala deserta, con i lunghi tavoli vuoti in prospettiva, era immersa in un’atmosfera cupa.
Tuttavia la cosa non la preoccupò: il Cappello stava elencando, spedito e petulante, i soliti versi della solita filastrocca riservata alla cerimonia di Smistamento. Tutto nella norma.
Se non che, arrivato ad un certo punto si inceppò, cominciando a ripetere ossessivamente la stessa quartina.


E’ forse Grifondoro la vostra via
Culla dei coraggiosi di cuore:
Audacia, fegato, cavalleria
Fan di questo luogo uno splendore…
E’ forse Grifondoro la vostra via
Culla dei coraggiosi di cuore:
Audacia, fegato, cavalleria
Fan di questo luogo uno splendore…


Hermione afferrò la tesa sgualcita e tentò di cavarselo con uno strattone deciso; ma questi sembrava saldato per magia ai capelli e continuò ad opporre resistenza, impedendole di liberarsene.
I livelli di agitazione crebbero, anche perché notò come l’ambiente stesse iniziando rapidamente a mutare: arbusti e cespugli contorti prendevano il posto dei tavoli, alberi secolari sorgevano dal pavimento, stendardi si trasformavano in liane.
Si ritrovò in un batter d’occhio attorniata dalla selva: un luogo sconosciuto, senza anima, né calore, che avrebbe potuto essere la Foresta Proibita.


E’ forse Grifondoro la vostra via
Culla dei coraggiosi di cuore…



Assediata dal buio, impaurita, infreddolita e stordita dal martellante farneticare del malefico copricapo si sentì venir meno. Le gambe cedettero e crollò, prima ancora di rendersene conto, su quello che sembrava un tappeto di muschio.
Intanto la voce del cappello si era trasformata in quella dell’insegnante di Divinazione, e si accorse come anche le parole si fossero modificate: la filastrocca aveva una cadenza più grave, le rime sembravano evocare un presagio.


Audacia, fegato, cavalleria
Fan di questo luogo uno splendore…
Ma chi oserà sfidar la notte ed il potere,
Andando incontro a forze oscure,
Procurerà scompiglio e dispiacere
Forzando il Velo a far da scure…


Hermione cercò di raddrizzarsi, ma l’unica cosa che le riuscì di fare fu rimanere appallottolata su se stessa per cercare di proteggersi.
All’improvviso, qualcosa di inaspettato: apparve una luce a spezzare l’oscurità del sottobosco, dapprima molto tenue, poi sempre più brillante.
Diresse lo sguardo verso il barlume di speranza che si avvicinava velocemente, accompagnato dal ritmo di uno scalpitio morbido e modulato.

Trascorsero diversi secondi prima che davanti ai suoi occhi si palesasse il meraviglioso spettacolo di un Unicorno, puro e luminoso, dal quale scaturiva una magica energia color lilla.
La splendida creatura la raggiunse, e ricacciò indietro le tenebre, come un Patronus con i Dissennatori, provocando però la reazione stizzita del Cappello che prese a ripetere la quartina in modo ancora più incalzante.


Ma chi oserà sfidar la notte ed il potere,
Andando incontro a forze oscure,
Procurerà scompiglio e dispiacere
Forzando il Velo a far da scure…



Hermione riuscì a eluderlo per qualche istante, attirata da qualcosa che avrebbe potuto rivelarsi ancora più pericoloso.
Una figura imprecisa, confusa tra le ombre degli alberi, si stava approssimando.
Scrutò con apprensione l’ignoto oltre la radura per tentare di capire di chi, o di che cosa si trattasse.

Per fortuna, dopo alcuni istanti, dal limitare della foresta sbucò il professo Piton, privo di calzature ai piedi ma con tanto di redingote nera di ordinanza.
La tensione si sciolse come neve al sole, grazie al conforto della sua presenza: ora c’era lui, il suo insegnante prediletto, forte e coraggioso. Colui che l’avrebbe salvata!

Tentò di metterlo in guardia dall’insidia del Cappello Parlante e di quello che poteva celarsi nella Foresta. Però, per quanto si sgolasse, era come se il professore non riuscisse a sentirla.
Strillò a lungo, disperata, ma più alzava il tono per farsi sentire, più il ritornello diabolico sovrastava la sua voce.


Forzando il Velo a far da scure… Forzando il Velo a far da scure… Forzando il Velo a far da scure…


L’Unicorno galoppò lontano, spaventato, e il buio rimpiombò sulla radura, mentre la figura del professor Piton svaniva lentamente e inesorabilmente… lentamente e inesorabilmente…

Hermione spalancò gli occhi e scattò a sedere sul materasso bitorzoluto, trattenendo un grido.
Il respiro affannoso si quietò non appena ebbe realizzato di essere al sicuro, nella cameretta del primo piano di Grimmauld Place. Un esile chiarore stava iniziando a far emergere dal buio i contorni dei mobili della stanza.

Guardò al letto dove Ginny dormiva placidamente e avvertì un lungo brivido al ricordo nitido dell’incubo che aveva appena fatto.
Sentiva la bocca asciutta e una gran sete. Decise di scendere in cucina a bere.
Facendo attenzione a non svegliare l’amica infilò la maglietta con l’Unicorno, regalo dei suoi per l’ultimo compleanno, e scivolò giù dal letto.

Sgattaiolò fuori dalla camera cercando di non far rumore, quindi imboccò le scale. Poteva percepire ogni scricchiolio della casa ancora immersa nel sonno.
Ma quando attaccò a scendere i gradini che portavano nel seminterrato si fermò a metà rampa.
La luce era accesa: in cucina c’era già qualcuno…

******




Seduto al lungo tavolo di legno, Severus terminò di sorseggiare il caffè che Molly aveva lasciato dalla sera precedente in un grosso thermos, già pronto e solo da riscaldare.
La brava donna aveva predisposto tutto, prima di andare a dormire, così che, se qualcuno si fosse alzato in anticipo, avrebbe potuto fare colazione per conto proprio.

Le rivolse un pensiero grato: amava la sferzata di energia che riservava una bella tazza di espresso bollente, soprattutto se amaro e gustato all’alba.
Inoltre, il pensiero di potersene andare senza esser costretto a stupidi convenevoli, o peggio, a incrociare Black, lo faceva sentire leggermente in pace con il mondo.

Il filo delle tranquille riflessioni si spezzò, quando avvertì come lui e il suo caffè non fossero più soli.
Si alzò dalla sedia e raggiunse la scala che scendeva nel seminterrato, bloccandosi quando a metà della gradinata vide Hermione con addosso i pantaloni del pigiama e quell’improbabile maglietta con l’unicorno lilla.

L’espressione della ragazza era una curiosa combinazione tra quella imbarazzata di chi viene colto a rubare una fetta di torta, e l’aria impaurita di chi ha visto uno spettro.
- Ehm… buongiorno, professore… - Pigolò, cercando di mantenere la voce ferma.
– Che cosa ci fai già in piedi all’alba, signorina Granger? – Le immagini del sogno erano improvvisamente tornate a galla: rivide, con una punta di malessere, la Hermione prigioniera del Cappello Parlante, spaventata a morte, per la quale non era riuscito a fare nulla.
– Sono scesa a bere un bicchier d’acqua. – Rispose lei, pensando a come avrebbe potuto benissimo ribaltargli la domanda.

L’uomo inarcò il sopracciglio, senza aggiungere altro. Girò i tacchi e tornò in cucina, permettendole il passaggio.

Hermione andò al lavello, scelse un bicchiere tra quelli scompagnati che la signora Weasley aveva lavato e messo ad asciugare, poi aprì il rubinetto.
Intanto Severus si era seduto di nuovo e aveva ripreso in mano la tazza per terminare il caffè, che nel frattempo si era intiepidito.

Tutto si svolse nel più completo silenzio fino a quando, con il cuore in tumulto, Hermione prese una decisione temeraria: diresse lo sguardo verso il proprio insegnante e iniziò a fissarlo.
Sentendosi sotto tiro il mago spostò l’attenzione su di lei. Sulla fronte era apparsa la piccola, preoccupante ruga verticale che stava a significare come fosse sconsigliabile abusare della sua tolleranza.

Hermione intuì che l’audacia andava affievolendosi.
- Hai qualcosa di assolutamente improrogabile da riferirmi, signorina? – Chiese, con accento tagliente.
La ragazzina pensò fosse meglio rinunciare: certo che avrebbe avuto una cifra enorme di cose da riferirgli, o anche da chiedergli e da confessargli, se proprio avessero voluto essere precisi!
Ma la paura di ricevere in risposta una considerazione acida o una battutina sarcastica era riaffiorata, tarpandole ogni velleità: riemersa proprio nel momento in cui avrebbe avuto bisogno di parlare a qualcuno dell’inquietante filastrocca che le era rimasta impressa a caratteri di fuoco in testa, e soprattutto quando era più che necessario che quel qualcuno fosse lui.

Sospirò. Ora la stava guardando un po’ come la sera precedente - prima che la signora Weasley ordinasse loro di chiudersi in camera - quando era stata a un soffio dal dirgli che si sentiva tanto felice che lui fosse lì.

– Io… Ho… - Iniziò, tentennando. Raccolse il poco ardimento avanzato e proseguì: non poteva assolutamente perdere anche quel treno. – Ecco… Vede, signore: ho fatto un brutto sogno e… e pur non credendo assolutamente nei sogni premonitori o in sciocchezze del genere, mi sono preoccupata davvero molto. Anche… perché sembrava tutto così reale… vero, concreto. Perciò volevo parlargliene.

Severus trasalì, cambiando espressione: socchiuse le palpebre e la esaminò attentamente. Quindi indicò la sedia che aveva di fronte.
- Siediti. – Ordinò, pacato. La ragazzina smise di tormentarsi le pellicine attorno alle unghie e obbedì.

L’uomo cercò di soffocare un’impalpabile, latente tensione. Tuttavia, quando la studentessa cominciò a dettagliare i particolari della visione, si rese conto di ciò che era avvenuto quella notte: aveva incredibilmente vissuto una sorta di viaggio astrale, un evento prodigioso in cui la propria energia spirituale e psichica era venuta a contatto con quella della Granger.

Distolse gli occhi dal visetto proteso verso di lui, per evitare che si accorgesse del forte turbamento che lo aveva assalito.

– Che cosa ne pensa… Signore?
L’uomo tornò a immergere il proprio sguardo nero come l’abisso in quello pulito di Hermione.
- Penso sia stato solo un incubo. Un brutto sogno causato, può darsi, da un po’ di tensione. Non ti sei riposata abbastanza durante queste vacanze? – Fece una piccola pausa, per riordinare le emozioni: - Dovrò raccomandare a Molly di non farti lavorare troppo. Ripulire un’enorme dimora infestata da Doxy e Mollicci credo sia un’attività decisamente poco rilassante.

- Oh no, mi piace aiutare Molly… ehm… la signora Weasley. E non mi sento per nulla stressata, – si interruppe; un’ombra di incertezza passò sul giovane volto: - Mi dice, però, che cosa pensa della filastrocca?
L’insegnante scosse il capo. Il ritornello ripetuto dal Cappello Parlante parlava di potere, di forze oscure, e di un velo che pareva essere quello dell’Arco di Pietra che si trovava nell’Ufficio Misteri.
Avrebbe potuto significare tutto e niente. Ma gli occhi della ragazza erano talmente colmi dell’attesa fiduciosa di un suo autorevole parere, che egli decise di non tradirla.

– In questo momento non posso darti una risposta precisa, signorina Gran… Hermione. – Notò come, al suono del proprio nome, le sue pupille si fossero illuminate.
Tirò a sé il piatto posato sul tavolo che accoglieva la torta del giorno prima. Prese il coltello e iniziò ad affondarlo con cura nella pastafrolla.

– Che si tratti o meno di una profezia, sono forse la persona meno adatta a confermartelo. Probabilmente dovresti rivolgerti alla professoressa Cooman: sbaglio o è lei la nostra massima esperta in profezie, oracoli, presagi, premonizioni e affini? – Si guardarono, e scaturì una scintilla d’intesa. Hermione scoppiò a ridere mentre sulle labbra di Severus aleggiava un sogghigno.
– Intanto dedicati un piccolo vizio. Io ti prometto che ne parlerò con il professor Silente. – Le avvicinò il piatto con la fetta di crostata al ribes che aveva appena tagliato.

La osservò in silenzio per qualche istante, mentre sbocconcellava con garbo il dolce, sul visetto ancora impressa l’aria divertita.
E, finalmente, la vide per quella che era davvero: giudiziosa, determinata, responsabile, dotata di profonda intelligenza, di grandi capacità e di spirito di iniziativa.
Di fronte a lui non c’era più la ragazzina saccente, con la mano sempre fastidiosamente protesa al soffitto, ma una giovane donna che stava sbocciando e che si sarebbe trasformata presto in un fiore di rara bellezza.

Impedì al corso dei propri pensieri di andare oltre. Si alzò, e fu pronto per uscire.
Lei depose il dolce, rivolgendogli uno sguardo deluso.
- Non si ferma ancora per qualche minuto, professore?
- Ho già perso troppo tempo, per i miei gusti. - Dichiarò, sbrigativo.
Poi le puntò l’indice contro.
- Tu invece fila di nuovo a letto. E giurami che porterai nella tomba il segreto... - Posò lo stesso indice sulle labbra, a rimarcare la necessità di tacere su quanto era appena accaduto. - Altrimenti potresti pentirtene amaramente, e prima di quanto tu possa immaginare… Granger.

Le dedicò un’ultima, spigolosa occhiata, subito stemperata da un fugace sorriso che ammorbidì piacevolmente i tratti.

Quindi imboccò rapido le scale e, dopo alcuni secondi, Hermione udì lo scatto della porta all’ingresso che si apriva e poi si richiudeva.

Rimase per un po’ a fissare la sedia rimasta vuota, con il cuore gonfio di riconoscenza, decisa a godere il più possibile di quella nuvola di lustrini lilla su cui la sua anima appagata stava indugiando e fantasticò su come sarebbe stato magnifico poter arrestare lo scorrere del tempo proprio in quell’istante perfetto.

Solo quando iniziò a sentire addosso un piacevole torpore, capì che era venuto il momento di lasciare la cucina.
Risalì svelta gli scalini, sgusciò in camera e si ficcò sotto le lenzuola nello stesso istante in cui dai piani superiori iniziavano a provenire dei rumori.
Si riaddormentò, serena, mentre Grimmauld Place si stava svegliando.
 
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view post Posted on 17/2/2022, 20:48
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Grimmauld Place si sta rivelando il luogo ideale dove ambientare storie che sono tanto diverse quanto ugualmente emozionanti e coinvolgenti. La tua è tra le mie preferite, cara Ele, un racconto collocato alla perfezione durante lo svolgimento degli eventi del 5°libro, con richiami sottili e indovinati. La presenza dei ragazzi (e di Ninfadora) stempera la tensione delle riunioni e della lugubre atmosfera della casa, ma non solo: la dolorosa percezione di ostilità e inconciliabilità coi presenti che Severus sente su di sé ogni qual volta varca la soglia del n°12, è addolcita da sussurri di serena intimità domestica donati dalla presenza gentile di Molly, dalla torta di ribes e dall’Unicorno di paillette lilla di Hermione che, incredibilmente, riesce a distrarre e a far riflettere il prof di Pozioni sul carattere (e i potenziali segreti) della giovane strega, creando all’istante un legame con lei che si estrinsecherà nel sogno di lì a venire.
La descrizione della surreale fantasia notturna sembrerebbe trasportare con sé l’alone di benessere vissuto durante la veglia, ma la dimensione onirica parallela vissuta dai due protagonisti presto si trasforma in angoscia e paura. Il passaggio tra le due fasi è costruito tenendo sempre d’occhio il pathos e la sorpresa. Ho trovato molto gratificante la consapevolezza di Hermione, e il senso di protezione da lei provato, nel riconoscere il ruolo di difensore per Severus anche nella dimensione onirica dove la volontà non esiste e l’istinto prevale, sempre.
È piaciuto tanto anche a me sottolineare e approfondire il moto di stima e affetto silenzioso che la giovane strega nutre per il suo docente di Pozioni, ed ho trovato molto dolce ed efficace la descrizione dell’ultima scena del racconto che si svolge in cucina: sei riuscita a creare una tensione emotiva molto forte, hai donato a Severus un’aura seduttiva, a tratti provocante, in quel gioco di sguardi profondi e tenebrosi, solo in apparenza innocenti. Di sicuro il Prof è riuscito a regalare ad Hermione un altro tuffo nel sogno, stavolta romantico. <3
 
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view post Posted on 17/2/2022, 22:46
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Letta tutta d’un fiato e, come sempre mi piace fare, commento a caldo.
È una storia capace di trasportare rapidamente da un universo all’altro. La lugubre austerità della casa viene resa meno tetra dalla presenza di Molly, dalla crostata, dalla limonata fresca e dai bicchieri spaiati. È come se una vita normale si svolgesse in una casa in cui, di normale, non vi è nulla.
Gli venti si susseguono con apparente calma, accompagnando il lettore in un’atmosfera serena che viene brutalmente stravolta dalla dimensione onirica. Non ti nego che, proprio questa dimensione, mi ha riempito di terrore. Era un terrore costruito con maestria, e secondo me con profonda intenzione. Fai paura senza mai fare paura veramente. Il che amplifica la paura stessa rendendola intangibile. Non sappiamo cosa sia quel sogno. Non c’è lo dici mai. E questo regala una sensazione di ansia che ti accompagna anche dopo la parola fine.
Lo scambio in cucina li vede vicini, quasi pronti a capirsi e a conoscersi. Torna un attimo di serenità, sembra quasi che quella foresta sia lontana, che il professor Piton, per il quale una giovane donna nutre tanta stima, sia in grado di scacciare anche gli incubi. Ma poi ti ridesti e capisci che non è così. Perché quell’uomo che poteva sembrare infallibile è vittima, egli stesso, del medesimo incubo.
Questa storia mi ha lasciato dentro qualcosa che non riesco ad afferrare. È paura, è curiosità, ma è anche dolcezza. Brava! Mi è piaciuto molto. Grazie per avermi permesso di leggere le tue parole.
 
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view post Posted on 18/2/2022, 01:14
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CITAZIONE (Lonely_Kate @ 17/2/2022, 20:48) 
Grimmauld Place si sta rivelando il luogo ideale dove ambientare storie che sono tanto diverse quanto ugualmente emozionanti e coinvolgenti. La tua è tra le mie preferite, cara Ele, un racconto collocato alla perfezione durante lo svolgimento degli eventi del 5°libro, con richiami sottili e indovinati. La presenza dei ragazzi (e di Ninfadora) stempera la tensione delle riunioni e della lugubre atmosfera della casa, ma non solo: la dolorosa percezione di ostilità e inconciliabilità coi presenti che Severus sente su di sé ogni qual volta varca la soglia del n°12, è addolcita da sussurri di serena intimità domestica donati dalla presenza gentile di Molly, dalla torta di ribes e dall’Unicorno di paillette lilla di Hermione che, incredibilmente, riesce a distrarre e a far riflettere il prof di Pozioni sul carattere (e i potenziali segreti) della giovane strega, creando all’istante un legame con lei che si estrinsecherà nel sogno di lì a venire.

Ti ringrazio, Cate, per la precisione con cui hai notato molti particolari del racconto, per l'attenzione che gli hai dedicato e l'apprezzamento in generale alla storia: la presenza di Molly, quella colorata e pasticciona di Tonks, così come quella dei ragazzi, avevano proprio il compito di alleggerire l'atmosfera oppressiva del contesto :) <3

CITAZIONE (Lonely_Kate @ 17/2/2022, 20:48) 
La descrizione della surreale fantasia notturna sembrerebbe trasportare con sé l’alone di benessere vissuto durante la veglia, ma la dimensione onirica parallela vissuta dai due protagonisti presto si trasforma in angoscia e paura. Il passaggio tra le due fasi è costruito tenendo sempre d’occhio il pathos e la sorpresa. Ho trovato molto gratificante la consapevolezza di Hermione, e il senso di protezione da lei provato, nel riconoscere il ruolo di difensore per Severus anche nella dimensione onirica dove la volontà non esiste e l’istinto prevale, sempre.
È piaciuto tanto anche a me sottolineare e approfondire il moto di stima e affetto silenzioso che la giovane strega nutre per il suo docente di Pozioni, ed ho trovato molto dolce ed efficace la descrizione dell’ultima scena del racconto che si svolge in cucina: sei riuscita a creare una tensione emotiva molto forte, hai donato a Severus un’aura seduttiva, a tratti provocante, in quel gioco di sguardi profondi e tenebrosi, solo in apparenza innocenti. Di sicuro il Prof è riuscito a regalare ad Hermione un altro tuffo nel sogno, stavolta romantico. <3

Grazie mille ancora per la tua analisi dettagliata e curata. Sono felice che ti sia piaciuta la mia scelta di creare una sorta di legame affettivo tra loro basato sul filo delle affinità che li lega, e che tu abbia colto quel pizzico di provocazione che lascia inevitabilmente trapelare il tratto di sexytudine del nostro Maestro di Pozioni preferito ;P ^U^
 
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view post Posted on 18/2/2022, 01:33
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CITAZIONE (biboarwen @ 17/2/2022, 22:46) 
Letta tutta d’un fiato e, come sempre mi piace fare, commento a caldo.
È una storia capace di trasportare rapidamente da un universo all’altro. La lugubre austerità della casa viene resa meno tetra dalla presenza di Molly, dalla crostata, dalla limonata fresca e dai bicchieri spaiati. È come se una vita normale si svolgesse in una casa in cui, di normale, non vi è nulla.
Gli venti si susseguono con apparente calma, accompagnando il lettore in un’atmosfera serena che viene brutalmente stravolta dalla dimensione onirica. Non ti nego che, proprio questa dimensione, mi ha riempito di terrore. Era un terrore costruito con maestria, e secondo me con profonda intenzione. Fai paura senza mai fare paura veramente. Il che amplifica la paura stessa rendendola intangibile. Non sappiamo cosa sia quel sogno. Non c’è lo dici mai. E questo regala una sensazione di ansia che ti accompagna anche dopo la parola fine.

Grazie di cuore, Bianca, per il tuo bellissimo commento a caldo, e per avermi dato conferma con parole assolutamente appropriate di come sono riuscita nell'intento che mi ero prefissa attraverso la descrizione della parte dedicata al sogno. :*:

CITAZIONE (biboarwen @ 17/2/2022, 22:46) 
Lo scambio in cucina li vede vicini, quasi pronti a capirsi e a conoscersi. Torna un attimo di serenità, sembra quasi che quella foresta sia lontana, che il professor Piton, per il quale una giovane donna nutre tanta stima, sia in grado di scacciare anche gli incubi. Ma poi ti ridesti e capisci che non è così. Perché quell’uomo che poteva sembrare infallibile è vittima, egli stesso, del medesimo incubo.
Questa storia mi ha lasciato dentro qualcosa che non riesco ad afferrare. È paura, è curiosità, ma è anche dolcezza. Brava! Mi è piaciuto molto. Grazie per avermi permesso di leggere le tue parole.

Sono io che ringrazio ancora te per avermi dedicato questa preziosa recensione e per avermi reso partecipe delle tue sensazioni. Il fatto che dentro ti abbia lasciato qualcosa, seppur di inafferrabile, non può che farmi molto piacere <3
 
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view post Posted on 19/2/2022, 19:30
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Mi manchi solo tu Ele, ma ti ho già letto sai? <3
 
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view post Posted on 19/2/2022, 23:41
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CITAZIONE (chiara53 @ 19/2/2022, 19:30) 
Mi manchi solo tu Ele, ma ti ho già letto sai? <3

Tranquilla, Chiara :lol: <3 Io sto partendo solo adesso con i commenti di tutte le storie: bisogna sempre trovare il momento più tranquillo per recensire :*:
 
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view post Posted on 20/2/2022, 19:54
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Alle prime luci dell’alba

La prima parte della storia mi ha conquistato per le descrizioni dell’ambiente, dei personaggi e dell’atmosfera.
Descrizioni tanto perfette da farmi sentire lì a Grimmauld Place; non un particolare è trascurato, persino il profumo residuo della cena consumata e il grembiule di Molly: deliziosa nella posa da mamma incavolata!

Inoltre, quando ti leggo, ammiro e mi delizio delle tue metafore che spesso contengono un tocco di umorismo nascosto

CITAZIONE
Severus arricciò le labbra, impedendo alla risposta astiosa che aveva in serbo di partire come un tappo di champagne…

Non posso non godere delle descrizioni del tuo Severus, elegante, attento, di cui posso quasi intuire la direzione dello sguardo e il tono della voce: così tanto Alan nella gestualità e nelle espressioni da vedermelo davanti in tutto il suo cupo splendore.

Ma la scena cambia con la delicata dolcezza del suono di un pianoforte e il ricordo della madre, bello e triste e poi ci sono" i piedi nudi" che mi hanno fatto immediatamente pensare ad un sogno: no, Severus reale senza scarpe non ce lo vedo! Come spesso avviene nei sogni, nulla gli sembra strano, di nulla si stupisce: anche qui sei stata davvero brava nel descrivere la condizione onirica che avvolge Severus.
Tutto il contesto ha il sapore dell’irrealtà, tutto è strano a cominciare dal colore dell’Unicorno, per finire con la presenza di Hermione in pericolo e Severus impotente che si dispera di non poter aiutare, come fa sempre, come in ogni situazione.

Ho avuto la sensazione di essere in una favola fino quasi alla fine, in cui tutto diventa più simile ad un incubo, incubo che avvolge completamente Hermione, mentre condivide lo stesso ambiente onirico di Severus, ma la giovane trova in lui e nello strano Unicorno colorato sollievo e sicurezza: è il suo professore, niente può succedere, lui è la sua vera luce e la fiducia indiscutibile.
Bella la costruzione di questa tua storia: due sogni che confluiscono nell’improbabile incontro alle luci dell'alba, nella reciproca complicità, nel gioco di sguardi e sorrisi tra due persone speciali in una speciale situazione.
L’ultima parte mi ha lasciato un senso di dolcezza e una promessa di speranze e di futuro, tanto che l’ho riletta per ritrovare un sorriso.
Fantastica la maglietta con i lustrini: anche Severus è d’accordo!
Bellabellabella storia!!
Bravissima, ma non serve che te lo dica. <3
 
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view post Posted on 22/2/2022, 01:00
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CITAZIONE (chiara53 @ 20/2/2022, 19:54) 
Alle prime luci dell’alba

La prima parte della storia mi ha conquistato per le descrizioni dell’ambiente, dei personaggi e dell’atmosfera.
Descrizioni tanto perfette da farmi sentire lì a Grimmauld Place; non un particolare è trascurato, persino il profumo residuo della cena consumata e il grembiule di Molly: deliziosa nella posa da mamma incavolata!

Inoltre, quando ti leggo, ammiro e mi delizio delle tue metafore che spesso contengono un tocco di umorismo nascosto

CITAZIONE
Severus arricciò le labbra, impedendo alla risposta astiosa che aveva in serbo di partire come un tappo di champagne…

Non posso non godere delle descrizioni del tuo Severus, elegante, attento, di cui posso quasi intuire la direzione dello sguardo e il tono della voce: così tanto Alan nella gestualità e nelle espressioni da vedermelo davanti in tutto il suo cupo splendore.

Quanto mi fa piacere, Chiara, che tu faccia sempre così attenzione ai particolari, e soprattutto che il mio Severus ti evochi le fattezze del Rickman, perchè tu lo sai bene come sia sempre lui che ho in mente quando descrivo il professore :lol: <3

CITAZIONE (chiara53 @ 20/2/2022, 19:54) 
Ma la scena cambia con la delicata dolcezza del suono di un pianoforte e il ricordo della madre, bello e triste e poi ci sono" i piedi nudi" che mi hanno fatto immediatamente pensare ad un sogno: no, Severus reale senza scarpe non ce lo vedo! Come spesso avviene nei sogni, nulla gli sembra strano, di nulla si stupisce: anche qui sei stata davvero brava nel descrivere la condizione onirica che avvolge Severus.
Tutto il contesto ha il sapore dell’irrealtà, tutto è strano a cominciare dal colore dell’Unicorno, per finire con la presenza di Hermione in pericolo e Severus impotente che si dispera di non poter aiutare, come fa sempre, come in ogni situazione.

Ho avuto la sensazione di essere in una favola fino quasi alla fine, in cui tutto diventa più simile ad un incubo, incubo che avvolge completamente Hermione, mentre condivide lo stesso ambiente onirico di Severus, ma la giovane trova in lui e nello strano Unicorno colorato sollievo e sicurezza: è il suo professore, niente può succedere, lui è la sua vera luce e la fiducia indiscutibile.
Bella la costruzione di questa tua storia: due sogni che confluiscono nell’improbabile incontro alle luci dell'alba, nella reciproca complicità, nel gioco di sguardi e sorrisi tra due persone speciali in una speciale situazione.
L’ultima parte mi ha lasciato un senso di dolcezza e una promessa di speranze e di futuro, tanto che l’ho riletta per ritrovare un sorriso.
Fantastica la maglietta con i lustrini: anche Severus è d’accordo!
Bellabellabella storia!!
Bravissima, ma non serve che te lo dica. <3

Grazie infinite per le tue parole e le tue splendide osservazioni, sempre acute, appropriate, mirate. Il tuo apprezzamento mi riempie ogni volta di tanta soddisfazione, è come sentirti vicina in uno dei tuoi grandi abbracci pieno di affetto! <3
 
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view post Posted on 15/3/2022, 15:53
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Una storia perfetta piena di delicatezza ma anche di mistero. Hai saputo mescolare gli elementi proposti in modo sapiente e interessante, ricreando le atmosfere di Grimmauld Place conosciute e aggiungendo il tuo tocco originale. Il luogo scandisce i passaggi del racconto, con il piacevole risultato di separarli e distinguerli, ma anche di farci rivisitare i luoghi della saga.
Ho amato particolarmente la trovata della maglietta/unicorno che fonde nel sogno la realtà, l'immaginazione e la premonizione. Molto interessante l'uso dell'oggetto magico che lega nella visione dell'incubo i due personaggi. È stato bello assistere allo stesso momento con gli occhi dei due protagonisti, questo ti ha consentito di mettere in risalto il loro punto di vista, facendo emergere i sentimenti che li legano.
Complimenti.
 
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view post Posted on 16/3/2022, 00:26
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CITAZIONE (Gabrix1967 @ 15/3/2022, 15:53) 
Una storia perfetta piena di delicatezza ma anche di mistero. Hai saputo mescolare gli elementi proposti in modo sapiente e interessante, ricreando le atmosfere di Grimmauld Place conosciute e aggiungendo il tuo tocco originale. Il luogo scandisce i passaggi del racconto, con il piacevole risultato di separarli e distinguerli, ma anche di farci rivisitare i luoghi della saga.
Ho amato particolarmente la trovata della maglietta/unicorno che fonde nel sogno la realtà, l'immaginazione e la premonizione. Molto interessante l'uso dell'oggetto magico che lega nella visione dell'incubo i due personaggi. È stato bello assistere allo stesso momento con gli occhi dei due protagonisti, questo ti ha consentito di mettere in risalto il loro punto di vista, facendo emergere i sentimenti che li legano.
Complimenti.

Grazie mille, Gabry, per l'analisi puntuale e precisa con cui hai colto quelli che sono forse i passaggi più significativi. Me felice che la storia ti abbia ispirato parole così belle <3
 
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