Il Calderone di Severus

1.1 - Introduzione, Lezione 1- Nozioni base, errori da evitare e consigli

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view post Posted on 3/9/2018, 20:38
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Fondi-calderoni

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CITAZIONE (Ida59 @ 1/9/2018, 10:39) 
CITAZIONE (Ida59 @ 22/11/2017, 15:50) 
Una domanda utile da porsi è: vale la pena raccontare questa storia?


E voi, come la pensate? Privilegiate il tema importante o il modo in cui la storia è narrata, in tutte le sue sfumature? Quanto siete emotivamente coinvolti in ciò che scrivete? Avete mai pianto sulle vostre parole, lacrime nere sul foglio bianco?

Se le mie storie valgano la pena d'essere raccontate non lo so proprio, bisogna girare la domanda a chi le legge...

Privilegio sia il tema importante (non c'è sempre, ma cerco comunque di mettere un messaggio di fondo) che il modo in cui narro la storia, cercando di dare spessore e tridimensionalità a tutto, dai personaggi al linguaggio.
Ho mai pianto? Sì.
Forse è un segno d'immaturità come scrittrice, ma mi è capitato di piangere mentre scrivevo o dopo, specialmente nei pezzi in cui inserisco scene o argomenti che mi stanno a cuore in modo particolare.
Però cerco anche di valutare l'elaborato in modo distaccato, per capire se è una parte valida o se la vedo così solo perchè è una cosa che sento.
 
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view post Posted on 4/9/2018, 09:16
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I ♥ Severus


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Grazie a tutte per aver espresso le vostre opinioni e considerazioni. E' bello leggervi e "riconoscervi" come persone! :wub:
 
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view post Posted on 4/9/2018, 14:28
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I ♥ Severus


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CITAZIONE (Ida59 @ 22/11/2017, 15:50) 
Ogni narrazione gravita intorno a due grandi macro-temi dai quali non si sfugge: l’amore e la morte. Ogni narrazione ha a che fare con questi due aspetti, più o meno indirettamente. Tutte le storie nascono per esorcizzare, rimandare o raccontare agli altri queste due grandi esperienze della vita umana in grado di racchiudere tutte le altre.
La spina dorsale di un romanzo deve essere una storia. Edward Morgan Forster[2] disse che la storia “in quanto storia può avere un solo pregio: quello di accendere nell’uditorio il desiderio di sapere cosa succederà. E per contro non può avere che un difetto: quello di non accendere il desiderio di sapere che cosa succederà”.
Spesso, infatti, uno degli aspetti più scoraggianti delle prime prove di scrittura è l’eccessiva introspezione di personaggi (che poi non sono che il riflesso dell’autore) piuttosto immobili a discapito dell’azione, caratteristica che in gergo si chiama “peccato di eccessiva introspezione”.
Al tema del romanzo è più necessaria una storia che le nostre intime considerazioni su di essa o sulla vita in generale e, di certo, alla storia serve una buona architettura di nessi causali per essere più equilibrata, fruibile e avvincente. Occorre combinare come un chimico gli ingredienti di una buona narrazione: sfondo, personaggi e situazioni fino a creare un buon intreccio che sostenga la storia.

Questa complessa alchimia è difficile da ottenere, soprattutto nei primi esperimenti, e in effetti quel peccatuccio da principianti l'abbiamo commesso tutti, e magari abbiamo continuato a commetterlo anche più avanti. Del resto, narrare pensieri è più facile di scrivere dialoghi o azioni. Ma le azioni sono di sicuro molto più interessanti, soprattutto se sanno indurre anche pensieri e considerazioni. Direttamente da parte del lettore, però, e non, più banalmente, da parte dei personaggi.
Voi fate molto introspezione? La trovate facile o difficile? Quanto pensa il vostro personaggio? E quanto agisce? C'è un buon mix o un aspetto prevale sull'altro?
 
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view post Posted on 4/9/2018, 21:08
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CITAZIONE (Ida59 @ 4/9/2018, 15:28) 
Voi fate molto introspezione? La trovate facile o difficile? Quanto pensa il vostro personaggio? E quanto agisce? C'è un buon mix o un aspetto prevale sull'altro?

Direi che nelle mie storie prevale nettamente l'introspezione sull'azione. Creo personaggi forse fin troppo celebrali (o forse sono le situazioni in cui li immergo che li portano a pensare più che agire). Ultimamente sto cercando di equilivrare maggiormente il rapportro tra pensiero e azione. D'altronde nello scrivere un fantasy - o tentare di farlo - l'azione diventa più importante che nel descrivere qualcuno che medita su se stesso chiuso in un ospizio.
Spero di arrivare a scrivere scene che mischiano azione e introspezione.
 
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