Il Calderone di Severus

Etimologie varie e curiosità etimologiche

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view post Posted on 12/3/2018, 21:46
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Indice

Enantiosemia
Halloween
Eonismo
Dubbio amletico





Mi sono imbattuta per caso in un articolo interessante. Le parole che in italiano indicano una cosa e il suo esatto opposto e lo trascrivo qui.


Enantiosemia



Il linguaggio spesso è ambiguo: nel nostro dizionario esistono infatti parole il cui significato è ampio, e possono arrivare a indicare una cosa e allo stesso tempo il suo contrario. Quando questo avviene, si tratta di un fenomeno linguistico chiamato enantiosemia. Vediamo di che cosa si tratta.

Che cos’è l’enantiosemia?

L’enantiosemia è una forma di polisemia—ovvero quella situazione in cui una parola ha più interpretazioni. Avviene quando alcuni dei significati estensivi entrano in contrasto. Per fare un semplice esempio, il verbo cacciare può essere sinonimo sia di “allontanare” che di “inseguire“.
Lo stesso discorso vale per il verbo tirare, che può essere utilizzato per indicare l’atto di attirare a sé qualcosa, o di scagliarla lontano. E ce ne sono molte altre, come affittare: al contempo prendere in affitto, e dare in affitto.

Per quale motivo questo avviene?

Come può il linguaggio, comunemente utilizzato per cercare di creare un piano di comunicazione univoco fra le persone, essere così confusionario?

La Treccani spiega che:
CITAZIONE
Questa condizione semantica ha assunto un significato opposto a quello etimologico nel suo svolgimento storico.

Il punto, ovviamente, è che nonostante siamo abituati a considerare le parole come dei significanti che ricalchino la realtà, la loro natura è comunque astratta: è la relazione fra di loro che crea la comunicazione. In questo senso, anche nei casi più paradossali di enantiosemia, il senso logico di un ragionamento non viene intaccato dall’ambiguità di un sostantivo o di un verbo.
Questo fenomeno, ovviamente, si presenta anche in altre lingue. Una tendenza così diffusa da presentare un campo di ricerca interessante per gli accademici che si occupano di linguaggio. A destare curiosità, infatti, non è tanto l’effetto che queste parole hanno sul significato di una frase, ma la tendenza degli esseri umani a creare vocaboli che indicano allo stesso tempo due situazioni inconciliabili.

Quali sono gli esempi di enantiosemia?

Questa condizione rappresenta un paradosso, una patologia della lingua, che si rispecchia in molte parole di uso comune. Tra queste, quelle toccate da questo “handicap” linguistico troviamo le seguenti:

Tirare: attirare a sé o scagliare lontano
Feriale: lavorativo (giorni feriali, opposti ai festivi), ma anche di vacanza (periodo feriale, cioè delle ferie)
Ospite: chi ospita e chi è ospitato
Affittare: dare e prendere in affitto
Cacciare: allontanare o inseguire
Spolverare: togliere la polvere nel caso di un mobile e mettere della “polvere” sulla torta” (“una spolverata di zucchero a velo”)
Sbarrare: aprire (“sbarrare gli occhi”) e chiudere (“sbarrare la porta”)
Storia: racconto vero (“La Storia”) o racconto mendace (la storia di Cappuccetto Rosso)
Pauroso: chi ha paura e chi incute paura


Un esperimento interessante è quello di trovare altri termini simili. Quanti altri ce ne sono? Almeno una trentina secondo gli esempi che si possono scovare nei dizionari o in rete ed è anche frequente scoprirne di nuovi. Un allenamento che farà di sicuro bene al nostro cervello.

Allora, che ne dite, cominciamo la nostra caccia?

Edited by Ida59 - 19/6/2023, 15:05
 
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view post Posted on 13/3/2018, 18:48
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La parola deriva dal greco enantios= opposto e semaino = significare.

Certo sono curiosa di trovarne altre al momento non mi viene in mente nulla, ma sono sicura che ce ne siano tantissime.
Grazie, Ida.
 
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view post Posted on 13/3/2018, 19:03
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CITAZIONE (chiara53 @ 13/3/2018, 18:48) 
La parola deriva dal greco enantios= opposto e semaino = significare.

Grazie per la soffiata! In effetti è una parola "difficile" anche da ricordare.
 
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view post Posted on 13/3/2018, 19:08
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CITAZIONE (Ida59 @ 13/3/2018, 19:03) 
CITAZIONE (chiara53 @ 13/3/2018, 18:48) 
La parola deriva dal greco enantios= opposto e semaino = significare.

Grazie per la soffiata! In effetti è una parola "difficile" anche da ricordare.

Alto: nel senso di profondo (il mare ) e nel senso di altezza di un monte, una persona...
 
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view post Posted on 31/10/2022, 12:45
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Halloween è una celebrazione meno superficiale di quanto l’analisi economica e la diffidenza verso una festa considerata straniera e di stampo prettamente commerciale inducano a pensare.
Il termine Halloween o Hallowe'en risale infatti al 1750 circa ed è di origine cristiana: significa "sera dei Santi" e deriva da un termine scozzese per All Hallows' Eve, cioè "vigilia di Tutti i Santi". In scozzese la parola eve è even, talvolta contratta in e'en o een. Nel tempo (All) Hallow(s) E(v)en si è evoluta in Hallowe'en.

Con Halloween inizia l'osservanza di Allhallowtide, tempo dell'anno liturgico dedicato alla memoria dei morti, compresi santi, martiri e defunti.
La celebrazione è registrata per la prima volta nell'Alto Medioevo in Paesi nordici storicamente cattolici come l'Irlanda e l'Inghilterra; con il tempo i riti e le usanze si sono evoluti ma è considerata una delle celebrazioni più solenni della Chiesa.
Nel 609 papa Bonifacio IV istituì la festa di Ognissanti, da celebrare il 13 maggio (data in cui si festeggiavano i Lemuria romani); il secolo successivo papa Gregorio III la spostò però al 1°novembre, così da installarla sul Samhain celtico (di questa intenzione, però, non c’è alcuna certezza storica). In ogni caso, si tratta di una tattica ricorrente: la festa pagana è sostituita da una nuova festa riconsacrata alla religione cristiana.

Si sente dire comunemente che si tratta di un’antica festa celtica (Samhain), quella del capodanno che segnava la fine dei raccolti e l’inizio della stagione fredda. Si svolgeva fra il 31 ottobre e il 1° novembre, in quello che si credeva un interregno fra i due anni, momento in cui il mondo dei vivi e quello dei morti si toccavano.
I romani, che dinanzi a feste e divinità straniere non si facevano mai problemi, vi riconobbero i meccanismi di certe liturgie da loro celebrate durante i Lemuria o i Parentalia: feste in cui gli spiriti dei morti erano esorcizzati, celebrati, placati.
Nell'Ottocento alcuni studiosi ipotizzarono che la celebrazione originasse o fosse influenzata da Samhain, festività celtica corrispondente alla fine della stagione estiva che cadeva fra il 31 ottobre e il 1º novembre. Oggi, oltre a Halloween, anche Ognissanti e il Giorno dei Morti vengono talvolta riconosciute come ricorrenze di origini o influenze celtiche. La derivazione celtica è stata però di recente messa in dubbio: secondo studiosi contemporanei nell'Irlanda celtica Ognissanti era inizialmente festeggiato il 20 aprile, a differenza dell'Inghilterra anglosassone, dove già si teneva il primo novembre. Altri sostengono che non esistano evidenze storiografiche che il papa fosse consapevole della ricorrenza di Samhain, che non ci siano analogie evidenti fra le festività o che esse siano state eccessivamente accentuate solo in tempi moderni; altri ancora sostengono che gran parte dei costumi associati alla festa siano nati in contemporanea e dopo l'istituzione di Ognissanti, e non viceversa, ridimensionando così l'importanza e la diffusione di Samhain.

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La consuetudine di Allhallowtide di cucinare e condividere soul cakes (dolci delle anime) è forse l’origine di "Dolcetto o scherzetto?". Il costume risale almeno al XV secolo ed era presente in alcune zone di Inghilterra, Galles, Fiandre, Baviera e Austria.
Gruppi di persone povere, spesso bambini, andavano di porta in porta raccogliendo soul cakes in cambio di preghiere per i morti. L’usanza divenne nota in inglese come souling (elemosinare l’anima) e le soul cakes erano offerte agli stessi spiriti come pasto. La tradizione voleva che per ogni torta consumata ci sarebbe stata un'anima liberata dai tormenti del purgatorio. Durante il souling i cristiani portavano lanterne fatte di rape scavate, che in origine forse rappresentavano le anime dei morti. Il giorno di Ognissanti e dei Morti durante il XIX secolo si usava accendere candele nelle case in Irlanda, Fiandre, Baviera e Tirolo, dette "luci delle anime" con lo scopo di guidare le anime a visitare le loro case terrene. In Bretagna, Tirolo e alcune zone d’Italia si versava latte sulle tombe dei parenti, o si lasciava del cibo durante la notte sul tavolo da pranzo per le anime che tornavano.
Lo scrittore Prince Sorie Conteh ha collegato l'usanza di travestirsi alla credenza nei fantasmi vendicativi. Anticamente si credeva che le anime dei defunti vagassero ogni anno sulla terra fino al giorno di Ognissanti: la vigilia forniva un'ultima possibilità ai morti di vendicarsi dei nemici prima di passare all'altro mondo. Per evitare di essere riconosciuti dagli spiriti alla ricerca di vendetta, le persone cominciarono a indossare maschere o costumi.
Molti cristiani dell'Europa continentale, specialmente in Francia, credevano che una volta all'anno, a Hallowe'en, i morti dei cortili delle chiese si alzassero per un selvaggio, orribile carnevale conosciuto come la danse macabre, evento spesso raffigurato nelle decorazioni delle chiese del Medioevo per esortare i cattolici a non dimenticare «la fine di tutte le cose terrene» e la loro caducità. La danse macabre era talvolta messa in scena in occasione di feste di paese e mascherate di corte, con persone che si vestivano come cadaveri: questa potrebbe essere l'origine delle feste in costume di Halloween.
Fu solo dopo l'immigrazione di massa irlandese e scozzese nel XIX secolo che Halloween divenne una festa importante in USA, grazie all’eredità delle loro tradizioni unitamente ai legami cattolici con la festività di Tutti i Santi che, in origine confinata alle comunità di immigrati, fu gradualmente assimilata nella società tradizionale e celebrata da costa a costa da persone di ogni estrazione sociale, etnica e religiosa all'inizio del XX secolo. Attraverso l'influenza americana tali tradizioni di Halloween si diffusero in molti altri Paesi alla fine del ventesimo e all'inizio del XXI secolo, compresa l'Europa continentale. Prima della seconda guerra mondiale era concepito come una festività domestica, da tenere a casa e con un numero ristretto di persone, ma con il tempo sempre più persone di diverse estrazioni sociali si sono appropriate della celebrazione.

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Fino al XV secolo in alcune zone d’Italia era tradizione lasciare un pasto fuori casa per i defunti della propria famiglia, le cui anime si credeva tornassero alle antiche dimore il primo novembre. A Napoli il giorno dei Morti si aprivano gli ossari con gli scheletri dei defunti, decorati con fiori.
Sono pietanze tipiche le "fave dolci" o "fave dei morti" in Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Marche e Umbria; le "ossa di morto" in Piemonte, la pupaccena e la martorana in Sicilia e 'o morticiello napoletano.
In Friuli si intagliano zucche in forma di teschio, lasciando la sera di Ognissanti un lume acceso, un secchio d'acqua e pane sulla tavola. I bambini sardi girovagavano per le abitazioni chiedendo is panixeddas, anche detto is animeddas o is paschisceddas, un obolo di pane, dolci o frutta. La sera di Ognissanti i sagrestani delle chiese di Nuoro con campanello e bisacce picchiavano quasi a ogni porta del paese, chiedendo il mortu-mortu, e ottenevano i papassinos, pane, frutta secca, mandorle e noci.

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La tradizione di Jack-o-lantern deriva dal folklore irlandese. Jack, baro e malfattore, ingannò Satana sfidandolo nella notte di Ognissanti a scalare un albero sulla cui corteccia incise una croce intrappolandolo così tra i rami. Jack fece un patto col diavolo: se non lo avesse più indotto in tentazione lo avrebbe fatto scendere dall'albero. Alla morte di Jack, non poté entrare in paradiso per la cattiva condotta avuta in vita, ma gli fu negato anche l'ingresso all'inferno per aver ingannato il diavolo. Satana gli porse un piccolo tizzone d'inferno per illuminare la via nella tremenda tenebra che lo attorniava. Per far durare più a lungo la fiamma Jack scavò un grosso cavolo rapa e la pose all'interno.
Gli irlandesi usavano in origine i cavoli rapa; quando alla metà del 1800 giunsero negli USA scoprirono che le rape americane erano piccole, ma le zucche erano più grosse e facili da scavare. Oggi Jack-o-lantern è una zucca intagliata al cui interno è posta una lanterna.
La tradizione americana di intagliare le zucche è registrata a partire dal 1837, in origine associata al tempo del raccolto: fu collegata ad Halloween solo nella seconda metà del XIX secolo.

I costumi della notte di Ognissanti erano tradizionalmente modellati su figure come vampiri, fantasmi, scheletri, streghe dall'aspetto spaventoso e diavoli. Nel corso del tempo la selezione dei costumi si è estesa per includere personaggi popolari della narrativa, celebrità e archetipi generici come ninja e principesse. Travestirsi in costume e mascherarsi era diffuso in Scozia e Irlanda ad Halloween alla fine del XIX secolo. In Irlanda le maschere sono conosciute come "facce false".
I costumi sono diventati popolari per le feste di Halloween negli Stati Uniti all'inizio del XX secolo, per adulti e bambini, quando il dolcetto o scherzetto diventava popolare in Canada e negli Stati Uniti negli anni '20 e '30. L'annuale Village Halloween Parade di New York iniziò nel 1974: è la più grande parata di Halloween del mondo e l'unica grande parata notturna d'America, che attira più di sessantamila partecipanti in costume, due milioni di spettatori e un pubblico televisivo mondiale.

L'immaginario moderno di Halloween proviene da molte fonti, tra cui l'escatologia cristiana, le opere di letteratura gotica e il cinema dell'orrore[. L'immagine del teschio, riferimento al Golgota nella tradizione cristiana, funge da promemoria «della morte e della transitorietà della vita umana. Per tradizione le pareti di fondo delle chiese sono spesso decorate con raffigurazioni del Giudizio Universale: sepolcri che si aprono e morti che risorgono, un cielo pieno di angeli e un inferno pieno di diavoli.
Nella festività prevalgono anche elementi della stagione autunnale, come zucche, bucce di mais e spaventapasseri e le case sono spesso decorate con tali simboli. I temi includono inoltre la morte, la malvagità e creature mostruose mitologiche. Anche i gatti neri, a lungo associati alle streghe, sono un simbolo comune di Halloween, e i suoi colori tradizionali sono il nero, l'arancione e talvolta il viola.

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IL PIPISTRELLO - Simbolo molto popolare di Halloween, è collegato alla stregoneria e alla morte in diverse culture: l’associazione nasce dall'usanza di volare di notte e dimorare in caverne e rovine.
I pipistrelli sono stati collegati alle streghe durante il Medioevo, quando si credeva che fossero aiutate da demoni in forma di animali. Una delle forme più comuni di questi demoni (o "famigli") era appunto il pipistrello. Il sangue di pipistrello era usato, nella magia nera, per la preparazione di pozioni magiche e unguenti. Quando le streghe furono legate ad Halloween, anche i pipistrelli ne divennero simbolo.
Oggi i pipistrelli sono ancora temuti in molte parti del mondo, creduti "creature del demonio". Ci sono però anche luoghi dove sono associati ad eventi positivi: in Polonia e in Cina è simbolo di felicità e longevità; gli aborigeni Australiani li rispettano e credono che far loro del male tolga anni di vita. Per la religione degli Sciamani il pipistrello rappresenta protezione, fortuna, rinascita. E' un guardiano della notte e una guida delle vite passate.

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IL GATTO NERO - Per molte persone sono creature sinistre portatrici di sfortuna, ma il gatto era creatura sacra in Egitto: la dea Bastet aveva forma di testa di gatto. Il gatto nero è associato anche alla dea Nordica Freya.
Durante il Medioevo il gatto nero divenne simbolo del diavolo. Si credeva che anche i gatti fossero dei famigli, entità demoniache a servizio delle streghe. Nei roghi che uccisero tante donne accusate di stregoneria furono innumerevoli i gatti neri che trovarono la morte, nel nome di Dio.

RAGNO


IL RAGNO - Anche i ragni furono associati alle streghe durante il Medioevo, anche se, all'infuori delle favole, le streghe non creavano mai pozioni con "zampe di vedova nera" come a volte si canta nelle filastrocche.
La superstizione vuole che il ragno sia portatore di cattive vibrazioni, capace di fare del male a uomini e animali anche solo con la vicinanza. Eppure, per molte streghe dell'età moderna il ragno è simbolo di fortuna e ricchezza. Gli Sciamani lo considerano simbolo di creatività. Se trovate un ragnetto che tesse la tela in un angolo della vostra casa, siate sereni: porta fortuna!

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FANTASMI E SCHELETRI - Sono la diretta associazione tra Halloween e la morte/rinascita. Anche se oggi fantasmi e scheletri sono accumunati alle figure di vampiri, licantropi ecc… il loro significato è molto diverso: il Neopaganesimo e il Wicca li vede come simboli di reincarnazione. In queste religioni la morte non è vista come fine ma come parte del ciclo perpetuo di nascita, morte e rinascita. Le streghe li utilizzano per tenere lontano gli spiriti maligni.

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IL CALDERONE DELLA STREGA - Dentro la sua misteriosa pentolona, nera come la pece, strani ingredienti sono mischiati per creare pozioni magiche. Il calderone è strumento potente che combina le influenze degli antichi elementi di Aria, Fuoco, Acqua e Terra. La sua forma rappresenta Madre Natura e le tre zampe su cui poggia corrispondono a: i tre aspetti della Triplice Dea; le tre fasi lunari; e i tre numeri magici. È simbolo di trasformazione (fisica e spirituale), illuminazione, saggezza, rinascita. Di solito è associato a figure femminili, ma anche importanti figure maschili lo utilizzavano: il dio nordico Odino, il dio hindu Indra, lo scozzese Bran e il celtico Cernunno.
È stato associato anche al Santo Graal, che, prima di essere incorporato nella religione Cristiana come il calice da cui bevve Gesù nell'Ultima Cena, apparteneva alla tradizione del Paganesimo Anglosassone come simbolo di reincarnazione e del ventre della Dea.
 
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view post Posted on 14/4/2023, 14:23
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Eonismo



Altro termine con cui viene indicato il transvestitismo maschile, cioè la tendenza ad abbigliarsi con abiti femminili da parte di individui di sesso maschile; è così detto dal nome dell’aristocratico francese Charles de Beaumont cavaliere d'Éon (1728-1810), che nelle sue missioni come agente segreto di Luigi XV in Russia e a Londra amò travestirsi da donna, tanto da indurre dubbi nei contemporanei circa il suo sesso.

Approfondiamo il discorso sul cavaliere d'Éon.
Charles-Geneviève-Louis-Auguste-André-Timothée d'Éon de Beaumont, noto come Chevalier d'Éon (Tonnerre, 5 ottobre 1728 – Londra, 21 maggio 1810), fu un diplomatico francese, spia, soldato, avventuriero e massone, che visse la prima metà della sua vita come uomo e l'altra metà come donna.

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Chevalier d'Éon, ritratto da Thomas Stewart



La maggior parte di ciò che è noto circa l'infanzia di d'Éon proviene dalla sua autobiografia, la cui affidabilità è dubbia. D'Éon affermò poi di essere nata femmina, ma di essere stato cresciuto come un maschio perché suo padre avrebbe ereditato da suo suocero solo se avesse avuto un figlio maschio. Il titolo di 'Cavaliere', si riferisce al titolo onorifico 'chevalier des ordres du Roi', conferito dal re di Francia.
Nel 1756 D'Éon aderì alla rete segreta di spie chiamata Le Secret du Roi che lavorava al servizio diretto di Re Luigi XV, senza che l'amministrazione ne fosse a conoscenza e talvolta addirittura contro le politiche ufficiali ed i trattati. [Vi ricorda forse qualcosa dei film odierni sulla Cia e le sue ramificazioni segrete?] Il monarca lo mandò in missione segreta in Russia per incontrare l'imperatrice Elisabetta e tramare con la fazione filo-francese contro la Monarchia asburgica. Egli raccontò che vestì i panni della dama Lia de Beaumont e divenne persino una cameriera d'onore dell'imperatrice.

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Pierre Adrien Le Beau, Mademoiselle de Beaumont, chevalier d'Éon, incisione



Secondo la pioniera del femminismo, Mary Wollstonecraft (1759-1797), la straordinaria vita di d’Eon è la dimostrazione di quello di cui sono capaci le donne, se solo hanno la possibilità di dimostrarlo; secondo un biografo del 19° secolo, il conte si travestiva solo per avere la possibilità di sedurre donne sposate; nel 20° secolo il sessuologo Havelock Ellis coniò il termine Eonismo per definire il fenomeno del travestitismo; nel 21° secolo, d’Eon è divenuta un simbolo della comunità transgender.

Il-Cavaliere-dEon-7
'Hail! Thou Production most uncommon...', frontispiece to 'An Epistle from Mademoiselle D'Eon to the Right Honorable L[or]d M[ansfiel]d', depicting the Chevalier d'Eon, 1778.




Nella cultura di massa
• La carriera di D'Éon in Russia è oggetto di un romanzo di Valentin Pikul.
• Le Chevalier D'Eon è un anime del 2006, ambientato nella Francia del Settecento, la cui storia è ispirata molto liberamente alla vicenda del Cavaliere d'Eon.
• Mylène Farmer lo cita nella canzone Sans contrefaçon in cui, giocando sull'ambiguità sessuale, dice "io sono il cavaliere d'Eon".
• È un Servant evocabile dal protagonista del videogioco Fate/Grand Order
• Compare in una missione secondaria di Assassin's Creed: Unity, in cui bisogna sfidare una serie di spadaccini. L'ultimo sfidante sarà proprio il cavaliere, travestito da donna.
 
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view post Posted on 14/4/2023, 19:31
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Interessantissimo e piacevole.
Non conoscevo, nè il termine nè la storia di questa fantastica spia.
CITAZIONE
Nella cultura di massa
• La carriera di D'Éon in Russia è oggetto di un romanzo di Valentin Pikul.
• Le Chevalier D'Eon è un anime del 2006, ambientato nella Francia del Settecento, la cui storia è ispirata molto liberamente alla vicenda del Cavaliere d'Eon.
• Mylène Farmer lo cita nella canzone Sans contrefaçon in cui, giocando sull'ambiguità sessuale, dice "io sono il cavaliere d'Eon".
• È un Servant evocabile dal protagonista del videogioco Fate/Grand Order
• Compare in una missione secondaria di Assassin's Creed: Unity, in cui bisogna sfidare una serie di spadaccini. L'ultimo sfidante sarà proprio il cavaliere, travestito da donna.

Questi esempi dell'utilizzo di un personaggio tanto particolare sono davvero una chicca.
Grazie, Ida!
 
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view post Posted on 14/4/2023, 21:32
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Ho letto con interesse questo brano sul termine eonismo (che non conoscevo) e sul cavaliere d'Eon (che ho incontrato, per la prima volta, giocando ad Assassin's Creed).
Mi sono sempre ripromessa di leggere, prima o poi, la sua autobiografia. Per quanto poco attendibile, dovrebbe essere interessante, anche per il miscuglio di finzione e realtà che deve contenere.
Grazie mille, Ida, per avermi fatto incontrare nuovamente questo personaggio storico.
 
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view post Posted on 15/4/2023, 09:56
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CITAZIONE (chiara53 @ 14/4/2023, 20:31) 
Questi esempi dell'utilizzo di un personaggio tanto particolare sono davvero una chicca.
Grazie, Ida!

Non ricordo dove li ho pescati, ma credo si debba ringraziare Wikipedia di cui sono una delle poche sostenitrici a 10 euro l'anno!

CITAZIONE (Alaide @ 14/4/2023, 22:32) 
Ho letto con interesse questo brano sul termine eonismo (che non conoscevo) e sul cavaliere d'Eon (che ho incontrato, per la prima volta, giocando ad Assassin's Creed).

Hihihi... e sì che è anche francese!
Fammi sapere se leggi l'autobiografia.
 
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view post Posted on 17/6/2023, 07:45
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Dubbio amletico



Il termine deriva dal personaggio di Shakespeare e ne riassume le caratteristiche caratteriali e comportamentali. Significa irresoluto, dubbioso, contraddittorio, ambiguo, tentennante; riflette la condizione di smarrimento e incertezza dell’eroe shakespeariano, che affronta la crisi di un mondo e di un intero sistema di valori. La tragedia incarna il dibattersi tra la volontà di agire e l’esigenza di adattarsi alla realtà. Amleto interpreta la tragedia dell’uomo moderno che ha perduto ogni punto di riferimento, ogni morale, e sente che il suo destino è riposto nelle sue stesse mani impotenti.
Amletico non designa solamente il fatidico dubbio, ma anche una personalità, un tratto del carattere, un vero e proprio modo di essere: riflette l’incarnazione stessa del dubbio, dello smarrimento, di una ricerca di senso tanto ostinata da sconfinare nella follia.
Essere o non essere, il conflitto tra l’uomo e il nulla, tra la disperata necessità di agire e il limbo paralizzante dell’inazione: questo dissidio esistenziale va ben oltre il dubbio e si condensa nel termine assoluto “amletico”.

Monologo di Amleto - esere o non essere - ATTO III, SCENA I

«Essere, o non essere, questo è il dilemma:
se sia più nobile nella mente soffrire
colpi di fionda e dardi d'oltraggiosa fortuna
o prender armi contro un mare d'affanni
e, opponendosi, por loro fine? Morire, dormire…
nient'altro, e con un sonno dire che poniamo fine
al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali
di cui è erede la carne: è una conclusione
da desiderarsi devotamente. Morire, dormire.
Dormire, forse sognare. Sì, qui è l'ostacolo,
perché in quel sonno di morte quali sogni possano venire
dopo che ci siamo cavati di dosso questo groviglio mortale
deve farci riflettere. È questo lo scrupolo
che dà alla sventura una vita così lunga.
Perché chi sopporterebbe le frustate e gli scherni del tempo,
il torto dell'oppressore, l'ingiuria dell'uomo superbo,
gli spasimi dell'amore disprezzato, il ritardo della legge,
l'insolenza delle cariche ufficiali, e il disprezzo
che il merito paziente riceve dagli indegni,
quando egli stesso potrebbe darsi quietanza
con un semplice stiletto? Chi porterebbe fardelli,
grugnendo e sudando sotto il peso di una vita faticosa,
se non fosse che il terrore di qualcosa dopo la morte,
il paese inesplorato dalla cui frontiera
nessun viaggiatore fa ritorno, sconcerta la volontà
e ci fa sopportare i mali che abbiamo
piuttosto che accorrere verso altri che ci sono ignoti?
Così la coscienza ci rende tutti codardi,
e così il colore naturale della risolutezza
è reso malsano dalla pallida cera del pensiero,
e imprese di grande altezza e momento
per questa ragione deviano dal loro corso
e perdono il nome di azione.»

 
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view post Posted on 19/3/2024, 18:54
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Timeo Danaos



Deriva dalla frase latina completa Timeo Danaos et dona ferentes che si trova nell'Eneide (Libro II, 49) di Virgilio.
Con queste parole il troiano Laocoonte avrebbe espresso la sua diffidenza nei confronti del famoso cavallo di Troia, cercando di convincere i compatrioti a non introdurlo all'interno delle mura della città.

La frase è diventata un monito per indicare che coloro che ci offrono doni troppo facili da cogliere possono rivelarsi i nostri peggiori nemici, specie perché fanno leva sulla nostra fiducia.

Virgilio utilizza il termine Danaos (Danai), l'antico popolo di Argo, come sinonimo di "Greci" in segno di disprezzo: gli Achei erano discendenti di Danao, che aveva ordito il complotto per uccidere gli Egiziadi, suoi nipoti e generi.

È usata nella forma sospesa Timeo Danaos... per ricordare, a volte in tono scherzoso, che non ci si deve fidare di coloro che si ritengono nemici, anche se hanno atteggiamenti generosi o amichevoli.
 
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