La mia visione Di Severus

Il mio Severus

Ciao a tutti, oggi volevo presentarvi la mia visione di Severus.
Partiamo dal fatto che fin dal primo libro mi sono persa in quel personaggio nero, dai capelli unti e scorbutico quale era descritto. Mi ha subito affascinato il suo modo di fare così schivo e quell'alone di mistero che portava con sé. Essendomi subito attaccata a lui ho avuto anche modo di "crescerci" insieme (ho iniziato il primo libro che avevo 15 anni, ora ne ho 21) e non posso fare a meno di dire che, in un certo senso, fa parte della mia vita e del mio io, di come sono.
Detto questo andiamo più sul pratico: fisicamente il mio Severus è di media altezza, abbastanza magro, spigoloso nel lineamenti con quel non so che di attraente nei gesti e movimenti del corpo, quale l'immancabile sopracciglio alzato e il sorrisetto ironico appena accennato. Non si può definire bello oggettivamente secondo i criteri standard ma non appena lo guardi non puoi non innamorarti (che io sia un po' di parte? 😁).
Caratterialmente è stato plasmato da ciò che nel corso degli anni ha provato, visto e finanche subito. È un bambino costretto a diventare uomo prima del previsto, un bambino che deve arrangiarsi a modo suo per non soccombere alla triste realtà domestica che quotidianamente gli viene sbattuta in faccia. Già di per sé chiuso, non può far altro che accentuare questa sua caratteristica nella crescita. In una tale situazione di buio intravede la luce nella figura di Lily, una figura così antitetica con la quale però trova un punto di contatto. Non c'è da stupirsi a mio parere che nasca subito un forte sentimento da parte di Severus: Lily incarnava tutto ciò che lui non aveva e la speranza di una vita migliore, la prova che poteva esistere una realtà più piacevole al di fuori della sua e, inoltre, era l'unica persona con la quale fosse riuscito a venire a contatto. Non aveva in questo senso altre figure di riferimento cui confrontarsi.

Credo che andando a Hogwarts avesse fortemente desiderato un diverso sviluppo della sua vita: non sarebbe stato più quello diverso o quello strano ma presto tutto questo crolla già sul nascere. La sua innata intelligenza, nonostante possa venire premiata attraverso i voti, lo distanzia dagli altri ragazzini. Questo segna un la crepa che non si rimarginerà più : essere intelligente, curioso, assetato di conoscenza lo spinge ancor più sulla strada della solitudine e, in un ambiente del genere, si butta a capofitto nello studio venendo a contatto con le Arti Oscure, una materia tanto pericolosa quanto affascinante per chi ha la dovuta sensibilità.
Sensibilità, un'altra parola chiave del mio Severus. Ha una straordinaria sensibilità e fa caso ai dettagli (non per niente sarà il nostro Potion Master per eccellenza!) che cerca però di nascondere, di reprimere affinché le cose del mondo esterno non gli facciano male.

Per quanto riguarda la scelta sbagliata e il diventare Mangiamorte credo che lo abbia fatto con una certa consapevolezza. Voglia di riscatto contro quel mondo che lo aveva sempre abbandonato, rabbia, tristezza e soprattutto tanta consapevolezza di quello che erano le sue capacità, quasi mai riconosciute con il dovuto rispetto. È la "vendetta" di un ragazzo che, vuoi per carattere vuoi per le sue esperienze, non si è integrato nella società, in quella stessa società che non ha fatto nulla per cambiare le cose e di cui forse, lui, non avrebbe nemmeno accettato l'aiuto. Orgoglio. Un'altra caratteristica fondamentale: nonostante la giovinezza travagliata non si crogiola nel suo dolore, sa quanto vale e continua a studiare, a inventare, a provare formule, pozioni e incantesimi perché sa che lui ce la può fare senza che qualcuno gli tenda la mano per pura pena.

Consapevole del lato malvagio di Voldemort si lascia andare comunque: lui, sempre additato come sbagliato dal padre, senza figure di riferimento valide, senza qualcuno che riconoscesse le sue vere capacità che altra fine avrebbe potuto fare? Si autoconvince che quella sarebbe stata la strada per lui. È la strada di chi non ha nulla da perdere e che può solo guadagnarci a quanto Voldemort promette.
Penso si accorga abbastanza presto del suo sbaglio ma solo con la profezia si rende conto che la morte lo può toccare da vicino, che non è invulnerabile alle emozioni così come si era ripromesso. Se non fosse stato per la morte di Lily si sarebbe pentito? Secondo me sì anche se sarebbe passato più tempo: la sua intelligenza lo avrebbe necessariamente portato a farsi delle domande.

Dopo la morte di Lily e il passaggio dalla parte opposta in quella guerra torna ad essere quello che era: niente speranze di grandezza, nessuna speranza proprio nel mondo.
È un uomo cupo, triste all'inverosimile per aver fatto quella scelta sbagliata che sembrava però così appetitosa all'inizio.
Non può permettersi di mostrarsi al mondo: lui non è debole, non vuole la compassione o le parole dette così per sembrare carini da parte di altri professori. Lui è terribilmente sincero e lucido, sa quello che ha fatto e sa che non potrà sfuggire da ciò cercando scuse. Sceglie piuttosto di soffrire da solo, armandosi di uno scudo fatto di ironia, sarcasmo e sguardi gelidi.
Ironia e sarcasmo, una parte fondamentale del Severus uomo. Deve convivere con sé stesso in qualche modo e questa sembra l'unica soluzione. Soluzione che, specifico, mette ancora una volta in luce la sua spiccata intelligenza ragion per la quale molti non capiscono e lo additano semplicemente come "cattivo". Non vuole e non gli interessa che gli altri cambino idea. Gli altri, per il mio Severus, sono gente che non capisce, che non può capire e con la quale non sprecherebbe nemmemo una parola. È un po' bastardo, in effetti, ma con classe. Non gli interessa apparire superiore, lui sa bene le sue capacità e non deve sbandierarle ma non perde occasione per far notare quanto imperfette siano quelle di altri (amo la scena con Lockhart aiutoo).
Sta solo perché è stanco degli sguardi inquisitori dei suoi stessi colleghi. Sta solo perché gli piace, perché ha trovato nella solitudine il suo mondo dove può essere quello che è.
È il tipo di uomo a cui la vita ha dato solo il talento. Non una famiglia amorevole, non una schiera di amici pronti a battersi per lui, non un amore ricambiato, non una personalità estroversa. Si adatta a questo nel corso degli anni per quanto male faccia. Ha imparato da bambino che la vita non è giusta e riesce magistralmente a portare il peso delle proprie azioni, dei proprio sbagli, delle proprie sofferenze sotto ad una maschera sempre e comunque. È forte, dannatamente forte, ma chissà perché me lo immagino come un uomo che a volte piange, solo nei suoi sotterranei, perché nessuno è invincibile. Piange nel modo più sincero, senza abbattersi, senza rifugiarsi nel dolore. Non gli piace quello che è diventato ma convive: rinnegare il suo passato non servirebbe a nulla, agire per cambiare ciò che sarà invece è l'unica soluzione possibile. Fa anche questo senza pretese di gratitudine, senza volere meriti che pure gli spetterebbero. Il suo senso di colpa è troppo grande, così grande da fargli credere di non meritare nulla.
Un uomo chiuso, schivo, intelligente, orgoglioso, consapevole, forte, che fa i conti ogni giorno con i suoi sbagli e che puntualmente gli vengono sbattuti in faccia. Un uomo fortemente desideroso di un riscatto che compie però fuori dalla luce dei riflettori, un uomo con tanto amore da dare che però conosce solo i suoi metodi ironici e a volte strani per esprimersi senza che tutta la sua maschera vada in frantimi.
(oltre a essere un uomo dannatamente affascinante ma questo non penso ci sia bisogno di dirlo 😁). Ecco chi è il mio Severus.