Il Calderone di Severus

La rappresentazione del potere

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view post Posted on 24/1/2018, 11:00
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La rappresentazione del potere

Una breve introduzione



L’idea per questa serie di lezioni, che non seguiranno un ordine cronologico, ma tenteranno piuttosto di legarsi alle lezioni in corso, mi è stata fornita da un’interessante mostra organizzata dal Musée du Louvre nella Petite Galerie. Si tratta di uno spazio espositivo dedicato ai bambini e ai ragazzi che ogni anno propone una tematica, presentata in maniera ludica, tattile (ci sono delle apposite sezioni in cui toccare riproduzioni dei materiali usati) e multimediale.
Percorrendo la mostra (saranno mostre rivolte ai bambini, ma sono interessantissime… nelle mie puntate operistiche a Paris, due anni, ho visto più di una volta la mostra dedicata ai Miti Fondatori da Ercole a Darth Vader) mi è venuto in mente una lezione trasversale sul tema della rappresentazione del potere.
Per quanto si abbia l’idea che la nostra sia una società dell’immagine, occorre tenere presente che la società umana è sempre stata influenzata dall’immagine. D’altronde non bisogna dimenticare che l’alfabetizzazione di massa è un fenomeno recente e non diffuso in tutti i paesi del mondo.
Il potere, in particolare, ha sempre utilizzato l’immagine: la statuaria nell’antichità; le monete (dove compare sempre l’immagine del sovrano… il che è vero anche per la contemporaneità. Nelle monarchie, i re sono rappresentati sulle monete); i mosaici bizantini; le raffigurazioni pittoriche diffuse soprattutto a partire dal Medioevo; le riproduzioni a stampa; la costruzione di palazzi grandiosi che celebrassero la figura del sovrano… e si potrebbe continuare fino ai ritratti ufficiali dei presedenti della repubblica.
Ogni rappresentazione del potere segue uno schema iconografico ben preciso che è specchio di ciò che il sovrano – o il presidente – vuole comunicare. Quindi all’immagine che intende dare di sé.
Inizierò quest’avventura partendo dalla rappresentazione del Re, poi dell’Imperatore con Napoleone I e Napoleone III ed infine con il Presidente della Repubblica di Francia. La scelta di partire dalla Francia si riallaccia al ciclo di lezioni – ed ora che ho concluso con la Fronda, si entra veramente nel vivo – sul secolo di Luigi XIV che, come vedremo, modificherà il modo di mostrare il ritratto del sovrano.

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INDICE

Una breve introduzione

I. I Ritratti dei reali di Francia
I.1. Il Ritratto di Giovanni II il Buono
I.2. I Ritratti dei Reali di Francia da Luigi XI a Francesco I
II. Il palazzo come specchio del potere del sovrano
III. La raffigurazione del potere nell’antichità



Edited by Alaide - 14/3/2018, 10:04
 
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view post Posted on 26/1/2018, 10:16
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I. I ritratti dei reali di Francia



La ritrattistica reale francese – e poi quella imperiale, per finire con quella repubblicana – è particolarmente ricca. Questa ricchezza è dovuta a ragioni puramente storiche: il Regno di Francia è uno dei più antichi dell’Europa medievale, che inizia ufficialmente con la presa del potere da parte di Ugo Capeto, per quanto ai francesi piaccia definire loro primo re Clodoveo, il quale però era re dei Franchi e non aveva alcuna idea di cosa fosse la Francia.
L’incoronazione di Ugo Capeto nel 987 non porta però ad un affermarsi immediato del regno di Francia, che si rafforzerà gradualmente, per poi diventare un vero stato-nazione (per quanto il termine sia anacronistico, ma rende bene l’idea) poco prima dello scatenarsi della cosiddetta Guerra dei Cent’anni.
Non è quindi un caso, se i primi ritratti individuali pittorici risalgano proprio al XIV secolo, quindi in pieno conflitto anglo-francese. È il momento – ma lo spiegherò meglio nelle lezioni di storia medievale – in cui il potere reale diventa più solido.

1. Il ritratto di Giovanni il Buono


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Anonimo, Ritratto di Giovanni II il Buono, prima del 1350, Parigi, Musée du Louvre



Il ritratto di Giovanni il Buono (le Bon nel francese medievale non vuol dire il buono inteso nel senso corrente del termine, ma piuttosto il Coraggioso) è il primo ritratto indipendente di un sovrano medievale, su supporto dipinto, giunto fino a noi.
Questo fattore lo rende particolarmente interessante per uno storiografo e per uno storico dell’arte. Esistono, antecedentemente al ritratto di Giovanni II di Francia, raffigurazioni pittoriche di sovrani in qualità di donatori in quadri di natura religiosa o nei libri miniati.

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Anonimo, Filippo VI di Francia, dettaglio della miniatura relativa al processo di Robert d’Artois, verso 1336, Parigi, Bibliothéque Nationale de France



I ritratti reali presenti nei libri miniati tendono, come si può vedere dall’esempio qui sopra, a mostrare un’immagine idealizzata del sovrano. Dalla miniatura – che ha lo scopo di illustrare un libro – non emerge l’aspetto fisico, né quello psicologico di Filippo VI, padre di Giovanni II, ma piuttosto la sua funzione. Filippo ci appare con i classici attributi della regalità: la corona e il manto blu con i gigli di Francia. La postura è quella di un re sul trono, che sta esercitando una delle sue prerogative: amministrare la giustizia.

Se si osserva, invece, il ritratto del figlio, si nota immediatamente l’assenza di qualsiasi attributo regale immediato. Questo fattore può essere collegato sia alla datazione, come ad una volontà programmatica.
In primo luogo, la scritta posta sopra il ritratto del re (Jehan roi de France) è con ogni probabilità posteriore. Gli storici dell’arte tendono a datare il dipinto prima del 1350, quindi prima dell’ascesa al trono di Giovanni, in un momento in cui è Duca di Normandia ed erede al trono. Essendo la scritta posteriore potrebbero sorgere anche dubbi sull’identità del soggetto, ma le descrizioni fisiche che possediamo di Giovanni II corrispondono con quello che ci mostra il ritratto: un uomo sulla trentina, dai capelli e dalla barba biondi, dal naso pronunciato. Anche il fondo d’oro, tipico della pittura religiosa, può sostenere l’identificazione con Giovanni II (ed è infatti con questa dicitura che è visibile al Musée du Louvre). Ricordo che il re di Francia viene consacrato a Reims, assumendo quindi caratteristiche "sacrali" e conseguentemente è degno di essere rappressentato su uno sfondo proprio della rappresentazione sacra.

È proprio l’età approssimativa del soggetto a far propendere per un’esecuzione avvenuta prima dell’incoronazione, forse intorno al 1349, quando l’allora Duca di Normandia si reca in visita ad Avignone, dove si trovava la corte papale e dove era attivo Simone Martini.

Al di là dei dubbi sull’identificazione – ma come detto si è abbastanza certi della cosa – e sulla datazione, il ritratto di Giovanni II mostra sicuramente un atteggiamento regale e l’anonimo ritrattista è riuscito a cogliere, attraverso l’espressione dello sguardo, la psicologia del personaggio. Il ritratto di profilo si richiama ai ritratti posti sulle monete, consuetudine che si mantiene intatta nel passaggio tra antichità e medioevo… d’altronde, e lo spiegherò nelle lezioni di storia medievale, non fu percepita nessun rottura tra il mondo romano ed il mondo dei primi regni romano-barbarici, tanto che, per esempio Clodoveo fu nominato console dall’imperatore di Bisanzio.
Analizzando l'abito e ipotizzando invece una datazione coeva all'incoronazione, si potrebbe rintracciare un altro simbolo regale oltre all'atteggiamento e al fondo d'oro. L'abito nero - tra l'altro il nero è un colore molto prezioso all'epoca e diventerà colore proprio della nobiltà qualche secolo più tardi, in ragione della sua rarità - con la bordura bianca potrebbe rimandare ad un abito religioso, da chierico. Il che non vuol assolutamente dire che Giovanni abbia mai preso i voti. Come erede al trono, il suo destino era imparare a diventare un buon re. Si tratta piuttosto di un richiamo al sacre: come re consacrato, Giovanni ha le stesse prerogative di un uomo appartenente al clero.
Ovviamente tale lettura cade se si accetta una datazione precedente all'incoronazione.

Il ritratto di Giovanni II porta con sé anche una leggenda: tradizione vorrebbe situare la sua esecuzione nel 1364, durante la prigionia a Londra (siamo in piena Guerra dei cent’anni), dove il re morirà quello stesso anno. Si tratta ovviamente di una narrazione non provata e piuttosto improbabile, dato che comporterebbe che un pittore sia stato fatto entrare nella prigione – sia pure confortevole, in considerazione del suo stato – di Londra per poi uscirsene con un ritratto. Non si sa nemmeno quando nasca la leggenda legata al quadro, né dove fosse conservato, prima di averne una prima attestazione ufficiale nelle collezioni di Roger de Gaignières (1642-1715). Dopo la morte di Gaignières il dipinto entra a far parte delle collezioni reali.

Concludo la lezione, lasciandovi due ritratti: il primo è di Luigi I d’Anjou, quarto figlio di Giovanni II (il nostro ha avuto, dalle due mogli, un totale di 14 figli, di cui la metà ha raggiunto l’età adulta) e uno di Carlo VII, di cui Giovanni II sarebbe il bisnonno (non ci sono pervenuti altri ritratti della famiglia reale francese).

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Anonimo, Ritratto di Luigi I d’Anjou, XVII secolo, probabile copia di un originale scomparso, Parigi, Bibliothéque National de France

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Jean Fouquet, Ritratto di Carlo VII di Francia, 1445-1450, Parigi, Musée du Louvre



Ed ora passo a voi la parola: osservando i tre ritratti reali – escludete la miniatura di Filippo VI – provate a trovare le differenze (alcune sono subito visibili) e ciò che, secondo voi, fa di questi ritratti dei ritratti regali (ci sono degli oggetti che mancano: primo fra tutti la corona). Andate anche seguendo le vostre sensazioni.



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Molte delle informazioni sul quadro, sono presenti sul sito del Musée du Louvre.
 
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view post Posted on 27/1/2018, 17:49
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Per quanto riguarda il primo ritratto, Giovanni il buono, hai detto tu molto.

Per il secondo, Luigi I d’Anjou, l'attribuzione del ritratto può essere dovuta sia al fatto che è rappresentato di profilo, come per le immagini sulle monete (sulle monete potevano esserci solo dei sovrani), sia per l'abito che è blu con il giglio di Francia, cioè esattamente lo stesso abito che indossa Filippo VI nell'immagine miniata. Immagino che per analogia, pur mancando la corona, solo un re poteva essere ritratto e abbigliato così.

Il terzo mi ha colpito per le fattezze meglio rappresentate, d'altra parte il pittore Jean Fouquet mi pare essere stato il primo "vero" interprete dell'arte rinascimentale in Francia.
L'abito sfarzoso e l'immagine che lo pone al centro di un dipinto - quasi una finestra con le tende scostate - richiama l'iconografia regale (o almeno mi pare di ricordare, ma non sono molto ferrata), l'atteggiamento della figura e le proporzioni esagerate del busto rispetto alla testa esaltano la maestà di quest'uomo veramente bruttino.



Molto piacevole questa passeggiata in pinacoteca!
Ti seguo con vero piacere perchè la storia dell'arte e le caratteristiche dell'iconografia regale e non mi interessano moltissimo.
 
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view post Posted on 27/1/2018, 18:22
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CITAZIONE (chiara53 @ 27/1/2018, 17:49) 
Per quanto riguarda il primo ritratto, Giovanni il buono, hai detto tu molto.

Per il secondo, Luigi I d’Anjou, l'attribuzione del ritratto può essere dovuta sia al fatto che è rappresentato di profilo, come per le immagini sulle monete (sulle monete potevano esserci solo dei sovrani), sia per l'abito che è blu con il giglio di Francia, cioè esattamente lo stesso abito che indossa Filippo VI nell'immagine miniata. Immagino che per analogia, pur mancando la corona, solo un re poteva essere ritratto e abbigliato così.

Il ritratto, anche non di re, nasce, in effetti di profilo. Quindi i primi ritratti pittorici che possediamo derivano direttamente dalle monete. Il nostro Luigi ha effettivamente un abito che richiama quello del nonno, simbolo di regalità.
Manca la corona, ma questa manca quasi sempre nei quadri raffiguranti re. Il nostro Luigi I fu re titolare di Napoli e porta il manto dei re di Francia.

CITAZIONE
Il terzo mi ha colpito per le fattezze meglio rappresentate, d'altra parte il pittore Jean Fouquet mi pare essere stato il primo "vero" interprete dell'arte rinascimentale in Francia.
L'abito sfarzoso e l'immagine che lo pone al centro di un dipinto - quasi una finestra con le tende scostate - richiama l'iconografia regale (o almeno mi pare di ricordare, ma non sono molto ferrata), l'atteggiamento della figura e le proporzioni esagerate del busto rispetto alla testa esaltano la maestà di quest'uomo veramente bruttino.

Sei buona a chiamarlo solo bruttino :P. Diciamo che il grande cappello e la moda d'epoca che vuole le spalle messe in risalto non l'aiuta molto.
Fouquet è molto influenzato dalle scuole del nord europa, nella resa dei tessuti e dei materiali, dei particolari più minuti.
Eppure, per qualche strana ragione, il volto di Giovanni II sembra comunicare una maggiore "sincerità" nelle proprie emozioni. Il profilo potrebbe renderlo più statico, ma lo sguardo ha un che di malinconico e l'aspetto stesso sembra meno "studiato".
E forse la vera differenza sta proprio la differenza tra i due ritratti: una diversità storica. Giovanni II si trova in un momento difficile della storia di Francia. La guerra non sta andando affatto bene. E anni dopo quel ritratto finirà i suoi giorni in prigione.
Carlo VII è un re vittorioso - è quello di Giovanna d'Arco - e in questo ritratto, in posa frontale, con un portamento regale, vestito di un abito ben più sfarzoso si mostra fieramente al mondo.
È un'affermazione del suo potere, al di là dell'evoluzione del ritratto che diventa prima frontale poi di tre quarti.
D'altronde il rosso è un colore regale per eccellenza.
 
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view post Posted on 27/1/2018, 18:28
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Grazie, molto interessante questa serie di lezioni!
 
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view post Posted on 28/1/2018, 12:43
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Arrivo un po' in ritardo (ero malata e un po' lo sono ancora) a questa interessabte lezione. Mi piace sempre molto quando, studiando ed approfondendo qualcosa, dai particolari si riesce a dedurre in modo logico qualcosa sul generale, proprio come è stato in particolare il caso del primo ritratto (e grazie anche per la corretta indicazione sul significato di Buono. Trovo davvero affascinante questa capacità che permette di leggere nella storia interrpretandone il significato.

Al contrario di Chiara, la pittura non mi ha mai attratto, salvo poche eccezioni, ma ho l'impressione che con le tue spiegazioni potrebbe invece interessarmi parecchio.

In ogni caso, apprezzo l'idea di queste "lezioni trasversali", sicuramente utili a dare uno sguardo d'insieme sui vari periodi storici.
 
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view post Posted on 29/1/2018, 08:03
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CITAZIONE (Ida59 @ 28/1/2018, 12:43) 
Arrivo un po' in ritardo (ero malata e un po' lo sono ancora) a questa interessabte lezione. Mi piace sempre molto quando, studiando ed approfondendo qualcosa, dai particolari si riesce a dedurre in modo logico qualcosa sul generale, proprio come è stato in particolare il caso del primo ritratto (e grazie anche per la corretta indicazione sul significato di Buono. Trovo davvero affascinante questa capacità che permette di leggere nella storia interrpretandone il significato.

Una parte della storia - e la nuova storiografia va proprio in quella direzione - è occuparsi dei particolari e non solo dei grandi fatti. Si deducono molte cose interessanti che illuminano la parte di storia che si studia generalmente (piuttosto male, devo dire) a scuola.
Il ritratto di Giovanni il Buono è non solo importante per la storia della raffigurazione reale, ma è un caposaldo della storia dell'arte: uno dei primi ritratti indipendenti in generale e modello per un buon numero di ritratti posteriori. E non è forse un caso che il ritratto dipinto torni in auge (ma del ritratto dipinto antico abbiamo più che altro testimonianze rare e indirette) o forse venga (ri)codificato proprio nel Medioevo che è un'epoca fortemente innovativa e purtroppo vittima di una visione errata data a posteriori. Ne parlerò in altro luogo, ma ricordo che dobbiamo molto al Medioevo: l'università, il libro (prima si usavano i rotoli), l'introduzione della carta in occidente e la sua industrializzazione, l'invenzione degli occhiali (ed io ringrazio sentitamente. Benché si parli di lenti in Plinio il Vecchio, non si tratta di veri e propri occhiali, come li intendiamo noi. Nella Repubblica Veneta invece sono sicuramente attestati per lo meno a partire dal XIV secolo), la nascita della stampa (che non è invenzione rinascimentale, ma tardo-medievale), la diffusione dell'aratro "moderno" (per quanto a trazione animale, ma da questo deriva quello meccanizzato ai primi del XX secolo), l'introduzione della stabulazione...
E qui mi taccio, altrimenti va a finire che faccio una lezione sul medioevo, che è a tutti gli effetti la mia epoca storica preferita, per quanto, alla fine, mi interessino tutti i periodi storici.

CITAZIONE
Al contrario di Chiara, la pittura non mi ha mai attratto, salvo poche eccezioni, ma ho l'impressione che con le tue spiegazioni potrebbe invece interessarmi parecchio.

Spero proprio che la pittura possa interessarti maggiormente durante queste lezioni.
Io l'ho sempre adorata, ma amo tutte le rappresentazioni artistiche... vado solo un po' in crisi con la pittura contemporanea (diciamo da Picasso in poi).

CITAZIONE
In ogni caso, apprezzo l'idea di queste "lezioni trasversali", sicuramente utili a dare uno sguardo d'insieme sui vari periodi storici.

La trasversalità è uno dei modi per "raccontare" la storia.
Ovviamente molte cose che qui accennerò - per esempio la guerra dei Cent'anni - saranno approfondite nelle apposite sezioni.
 
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view post Posted on 14/3/2018, 10:03
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2. I Ritratti dei reali di Francia da Luigi XI a Francesco I



Dopo aver visto i primi ritratti indipendenti di re francesi, proseguo la carrellata con nuovi ritratti dei sovrani appartenenti alla casata dei Valois - quando inizierò storia medievale, mi addentrerò nelle parentele della famiglia reale francese, in parte all'origine della Guerra dei cent'anni - fino a Francesco I che è parte di un ramo minore della casata, i Valois-Angouleme.

Ma andiamo con ordine. Il successore di Carlo VII, Luigi XI il Prudente (1423-1483, re dal 1461), torna al modello di ritratto inaugurato da Giovanni il Buono.

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Anonimo, ritratto di Luigi XI, XV secolo, New York, Brooklyn Museum


Come potete notare Luigi XI è ritratto di profilo. Indossa, come il padre, un abito rosso, simbolo di regalità. La cosa più rilevante di questo ritratto - al di là del fatto che Luigi XI riesce a essere più brutto del padre :B): - è la presenza delle insegne dell'Ordine di San Michele, una collana d'oro su cui spiccano delle conchiglie, simbolo del pellegrinaggio al Mont Saint-Michel, prima sede dell'ordine. L'ordine cavalleresco di San Michele fu fondato proprio da Luigi XI nel 1469. Si tratta essenzialmente di una mossa politica, per contrastare l'Ordine del Toson d'Oro conferito dai Duchi di Borgogna, creato nel 1430 a Bruges (allora sotto controllo borgognone) dal duca Filippo il Buono.

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Rogier van der Weyden, Ritratto di Carlo il Temerario, duca di Borgogna, 1460, Berlino, Gemaldegalerie


Carlo il Temerario (1433-1477), figlio di Filippo il Buono, è raffigurato con al collo le insegne dell'Ordine del Toson d'Oro, di cui il duca di Borgogna è alla testa, così come il re di Francia è alla testa dell'Ordine di San Michele o, attualmente, il presidente della repubblica francese è a capo dell'Ordine della Legion d'Onore.
Il ritratto di Carlo il Temerario ci permette di notare una successiva evoluzione nella ritrattistica del potere - i duchi di Borgogna furono nobili potentissimi, costituendo una sorta di sotto-stato all'interno del Regno di Francia - con l'introduzione progressiva del ritratto a tre quarti. Si tratta di un'impostazione che permette di fare maggiore profondità al ritratto e di mettere maggiormente in risalto la psicologia del personaggio.
Il Duca di Borgogna, in questo caso, si presenta come un uomo ricco - il nero è un colore particolarmente costosto e non era, all'epoca, necessariamente simbolo di lutto - ed elegante. Ma allo stesso tempo, mostrando appena accennata l'impugnatura della spada, si mostra come un uomo di guerra o, per lo meno, di potere.

Questa evoluzione verso il ritratto di tre quarti, la si può notare con il figlio di Luigi XI, Carlo VIII (1470-1498, re dal 1483).

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Anonimo, Ritratto di Carlo VIII, scuola francese de XVI secolo, Chantilly, Musée Condé


Il re di Francia porta i segni tipici della regalità: il rosso e l'oro, oltre alle insegne dell'Ordine di San Michele.
Saltando il successore di Carlo VIII, Luigi XII, passo al re successivo: Francesco I. A livello dinastico, egli è lo sposo della figlia di Luigi XII e appartenente ad un ramo cadetto della famiglia regnante, cosa che gli permette di aggirare facilmente la legge salica, che impediva la successione per via matrilineare. Il matrimonio con la cugina Claudia di Francia è un modo per rendere più legittima la sua ascesa al trono.

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Jean Clouet, Ritratto di Francesco I, 1530 circa, Parigi, Musée du Louvre



Vi invito a cercare, nel ritratto di Francesco I, quelli che possono essere simboli della sua regalità.

Ovviamente non esitate a porre domande.
 
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view post Posted on 15/3/2018, 10:37
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D'impatto, l'immagine di Francesco I già emana regalità e possanza, e anche lui tiene in mano l'elsa della spada.
Dietro alle sue spalle, la tappezzeria rossa mostra il decoro ripetuto di corone; e il decoro color oro del suo bellissimo e grandioso abito in un certo senso sichiama gli altri decori della tappezzeria.
La collana che porta, oro e perle nere (?) potrebbe essere un altro richiamo.
 
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view post Posted on 15/3/2018, 16:06
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CITAZIONE (Ida59 @ 15/3/2018, 10:37) 
D'impatto, l'immagine di Francesco I già emana regalità e possanza, e anche lui tiene in mano l'elsa della spada.
Dietro alle sue spalle, la tappezzeria rossa mostra il decoro ripetuto di corone; e il decoro color oro del suo bellissimo e grandioso abito in un certo senso sichiama gli altri decori della tappezzeria.
La collana che porta, oro e perle nere (?) potrebbe essere un altro richiamo.

Ottima analisi, Ida. In effetti la regalità è sottolineata dalla corona dello sfondo rosso.
Secondo me l'idea di regalità viene anche dall'espressione del volto. Rispetto a Carlo VIII che mi sembra quasi malinconico, Francesco I appare molto sicuro di sé.
Riguardo alla collana: se ingrandisci bene la figura, dovresti riconoscerne il simbolo principale.
 
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view post Posted on 24/3/2018, 19:05
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Io l'immagine l'avevo anche ingrandita, ma non ho riconosciuto alcun simbolo. Sono un po' cecata...
 
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view post Posted on 26/3/2018, 08:55
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CITAZIONE (Ida59 @ 24/3/2018, 20:05) 
Io l'immagine l'avevo anche ingrandita, ma non ho riconosciuto alcun simbolo. Sono un po' cecata...

Diciamo che il simbolo è indiretto... Francesco I voleva una collana più elegante di quella dei suoi predecessori (e qui ho dato un grande indizio).
 
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