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Titolo: Insospettabili alleati Autore: Mitsuki91 Data: 30/12/2021 Beta-reader: chiara53, Lonley_Kate Tipologia: one-shot Rating: per tutti Genere: generale, introspettivo Avvertimenti: / Personaggi: Severus Piton, Aberforth Silente, Grattastinchi Pairing: / Epoca: settimo anno Disclaimer: personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa. Riassunto: Severus è appena tornato dalla missione per consegnare la spada di Grifondoro a Harry Potter quando nota un movimento sospetto sulle rive del lago nero... Conteggio caratteri: 10.835 da open office e dal forum, corrispondente punteggio 1,95
Insospettabili alleati
Severus stava sorvolando Hogsmeade a cavallo della sua scopa, era completamente disilluso, troppo stanco persino per badare al freddo della notte, ma anche soddisfatto per aver portato a termine l'incarico. La spada di Grifondoro, che aveva nascosto e protetto, era finalmente nelle mani di Potter. Era stanco, Severus, e osservava il castello in lontananza agognando un letto e la pace dei sensi almeno per qualche ora. La missione lo aveva provato. Una serie infinita di tasselli doveva incastrarsi alla perfezione nel disegno del destino; troppi gli eventi di cui preoccuparsi: lo scambio delle spade e la smaterializzazione imprecisa nella foresta di Dean; il desiderio e la speranza che il ragazzo si fidasse e seguisse il Patronus; infine, la difficoltà di controllare il violento senso di nausea insito nella paura di vedere Potter buttarsi d'inverno nel lago ghiacciato, e la trepidante attesa di vederlo riemergere con la spada. Non provava alcun sollievo dalla certezza, sempre più profonda, che la guerra stesse muovendo i suoi passi verso la fine; Severus era dilaniato dalla consapevolezza che, con essa, sarebbe avvenuta la fine del ragazzo. “Non dirmi adesso che ti sei affezionato a lui?” E lui ne sarebbe stato colpevole, insieme a Voldemort. L'ultima promessa fatta sulla tomba di Lily, anni passati a proteggere Potter nell'ombra e ora avrebbe dovuto tradirla di nuovo. Per il bene superiore. Aveva bisogno di un momento. Di un solo istante, la tomba di Silente sullo sfondo, le infinite maledizioni e l'immensa riconoscenza verso il suo mentore; la mente libera di pensare, nessuno attorno per poter essere per pochi istanti soltanto lui: Severus Piton solo con se stesso. Si sarebbe dovuto alzare la mattina dopo per fingere, fingere ancora, per mettere la maschera dell'odioso preside Piton: il traditore, disprezzato dai suoi colleghi professori, gli unici che aveva potuto considerare un tempo amici; per essere guardato con sospetto persino dai Mangiamorte che Voldemort aveva piazzato a scuola. Era ormai costretto a farsi scivolare addosso ogni cosa... Severus iniziò a scendere dolcemente verso il lago, ancora disilluso, per proteggersi dalla vista di chiunque. Mentre sorvolava le acque un brivido lo percorse e, memore degli anni di addestramento e di lavoro come spia, estrasse la bacchetta e frenò a mezz'aria. Era stata una sensazione, un guizzo: e Severus strinse gli occhi osservando tutta la riva, alla ricerca... Fu allora che un'ombra scura, più densa delle ombre della notte, si mosse ai margini della Foresta Proibita, vicino alla riva più estrema del lago. Severus scese piano, sempre disilluso, senza fare rumore atterrando e smontando dalla scopa. Lo straniero incappucciato stava borbottando qualcosa; Severus continuava ad avere la bacchetta puntata e quasi rischiò di cadere mandando a monte il suo travestimento quando, ormai giunto molto vicino, l'uomo si voltò. Occhi azzurri e penetranti dietro un paio di occhiali, uno sguardo così conosciuto e bramato, il ricordo di una richiesta disperata, "Severus, ti prego", la macchia del tradimento di fronte al mondo magico, il peso della colpa verso colui che avrebbe voluto chiamare padre: sì, era stato lui, era stato lui a volerlo, era stato lui a chiedergli l'ultimo sacrificio... Tuttavia... E poi... l'illusione si spezzò, e Severus notò che gli occhiali erano di fattura diversa, il naso dritto, la barba grigia e incolta e l'espressione scocciata e corrucciata, non misteriosa e benevola. Non era Albus. Ma era un Silente, Severus capì, Aberforth Silente, fratello di Albus, proprietario del pub 'La Testa di Porco'. Cosa ci faceva ad Hogwarts, cosa ci faceva così vicino al Lago Nero, dove chiunque avrebbe potuto vederlo? Severus arretrò, strinse gli occhi e guardò meglio l'uomo anziano, che era totalmente ignaro della sua presenza e continuava ad agitarsi e ad agitare la bacchetta, mormorando sottovoce. Notò che portava a tracolla una borsa malandata, da cui uscivano alcuni ciuffi di erbe magiche che crescevano nella Foresta Proibita. Aberforth faceva parte dell'Ordine e Severus pensò che quello potesse essere il compito principale del vecchio: approfittando della vicinanza fra Hogsmeade e Hogwarts, divisi solo da una parte di Foresta Proibita, Aberforth poteva entrare indisturbato in uno dei più ricchi habitat naturali e magici dove poter trovare ingredienti poco comuni per le pozioni, ingredienti di cui l'Ordine aveva un disperato bisogno e che lui non poteva più fornire. Severus stava per abbassare la bacchetta e lasciar perdere, ma c'era un tarlo che l'assillava, cosa diamine ci faceva Aberforth così esposto? Se i Carrow fossero passati di lì e l'avessero visto... L'Ordine aveva già troppi pochi componenti, e lui non avrebbe potuto intervenire senza scoprirsi. La risposta, comunque, non tardò ad arrivare. A seguito di un'imprecazione sussurrata un po' più forte da parte di Aberforth, un cespuglio a ridosso dell'acqua si mosse e una creatura ne saltò fuori, miagolando minacciosa e stringendo un pesce ancora vivo fra le fauci. "Dannato gatto!" esclamò Aberforth, sempre a mezza voce "Lei non è qui e tu ti farai ammazzare! Non voglio rubarti la cena, solo portarti al sicuro!" Severus osservò il gatto, che stava indietreggiando sempre più verso di lui, continuando a miagolare. Nonostante si fosse gonfiato, cercando di apparire pericoloso, era evidente che non fosse stato curato a dovere. Era magro e bagnato, il pelo mancava a chiazze, e Severus lo riconobbe solo dopo l'ennesimo salto, quando riuscì a vederlo di fronte, mentre lui schivava il blando incantesimo di cattura di Aberforth. Quello era il gatto della Granger: muso schiacciato, occhi quasi fuori dalle orbite, brutto come il peccato. Severus non si era domandato, fino ad ora, cosa ne avesse fatto la ragazza del suo gatto. Non era ovviamente nella scala delle sue priorità, al momento. Eppure non pensava che lei, così fiera e orgogliosa e giusta, la paladina per i diritti degli Elfi Domestici, potesse abbandonarlo. No, molto probabilmente Grattastinchi, ecco come si chiamava, era scappato dalle cure amorevoli di chi lo custodiva ed era venuto a cercare la ragazza nell'unico altro posto che conoscesse oltre a casa, patendo la fame e chissà quante altre peripezie... Per non trovarla. Sicuramente il gatto si era attardato nei pressi del lago per potersi procurare qualcosa da mangiare; ma i pesci non erano l'unica cosa presente nell'acqua, purtroppo. Aberforth fece un salto in avanti, e Grattastinchi scartò di lato, evitandolo e soffiando. Si stava avvicinando sempre di più a Severus e, nel contempo, stava tornando verso il lago... E all'improvviso a Severus venne il pensiero che il gatto non sarebbe stato al sicuro ad Hogwarts. Era certo che se Grattastinchi fosse riuscito ad arrivare al castello sarebbe diventato una fonte di perverso divertimento per i Carrow, che avevano un senso dell'umorismo malato, e avrebbero trovato eccitante torturare il famiglio della ragazza del trio. Un moto di nausea e disgusto lo pervase, e Severus considerò che proprio quel gatto a suo tempo aveva tentato di sbarazzarsi di Peter Minus. Che aveva, senza neppure saperlo, tentato di impedire la seconda ascesa del Signore Oscuro sul mondo. Non poteva permettergli di fare una brutta fine. Il povero gatto era una vittima, un'anima disperata e rabbiosa, che voleva soltanto il conforto della sua padroncina. Nel frattempo l'animale era finito di nuovo con le zampe nell'acqua, e Severus vide un'increspatura nelle onde avvicinarsi lentamente. Erano vicini a riva, ma qualche creatura poteva essere abbastanza piccola da strisciare sotto il pelo dell'acqua e tentare di procurarsi la cena... Severus alzò nuovamente la bacchetta, stavolta verso il movimento nelle onde, e con un incantesimo non verbale fermò qualsiasi cosa si stesse avvicinando. Aberforth era sempre intento a cercare di catturare Grattastinchi, e non notò l'improvvisa immobilità delle acque. Severus stava ora pensando a come poter aiutare l'uomo nell'arduo compito, quando il gatto, forse più sensibile allo spostamento della magia, saltò fuori dall'acqua con un lamento e si avvicinò senza volerlo al preside. Severus afferrò quindi la scopa, ancora disillusa come lui, e la mosse per picchiettargliela gentilmente sul sedere. Come previsto il gatto saltò per aria, girandosi e soffiando per affrontare un nemico di cui non si era accorto, lasciando cadere il pesce, e Aberforth fece la sua mossa. "Immobilus!" sussurrò, e il micio si immobilizzò. Con qualche altro colpo di bacchetta Aberforth fabbricò e gli mise una museruola, poi lo chiuse in una cesta da picnic che aveva fatto apparire con la magia e lo prese, veloce, guardandosi attorno con un ultimo lampo di preoccupazione prima di girarsi e sparire nella foresta. Severus restò qualche minuto ad osservare l'uomo andarsene e si assicurò più volte che nessuno fosse nei paraggi, poi volse lo sguardo al lago, e alla luna che illuminava pallida la sua quieta superficie. Sotto i suoi raggi la distesa d'acqua diventava argentea, quasi luminosa: un Patronus denso che cercava di farsi strada nella sua anima. La tomba di Albus Silente era lì, avrebbe potuto camminare per pochi minuti e trovarsela davanti, avrebbe potuto distendersi sopra di essa e confidare al suo unico mentore tutte le sue paure, le sue preoccupazioni, lo shock che vedere suo fratello gli aveva causato... Ma non avrebbe ottenuto risposta. Non più. E poi, come se l'incantesimo che lo teneva incollato alla riva del lago si fosse spezzato, un'increspatura comparve sulle acque altrimenti lisce, e una creatura ne emerse – o meglio, parte di una creatura. Un tentacolo, svettante nella notte, rilucente dell'argento lunare, come una mano amica a salutarlo, a tendersi verso di lui. Un aiuto verrà sempre dato ad Howarts a chi lo richiederà. La consapevolezza lo colpì e Severus lasciò andare un sospiro tremulo; inforcò di nuovo la scopa per atterrare qualche minuto dopo al limitare del campo da Quidditch. Si rese nuovamente visibile e percorse a passo veloce la distanza che lo separava dal portone del castello. Sperò che Aberforth fosse tornato sano e salvo a casa insieme con il suo nuovo compagno. Sperò che Grattastinchi si rimettesse in forze, che si sentisse di nuovo amato e compreso. Sperò soprattutto che la guerra finisse, nonostante il destino del ragazzo, e che Hermione Granger sopravvivesse e che potesse riabbracciare la sua palla di pelo arancione, colui che aveva cercato di essere un eroe senza neanche saperlo. Sperò... Severus arrivò nelle sue stanze indisturbato, chiuse la porta alle sue spalle e si appoggiò contro lo stipite, sospirando. La spada era in mano di Potter. Un passo in più era stato fatto. Aveva ottemperato alla volontà di Albus. Doveva credere che bastasse così, un passo alla volta attraverso l'incubo, per riemergere alla fine in un mondo migliore.
Edited by chiara53 - 7/2/2022, 19:09
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