Il Calderone di Severus

Anouk - La Goccia, Genere: introspettivo - Personaggi: Severus Snape - Epoca: prima del 7° anno - Avvertimenti: nessuno

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view post Posted on 26/10/2021, 16:53
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Titolo: La goccia
Autore: Anouk
Data: Settembre 2021
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus Snape
Epoca: prima del 7° anno
Avvertimenti: nessuno

Racconto scritto per la Sfida: "Severus e le stagioni" - Autunno

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.



LA GOCCIA

A tardo pomeriggio Severus si trovava ancora nel suo laboratorio. Le lezioni erano finite da tempo ma lui si era trattenuto per preparare alcune componenti per un lavoro che avrebbe dovuto spiegare il giorno dopo.
Chiuso nel sotterraneo non si era certo accorto della dolcezza dell'imbrunire che donava un abbraccio color caramello al parco attorno al castello.
Il buio arrivava sempre prima e sempre più velocemente ormai, e ci sarebbe voluto un occhio attento per cogliere quell'attimo di magia che chiude il giorno e precede la notte, ma lui era concentrato sul suo lavoro, nell'abituale oscurità della pietra del sottosuolo.
Sfogliava il grosso volume con svogliata efficienza mettendo in fila gli ingredienti che, sebbene conosceva a fondo, controllava con metodo per esser certo dell'esatta successione.
Antidoti avanzati presupponevano preparati complessi, alcune parti costitutive le approntava lui per consentire agli studenti dell'ultimo anno di sperimentare procedimenti più evoluti.

Mentre osservava le tre piccole gocce verdastre cadere nel calderone un'idea gli sfiorò la mente. Una sola particella di quel distillato urticante poteva provocare una ferita profonda sulla pelle umana.
Aveva ripetuto quella frase un'infinità di volte alle sue classi, proprio per evitare che qualcuno si potesse ferire, ma lo aveva sempre fatto con quel ghigno sarcastico di chi in fondo spera che una volta o l'altra possa accadere...
Posò la boccetta sul tavolo e si sbottonò il polsino liberando l'avambraccio poi, senza esitazione, la riprese e la inclinò appena osservando quel liquido denso conformarsi in una piccola collinetta sulla bocca vitrea dell'ampolla. Stava lì, ondeggiando sul limite del bordo, come una minaccia dipendente dalla sua volontà e la fece ritrarre più volte e più volte avanzare nella sua rotondità fluida, poi aumentò l'inclinazione soltanto un momento e una minuscola goccia scivolò libera nell'aria atterrando, come premeditato, sul polso nudo di Severus.

Come la soluzione urticante venne a contatto con la pelle fece il suo lavoro e la corrose velocemente.
Il bianco strato di cute si ritrasse come cera a contatto con fiamma viva.
Un sordo sibilo fu l'unico suono che riempì la stanza, dell'aria aspirata tra i denti che Severus non potè evitare. Il dolore non si fece attendere.
Il bruciore, l'inesorabile reazione fisica, neurologica, di difesa del corpo, invase i suoi sensi e tutto sembrò urlargli con forza “Spostati! Togli quella roba da lì!”.
Anche il gesto, di scatto, non era stato possibile da evitare, ma poco dopo Severus si fermò ad osservare il suo polso: quella forma vagamente tonda dai bordi frastagliati e irregolari, l'odore penetrante della soluzione sulla carne viva, il colore rosso innaturale se confrontato al candore della sua pelle, tutto attirò la sua attenzione.
Sentiva il dolore, ma non quel muto tormento al quale si era ormai abituato, no, un altro tipo di dolore per ricordarsi che era vivo, che non era un apatico incubo la sua tormentata quotidianità ma peggio, un'assuefazione, una piaga, un'osmosi. La sua stessa esistenza.
Si mosse meccanicamente nel suo laboratorio per medicarsi, aveva del lavoro da svolgere.
 
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