Il Calderone di Severus

1.1 - Introduzione, Lezione 1- Nozioni base, errori da evitare e consigli

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view post Posted on 22/11/2017, 14:50
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I ♥ Severus


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1 - Nozioni base, errori da evitare e consigli

Introduzione
Integrazioni sulla rilettura
Approfondimento: l'autore dentro le sue storie
Sai cosa vuoi comunicare?
Scrittura solare o crepuscolare?
Vale la pena raccontare questa storia?



1.1. Introduzione


C'è chi dice che i grandi autori siano ladri abilissimi: prendono quel che gli serve dove gli serve.
Ma, attenzione: rubare non vuol dire copiare, altrimenti ricadremmo nell'esecrato plagio (molto presto scriverò un post sul plagio: è una cosa che non sopporto, né comprendo, e che mi irrita moltissimo). Significa invece prendere ciò che serve e farlo proprio. Vuol dire masticarlo, digerirlo, e inserirlo nella propria storia, nel proprio stile, nel proprio mondo. Vuol dire reinventare quello che si è rubato per introitarlo, come se fosse sempre stato nostro.
Gli scrittori condividono con generosità le tecniche e i trucchi della loro arte (ecco perché il web pullula di corsi di scrittura creativa e sugli scaffali delle librerie ci sono manuali di ogni peso e misura!) perché sanno molto bene che il vero segreto non lo conoscono nemmeno loro, anche se scrivendo sono diventati famosi. La scintilla, o la ferita, che fa nascere una bella storia è nascosta nel più profondo del loro essere e nutre la loro scrittura. E' magia pura...
Questo significa che, purtroppo, non può esistere un manuale di scrittura creativa coerente, con regole semplici e uniformi. È impossibile redigere un codice del perfetto scrittore cui attingere per orientarsi sulle strade dell’ispirazione e della creatività. Alla prova dei fatti, una regola contraddice l’altra, un consiglio smentisce il precedente e un metodo è incompatibile con il successivo. O meglio, quello che funziona ed è utile per una persona, per un'altra può essere inefficace o anche controproducente.
Ecco perché scrivere sembra così facile, ma in realtà è così difficile. Si possono seguire cento regole, mille consigli, e sono tutti validi in astratto e se presi singolarmente. Ma l’unica regola vera nel campo della creatività è che non ci sono regole, che le leggi sono fatte per essere infrante (ma solo dopo averle studiate a fondo e comprese bene), rinnovate e reinterpretate; che ogni scrittore inventa le sue tecniche, in base alla propria indole, in funzione delle proprie esigenze e della situazione in cui si trova.

Però un consiglio importante e oggettivamente valido esiste. Per tutti.
Rileggere ciò che si scrive.
Dobbiamo essere proprio noi stessi il nostro lettore più spietato. Solo così, dopo aver riscritto, corretto, limato, modificato per l’ennesima e con tanta fatica la pagina, potremo esserne soddisfatti, trovarla migliore, finalmente riuscita. Non perfetta. No, la perfezione non esiste.
Nei quindici anni trascorsi a scrivere, e leggere, fanfiction, ogni volta inorridivo quando l’autrice di turno esordiva con ottimistico entusiasmo dicendo: l’ho scritta di getto, oggi pomeriggio, e non l’ho nemmeno riletta!
Se tu, autore, non hai reputato la tua storia degna di una rilettura (una sola? Ne servirebbero mille e ancora sono insufficienti per scovare il refuso maledetto, nascosto così bene da farti impazzire per trovarlo!), perché mai io dovrei perdere il mio tempo a leggere un testo che, per forza di cose, non può essere né curato né definitivo?
Io rileggo più e più volte i miei testi, sia a video (sfruttando tutte le potenzialità del correttore di Word, sottolineature rosse e verdi) sia su carta, dove mi è più facile concentrarmi sulla lettura e individuare gli errori che, nonostante tutto, si ostinano ad annidarsi tra le parole. Però, non rileggo mai subito: lascio passare qualche giorno, anche più di una settimana se non sono pressata da scadenze. In questo modo sono più distaccata dal testo, dalle emozioni e dai ricordi, e mi è più facile trovare gli errori. Rileggo anche ad alta voce: serve a vedere se i dialoghi filano e se le emozioni filtrano bene dal testo.
E voi, invece, rileggete? Subito o a distanza di tempo? A video o sulla carta? Conoscete trucchi particolari per scovare refusi, errori, ripetizioni e altro?

Ogni scrittore parte da spunti diversi, ma tutti, nelle loro storie, trasmettono una parte di se stessi e della propria vita. Il genere letterario scelto è ininfluente: in qualsiasi storia l'autore è dentro, in un modo o nell’altro, perché la scrittura esprime ciò che lo scrittore sente e vede, le sue percezioni, sensazioni ed emozioni. I suoi desideri e le sue paure. Perfino i suoi sensi di colpa, e non parlo per sentito dire... Può essere l’autore nella sua interezza, oppure in un piccolo dettaglio, può essere la persona dell’oggi o di un passato lontano che è diventato ricordo. Ma un pezzo dell’anima dell’autore è lì, ben nascosta tra le sue parole.
Per migliorare nella scrittura occorre avere il coraggio di essere se stessi, di tirare fuori la propria visione del mondo e della vita. Altrimenti la scrittura, anche quella stilisticamente perfetta, resta fredda, un pezzo di ghiaccio primo d’alcuna forma, priva di stile e personalità.
Non è necessario raccontare solo esperienze vissute in prima persona, però è molto utile, soprattutto all’inizio, raccontare di persone e avvenimenti che si conoscono bene, fatti accaduti nel mondo reale e non solo nella fantasia; oppure, emozioni, sentimenti, paure o dolori provati sulla propria pelle, meglio se con grande intensità.
Si può partire da un tic nervoso del collega di lavoro, da una mania del proprio compagno o dalle bizzarre abitudini di un vicino di casa. Basta ampliare con l'immaginazione ciò che si conosce, spiare con discrezione ciò che ci circonda e renderlo nella narrazione.
Non esiste una facile regoletta da seguire (purtroppo!), ma questo è uno spunto importante per chi comincia a scrivere, per non arenarsi nell’improvvisazione e raccontare storie che nemmeno l’autore conosce. Quando un autore non ha la consapevolezza di ciò che sta raccontando, il lettore se ne accorge sempre. E non è una bella scoperta…
Anche io inserisco aspetti personali nelle mie storie: quindici anni fa lo facevo senza nemmeno rendermene conto, mentre adesso il processo è più consapevole, pur se mi capita ancora di scoprire, solo a posteriori, di aver messo una imprevista sfaccettatura di me, magari in qualche personaggio secondario. In effetti, è difficile ritrovarmi nell'eroina della storia, ma talvolta è capitato e me ne sono accorta solo in corso d'opera: era però una Ida davvero molto giovane quella che si è insinuata nel personaggio e come autrice ammetto di aver avuto un occhio molto benevolo nei suoi confronti.
E voi, cosa si trova della vostra personalità nelle storie che scrivete? Ci siete o no? Celati in qualche sfumatura o ben esposti nel personaggio principale? E, soprattutto, siete consapevoli di esservi messi a nudo o tutto avviene senza che ve ne rendiate conto?

Aristotele suggeriva di mettere a fuoco il tema e ciò che si vuole comunicare, quindi di rendere il dramma, ovvero tradurre il tema in azioni e conflitti interni. In tal modo si ottiene una storia con picchi narrativi e movimenti interni alla vicenda.
Può darsi che il tema centrale della storia diventi chiaro solo dopo aver iniziato a scrivere. Accade quando l’autore inizia a scrivere prima di sapere esattamente dove andare a finire: si può anche fare, l’importante è che, prima o poi, diventi chiaro ciò che si vuole trasmettere con la storia. Chiarendo a se stessi quello che si vuole comunicare, lo si chiarisce anche al lettore.
In ogni caso, è importante che il tema che si intende trasmettere sia un tema “forte”, giusto per l’autore e per la sua storia, che lo coinvolga a pieno e lo appassioni a sufficienza da dedicargli un romanzo. Per coinvolgere un lettore in una storia, occorre che l’autore stesso sia, per primo, coinvolto fino in fondo da ciò che scrive!
Ecco, questo è un punto davvero difficile. A volte si crede di scrivere di un argomento, ma ciò che preme, il messaggio vero che si vuole dare e che, prepotente, esce dalle nostre parole, è un'altra cosa, magari inaspettata anche per l'autore stesso. Altre volte, invece, si parte con un'idea ben precisa, si sa perfettamente cosa si vuole raccontare e dimostrare con quella storia e tutto è programmato nei minimi particolari fin dall'inizio.
E voi, sapete già prima di cominciare a scrivere qual è il vostro messaggio, il tema vero che vi sta a cuore? Oppure lo scoprite solo capitolo dopo capitolo, aggiustando il tiro mentre scrivete e il destino dei personaggi si dispiega nelle vostre parole?

Uno dei metodi migliori per scrivere bene consiste nell'inserire il massimo coinvolgimento ed entusiasmo in quello che si vuole narrare. Bisogna scrivere con entusiasmo per poi entusiasmare il lettore. La scrittura deve trasportare forti emozioni e grandi idee che aiutano a migliorare sia lo scrittore sia il lettore. È una sfida per entrambi. L’autore deve coinvolgere il lettore catturandone l'attenzione. Soprattutto, deve mantenerla alta, proponendo, in ogni pagina, nuove idee, utili strategie e continue sorprese. Il lettore deve sentire che il suo tempo prezioso è ben ricompensato e riempito di bellezza e verità.
Ci sono scrittori impulsivi che preferiscono scrivere di getto e quelli riflessivi che desiderano scrivere solo dopo aver meditato a lungo. Quelli che amano una “scrittura solare”, fatta di descrizioni vivaci, di antitesi forti, di argomentazioni contrapposte, di emozioni accese, e quelli che scelgono una “scrittura crepuscolare”, fatta di disegni delicati, di sfumature graduali, di accostamenti silenziosi, di emozioni attenuate, di simboli nascosti.
Ognuno può valorizzare nella scrittura il suo modo “particolare” di esprimersi, cercando soprattutto di far emergere il proprio stile, che è la capacità di dare una “forma” molto personale ai propri contenuti.

Una domanda utile da porsi è: vale la pena raccontare questa storia? Si può rispondere in due modi opposti ma entrambi validi. Julio Cortázar[1] sosteneva che un tema valido da raccontare è avvertito dall’autore come molto significativo per sé e per i lettori. Seguendo questa linea, la narrazione assume contorni che andranno oltre al racconto della quotidianità e della semplicità.
Altri scrittori sostengono invece che sia più importante il modo in cui si racconta una storia piuttosto che il tema da veicolare. Questo tipo di narrativa racconta storie semplici con uno stile asciutto, storie vicine alla quotidianità della gente comune e trasmettono temi scarni servendosi di tratti leggeri, magari facendo passare tra le righe il senso della vicenda.

Ogni narrazione gravita intorno a due grandi macro-temi dai quali non si sfugge: l’amore e la morte. Ogni narrazione ha a che fare con questi due aspetti, più o meno indirettamente. Tutte le storie nascono per esorcizzare, rimandare o raccontare agli altri queste due grandi esperienze della vita umana in grado di racchiudere tutte le altre.
La spina dorsale di un romanzo deve essere una storia. Edward Morgan Forster[2] disse che la storia “in quanto storia può avere un solo pregio: quello di accendere nell’uditorio il desiderio di sapere cosa succederà. E per contro non può avere che un difetto: quello di non accendere il desiderio di sapere che cosa succederà”.
Spesso, infatti, uno degli aspetti più scoraggianti delle prime prove di scrittura è l’eccessiva introspezione di personaggi (che poi non sono che il riflesso dell’autore) piuttosto immobili a discapito dell’azione, caratteristica che in gergo si chiama “peccato di eccessiva introspezione”.
Al tema del romanzo è più necessaria una storia che le nostre intime considerazioni su di essa o sulla vita in generale e, di certo, alla storia serve una buona architettura di nessi causali per essere più equilibrata, fruibile e avvincente. Occorre combinare come un chimico gli ingredienti di una buona narrazione: sfondo, personaggi e situazioni fino a creare un buon intreccio che sostenga la storia.

Le principali competenze che uno scrittore deve coltivare sono:
- la passione;
- il desiderio costante di leggere
- la conoscenza della lingua (grammatica);
- il genere letterario scelto;
- la programmazione;
- lo stile.



[1] Julio Cortázar (1914 – 1984), è stato uno scrittore, poeta, critico letterario, saggista e drammaturgo belga (nato da genitori argentini) naturalizzato francese, maestro del racconto, particolarmente attivo nei generi del fantastico, della metafisica, del mistero. Stimato da Borges, è stato spesso paragonato a Čechov e Edgar Allan Poe. I suoi racconti non seguono sempre la linearità temporale ed i personaggi esprimono una psicologia profonda.
[2] Edward Morgan Forster (1879 – 1970) è stato uno scrittore britannico, autore di brevi racconti, di romanzi e saggi letterari. La sua fama crebbe dopo la morte perché da alcuni dei suoi romanzi furono tratti film di grande successo come Passaggio in India, Camera con vista, Maurice e Casa Howard.


Edited by Ida59 - 1/9/2018, 10:48
 
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view post Posted on 22/11/2017, 18:41
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Mi è piaciuto questo inizio e sinceramente mi sono ritrovata a farmi un breve esame di coscenza.
CITAZIONE
Può darsi che il tema centrale della vostra storia diventi chiaro solo dopo aver iniziato a scrivere. Ė il caso dei narratori che iniziano a scrivere anche senza sapere perfettamente dove andranno a finire; l’importante è che, prima o poi, abbiate chiaro quello che volete trasmettere con la vostra storia. Chiarite a voi stessi quello che volete comunicare e lo chiarirete anche al lettore.

Nelle storie brevi, non parlo ovviamente di un romanzo, mi trovo spesso ad avere un'idea piuttosto vaga di quanto scriverò, un'idea, una frase, un oggetto che mi ispira.
Ho la sensazione, in questi casi, che siano i personaggi a scrivere o ad aiutarmi a scrivere, forse per questo non riesco a abbandonare il fandom e darmi all'originale.

CITAZIONE
Spesso, infatti, uno degli aspetti più scoraggianti delle prime prove di scrittura è l’eccessiva introspezione di personaggi (che poi non sono che il riflesso dell’autore) piuttosto immobili a discapito dell’azione, caratteristica che in gergo si chiama “peccato di eccessiva introspezione”.

Anche su questo devo riflettere, temo di esagerare a discapito dell'azione o degli eventi che nelle mie storie non sono eclatanti o ricchi di grande suspence.

Il resto di quanto hai scritto in questa introduzione mi trova pienamente d'accordo anche sulla questione di "rubare", se si legge molto è facile trovarsi a riproporre qualcosa facendolo proprio e rivendendolo nel proprio scritto: non è copiare.
 
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view post Posted on 22/11/2017, 19:15
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Wow, questa introduzione è già di per se stessa coinvolgente. :woot: Una lezione d'apertura interessante, anzi, più che interessante ed espressa in termini molto chiari e specifici. Devo assolutamente trovare il modo di seguire con costanza lo svolgimento delle prossime :)
 
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view post Posted on 23/11/2017, 16:09
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I ♥ Severus


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CITAZIONE (chiara53 @ 22/11/2017, 18:41) 
CITAZIONE
Può darsi che il tema centrale della vostra storia diventi chiaro solo dopo aver iniziato a scrivere. Ė il caso dei narratori che iniziano a scrivere anche senza sapere perfettamente dove andranno a finire; l’importante è che, prima o poi, abbiate chiaro quello che volete trasmettere con la vostra storia. Chiarite a voi stessi quello che volete comunicare e lo chiarirete anche al lettore.

Nelle storie brevi, non parlo ovviamente di un romanzo, mi trovo spesso ad avere un'idea piuttosto vaga di quanto scriverò, un'idea, una frase, un oggetto che mi ispira.
Ho la sensazione, in questi casi, che siano i personaggi a scrivere o ad aiutarmi a scrivere, forse per questo non riesco a abbandonare il fandom e darmi all'originale.

Non si tratta solo di avere idea di come si svilupperà la trama prima di scrivere la storia. Il senso della frase è sapere a priori quale messaggio si vuole trasmettere al lettore, qual è la tesi che si vuole dimostrare (ci sarà una lezione su questo argomento).
Faccio un esempio: se il messaggio è "l'amore trionfa sul male", la storia si dovrà svolgere nel modo che permette di dimostrare la tesi, quindi, per quante peripezie ci saranno (e l'autore è libero di inventarsele anche strada facendo) alla fine grazie all'amore il male sarà sconfitto. Come? Dipende dall'autore e dai suoi personaggi. Il male può essere sconfitto dalla forza della magia che scaturisce dall'amore, oppure grazie ad un sacrificio fatto per amore.
I personaggi, certo, spesso ci mettono del loro, e se li troviamo già belli pronti da un fandom tutto è più facile: l'autore, però, dovrà fare in modo che il personaggio, anche se recalcitrante, si presti a dimostrare la tesi sottesa alla storia.

CITAZIONE
CITAZIONE
Spesso, infatti, uno degli aspetti più scoraggianti delle prime prove di scrittura è l’eccessiva introspezione di personaggi (che poi non sono che il riflesso dell’autore) piuttosto immobili a discapito dell’azione, caratteristica che in gergo si chiama “peccato di eccessiva introspezione”.

Anche su questo devo riflettere, temo di esagerare a discapito dell'azione o degli eventi che nelle mie storie non sono eclatanti o ricchi di grande suspence.

Credo sia una pecca comune a molti. :)
In ogni caso, anche una profonda introspezione può essere necessaria: i conflitti/ostacoli possono essere esterni, e in questo caso il personaggio deve agire per superarli. Ma spesso il conflitto può essere interno al personaggio stesso e in questo caso l'evoluzione dei suoi pensieri/emozioni è importante. Anche di questo ne parleremo in modo più approfondito nella lezione sui personaggi e sul conflitto.

CITAZIONE
Il resto di quanto hai scritto in questa introduzione mi trova pienamente d'accordo anche sulla questione di "rubare", se si legge molto è facile trovarsi a riproporre qualcosa facendolo proprio e rivendendolo nel proprio scritto: non è copiare.

L'importante è che tutto venga ben masticato e digerito, per poterlo reiventare in modo personale.
 
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view post Posted on 6/12/2017, 23:37
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Finalmente ho potuto iniziare a seguire il corso!

Trovo interessante questa prima lezione oltre che molto utile.
"Veicolare sé stessi nella scrittura" trovo sia la considerazione principale di un buon inizio ed è anche ciò, parlando per esperienza, che spaventa più di tutto; significa aprire il proprio cuore ed i propri sentimenti al lettore: non è cosa semplice.

Verissimo il fatto che spesso si parte da un pesiero, un fatto accaduto, una sensazione, con la visuale un po' annebbiata e poi, quasi per magia, la storia nasce da sé e la trama prende forma via via che si prosegue.

Peccato di eccessiva introspezione... presente! Quando ho iniziato a scrivere, nelle mie storie faticavo ad inserire azione. Mi veniva semplice l'introspezione, trasmettere le sensazioni dell'anima (il più delle volte tumultuose) del personaggio; pian piano ho cercato di impormi un equilibrio tra momenti di riflessione, descrizione e azione. Diciamo che sono ancora in... work in progress.

Mesi fa, parlando con la professoressa di Lettere di mio figlio durante un colloquio, chiesi quale fosse una buona strategia per imparare a scrivere e lei mi rispose che oltre a leggere molto, in pochi danno importanza allo studio di Antologia; mi ha consigliato, come dice sempre ai suoi ragazzi, di applicarsi nello studio di antologia seguendo un buon libro, perché è fondamentale per la struttura della scrittura. Inutile dire che ogni tanto mi rileggo il libro di mio figlio! :)

Grazie, Ida, per questa prima lezione, spero di poter passare presto alla seconda!
 
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view post Posted on 1/2/2018, 17:39
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CITAZIONE (B'Elanna @ 6/12/2017, 23:37) 
Verissimo il fatto che spesso si parte da un pesiero, un fatto accaduto, una sensazione, con la visuale un po' annebbiata e poi, quasi per magia, la storia nasce da sé e la trama prende forma via via che si prosegue.

E' vero, può sembrare strano, ma è proprio così. Il lampo di un'idea... e poi le parole sgorgano fuori, irrefrenabili. E alla fine ti rendi anche conto che in quelle tue parole ci sono emozioni vere e, molto spesso, anche il nocciolo di un tuo messaggio ai lettori. A questo punto comincia il lungo lavoro per rendere quell'idea una storia.

CITAZIONE
Peccato di eccessiva introspezione... presente! Quando ho iniziato a scrivere, nelle mie storie faticavo ad inserire azione. Mi veniva semplice l'introspezione, trasmettere le sensazioni dell'anima (il più delle volte tumultuose) del personaggio; pian piano ho cercato di impormi un equilibrio tra momenti di riflessione, descrizione e azione. Diciamo che sono ancora in... work in progress.

Far pensare il personaggio, in effetti, è la cosa più facile; farlo agire è molto più difficile, soprattutto quando si tratta di scene di battaglia o azione "forte" e molto movimentata; anche i dialoghi sono difficilissimi da gestire. Ad ogni modo, non perdetevi d'animo: ci saranno molte lezioni sulle azioni e sui dialoghi per imparare a superare tutte le difficoltà! ;)
 
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view post Posted on 4/4/2018, 19:36
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Mi ci sono voluti mesi ma alla fine ho iniziato a leggere pure io.
Ci metterò una vita, ma posso arrivarci :lol:
Mi é piaciuto molto questo inizio, molto interessante e pieno di spunti su cui riflettere.

CITAZIONE
Per migliorare nella scrittura occorre avere il coraggio di essere se stessi, di tirare fuori la propria visione del mondo e della vita quando si scrive. Altrimenti la scrittura resterà fredda come un pezzo di ghiaccio, amorfa, priva di stile, di personalità.

Credo che questo si essenziale per aiutare il lettore ad entrare nel proprio mondo e nella propria storia.
in ogni personaggio c'é sempre un pezzo dello scrittore, a volte sono particolari del carattere ben visibili, altre, invece, sfaccettarure così nascoste che a volte neppure lo scrittore stesso conosce fino in fondo.
Scrivere è come andare in analisi :lol:

CITAZIONE
Può darsi che il tema centrale della vostra storia diventi chiaro solo dopo aver iniziato a scrivere. Ė il caso dei narratori che iniziano a scrivere anche senza sapere perfettamente dove andranno a finire; l’importante è che, prima o poi, abbiate chiaro quello che volete trasmettere con la vostra storia. Chiarite a voi stessi quello che volete comunicare e lo chiarirete anche al lettore.

I buchi neri li chiamo io. Pezzi di storia mancanti che faticano ad uscire allo scoperto.
Purtroppo li conosco molto bene.
Un buco nero ha fermato una mia storia per quattro anni. <_<

CITAZIONE
Ci sono scrittori impulsivi che preferiscono scrivere di getto e quelli riflessivi che desiderano scrivere solo dopo aver meditato a lungo. Quelli che amano una “scrittura solare”, fatta di descrizioni vivaci, di antitesi forti, di argomentazioni contrapposte, di emozioni accese, e quelli che scelgono una “scrittura crepuscolare”, fatta di disegni delicati, di sfumature graduali, di accostamenti silenziosi, di emozioni attenuate, di simboli nascosti.

Ecco su questo devo rifletterci perché non sono certa di che tipo di scrittrice sono...
Mi sembra di essere un mix di tutte le versioni...
 
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view post Posted on 5/4/2018, 12:01
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CITAZIONE (ellyson @ 4/4/2018, 20:36) 
Mi ci sono voluti mesi ma alla fine ho iniziato a leggere pure io.

Naaaaa... non ci credo!!! :woot:
CITAZIONE
6Ci metterò una vita, ma posso arrivarci :lol:

Giuro, appena trovo una Giratempo te la regalo! :wub:
CITAZIONE
6in ogni personaggio c'é sempre un pezzo dello scrittore, a volte sono particolari del carattere ben visibili, altre, invece, sfaccettarure così nascoste che a volte neppure lo scrittore stesso conosce fino in fondo.
Scrivere è come andare in analisi :lol:

Sono perfettamente d'accordo... e non solo l'analisi non costa nulla, ma ti diverti, anche!

 
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view post Posted on 13/8/2018, 10:05
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Stavo rivedendo il brano introduttivo del corso per inserirlo anche nel mio blog (prossima apertura a settembre) e ho fatto modifiche e integrazioni finalizzate alla nascita di un possibile dibattito, che allargo anche a voi.
CITAZIONE (Ida59 @ 22/11/2017, 15:50) 
Però c'è un consiglio importante e oggettivamente valido. Rileggete ciò che scrivete. Dovete essere proprio voi il vostro lettore più spietato. Solo così, quando riscriverete per l’ennesima volta la pagina che vi è costata tanta fatica, potrete migliorare.

Però un consiglio importante e oggettivamente valido esiste. Per tutti.
Rileggere ciò che si scrive.
Dobbiamo essere proprio noi stessi il nostro lettore più spietato. Solo così, dopo aver riscritto, corretto, limato, modificato per l’ennesima e con tanta fatica la pagina, potremo esserne soddisfatti, trovarla migliore, finalmente riuscita. Non perfetta. No, la perfezione non esiste.
Nei quindici anni trascorsi a scrivere, e leggere, fanfiction, ogni volta inorridivo quando l’autrice di turno esordiva con ottimistico entusiasmo dicendo: l’ho scritta di getto, oggi pomeriggio, e non l’ho nemmeno riletta!
Se tu, autore, non hai reputato la tua storia degna di una rilettura (una sola? Ne servirebbero mille e ancora sono insufficienti per scovare il refuso maledetto, nascosto così bene da farti impazzire per trovarlo!), perché mai io dovrei perdere il mio tempo a leggere un testo che, per forza di cose, non può essere né curato né definitivo?
Io rileggo più e più volte i miei testi, sia a video (sfruttando tutte le potenzialità del correttore di Word, sottolineature rosse e verdi) sia su carta, dove mi è più facile concentrarmi sulla lettura e individuare gli errori che, nonostante tutto, si ostinano ad annidarsi tra le parole. Però, non rileggo mai subito: lascio passare qualche giorno, anche più di una settimana se non sono pressata da scadenze. In questo modo sono più distaccata dal testo, dalle emozioni e dai ricordi, e mi è più facile trovare gli errori. Rileggo anche ad alta voce: serve a vedere se i dialoghi filano e se le emozioni filtrano bene dal testo.
E voi, invece, rileggete? Subito o a distanza di tempo? A video o sulla carta? Conoscete trucchi particolari per scovare refusi, errori, ripetizioni e altro?
 
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view post Posted on 13/8/2018, 15:56
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CITAZIONE (Ida59 @ 13/8/2018, 11:05) 

Stavo rivedendo il brano introduttivo del corso per inserirlo anche nel mio blog (prossima apertura a settembre) e ho fatto modifiche e integrazioni finalizzate alla nascita di un possibile dibattito, che allargo anche a voi.
CITAZIONE (Ida59 @ 22/11/2017, 15:50) 
Però c'è un consiglio importante e oggettivamente valido. Rileggete ciò che scrivete. Dovete essere proprio voi il vostro lettore più spietato. Solo così, quando riscriverete per l’ennesima volta la pagina che vi è costata tanta fatica, potrete migliorare.

Però un consiglio importante e oggettivamente valido esiste. Per tutti.
Rileggere ciò che si scrive.
Dobbiamo essere proprio noi stessi il nostro lettore più spietato. Solo così, dopo aver riscritto, corretto, limato, modificato per l’ennesima e con tanta fatica la pagina, potremo esserne soddisfatti, trovarla migliore, finalmente riuscita. Non perfetta. No, la perfezione non esiste.
Nei quindici anni trascorsi a scrivere, e leggere, fanfiction, ogni volta inorridivo quando l’autrice di turno esordiva con ottimistico entusiasmo dicendo: l’ho scritta di getto, oggi pomeriggio, e non l’ho nemmeno riletta!
Se tu, autore, non hai reputato la tua storia degna di una rilettura (una sola? Ne servirebbero mille e ancora sono insufficienti per scovare il refuso maledetto, nascosto così bene da farti impazzire per trovarlo!), perché mai io dovrei perdere il mio tempo a leggere un testo che, per forza di cose, non può essere né curato né definitivo?
Io rileggo più e più volte i miei testi, sia a video (sfruttando tutte le potenzialità del correttore di Word, sottolineature rosse e verdi) sia su carta, dove mi è più facile concentrarmi sulla lettura e individuare gli errori che, nonostante tutto, si ostinano ad annidarsi tra le parole. Però, non rileggo mai subito: lascio passare qualche giorno, anche più di una settimana se non sono pressata da scadenze. In questo modo sono più distaccata dal testo, dalle emozioni e dai ricordi, e mi è più facile trovare gli errori. Rileggo anche ad alta voce: serve a vedere se i dialoghi filano e se le emozioni filtrano bene dal testo.
E voi, invece, rileggete? Subito o a distanza di tempo? A video o sulla carta? Conoscete trucchi particolari per scovare refusi, errori, ripetizioni e altro?

Questo lo considero il consiglio di tutti i consigli, ciò che mi ha consentito di migliorare il testo e di scegliere e spesso sostituire sostantivi, aggettivi e verbi.
Proprio tu, Ida, me lo hai suggerito a suo tempo e mi accorgo dopo "soli" sette anni che scrivo quanto sia diventato indispensabile per me rileggere.
Ci sono verbi generici come fare o dire che spesso è meglio sostituire con il verbo di significato più appropriato al contesto: si può fare solo rileggendo ed accorgendosi di quanto poco rendano nella frase.
E' solo un esempio, ma se ne potrebbero fare molti altri: a volte ti accorgi di una ripetizione soltanto se rileggi dopo qualche tempo.

Io la trovo un'attività utile e infinita: continuo a sostituire e aggiustare e aggiungere ad ogni rilettura.
Di sicuro ad un certo punto bisogna smettere :lol: :lol:
 
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Sì, la rilettura-revisione dopo un po' diventa ossessiva-compulsiva e bisogna imporsi di smettere! :lol:

Edited by Ida59 - 18/8/2018, 14:22
 
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Continuo con le integrazioni fatte all'introduzione in vista dell'apertura del mio blog.

CITAZIONE
Ogni scrittore parte da spunti diversi, ma tutti, nelle loro storie, trasmettono una parte di se stessi e della propria vita. Il genere letterario scelto è ininfluente: in qualsiasi storia l'autore è dentro, in un modo o nell’altro, perché la scrittura esprime ciò che lo scrittore sente e vede, le sue percezioni, sensazioni ed emozioni. I suoi desideri e le sue paure. Perfino i suoi sensi di colpa, e non parlo per sentito dire... Può essere l’autore nella sua interezza, oppure in un piccolo dettaglio, può essere la persona dell’oggi o di un passato lontano che è diventato ricordo. Ma un pezzo dell’anima dell’autore è lì, ben nascosta tra le sue parole.
[...]
Non è necessario raccontare solo esperienze vissute in prima persona, però è molto utile, soprattutto all’inizio, raccontare di persone e avvenimenti che si conoscono bene, fatti accaduti nel mondo reale e non solo nella fantasia; oppure, emozioni, sentimenti, paure o dolori provati sulla propria pelle, meglio se con grande intensità.
[...]
Non esiste una facile regoletta da seguire (purtroppo!), ma questo è uno spunto importante per chi comincia a scrivere, per non arenarsi nell’improvvisazione e raccontare storie che nemmeno l’autore conosce. Quando un autore non ha la consapevolezza di ciò che sta raccontando, il lettore se ne accorge sempre. E non è una bella scoperta…

Anche io inserisco aspetti personali nelle mie storie: quindici anni fa lo facevo senza nemmeno rendermene conto, mentre adesso il processo è più consapevole, pur se mi capita ancora di scoprire, solo a posteriori, di aver messo una imprevista sfaccettatura di me, magari in qualche personaggio secondario. In effetti, è difficile ritrovarmi nell'eroina della storia, ma talvolta è capitato e me ne sono accorta solo in corso d'opera: era però una Ida davvero molto giovane quella che si è insinuata nel personaggio e come autrice ammetto di aver avuto un occhio molto benevolo nei suoi confronti.

Cosa si trova della vostra personalità nelle storie che scrivete? Ci siete o no? Celati in qualche sfumatura o ben esposti nel personaggio principale? E, soprattutto, siete consapevoli di esservi messi a nudo o tutto avviene senza che ve ne rendiate conto?
 
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view post Posted on 18/8/2018, 18:19
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CITAZIONE (Ida59 @ 13/8/2018, 11:05) 


E voi, invece, rileggete? Subito o a distanza di tempo? A video o sulla carta? Conoscete trucchi particolari per scovare refusi, errori, ripetizioni e altro?

Oh sì che rileggo, e lo faccio in modo ossessivo/compulsivo a volte, come hai osservato un paio di messaggi dopo esortando saggiamente a smettere di rileggere per non finire preda di ansia da prestazione, o meglio, ansia da perfezione :lol: La perfezione non esiste, come hai giustamente ribadito, e ogni volta che rileggo mi capita sempre di non essere soddisfatta di quel termine, di rimettere punteggiatura là dove l'avevo precedentemente tolta, di cambiare l'impostazione della frase, limare, aggiungere ecc... insomma, un delirio! :cry:
Sono abbastanza perfezionista, anche quando disegno, ma alla fine devo rassegnarmi al fatto che se anche dovessi rileggere un milione di volte quello che ho scritto, oppure ho disegnato, non ne sarei mai soddisfatta.
Quindi ad un certo mi obbligo a staccarmi dal lavoro (anche per questione di rispetto dei tempi) e a pubblicarlo così com'è... lavoro che quando rivedo dopo mesi, trovo comunque sempre insoddisfacente... :unsure: Che palle <_<
 
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view post Posted on 18/8/2018, 18:27
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CITAZIONE (Ida59 @ 18/8/2018, 14:26) 

Cosa si trova della vostra personalità nelle storie che scrivete? Ci siete o no? Celati in qualche sfumatura o ben esposti nel personaggio principale? E, soprattutto, siete consapevoli di esservi messi a nudo o tutto avviene senza che ve ne rendiate conto?

Sicuramente c'è qualcosa di me in quanto scrivo, ma preferisco sicuramente fantasticare e scrivere di personaggi ispirati a persone che conosco e mi piacciono. Io tendo comunque sempre a non mettermi a nudo del tutto, anche se quando scrivo inevitabilmente tendo a trasmettere i miei sentimenti e le mie emozioni!
 
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view post Posted on 18/8/2018, 21:16
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CITAZIONE (Ele Snapey @ 18/8/2018, 19:19) 
La perfezione non esiste, come hai giustamente ribadito, e ogni volta che rileggo mi capita sempre di non essere soddisfatta di quel termine, di rimettere punteggiatura là dove l'avevo precedentemente tolta, di cambiare l'impostazione della frase, limare, aggiungere ecc... insomma, un delirio! :cry:

Eeh... non sai come ti capisco...
 
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33 replies since 22/11/2017, 14:50   420 views
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