Il Calderone di Severus

Arwen68 - Certe notti, Tipologia: One-shot; Rating: Per tutti; Genere: Fantasy contemporaneo; Avvertimenti: nessuno.

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 28/6/2021, 21:05
Avatar

Pozionista abile

Group:
Moderator
Posts:
7,519

Status:


Titolo: Certe notti.
Autore: Arwen68
Data: Maggio 2021
Previewer: Ele Snapey, Xe83
Tipologia: One-shot
Rating: Per tutti
Genere: Fantasy contemporaneo
Avvertimenti: -
Riassunto: “Certe notti la macchina è calda e dove ti porta lo decide lei…”

Nota: racconto scritto per la sfida Originali n. 3 “I sussurri del bosco” del forum "Il Calderone di Severus".

Ringraziamenti: un grazie di cuore a Ele, mia cara, preziosa, paziente beta reader e a Xenia, instancabile e sollecita nel solleticarmi a scrivere. A entrambe dedico questo racconto.

Disclaimer: Questa storia è di mia proprietà e occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.

Certe notti.



L’auto sferragliò, sbuffò e infine si fermò nel bel mezzo della salita. Mancavano ancora 5 km per arrivare in paese.

Da circa un paio di mesi avevo iniziato a lavorare in uno studio medico giù in città. Ogni mattina mi alzavo alle 6 e percorrevo 10 km per scendere dal paesetto collinare, dove abitavo, e raggiungere la città dove lavoravo. La strada da percorrere era un groviglio di tornanti che si dispiegavano per un lungo tratto tra gli alberi di un bellissimo bosco. Ogni mattina scendendo mi trovavo a pensare che avevo fatto la scelta giusta, che vivere su in collina, in un piccolo paese circondato da quello splendore, era stata un’ottima idea; ma quella sera di fine ottobre cominciai a maledire quella pensata.

C’era stato un contrattempo al lavoro ed ero stata costretta a fermarmi ben oltre l’orario di chiusura. Ora l’orologio sul cruscotto segnava le 21 e, ferma in mezzo alla strada con l’auto in panne, circondata dal buio e dal silenzio, sentii un brivido di inquietudine lungo la schiena. Allungai la mano verso la borsa posata sul sedile lato passeggero, in cerca del cellulare. Il panico si impadronì di me quando realizzai di averlo dimenticato in studio. E ora? Come avrei potuto chiamare aiuto? Mi guardai intorno e in lontananza, tra gli alberi alla mia destra, vidi un chiarore, come delle luci provenienti da una casa. Il pensiero di uscire dall’auto non mi piaceva ma mi dissi che non avevo alternative, che dovevo cercare una casa e chiedere la cortesia di usare il telefono. Mi feci forza, afferrai la pila che tenevo in macchina e la borsa; aprii lo sportello e uscii dall’auto.

***



La luce era ben visibile e mi incamminai tra gli alberi per raggiungerla. Non doveva essere molto lontana ma il sentiero si dispiegava nel bosco in maniera piuttosto ripida e al buio inciampai in una radice, scivolando a terra per qualche metro. Mi rialzai e constatai di non avere nulla di rotto. Per fortuna nella caduta non avevo nemmeno perso la pila e la borsa. Ripresi a camminare e dopo un po’ giunsi alla fine del sentiero. Qui il bosco si diradava per lasciare spazio a una radura prospiciente il lago. Al chiarore della luna piena vidi la fonte del bagliore che mi aveva guidato fin là: gli ultimi alberi del bosco lambivano un cottage in legno con un bel portico davanti; oltre la struttura la luna si rifletteva nelle acque del lago.

Mi avvicinai all’abitazione e, facendomi coraggio, bussai alla porta.
“C’è nessuno?” gridai per farmi sentire all’interno. “C’è nessuno? Ho l’auto in panne e avrei bisogno di aiuto” aggiunsi nella speranza di smuovere a compassione gli abitanti della casa.
La porta si socchiuse e lasciò intravedere una giovane donna.
“Buonasera, signora…” cominciai. “Mi scusi per il disturbo, ma sono rimasta a piedi mentre tornavo a casa e non ho con me il cellulare. Ho visto la luce di questa casa e mi sono addentrata nel bosco, fin qui, nella speranza di poter usare il telefono…”
La donna mi squadrò e aprì leggermente la porta.
“Mi dispiace ma il telefono è isolato da tre giorni per un guasto sulla linea” la sua voce risuonò ferma ma flebile, “e qui i cellulari non hanno campo” continuò come leggendomi nel pensiero.
Probabilmente fu l’espressione di profondo sconforto a intenerirla e a persuaderla delle mie buone intenzioni perché, sorridendomi, aprì completamente la porta e con un gesto della mano mi invitò a entrare. La guardai, perplessa: fare quel passo era un atto di fede sia per me che per lei.
La donna dovette capire i miei dubbi perché mi invitò nuovamente a entrare.
“Non credo che abbia molte alternative, a meno che non voglia passare la notte appollaiata su un albero come un uccellino.”
“Non vorrei disturbare… ” replicai ancora incerta se accettare o meno l’invito.
“Non si preoccupi.” Mi incoraggiò con un altro sorriso.

Entrai, seguendola lungo un corridoio che portava in una grande stanza divisa tra cucina e soggiorno.
“Stavo per mettermi a cena, venga a farmi compagnia.” Senza attendere risposta cominciò ad apparecchiare la tavola anche per me. La guardai, titubante. Si accorse del mio disagio e scoppiò a ridere, una risata argentina, squillante.
“Lei si sta chiedendo come mai abbia fatto entrare in casa una sconosciuta e se può fidarsi o meno.” Arrossii e balbettai qualche debole protesta ma mi fece cenno con la mano di smetterla.
“Non si stupisca. Sono in questa casa da sola per la maggior parte del tempo. Mio marito è sempre via per lavoro e io mi sento terribilmente sola. Così sola da essere felice quando vedo un altro essere umano…” Si bloccò con lo sguardo perso nel vuoto e mi sembrò molto infelice. Provai profonda compassione per quella donna giovane e bella costretta a vivere in un posto si splendido ma così isolato e, probabilmente, molto più adatto come luogo per passare le vacanze piuttosto che come prima abitazione.
“A proposito, io sono Clarissa” e mi porse la mano. La sua voce interruppe il flusso dei miei pensieri.
“Elettra” risposi, provando la strana sensazione di stringere un blocco di marmo invece di una mano.
Il pianto di un bimbo nella stanza accanto interruppe le presentazioni.
“Mio figlio Mattia, 6 mesi” rispose alla mia silenziosa domanda, poi uscì per andare dal bambino.

Ritornò dopo qualche minuto e mentre cucinava chiacchierammo amichevolmente. Alla fine della cena ci davamo del tu. Era stato facile socializzare: Clarissa aveva una gran voglia di parlare e io, ormai, ero ben disposta verso chi mi aveva così ben accolta e aiutata in una situazione di necessità.
“Si è fatto tardi.” Disse a un certo punto guardando l’orologio sul caminetto. “Per dormire dovrai arrangiarti. Purtroppo la stanza del bimbo al momento è una sorta di magazzino ma lui è ancora così piccolo che può benissimo dormire con me. Quindi non ho altro che il divano da offrirti.”
“Andrà benissimo! Sei stata così gentile a farmi entrare e a darmi ospitalità! Non so che avrei fatto se non ti avessi incontrata.”
Silenziosa si alzò e andò nella sua stanza per ritornarne con una coperta.
“Allora buonanotte” mi disse, porgendomi il plaid, “è stato un piacere conoscerti, Elettra!”
“Buonanotte, Clarissa! A domani.”
“A domani.” Rispose con un’aria velata di tristezza.

***



La luce del mattino mi svegliò. Cercai di fare mente locale sui fatti del giorno precedente. Ringraziando il cielo era sabato: se fossi dovuta andare a lavorare avrei avuto non pochi problemi senza un telefono per giustificare la mia assenza, ma era il weekend e la giornata si prospettava soleggiata, altro colpo di fortuna pensai tra me. La sera prima avevo scoperto che l’auto di Clarissa era dal meccanico e quindi mi ero rassegnata all’idea di dover percorrere a piedi i restanti 5 km che mi separavano da casa.

Mi tirai su dal divano e ciò che vidi fu uno shock. La confortevole, calda stanza dove la sera prima avevo mangiato e conversato con Clarissa e dove mi ero addormentata, aveva ora l’aspetto di un locale abbandonato. Mobili e oggetti erano ricoperti da teli bianchi messi a protezione. Ragnatele pendevano dal lampadario della sala e della cucina. Uno spesso strato di polvere era sui vetri delle finestre e sul pavimento.
“Clarissa!” chiamai a voce alta. Non ricevetti risposta. La casa era silenziosa e disabitata.
Una fitta di panico mi colpì come un pugno alla bocca dello stomaco: cosa stava accadendo, e dove era Clarissa con il suo bambino?

Mi precipitai fuori di casa. Non trovai nessuno neanche in veranda. Girai sul retro e per la prima volta realizzai quanto l’abitazione fosse vicina alla riva del lago. Era uno spettacolo incantevole che per me stava assumendo i contorni di uno strano incubo.
“Ha bisogno di aiuto?” La voce dell’uomo alle mie spalle mi fece sobbalzare.
Mi voltai emettendo un piccolo grido stridulo. Era una guardia forestale.
“Mi spiace averla spaventata. Si sente bene? E’ sua l’auto ferma sul ciglio della strada?”
Mi ci volle qualche secondo prima di riuscire a parlare, e alla fine tutto quello che riuscii a dire fu un sì quasi sussurrato.
“Ho visto il mezzo fermo e ho pensato che potesse esserci qualcuno in difficoltà.” Continuò.
“Sì, l’auto è mia. Si è fermata ieri sera mentre rientravo a casa. Sono scesa giù per il sentiero fino a questa casa e ho dormito qui.” Al secondo tentativo ero riuscita a dare una risposta più articolata.
“Ha dormito lì dentro?” Mi chiese accennando all’abitazione con la testa.
Annuii.
“Mi dica una cosa: è nuova di qui?”
“Sì, è da poco che mi sono trasferita in zona per lavoro.”
“Lo immaginavo. Nessuna persona del posto passerebbe mai la notte in quella casa… soprattutto in una notte di luna piena.”
“Perché?” La voce mi tremava mentre formulavo la domanda.
“Superstizioni, signora, superstizioni legate alla tragedia che si è consumata qui 7 anni fa.”
“Quale tragedia?” Chiesi in preda a una grande inquietudine.
“Sono ormai 7 anni che la casa è disabitata. Ci viveva una coppia di giovani sposi. Lui, capitano sulle navi da crociera, era sempre via e sua moglie, Clarissa mi pare che si chiamasse, rimaneva sola per la maggior parte del tempo, soffrendo terribilmente la solitudine di un posto come questo. Dopo la nascita del loro primo figlio le cose precipitarono. La donna si ammalò di depressione post partum e in una bella notte di luna piena si gettò nel lago con il bambino. I loro corpi furono ritrovati da un pescatore due giorni dopo su una spiaggetta dell’altra sponda del lago. Il marito non ha voluto più mettere piede qui da quel giorno. La casa è stata messa in vendita, ma l’agenzia immobiliare non riesce a trovare acquirenti. In zona si racconta che sia infestata dal fantasma della giovane donna suicida, che nelle notti di luna piena torna nella sua casa aspettando qualcuno con cui poter parlare.”

Le gambe mi cedettero e sarei caduta in terra se il mio interlocutore non fosse stato pronto a sorreggermi.
“Si sente bene? E’ pallida da far paura!”
Un sentimento di orrore misto a pietà si impossessò di me: ero terrorizzata per ciò che il racconto dell’uomo aveva rivelato e, al contempo, impietosita per la tragica vicenda.
Per un istante pensai di raccontare tutto quello che avevo vissuto la sera prima ma poi scacciai l’idea: erano accadimenti talmente assurdi che sarei stata presa per folle. Così decisi di tenere tutto per me.
“Sì, sto bene” mentii, “sono solo un po' debole: non mangio da ieri a pranzo…”
“Venga l’accompagno in paese. Da lì potrà mandare qualcuno a prendere l’auto.”
“Sì, la ringrazio molto!” Mormorai.
Mentre risalivamo insieme verso l’auto, risuonarono nella mia testa i versi di una canzone di Ligabue

“Certe notti la macchina è calda
E dove ti porta lo decide lei…”



e mi domandai se quella appena passata non fosse stata proprio una di quelle notti, trovandomi a sperare che, almeno per quelle poche ore trascorse insieme, la mia presenza fosse servita a far sentire meno sola l’ombra di Clarissa.
 
Top
Xe83
view post Posted on 29/6/2021, 18:04




💖
CITAZIONE (Xe83 @ 4/6/2021, 12:59) 
CITAZIONE (Arwen68 @ 28/5/2021, 23:48) 
Titolo: Certe notti.
Autore: Arwen68

Cara Manu, il tuo racconto mi ha riportato a "casa". Ho ritrovato da subito un clima a me caro, familiare.
Ho respirato il profumo di Ghost story, che amo tanto, da sempre e che mi ha preso all'istante.
Il tuo stile fluido, accurato, ricercato senza essere stucchevole, la delicatezza delle immagini e l'atmosfera intensa della storia mi hanno ricordato gli scrittori britannici quali M. R. James, Dickens e Stevenson.

Il tuo è un racconto dolce, malinconico, e lievemente sinistro, declinato secondo i canoni delle migliori storie del brivido, capace di coinvolgere astutamente il lettore, di tenerlo sulle spine e accompagnarlo al colpo di scena. Il colpo di scena finale, esplicativo, chiarificatore, non toglie poesia, non leva armonia al racconto, non fa scemare la tensione emotiva, ma la alimenta, accendendo pian piano tenui torce nella buia notte.

Una storia, la tua, che avvolge la protagonista e la conduce verso un destino ineluttabile che le regala un'esperienza molto particolare. Un'esperienza di vita assolutamente inaspettata, così strana, stupefacente e totalizzante che Elettra non vuole condividere, ma preferisce custodirla come si fa con le rivelazioni prodigiose, quasi impalpabili, che capovolgono in un istante le regole del reale.

Inquietudine e timore pervadono tutto il racconto e si fanno percepire fino alla fine, ma lo fanno lievemente, come un soffio, un alito di vento avvolgente, come una sinfonia lenta, ma briosa, a tratti stridente per ricomporsi, subito dopo sulle note più melodiose e coinvolgenti.

Complimenti, cara Manu, per questo bellissimo racconto, per aver pensato a questa trama particolare, densa di significato, avvincente, che scava oltre l'apparenza, oltre la materia. La tua storia mi ha fatto sognare e mi ha divertito tanto.
Mi ha regalato un divertimento mai pago, di quelli che spingono il lettore a spingersi sempre oltre, in una costante ricerca di risposte, fino a portarlo sulla soglia del mistero e fargli respirare l'aroma fascinoso e seducente.
🧡❤️
 
Top
view post Posted on 29/6/2021, 18:43
Avatar

Pozionista

Group:
Severus Fan
Posts:
3,033
Location:
Dalla terra dove s'intrecciano misteri, magie e leggende.

Status:


CITAZIONE
CITAZIONE
Lonely_Kate (view post Inviato il: 29/5/2021, 22:12)
CITAZIONE
Arwen68
Certe notti

Manu, sìiiiii, una storia di fantasmi! :woot:
Carissima, io che adoro E.A.Poe, sono attratta come una calamita dalle storie ‘del brivido e del mistero’. Mi sono inoltrata nella lettura del tuo racconto comodamente sprofondata nella mia poltrona preferita... poi ad un tratto sono balzata su attentissima allo svolgimento degli eventi. Hai descritto alla perfezione quelle sensazioni di smarrimento e paura che possono coglierti in una situazione inattesa e difficoltosa: il terrore di restare sola in mezzo al nulla senza auto ne’ cellulare è uno dei miei timori più grandi. Complimenti all’intraprendenza della tua protagonista, Elettra, dea pregreca della luce che si ritrova ad affrontare il buio del bosco uscendo coraggiosamente dall’auto. Il sollievo dell’accoglienza e la fortuna insperata infondono calma e piacevolezza a lei e al lettore. Poi il colpo di scena al risveglio degno di un film! Mi è piaciuto anche che il fantasma della povera Clarissa fosse un inconsueto spirito tanto desideroso di affetto e non di scontata vendetta; una presenza gentile, benefica, come la provvidenza nei momenti più difficili.
Manu, che peccato che non siano durate di più l’emozione e il pathos che mi hai regalato. Spero che tu possa scrivere presto un altro racconto così, ma più lungo! <3 <3
 
Top
Giorgy
view post Posted on 29/6/2021, 19:33




CITAZIONE (Giorgy @ 29/5/2021, 21:15) 
Che bella storia Manu❤️🌹 fa bene la cara Xenia a incoraggiarti! La tua scrittura è piacevole e scorrevole, se te la devo dire tutta, adoro le storie con fantasmi e misteri 😍 sono rimasta senza parole leggendo la parte finale. Ancora complimenti cara 😘 spero di gustarmi altre tue creazioni ❤️
Ah, dimenticavo! La tua protagonista mi ricorda qualcuno di mia conoscenza 😉 soprattutto nella parte degli inviti a casa 🤣😘
 
Top
3 replies since 28/6/2021, 21:05   63 views
  Share