Ida59 - Sogno reale (raccolta "Il Tempio"), Tipologia: Poesie - Genere: Introspettivo - Altro Genere: Nessuno Avvertimenti: AU - Epoca: Post 7 anno - Pairing: Nessuno - Personaggi: Pers. Originale

Questa non è una poesia, è una dolce sinfonia intrisa di un amore forte e palpabile che si vela di una famigliare tonalità di rosso. E' qualcosa di più: è un sogno, una soffice parentesi onirica in cui abbiamo bisogno di rifugiarci ogni tanto per evitare di fuggire per sempre dagli scogli aguzzi della realtà.
E' forte, irrazionale e allo stesso tempo armoniosa, ben costruita: fornisce al lettore quelle ali con cui volare in immagini che il mondo ci nega. Comincia dall'alba, da questo riflettore naturale che si posa sul protagonista della storia, accentuandone prima lo sguardo, notoria notte perenne in cui sorge, subito dopo, la morbida piega di un sorriso.
E Severus che sorride in questo contesto non mi ha meravigliato, anzi, è stato facile vederlo coi miei stessi occhi, proprio perchè la poesia evoca immagini immediate, guida lo stato d'animo del lettore e, come sempre nelle storie di Ida, lo prende per mano. E qui abbiamo un caso di "Show, don't tell" che apprezzo sempre molto e che facilita tantissimo questo calarmi nella storia.
Credo che un sogno per nascere abbia bisogno di fondamenta, e che comunque pianti le sue radici nella realtà: nasce nell'oscurità, come nel caso di Severus, nel dolore, nel senso di colpa e nella perdita, proprio per prendere lo spunto per librarsi nelle pieghe di un tempo astratto dove ogni cosa è più bella, armoniosa e indubbiamente dolce.
E qui arriva quel premio meritato, sofferto, e anche in questa poesia, che in un piccolo tratto si tinge di amara oscurità per ricordare ciò che comunque fa parte dell'essenza del personaggio, si materializza un dolce sogno d'amore ammantato di rosso, un sentimento, una donna, un desiderio, che avvolge ogni cosa e permette che sogno e realtà si fondano insieme in un tempo immutabile.
Del resto Severus è terreno fertile per i sogni, ormai l'ho imparato. Lui stesso è l'emblema delle tenebre, della colpa, dell'essere umano errante, e proprio le tenebre e la notte rappresentano il luogo dove sono racchiusi sogni e segreti d'amore. Bè, un po' come i suoi occhi...

Una bella poesia, una lettura rilassante, molto onirica, delicata e deliziosamente lusinghiera nei confronti del Signore del Tempio, delineato in ogni suo dettaglio, bottoncini inclusi (giustamente )

Ma che vai dicendo? Le mie parole vengono proprio di getto, mentre la tua poesia si vede che è composta dal giusto equilibrio tra mente e cuore che assai invidio...
Non so, tu hai questa capacità di sognare ad occhi aperti e di riuscire molto bene a trasporre nella realtà ciò che tu immagini. Quindi è bello leggere poesie o storie come "il luogo dei sogni", chiudere gli occhi e sprofondare in questa realtà-irrealtà che con le tue parole rendi palpabile: è come se riuscissi a tessere una trama non comune, una strada nutturna e onirica che nella vita di tutti i giorni non possiamo percorrere, ma che ci rendi visibile, riuscendo a darci delle precise percezioni, a farci godere del profumo che emana, a sorridere, a vedere un futuro di gioia e speranza per Severus, un sogno comune, fino a quando il sole bussa alle palpebre socchiuse, riportandoci alla nostra strada abituale di sempre.
La percorriamo, dobbiamo farlo, ma come dicevo sopra, sognando e abbandonandosi a questi piccoli sogni troviamo un po' di carica in più per continuare a farlo.
Contorta, ma spero comprensibile. Quindi grazie