I monosillabi (dalla A alla Q)
I monosillabi (estratto dalla lista elaborata dal sito www.literary.it)
a | prep. sempl. atona (nei testi antichi si trova anche accentato, à);
a’ | troncamento per ai, prep. art., di uso poetico: “a’ carri fóschi” (G. Carducci, Alla stazione);
ah | interiezione; certi autori scrivono ha, sconsigliato perché, oltre a modificare il suono, si confonde con la 3a pers. sing. ind. pres. del verbo avere (v. à)
bah | esclamazione; esprime incertezza o rinuncia; meno comune ba, atono, o ba’, apocope per bada (Zing. 113);
be | voce onomatopeica per indicare il belato, atona; si pronuncia con accento grave (bè); invece be pronunciata con accento acuto (bé) equivale alla seconda lettera dell’alfabeto (b) per esteso, più nota come bi;
be’ | interiezione, può avere tono conclusivo o interrogativo; apocope di bene; si scrive pure beh, meno accettabile bè; anche apocope poetica davanti a consonante per bei o belli: “e be’ costumi onesti” (G. Carducci, Alla B. Diana Giuntini);
bla | atono, ripetuto bla bla: chiacchiericcio;
blu | atono; con accento (blù) è forma scorretta, ma ovviamente non come finale di parola composta, es. rossoblù.
boh | interiezione che esprime incertezza, insofferenza; meno bene la grafia bo;
ce | a. pronome pers. atono; b. nome disusato della lettera c (ci);
che | congiunzione e pronome, sempre atoni;
ché | aferesi di perché: “Padre mio, ché non m’aiuti?” (Inf. XXXIII,69); “Ché se ’l conte Ugolino aveva voce” (ib., 85);
chi | pronome invariabile, atono;
ci | pronome pers., idem;
co | a. variante dialettale di capo; meglio senza accento, ma si può apostrofare come se fosse apocope di capo, o più esattamente sincope - c[ap]o (co’): “In co del ponte” (Purg. III,128); b. apocope di come; c. caduta della n nella prep. con;
co’ | (con o stretta) prep. articolata; troncamento di coi e col (con i); per l’uso di co e co’ riportiamo due esempi tratti dal Carducci: “Co ’l tremolar de’ raggi” (Il termeno), “Co’ suon del prisco orgoglio” (Canto di primavera);
cri | voce che imita il canto del grillo (Card. I,343);
cro | id. per il gracchiare del corvo (Fanf. 429);
cu | onomatopea ripetuta per imitare il verso del cuculo (anche cuccù).
da | prep. semplice, atona;
dà | 3a pers. sing. ind. pres. del verbo dare (sempre accentata);
da’ | troncamento, o meglio apocope della prep. articolata dai (si noterà che per una effettiva distinzione sia necessario porre i segni paragrafematici);
de | ant. prep. semplice per di; oggi si usa nell’indicare titoli di opere che si vogliono citare per intero, es. A. Manzoni è l’autore de “I promessi sposi”; L’Accademia della Crusca sconsiglia l’uso della particella de, preferendo, nel caso citato: A. Manzoni è l’autore dei “Promessi sposi”;
de’ | prep. artic. dei, apocopata; es. “De’ galantuomini lungo le vie” (G. Carducci, Prologo in Juvenilia);
deh | interiezione, si ritiene abbreviazione di deus meus; “Deh, quanti, o misero” (G. Carducci, op. cit.);
di | prep. semplice;
dì | sost. dall’antico die, giorno; sempre con l’accento;
di’ | 2a pers. sing. imperativo pres. del verbo dire;
din | rappoppiato dindìn, suono onomatopeico di campanello o simile; così pure don (dondòn); se si vuole esaltare il timbro si può mettere l’accento, dìn;
do | a. nota musicale; b. 1a pers, sing. ind. pres. del verbo dare, talora accentata (dò) per non ingenerare confusione con la nota;
dó, do’ | a. apocope di dove; b. id. di donde; sono forme ormai obsolete, ma (punto a) si possono ritrovare nel parlato;
e | 1. congiunzione, atona; può essere eufonica (ed) oppure obsoleta (et); 2. art. masch. pl. gli;
è | 3a pers. sing. indicativo pres. del verbo essere; obbligatorio l’accento;
eh | interiezione con una vasta gamma espressiva;
ehm | ìndica reticenza, ma come eh può avere più significati; si pronuncia con e grave (èhm) ma l’accento non va segnato;
es | parte della psiche riferita all’istinto; atona, può scriversi con la maiuscola (Es);
ex | preposizione latina ancora in uso nell’italiano.
fa | 1. IV nota musicale; 2. 3a pers. sing. ind. pres. del verbo fare, meglio atona (fà è d’uso antiquato);
fa’ | 2a pers. imperativo pres. di fare; è apocope di fai [tu]; a volte si trova accentata (fà) o atona (fa);
far | troncamento di fare;
fé | apocope di fede; è consigliabile l’accento acuto, anche se si trova con il grave (fè) o con l’apostrofo (fe’), es. “della fe’ caduta” (Far. X,119); la cantata HWV158a-c di Händel viene riportata con accento grave o l’apostrofo: “Se pari è la tua fè [fe’]”;
fe’ | apocope di fece, pass. remoto di fare, 3a pers. sing. (anche fé);
fez | copricapo di origine araba.
fra | 1. prep. semplice, atona; 2. apocope di frate; ugualmente bene, anche se meno ricorrenti, le forme frà e fra’;
fra’ | prep. articolata e univerbata di fra i per evitare incontri cacofonici; v. anche fra 2;
fru | ripetuto fru fru, fruscìo o sbattere d’ali; la forma univerbata frufrù va ovviamente accentata;
fu | 1. sia la forma verbale (3a pers. sing. del pass. remoto di essere) che l’aggettivo (il fu) vanno atoni; fù è forma disusata; 2. erba detta anche valeriana; ripetuto fu fu vuol dire sommossa, subbuglio.
già | av. con dittongo ascendente;
giù | av. cfr. già;
gli | 1. art. masch. plurale; 2. pronome di terza persona; av. per lì, perde l’accento;
glò | 1. ripetuto (glo glo o gloglò, pure con trattino glo-glo), onomatopea di liquido che esce da una bottiglia, da un fiasco o altro recipiente, o che defluisce; fare glo glo, bere: ‘Quando il vino dal fiasco fa glo glo’ (Pers. Poesie di Parigi, p. 207); 2. id. verso del tacchino (cfr. glu);
glu | ripetuto quasi sempre staccato (glu glu), meglio atono; ved. glò 2.;
gni | ripetuto gni gni si dice di chi essendo balbuziente inizia a parlare senza concludere;
gre | ripetuto e senz’accento (gre gre): “un breve gre gre di ranelle” (G. Pascoli, La mia sera, v. 4);
gru | sia che significhi 1. trampoliere; 2. macchina con braccio girevole per sollevare pesi – va sempre atona (tuttavia il Pianigiani p. 649 l’accenta: grú);
gulp | interiezione che imita la deglutizione a vuoto, per paura o sorpresa;
ha | 1. 3a pers. sing. ind. pres. del vr. avere (più raro à); 2. onomatopea di risata, ripetuta ha ha – spesso preferita ad ah ah – che si confonde con la voce verbale; 3. simbolo dell’ettaro; 4. con valore di interrogativa, es. ‘Avevo bisogno io di tue favole, ha?’ (Fanf. 724);
hi | 1. interiez. che esprime una vasta gamma espressiva: stupore, noncuranza, stizza, disprezzo, schifo; ripetuta (hi hi) vuol riprodurre una risata sarcastica o un pianto stizzoso; 2. voce per incitare le bestie da soma, spec. asini e simili, anche ih;
hip | voce inglese, soltanto nella locuzione (dove si ripete tre volte) hip hip hip urrà; segno di gioia, esultanza o augurio;
ho | 1a pers. sing. ind. pres. del vr. avere;
hu | interiez. esprimente meraviglia;
hum | interiez. che denota incertezza, dubbio o sospetto; ripetuto (hum hum) per indicare il suono di colpi di tosse o raschìo di gola; a volte con le sole consonanti, hm.
ics | consonante x;
id | in psicanalisi, l’inconscio o Es; puntato (id.) vale idem;
ih | interiezione, v. hi;
il | 1. art. sing. masch.; 2. un tempo si usava al posto del pronome lo: ‘pietosa il trasportò’ (A. Manzoni, Il Cinque Maggio); 3. egli;
in | 1. prep. semplice; 2. ingl. dentro, nel significato di ‘alla moda’: essere in; 3. raramente al posto della prep. per;
in- | prefisso, in genere con funzione negativa: esistente, (in)esistente;
la | 1. art. f. sing.; 2. pron. personale, anche come soggetto, es ‘la venga con me’ (di uso toscaneggiante); 3. sesta nota musicale nella scala di do: tutte forme atone; la maiuscola nella nota musicale (La) è superflua;
le | 1. art. determinativo f. plurale; 2. pron. personale, anticamente anche al pl. f.;
li | 1. ant. gli; si ritrova ancora nel burocratese premesso alla data, es ‘li 3 di luglio’ (poi divenuto av. di luogo, lì); 2. pron. personale; 3. simbolo del logaritmo integrale;
lo | 1. art. m. sing.; 2. pronome;
ma | 1. congiunzione; 2. sostantivo, es. ‘il ma e il come’; 3. v. mah; 4. per mi, nota musicale (Card. II, 46);
mah | 1. interiezione che esprime incertezza, dubbio, perplessità; la grafia ma’ è indicata come erronea in Sandron (ed. 1984, p. 1111); 2. dea mesopotamica, signora degli dei (v. Mâ);
mal | 1. tr. di male, perlopiù in posizione proclitica e non di rado univerbato, es. malcostume; 2. tr. di malo; 3. tr. di malamente (avv.);
man | 1. tr. di mano, sconsigliabile; corretto invece nella locuzione man mano o in man salva; 2. nome di due isole, una in Costa d’Avorio e l’altra presso la Gran Bretagna (Man);
mar | 1. tr. di mare: ‘nel suo castello al mar’ (Carducci, Il re di Tule, v. 16); si usa spesso davanti al nome proprio, es. mar Tirreno;
marc’ o marsc’ (anche march, masch) | interiezione, comando che dà l’ordine di marciare: avanti marsc’;
me | (con accento acuto che non va segnato) 1. pronome di 1a pers. sing.; 2. particella pronominale; 3. compl. di termine;
me’ | 1. apocope di meo (mio): ‘allor disía ’l me’ cor drudo avere’ (Cavalcanti); 2. apocope di meglio: ‘se’ savio; intendi me’ ch’i’ non ragiono’ (Inf. II,36); 3. apocope di mezzo: ‘in me’ la bocca’ (Angiolieri) / ‘per me’ la porta che entra chiostro’ (Esequie Michelang. 16);
mel | vale me lo;
men | troncamento di meno, specialmente in posizione proclitica;
mi | 1. pron. pers. (atono); 2. terza nota musicale della scala di do: 3. dodicesima lettera dell’alfabeto greco (mý);
mi’ | apocope di mio, mia, miei, mie: sempre in posizione proclitica, es . ‘ciò a mi’ padre, che mi tien sì magro’ (Angiolieri);
mô | v. mo’ 3;
mo’ | 1. avv. dialettale o antico: ora, adesso; ‘e mo’ che faccio?’; 2. dialettale, un po’: ‘guarda mo’ qui’: 3. troncamento di modo, si usa soltanto nella locuzione a mo’ di: ‘a mo’ di sciarpa’; raddoppiato (mo’ mo’, anche mo mo e ma mo’) equivale a or ora, in questo punto;
ne | 1. particella pronominale; 2. pronome personale: ci, noi; 3. prep. semplice, un tempo separata dall’articolo, es. ne la (nella) e denominata analitica; 4. per mantenere l’integrità di un titolo, es. ne ‘I promessi sposi’, soluzione però che la Crusca sconsiglia;
né | congiunzione con funzione negativa; va sempre accentata;
ne’ I 1. apocope della prep. articolata nei; 2. davanti a vero, locuzione avverbiale: ne’ vero (nevvero);
neh | (con e grave nèh) anche ne’ (non è): interiez. dal tono interrogativo; esprime dubbio, possibilità, o richiede conferma; è forma contratta a univerbata di non è; cfr. ne’;
nei, nel | (néi, nél) 1. prep. articolata pl. e sing.; 2. specie di flauto (néi) usato dai turchi (Pagn. II,198).
ni | 1. tredicesima lettera dell’alfabeto greco; 2. né sì né no (incrocio o crasi di no e sì);
no | (pronuncia nò) avv. atono;
no’ | troncamento di noi (nói); pron. pers. in antico anche nui: ‘nui | Chiniam la fronte al Massimo | Fattor, che volle in lui’ (A. Manzoni, Il Cinque Maggio vv. 32-34);
nol | per eufonia davanti a lo (non lo), forma poetica;
non | (nón) v. no;
o | 1. congiunzione (ó); 2. interiezione che indica stupore o meraviglia; cfr. oh;
od | (ód) forma eufonica di o; si usa solo davanti a parola che inizia per vocale, specialmente se o; es. ‘chiaro od oscuro’;
oh | (óh, òh) interiezione che esprime una vasta gamma di sentimenti a seconda dell’intonazione;
OK | equivale a ‘va bene, sì’; sigla che pare provenga dal nome del comitato Old Kinderhook club (1840);
or | 1. troncamento dell’avverbio ora; ‘ch’or è se de la Magna? (B. Latini, Tesoretto Pr. 14); 2. tr. di oro; ‘Dio dell’or, del mondo signor’ (Faust di Gounod, atto II); 3. raro, tr. di orto;
pa | 1. tr. di padre; lo si trova anche accentato (pà); 2. tr di paio; 3. per scherzo o scherno o disprezzo, quando un ragazzo fa qualcosa che a un altro dispiace: ‘Bellino, pa’; 4. scherzoso, a un uomo considerato come un bambino; fare pa, accarezzare mollemente con la mano aperta;
paf | (anche pàffete) voce onomatopeica che indica il suono di uno schiaffo o un colpo dato con la mano aperta o di un corpo che cade a terra; cfr. Piff, paff, G. Meyerbeer: Gli Ugonotti, atto I;
pag. | abbreviazione di pagina; al pl. pagg, anche p. e pp.;
pah | interiezione che denota meraviglia e si usa con ironia o dileggio;
pam | voce onomatopeica per indicare: a) uno sparo di pistola o fucile; b) il rumore di qualcosa che sbatte o cade;
pan | 1. tr. di pane, spec. se seguito da altra parola, es. p. grattato; p. di serpe, aro; 2. (Pan) divinità delle selve e dei pascoli; 3. (pan-) prefisso dal gr. pân neutro di pâs, tutto; in parole composte, es. panteismo; diventa pam davanti a bilabiale, es. pamplegia;
par | 1. tr. della voce verbale pare; ‘Mi par d’udire ancora’ (Bizet: I pescatori di perle, atto I); 2. tr. dell’avverbio pari; ‘Bianca al par di neve alpina’ (Meyerbeer: Gli Ugonotti, atto I); 3. nel golf (in ingl. norma), regola che indica il numero ottimale di colpi – variabili, a seconda del percorso – per mandare la palla in buca;
pè | 1. dial. piede; 2. tirata di fumo di pipa o sigaro; 3. tr. (anche pe’) di per o pei; giocare o fare a pè, far voltare una moneta tenuta sul palmo soffiando; la voce nasce dal suono che fa quello sbuffo;
pel | 1. tr. (secondo il Pagnoni, sincope) di pelo; P. di Carota, romanzo di J. Renard (1894); 2. crasi di per il; un apax, perl;
per | 1. preposizione semplice; 2. segno di moltiplicazione (X); 3. (per-) prefisso con valore intensivo, es. perdurare; o rafforzativo, es. (in med.) pertosse; in chimica, per indicare che un certo carattere si trova in quantità superiore riguardo alla norma, es. perossido;
plop | interiez. onomatopeica per riprodurre il suono d’un oggetto che cade in acqua o altro liquido;
po | (Po) il principale fiume italiano; va senza accento;
po’ | 1. apocope di poco; 2. tr. di poi; sconsigliabile la grafia pò; una rara forma – pò’ – con accento superfluo in Bol. VI-54; cfr. pure in Petr. 929 a indicare il suono grave;
poc’ | elisione di poco, come nella locuzione avverbiale poc’anzi;
poh | (pòh) interiezione che esprime disprezzo, indifferenza sdegnosa, disgusto; per Petr. 930 può indicare asserzione;
pre | prefisso (pre-) che indica anteriorità temporale; es. preannuncio; o per forme evolutive, es. preominide; et. dal lat. prae, innanzi, prima;
pre’ | apocope di prete;
pro | 1. prefisso (pro-) usato per ascendenti e discendenti; es. prozio; nel significato di ‘al posto di’, es proconsole; per oltre, es. pronunciare; et. dal lat. pro- ‘che sta davanti’; 2. a vantaggio di; es. pro Loco; sost. m. (prò) inv. utilità vantaggio; es. ‘Cicero pro domo suo’ a favore della propria casa (dall’orazione di Cicerone tornato dall’esilio);
pró | (pro’ - ant. pro) 1. apocope di prode; 2. av. coraggiosamente, valorosamente;
prof. (prof) | abbr. di professore, sia maschile che femminile; es. il prof, la prof; al pl. proff;
prov. | abbr. di Provincia;
Pù | v. puh; suono di aborrimento di cosa fetènte o malvagia o abominevole (Fanf. 1194);
puf | 1. adattamento di pouf, sgabello imbottito, basso, generalmente a forma di cilindro; et. voce fr. di origine onomatopeica, propr. tonfo;2. anche cuscino rotondo; 3. rigonfio posteriore nella sottana delle donne; 4. molletta o gancetto per tenere sollevate le vesti femminili; 5. modo di acconciare i capelli delle donne; 6. debito (termine scherzoso); 7. v. puff; ripetuto (puf puf) rumore del motore di automobile (Zing. VI, 1222);
puff | interiezione (anche puf) a imitazione di un tonfo soffice, spesso con l’esclamativo (puff!); ripetuto, imita lo sbuffare di una macchina a vapore; cfr. puf 7;
pum | voce onomatopeica che imita il rumore di un tonfo, o di uno sparo, o di una esplosione;
pur | tr. di pure;
pus | 1. et. dal lat. pus-putis, marciume (cfr. puh); liquido che si forma in presenza di infezione; 2. marcia del vaccino da inoculare sull’uomo; 3. scherzoso o ir. per P.S.U. Partito Socialista Ufficiale (cfr. Zing. VI,1229);
qua | 1. av. di luogo, atono, ma in testi ottocenteschi si trova pure accentato; 2. nella frase lat. ‘conditio sine q. non’ che vale ‘condizione indispensabile’;
qua’ | tr. di quale, anche al pl.;
qual | tr. di quale; va sempre troncato, anche davanti a nome f. ess. q. era; q. ombra (non bene qual’ombra);
que’ | apocope di quegli o quei;
quel | tr. di quello, solo davanti a nome o ag. maschile; es. q. nome; invece: quell’uomo, quell’idea;
qui | 1. av. di luogo, atono; cfr. qua; 2. lat. ‘q. pro quo’ per errore o sbaglio; 3. il primo dei tre nipotini di Paperino; gli altri sono quo e qua;
quid | 1. dal lat. chi? che cosa? si riferisce a qualcosa di indeterminato; 2. certa somma di denaro, es. un q. per spese varie; 3. il perché;
quo | 1. vedi qui 3; 2. in lat. ‘statu q.’ nello stato presente;