Il Calderone di Severus

Ellyson - Harry Belafonte, la strana Babbana e una birra sulle rive del Lago Nero, Tipologia: one shot - genere: generico - epoca: post 7 anno - avvertimenit: AU - Rating: per tutti - personaggi: Severus, Elly

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view post Posted on 6/8/2021, 17:00
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Titolo: Harry Belafonte, la strana Babbana e una birra sulle rive del Lago Nero
Autore: Ellyson
Tipologia: One Shot
Rating: Per tutti
Genere: Generale
Personaggi: Severus Piton, Elly
Pairing: Nessuno
Epoca: Post 7 anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: seduta di psicoanalisi innaffiata dalla birra.

Nota: a volte parlare con Severus mi serve.

Nota 2: link alla canzone, link al testo della canzone

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Harry Belafonte, la strana Babbana e una birra sulle rive del Lago Nero



Mi sta prendendo in giro?
Si poneva quella domanda da quando aveva ricevuto il gufo.
Anzi, da quando il gufo era entrato dalla finestra della cucina, terrorizzando i suoi figli, con quella zampa rivolta verso di lei e lo sguardo di chi non mangiava da giorni e non vedeva l'ora di staccare qualche falange con una sola beccata.
Il messaggio era stato chiaro e neppure tanto gentile.

Tocca il bottone alle ore 17:00 il giorno del tuo compleanno.



Nient'altro.
Nessuna firma.
Nessun per favore.
Nessun se non hai di meglio di fare.
Presupponeva che non avesse nulla da fare il giorno del suo compleanno.
Non c'era neppure bisogno di chiedersi chi le inviasse un gufo spaventoso con legato alla zampa non in invito, ma un ordine.
Aveva letto quell'unica frase e aveva fissato l'uccello.
- Puoi aspettare un attimo che gli scrivo dove può ficcarsi i suoi ordini?
Ma l'animale non le diede ascolto: aprì le grandi ali e spiccò il volo uscendo dalla stessa finestra dalla quale era entrato, sporcando il pavimento appena pulito.
Un classico.
Lesse di nuovo il biglietto sbuffando.
- Mi sta prendendo in giro?
Aveva passato i giorni che precedevano il suo compleanno a fissare quel pezzo di pergamena chiedendosi se mandarlo a quel paese o se accettare l'invito. Alternando momenti di rabbia per quell'ordine lanciatole come se fosse un oggetto da appellare senza tanti giri di parole, all'euforia di rivederlo dopo Gennaio.
Quel pomeriggio, poco prima dell'ora indicata sul biglietto, aprì l'anta della vetrinetta dove teneva la sua personale Passaporta per Hogsmeade e attese.
Alle 17 in punto il bottone si era illuminato, ma non lo aveva toccato subito. Era troppo orgogliosa per cedere così facilmente, ma poi l'eccitazione di tornare aveva preso il sopravvento.
Aveva ingoiato il suo orgoglio babbano e aveva toccato il bottone.
Il viaggio era stato veloce e confuso come sempre.
Non sperava più di fare un atterraggio morbido, le era chiaro che fosse un traguardo troppo ambizioso per lei che cadeva anche da ferma.
Quando picchiò il culo per terra non si lamentò neppure.
Era nella piazza deserta di Hogsmeade.
Si guardò intorno senza vedere nessuno.
L'altra volta si era rintanata ai Tre Manici di Scopa per il freddo, questa volta non aveva voglia di chiudersi in un locale.
Faceva caldo, ma non era così opprimente come in Italia, si sedette su una piccola panchina a lato della strada e attese.
Si guardò attorno come faceva sempre, immaginando quelle strade coperte di neve, con gli studenti che camminavano da un posto all'altro comprando caramelle o materiale scolastico.
Molti dei negozi erano chiusi in estate, un po' le dispiaceva, ma era bello ammirare quel villaggio silenzioso come se fosse una vecchia cartolina in bianco e nero.
Non dovette aspettare molto, sentì dei rumori arrivare dal sentiero che conduceva al castello.
Restò accecata dal sole quando si voltò in quella direzione, cercò di proteggere gli occhi con le mani e intravide una figura camminare nella sua direzione.
All'inizio pensò che vedeva male per via del sole negli occhi.
Poi che la persona che la stava raggiungendo fosse ancora lontana.
Alla fine dovette solo credere a quello che stava vedendo: un elfo domestico.
Arrivava da Hogwarts non si poteva sbagliare: indossava una divisa con lo stemma della scuola. Ed era una femmina.
Non che fosse un'esperta di elfi domestici, ma il grande fiocco rosa appiccicato alla testa era un indizio più che sufficiente.
L'elfa si fermò a pochi passi, le arrivava alle ginocchia.
- Preside Piton incaricato me di accompagnarti alla scuola.
Mi sta prendendo in giro?
- E chi ti dice che io aspetto il Preside Piton?
- Preside Piton ha detto che tu avresti detto quello che hai detto. - disse l'elfa in modo confuso - Preside Piton ha detto anche se tu avessi detto quello che hai detto, Betty è autorizzata a usare magia su strana Babbana per farla andare al castello.
- Strana Babbana? - si alzò dalla panchina - Andiamo Betty. La strana Babbana deve scambiare due paroline con il Preside Piton.
Se quando aveva percorso quella stessa strada con Severus aveva quasi corso per tenere il suo ritmo, con l'elfa doveva tenere un passo molto più lento. A volte doveva rallentare per non superarla.
- Lavori al castello da molto, Betty?
- Nata al castello.
Non aggiunse altro.
Non aveva mai avuto modo di parlare veramente con un elfo domestico. Le uniche cose che conosceva arrivavano dai libri e anche lì erano informazioni che la toccavano poco.
Probabilmente era una delle poche che non si era commossa quando era morto Dobby.
L'unico elfo degno di nota era stato Kreacher, ma aveva perso il suo fascino nell'istante in cui aveva iniziato ad interpretare l'elfo fedele di Potter.
Che schifo.
Betty aprì l'imponente cancello di ferro battuto della scuola con un semplice schiocco di dita.
Continuarono la loro camminata in perfetto silenzio fino al corridoio che portava all'entrata della presidenza.
La statua che bloccava l'ingresso si mosse quando fu raggiunto da Betty.
- Il Preside Piton non riceve oggi.
- E' arrivata la strana Babbana.
- La strana Babbana può entrare. - decretò il gargoyle spostandosi di lato e lasciando intravedere la scala a chiocciola.
Mi stanno prendendo TUTTI in giro?
- Preside Piton la attende. - disse infine l'elfa sparendo con un altro schiocco di dita.
Incredula da tutto quello che aveva appena visto si avvicinò alla scala stranamente immobile.
Salì il primo gradino e attese il movimento a spirale che l'avrebbe portata nell'ufficio di quello che riteneva il più odioso Preside della Scuola di Magia e Stregoneria dell'intero globo terrestre.
La scala non si mosse.
Picchiettò lo scalino successivo con la punta delle scarpe da ginnastica, ma tutto restò immobile.
Alzò lo sguardo: di fronte a lei solo scalini, innumerevoli scalini.
- MI STAI PRENDENDO IN GIRO?
L'urlo echeggiò lungo la tromba delle scale, ma nessuno rispose nè, tanto meno, le scale iniziarono a muoversi.
- Arrogante...- iniziò a borbottare salendo le scale - presuntuoso... dispettoso... uomo mestruato... pipistrello...
Ogni scalino era un insulto diverso, ma a metà strada dovette interrompere il rosario di imprecazioni per risparmiare fiato.
Dopo una decina di scalini si fermò nuovamente e guardò in su dove la porta dell'ufficio ancora non si vedeva.
Le venne il sospetto che avesse allungato la scala di proposito solo per farle un dispetto.
Come i bambini piccoli.
- Non ti sei divertito abbastanza?
Mentre riprese la salita una voce maschile le echeggiò attorno.
- No.
Fece una smorfia e salì gli ultimi scalini, fortunatamente era quasi arrivata. Si accorse che la porta dell'ufficio era già aperta, si affacciò con il fiatone e le gambe doloranti.
Severus era seduto alla sua scrivania, sembrava il cattivo di un film di James Bond, con le dita intrecciate, un sopracciglio alzato e un sorrisetto storto sulle labbra sottili.
Gli puntò un dito.
- Dobbiamo... discutere... di... quello... che tu... definisci... - ansimava mentre si avvicinava alla prima sedia disponibile - divertimento. - si sedette sulla sedia e chiuse gli occhi - Grazie a dio! Non ce la facevo più. Posso sopportare le lunghe camminate seguendo il tuo passo di marcia, ma non gli scalini Severus. Io ODIO gli scalini. E quelle scale sono infinite! E' fatto di proposito? Una salita interminabile dove lo studente di turno può ragionare sui suoi errori e cagarsi addosso per la punizione.
Smise di parlare e fece profondi respiri, cercando di calmare il cuore che le batteva furioso in petto.
Si prese qualche minuto, ma iniziò ad insospettirsi quando non lo sentì parlare.
Nessuna risposta acida.
Nessuna battuta sulla sua pessima forma fisica o sul suo modo colorito di esprimere un concetto.
Nulla.
Aprì gli occhi e si voltò verso di lui.
Severus la fissava dalla scrivania, la posizione era la stessa di quando era arrivata, ma non aveva più le dita incrociate, teneva in mano una bandierina di carta verde con la scritta Buon Compleanno color giallo canarino.
Scoppiò a ridere.
Cosa poteva dirgli?
Sì, era stato poco delicato. Autoritario e dispettoso, ma aveva in mano una bandierina con scritto Buon Compleanno!
Quante possibilità c'erano che un uomo come Severus Piton, potente mago, ex spia, ex Mangiamorte e tanti bla bla bla... facesse qualcosa di spiritoso per lei?
Le tornò in mente il brutto maglione di Natale.
- La strana sarai io?
- Vuoi negare di essere strana?
- Assolutamente no.
- Di essere Babbana?
- No, ma?
- Allora ho ragione io.
- Sei un prepotente.
Severus si alzò abbandonando la bandierina sulla scrivania.
- Andiamo.
- Dove?
Si avvicinò alla porta e si voltò verso di lei ancora seduta.
- Giù.
- Io non rifaccio tutte quelle scale. - disse risoluta.
Il mago alzò gli occhi al soffitto ed estrasse la bacchetta dall'interno della manica.
Fece un solo gesto, elegante e rapido, si sentì immediatamente il rumore delle scale che si muovevano.
Con un sospiro si alzò e uscì dallo studio circolare.
La discesa fu decisamente più corta e tranquilla, non si dissero nulla. Lei lo seguì tranquilla fuori dalla scuola.
- Perché mi hai fatto salire fino al tuo ufficio se stiamo tornando indietro? - gli domandò.
Il mago non rispose, si limitò a farle strada fino al lago nero.
Si fermarono vicino ad un albero, il sole stava lentamente calando, colorando il cielo di svariate sfumature di arancioni e rosa che sfumavano diventando quasi lilla dove il cielo si stava scurendo.
Si voltò a guardarlo.
- Perché mi hai portato qui?
- È un posto tranquillo e mi dai sempre l'impressione di avere un disperato bisogno di tranquillità.
Gli sorrise e andò a sedersi sull'erba, ignorando il terreno che le avrebbe sporcato i jeans.
Il mago la guardò dall'alto, lei picchiettò con la mano il posto accanto ricevendo in risposta un sopracciglio alzato.
- Non ti vedrà nessuno e non si vedrà nulla su quei pantaloni da becchino.
Con un sospiro ormai scoraggiato si sedette accanto a lei.
Restano in silenzio mentre la luce del giorno lasciava il posto al crepuscolo, c'era una lieve brezza che increspava l'acqua del lago.
- Come stai? - le domandò all'improvviso.
- Intendi adesso o in generale?
- In generale.
- Alterno momenti in cui sto più o meno bene, altri in cui mi metto in faccia la maschera più idiota che ho per soffocare la mia parte oscura.
Una bottiglia di vetro marrone scuro apparve davanti a lei, la afferrò al volo, era fresca e dall'etichetta colorata di una marca che non conosceva.
- Dimmi che non è Burrobirra. Non mi piace.
- Semplice birra babbana. - rispose lui, tra le mani stringeva una bottiglia identica.
Mandò giù un sorso: era fresca e amara, non troppo alcolica e dannatamente perfetta in quel momento.
- Credevo che voi maghi fosse più gente per i vini invecchiati e liquori troppo forti per essere bevuti di pomeriggio.
- Dipende dalle occasioni.
Fecero tintinnare i colli delle bottiglie e bevvero un lungo sorso.
- Qualcuno una volta ha scritto che l'oscurità più cupa nasce da una forte luce. O qualcosa del genere...
Buttò giù un lungo sorso osservando le increspature della superficie del lago.
- Sembra la frase di una mia fanfiction.
- Infatti é una frase che hai scritto tu.
Ci pensò un attimo mentre beveva.
- Ho scritto una puttanata, Severus.
Fecero tintinnare di nuovo i colli delle bottiglie e continuarono a bere in silenzio.
- Sai cosa renderebbe perfetta questa serata?
- Cosa?
- Harry Belafonte.
- Salazar...
- Immagina la scena: tramonto sul Lago Nero, il castello immerso nella luce dorata e, nel silenzio del crepuscolo si sente la voce di Harry Belafonte che inizia a cantare. Gli elfi domestici che ballano, i tentacoli della piovra gigante che escono dal lago e si muovono a tempo. Hagrid che balla con una zucca sulla testa.
- Perché una zucca?
- Non lo so. Mi é venuta in mente questa scena. Zitto che mi rovini il filmino mentale: il Platano Picchiatore che si muove seguendo il ritmo e i fantasmi che cantano dalle torri.
- Ti vengono spesso questi pensieri?
- Tutte le mattine in metropolitana. Cerco sempre tra la folla quello, o quella, che potrebbe iniziare a cantare e tutti che iniziamo a ballare.
- Hai bisogno di un psicologo.
- Perché? Quando ho bisogno di una buona seduta di psicoanalisi ho qui il mio analista vestito di nero preferito. - bevve l'ultimo sorso di birra - Allora ti unisci a noi?
- Per cosa?
- Ballare sulle note di Jump In the Line.
- No.
Non si aspettava una risposta diversa, appoggiò la bottiglia sul prato e si sistemò meglio contro il tronco dell'albero.
- C'è quiete qui, troppa. Sento i miei pensieri e i miei pensieri sono incasinati e stressati.
- Per questo ho un rimedio.
Si voltò verso di lui corrugando la fronte. Severus teneva in mano lo stesso sacchetto colorato che gli aveva regalato lei al suo sessantesimo compleanno.
- Stai riciclando la borsa con l'unicorno che vomita l'arcobaleno?
- Credi che sia andato in una cartoleria babbana per cercare una cosa del genere?
- Mi stupisce più il fatto che tu l'abbia tenuta.
- Mi ha costretto Minerva. - rispose a denti stretti - A sentir lei mi fa bene avere intorno oggetti colorati che smorzano la mia "faccia da funerale". - mimò delle virgolette per le ultime parole.
- E perché non l'hai buttato senza farti vedere?
- Perché non sono capace di negare nulla a Minerva.
- Sei un sentimentale, Severus. In fondo, sotto tutti quei bottoncini hai un cuoricino che batte.
- Smettila di blaterale e aprilo.
Frenò la lingua e l'opinione che aveva sulle sue maniere barbare di chiedere qualcosa e aprì la borsa troppo eccitata per quell'inaspettato regalo.
Scoppiò a ridere quando tirò fuori quel piccolo, colorato e morbido unicorno.
- E' un antistress unicornoso! - quasi gridò - Ora voglio sapere come l'hai comprato. Sei entrato in un negozio qualsiasi o l'hai cercato di proposito?
- Non l'ho comprato io. - le spiegò indignato - L'ho chiesto alla Granger. Le ho detto che mi serviva un regalo per una strana Babbana stressata con un'insana passione per gli unicorni anche se ha quasi a quarant'anni.
- Questo vuol dire che il tuo prossimo regalo sarà dentro questa borsetta colorata che fa tanto bene alla tua faccia da funerale.
Severus sospirò.
- Somebody, help me. *

FINE



* si deve leggere il testo della canzone. :lol:


Edited by ellyson - 7/8/2021, 12:00
 
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view post Posted on 6/8/2021, 17:04
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I ♥ Severus


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Waaaaooooo! Ma questa è la storia del buon compleanno? Tu fai un regalo a noi il giorno del tuo compleanno? Bello, bello, bello!!!
Non so quando, ma la leggerò, magari il giorno del mio compleanno! :woot:
 
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view post Posted on 6/8/2021, 17:26
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Mi sono accorta che la programmazione del post ha sputtanato parte della formattazione inserendo punti di domanda a caso.
Ho sistemato.
Mi pare...
 
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view post Posted on 6/8/2021, 18:18
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-
CITAZIONE
Arrogante...- iniziò a borbottare salendo le scale - presuntuoso... dispettoso... uomo mestruato... pipistrello...

Fantastica storia. una specie di firma delle tue, ma lunga, lunghissima, bellissima!!!!!
Chi legge deve ascoltare anche!!!
Io l'ho fatto, non avevo visto i link :lol: :lol: :lol:



Elly sei bravissima e Severus è tuo, tutto tuo. Con la bandierina e ballando.
Una storia semplicemente imperdibile!!!!

Ancora auguri e non cambiare mai. <3 <3 <3
 
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Giorgy
view post Posted on 6/8/2021, 18:26




Bellissima e divertentissima storia Elly❤️😂 ti faccio i miei complimenti!
Il tuo Severus è stupendo😍 ti sei fatta un auto regalo meraviglioso😜
Un abbraccio e ancora tantissimi auguri di compleanno 😘
 
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view post Posted on 6/8/2021, 22:50
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Che bella storia, soprattutto per il filmino su Hagrid che balla con una zucca sulla testa, sei riuscita a strapparmi una risata 😆 😂
Bello il dialogo con Severus, intimo, profondo e al tempo stesso autoironico, c'è tutto il tuo stile inconfondibile.
Ancora auguri, con Severus Preside! Top!
 
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view post Posted on 6/8/2021, 23:16
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Complimenti Elly, una storia divertente che strappa più di un sorriso!💖 Un compleanno "alternativo" per una Babbana "strana", per usare le parole di Severus, ma speciale al punto da essere riuscita ad ammorbidire un pochino il terribile Potions Master. 😉
Ancora tanti auguri, Elly! 🎂💖
 
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view post Posted on 8/8/2021, 09:45
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Wow, Elly, una song-fic originalissima, spassosa e tenera! Le note di sottofondo sono perfette, il tuo stile e la tua ‘firma’ non deludono mai: una botta di vita coinvolgente e catartica 😜. Che fantastico rapporto hai creato con Severus! 👏🏼👏🏼🤩
 
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view post Posted on 8/8/2021, 10:47
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I ♥ Severus


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Una storiella deliziosamente ironica, tipica tua. E così ho scoperto anche da dove viene la tua ultima firma.
La traduzione della camzone è terrificante! :XD:
 
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8 replies since 6/8/2021, 17:00   117 views
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