| Chi è per me Severus? Cosa penso di lui? Dare una risposta semplice, esaustiva, a queste domande non è facile. Miriadi di pensieri si affollano e si confondono tra loro, tutti, a un primo esame, chiari e di immediata comprensione; altri più complessi, ma anch’essi pronti a essere sottoposti a una scrupolosa analisi e a molteplici osservazioni. Tante facce della ‘medaglia Severus’ sono state analizzate e molte le ho condivise ed amate. Per dovere di chiarezza potrei fare i nomi di qualcuna di voi, ma non sono riuscita a leggere tutti i post, così credo sia più giusto provare a dire la mia.
Tempo fa, in un breve post, avevo scritto che non credo al colpo di fulmine. Io sono ragione, sono equilibrio, compostezza e calma. Io non sono capace di perdere il controllo. Sono una domanda continua che rivolgo a me stessa: cosa è giusto, cosa è sbagliato per me o per gli altri. Severus, il mago nato dalla penna di una donna che è riuscita a inventare una delle favole più belle del mondo, ha stravolto ogni mia regola interiore. L’amore per lui è stato totale, assoluto, immediato, senza domande, senza calma, senza pazienza. Così mi sono chiesta perché? Quale magia ha operato su di me per farmi capitolare… nonostante tutto? Nonostante il brutto carattere, i tratti spigolosi, il sarcasmo, il suo passato e l’unilaterale amore immortale? Sembra facile per voi tutte che lo amate da più di dieci anni, che lo celebrate, lo osannate, che avete visto, oltre ogni ragionevole dubbio, che Severus è straordinario. Certo avete interrogato, avete indagato e spulciato tra gli anfratti delle pagine dei libri e le pieghe del suo mantello. Il Processo. Sì, il Processo. Quando ho conosciuto Severus il mio verdetto è stato subito quello di un’assoluzione piena, ma ho dovuto invocare, per alcuni versi, la clemenza della mia corte interiore. Per me non è stato così facile capire perché è stato così semplice amarlo incondizionatamente. Vi ho avvisate, l’arzigogolo è appena agli inizi!
Severus è un uomo difficile, complesso e, per questo, intrigante? Troppo semplice. Severus non ha angoli. Nonostante la figura descritta come irta di spigoli, di punte aguzze che tengono a distanza, incutono paura e diffidenza, Severus è una sfera, una personalità sulla quale puoi scivolare e cadere se non sei in grado di reggerti e comprenderne il baricentro. Lui ti spinge a interrogarti continuamente, a mettere in discussione le tue convinzioni. Capire Severus è crescere. È iniziato così il mio viaggio alla scoperta del cuore di carta e inchiostro di un uomo fatto sia del buio che della luce di un prisma. Comprendere un cuore in grado di custodire dolore, rabbia, disperazione uniti al più immortale e puro degli affetti (e non mi riferisco solo a Lily), con tale riserbo e timidezza, è stata e continua a essere un’esperienza meravigliosa. Tutte abbiamo cercato di analizzare, in maniera più o meno psicanalitica, lo sgradevole ragazzino coi capelli unti e vestito di stracci, cercando di non cadere nello scontato giudizio di definirlo un povero infelice, disamato e, quindi, inevitabilmente condannato a un futuro fatto di scelte sbagliate, di errori inevitabili dall’esito scritto e, com’è ovvio, infausto. Nessuna, sono sicura, ha banalmente legato le sue amicizie sbagliate o negate, il suo infinito amore e bisogno di affetto e attenzioni, alla sua bramosia di conoscenza e giustificata ambizione (per un cervello brillante e pronto come il suo), al destino da mangiamorte, da assassino in cui è precipitato. Sarebbe stato troppo semplice. Invece no, non lo è. Posso comprendere che un giovinetto solo, disprezzato e irriso, abbandonato per uno sciocco malinteso, per un impeto di immatura rabbia (e mi riferisco anche a Lily), abbia scelto una strada già spianata, tutta in discesa, proiettata alla conoscenza. Conoscenza come viatico per il potere, potrebbe dire qualcuno. No, quale potere!? Severus se ne infischiava della supremazia della forza. Lui voleva solo sapere, imparare, appartenere a qualcosa, a qualcuno. Non è scontato che, un bel giorno, poiché l’amore della vita di quest’uomo rischia un tragico destino, questi si ravveda, riacquisti lucidità e risorga dalle ceneri della sua distruzione, delle sue tragedie personali. Non è facile, non tutti possono, che siano reali, fatti di carne e ossa, oppure no. L’abnegazione assoluta, la rinuncia alla sua stessa vita, la scelta di servire quello che per Severus sarebbe stato un nuovo padrone, un amabile manipolatore, non è banale, non è prevedibile, non è naturale. Occorre un’immensa forza e un illimitato coraggio uniti a un’anima fiera e risoluta per andare avanti e non farsi schiacciare da un peso così grande. Quanti personaggi letterari conosciamo così?
E arriva ora la parte difficile, il momento che più di tutti mi corrode la mente. L’idea di un Severus che non sa scegliere, un Severus che forse capisce l’enormità del suo folle desiderio di vedere risparmiata la sola vita di Lily, piuttosto che di quella della sua famiglia intera, solo quando Silente gli mostra il suo disgusto per la proposta. Com’è possibile? Perché un cuore eroico in grado di custodire e coltivare sentimenti di rispetto, onestà, integrità, amore, abbia commesso una leggerezza tanto grande? Vi apparirà sciocca o futile come riflessione, ma mi fa star male. Penso all’egoismo, alla bramosia e non mi capacito. Tutto questo collide con l’idea che mi sono fatta di Severus. Allora penso a Snivellus. Il bimbo nascosto nel corpo del nostro amato mago occupa una parte molto importante del suo essere uomo adulto. Severus nasconde uno Snivellus mai maturato, mai divenuto uomo. È emblematico il suo modo di rapportarsi agli studenti e, soprattutto, a Harry. Alcune cose che fa o dice non sono sempre necessarie al conseguimento del suo scopo ultimo: spronare Harry, aiutarlo a crescere, a imparare le indispensabili regole per sopravvivere e combattere. Snape professore non è certo dotato di maniere persuasive gentili o accondiscendenti; lui preferisce un metodo di insegnamento esigente, talvolta inclemente, e condito da ammonimenti lapidari e sottilmente maligni. Perché lo fa? Per vendetta pura e semplice? Forse, ma non è unitaria come spiegazione. Anche in una circostanza come questa bisogna scavare, grattare l’essere Severus, purtroppo muniti solo di un cucchiaino. Dopo numerosi tentativi scopriamo che non esiste un’unica chiave per comprendere appieno cosa muove il sarcasmo del nostro Potions Master.
Le mie riflessioni continuano e, alla fine, il principio del Rasoio di Occam giunge in mio aiuto: “A parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire” Severus è solo, è sempre stato solo. Tutta la sua vita, tutte le sue scelte, credo dipendano solo da questo. Non possiamo crescere da soli, l’essere umano non è in grado di muovere i primi passi nella vita senza una guida, senza una mano tesa, senza l’amore. L’amore è la bussola che ci guida; l’appoggio e l’approvazione degli altri sono il motore che ci spinge ad avanzare. Severus non ha mai avuto né l’una né le altre, soprattutto nelle fasi iniziali della vita in cui è fondamentale avere stimoli e conferme, ricevere affetto sincero. I sui genitori non c’erano, i suoi insegnanti, invece, dov’erano?
Per grandi linee vi ho descritto il mio pensiero sul Severus della privazione, dell’affetto mancato. Non ho affrontato il Severus del dolore, della colpa. Sono due entità separate? Non lo sono. Severus non rinnega, non si priva ma desidera, vuole provare dolore perché vuole espiare, brama la sua redenzione, ma non solo. Dove collochiamo l’odio in questo ingarbugliato panorama che è la matassa della sua anima? Se non puoi amare allora puoi odiare, l’uno vale per l’altro, una cosa si compenetra nell’altra, non la esclude ma la completa. Come fa? Chi alberga dentro di sé sentimenti e passioni travolgenti non conosce mezze misure. Se ciò che ti muove è potente, irrinunciabile (la salvezza dell’anima) metti in atto tutte le tue risorse e capacità più navigate anche sotto le frustate del dolore e sofferenza ricevute dall’instillare odio nel tuo prossimo (Harry come specchio del volto di James e figlio con gli stessi occhi di Lily). Credo che proprio lì si collochi l’arte del sarcasmo, del sottile desiderio di riscatto e vendetta (mai aggressiva), rappresentato dal sussurro setoso e provocatore di Severus a cui ho accennato poco sopra. Provare rabbia, rancore, odio, ti aiuta ad attenuare il dolore. Noi siamo quello che viviamo.
Severus è luce, buio e chiaro-scuri insieme. Ciò che viene mostrato e ciò che Severus è, poggiano su distanze siderali. Massimo Bisotti ha scritto che le persone incantevoli hanno vinto il disincanto della vita e per questo ci vuole tanto coraggio, lo stesso che serve per i sentimenti. Coraggio di affrontare la vita, da sempre e per sempre, da soli. Ho di fronte la soluzione a ogni mia domanda, a ogni sola domanda. Il cerchio si chiude. Il mio cuore smette per un po’ di sanguinare. Severus è nato ed è morto in solitudine (nel mio cuore è vivissimo!). Severus aveva solo bisogno d’amore, di una guida, ma, nonostante tutto, ha vissuto con coraggio ed è morto da eroe.
Tutto questo è parte di quello che di meraviglioso e molto triste significa lui per me. Posso solo donargli, incondizionatamente, un po’ del mio cuore.
Edited by Lonely_Kate - 21/6/2021, 07:04
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