Il Grand opéra
Indice
1. Definizione
2. Il primo grand opéra: La Muette de Portici
3. Guillaume Tell
4. I grands opéras di Meyerbeer: Les Huguenots
5. I grands opéras di Meyerbeer : Le prophète
6. I grands opéras di Meyerbeer : L’Africaine
7. La Juive di Halévy
8. I grand opéras di Donizetti : La Favorite
9. I grands opéras di Donizetti : Les Martyrs
10. I grands opéras di Donizetti : Dom Sébastien, roi du Portugal
11. I grands opéras di Verdi : Les vêpres siciliennes
12. I grands opéras di Verdi : Don Carlos
1. Definizione
Il Grand opéra è un genere che si potrebbe definire piuttosto ristretto. Il numero di titoli riconducibili a questo genere dell’opera francese sono poco più di una ventina, in un periodo compreso tra la fine degli anni venti e la fine degli anni sessanta del XIX secolo.
Prima di definire il genere è doveroso fare una premessa: in Francia soltanto l’attuale Opéra di Parigi – chiamata, a seconda del regime, Académie Royale de Musique, Académie Impériale de Musique, Théâtre Impérial de l’Opéra – poteva rappresentare opere in lingua francese interamente cantate. Gli altri teatri della capitale francese, con l’eccezione del Théâtre des Italiens volto alla rappresentazione di opere in lingua italiana, mettevano in scena opere inframezzate di dialoghi parlati (il genere dell’opéra-comique).
Prima della nascita del gran opéra il genere rappresentato all’Opéra è la Tragédie Lyrique: basata sul modello della tragedia letteraria (i testi delle tragédies lyriques sono molto belli anche a livello letterario), con una grande importanza attribuita al testo, che deve risultare comprensibile al pubblico (di conseguenza è un tipo di canto decisamente diverso da quello dell'opera barocca e post-barocca italiana che prevede arie che mettano soprattutto in luce gli affetti del protagonista e la bravura del cantante con gorgheggi pirotecnici), presenta soggetti per lo più tratti dalla grande tragedia classica o dai poemi epici medievali.
Ovviamente la transizione dalla tragédie lyrique, ancora feconda durante il primo impero (è una tragédie lyrique
La Vestale di Spontini, 1807), fu lenta, se si considera che l’ultima tragédie lyrique propriamente detta è l’
Olympie di Spontini (1819) e il primo rappresentante del nuovo genere
La muette de Portici di Auber (1828). Come tutti i mutamenti, anche questo passa per vie intermedie, dove il genere della tragédie lyrique inizia a trascolorare in quello che sarà il grand opéra.
Questo genere ha caratteristiche, comunque bene definibili, che si possono riassumere in un maggior cosmopolitismo dell’ispirazione musicale (si assiste ad una fusione tra stile francese, italiano e tedesco) laddove la tragérdie lyrique aveva stile tipicamente francese; in un testo di carattere più propriamente librettistico e meno letterario; in una scenografia decisamente importante che diventa parte integrante dell’azione; in una mescolanza tra tragico e comico, nobile e volgare; in una nuova importanza assunta dal coro. È questa la novità forse più importante: il coro non è più un semplice sfondo alla scena – quello che io chiamo il coro impiccione ovvero quello che si fa gli affari degli altri, commentando l’aria del protagonista – dell’opera italiana, né il coro della tragédie lyrique, ben più presente rispetto all'opera italiana, simile a quello della tragedia greca, quindi una collettività che assiste e commenta eventi, in un certo senso a lei estranei. Il coro del gran opéra è un personaggio che agisce nell’azione: les Hugoenots di Meyerbeer, per esempio, vede negli ugonotti e nei fautori della strage di San Bartolomeo due fazioni, due parti di coro che agiscono in maniera netta sulla scena, che influenzano le vicende dei due protagonisti. Per fare un parallelo con Lucia di Lamermoor, si può capire subito la differenza nel comportamento del coro: la scena della follia di Lucia, se eliminassimo il coro, non cambierebbe assolutamente di senso; ne Les Hugoenots la scena finale – come vedremo nella lezione dedicata a questa splendida opera – senza il coro in preghiera degli ugonotti non funzionerebbe affatto.
Spero di essere stata chiara per questa prima breve lezione puramente introduttiva sul grand opéra, genere che sta, fortunatamente, vivendo un momento di riscoperta.
Le prossime lezioni saranno alternate con quelle sulla liederistica che verranno riprese quanto prima.