Il Calderone di Severus

Ida59 - Non sei sola (Raccolta "Il Tempio"), Genere: introspettivo, fantasy, drammatico - Personaggi: Severus, personaggi originali (Ilya e altre Vestali del Tempio) - Pairing: nessuno - Epoca: Post 7° anno - Avvertimenti: AU

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Non sei sola



Autore/data: Ida59 – 15/30 settembre 2015
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo, fantasy, drammatico
Personaggi: Severus, personaggi originali (Ilya e altre Vestali del Tempio)
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Dubbi, sensazioni dolorose, angoscia… e il mondo dove la realtà incontra i sogni svanisce… Da leggere dopo "Il luogo dei sogni".
Parole/pagine: 4.376/12
Nota: Storia scritta per “Il Sensuale Tempio dei Bottoncini che Tirano”
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Il personaggio originale, ove presente, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.



Appartiene alla raccolta "Il Tempio" composta da seguenti storie, poesie, haiku e tanka per celebrare il Sensuale Signore del Tempio dei Bottoncini che Tirano.


- Perle nere - Poesie
- Alba radiosa - Poesia
- Colori nel sole - Poesia
- Le ali del sorriso - Poesia
- Sogno reale - Poesie
- Tanka del Tempio - Poesia
1 - Il luogo dei sogni - storie a capitoli (no pairing - personaggi originali)
2 - Non sei sola - storie a capitoli (no pairing - personaggi originali)




Indice

1. Il triste potere del dubbio
2. Credere nei sogni

3. Confessione
4. Scelte sbagliate

5. Diversità
6. Non sei sola, Ilya!



Edited by Ida59 - 17/12/2018, 19:15
 
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1. Il triste potere del dubbio



La donna camminava con passo svogliato lungo la stretta striscia di spiaggia chiusa alle spalle da un’erta parete rocciosa ricoperta da folta vegetazione scura.
Passeggiava indolente nella notte che lenta si mutava in alba, incurante degli impalpabili veli rossi dell’abito che lambivano la sabbia irrorata dal gioco ritmico delle onde: i piccoli piedi nudi non facevano nulla per evitarle, quasi fossero troppo stanchi per giocare a sfidarle come la strega era solita fare.
Procedeva, un piede davanti all’altro, piano, senza alcuno scopo, senza alcuna gioia. 
Una solitaria tristezza aleggiava intorno a lei, mentre fissava lo sguardo verso il mare ancora ammantato dei vellutati colori della notte; solo in un angolo del cielo, sorprendentemente limpido, a oriente la luce iniziava, tremula, la sua diurna lotta per vincere le tenebre, irradiando un vago chiarore violetto, freddo e incerto, che ancora non aveva la forza di spegnere le stelle.
Cosa diavolo ci faceva lì, a quell’ora così inconsueta per lei che tanto amava la sfolgorante luminosità del sole?
Rabbrividì e scosse la testa, quasi con rabbia, i lunghi capelli che ondeggiavano nel vento ancora notturno, mentre quel pensiero attraversava di nuovo, ossessivo, la sua mente.
Era venuta a cercare l’oscurità ed il freddo, due cose che certo non amava, e la solitudine. Quella che si sentiva, pesante, dentro il cuore.
Trascinò ancora qualche passo, quasi a fatica. I lunghi veli rossi dell'abito si erano ormai imbevuti di acqua di mare fino al ginocchio: l'avevano aspirata dalla sabbia, quasi assetati in un deserto, ed ora le impigliavano i movimenti, avvinghiati come gelide e pesanti sanguisughe a caviglie e polpacci. Allungò il passo ed i veli, bruscamente strappati dal movimento deciso della gamba, ancora cercarono, e subito trovarono, la nuova preda cui aggrapparsi prima dello slancio successivo.
Si fermò, rassegnata, lasciando che l’onda di nuovo arrivasse a bagnarle i piedi ormai intirizziti e le gambe, i veli inferiori dell’abito che pendevano appesantiti e aggrovigliati invece di ondeggiare liberi nell’aria ancora scura della notte come quelli della parte superiore.
Rimase immobile a fissare l’orizzonte, i capelli lisci che vorticavano nel vento, lunghe ciocche castane ancora intinte nell’abisso notturno che si affollavano sul suo viso cercando invano di scherzare con la tristezza.
Incurante di tutto, la strega fissava la violacea bruma indistinta che racchiudeva il suo mondo, quell’incerto confine tra il sogno e la realtà, che a volte c’era, concreto e invalicabile quasi fosse un muro, e a volte non c’era, si faceva indistinto come se fosse del tutto svanito. Come se non esistesse. Come se non fosse mai esistito.
Qual era il sogno? Qual era la realtà? Erano la stessa cosa, lo stesso mondo, come a volte era certa che fossero? Oppure erano inesorabilmente divisi, tragicamente separati da un insuperabile confine come le sembrava in quel momento di profonda tristezza?
E lei, dove si trovava lei in quel preciso istante? Nel sogno o nella realtà?
All’improvviso la strega si sentì tremare di paura: la notte stava perdendo il suo colore fatto di oscurità per assumere l’indefinito colore del nulla; cielo e mare sembravano svanire davanti ai suoi occhi spalancati nell’orrore di quel nulla che risucchiava senza pietà il suo mondo, il suo sogno.
Serrò stretti gli occhi per non vedere ed urlò forte la sua angoscia.
Aveva dubitato, lei, proprio lei che a quel mondo aveva dato vita credendo fermamente in un sogno.
Aveva dubitato, lei che a quel mondo poteva togliere ogni possibilità di vita anche solo dubitando che un sogno potesse diventare realtà.
Senza più forze per combattere, la strega si lasciò trascinare nel vortice della disperazione per ciò che aveva fatto e si accasciò a terra.







2. Credere nei sogni



Un silenzioso fruscio mosse l'aria e la strega si sentì avvolgere tra le nere ali del suo mantello, le braccia del mago che con sicurezza la stringevano a sé impedendole di cadere nel devastante nulla che aveva evocato
- Ilya! Cosa stai facendo?
La voce di Severus, incredibilmente, vibrava di paura.
La strega riaprì gli occhi per ritrovarsi davanti alle scintillanti tenebre del suo sguardo, mentre intorno a loro il mondo svaniva, risucchiato dal nulla del dubbio.
- No, Ilya, no! - urlò Severus stringendola più forte a sé, come se quel gesto da solo bastasse a difenderla, a impedire che il nulla vincesse cancellando tutto.
- Me l'hai insegnato tu, Ilya, ricordi? - continuò addolcendo la voce e prendendole il viso tra le mani. - Credi, Severus, credi a ciò che vedi intorno a te![1] Me lo hai detto tu, implorandomi, mentre il mondo svaniva intorno a noi, proprio come adesso, ed io non capivo cosa stesse accadendo.
L'intenso sguardo nero del mago rimase incatenato a quello verde scuro della strega per un lungo momento, mentre le sue mani le accarezzavano piano le guance cercando di calmarla e di riportarla al presente. Poi proseguì in un accorato sussurro:
- Solo tu puoi decidere se questo è un sogno oppure la realtà: tutto dipende solo da te.[2] Così mi dicesti, Ilya, ricordi? E quel giorno il sole tornò a sfolgorare nel cielo sconfiggendo la nebbia che a causa del mio dubbio distruggeva il tuo mondo. Mentre io leggevo l'amore nei tuoi occhi.
La voce del mago divenne un sussurro dolcissimo:
- Lo stesso amore che in questo momento io ancora vedo nei tuoi occhi, Ilya, sempre, come tu mi promettesti allora.
La strega sembrò ridestarsi all'improvviso e scosse con forza la testa sottraendosi all'abbraccio del mago; si guardò intorno, smarrita, incapace di piangere, mentre il suo sogno si sgretolava e frammenti di nulla prendevano il posto delle onde scure che quiete lambivano la spiaggia, brandelli di niente oscuravano il sole che ancora non era sorto nel cielo e schegge di vuoto colmavano il sentiero celato nella folta vegetazione che lungo l'erta parete conduceva al Tempio.
Solo Severus era ancora lì, davanti a lei, vivo e vero, fiamme di sogno che ardevano nei suoi profondi occhi neri.
Severus c'era sempre stato, quando aveva avuto bisogno di lui.
Severus l'aveva già salvata una volta dall'abisso del nulla.
Severus aveva già pagato, più volte e con il proprio straziante dolore, l'espiazione di colpe che nessuno aveva mai commesso, ma che ugualmente gravavano come orribili macigni sulla coscienza della strega.
- Ilya, ti prego…
Delicatamente il mago le scostò una ciocca di capelli dal viso e le carezzò piano la guancia, con profonda tenerezza, le dita quasi tremanti nella leggera delicatezza del gesto. Poi si avvicinò alle sue labbra sfiorandole appena con le proprie e sussurrò con intensità:
- Io sono qui, Ilya. Io esisto solo perché tu, nel fondo del tuo cuore, ancora credi nel tuo splendido sogno.
La strega tremò e le lacrime sgorgarono dai suoi occhi, copiose, gonfie, grevi della tristezza che l'aveva portata a dubitare di tutto, perfino di sé e dei sogni per i quali aveva sempre combattuto con tutte le sue forze.
Severus sorrise dolcemente e la strinse a sé con un braccio, rispettoso e protettivo, mentre con l'altra mano le asciugava le lacrime e tornava a sussurrare, le sue parole che si confondevano con i singhiozzi angosciati della strega:
- Io voglio vivere, Ilya, ora che tu mi hai insegnato quanto può essere bello!




[1] Sono le parole che Ilya rivolge a Severus nel capitolo 5 - Amore, della mia fic "Il luogo dei sogni&quot
[2] Idem
 
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3. Confessione


 
Il mago l'attirò di nuovo a sé e nell'abbracciarla si rese conto che la strega tremava.
Tremava dal freddo.
La sollevò tra le braccia accorgendosi che gli impalpabili veli rossi dell'abito erano fradici di mare dalle ginocchia in giù e che i piedi nudi erano ghiacciati. La portò sulla sabbia asciutta, alle pendici della roccia, là dove erano scavati i primi gradini del ripido sentiero che conduceva al Tempio; alle sue spalle, intanto, il mondo si ricomponeva, esitante, e la nebbia del nulla arretrava rivelando di nuovo le onde dalla spuma violetta risaltare nel tetro chiarore della notte che lenta svaniva mentre le stelle impallidivano.
Severus adagiò la strega su un piccolo rilievo sabbioso, quindi si tolse il mantello dalle spalle e glielo avvolse intorno con protettiva cura, inginocchiandosi infine davanti a lei. Con un rapido colpo di bacchetta le asciugò l'abito e le gambe; poi sollevò i veli inferiori fino a sopra il ginocchio e  le prese un polpaccio tra le mani cominciando a frizionarlo per scaldarlo e scendendo poi verso la caviglia mentre lo stupore si diffondeva sul volto di Ilya:
- Perché… perché non usi la magia?
Il mago sorrise piano rispondendo in un delicato sussurro:
- Perché sono certo che le carezze delle mie mani sono meglio di qualsiasi magia… per te.
La sua voce era melodia di seta e la strega rabbrividì al contatto di quelle premurose mani che tanto amava, che desiderava: lui non doveva sapere quanto, eppure Ilya era conscia che il mago conoscesse tutta la verità del suo cuore.
Le mani di Severus percepirono l'intenso brivido che percorse il suo corpo e sollevò lo sguardo, ormai più nero della notte:
- Hai ancora freddo? - chiese sollecito continuando a massaggiarle un ginocchio.
Ilya arrossì e il primo, tenue chiarore indaco del cielo insieme all'alba rivelò il suo languido segreto.
Il mago distolse subito lo sguardo per non metterla in imbarazzo e continuò in silenzio a svolgere il suo compito, con tenera delicatezza. Ilya chiuse gli occhi e adagiò anche la testa sulla sabbia stringendosi nel mantello di Severus, respirando il suo profumo, lasciandosene inebriare e godendo delle carezze del mago. Le sue dita sottili le sfioravano piano la pelle in una tiepida carezza e dal ginocchio scendevano lente lungo il polpaccio, avvolgendolo in una calda stretta; poi circondavano la caviglia affusolata e frizionavano con cura i malleoli per giungere al piede, dove con diligenza vezzeggiava le dita intirizzite, il dorso, la pianta ed il tallone, dedicando ad ogni centimetro della sua pelle delicati tocchi che le restituivano non solo il calore che l'acqua fredda delle onde le avevano rubato, ma anche la capacità di credere nei sogni che per un lungo momento aveva perduto.
Mentre l'indaco dall'orizzonte orientale si allargava nel cielo perfettamente terso rischiarandolo e tingendo la superficie del mare di una singolare sfumatura violetta, la luce delle stelle si affievoliva piano.
Severus si sedette di fianco alla strega e cingendole la vita con un braccio la face accoccolare contro di sé; quindi le pose le dita sotto il mento facendole sollevare il volto ancora impaurito e striato di lacrime. La fissò a lungo negli occhi, in silenzio, attendendo che Ilya si riprendesse, un sorriso lieve adagiato sulle labbra sottili appena dischiuse. Infine si decise a porre la domanda:
- Cosa è successo di così grave, Ilya, perché tu, proprio tu, dubitassi fino al punto di rischiare di distruggere tutto?
La strega emise un lungo sospiro amaro, poi chiuse gli occhi e nascose il volto contro il petto dell'uomo, là dove la lunga schiera delle piccole perle di raso proteggeva il suo cuore.
Severus le carezzò piano i capelli, poi abbassò il capo e le sussurrò dolcemente all'orecchio:
- A me puoi confidare tutto, lo sai…
La sentì sospirare ancora, poi lentamente la strega si staccò dal suo petto e sollevò il viso verso di lui, gli occhi verdi ancora scuri nel chiarore violetto dell'alba e lucenti di lacrime trattenute:
- Mi sento sola… - mormorò con voce sottile, come di bimba, mentre una lacrima si gonfiava e tremava tra le ciglia.
Il volto pallido del mago si fece improvvisamente serio, gli occhi neri e profondi che la scrutavano e un sopracciglio si inarcò leggermente denotando un contrito stupore:
- E' colpa mia? - chiese addolorato e incerto, la voce profonda che cercava di accarezzarla. - Delle mie assenze dal Tempio?
Gli occhi di Ilya si spalancarono, ancora più stupiti di quelli del mago, e la lacrima scivolò oltre le ciglia senza il permesso della strega:
- Colpa tua, Severus? - esclamò con enfasi. - Oh, no, assolutamente no! - rispose, il sorriso che all'improvviso le illuminava il viso. - Tu per me ci sei, ci sei sempre, anche quando non sei al Tempio, lo sai!
Anche il mago sorrise, il sollievo sulle labbra sottili, e si chinò verso la strega sfiorandole appena la tempia con le labbra e sussurrando:
- Anche tu, Ilya, sei sempre con me. Sempre.
- Sei nel mio cuore, Severus… - sussurrò a fior di labbra la strega chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare dalla dolcezza profonda della voce del mago.

 





4.Scelte sbagliate


 
La notte stava lasciandosi alle spalle il suo manto d’oscurità trapunto di stelle scintillanti e la linea dell’orizzonte era insolitamente definita, senza alcuna bruma all’orizzonte: risultava così molto nitido il confine tra la fluttuante massa del mare dai riflessi violacei e l’indaco del cielo, che a oriente si stemperava ormai nelle varie sfumature del viola, sempre più chiare, e cominciava a mostrare una sottile striscia soffusa di una delicata tonalità rosata là dove si congiungeva con le acque in quel bacio prolungato cullato dalle onde.
Severus si scostò un poco dalla strega e di nuovo parlò, cercando di comprenderne il problema:
- Perché ti senti sola, Ilya? Qui al Tempio ci sono anche tutte le altre Vestali.
La strega abbassò lo sguardo, a disagio.
- Forse ti manca l’irruenza di quella tunica arancione che da mesi non vedo più nel Tempio?
Ilya sollevò di scatto il viso, strali d’ira ribollente negli occhi verdi. Fece per parlare, ma si fermò, quasi mordendosi la lingua. Strinse i pugni ed emise un lungo sospiro rabbioso, cercando invano di calmarsi. Infine rispose:
- Sono… felice che Alex se ne sia andata. – sibilò tra i denti. – Lei non ti amava… non era qui per te! – aggiunse irata. - Lei voleva altro: mi ha ingannata.
Il mago annuì, consapevole di ogni spiacevole verità:
- Una ferita difficile da guarire per il tuo cuore di madre? – chiese con delicatezza.
Ilya annuì, il dolore che negli occhi combatteva la sua battaglia con l’ira:
- Una tremenda delusione… - sospirò socchiudendo per un istante gli occhi e scuotendo il capo.
- Le hai voluto tanto bene… - disse il mago stringendola piano per la spalla e facendola di nuovo accoccolare al suo fianco.
Ilya rimase per un lungo momento nel tepore di quell’abbraccio colmo di comprensione, poi si riscosse:
- Hai visto quale scempio ha fatto del Tempio! – esclamò, l’accusa che vibrava forte nella sua voce. – Proprio lei, lei che più di ogni altra sapeva quanto tutto questo fosse importante per me… - aggiunse con voce incrinata, - lei che aveva giurato…
Di nuovo la strega scosse la testa, il volto serio e deciso ora carico solo di amara delusione:
- Ha distrutto tutto… qualsiasi cosa bella legata a lei; ha infangato ogni ricordo di sé. Sono rimaste solo le sue promesse infrante…
- Schegge aguzze che feriscono il tuo cuore generoso… - sussurrò Severus stringendola più forte a sé ed accarezzandole piano i lunghi capelli.
- E pensare che per lei, io… - mormorò piano sul petto del mago.
Un lungo sospiro, carico di amareggiato rimpianto, che Severus rispettò in silenzio attendendo che Ilya fosse pronta per continuare.
- Io ho scelto lei… ho lasciato che tutte loro se ne andassero… tanti anni fa… loro che ti amavano, invece… - parole smozzicate, dense di sofferenza, le lacrime che di nuovo le luccicavano negli occhi. - Stupida ed ingenua, io! Abbagliata da un fuoco che esisteva solo nel mio cuore! – concluse, di nuovo un’addolorata ira a prevalere nella sua voce.
- Quante scelte sbagliate ho fatto… - continuò la strega subito dopo, la voce sommessa venata dall’amarezza e dal rimpianto per un passato che non poteva più tornare.
- Mai quanto quelle che fatto io. - replicò serio il mago facendole sollevare il volto e guardandola in profondità negli occhi.
Fu un lungo sguardo, intenso, colmo di significati. Parole non dette ma comprese fino in fondo. Reciproche sofferenze ed espiazioni condivise in un cammino congiunto di redenzione, percorso l’uno a favore dell’altro alla ricerca di un perdono che solo l’altro poteva donare.
Era questo il loro intimo, inestimabile e indissolubile legame.
- Se non è la mancanza di Alex che ti fa sentire sola, cos’è, allora? - chiese Severus in un sussurro gentile, teso a comprendere.
La strega scosse la testa, come se le parole non bastassero a spiegare ciò che aveva nel cuore:
- La dolce Ki non vuole più sognare… o forse non è più capace di farlo… - cominciò con voce spezzata, una grossa lacrima che le scendeva greve lungo la guancia, colma di angosciato dispiacere per la cara amica che temeva perduta, - … e c’è chi ti ama, immensamente, ma non riesce a comprendere il vero valore di questo luogo meraviglioso e così lo rifugge…
Il mago sollevò scettico un sopracciglio e fissò Ilya cercando di scrutare nel suo cuore per capire cosa davvero non andasse. Non riusciva a credere che fosse solo per quello che la strega aveva rischiato di distruggere tutto. La conosceva molto bene e doveva per forza esserci di più, molto di più che opprimeva il suo cuore.
Ne era assolutamente certo.
 
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5.   Diversità

 
 
Il mago le prese il viso tra le mani, con delicatezza, e nella penombra rosata dell’alba che gli illuminava gli occhi neri, sussurrò piano:
- Avanti, Ilya, dimmi tutta la verità. – la implorò. – Tu sai che io posso capire.
La strega scosse il capo e chiuse gli occhi: due lacrimoni di bimba rotolarono sulle guance, perle rosate nella prima luce dell’aurora.
- La notte in cui la bilancia della mia esistenza fu paurosamente in bilico tra la vita e la morte, - cominciò a raccontare Severus con voce profonda e appassionata, - tu posasti il tuo grande amore da un lato ed il piatto della vita divenne più pesante.
Delicatamente pose un casto bacio sulla fronte della strega che tremò tra le sue braccia, poi continuò:
- Così io sono rimasto qui, in questo luogo al confine tra sogno e realtà, che diventa reale per chi vuole crederci.
Ilya riaprì gli occhi e li immerse nello sguardo nero ed implorante del mago:
- Come vedi, ti devo la vita, Ilya, e la felicità. Permettimi di aiutarti, adesso che sei tu ad aver bisogno di me!
- A dire il vero, hai già abbondantemente ricambiato, e lo sai benissimo! – rispose la strega sulla difensiva, cercando di nascondere ancora strenuamente il suo segreto.
Severus sorrise dolcemente schiudendo appena le labbra sottili:
- Avanti, Ilya…
Era impossibile resistere a quegli intensi occhi neri, abissi notturni illuminati dall’aurora; all’ardente sussurro di quella voce profonda, all’implorazione che proveniva da quelle labbra sensuali.
- Io… io sono diversa. - cedette infine la strega, la voce sottile che tremava, quasi si vergognasse della propria debolezza. - E’ per questo che mi sento sola… incompresa…
Il mago sgranò gli occhi. Era mai possibile che anche Ilya, dall’apparenza così sicura, si sentisse invece diversa, e rifiutata, come lui era stato per quasi tutta la sua vita?
In un impulso di grande tenerezza la strinse tra le braccia, accarezzandole i capelli, consolandola come se fosse una bambina spaventata. Aveva impiegato molti anni per capirlo e vincere le proprie paure, ma ora finalmente sapeva che essere diverso poteva anche essere molto bello. Aveva infine compreso che si trovava in quel luogo di sogno solo perché era diverso dagli altri e tutte loro lo amavano proprio per la sua diversità. E quando era nel Tempio stava bene, si sentiva sereno… quasi felice.
La liberò dal suo abbraccio e tornò a fissarla in profondità negli occhi:
- Non è una cosa brutta essere diversi, Ilya, credimi! – esclamò con enfasi. – Anche io sono diverso, ognuno di noi lo è, a suo modo. Non devi avere paura…
- Io non ho paura di essere diversa, Severus, non fraintendermi. Sono sempre stata orgogliosa di esserlo! – esclamò la strega con piglio di nuovo sicuro e combattivo. – Il problema è che, nella mia diversità, io sono molto diversa da quello che loro credono che io sia…
Il mago spalancò di nuovo gli occhi, confuso: da bimba indifesa, in un celere batter di ciglia Ilya era tornata ad essere la donna sicura di sé che conosceva. Si ritrovò a sollevare entrambi i sopraccigli, allarmato.
La strega sospirò volgendo lo sguardo amareggiato e triste al cielo d’oriente, al rosa dell’aurora che guadagnava terreno costringendo l’oscurità della notte ad arretrare e ritirarsi, le stelle che ad una ad una stancamente si spegnevano in lenta progressione.
- Vedi, essere così diversa da loro, - cercò di spiegare, - significa che per tutte loro è difficile comprendermi, anche se si sforzano.
La strega emise un lungo sospiro preoccupato e tornò ad immergersi negli occhi neri di Severus, vellutata oscurità notturna che amava infinitamente:
- E da parte mia… temo di non riuscire a comprenderle come vorrei. – finì di spiegare con voce triste. – Mi sento impotente, intrappolata, incapace di cambiare la situazione: io lontana da loro e loro lontane da me, nello stesso mondo eppure irrimediabilmente separate. E questo mi fa sentire terribilmente sola… - concluse con un nuovo, lungo sospiro, sprofondando poi con il viso nel petto del mago, tra i sensuali bottoncini tanto adorati.

 




6.   Non sei sola, Ilya!

 
 
Per un lungo istante Severus rimase immobile, attonito dalla rivelazione; poi una bassa risata cominciò a montare nel suo petto. Ilya si sollevò e lo guardò: le labbra sottili erano arcuate in un aperto sorriso rassicurante.
- Ma loro ti vogliono bene, Ilya, e tu vuoi bene a loro! – esclamò raggiante il mago. – Questa è la cosa più importante per riuscire a comprendere anche chi è diverso da noi!
Il viso della strega era ancora striato dalle lacrime e non sembrava per nulla convinta della semplicità della soluzione offertale.
Severus continuò a sorridere e a Ilya sembrò più bello che mai, il pallore del viso tinto di rosa dai delicati colori soffusi dell’alba mentre negli occhi neri ancora viveva l’oscurità profonda e misteriosa della notte.
- E’ grazie al vostro amore per me che siete riuscite a comprendermi così bene, a capire chi sono realmente, ad andare oltre le apparenze delle mie innumerevoli e sgradevoli maschere! – esclamò il mago. – Se avete compreso me, credi sia mai possibile che non riusciate a comprendervi tra di voi? – concluse vezzeggiandole una guancia per indurla a sorridere.
Ma la strega rimase sulle sue, testardamente avvinghiata alla propria tristezza, incapace di vedere la luce dell’aurora che si diffondeva nel cielo alle sue spalle.
- Loro ci sono sempre, Ilya, proprio come me, anche se vanno e vengono dal Tempio in base ai loro impegni, come di consueto. – disse il mago con voce vellutata. – E ti vogliono un gran bene, credimi! - la rassicurò con un grande sorriso colmo di fiducia.
Era difficile resistere a Severus e al suo sorriso.
- So molto bene cosa è accaduto al Tempio in questi mesi, tutto ciò che avete fatto per me con amore e abnegazione. – disse in un sussurro colmo d’orgoglio. – Stasja, Kendra e Penelope hanno affrescato tutte le pareti interne ed esterne con nuove immagini, bellissime e dal profondo significato. Stasja ha svolto un lavoro grandioso, anche con il tuo supporto, e l’Aedes Vestae non è mai stata così elegante e raffinata come adesso;Chiara ha fatto un duro, lungo ed accurato lavoro di pulizia, sempre con il tuo aiuto, raccogliendo i calcinacci disseminati per ogni dove, togliendo quella muffa ostinata che macchiava con ombre grigie le colonne del Tempio, lavando e stirando tutti i veli colorati che di nuovo ondeggiano liberi nel vento e perfino togliendo le erbacce verdi che contaminavano il nuovo biancore delle colonne.
Il mago si concesse un grande sorriso soddisfatto:
- Avete fatto un lavoro stupendo dovunque, grazie! E ancora devo andare a visitare il Giardino d’Autunno di Chiara…
Il rosato diffuso del cielo era ormai virato in una calda tonalità arancio che aveva trasformato la superfice del mare in una immensa distesa dorata: l’arrivo del primo raggio di sole era ormai imminente
Severus si alzò e tese la mano ad Ilya per aiutarla:
- Vieni! – esclamò con sicurezza. – Non sei sola, Ilya, e te lo dimostrerò.
La sollevò tra le braccia e spiccò il volo, la strega che si stringeva felice al suo collo, i lunghi capelli castani che volavano liberi nell’aria ormai piena di luce.
In un attimo furono sul lato orientale dell’altopiano su cui si ergeva il Tempio e il mago atterrò con misurata perizia sulla piccola rupe a strapiombo sul mare che si elevava oltre le punte svettanti dei pini marittimi e dei cipressi, le foglie verde argento degli ulivi ad accogliere Severus come un festoso stendardo Serpeverde.
Il primo raggio di sole accese il giorno in un bagliore dorato e li colse proprio in quel momento, Ilya ancora stretta tra le braccia del mago dopo il breve, ripido volo. I successivi raggi illuminarono il fronte del Tempio gremito di tuniche colorate che sventolavano le mani nella loro direzione.
- Erano preoccupate per te, avevano percepito la tua assenza e ti cercavano. - rivelò Severus con un dolce sorriso. - Non trovandoti, Stasja è venuta a chiamarmi…
Ilya spalancò gli occhi, incredula che si fossero preoccupate per lei; non era abituata a una tale evenienza: era sempre lei che si preoccupava che tutte le Vestali stessero bene e fossero al Tempio!
- Vedi, loro non sono mai andate via, Ilya. – spiegò continuando a stringerla nel suo rassicurante abbraccio. – Sono qui per me, è vero, ma sono qui anche per te. Sei tu che hai creato tutto ciò, e loro te ne sono grate.
Ilya rimase a guardare le amiche Vestali che la salutavano, mentre un nodo di commozione le stringeva la gola. Una ancora non era ritornata al Tempio ed una invece tardava ad arrivare e forse non avrebbe mai trovato la via giusta, così come altre erano per sempre perdute. Ma loro erano lì, festose nei loro veli colorati, che la salutavano e si preoccupavano per lei, il blu notte ed il verde cupo delle tuniche di Chiara e Penelope che spiccavano davanti alle altre, illuminate dal sole; un po’ discoste dal gruppo, invece, nella penombra discreta di una colonna si intravvedevano appena due vestali che si tenevano per mano, la cupa tonalità dell’amaranto della tunica dell'una rischiarata dall’opalescente verde dell’altra.
Le veniva da piangere, ma questa volta era commozione, era gioia.
- Non sei sola, Ilya.
 

Edited by Ida59 - 6/12/2018, 21:58
 
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Questa Ilya è davvero una strega dalle doti eccezionali se è riuscita a creare un luogo in cui, a distanza di 12 anni, lei è le altre Vestali continuano a trovare la voglia di tornare. Quanta passione e quanto amore sono necessari per tenere vivo un sogno? Ci penso e mi vengono i brividi e mi fa piacere ricordare il momento in cui, viaggiando senza meta né speranze, ho avvistato il Tempio.💖
 
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view post Posted on 6/12/2018, 21:59
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I ♥ Severus


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view post Posted on 15/7/2023, 17:50
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Ho riletto in parte questo racconto. Rileggerlo per intero mi fa male perchè c'ero e so quanto dolore e inquietudine si cela tra le righe.
Sei stata brava, molto brava nel trasporre nel sogno una realtà che solo chi l'ha vissuta sa quanto sia stata dura e difficile da sopportare ed io tremo nel rileggerti pensando che davvero i tuoi, o meglio, i nostri sogni stavano per essere sporcati o addirittura infranti.
Ricordo la tua sofferenza e le lacrime...

Tutto il racconto è dolcissimo e rispecchia le sensazioni e l'amore per Severus che ti aiuta e ci aiuta sempre.

La chiusura infine mi ha fatto piangere, sono più fragile del solito, ma le tue parole mi toccano l'anima: è vero non siamo sole...
CITAZIONE
- Vedi, loro non sono mai andate via, Ilya. – spiegò continuando a stringerla nel suo rassicurante abbraccio. – Sono qui per me, è vero, ma sono qui anche per te. Sei tu che hai creato tutto ciò, e loro te ne sono grate.
Ilya rimase a guardare le amiche Vestali che la salutavano, mentre un nodo di commozione le stringeva la gola. Una ancora non era ritornata al Tempio ed una invece tardava ad arrivare e forse non avrebbe mai trovato la via giusta, così come altre erano per sempre perdute. Ma loro erano lì, festose nei loro veli colorati, che la salutavano e si preoccupavano per lei, il blu notte ed il verde cupo delle tuniche di Chiara e Penelope che spiccavano davanti alle altre, illuminate dal sole; un po’ discoste dal gruppo, invece, nella penombra discreta di una colonna si intravvedevano appena due vestali che si tenevano per mano, la cupa tonalità dell’amaranto della tunica dell'una rischiarata dall’opalescente verde dell’altra.
Le veniva da piangere, ma questa volta era commozione, era gioia.
- Non sei sola, Ilya.
 
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view post Posted on 16/7/2023, 16:54
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I ♥ Severus


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CITAZIONE (chiara53 @ 15/7/2023, 18:50) 
Ho riletto in parte questo racconto. Rileggerlo per intero mi fa male perchè c'ero e so quanto dolore e inquietudine si cela tra le righe.
Sei stata brava, molto brava nel trasporre nel sogno una realtà che solo chi l'ha vissuta sa quanto sia stata dura e difficile da sopportare ed io tremo nel rileggerti pensando che davvero i tuoi, o meglio, i nostri sogni stavano per essere sporcati o addirittura infranti.
Ricordo la tua sofferenza e le lacrime...

Tutto il racconto è dolcissimo e rispecchia le sensazioni e l'amore per Severus che ti aiuta e ci aiuta sempre.

La chiusura infine mi ha fatto piangere, sono più fragile del solito, ma le tue parole mi toccano l'anima: è vero non siamo sole...
CITAZIONE
- Vedi, loro non sono mai andate via, Ilya. – spiegò continuando a stringerla nel suo rassicurante abbraccio. – Sono qui per me, è vero, ma sono qui anche per te. Sei tu che hai creato tutto ciò, e loro te ne sono grate.
Ilya rimase a guardare le amiche Vestali che la salutavano, mentre un nodo di commozione le stringeva la gola. Una ancora non era ritornata al Tempio ed una invece tardava ad arrivare e forse non avrebbe mai trovato la via giusta, così come altre erano per sempre perdute. Ma loro erano lì, festose nei loro veli colorati, che la salutavano e si preoccupavano per lei, il blu notte ed il verde cupo delle tuniche di Chiara e Penelope che spiccavano davanti alle altre, illuminate dal sole; un po’ discoste dal gruppo, invece, nella penombra discreta di una colonna si intravvedevano appena due vestali che si tenevano per mano, la cupa tonalità dell’amaranto della tunica dell'una rischiarata dall’opalescente verde dell’altra.
Le veniva da piangere, ma questa volta era commozione, era gioia.
- Non sei sola, Ilya.

Io non credo di avere il coraggio di rileggerlo, la tua citazione mi è stata più che sufficiente. Non ho voglia di ritrovare il mio dolore, la delusione e lo sconforto. Non ora che tutto va bene. Anche se qualcun'altra ha perso la strada, altre l'hanno trovata e l'atmosfera sul forum non è mai stata così gradevole.
Grazie, Chiara, come sempre. <3 :Streghetta: :lovelove:
 
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7 replies since 21/10/2017, 14:25   111 views
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