Il Calderone di Severus

Severus Ikari - Frammenti d’Eternità., Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo, Romantico Personaggi: Severus Piton, Personaggio Originale, brevissima apparizione di Hermione Granger. Pairing: Severus Piton/Personaggio Originale Epoca: 7

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view post Posted on 22/8/2017, 13:34
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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Titolo: Frammenti d’Eternità.
Autore/data: Severus_Ikari / Novembre-Dicembre 2009
Beta-reader: Ida59
Tipologia: One shot
Rating: Per tutti
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo, Romantico
Personaggi: Severus Piton, Personaggio Originale, brevissima apparizione di Hermione Granger.
Pairing: Severus Piton/Personaggio Originale
Epoca: 7°Libro
Avvertimenti: AU
Riassunto: la crudeltà della guerra mette un uomo davanti alla morte e una donna davanti all’amore, uniche espiazioni del loro oscuro passato.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti.
I personaggi originale e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Nota: Storia scritta per il Gioco Creativo n°7 “Immagini di Parole”del Magie Sinister Forum e ispirata all’immagine elaborata da Ellyson.

Frammenti_Eternita




Frammenti d’Eternità






Cammino.
Un passo dopo l’altro e le gambe si fanno pesanti.
Il respiro affannato.
Il cuore mi martella in petto come se volesse uscire.
Uno strazio, puro atroce semplice strazio.
Sembro un corpo morto che avanza.
Tutti mi guardano, mi parlano.
La mia mente è vuota, non sente, solo bisbigli incomprensibili s’insinuano in me.
Chiudo gli occhi, tutto gira.
Mi appoggio alle pareti per sorreggermi.
Vorrei gridare, ma le lacrime scendono in maniera dirompente e chiudono la strada alla voce.
Un passo dopo l’altro arrivo nelle mie stanze.
È tutto avvolto nell’oscurità.
I sotterranei, il mio ufficio, la mia camera.
La mia anima, il mio cuore, i miei occhi.
Nere pietre che nessuno ha mai guardato a fondo.
Solo tu, vecchio pazzo.
E mi hai costretto ad ucciderti.
Piango.
Piango come mai nella mia vita.
Ormai tutti sanno la verità.
Ma non sono mai stato un uomo innocente.
Qual è la verità?
Mi hai costretto ad ucciderti, vecchio stolto.
Per l’Ordine, per il ragazzo.
Ho sempre aiutato Harry, l’ho promesso.
L’ho promesso a te, Albus.
L’ho promesso a te, Lily, sulla tua tomba.
È questa la verità?
Sono un uomo buono?
Non lo sono mai stato, ho ucciso e non ho pianto.
Ma ora piango.
Le lacrime solcano le mie guancie e scendono lente.
Nessuna fretta di abbandonare questa pelle.
La loro traccia deve durare in eterno.
Tutto è finito, ma la pace non sarà mai mia compagna.


----------




Siamo tutti sfiniti, la battaglia è stata lunga ed estenuante.
Molti dei nostri sono morti.
Parenti ed amici che ormai non ci sono più.
Giovani vite spezzate prima ancora di essere chiamate tali.
Uomini e donne, giovani e vecchi, amici e nemici.
Non ci sono vincitori né vinti, solo corpi che giacciono a terra.
Abbiamo combattuto, abbiamo vinto.
L’Oscuro Signore è morto, non insozzerà più il mondo che tanto amiamo.
I suoi sporchi tirapiedi sono battuti, molti non sono più su queste lande, altri sono in viaggio verso Azkaban.
La crudeltà della guerra si è abbattuta sulla mia vita con forza.
Non ho avuto modo di salvare il mio amore per Lui.
Mi ha lasciata tempo fa.
Voleva proteggermi.
Ho accettato l’abbandono, non ho pianto.
Mi ha solo illusa.
Ogni sua parola era una menzogna, non mi ha mai amata, voleva solo il mio corpo, non il mio cuore.
La mia rabbia si è riversata su queste carogne, il mio sfogo per la separazione erano i Mangiamorte.
Ho sofferto troppo nella mia vita.
Decisioni sbagliate, frequentazioni sbagliate, vita sbagliata, hanno fatto di me la donna che sono ora.
Non sono perfetta, tu non lo sei, la perfezione non è di questo mondo, ma il sentimento che ci legava era meraviglioso.
Hai illuminato la mia vita e una tenue fiammella di speranza che tu ritorni da me, ancora vive nel mio cuore.


Nulla.

Solamente il nulla riuscivo a vedere.
Poi guardando bene vidi una luce,
quella luce eri tu
che riuscivi ad illuminare qualsiasi luogo
anche il più buio.
Tu rischiari la mia mente
ed ogni volta che il mio pensiero sfiora il tuo
la mia anima vibra,
vibra in un modo che non riesco a controllare.
Solo tu riesci a calmare il mio spirito,
con la tua voce, i tuoi gesti,
accarezzandomi dolcemente il collo
con le tue mani perfette.
Le parole che delicatamente
ti escono dalla bocca
mi danno un senso di pace e quiete
che non riesco a spiegare,
ma è una sensazione bellissima
alla quale non si può sfuggire
e dalla quale non voglio fuggire.



----------



Avanzo silenzioso verso i miei alloggi.
Fa freddo.
Il Castello è avvolto nella luce e nella gioia.
Il ragazzo ha sconfitto il male.
Il cielo gioisce per questo.
Tutti riuniti in Sala Grande a festeggiare la vittoria della guerra.
I tavoli sono stati trasformati in candide bare, dove i morti sono stati adagiati per essere omaggiati.
Loro sono eroi di una battaglia ormai finita.
Io sono solo un pezzo di questa crudele partita.
Un pezzo vuoto e rotto che non vuole più vivere.
Entro nel mio bagno, ho bisogno di una doccia.
Ho bisogno di acqua bollente che bruci la mia carne.
Di acqua che scivoli sul mio corpo e lavi il male che ho addosso.
Mi tolgo la nera casacca ormai logora e strappata.
La getto a terra, come un inutile straccio.
Il rosso del sangue ha spodestato il nero del mio vestito.
Il collo è scoperto, ho abbandonato la nera sciarpa in qualche stanza del Castello.
La candida camicia è ormai sporca.
Sudicio pezzo di stoffa impregnato di sangue e sudore.
Non è mio il sangue, non mi appartiene.
È il sangue degli sconfitti.
Di morti perpetrate in un’inutile guerra che ha distrutto tutto ciò che di bello albergava in questa terra.
È giunto ora il tempo della ricostruzione.
Tempo in cui non c’è più spazio per Severus Piton.

----------



Spossata avanzo tra i corpi che inermi giacciono sui tavoli che un tempo ospitavano ragazzi in allegria e vassoi colmi di pietanze.
Sembra che la felicità albergasse in questo luogo secoli fa.
Mi guardo da una parte e dall’altra come se cercassi qualcuno.
Improvvisamente una ragazzina mi si avvicina, è Hermione.
L’irritante SoTuttoIo come amavi chiamarla, io ti sgridavo per questo nomignolo, ma a volte ci ridevamo insieme.
- Signorina Gwenn non riesco a trovare il professor Piton. Ho trovato la sua sciarpa abbandonata nel cortile, ma lui non c’è, non riesco a trovarlo da nessuna parte. Io sono così dispiaciuta di non avergli mai creduto, d’altronde…
La interrompo, nessuno ha mai creduto a Severus, solo il buon caro vecchio Albus.
- Non preoccuparti, Hermione, non hai nulla di cui dispiacerti. Era il suo compito ingannare tutti.
La ragazza sorride, soddisfatta di questa risposta.
Prendo il logoro pezzo di stoffa tra le mie mani.
Emana ancora il tuo profumo.
Chiudo gli occhi e lo assaporo, cercando ti tenere a freno il desiderio di averti tra le mie braccia e di baciarti ardentemente.
Il mio cuore si ferma per un attimo, un interminabile frammento di vita.
Tutto quello che ho passato accanto a lui, scorre davanti ai miei occhi.
Il suo sguardo, le sue labbra, le sue mani, i suoi neri capelli.
Ogni cosa di lui mi passa davanti come istantanee di un lontano passato.
Dove sarà finito, per Merlino!
Hermione mi parla, ma non riesco a sentire nulla, anche la sala ora mi sembra avvolta dal totale silenzio.
Non riesco a percepire le lacrime di gioia, le lacrime di dolore.
Non sento rumori, intorno a me l’immobilità.
Non voglio sentire altre parole, devo trovarlo.
Devo cercarlo e ricondurlo da me.
Sento la sua mancanza e ho bisogno di lui.
Adesso più che mai perché lui ha bisogno di me.
Ti troverò, ovunque tu sia, e non ti lascerò mai più e non permetterò a te di lasciarmi.
Senza guardare nessuno, esco dalla Sala Grande tra la moltitudine accalcata vicino ai morti.
Percorro questi corridoi per raggiungere l’uomo che amo.


----------



Fermo improvvisamente i miei passi davanti allo specchio.
A petto nudo osservo quello che ho davanti.
Mi disgusta.

----------

L’unico posto in cui può essere sono i sotterranei.
Il suo luogo di pace e tranquillità.
Forse è distrutto e vuole essere lasciato solo.
E se vado da lui e mi caccia via?

Sono disposta a correre questo rischio.
Lo amo e mi manca.


----------

Specchi.
Odio gli specchi, mi hanno sempre illuso.
Non ho mai visto il mio vero io in essi.
Recito una parte da talmente tanti anni che lo specchio non sa più cosa riflettere.
Osservo la mia immagine sempre nitida, perché non si dirada in nera nebbia?
Così non vedrei più la figura dell’assassino che sono.
Nulla.
Rimane lì.
Scatto spietato di una fotografia immobile e immutabile.
Non voglio più vedermi allo specchio.
Mi fa male vedere ciò che sono.
Stringo con rabbia la mano sinistra.
La osservo.
Poi volgo i miei occhi verso il lucido vetro.
Un lieve sorriso spezza la tristezza del mio volto.
So quello che devo fare.
Con un colpo preciso lo mando in frantumi.
Frammenti di grandezza irregolare cadono a terra spargendosi sul pavimento.
Alcuni di essi sono conficcati nella mia carne e lente gocce di sangue iniziano a fuoriuscire.
Osservo le schegge a terra.
Sono i pezzi della mia anima frantumata.
Mi abbasso e ne prendo uno.
Il dorso della mia mano sinistra è ormai coperto di sangue, ma non importa.
Estirperei questo braccio se potessi.
Ogni volta che la osservo, penso a tutto ciò che non avrei mai voluto essere e mio malgrado sono diventato.
Le mie gambe cedono e rovino a terra sui vetri che lacerano le mie ginocchia.
Non grido.
Non mi muovo.
Osservo quasi divertito il pezzo dello specchio che ho in mano.
Il mio è un sorriso ironico perché so che mi sarà d’aiuto, un piccolo compagno che lenirà i miei turbamenti.
Se distraggo la mia mente con sofferenze fisiche, forse smetterò di sentire quelle che attanagliano la mia anima da tempo.
Brandisco il pezzo di vetro come un pugnale.
Il palmo della mia mano destra comincia a sanguinare, ma non m’importa.
Finalmente è il mio sangue a cadere a terra.
Ogni volta che tocca il pavimento, lo sento.
È come un martellare di tamburi che batte sulle mie tempie.
Rintocchi lenti che risuonano solo nella testa, ogni goccia è una nota stonata della mia vita.
L’avambraccio sinistro è scoperto e il Marchio è inciso sulla mia pelle.
Pulsa.
Posso vedere i contorni, come se fosse un bassorilievo.
Chiudo gli occhi e avvicino il pezzo di vetro ad esso.
Non lo vedo, ma so dov’è.
Colpi netti e paralleli sopra quella macchia, con precisione quasi maniacale.
Il sangue inizia a fuoriuscire dagli occhi del teschio.
Piange lacrime rosse.
Sorrido.
Lui piange ed io sorrido.
Non piangere schifoso simbolo di morte.
Mi libererò di te.
Il tuo padrone è morto, è tu non sei più richiesto.
I miei padroni sono morti, ed io non sono più richiesto.
Per questo, adesso, in questo bagno oscuro percorrerò la mia ultima giornata da vivo.

----------

Percorro questi corridoi lentamente.
Sono sfinita, le forze mi stanno lentamente abbandonando, ma l’amore che ho per te le rifarà tornare.
Devo assolutamente parlarti, ho bisogno di chiarire ogni cosa, ogni dubbio.
Forse ho sbagliato ad aprirmi con te, forse ho sbagliato a parlarti dei miei errori.
Forse, ancora questi forse, ormai mi sono rimasti solo dubbi, nessuna certezza.
Ho solo la certezza che tu non mi hai più parlato.
Il tuo silenzio mi ha ucciso.
Ogni tua parola non detta mi ha ferita più di una lama nella carne.
Ogni tua parola è stata una lacrima che è rovinata a terra.
Pianto sprecato per te che non lo meritavi eppure ero qui, nel silenzio di questo luogo a piangere.
A piangere perché ti amavo e tu non provavi nulla per me.
Ora sono di nuovo qui, ogni passo mi avvicina a te, ogni passo un’esitazione.
Non riesco più a starti lontano, devo avere le tue mani tra le mie.
Devo sapere se una piccola speranza di far risorgere il nostro amore ancora c’è.
Ancora dubbi, ancora pensieri in questi bui corridoi che mi separano dalla verità.
Siamo due esseri imperfetti, non c’è bene in noi, non c’è luce.
Da soli non siamo nulla.
Io non valgo senza di te, ho visto la speranza di una vita migliore nei tuoi occhi.
E il mio cuore spera che quella vita la passeremo insieme, per sempre.


----------



Un colpo dietro l’altro per cancellare ogni mio errore, ogni mia colpa.
Ho visto troppo sangue inutile sgorgare su questa terra.
Molto è fuoriuscito a causa mia.
Per questo, adesso, in questo bagno oscuro il mio sangue scorrerà per l’ultima volta.
Basterebbe un incantesimo dei tanti oscuri che ne conosco ad uccidermi, ma tutto finirebbe in un attimo.
Rapida morte di un uomo che non la merita.
Voglio soffrire, morire tra dolori e lacrime.
Il tormento deve essere lento.
Il tempo che mi separa dalla fine deve essere scandito da crudeli rintocchi eterni.
La mia mente comincia a giocarmi strani scherzi.
Non so per quale assurdo motivo questi pezzi di vetro assumono vari colori nella mia testa.
Chiudo gli occhi.
Li riapro.
Davanti a me, un arcobaleno di lame affilate.
Getto a terra il pezzo di vetro che è servito a scalfire il Marchio, e ne prendo un altro: è azzurro.
Azzurro come i tuoi occhi che mi hanno sempre guardato con amore quasi paterno dietro gli occhiali a mezzaluna.
Mi osservavano con rispetto, come se fossi un tuo pari, ma non lo sono mai stato.
Tu eri buono, allegro, solare.
Io ero un mostro, ero solo un assassino.
Io sono un mostro, sono solo un assassino.
Li ho odiati quegli occhi per la pietà con cui mi guardavano quando ho implorato il tuo aiuto e il tuo perdono.
Li ho amati quegli occhi perché mi guardavano come un padre guarda il figlio.
Li ho odiati quando mi supplicavano di ucciderti.
Li ho amati perché sei stato l’unico a vedere al di là di questa mia maschera.
Chiudo gli occhi e incido il mio petto con questo frammento azzurro.
Una linea obliqua dalla quale fuoriesce il sangue.
Questa è per te, Albus.

----------

Mentre cammino per i corridoi, osservo il paesaggio fuori le grandi finestre.
La natura è in silenzio, ogni cosa tace, il cielo è sereno, di uno splendente azzurro, proprio come quel giorno
.

Azzurro.

Camminando nei sentieri del bosco
ho visto un’ombra avanzare lenta,
si muoveva sinuosa sfiorando il terreno:
un elegante incedere incantatore.
I miei occhi hanno incontrato i suoi
sotto l’azzurro cielo di Marzo,
che silenzioso ha colorato quell’incontro,
dipingendo due anime di speranze celesti.
Un solo sguardo ed ero tua,
non serviva dire altro
che il mio cuore già ti apparteneva,
non servivano inutili gesti
che la mia anima era già tua.
Nelle tua labbra vedevo passione
che mi attirava verso di te,
nei tuoi occhi vedevo speranza
che abbracciava il mio gelido cuore.
Sotto l’azzurro cielo di Marzo
osservo i riflessi del sole
che lievi t’accarezzano il viso,
una leggera carezza dorata
invidia di mani tremanti.




----------



Getto a terra il pezzo di vetro e ne prendo un altro: è nero.
Nero come la veste che indossavo.
Come il fumo in cui ci diradavamo nelle notti in cui alimentavamo la morte.
Come il nostro cuore, avvizzito, perché gli assassini non hanno un cuore.
La nostra anima scura e maligna avvelenava ogni cosa.
Un nuovo squarcio nella pelle.
Questo è per il Mangiamorte che sono stato.

----------



Avanzo lenta sotto le torce che illuminano questi luoghi, la morte permea queste mura, ma la mia mente torna a quando correvo nel buio per venire da te, ogni notte, nell’ombra della tua stanza.

Nero.

Sei lì davanti ai miei occhi
e osservo le tue mani muoversi,
scivolano lente sui neri bottoni
che, preziose gemme incastonate,
incollano il mio sguardo
ai tuoi gesti così armoniosi.
Quelle mani così forti
accarezzano dolci il mio viso,
quelle mani così delicate
spazzano innocenti vite.
Ora, illuminate da flebili fiamme,
lambiscono delicate la nera casacca,
ogni bottoncino un passo verso me,
ogni incedere una accurata carezza.
Ti ammiro ombra di uomo,
nel chiarore della stanza,
ti ammiro che ti muovi elegante
in una danza incantatrice.
Lo spazio che ci separa
è stato ormai colmato,
le tue braccia così forti
mi stringono lievi a te,
le tua labbra così morbide
mi baciano con passione.
Uniti in un unico abbraccio
muoviamo infiniti passi
della nostra danza d’amore.




----------




Raccolgo un’altra lama improvvisata: è rossa.
Come i tuoi capelli che ondeggiavano nel vento.
Lucenti filamenti scarlatti che avrei voluto accarezzare.
Avrei voluto assaporare tutto di te.
Sentire il tuo profumo tutti i giorni della mia vita.
Ma tu sei scomparsa, svanita per mano mia.
La mia ingenuità ti è costata la vita.
Perdonami se puoi.
Un’altra linea obliqua incrocia la prima.
Questa è per te, Lily.

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Queste torce mi ricordano le sera che passavo nella tua stanza ad aspettarti davanti al fuoco, bevendo il tuo vino dal tuo bicchiere.
Toccavo il vetro che tu avevi toccato prima di sparire da Lui.
Le mie labbra sfioravano il vetro che le tue avevano sfiorato, prima di andartene da me.

Rosso.

Rosse lingue di fuoco
che riscaldate il mio gelido cuore
divampate in me e
accendete la speranza
di rivedere il suo volto.
Nel tepore di questa stanza
caduta nell’oscurità,
mia compagna di vita
avvolgete il mio spirito e
alimentate la mia anima
di ardente passione germogliata
alla sua prima carezza.
Al calare del sole
il cielo è tinto di rosso,
del sangue scorre su questa terra,
davanti all’ardente fuoco
il mio cuore sa che non è il tuo,
ma è pura illusione.
Vedo un’immagine di morte
tra gli scarlatti riflessi
di questo elfico vino,
la mia anima si rompe
al pensiero che sia tu,
il mio cuore si ferma
nell’angoscia di non vederti.
Alzando il bicchiere al cielo,
brindo a questa mia vita,
che nel crepuscolo uccide
il prezioso dono che ho ricevuto.


----------



Afferro da terra un ulteriore vetro: è verde.
Verde come l’incantesimo a te caro.
Quella maledizione che è diventata anche mia.
Ti ho visto uccidere innocenti con quel verde bagliore.
Ti ho visto e non ho mai fatto nulla per fermarti.
Non potevo, dovevo essere il tuo servo.
Il tuo servo che ha saputo ingannarti per anni, ma non ha mai reagito a quelle morti così ingiuste.
Un nuovo taglio sullo stomaco.
Questo è perché ti sono stato fedele.

----------

Chissà cosa starai facendo ora.
Conoscendoti un po’ starai bevendo il tuo adorato vino oppure starai preparando delle pozioni, le tue pozioni, che non sono mai come quelle di nessun altro al mondo.
Sono come te, uniche. Tu sei unico e l’ho capito quella notte in quel luogo di morte e disperazione.

Verde.

Quella notte è il mio incubo
e ad ogni sogno mi appare,
quella notte è la mia condanna
e ad ogni sogno è in me.
Su quel verde prato
hai ucciso una donna,
ho visto il suo corpo esanime
accarezzare l’erba bagnata
di sangue e lacrime.
Su quel verde prato
è sceso dolore di cristallo
sul candido viso,
riflette nei neri occhi
il destino dell’obbedienza
che crudele ti cinge da tempo.
Ho compreso il tuo essere
in quei tristi occhi,
ho compreso chi sei
dal tuo cuore che piange.
Uccidi per dovere
e per questo soffri,
soffri nello spezzar vite,
e la tua anima muore,
il tuo amore si spezza,
il mio amore rinasce.


----------



Questo è l’ultimo frammento che prendo: è marrone.
I tuoi occhi che mi hanno incatenato a te.
La costrizione più bella della mia vita, che mi ha riacceso la speranza.
Ho riscoperto l’amore grazie a te.
Sei stata la fiamma che ha spodestato il freddo nel mio cuore.
Come hai potuto innamorarti di me?
Io crudele uomo, arcigno professore e sporco assassino.
Come fai ad amare una simile bestia?
Tu sei innocente e pura ed io ti sporcherei solo l’anima.
Un ultimo colpo, mortale, al cuore.
Per te che non meriti di avere un tale mostro accanto.

----------

Sei entrato nella mia vita tempo fa, non so come né perché, ma sentivo qualcosa per te, non sapevo cos’era, non sapevo definirlo con esattezza, sapevo soltanto che se non c’eri mi mancavi.
Non dovevo sentire la tua mancanza, non dovevo neanche pensarti e sapevo che non avrei mai potuto provare nulla per te.
Ma io provavo qualcosa.
Non riuscivo a guardare la tua immagine, ma tu mi apparivi continuamente nella testa.
Non volevo, non potevo, non riuscivo a sopportarlo ancora, ma tu eri lì, i tuoi occhi erano lì.
Volevo avvicinarti, toccarti, sentire il tuo profumo, ma poi mi accorsi che non eri reale, che tu non c’eri, che eri solo frutto della mia immaginazione.
E allora ci stavo male sapendo che tu non c’eri.
Invece poi sei apparso, i tuoi occhi hanno incrociato i miei, uno sguardo eterno.
Mi addormento la notte, ti sogno e sorrido nel sonno, poi mi sveglio e tu sei lì, mi guardi silenzioso davanti al fuoco, mentre io distesa nel letto mi perdo nei tuoi occhi.

Marrone.

Guardami.
Guardami come solo tu riesci a fare,
fai incontrare il nero dei tuoi occhi
con il marrone dei miei.
Guardami.
Guardami tra gli alberi spogli
mentre danzo su una dolce melodia
composta dal mio cuore per te.
Guardami.
Guardami nel cielo d’autunno
tra foglie che volteggiano lente
e silenti ci osservano.
Guardami.
Guardami negli occhi
e sussurra con candida voce
l’amore che hai per me.
Guardami.
Guardami sotto le brune rocce
e accarezza il mio viso
con l’eleganza del tuo tocco.
Guardami.
Guardami prendere la tua mano
e condurti nel sogno d’amore
generato dalle nostre anime.
Guardami.
Guardami da qui all’eternità.


----------



Il mio corpo inizia a farsi gelido.
Inutile pezzo di carne che finalmente troverà la pace lontano da questo mondo che non merita che un simile uomo percorre i suoi sentieri.
Il mio cuore sanguina.
Lo osservo rapito dal suo lento fluire.
Sorrido.
Aspetto che tutto finisca, che il dolore cessi, anche se vorrei fosse eterno.
I muscoli cominciano a rilassarsi, si distendono, sanno che la fine sta per giungere.
Le palpebre si fanno pesanti e la vista si annebbia.
Tutto ciò che vedo, sono ombre che pian piano si dissolvono.
Ormai gli occhi sono chiusi e il corpo è addormentato.
Per sempre.

----------



Finalmente ti ho trovato, amore mio.
Cos’è tutto questo sangue?
È il tuo?
Cosa hai fatto? Ti sei ucciso?
Per quale motivo ti sei fatto questo?
Per quale motivo mi hai fatto questo?
Domande, domande, solo domande, mai una risposta.
Corro veloce verso il tuo corpo riverso a terra, intriso di sangue.
- Severus Piton, non hai il permesso di morire. Non ti lascerò andare via, non mi abbandonerai.
Pronuncio l’incantesimo per curarti.
Ancora respiri, sento il flebile battito del tuo cuore.
Le ferite sono sanate, il pezzo di vetro non lacera più il tuo cuore, le palpebre si alzano.
Il tuo nero sguardo è ancora con me.
Lacrime di gioia scorrono furenti dai miei occhi, sono felice che tu sia vivo.
Mi guardi.
Sorridi.
Il sorriso più bello che abbia mai visto.
Un sorriso sincero, di gioia, di vita.
Mi avvicino e bacio delicatamente le tue bellissime labbra che così a lungo ho assaporato.
Non ti permetterò di lasciarmi, la tua anima mi appartiene, come la mia appartiene a te.
Per sempre.


----------

Perché sei venuta a salvarmi?
Non dovevi.
Non lo meritavo.
Quello sguardo irretisce i miei sensi, vedo amore in quegli occhi.
Amore per me.
Forse anche Severus Piton può cominciare il suo sogno d’amore.
Il suo sogno d’amore vicino a te.
Non ti lascerò mai più, la mia anima ti appartiene, come la tua so appartenermi.
Per sempre.

Edited by Ida59 - 3/9/2017, 12:42
 
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