| Non ho mai scritto qui dentro. Non era mai il momento giusto, e forse non lo è neppure adesso, ma c’è stato qualcosa, una piccola cosa che è cominciata circa un anno fa, quando, dopo otto anni, è uscito il nuovo album di Enigma, The Fall of a Rebel Angel. Ecco, già da questo, la caduta e la risalita di qualcuno (un angelo in questo caso), aveva acceso qualcosa, ma niente che avesse a che fare con Severus, non subito almeno. Al primo ascolto dell’ultima canzone dell’album, Amen, non lo nego né mi vergogno ad ammetterlo, ho pianto, non lo so perché e non è nemmeno il luogo per indagare (né vi interessa saperlo ), ma è stato così. Questa canzone (e il resto dell’album ma in maniera minore) l’ho sentita talmente dentro di me che ancora oggi, al milionesimo ascolto mi fa piangere.
(Vi metto testo e traduzione sotto spoiler):
Ma veniamo a Snape… Più passava il tempo e più, oltre a sentire che in qualche modo mi apparteneva, sentivo che si cuciva perfettamente addosso a Severus ed ho iniziato a rimuginarci (ci avevo graficato su, tempo fa, niente di che) finché quest’anno, ne ho fatto un piccolo progetto di un video: Snape ed Amen.
Video
Ecco, da qui, dalla sofferenza nel brano, nelle immagini di Severus, in tutto ciò che rappresentavano entrambi, è nato quel qualcosa di cui sopra. È il momento giusto, ora? No, e forse per molti aspetti non lo sarà mai, ma ci sono delle piccoli considerazioni su questo nostro strano rapporto (di cui lui non è ovviamente a conoscenza ) che vorrei fare. Che vorrei tirare fuori. The past is gone for good, it’s time to say… È tempo di dire, ma cosa? Quali parole? Le parole… Poche.
Qui dovrebbe essere scritta la propria visione di Severus, ecco, io non ho una visione, Severus è quello che è, è bianco nero grigio e mille altri colori, è bene male ed ogni via di mezzo; è completezza e fragilità, forza coraggio e debolezze, è amore e odio e disprezzo e affetto. È tutto e niente. Molto e poco. È silenzio. È quello che parla a gesti più che con le parole, perché ha capito che le parole possono ferire, possono allontanare e uccidere, e lo ha capito sulla sua pelle e su quella degli altri. Lo ha capito sui sacrifici e i dolori. È quello che non vuole che venga rivelata la parte migliore di lui. È quello che non ama parlare di sé. Sarebbe tutto più facile se si mettessero sul tavolo tutti gli aspetti della propria personalità: io sono così e così e così, posso amarti e odiarti, posso ucciderti, posso salvarti; posso proteggerti. Ma non ne siamo tutti in grado per mille motivi diversi. Non siamo tutti bravi con le parole. Snape è silenzioso. È un’ombra. È un eroe altrettanto silenzioso, ma non è uno di quelli con le armature scintillanti, è uno di quelli che combatte nel buio, dove nessuno lo vede, dove nessuno conosce i suoi sacrifici e le sue sofferenze, le sue paure e i suoi rischi. Dove nessuno combatte insieme a lui. È uno che tiene alla sua privacy, alle sue cose, che vuole che alcuni aspetti della sua vita siano segreti, è colui che fa della solitudine la sua forza, ma nessun uomo dovrebbe essere solo. E già per questi aspetti non potevo non amarlo. Non potevo non sentirmi completamente in simbiosi con questo personaggio. Ci sono stati un sacco di personaggi che ho amato, che amo e che in futuro amerò, in molti di loro ho ritrovato aspetti che più o meno potevo indossare io stessa tranquillamente (e ne troverò altri, ovvio), ma credo, forse per il periodo particolare della mia vita, non lo so, che con nessuno di loro abbia instaurato una connessione così forte, con nessuno mi sono ritrovata così tanto. Certo, io purtroppo non vivo nel Mondo Magico né ho una bacchetta, ma va beh
Comunque, torniamo a noi…
Il silenzio, dunque… beh, chi mi conosce sa quanto io ami questa parola, profondamente. E poi? Poi c’è l’amore. L’amor che move il sole e l’altre stelle… L’amore muove Severus nelle sue forme più pure, tranne che per se stesso. È non è solo l’amore per Lily che trovo così bello e sgradevole al contempo (poi ci tornerò). È un amore che ha dentro e che non riesce mai ad esprimere pienamente, che non riesce a ricevere mai completamente, e si sforza con ciò che conosce, con ciò che può dare, e può dare tanto, tantissimo. Nel silenzio. E nell’ombra. Ovvio. Quanto amore può avere un uomo che uccide quel padre/amico per salvare l’anima di un ragazzo innocente? Severus Snape non è una persona perfetta, ma chi lo è? E chi la vorrebbe? È un uomo che ha sofferto e ha fatto soffrire. È un uomo che è morto per fare la cosa giusta, per amore verso Harry. Verso gli altri. Verso il mondo intero, anche se il mondo non gli ha mai reso niente. E la sua morte, per quanto ingiusta, l’ho trovata uno dei momenti più belli dell’intera saga, uno di quei momenti da lacrime e cuore che si allarga e anima che si accartoccia. Muore dando se stesso come mai aveva fatto in vita. Muore svelandosi. Muore mostrando Severus. Ed è di una bellezza allucinante. Motivo per cui non ho per niente amato la sua parte in The Cursed Child: non c’era bisogno di ribadire la sua morte e il suo sacrificio, il suo eroismo; erano già chiari, già sublimi e belli così, e le cose, nel ripeterle perdono valore, perdono significati e diventano inutili. E lì, a me, non è piaciuto. Niente di come lo hanno reso. Ma d’altronde salvo poche cose di tutto lo spettacolo.
Lily. Il suo always. C’è qualcosa di meraviglioso in qualcuno che ama per tutta la vita un’unica altra persona. Significa amore profondo e vero. Significa aggiungere al personaggio ulteriore bellezza. Ma c’è un risvolto della medaglia in quel sempre, c’è un’ossessione che si annida in quelle lettere e spesso il confine tra amore e ossessione è molto labile. A conti fatti, Severus e Lily non sono stati nient’altro che amici (per un po’), ma è facile che un’amicizia si trasformi in amore, a chi non è mai capitato di provare qualcosa di più per un amico? Ma un altro conto è idealizzare quell’amica (anche se ci si è innamorati) in qualcosa di più, soprattutto considerando che non è mai avvenuto niente tra i due (un bacio, un abbracio, una carezza). Beh, io trovo che questo suo amore sia stato bellissimo, ma pericoloso e deleterio. Lo capisco, per carità, e questo è un altro aspetto di affinità (che francamente non avrei voluto ) perché capisco quanto può essere difficile lasciare andare qualcuno, soprattutto davanti a sentimenti così forti. E chi non ha pianto quando l'ha "visto" prendere la bacchetta e svelare gran parte di se stesso in quel Patronus...
Va beh, it’s time to turn the page and love again… ma diciamo che ci accontentiamo di live again…
Per ora non mi viene altro…
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