| Personaggi secondari
Sono la truppa di supporto e prendono relativamente meno spazio. Possono vivere storie proprie ma almeno alcune (o parte) delle loro esistenze sono al servizio del protagonista: aiutano a portare avanti la sua storia oppure le loro vicende sono unite come tema alla sua. Talvolta sono utili per riflettere il contesto sociale dei personaggi principali o aiutano l’autore a comunicare informazioni al lettore in modo allettante (ad esempio tramite dialoghi, più interessanti delle sequenze riflessive). Anche se non ha tutto l’approfondimento e l’attenzione dedicati al protagonista, meglio non limitare il ruolo del personaggio secondario a quello di spalla a servizio dell’eroe: la storia migliorerà se anche ogni personaggio secondario nel suo piccolo ha la sua personalità, uno scopo, un’ossessione, e non una semplice funzione di appoggio. Perseguendo il loro obiettivo, potrebbero intromettersi nelle questioni del protagonista, e magari scatenare un conflitto, oppure creare una sotto-trama. I personaggi secondari sono preziosi per la trama e per vivacizzare il mondo della storia, rendendolo più credibile e variegato.
Questo è proprio ciò che è avvenuto mentre scrivevo il romanzo fantasy "Dentro l'anima" dove avevo inserito il personaggio secondario di Ravi al solo scopo di fornire al lettore, tramite un lungo dialogo con il personaggio principale, spiegazioni sul mondo fantasy creato (la valle incantata) con tutte le sue particolarità. Grazie ad alcune mie beta-lettrici, che hanno particolarmente apprezzato il personaggio del giovane Ravi, questi ha avuto salva la vita. In effetti, nell'idea iniziale, il ragazzo, una volta svolto il compito di fornire informazioni fintanto che l'altro personaggio principale era (letteralmente) privo di voce, doveva essere rapito dal malvagio spirito che tormenta la valle, forse addirittura ucciso, così da "toglierlo di mezzo" per non disturbare lo sviluppo della storia d'amore tra i protagonisti. Visto il successo del personaggio con le beta-lettrici, non ho più avuto cuore di uccidere Ravi, ma il suo mantenimento creava problemi all'interno della trama perché, una volta "vivo", dovevo trovargli uno "scopo" che non fosse solo al servizio degli altri personaggi (sarebbe altrimenti stato un personaggio "tinca" ). Dovevo quindi dargli una caratterizzazione psicologica, un passato e, soprattutto, una volontà e un fine cui tendere. Questa necessità ha prodotto una sottotrama che si intreccia con quella principale, ampliandola e rendendo la storia più interessante. Inoltre, Ravi si è trovato a essere in situazione di (involontario) conflitto col personaggio principale, anche in questo caso rendendo più interessante e completa la storia.
Non c’è limite al numero di personaggi secondari. In ogni caso, inutile crearne più di quanti siano effettivamente necessari, anche se nel genere fantasy si usa muoverne parecchi.
Minore è il ruolo del personaggio, più limitata sarà l’attenzione alla sua personalità, ma può essere utile lo stesso compilare una scheda-personaggio anche per loro. I personaggi secondari sono meno complessi dei principali, quindi occorre attribuire tratti più marcati rispetto al protagonista, affinché il lettore non li confonda tra loro. Sono spesso i personaggi più divertenti da scrivere, perché possono essere “sopra le righe”: estremi, divertenti, stravaganti, esagerati, persino mono-dimensionali. Devono colpire il lettore con la loro personalità affinché possa ricordarli anche quando non li ha sott’occhio. Creare un personaggio secondario è come spiare una persona da una porta semi aperta: la sua limitatezza consente all’autore di esplorare alcuni lati della personalità più attentamente. Poiché l’attenzione si concentra su di loro per meno tempo, essi possono drammatizzare vari punti di vista con più naturalezza dei protagonisti. Il personaggio secondario può anche essere semplicemente divertente per i suoi eccessi.
Ė opportuno introdurre i personaggi secondari sempre in relazione al/ai personaggio/i principale/i. Ė utile soprattutto quando occorre far conoscere al lettore molti personaggi in breve tempo. L’incontro con il personaggio principale permette a entrambi di mostrare la propria reazione, eventualmente creando anche un conflitto, cosicché il lettore possa ricordarli più facilmente proprio in base al conflitto o alla reazione del personaggio principale (soprattutto quando questo esprime il punto di vista del romanzo, cioè la storia è vista tramite i suoi occhi). Ove possibile, è meglio evitare le presentazioni tipo "lista della spesa": non fate incontrare tutti i vostri personaggi secondari al personaggio principale in un’unica scena. Una diluizione degli incontri permette al lettore di conoscere/riconoscere i singoli personaggi; inoltre, li ricorderà meglio se in ogni scena riuscite a inserire un conflitto.
Per i personaggi secondari si possono creare storie (molto semplici: vuol smettere di fumare e ogni volta che lo si incontra si scoprirà come sta procedendo il suo tentativo) che si sviluppano lungo il romanzo: creare un’attesa su di loro permette al lettore di ricordarli meglio tra una apparizione e l’altra. Inoltre, le storie che vivranno (ha bisogno di un mutuo per comprare casa e sposarsi) li caratterizzeranno in modo ulteriore.
Voi come ve la cavate con i personaggi secondari? Vi piace inventarli e scrivere di loro? Qualche volta vi affezionate e vi fate prendere la mano, concedendo loro fin troppo spazio? Ne usate tanti o pochi? A quale scopo li create, principalmente?
Edited by Ida59 - 13/12/2019, 12:58
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